X Renzi rivalutazione pensioni della corte Costituzionale
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
X Renzi rivalutazione pensioni della corte Costituzionale
Caro Renzi.Hai dato gli 80 euro ai lavoratori.
1)Dovevi vedere se in famiglia lavorano in due. se 26.000 euro lordi per averli
2) dovevi invece vedere il reddito famigliare poteva esserci anche moglie e figli che lavorano
Quindi hai distribuito soldi a vanvere.
La corte costituzionale ora ha stabilito che li devi restituire soldi presi ai pensionati
Allora li restituisci a tutti.Poi fai una legge che oltre una certa soglia gli indennizzi non vengono piu dati.
Attenzione però.Ci sono pensionati che hanno anche i genitori da accudire.
Genitori con Alzaimer li puoi piu tenere in casa con la badante.Gridato e il condominio non apprezza.
Quindi se li metti in un pensionato non autosufficenti ti costa una cifra.Le pensioni non bastano a coprire la retta, quindi figli pensionati devono coprire an che la retta.Sempre che non sbbiamo pure dei figli disoccupani ecc.......
Badante per la madre o il padre.Alla fine la badande conta di piu di un operaio di un certo livello.Tra contributi, ferie,e alloggio, giornate sabato,domenica,feriari che gli spettano feste ecc.... alla fine è un salasso.
Quindi una parte di pensionati, oltre ad aiutare i figli sposati hanno anche quella di sobbarcarsi le spese delò genitore sia che abbia la badante che sia in una casa di riposo.
----------------------------------------------
Pensioni, l’allarme di Mastrapasqua: se lo Stato non paga, Inps a rischio
Non ci sono solo i debiti verso le imprese. Per molti anni, la pubblica amministrazione non ha versato i contributi previdenziali all'Inpdap, con un buco stimato in 30 miliardi. Che ora, dopo la fusione, si riversa sulla previdenza dei lavoratori del settore privato. La lettera del presidente ai ministri Fornero e Grilli
Guardate che l’Inps è messo male, fate qualcosa quanto prima. È il 22 marzo quando il presidente Antonio Mastrapasqua – certo, in termini più gentili – mette nero su bianco il concetto in una lettera ai ministri dell’Economia e del Lavoro, Vittorio Grilli e Elsa Fornero. La storia è in parte nota, ma l’allarme del pluripoltronato capo supremo del più grande ente previdenziale d’Europa testimonia che la situazione è persino più grave del previsto, tanto più che sia Mastrapasqua che Fornero hanno sempre sostenuto in questi mesi che i conti dell’Inps non destano alcuna preoccupazione.
Invece, il nostro comincia la sua missiva – di cui Il Fatto quotidiano è in possesso – riportando alcuni passaggi della relazione della Corte dei Conti sul bilancio preventivo 2012 in cui si sostiene quanto segue: l’inglobamento di Inpdap ed Enpals (rispettivamente l’ente che si occupa degli statali, in perdita per miliardi, e quello che serve i lavoratori dello spettacolo) sta affossando i conti dell’Inps: “Il patrimonio netto… è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi” (fino al 2015, per capirci) e il governo continua a tagliare i trasferimenti; se le amministrazioni dello Stato rallentano ancora un po’ i pagamenti avremo “ulteriori problemi di liquidità con incidenza sulla stessa correntezza (sic) delle prestazioni”. Tradotto: rischiamo a breve di non pagare le pensioni in tempo. Conclude Mastrapasqua: “Minori trasferimenti, riduzione dell’avanzo patrimoniale, strutturale contrazione delle entrate contributive della gestione pubblica (ex Inpdap)” stanno mettendo a rischio “la più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico”.
Volendo, si può tradurre l’allarme del presidente Inps nei numeri impietosi – e per di più destinati a peggiorare – del bilancio di previsione 2013 approvato a fine febbraio dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps: 10,7 miliardi il disavanzo di competenza; 23,7 miliardi il disavanzo patrimoniale complessivo dell’ex Inpdap; un patrimonio netto sceso dai 41 miliardi del 2011 ai 15,4 previsti per quest’anno; 265,8 miliardi le prestazioni previdenziali da erogare contro un incasso in contributi stimato in 213,7 miliardi (ovviamente al netto delle compensazioni statali). Numeri che, peraltro, dovranno essere rivisti in peggio visto che sono stati calcolati sul Def di settembre, quello che prevedeva una recessione per il 2013 solo dello 0,2%, mentre su quello nuovo c’è scritto -1,3.
