quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

La vox populi


Non è la notizia di testa della hp del Fatto Quotidiano, ma solouna striscia di una notizia di agenzia, e la vox poluli è partita immediatamente.


steprazin • 3 minuti fa
Mama gratias. E' stata la mamma ancora una volta a strattonarlo. Visto il filmato di Baltimora ha detto: "Ci provo anch'io". Lo ha preso per il bavero e gli ha mollato quattro ceffoni sonori. E lui ha ubbidito all'istante.
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Beppe A. • 3 minuti fa
beh... il buon Pippo dopo gli infinti "al lupo", ha fatto qualcosa di coerente con quello che diceva.
finalmente gli posso dire bravo.

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talia • 3 minuti fa
Se realmente ha deciso, credo sia la scelta giusta ! chi è di sinistra ,non può più riconoscersi in un partito di centro destra.
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Badklaus • 6 minuti fa
Fuori Civati dentro Verdini ...

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Beppe A. Badklaus • 5 minuti fa
..... fuori Cofferati dentro Serra
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Mioz • 3 minuti fa
Trovo che il suo tardivo comportamento sia un atto di onestà intellettuale. Ha fatto bene e gli auguro che sia di esempio, di apripista per altri che la pensano come lui. A chi dice che una rondine non fa primavera rispondo che comincerei a temere, vedendo un topo fuggire, che la nave navighi tranquillamente e non vi sia il pericolo che affondi. C'è sempre uno che inizia. A volte basta una scintilla e....

Morale: non sempre il cavallo di Troia funziona. Lo è stato per Ulisse, ma non per tanti altri. Bersani & C. lo avranno finalmente capito? Pippo, forse, ma gli altri?

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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

ConteZero76 • 3 minuti fa
Civati lascia il PD: "non sono io, sei tu - ma possiamo restare amici se vuoi"
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Cristina Correani • 22 minuti fa
Magnifico questo pd che caccia Civati e si tira dentro De Mita per interposto De Luca che a sua volta si mette in casa Avati del quale qui non si può dire pena la rimozione dei commenti.
18 • Rispondi•Condividi › Un'altra persona sta scrivendo

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Gatto_Giotto Cristina Correani • 11 minuti fa
Civati non è stato 'cacciato'. Se n'è andato.
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Cristina Correani Gatto_Giotto • 9 minuti fa
Si chiama mobbing.
Ovvero mettere una persona nella condizione dell'unica scelta.
Punto

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Gatto_Giotto Cristina Correani • 6 minuti fa
Trovo strano chiamare mobbing una cosa del genere. Se una persona ha idee diverse, è giusto e corretto che trovi persone come lui che ne condividano la visione politica.
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Otto mezzo

Civati: Non c'è più il Pd,.........c'è il Partito di Renzi.




Meglio tardi che mai!!!!!!!!!!
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Il dopo golpe


I problemi di Pittibimbo sono questi. L'Auchan annuncia il licenziamento di 1350 unità.

Il Duce dopo lo sciopero della Buona Sola, di voler dialogare e sindacati vengono ricevuti da Pd.


^^^^^^^^



Cambiare nome al Pd? Zoggia dice “No”. Carbone: “Abbiamo altro cui pensare”
Palazzi & Potere
Reazioni contrastanti tra i parlamentari democratici. Tutti all'oscuro dei progetti del segretario-premier. Ma c'è anche chi non si scandalizza. Come D'Attore: "Molto più grave la mutazione genetica dell'ultimo anno"
di F. Q. | 9 maggio 2015 COMMENTI (258)


C’è chi, come Davide Zoggia, di cambiare nome al partito proprio non vuol sentirne parlare.

E chi, come Gianni Cuperlo, ritiene che una notizia smentita come quella data da Marco Damilano, sempre bene informato sulle cose del premier, sul sito dell’Espresso, non vada neppure commentata.


Poi ci sono i bersaniani, con Alfredo D’Attorre in testa, molto più preoccupati della sostanza, cioè della metamorfosi genetica della linea politica del Pd, che della forma.

