FASCISMO

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: FASCISMO

Messaggio da camillobenso »

Anche questo è fascismo.


Quando i fascisti che non ammettono il dissenso bollano chi fa opposizione definendoli squadristi.

Niente di nuovo sotto il sole. Tra il il 1919 ed il 1924, a Milano succedevano le stesse cose.

"Chi dimentica la storia è costretto a riviverla"
Primo Levi


^^^^^^^^^^

Le ho urlato vergogna e non mi pento antidemocratici sono quelli come lei che fingono di non vedere il dissenso”
(ILARIA VENTURI)
27/04/2015 di triskel182


Immagine



BOLOGNA . «Noi squadristi? Ma per favore. Il ministro ci offende profondamente, le sue parole ci indignano ».

Corradina Scillia insegna da dieci anni Lettere in una scuola media alla Bolognina, nello storico quartiere rosso di Bologna: tanti stranieri, istituto di frontiera.

Era alla contestazione alla Festa dell’Unità quasi per caso. Ed ha urlato, a gran voce.

Perché non avete fatto parlare il ministro Giannini?
«È stato tutto molto enfatizzato, il tentativo di dialogo c’è stato».

Con urla e grida?
«È il ministro che se ne è andato. La sala era quasi deserta, c’eravamo solo noi e gli studenti. Io ero andata per partecipare al flash mob degli insegnanti, dopo ho raggiunto il dibattito. Quando sono arrivata ho visto gli universitari alzare i cartelli. E mi sono arrabbiata anch’io, ne avevo molti motivi. C’è un momento in cui non riesci più a stare zitto e devi difendere ciò in cui credi. Come la scuola pubblica, che io ho scelto per passione».

Cosa la fa più arrabbiare?
«La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi, gli albi regionali che sono una buffonata, il gioco delle tre carte sulle risorse alla scuola: messe su una voce, tolte da un’altra. Conosco un preside che, in contrasto col Comune, ha chiuso una scuola primaria. Cosa potrà accadere dando pieni poteri ai dirigenti? Mi ribolle il sangue sapere che sarò chiamata su basi discrezionali e, peggio, in balia del rischio di una politica clientelare. Non ci sono garanzie».

Il premier Renzi ha detto che un educatore ascolta, non toglie la parola.
«Da educatori insegniamo a sviluppare il senso critico e come cittadini siamo tenuti a protestare quando ci sono decisioni che ledono i nostri diritti. È stata una contestazione dovuta alla nostra esasperazione. Fa pensare il fatto che ci sono volute due pentole sbattute per ricordare a tutti che c’è un disagio profondo nel mondo della scuola. I flash mob silenziosi non vengono neanche presi in considerazione».

Il ministro vi accusa di averla insultata.
«Non abbiamo insultato nessuno. Abbiamo gridato: vergogna. Ma perché è vergognoso questo disegno di legge. Noi antidemocratici? È il governo che non ci ha mai voluto ascoltare».

La Giannini dice che la consultazione on line è durata tre mesi.

«E tutte le nostre mozioni? Ne hanno portate 200 al ministero e non le hanno nemmeno accolte. E poi le proposte dei sindacati, i documenti degli insegnanti, la legge di iniziativa popolare sulla scuola che continua ad essere ignorata dal governo. Altro che inerzia diffusa, noi studiamo le riforme e siamo preparati».

Uno dei punti contestati sono i soldi
alle paritarie.

«Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».

Da La Repubblica del 27/04/2015.
camillobenso
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Re: FASCISMO

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Anche questo è fascismo.


Quando i fascisti che non ammettono il dissenso bollano chi fa opposizione definendoli squadristi.

Niente di nuovo sotto il sole. Tra il il 1919 ed il 1924, a Milano succedevano le stesse cose.

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BOLOGNA . «Noi squadristi? Ma per favore. Il ministro ci offende profondamente, le sue parole ci indignano ».

Corradina Scillia insegna da dieci anni Lettere in una scuola media alla Bolognina, nello storico quartiere rosso di Bologna: tanti stranieri, istituto di frontiera.

Era alla contestazione alla Festa dell’Unità quasi per caso. Ed ha urlato, a gran voce.

Perché non avete fatto parlare il ministro Giannini?
«È stato tutto molto enfatizzato, il tentativo di dialogo c’è stato».