Com’è stato possibile tutto questo? Le magagne più grosse, come si sarà capito, sono nel bilancio dell’ex ente degli statali e sono dovute a una sorta di paradosso italiano: la Pubblica amministrazione (tanto locale, quanto centrale) per lunghi anni – e in parte ancora adesso – non ha pagato i contributi previdenziali per i suoi dipendenti. Oltre ai debiti fantasma nei confronti dei fornitori, insomma, ci sono anche quelli dello Stato nei confronti di se stesso: stime non confermate parlano di un buco di almeno trenta miliardi di euro che si riversa di anno in anno, man mano che i lavoratori vanno in pensione, dentro i bilanci ufficiali del nuovo SuperInps.
Roba nota, che però ora interagisce con un nuovo contesto e sta creando una voragine nel sistema previdenziale pubblico italiano. Ecco perché: gli ultimi governi non si sono limitati a tagliare i trasferimenti agli enti, ma tra blocco del turn over e prepensionamenti hanno tagliato anche il numero dei dipendenti statali, cioè di chi – coi contributi – paga l’assegno di chi è già in pensione. Per questo Mastrapasqua chiede a Grilli e Fornero di darsi una mossa, ovvero nel suo linguaggio che “sia opportunamente approfondita e valutata ogni più utile iniziativa”.
“Noi ci eravamo opposti fin da subito all’integrazione tra i due maggiori enti previdenziali”, dicono i sindacalisti dell’Usb, “perché è funzionale al disegno di smantellamento del sistema previdenziale pubblico, avviato con la riforma Dini del 1995 e perfezionato nel tempo, da ultimo con la riforma delle pensioni targata Monti-Fornero”. Per l’Unione sindacale di base, che sta pensando a uno sciopero per denunciare la situazione drammatica dell’ente previdenziale, la faccenda è molto semplice: “La fusione Inps-Inpdap non è utile a rilanciare la previdenza pubblica, ma ad affossarla: hanno semplicemente voluto scaricare sull’Inps (che gestisce i contributi dei lavoratori del privato, ndr) i debiti delle amministrazioni statali”. Chissà se stavolta il ministro Fornero potrà ripetere la secca risposta che diede a ottobre: “La fusione non determina nessun problema sui conti Inps. I dati erano conosciuti”.
Da Il Fatto Quotidiano del 13 aprile 2013
---------------------------------------
Poi ci mettono contro patri e figli sulle pensioni.
Lo ripeto fino allo sfinimento.
Dividere la previdenza da l'assistenza.
Tutti i cittadini si devono fare carico assistenza agli invalidi agli andicappati ecc.....Ognu in pase al proprio rettito.
Ciao
Paolo11
1)Dovevi vedere se in famiglia lavorano in due. se 26.000 euro lordi per averli
2) dovevi invece vedere il reddito famigliare poteva esserci anche moglie e figli che lavorano
Quindi hai distribuito soldi a vanvere.
La corte costituzionale ora ha stabilito che li devi restituire soldi presi ai pensionati
Allora li restituisci a tutti.Poi fai una legge che oltre una certa soglia gli indennizzi non vengono piu dati.
Attenzione però.Ci sono pensionati che hanno anche i genitori da accudire.
Genitori con Alzaimer li puoi piu tenere in casa con la badante.Gridato e il condominio non apprezza.
Quindi se li metti in un pensionato non autosufficenti ti costa una cifra.Le pensioni non bastano a coprire la retta, quindi figli pensionati devono coprire an che la retta.Sempre che non sbbiamo pure dei figli disoccupani ecc.......
Badante per la madre o il padre.Alla fine la badande conta di piu di un operaio di un certo livello.Tra contributi, ferie,e alloggio, giornate sabato,domenica,feriari che gli spettano feste ecc.... alla fine è un salasso.