Mentre i renziani, da Ernesto Carbone ad Alessia Morani, negano categoricamente che l’idea di trasformare il Partito democratico in “I Democratici” sia mai stata sul tavolo. Ma è quando si chiude il taccuino e si rinfodera la penna che i ragionamenti si fanno più arditi.


Ed è la diffidenza il sentimento che serpeggia diffusamente nei discorsi in Transatlantico della sinistra Pd. Nonostante le smentite e le dichiarazioni ufficiali.

SMENTITE E SOSPETTI «Ricordiamo tutti cosa è accaduto quando Matteo Renzi ha detto “stai sereno” a Enrico Letta.


Non mi stupirebbe se si trattasse di un’operazione “segreta” che il premier sta portando avanti con i suoi fedelissimi», dice chiaro e tondo un autorevole esponente della sinistra dem.


Che aggiunge: «Il Pd ha già cambiato il proprio dna.

In questo quadro il cambio di nome sarebbe una cosa quasi marginale e forse anche una conseguenza fisiologica del cambio, ben più preoccupante, di linea politica».


Anche se i renziani gettano acqua sul fuoco, assicurando a reti unificate che il cambio di nome ne “I Democratici” non è in agenda. «Resta Partito democratico.


Abbiamo altri problemi a cui pensare», taglia corto Ernesto Carbone, componente della segreteria del Pd.

A fargli eco c’è la deputata Giuditta Pini: «La cosa è stata esclusa. Quindi la ritengo una boutade. Al momento non si avverte alcuna necessità di cambiare nome. Abbiamo altri problemi a cui pensare e non si risolvono certo cambiando un nome».

Sulla stessa linea anche Alessia Morani: «E’ una notizia del tutto infondata.

Partito democratico è un nome che ci piace e che ci appartiene, non mi pare ci siano discussioni in merito. Non è un tema all’ordine del giorno».

C’E’ CHI DICE NO Smentite a parte, c’è pure chi, nella sinistra dem, non fa mistero di non gradire affatto un eventuale cambio di nome.

«Partiamo dalla premessa che la notizia è stata smentita e che non è previsto alcun cambio di nome al partito né alla sua struttura – osserva Davide Zoggia –.

In ogni caso, per quanto mi riguarda, sono affezionato all’idea che ci sia la parola “partito” nella denominazione.

Tra l’altro il Pd è diventato familiare agli elettori anche nel nome». Gianni Cuperlo, invece, non vuole neppure parlarne: «Perché commentare una notizia smentita?».

Dall’ala bersaniana, Alfredo D’Attorre si concentra più sulla sostanza che sulla forma.

«Francamente mi preoccupa molto di più lo stravolgimento della linea politico-programmatica consumatasi nell’ultimo anno e che disegna una mutazione del partito ben più profonda di un semplice restiling del nome – fa notare –.

Uno stravolgimento che interessa temi centrali come il lavoro, la scuola, la Costituzione e il fisco.

Spero che nel partito si possa discutere di questo nelle prossime settimane, in particolare dopo le lezioni regionali. Mi interessano certamente meno le indiscrezioni che vengono fatte filtrare dal giglio magico».

di Stefano Iannaccone e Antonio Pitoni

Twitter: @SteI @Antonio_Pitoni

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05 ... e/1666083/
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Il dopo golpe


I problemi di Pittibimbo sono questi. L'Auchan annuncia il licenziamento di 1350 unità.

Il Duce dopo lo sciopero della Buona Sola, di voler dialogare e sindacati vengono ricevuti da Pd.


^^^^^^^^



Cambiare nome al Pd? Zoggia dice “No”. Carbone: “Abbiamo altro cui pensare”
Palazzi & Potere
Reazioni contrastanti tra i parlamentari democratici. Tutti all'oscuro dei progetti del segretario-premier. Ma c'è anche chi non si scandalizza. Come D'Attore: "Molto più grave la mutazione genetica dell'ultimo anno"
di F. Q. | 9 maggio 2015 COMMENTI (258)


C’è chi, come Davide Zoggia, di cambiare nome al partito proprio non vuol sentirne parlare.