Con urla e grida?
«È il ministro che se ne è andato. La sala era quasi deserta, c’eravamo solo noi e gli studenti. Io ero andata per partecipare al flash mob degli insegnanti, dopo ho raggiunto il dibattito. Quando sono arrivata ho visto gli universitari alzare i cartelli. E mi sono arrabbiata anch’io, ne avevo molti motivi. C’è un momento in cui non riesci più a stare zitto e devi difendere ciò in cui credi. Come la scuola pubblica, che io ho scelto per passione».

Cosa la fa più arrabbiare?
«La chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi, gli albi regionali che sono una buffonata, il gioco delle tre carte sulle risorse alla scuola: messe su una voce, tolte da un’altra. Conosco un preside che, in contrasto col Comune, ha chiuso una scuola primaria. Cosa potrà accadere dando pieni poteri ai dirigenti? Mi ribolle il sangue sapere che sarò chiamata su basi discrezionali e, peggio, in balia del rischio di una politica clientelare. Non ci sono garanzie».

Il premier Renzi ha detto che un educatore ascolta, non toglie la parola.
«Da educatori insegniamo a sviluppare il senso critico e come cittadini siamo tenuti a protestare quando ci sono decisioni che ledono i nostri diritti. È stata una contestazione dovuta alla nostra esasperazione. Fa pensare il fatto che ci sono volute due pentole sbattute per ricordare a tutti che c’è un disagio profondo nel mondo della scuola. I flash mob silenziosi non vengono neanche presi in considerazione».

Il ministro vi accusa di averla insultata.
«Non abbiamo insultato nessuno. Abbiamo gridato: vergogna. Ma perché è vergognoso questo disegno di legge. Noi antidemocratici? È il governo che non ci ha mai voluto ascoltare».

La Giannini dice che la consultazione on line è durata tre mesi.

«E tutte le nostre mozioni? Ne hanno portate 200 al ministero e non le hanno nemmeno accolte. E poi le proposte dei sindacati, i documenti degli insegnanti, la legge di iniziativa popolare sulla scuola che continua ad essere ignorata dal governo. Altro che inerzia diffusa, noi studiamo le riforme e siamo preparati».

Uno dei punti contestati sono i soldi
alle paritarie.

«Nel ddl sono previste detrazioni fiscali. Non ce l’ho con le paritarie, ma questi sono soldi sottratti alla scuola pubblica che intanto cade a pezzi».

Da La Repubblica del 27/04/2015.
camillobenso
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Re: FASCISMO

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LA TRUFFA E' IL NOSTRO MESTIERE



La lettera del Duce ai circoli.




EVIDENTEMENTE IL DUCE DI RIGNANO DEVE ESSERE CONVINTO CHE UNA PARTE DEGLI ITALIANI SIANO TUTTI MERLI SCEMI


Care compagne e compagni, care amiche e cari amici, care democratiche e cari democratici,
scrivo a voi responsabili dei circoli del nostro partito in un momento delicato della vita istituzionale del Paese.

Dopo anni di crisi e di austerità, finalmente l'Italia inizia a rimettersi in moto.
(INFATTI, WHIRPOOL E AUCHAN LO STANNO DIMOSTRANDO-ndt)




Le regole europee stanno cambiando, anche grazie al fatto che il PD è stato il partito più votato d'Europa.



Migliaia di persone vedono trasformato il proprio lavoro precario in un contratto a tutele crescenti e conoscono finalmente il significato di parole come mutuo, ferie, diritti. I provvedimenti sull'economia - dagli 80 euro fino alla decontribuzione per i nuovi assunti - stanno spingendo molti settori a ripartire e le previsioni dei prossimi mesi sono finalmente positive (grazie anche ad eventi come Expo su cui abbiamo fatto pulizia perché crediamo profondamente che sarà una grande opportunità per l'Italia e un'occasione di confronto globale su temi come la lotta alla fame e la povertà).