Quindi una parte di pensionati, oltre ad aiutare i figli sposati hanno anche quella di sobbarcarsi le spese delò genitore sia che abbia la badante che sia in una casa di riposo.
----------------------------------------------
Pensioni, l’allarme di Mastrapasqua: se lo Stato non paga, Inps a rischio
Non ci sono solo i debiti verso le imprese. Per molti anni, la pubblica amministrazione non ha versato i contributi previdenziali all'Inpdap, con un buco stimato in 30 miliardi. Che ora, dopo la fusione, si riversa sulla previdenza dei lavoratori del settore privato. La lettera del presidente ai ministri Fornero e Grilli
Guardate che l’Inps è messo male, fate qualcosa quanto prima. È il 22 marzo quando il presidente Antonio Mastrapasqua – certo, in termini più gentili – mette nero su bianco il concetto in una lettera ai ministri dell’Economia e del Lavoro, Vittorio Grilli e Elsa Fornero. La storia è in parte nota, ma l’allarme del pluripoltronato capo supremo del più grande ente previdenziale d’Europa testimonia che la situazione è persino più grave del previsto, tanto più che sia Mastrapasqua che Fornero hanno sempre sostenuto in questi mesi che i conti dell’Inps non destano alcuna preoccupazione.
Invece, il nostro comincia la sua missiva – di cui Il Fatto quotidiano è in possesso – riportando alcuni passaggi della relazione della Corte dei Conti sul bilancio preventivo 2012 in cui si sostiene quanto segue: l’inglobamento di Inpdap ed Enpals (rispettivamente l’ente che si occupa degli statali, in perdita per miliardi, e quello che serve i lavoratori dello spettacolo) sta affossando i conti dell’Inps: “Il patrimonio netto… è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi” (fino al 2015, per capirci) e il governo continua a tagliare i trasferimenti; se le amministrazioni dello Stato rallentano ancora un po’ i pagamenti avremo “ulteriori problemi di liquidità con incidenza sulla stessa correntezza (sic) delle prestazioni”. Tradotto: rischiamo a breve di non pagare le pensioni in tempo. Conclude Mastrapasqua: “Minori trasferimenti, riduzione dell’avanzo patrimoniale, strutturale contrazione delle entrate contributive della gestione pubblica (ex Inpdap)” stanno mettendo a rischio “la più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico”.
Volendo, si può tradurre l’allarme del presidente Inps nei numeri impietosi – e per di più destinati a peggiorare – del bilancio di previsione 2013 approvato a fine febbraio dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps: 10,7 miliardi il disavanzo di competenza; 23,7 miliardi il disavanzo patrimoniale complessivo dell’ex Inpdap; un patrimonio netto sceso dai 41 miliardi del 2011 ai 15,4 previsti per quest’anno; 265,8 miliardi le prestazioni previdenziali da erogare contro un incasso in contributi stimato in 213,7 miliardi (ovviamente al netto delle compensazioni statali). Numeri che, peraltro, dovranno essere rivisti in peggio visto che sono stati calcolati sul Def di settembre, quello che prevedeva una recessione per il 2013 solo dello 0,2%, mentre su quello nuovo c’è scritto -1,3.
Com’è stato possibile tutto questo? Le magagne più grosse, come si sarà capito, sono nel bilancio dell’ex ente degli statali e sono dovute a una sorta di paradosso italiano: la Pubblica amministrazione (tanto locale, quanto centrale) per lunghi anni – e in parte ancora adesso – non ha pagato i contributi previdenziali per i suoi dipendenti. Oltre ai debiti fantasma nei confronti dei fornitori, insomma, ci sono anche quelli dello Stato nei confronti di se stesso: stime non confermate parlano di un buco di almeno trenta miliardi di euro che si riversa di anno in anno, man mano che i lavoratori vanno in pensione, dentro i bilanci ufficiali del nuovo SuperInps.
Roba nota, che però ora interagisce con un nuovo contesto e sta creando una voragine nel sistema previdenziale pubblico italiano. Ecco perché: gli ultimi governi non si sono limitati a tagliare i trasferimenti agli enti, ma tra blocco del turn over e prepensionamenti hanno tagliato anche il numero dei dipendenti statali, cioè di chi – coi contributi – paga l’assegno di chi è già in pensione. Per questo Mastrapasqua chiede a Grilli e Fornero di darsi una mossa, ovvero nel suo linguaggio che “sia opportunamente approfondita e valutata ogni più utile iniziativa”.