E chi, come Gianni Cuperlo, ritiene che una notizia smentita come quella data da Marco Damilano, sempre bene informato sulle cose del premier, sul sito dell’Espresso, non vada neppure commentata.


Poi ci sono i bersaniani, con Alfredo D’Attorre in testa, molto più preoccupati della sostanza, cioè della metamorfosi genetica della linea politica del Pd, che della forma.

Mentre i renziani, da Ernesto Carbone ad Alessia Morani, negano categoricamente che l’idea di trasformare il Partito democratico in “I Democratici” sia mai stata sul tavolo. Ma è quando si chiude il taccuino e si rinfodera la penna che i ragionamenti si fanno più arditi.


Ed è la diffidenza il sentimento che serpeggia diffusamente nei discorsi in Transatlantico della sinistra Pd. Nonostante le smentite e le dichiarazioni ufficiali.

SMENTITE E SOSPETTI «Ricordiamo tutti cosa è accaduto quando Matteo Renzi ha detto “stai sereno” a Enrico Letta.


Non mi stupirebbe se si trattasse di un’operazione “segreta” che il premier sta portando avanti con i suoi fedelissimi», dice chiaro e tondo un autorevole esponente della sinistra dem.


Che aggiunge: «Il Pd ha già cambiato il proprio dna.

In questo quadro il cambio di nome sarebbe una cosa quasi marginale e forse anche una conseguenza fisiologica del cambio, ben più preoccupante, di linea politica».


Anche se i renziani gettano acqua sul fuoco, assicurando a reti unificate che il cambio di nome ne “I Democratici” non è in agenda. «Resta Partito democratico.


Abbiamo altri problemi a cui pensare», taglia corto Ernesto Carbone, componente della segreteria del Pd.

A fargli eco c’è la deputata Giuditta Pini: «La cosa è stata esclusa. Quindi la ritengo una boutade. Al momento non si avverte alcuna necessità di cambiare nome. Abbiamo altri problemi a cui pensare e non si risolvono certo cambiando un nome».

Sulla stessa linea anche Alessia Morani: «E’ una notizia del tutto infondata.

Partito democratico è un nome che ci piace e che ci appartiene, non mi pare ci siano discussioni in merito. Non è un tema all’ordine del giorno».

C’E’ CHI DICE NO Smentite a parte, c’è pure chi, nella sinistra dem, non fa mistero di non gradire affatto un eventuale cambio di nome.

«Partiamo dalla premessa che la notizia è stata smentita e che non è previsto alcun cambio di nome al partito né alla sua struttura – osserva Davide Zoggia –.

In ogni caso, per quanto mi riguarda, sono affezionato all’idea che ci sia la parola “partito” nella denominazione.

Tra l’altro il Pd è diventato familiare agli elettori anche nel nome». Gianni Cuperlo, invece, non vuole neppure parlarne: «Perché commentare una notizia smentita?».

Dall’ala bersaniana, Alfredo D’Attorre si concentra più sulla sostanza che sulla forma.

«Francamente mi preoccupa molto di più lo stravolgimento della linea politico-programmatica consumatasi nell’ultimo anno e che disegna una mutazione del partito ben più profonda di un semplice restiling del nome – fa notare –.

Uno stravolgimento che interessa temi centrali come il lavoro, la scuola, la Costituzione e il fisco.

Spero che nel partito si possa discutere di questo nelle prossime settimane, in particolare dopo le lezioni regionali. Mi interessano certamente meno le indiscrezioni che vengono fatte filtrare dal giglio magico».

di Stefano Iannaccone e Antonio Pitoni

Twitter: @SteI @Antonio_Pitoni

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05 ... e/1666083/
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Re: quo vadis PD ????