Stiamo lavorando duro sulla giustizia: grazie al lavoro del PD è nata finalmente l'Autorità Anti Corruzione, si è introdotto il reato di autoriclaggio, la responsabilità civile dei magistrati, regole più serie per la custodia cautelare. E tra qualche settimana saranno legge le nuove norme sulla corruzione (pene più dure, prescrizione più difficile), sul falso in bilancio, sui reati ambientali, sui furti in appartamento. Una nuova stagione dei diritti si è aperta, dopo anni di tentennamenti: dal divorzio breve fino alla legge sul terzo settore, passando dalla discussione parlamentare sulla cittadinanza e sulle unioni civili.
La rivoluzione digitale porterà fisco e pubblica amministrazione a cambiare passo, smettendo di essere controparte degli utenti, ma finalmente consulenti e amici del cittadino. La fatturazione elettronica, la dichiarazione precompilata, l'imminente pin unico dimostra che possiamo davvero rendere questo Paese più semplice e efficiente. Per questo l'infrastruttura più grande sulla quale stiamo lavorando è quella digitale, la rete banda ultra larga. Ma non dimentichiamo la necessità di mettere in sicurezza le opere lasciate a metà da una burocrazia che ha visto negli appalti pubblici lavorare più gli avvocati che gli ingegneri: ecco perché il codice appalti, ad esempio, è fondamentale per dare regole certe e portare a compimenti i lavori. Ed ecco perché abbiamo sbloccato le opere contro il dissesto idrogeologico.

La vera sfida però riguarda la possibilità di tornare a investire nel capitale umano. Sulla ricerca, sull'innovazione, sulle città sostenibili. E tutto parte dalla scuola. Il nostro disegno di legge - maturato dopo una campagna di ascolto lunga mesi - può essere migliorato ancora. Siamo aperti e pronti all'ascolto. Ma un punto deve essere chiaro: la scelta dell'autonomia è decisiva. Significa che la scuola non deve essere nelle mani delle circolari ministeriali e dei sindacati, ma dei professori, delle famiglie, degli studenti. Grazie alle scelte del PD in Parlamento per la prima volta dopo anni ci saranno più soldi per le scuole e per l'edilizia scolastica, si torna ad assumere e si faranno di nuovo i concorsi, i professori avranno più risorse per la loro formazione, il merito dovrà essere valutato in modo puntuale e dagli asili nido al diritto allo studio il sistema educativo sarà più giusto.

Lo stiamo facendo in un momento non facile. Avanza in Europa un'ondata di contestazione che è forte in tutti i Paesi, a cominciare dalla Francia di Le Pen. In Italia questa sfida demagogica è incardinata su due forze, non solo su una: la Lega di Salvini, i Cinque Stelle di Grillo. Il PD è stato argine a questa deriva, grazie alla scelta di fare le riforme attese da anni su cui altri governi si sono, invece, fermati e impantanati in passato. Le riforme istituzionali e costituzionali sono il simbolo di questa battaglia. C'è chi contesta il sistema e chi propone di cambiarlo: noi siamo questo cambiamento, possibile e necessario.

Gli italiani ci hanno dato credito. Eravamo al 25% nel 2013, siamo passati al 41% nel 2014. In un anno abbiamo aumentato in modo incredibile il consenso. Abbiamo vinto nel 2014 cinque regioni su cinque: una era l'Emilia Romagna, le altre quattro le abbiamo strappate al centrodestra. Siamo oggi la forza politica che può restituire speranza e orgoglio all'Italia. Ma non possiamo fare melina. Non possiamo puntare a star qui solo per conservare la poltrona: siamo al Governo per servire l'Italia, cambiandola. Non ci abitueremo mai alla palude di chi vorrebbe rinviare, rinviare, rinviare.

Ecco perché la legge elettorale che domani va in Aula alla Camera diventa decisiva. Non solo perché è una legge seria, in linea con le precedenti proposte del nostro partito. Ma anche perché non approvare la legge elettorale adesso significherebbe bloccare il cammino di riforme di questa legislatura. E significherebbe dire che il PD non è la forza che cambia il Paese, ma il partito che blocca il cambiamento. Sarebbe il più grande regalo ai populisti. Ma sarebbe anche il più grande regalo ai tanti che credono nel potere dei tecnici: quelli che pensano che la parola politica sia una parolaccia e bisogna affidarsi ai presunti specialisti che ci hanno condotto fin qui, prima dell'arrivo al governo del PD.