“Noi ci eravamo opposti fin da subito all’integrazione tra i due maggiori enti previdenziali”, dicono i sindacalisti dell’Usb, “perché è funzionale al disegno di smantellamento del sistema previdenziale pubblico, avviato con la riforma Dini del 1995 e perfezionato nel tempo, da ultimo con la riforma delle pensioni targata Monti-Fornero”. Per l’Unione sindacale di base, che sta pensando a uno sciopero per denunciare la situazione drammatica dell’ente previdenziale, la faccenda è molto semplice: “La fusione Inps-Inpdap non è utile a rilanciare la previdenza pubblica, ma ad affossarla: hanno semplicemente voluto scaricare sull’Inps (che gestisce i contributi dei lavoratori del privato, ndr) i debiti delle amministrazioni statali”. Chissà se stavolta il ministro Fornero potrà ripetere la secca risposta che diede a ottobre: “La fusione non determina nessun problema sui conti Inps. I dati erano conosciuti”.
Da Il Fatto Quotidiano del 13 aprile 2013
---------------------------------------
Poi ci mettono contro patri e figli sulle pensioni.
Lo ripeto fino allo sfinimento.
Dividere la previdenza da l'assistenza.
Tutti i cittadini si devono fare carico assistenza agli invalidi agli andicappati ecc.....Ognu in pase al proprio rettito.
Ciao
Paolo11
-
- Messaggi: 2444
- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: X Renzi rivalutazione pensioni della corte Costituziona
Chi guadagna tra 1.400 e 1.600 euro lordi al mese (cioè tra 1.100 e 1.250 euro netti) può sperare in un rimborso pieno. Chi ha invece un reddito sopra i 3.200-3.500 euro mensili lordi (circa 2.200-2,500 netti) non avrà nulla. Ecco, in sintesi, lo schema che verrà probabilmente adottato dal governo per restituire a milioni di italiani gli arretrati sulle pensioni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 30 aprile scorso che ha bocciato il blocco degli assegni Inps, deciso dal governo Monti nel 2012 e nel 2013.
E' giusto ?
Le prestazioni previdenziali sono un servizio pubblico e lo Stato può rivedere in ogni momento i livelli dei servizi che intende fornire al cittadino, così come, per esigenze di bilancio si possono ridurre ad esempio, le prestazioni sanitarie, la scuola, l'università, la sicurezza o bloccare gli aumenti degli stipendi ai dipendenti pubblici.
Ciò è in linea con quanto previsto nella teoria costituzionale nel diritto della previdenza sociale.
"Gli importi dei vitalizi non si possono rivedere"
La volontà di non modificare le situazioni passate, deriva da precise scelte politiche e non da norme constituzionali o di altro livello a tutela di eventuali diritti acquisiti che non esistono né in campo previdenziale, né tanto meno nelle prestazioni di questo tipo
"È possibile chiedere un contributo di equità basato sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati, limitatamente a chi percepisce pensioni di importo elevato ? senza guardare ciò che succede con i vitalizi dei parlamentari o con le doppie e triple pensioni dei baroni ?
€ 3200 lordi al mese, circa € 2300 netti, Vi sembra una pensione da nababbi ?
In questi giorni ci sono sui giornali tante prese di posizione a favore o contro certi provvedimenti sulle pensioni, io in altro 3D avevo espresso una mia posizione che riteneva sbagliato ritenere la pensione uno stipendio differito e quindi legato al percorso che ognuno aveva fatto nella sua vita lavorativa e invece ritengo più equo che la pensione sia un sostentamento dovuto a tutti nella misura minima necessaria per vivere senza preoccupazioni gli ultimi anni della propria vita e solo in parte legato ai versamenti fatti.
Ma rispondiamo ai quesiti attuali.
Io ritengo ingiusto colpire la classe media e non toccare i soliti privilegiati ( politici e classi medio-alte).