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La vox populi è partita in tromba


Gianfranco Ceci • 37 minuti fa
Cosa si dovrebbe cambiare ? Tutto è stato già cambiato : vi ricordate quando da Sezione i locali del Partito si trasformarono in Circoli ? ( nome di chiara derivazione semantica democristiana ) ? Già da allora il PD abbandonò il socialismo ed oggi Renzi pensa alla vittoria di Cameron e pensa di sfruttarne il nome del suo Partito ! E la cosidetta pseudo minoranza DEM che ha ingoiato la legge elettorale oggi invoca il dialogo con Renzi : Senza Socialismo non vi è opposizione e Socialismo,come diceva Bobbio, vuol dire : legalità,laicità e solidarietà ! Ma è il mondo del lavoro che stà perdendo perché la Casta ha corrotto tutto il sistema ed il mondo dei valori stà scomparendo al suo posto vi sono : il sangue di San Gennaro, la Sindone ed il corso presso il Vaticano per aspiranti esorcisti ! Si salvi chi può ! Ma attenzione quando la corda si spezzerà allora la presa della Bastiglia diverrà una realtà e ci ricorderemo di tutti voi, uno alla volta !
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Giosué Gagliano • un'ora fa
4 o 5 anni fa, un giornalista freelance, Philip Willan, scrisse un libro dal titolo "l'Italia dei poteri occulti". Diversi erano gli argomenti trattati, gladio, gli anni di piombo, la P2. E qui mi soffermo. Uno dei punti cardini della P2 era lo sgretolamento del PCI, la eliminazione dei sindacati, il controllo della stampa. Gelli, il venerabile, vedeva in un giovane industriale rampante, la persona adatta per portare a termine questo programma, il giovane era Silvio Berlusconi. Abbiamo visto che l'ex giovane non vi è riuscito, ma questi è stato sostituito da un altro giovane che piano piano sta portando a termine l'opera, questo giovane, manco a dirlo, e Matteo Renzi. Vuole eliminare la parola 'socialista' dal simbolo del partito europeo; ha ridotto ai minimi termini l'area ex PCI/DS; sta spegnendo la luce ai sindacati, e adesso vuole cambiare nome al PD, segno evidente di "un'eutanasia di un'ex amore". Non so se riuscirà a fare qualcosa con la stampa, ma penso che ci proverà.
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Marcello Palattella Giosué Gagliano • 31 minuti fa
Con la stampa non serve; è già dalla sua parte.
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Eccomi • 2 ore fa
C'è ancora qualcuno che pensa essere il patto del Nazareno finito. Quando un patto finisce, si interrompono tuttii gli effetti di quel patto. Invece gli effetti, che sono la legge elettorale e le riforme costituzionali, sono ancora in essere, quindi il patto del Nazareno e vivo. Ricordatevelo nelle urne.
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Eccomi • 2 ore fa
Meglio che il renzi cambi rotta, invece del nome al partito. Le politiche di destra rimangono tali anche se le chiama democratiche.
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Peri Cle • 2 ore fa
Renzi è uno spregiudicato assoluto e può contare sulla fede del suo clan che è ben conscio che emerge o affonda con lui. Ma la sua blitzkrieg non avrebbe avuto successo se i suoi avversari non fossero stati degli sprovveduti quali sono.
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iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

fINANZIAMENTI A I partiti

Le coop rosse e le grandi aziende abbandonano il Partito democratico
Guardando i finanziatori del Pd si leggono solo i nomi dei parlamentari o degli amministratori democratici, con una fuga delle imprese. L’unico fedele nel sostegno economico al partito è l’editore bolognese Federico Enriques, con 25.000 euro. Niente più sostegno dalle grandi Coop delle “regioni rosse” (come Manutencoop) anche se si registra il contributo di alcune più piccole cooperative alle sedi Regionali (5.000 euro da Gesco di Cesena, i portuali di Piombino e Livorno, ecc). Curioso poi l’assegno di ben 100.000 euro giunto al Pd di Ferrara e staccato dai locali Ds, che hanno ancora fondi propri. Reggono dunque i finanziamenti di piccolo importo a livello locale e in favore dei singoli candidati per esempio alle Europee.

E allora come si finanzierà ?
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