Nel merito la legge elettorale è modellata sulla base dell'esperienza dei sindaci. Chi vince governa per cinque anni. È previsto il ballottaggio. Il premio è alla lista per evitare che i partiti più piccoli possano dividersi dal giorno dopo le elezioni e mettere veti. Circa la metà dei seggi viene attribuita a candidati espressione del collegio (candidato di collegio, non più liste bloccate come nel porcellum) e l'altra metà con preferenze (massimo due, una donna e un uomo). Si può sempre fare meglio, per carità. Ma questa legge rottama il Porcellum delle chilometriche liste bloccate con candidati sconosciuti e il Consultellum che tanto assomiglia al proporzionale puro della prima repubblica, imponendo inciuci e larghe intese.

Questa legge l'ha voluta il PD. L'abbiamo definita una urgenza e ora dovremmo fermarci? L'abbiamo proposta alle primarie del dicembre 2013, con due milioni di persone che ci hanno votato. L'abbiamo ribadita alla prima assemblea a Milano. L'abbiamo votata in direzione a gennaio 2014. L'abbiamo votata, modificata sulla base delle prime richieste della minoranza interna, alla Camera nel marzo 2014. L'abbiamo di nuovo modificata d'accordo con tutta la maggioranza e l'abbiamo votata al Senato nel gennaio 2015. L'abbiamo riportata in direzione nazionale e l'abbiamo votata. Poi abbiamo fatto assemblea dei deputati e l'abbiamo votata ancora una volta. L'abbiamo votata in Commissione e adesso siamo alla terza lettura alla Camera, in un confronto parlamentare che è stato puntuale, continuo, rispettoso.

Vi domando: davvero è dittatura quella di chi chiede di rispettare il volere della stragrande maggioranza dei nostri iscritti, dei nostri parlamentari, del nostro gruppo dirigente? Davvero è così assurdo chiedere che dopo 14 mesi di dialogo parlamentare si possa finalmente chiudere questa legge di cui tutti conosciamo il valore politico? Davvero vi sembra logico che dopo tutta questa trafila ci dobbiamo fermare perché una parte della minoranza non vuole?

Se questa legge elettorale non passa è l'idea stessa di Partito Democratico come motore del cambiamento dell'Italia che viene meno. Se davanti alle prime difficoltà, anche noi ci arrendiamo come potremo costruire un'Italia migliore per i nostri figli? Se gli organi di un partito (primarie, assemblea, direzione, gruppi parlamentari) indicano una strada e poi noi non la seguiamo come possiamo essere ancora credibili? Abbiamo portato il PD a prendere tanti voti degli italiani: davvero oggi possiamo fermarci davanti ai veti?

Ecco perché nel voto di queste ore c'è in ballo la legge elettorale, certo. Ma anche e soprattutto la dignità del nostro partito. La prima regola della democrazia è rispettare, tutti insieme, la regola del consenso interno. Quando ho perso le primarie, ho riconosciuto che la linea politica doveva darla chi aveva vinto. Adesso non sto chiedendo semplicemente lealtà; sto chiedendo rispetto per una intera comunità che si è espressa più volte su questo argomento, a tutti i livelli. Perché questa legge elettorale l'abbiamo cambiata tre volte per ascoltare tutti, per ascoltarci tutti. Ma a un certo punto bisogna decidere.

Ho preso l'impegno con voi, iscritti al PD, di guidare il partito fino al dicembre 2017, quando si terranno le primarie. In quell'appuntamento toccherà a voi, alla nostra comunità, scegliere se cambiare segretario. Ma fino a quel giorno lavorerò senza tregua per dare alla nostra comunità la possibilità di essere utile all'Italia. Milioni di nostri concittadini affidano le loro speranze al nostro lavoro: già altre volte in passato le divisioni della nostra parte hanno consentito agli altri di tornare al potere e di fare ciò che abbiamo visto. Farò di tutto perché questo non risucceda. Possono mandare a casa il Governo se proprio vogliono, ma non possono fermare l'urgenza del cambiamento che il PD di oggi rappresenta.

Grazie per il sostegno
Matteo
camillobenso
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Re: FASCISMO

Messaggio da camillobenso »

LA TRUFFA E' IL NOSTRO MESTIERE



Rosy Bindi a PIAZZAPULITA:


Dobbiamo andare a votare nel 2018, perché Renzi ha tutta questa premura?



Come non dargli ragione.


Mister truffa però continua a credere che tutti gli italiani siano merli scemi e che lui li può portare a spasso come vuole.



Il dramma è che la Bindi, che lascerà al termine di questa legislatura, non ha il coraggio di andare fino in fondo e far saltare il banco.

Spera che Renzi cambi idea. Ma non si rende conto che sta giocando con il fuoco.

Non si ricorda dei popolari del 1923, che hanno preferito consegnarci al FASCISMO.
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Re: FASCISMO

Messaggio da camillobenso »

LA TRUFFA E' IL NOSTRO MESTIERE





Il sondaggio
27/04/2015 di triskel182

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camillobenso
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Re: FASCISMO

Messaggio da camillobenso »

E’ un momento drammatico. Ricorda i giorni del novembre del 1923. Solo che allora non c’era la televisione e neppure la radio.

Dal Tg3 passano le immagini dell’aula.

SEL lancia i crisantemi, mentre il capogruppo dichiara che siamo al funerale della democrazia.

Ma l’assurdo arriva dalla destra.

Brunetta urla più volte : “Non ci stiamo al FASCISMO renziano.”

Per la prima volta nell’aula sorda e grigia viene pronunciata la parola FASCISMO. Il termine più aderente a quanto sta accadendo.

Essere d’accordo con Brunetta è da pazzi. Ma in valore assoluto io sono d’accordo con Brunetta. In valore relativo no, perché si tratta di opportunismo.

Quando il truffatore piduista Verdini, dirigeva l’orchestra del Nazareno il problema non si poneva.
camillobenso
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Re: FASCISMO

Messaggio da camillobenso »

Italicum, il governo pone la questione di fiducia
Bersani: “E’ in gioco la democrazia, non voto”

Urla dopo l’annuncio in Aula, Sel lancia crisantemi. Capogruppo Pd Rosato si prende un ‘vaffa’ dai 5 stelle
Accuse a Boldrini: ‘Collusa’. Bianconi (Fi) sbotta: “Branco di maiali rottinculo”. Renzi: ‘Mi mandino a casa’


Politica
Le urla “fascisti” dai banchi del M5s. Il lancio di crisantemi di Sel. E poi gli insulti a Boschi e Boldrini, Brunetta che parla di “fascismo renziano”. Le opposizioni sono esplose in un moto di protesta dopo l’annuncio: il governo pone la questione di fiducia sulla riforma elettorale, dopo che l’Italicum aveva superato i primi ostacoli sulle pregiudiziali di costituzionalità. Tre in tutto i voti, sugli articoli 1,2 e 4 del provvedimento. Voto finale la prossima settimana


Dalla hp di IFQ in questo momento.

http://www.ilfattoquotidiano.it/
camillobenso
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Re: FASCISMO

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Il Duce twitta:

Voglio cambiare l'Italia.


ANCHE AMILCARE ANDREA MUSSOLINI NEL 1923 VOLEVA CAMBIARE L'ITALIA
camillobenso
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Re: FASCISMO

Messaggio da camillobenso »

Italicum, il governo pone la fiducia. Rabbia delle opposizioni. Renzi: “Se la Camera vuole, mi può mandare a casa”

Politica
All'annuncio in Aula Montecitorio si trasforma. Le minoranze esplodono in urla e insulti nei confronti di Boschi e Boldrini. M5s a Rosato: "Coglione, vai a fare in culo". Bianconi contro l'esecutivo: "Branco di maiali, infami, rottinculo". Sel lancia crisantemi. Brunetta parla di "fascismo renziano". Minoranza Pd annichilita, molti non parteciperanno al voto
di F. Q. | 28 aprile 2015


(COME TUTTI I DITTATORI TRUFFATORI CHE L'HANNO PRECEDUTO, RENZI CI SA FARE CON LA COMUNICAZIONE -ndt)


ImmagineMatteo Renzi ✔@matteorenzi
Dopo anni di rinvii noi ci prendiamo le nostre responsabilità in Parlamento e davanti al Paese, senza paura #LeggeElettorale #lavoltabuona



ImmagineMatteo Renzi ✔@matteorenzi
La Camera ha il diritto di mandarmi a casa, se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l'Italia. #lavoltabuona
3:56 PM - 28 Apr 2015
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Bianconi (Fi) furente: “Branco di maiali rottinculo”
Ma la decisione del governo ha fatto esplodere le proteste delle opposizioni, come peraltro era prevedibile. Dai banchi del M5s qualcuno ha urlato “Fascisti!“. Maurizio Bianconi, fittiano di Fi, da sempre contrario al Patto del Nazareno, ha gridato “Vergogna” ed è stato richiamato all’ordine dalla presidente Laura Boldrini che ha fatto non poca fatica a mantenere l’ordine. Bianconi è scatenato: si allontana dall’Aula furente: ne ha per tutti. Insulti irripetibili vengono diretti alla Boschi, “colpevole” di aver messo materialmente la fiducia: “Branco di maiali, infami e rottinculo. Vergogna!”. Il collega azzurro Pietro Laffranco tenta di rincuorarlo, ma con una battuta infelice vista la presenza dei cronisti: “Dai, non fare così. Meglio la fiducia, si lavora di meno…”.

ImmagineBeppe Grillo ✔@beppe_grillo
Scempio #fiducia Italicum: nessun segnale da Mattarella
Dopo moniti di Napolitano, l'estrema unzione silenziosa del Quirinale
Eia eia alalà
5:07 PM - 28 Apr 2015
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Sel lancia crisantemi, Brunetta: “Fascismo renziano”
Alcuni deputati di Sel hanno lanciato crisantemi in Aula: “E’ il funerale della democrazia“, ha spiegato il capogruppo Arturo Scotto. “Non consentiremo il fascismo renziano – ha aggiunto, gridando, il capogruppo berlusconiano Renato Brunetta – faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani”. “La gente – ha aggiunto il capogruppo Massimiliano Fedriga (Lega Nord) – si sta svegliando e ha capito che siete un bluff”.



M5s a Rosato (Pd): “Coglione, vai a fare in culo”

Ma il dibattito è presto degenerato. Si è arrivati presto all’insulto e la miccia è stato l’intervento di Ettore Rosato, vicecapogruppo vicario del Pd (il più alto in grado dopo le dimissioni di Roberto Speranza). “Vergogna, vergogna!”. “Elezioni, elezioni!” hanno urlato i Cinque Stelle. Di nuovo alla Boldrini c’è voluto del bello e del buono per riportare la calma: “Questa è un’Aula parlamentare bisogna lasciar parlare. E’ questione di rispetto”. I deputati dei Cinque Stelle hanno distribuito insulti prima a lui (“coglione”, “vai a fare in culo”) poi alla presidente della Camera Laura Boldrini: “Collusa!” ha urlato Diego De Lorenzis. “Lei – ha replicato la Boldrini – non può esprimersi in questi termini sulla presidenza. Ne dovrà rispondere”. Parole che scatenano proteste cui Boldrini replica: “Contrastate le spiegazioni con gli insulti. Insultate, insultate pure. Complimenti…”.


ImmagineAnna Maria Bernini @BerniniAM
Togliete all'Underwood di Firenze i dvd di HouseofCards, gli manca solo di imporre una legge che vieta a Camere di votare leggi. #ComeMaduro
5:33 PM - 28 Apr 2015
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Boldrini: “Fiducia possibile su Italicum per regolamento”

La presidente della Camera aveva appena finito di spiegare come la questione di fiducia possa essere posta anche sulla legge elettorale (al contrario della vulgata). La presidente della Camera ha citato l’articolo 116 comma 4 del regolamento dell’assemblea di Montecitorio che esplicita i casi in cui non si può porre la fiducia (e la legge elettorale non è tra questi). Per contro il M5s cita una violazione dell’articolo 72 della Costituzione sulla formazione delle leggi. Ma la Boldrini ha citato una serie di precedenti, spiegando che “ci vorrebbe una esplicita modifica del regolamento della Camera, senza il quale la esclusione della possibilità di porre la fiducia sarebbe arbitrario”.



ImmagineNichi Vendola ✔@NichiVendola
La fiducia su #LeggeElettorale è un atto di squadrismo istituzionale. Ed è una macchia indelebile sul volto del #Pd.
#Italicum #Sel
5:10 PM - 28 Apr 2015
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Bersani: “Decideremo cosa fare”

In questo modo passa in secondo piano, almeno per il momento, la lotta interna al Pd e l’atteggiamento che terrà la minoranza del partito. Barbara Pollastrini parla della fiducia come di “strappo incomprensibile”. Pippo Civati ha già annunciato che voterà no alla fiducia. I toni di Bersani e Cuperlo sembrano gravi, ma la sinistra Pd sembra più annichilita che non battagliera: “Non avevo dubbi che avrebbero messo la fiducia – dice l’ex segretario – Qui il governo non c’entra niente, è in gioco una cosuccia che si chiama democrazia. Ora decideremo insieme che fare e poi deciderò io perchè ognuno deve assumersi le sue responsabilità”. L’ex presidente aggiunge che si tratta di “una scelta grave, indecifrabile”. Alfredo D’Attorre, in questi mesi portabandiera delle lotte anti-Italicum da dentro il Pd, ha annunciato che non parteciperà al voto. Lo stesso farà Roberto Speranza che sulla legge elettorale aveva restituito il mandato di capogruppo di Montecitorio. Davide Zoggia, invece, ha detto che dirà sì, ma che “altra valutazione” dovrà essere fatta sul voto finale alla legge.


Bossi e Di Maggio: “Alle armi per resistere”
Ma in queste situazioni Montecitorio non ha molti limiti al folklore. Sia Umberto Bossi sia il senatore di Per l’Italia Tito Di Maggio per esempio hanno indicato la strada per “resistere”. Il Senatur spiega che “al fascismo si risponde in un solo modo: o con i fucili o uscendo dall’Aula” dimenticando che a piazza del Popolo qualche tempo fa il suo partito ha manifestato al fianco di CasaPound. L’ex montiano – sempre critico nei confronti del governo nonostante il suo gruppo sia in teoria in maggioranza – ha chiesto l’intervento del presidente della Repubblica “o bisogna organizzare una nuova Resistenza: e come è noto per la resistenza servono anche le armi”.

Il cronoprogramma di Montecitorio
Il cronoprogramma delle votazioni della Camera sull’Italicum inizierà domani, 29 aprile, al mattino. Verrà usato il cosiddetto “lodo Iotti“: il primo voto inizierà domani alle 15,25, mentre gli altri due ci saranno nella giornata di giovedi. Il voto finale dovrebbe tenersi la prossima settimana, ma non è ancora certo. Come annunciato dalla presidente Boldrini, la votazione finale sarà segreta: in base al regolamento di Montecitorio, non può essere “blindata” con la fiducia. Non si conosce ancora quanti saranno gli ordini del giorno al testo (le opposizioni ne presenteranno numerosissimi, ha annunciato Brunetta) ed il termine per la presentazione dei testo scadrà giovedì alle 11. Domani si terrà una nuova riunione dei capigruppo (già prevista, per approvare il calendario di maggio.




Per 3 video, vedi:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04 ... a/1632076/
pancho
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Re: FASCISMO

Messaggio da pancho »

Italicum, le chiacchiere stanno a zero: le minoranze possono affondarlo. Ma vogliono?

..... numeri a Montecitorio sono piuttosto chiari.

La maggioranza di governo è composta da 368 deputati (310 PD, 33 Area Popolare, 25 Scelta Civica). Numero che può salire aggiungendo le ‘minoranze linguistiche’ (6), socialisti (5), alcuni voti dal gruppo Misto (in totale 37).

E’ chiaro come le minoranze, o i dissidenti che dir si voglia, hanno i numeri per tentare di centrare l’obiettivo. Da tempo si parla di 100 deputati del Partito Democratico, un terzo del totale, pronti a dire no “contro la chiusura di Renzi” sulle modifiche richieste. A dirlo sono stati, e in più di un’occasione, proprio i dissidenti. E il capo del governo l’Italicum non lo ha 'chiuso', ma blindato.

Il problema è affrontarne le conseguenze:
la caduta del governo, la scissione dal PD.
La perdita del seggio non è in gioco, molti di loro non rientrerebbero comunque nelle future liste di Matteo Renzi.

Le minoranze contestano al segretario – premier la legge elettorale, la riforma della Costituzione, quella del lavoro, il lassismo sull’economia, la gestione del partito e del governo. In pratica si descrivono come ‘altro’, incompatibili con Renzi e con il suo esecutivo.
Ma fin qui, a parte una manciata di voti contrari sparsi qua e là, l’opposizione interna è stata solo mediatica.

Quella sull’Italicum è l’ultima chiamata per essere considerati credibili.
http://it.ibtimes.com/italicum-le-chiac ... no-1399494
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l’opposizione interna è stata solo mediatica ma nei fatti e' tutt'altra cosa.
Immagine
Pensar male e' peccato ma a volte ci si azzecca?

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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