Se si ritiene giusto ed equo fare dei sacrifici, questi devono partire anzitutto dalle classi medio-alte e poi gradualmente a scendere, mi sembra il criterio minimo per intervenire laddove c'è bisogno.
E' giusto ?
Le prestazioni previdenziali sono un servizio pubblico e lo Stato può rivedere in ogni momento i livelli dei servizi che intende fornire al cittadino, così come, per esigenze di bilancio si possono ridurre ad esempio, le prestazioni sanitarie, la scuola, l'università, la sicurezza o bloccare gli aumenti degli stipendi ai dipendenti pubblici.
Ciò è in linea con quanto previsto nella teoria costituzionale nel diritto della previdenza sociale.
"Gli importi dei vitalizi non si possono rivedere"
La volontà di non modificare le situazioni passate, deriva da precise scelte politiche e non da norme constituzionali o di altro livello a tutela di eventuali diritti acquisiti che non esistono né in campo previdenziale, né tanto meno nelle prestazioni di questo tipo
"È possibile chiedere un contributo di equità basato sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati, limitatamente a chi percepisce pensioni di importo elevato ? senza guardare ciò che succede con i vitalizi dei parlamentari o con le doppie e triple pensioni dei baroni ?
€ 3200 lordi al mese, circa € 2300 netti, Vi sembra una pensione da nababbi ?
In questi giorni ci sono sui giornali tante prese di posizione a favore o contro certi provvedimenti sulle pensioni, io in altro 3D avevo espresso una mia posizione che riteneva sbagliato ritenere la pensione uno stipendio differito e quindi legato al percorso che ognuno aveva fatto nella sua vita lavorativa e invece ritengo più equo che la pensione sia un sostentamento dovuto a tutti nella misura minima necessaria per vivere senza preoccupazioni gli ultimi anni della propria vita e solo in parte legato ai versamenti fatti.
Ma rispondiamo ai quesiti attuali.
Io ritengo ingiusto colpire la classe media e non toccare i soliti privilegiati ( politici e classi medio-alte).
Se si ritiene giusto ed equo fare dei sacrifici, questi devono partire anzitutto dalle classi medio-alte e poi gradualmente a scendere, mi sembra il criterio minimo per intervenire laddove c'è bisogno.
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: X Renzi rivalutazione pensioni della corte Costituziona
L'errore è stato quello degli 80 euro.A mio avviso dovevano darli calcolando il reddito famigliare.Invece se in una famiglia lavorano in 3 persone, hanno avuto 240 euro. Stabilivano un certo reddito famigliare , e da li davano gli 80 Euro.
Ora invece a mio avviso devono dare gli arretrati del costo della vita a tutti.Poi fare una legge con cambiamenti.Adesso invece dovremo sborsare soldi per non far partire gli immigrati dalla Libia.Bombardare barche vuote, e incursori della marina.I Libici hanno sparato al portaconteiner Turco.Ci lascieranno avvicinarci?
Ciao
Paolo11
Ora invece a mio avviso devono dare gli arretrati del costo della vita a tutti.Poi fare una legge con cambiamenti.Adesso invece dovremo sborsare soldi per non far partire gli immigrati dalla Libia.Bombardare barche vuote, e incursori della marina.I Libici hanno sparato al portaconteiner Turco.Ci lascieranno avvicinarci?
Ciao
Paolo11
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: X Renzi rivalutazione pensioni della corte Costituziona
Poletti, il bonus che fa cagare #bonuspoletti
La Corte Costituzionale è stata chiara. I pensionati devono essere rimborsati integralmente. Il Bonus Poletti ha il dolce sapore di prugna dei famosi confetti e fa cagare: ti restituisce meno di quanto dovuto e ti fa credere che sia persino un favore. Secondo i dati della CGIA restituiscono solo l'11% di quanto spetta ai pensionati. Un milione di loro non vedrà neanche un centesimo. Come si permettono dei non eletti da nessuno di trattare i cittadini da cornuti e mazziati? Ci pisciano addosso e ci dicono che piove (cit. Travaglio).
Antonio Baldassarre, presidente emerito della Consulta, sottolinea che se un pensionato facesse ricorso otterrebbe il rimborso integrale del maltolto voluto da Monti e Fornero ma votato dal Pd e Forza Italia. Ricorrete in massa e chiedete il rimborso integrale INPS compilando questo documento!
Bonus Poletti, meglio dei famosi confetti. Lassativo pd cooperativo. Fa cagare dopo cena, ma anche dopo pranzo.
"Se qualche pensionato interessato farà ricorso al giudice otterrà il riconoscimento del diritto ad avere un rimborso integrale". Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, intervistato da Affaritaliani.it, pone più di un dubbio di costituzionalità sul provvedimento annunciato dal premier e che prevede la restituzione una tantum di 500 euro ai pensionati sotto i 3.000 euro dal primo agosto. "La Corte ha annullato la legge che costituiva il titolo giustificativo dei contributi versati negli anni passati. E una legge attuale non può regolare retroattivamente la materia fiscale. Bisogna vedere bene come è articolato il decreto, ma in caso di ricorso o i giudici danno ragione direttamente ai ricorrenti o sollevano di nuovo la questione di fronte alla Corte Costituzionale", spiega Baldassarre. E sul fatto che sopra i 3.000 euro di pensione non ci sarà alcuna restituzione? "Nella sentenza della Corte non c'era nessun imite. La Consulta ha dichiarato incostituzionale una legge, punto e basta. Poi non può dare direttive su come scrivere le leggi"." Affari Italiani
Scarica, stampa e diffondi la lettera da mandare all'INPS per chiedere il rimborso integrale della tua pensione
--------------------------------
Qualcuno mi può spiegare per quale motivo l'adeguamento indicizzazione non è avvenuto nel 2014 e2015.
Il blocco si riferiva al 2012e 2013
Ciao
Paolo11
La Corte Costituzionale è stata chiara. I pensionati devono essere rimborsati integralmente. Il Bonus Poletti ha il dolce sapore di prugna dei famosi confetti e fa cagare: ti restituisce meno di quanto dovuto e ti fa credere che sia persino un favore. Secondo i dati della CGIA restituiscono solo l'11% di quanto spetta ai pensionati. Un milione di loro non vedrà neanche un centesimo. Come si permettono dei non eletti da nessuno di trattare i cittadini da cornuti e mazziati? Ci pisciano addosso e ci dicono che piove (cit. Travaglio).
Antonio Baldassarre, presidente emerito della Consulta, sottolinea che se un pensionato facesse ricorso otterrebbe il rimborso integrale del maltolto voluto da Monti e Fornero ma votato dal Pd e Forza Italia. Ricorrete in massa e chiedete il rimborso integrale INPS compilando questo documento!
Bonus Poletti, meglio dei famosi confetti. Lassativo pd cooperativo. Fa cagare dopo cena, ma anche dopo pranzo.
"Se qualche pensionato interessato farà ricorso al giudice otterrà il riconoscimento del diritto ad avere un rimborso integrale". Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, intervistato da Affaritaliani.it, pone più di un dubbio di costituzionalità sul provvedimento annunciato dal premier e che prevede la restituzione una tantum di 500 euro ai pensionati sotto i 3.000 euro dal primo agosto. "La Corte ha annullato la legge che costituiva il titolo giustificativo dei contributi versati negli anni passati. E una legge attuale non può regolare retroattivamente la materia fiscale. Bisogna vedere bene come è articolato il decreto, ma in caso di ricorso o i giudici danno ragione direttamente ai ricorrenti o sollevano di nuovo la questione di fronte alla Corte Costituzionale", spiega Baldassarre. E sul fatto che sopra i 3.000 euro di pensione non ci sarà alcuna restituzione? "Nella sentenza della Corte non c'era nessun imite. La Consulta ha dichiarato incostituzionale una legge, punto e basta. Poi non può dare direttive su come scrivere le leggi"." Affari Italiani
Scarica, stampa e diffondi la lettera da mandare all'INPS per chiedere il rimborso integrale della tua pensione
--------------------------------
Qualcuno mi può spiegare per quale motivo l'adeguamento indicizzazione non è avvenuto nel 2014 e2015.
Il blocco si riferiva al 2012e 2013
Ciao
Paolo11
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti