Regionali 2015
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Re: Regionali 2015
Primarie liguri, un caso ancora aperto
Il voto del 31 maggio in Liguria, per gli iscritti e gli elettori del PD che hanno partecipato alle primarie pone "un problema politico enorme". Così lo definiva l'attuale presidente del PD, Orfini all'indomani della presentazione di numerosi esposti al Collegio dei Garanti. E lo spiegava con queste parole (la Stampa, 17/01): “se con il pronunciamento [dei Garanti] la storia si può chiudere formalmente ... non è che quello che è successo - il voto di pezzi di centrodestra per Paita - può già prefigurare l’alleanza col Ncd. Non è così, la signora deve saperlo”. Ora il NCD è schierato con Toti ma non per questo il problema è risolto. La candidata PD non convince quando dice che non sarà alleata della destra perché avrà da sola la maggioranza assoluta: poiché è ormai certo che nessuno dei contendenti avrà i numeri per governare da solo, così alimenta il sospetto che la porta per il NCD sia aperta. E che dunque non sia escluso un patto con la coalizione di Toti.
Ma non meno grave è il problema che riguarda le regole: non mere formalità, ma le basi su cui poggia il patto associativo e, per chi ha votato alle primarie, la credibilità della carta di intenti che ha accettato di sottoscrivere. Questo aspetto è stato però accantonato dopo che Renzi in Direzione Nazionale ha voluto chiudere il caso prima ancora che i Garanti si pronunciassero (mostrando, dalla posizione di massima responsabilità del partito, poco rispetto per le regole). I Garanti hanno poi convalidato la vittoria della Paita ma, contrariamente a quanto si crede, non hanno chiuso il caso. E su questo, oltre che sulle prospettive politiche, gli elettori, in particolare i partecipanti alle primarie, iscritti e non, saranno chiamati a dare il loro giudizio con il voto.
Il voto del 31 maggio in Liguria, per gli iscritti e gli elettori del PD che hanno partecipato alle primarie pone "un problema politico enorme". Così lo definiva l'attuale presidente del PD, Orfini all'indomani della presentazione di numerosi esposti al Collegio dei Garanti. E lo spiegava con queste parole (la Stampa, 17/01): “se con il pronunciamento [dei Garanti] la storia si può chiudere formalmente ... non è che quello che è successo - il voto di pezzi di centrodestra per Paita - può già prefigurare l’alleanza col Ncd. Non è così, la signora deve saperlo”. Ora il NCD è schierato con Toti ma non per questo il problema è risolto. La candidata PD non convince quando dice che non sarà alleata della destra perché avrà da sola la maggioranza assoluta: poiché è ormai certo che nessuno dei contendenti avrà i numeri per governare da solo, così alimenta il sospetto che la porta per il NCD sia aperta. E che dunque non sia escluso un patto con la coalizione di Toti.
Ma non meno grave è il problema che riguarda le regole: non mere formalità, ma le basi su cui poggia il patto associativo e, per chi ha votato alle primarie, la credibilità della carta di intenti che ha accettato di sottoscrivere. Questo aspetto è stato però accantonato dopo che Renzi in Direzione Nazionale ha voluto chiudere il caso prima ancora che i Garanti si pronunciassero (mostrando, dalla posizione di massima responsabilità del partito, poco rispetto per le regole). I Garanti hanno poi convalidato la vittoria della Paita ma, contrariamente a quanto si crede, non hanno chiuso il caso. E su questo, oltre che sulle prospettive politiche, gli elettori, in particolare i partecipanti alle primarie, iscritti e non, saranno chiamati a dare il loro giudizio con il voto.
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Re: Regionali 2015
Quattro giorni alle elezioni.
Un test sugli italiani.
Sono maturi o immaturi?
Sono in grado di mandare a casa Pittibimbo?
Oppure sono così masochisti da subirne le conseguenze?
Un test sugli italiani.
Sono maturi o immaturi?
Sono in grado di mandare a casa Pittibimbo?
Oppure sono così masochisti da subirne le conseguenze?
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Re: Regionali 2015
SPETTACOLI
Crozza-De Luca: «Ho una grande stima di Civati, con quel ciuffetto»
Il popolare comico nella sua consueta copertina durante la trasmissione Di Martedì su La7 | agr - Corriere TV
http://video.corriere.it/crozza-de-luca ... 66ef644b3b
Crozza-De Luca: Saviano Roberto è un intellettuale, non è un nemico
https://www.youtube.com/watch?v=RX6bWA2Jw54
Maurizio Crozza 'De Luchizzato'
https://www.youtube.com/watch?v=tcw376Rhf9g
Crozza-De Luca: «Ho una grande stima di Civati, con quel ciuffetto»
Il popolare comico nella sua consueta copertina durante la trasmissione Di Martedì su La7 | agr - Corriere TV
http://video.corriere.it/crozza-de-luca ... 66ef644b3b
Crozza-De Luca: Saviano Roberto è un intellettuale, non è un nemico
https://www.youtube.com/watch?v=RX6bWA2Jw54
Maurizio Crozza 'De Luchizzato'
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Re: Regionali 2015
FORZA CAMORRA
De Luca non molla: «Sarò eletto dal popolo e resterò»|Il video
Boschi: candidabile ed eleggibile
http://www.corriere.it/politica/15_magg ... f1d6.shtml
De Luca non molla: «Sarò eletto dal popolo e resterò»|Il video
Boschi: candidabile ed eleggibile
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Re: Regionali 2015
GLI ITALIANI CHE SI RECHERANNO AL VOTO DOMENICA PROSSIMA SONO IN GRADO DI CAPIRE IL NOSTRO DESTINO???
IO CREDO PROPRIO DI NO PERCHE' NON LO CAPISCONO NEPPURE I POLITICI PROFESSIONISTI DELLA EX SINISTRA.
QUESTA E' L'ULTIMA OCCASIONE PER SPEZZARE IL DISEGNO REAZIONARIO SOTTO RIPORTATO.
PURTROPPO NON CI CONFIDO MOLTO PERCHE' GLI ITALIANI LI CONOSCO TROPPO BENE. SONO INAFFIDABILI, OPPORTUNISTI E VOLTAGABBANA.
Renzi completa il Rigor Montis: diktat Ue, ma con l’inganno
Scritto il 28/5/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Nel 1953 quella che fu allora chiamata legge elettorale truffa non scattò perché la Democrazia Cristiana ed i suoi alleati non raggiunsero il quorum richiesto del 50%+1 dei voti validi.
Quella che doveva essere un’alleanza al centro in grado di acchiappare consenso in tutte le direzioni perse invece voti ad ampio raggio, alla sua sinistra prima di tutto, ma anche alla sua destra.
Il progetto autoritario allora aveva respinto, invece che attrarre.
Oggi l’Italicum è molto più pericoloso della legge truffa del ‘53, che comunque assegnava un premio parlamentare consistente a chi già avesse conseguito la maggioranza assoluta dei voti.
Oggi, grazie al trucco del ballottaggio che aggira la sentenza della Corte Costituzionale, un partito come il Pd che, aldilà dell’exploit delle europee, si attesta normalmente attorno al 30% dei voti validi, potrà conseguire una maggioranza assoluta priva di contrappesi e controlli.
Ho detto il Pd ma in realtà avrei più correttamente dovuto dire il suo segretario presidente Renzi, che si è costruito un sistema di governo che gli darà un potere praticamente assoluto.Come ha notato eufemisticamente Eugenio Scalfari siamo a una democrazia che affida il potere all’esecutivo.
Che è ciò che normalmente avviene in ogni dittatura.
Renzi sarà eletto direttamente dal ballottaggio come un sindaco e godrà di un parlamento esautorato, composto da una netta maggioranza di nominati o fedelissimi.
Ci sarà una sola Camera che decide su tutto sulla base degli ordini del capo del governo.
Camera che nominerà gli organismi di controllo senza, scusate il bisticcio, controlli.
E se pensiamo che la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni sembra sia stata decisa sei contro sei, con il voto determinante del presidente, possiamo tranquillamente concludere che al nuovo Parlamento renziano basterà nominare un solo nuovo giudice costituzionale per cambiare gli orientamenti di tutta la corte.
Un potere pressoché assoluto, dunque, per fare che?
Quello che sta costruendo Renzi in realtà è un sistema autoritario che non è in proprio, ma è fondato su una sorta di fideiussione bancaria.
Il programma fondamentale del governo è sempre quello della lettera del 5 agosto 2011 firmata da Trichet e da Draghi.
Che come presidente della Bce continua a vigilare meticolosamente che quel programma stilato assieme al suo predecessore sia scrupolosamente attuato.
Il 28 maggio 2013 la Banca Morgan ha presentato un documento politico che metteva sotto accusa la Costituzione italiana assieme a quelle di tutti i paesi europei “periferici” e in crisi.
Queste Costituzioni, secondo quel documento, nate dopo la vittoria sul fascismo, sono segnate dal peso eccessivo della sinistra e del pensiero socialista, e per questo ostacolano le riforme liberali che servono a salvare l’euro.
Con toni più brutali un editoriale de “Il Sole 24 Ore”, pochi giorni fa, polemizzava con la sentenza della Corte Costituzionale, affermando che con il pareggio di bilancio come vincolo costituzionale, gli obblighi del Fiscal Compact e il primato dei mercati globali, non ha più senso parlare di diritti indisponibili.
Non crediate di avere dei diritti, si diceva una volta.
I poteri forti, le grandi multinazionali, la finanza e le banche hanno da tempo deciso che il sistema di diritti sociali europeo è, per i loro concreti interessi, insostenibile.
La crisi è stata un grande occasione per realizzare compiutamente un obiettivo cui si lavora da oltre trenta anni, e le riforme politiche autoritarie ne sono lo strumento.
Renzi si è quindi trovato al posto giusto nel momento giusto.
Guai a fare nei suoi confronti lo stesso errore di sottovalutazione compiuto dalla sinistra democratica verso Berlusconi; e non solo per il compatto sostegno che riceve dai poteri forti italiani ed europei e da tutto il sistema dei mass media.
Anche Monti aveva questo stesso sostegno, per fare sostanzialmente la stessa politica, ma non ce l’ha fatta.
La forza di Renzi sta proprio nella posizione e nella rappresentanza politica assunta.
È un errore credere che egli sia un democristiano.
No, la sua formazione politica non è tanto rilevante quanto il ruolo che ha deciso di interpretare.
È questo ruolo è tutto all’interno della sconfitta e della rassegnazione della sinistra tradizionale.
Matteo Renzi ha scalato il Pd, che è bene ricordare inizialmente lo aveva respinto, dopo che il vecchio e inconcludente riformismo era stato sconfitto.
Egli ha usato spregiudicatezza e populismo con una classe politica disposta a tutto pur di non perdere il potere.
Per capire quello che è successo dobbiamo pensare ad altri fenomeni di trasformismo di massa nella storia della sinistra del nostro paese.
Crispi alla fine dell’800, Mussolini, Craxi e naturalmente Berlusconi sono tutti predecessori non casuali di Matteo Renzi.
Il nostro è diventato il secondo paese cavia dell’esperimento liberista dopo la Grecia.
In quel paese la Troika ha esagerato e ne è consapevole, per questo in Italia il progetto è diverso.
Non negli obiettivi, che sono gli stessi, dal lavoro, alla scuola, alla sanità, alle pensioni, a tutti i diritti sociali.
Si vuole arrivare alla stessa società di mercato brutalmente imposta alla Grecia, ma evitando la stessa reazione politica.
Quindi più furbizia e anche tempo nelle misure da adottare e soprattutto lavoro per costruire un blocco di consenso politico attorno ad esse.
A questo serve la mutazione genetica del Pd in partito della nazione.
Che in realtà è un partito collaborazionista con la Troika e con tutti i poteri economici finanziari internazionali.
Il partito della nazione che collabora costruisce così le sue cordate di consenso, da Marchionne ai sindacati complici, da Farinetti alla nuova Milano da bere, dai presidi a tutto quel mondo politico e sociale proveniente dalla sinistra il cui sentire di fondo può essere così riassunto: abbiamo speso tanto senza risultati, ora si guadagna.
Non è vero che Renzi voglia liquidare i corpi intermedi, non è così sciocco sa che sarebbe impossibile.
Quello che vuole il segretario del Pd è un corpo di organizzazioni addomesticate e funzionali e a questo sta concretamente lavorando, come dopo il Jobs Act e la “Buona scuola”, mostra il progetto di legge Civil Act sul terzo settore.
Renzi è l’espressione di un progetto politico reazionario di adattamento dell’Italia ai più duri vincoli della peggiore globalizzazione, per questo battere lui ed il suo partito della nazione non sarà opera breve, né facile, ma è la condizione perché il paese possa riprendere davvero a progredire.
Oggi contro Renzi sta un destra disfatta, nella quale lo stesso sistema mediatico renziano fa emergere il nazista dell’Illinois Matteo Salvini come avversario di comodo.
Poi c’è il Movimento 5 Stelle che conduce lotte importanti, ma in evidente difficoltà di fronte al populismo anticasta fatto proprio dal renzismo.
E infine c’è l’arcipelago delle forze della sinistra politica e sociale.
La forza di Renzi è la debolezza di questo fronte, il che permette alla sua politica di destra di contare su un vasto consenso elettorale nel popolo della sinistra.
Gli insegnanti che sfilavano in corteo il 5 maggio gridavano di non votare più Pd.
È un segnale importante, ma insufficiente.
Occorre un rottura più profonda.
Occorre che tutto il corpo sociale e politico della sinistra consideri il renzismo non come un gruppo di compagni che sbagliano, ma come il primo e principale avversario.
Le ambiguità ed i compromessi di chi si dichiara contro Renzi ma poi si allea con il Pd nelle elezioni locali, o dei dirigenti sindacali che lo criticano ma poi lo votano, o degli ambientalisti che sostengono Expo, tutto questo opportunismo porta solo fieno nella cascina del partito della nazione.
Ci vogliono scelte nette per costruire l’alternativa a Renzi e al suo progetto, la prima e in fondo più semplice è non votare in ogni caso ed in ogni situazione per il Pd ed i suoi alleati.
(Giorgio Cremaschi, “Non votare Pd, unico antidoto al potere assoluto renziano”, da “Micromega” del 21 maggio 2015).
IO CREDO PROPRIO DI NO PERCHE' NON LO CAPISCONO NEPPURE I POLITICI PROFESSIONISTI DELLA EX SINISTRA.
QUESTA E' L'ULTIMA OCCASIONE PER SPEZZARE IL DISEGNO REAZIONARIO SOTTO RIPORTATO.
PURTROPPO NON CI CONFIDO MOLTO PERCHE' GLI ITALIANI LI CONOSCO TROPPO BENE. SONO INAFFIDABILI, OPPORTUNISTI E VOLTAGABBANA.
Renzi completa il Rigor Montis: diktat Ue, ma con l’inganno
Scritto il 28/5/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Nel 1953 quella che fu allora chiamata legge elettorale truffa non scattò perché la Democrazia Cristiana ed i suoi alleati non raggiunsero il quorum richiesto del 50%+1 dei voti validi.
Quella che doveva essere un’alleanza al centro in grado di acchiappare consenso in tutte le direzioni perse invece voti ad ampio raggio, alla sua sinistra prima di tutto, ma anche alla sua destra.
Il progetto autoritario allora aveva respinto, invece che attrarre.
Oggi l’Italicum è molto più pericoloso della legge truffa del ‘53, che comunque assegnava un premio parlamentare consistente a chi già avesse conseguito la maggioranza assoluta dei voti.
Oggi, grazie al trucco del ballottaggio che aggira la sentenza della Corte Costituzionale, un partito come il Pd che, aldilà dell’exploit delle europee, si attesta normalmente attorno al 30% dei voti validi, potrà conseguire una maggioranza assoluta priva di contrappesi e controlli.
Ho detto il Pd ma in realtà avrei più correttamente dovuto dire il suo segretario presidente Renzi, che si è costruito un sistema di governo che gli darà un potere praticamente assoluto.Come ha notato eufemisticamente Eugenio Scalfari siamo a una democrazia che affida il potere all’esecutivo.
Che è ciò che normalmente avviene in ogni dittatura.
Renzi sarà eletto direttamente dal ballottaggio come un sindaco e godrà di un parlamento esautorato, composto da una netta maggioranza di nominati o fedelissimi.
Ci sarà una sola Camera che decide su tutto sulla base degli ordini del capo del governo.
Camera che nominerà gli organismi di controllo senza, scusate il bisticcio, controlli.
E se pensiamo che la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni sembra sia stata decisa sei contro sei, con il voto determinante del presidente, possiamo tranquillamente concludere che al nuovo Parlamento renziano basterà nominare un solo nuovo giudice costituzionale per cambiare gli orientamenti di tutta la corte.
Un potere pressoché assoluto, dunque, per fare che?
Quello che sta costruendo Renzi in realtà è un sistema autoritario che non è in proprio, ma è fondato su una sorta di fideiussione bancaria.
Il programma fondamentale del governo è sempre quello della lettera del 5 agosto 2011 firmata da Trichet e da Draghi.
Che come presidente della Bce continua a vigilare meticolosamente che quel programma stilato assieme al suo predecessore sia scrupolosamente attuato.
Il 28 maggio 2013 la Banca Morgan ha presentato un documento politico che metteva sotto accusa la Costituzione italiana assieme a quelle di tutti i paesi europei “periferici” e in crisi.
Queste Costituzioni, secondo quel documento, nate dopo la vittoria sul fascismo, sono segnate dal peso eccessivo della sinistra e del pensiero socialista, e per questo ostacolano le riforme liberali che servono a salvare l’euro.
Con toni più brutali un editoriale de “Il Sole 24 Ore”, pochi giorni fa, polemizzava con la sentenza della Corte Costituzionale, affermando che con il pareggio di bilancio come vincolo costituzionale, gli obblighi del Fiscal Compact e il primato dei mercati globali, non ha più senso parlare di diritti indisponibili.
Non crediate di avere dei diritti, si diceva una volta.
I poteri forti, le grandi multinazionali, la finanza e le banche hanno da tempo deciso che il sistema di diritti sociali europeo è, per i loro concreti interessi, insostenibile.
La crisi è stata un grande occasione per realizzare compiutamente un obiettivo cui si lavora da oltre trenta anni, e le riforme politiche autoritarie ne sono lo strumento.
Renzi si è quindi trovato al posto giusto nel momento giusto.
Guai a fare nei suoi confronti lo stesso errore di sottovalutazione compiuto dalla sinistra democratica verso Berlusconi; e non solo per il compatto sostegno che riceve dai poteri forti italiani ed europei e da tutto il sistema dei mass media.
Anche Monti aveva questo stesso sostegno, per fare sostanzialmente la stessa politica, ma non ce l’ha fatta.
La forza di Renzi sta proprio nella posizione e nella rappresentanza politica assunta.
È un errore credere che egli sia un democristiano.
No, la sua formazione politica non è tanto rilevante quanto il ruolo che ha deciso di interpretare.
È questo ruolo è tutto all’interno della sconfitta e della rassegnazione della sinistra tradizionale.
Matteo Renzi ha scalato il Pd, che è bene ricordare inizialmente lo aveva respinto, dopo che il vecchio e inconcludente riformismo era stato sconfitto.
Egli ha usato spregiudicatezza e populismo con una classe politica disposta a tutto pur di non perdere il potere.
Per capire quello che è successo dobbiamo pensare ad altri fenomeni di trasformismo di massa nella storia della sinistra del nostro paese.
Crispi alla fine dell’800, Mussolini, Craxi e naturalmente Berlusconi sono tutti predecessori non casuali di Matteo Renzi.
Il nostro è diventato il secondo paese cavia dell’esperimento liberista dopo la Grecia.
In quel paese la Troika ha esagerato e ne è consapevole, per questo in Italia il progetto è diverso.
Non negli obiettivi, che sono gli stessi, dal lavoro, alla scuola, alla sanità, alle pensioni, a tutti i diritti sociali.
Si vuole arrivare alla stessa società di mercato brutalmente imposta alla Grecia, ma evitando la stessa reazione politica.
Quindi più furbizia e anche tempo nelle misure da adottare e soprattutto lavoro per costruire un blocco di consenso politico attorno ad esse.
A questo serve la mutazione genetica del Pd in partito della nazione.
Che in realtà è un partito collaborazionista con la Troika e con tutti i poteri economici finanziari internazionali.
Il partito della nazione che collabora costruisce così le sue cordate di consenso, da Marchionne ai sindacati complici, da Farinetti alla nuova Milano da bere, dai presidi a tutto quel mondo politico e sociale proveniente dalla sinistra il cui sentire di fondo può essere così riassunto: abbiamo speso tanto senza risultati, ora si guadagna.
Non è vero che Renzi voglia liquidare i corpi intermedi, non è così sciocco sa che sarebbe impossibile.
Quello che vuole il segretario del Pd è un corpo di organizzazioni addomesticate e funzionali e a questo sta concretamente lavorando, come dopo il Jobs Act e la “Buona scuola”, mostra il progetto di legge Civil Act sul terzo settore.
Renzi è l’espressione di un progetto politico reazionario di adattamento dell’Italia ai più duri vincoli della peggiore globalizzazione, per questo battere lui ed il suo partito della nazione non sarà opera breve, né facile, ma è la condizione perché il paese possa riprendere davvero a progredire.
Oggi contro Renzi sta un destra disfatta, nella quale lo stesso sistema mediatico renziano fa emergere il nazista dell’Illinois Matteo Salvini come avversario di comodo.
Poi c’è il Movimento 5 Stelle che conduce lotte importanti, ma in evidente difficoltà di fronte al populismo anticasta fatto proprio dal renzismo.
E infine c’è l’arcipelago delle forze della sinistra politica e sociale.
La forza di Renzi è la debolezza di questo fronte, il che permette alla sua politica di destra di contare su un vasto consenso elettorale nel popolo della sinistra.
Gli insegnanti che sfilavano in corteo il 5 maggio gridavano di non votare più Pd.
È un segnale importante, ma insufficiente.
Occorre un rottura più profonda.
Occorre che tutto il corpo sociale e politico della sinistra consideri il renzismo non come un gruppo di compagni che sbagliano, ma come il primo e principale avversario.
Le ambiguità ed i compromessi di chi si dichiara contro Renzi ma poi si allea con il Pd nelle elezioni locali, o dei dirigenti sindacali che lo criticano ma poi lo votano, o degli ambientalisti che sostengono Expo, tutto questo opportunismo porta solo fieno nella cascina del partito della nazione.
Ci vogliono scelte nette per costruire l’alternativa a Renzi e al suo progetto, la prima e in fondo più semplice è non votare in ogni caso ed in ogni situazione per il Pd ed i suoi alleati.
(Giorgio Cremaschi, “Non votare Pd, unico antidoto al potere assoluto renziano”, da “Micromega” del 21 maggio 2015).
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Re: Regionali 2015
GLI ITALIANI CHE SI RECHERANNO AL VOTO DOMENICA PROSSIMA SONO IN GRADO DI CAPIRE IL NOSTRO DESTINO???
IO CREDO PROPRIO DI NO PERCHE' NON LO CAPISCONO NEPPURE I POLITICI PROFESSIONISTI DELLA EX SINISTRA.
QUESTA E' L'ULTIMA OCCASIONE PER SPEZZARE IL DISEGNO REAZIONARIO SOTTO RIPORTATO.
PURTROPPO NON CI CONFIDO MOLTO PERCHE' GLI ITALIANI LI CONOSCO TROPPO BENE. SONO INAFFIDABILI, OPPORTUNISTI E VOLTAGABBANA.
Renzi completa il Rigor Montis: diktat Ue, ma con l’inganno
Scritto il 28/5/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Nel 1953 quella che fu allora chiamata legge elettorale truffa non scattò perché la Democrazia Cristiana ed i suoi alleati non raggiunsero il quorum richiesto del 50%+1 dei voti validi.
Quella che doveva essere un’alleanza al centro in grado di acchiappare consenso in tutte le direzioni perse invece voti ad ampio raggio, alla sua sinistra prima di tutto, ma anche alla sua destra.
Il progetto autoritario allora aveva respinto, invece che attrarre.
Oggi l’Italicum è molto più pericoloso della legge truffa del ‘53, che comunque assegnava un premio parlamentare consistente a chi già avesse conseguito la maggioranza assoluta dei voti.
Oggi, grazie al trucco del ballottaggio che aggira la sentenza della Corte Costituzionale, un partito come il Pd che, aldilà dell’exploit delle europee, si attesta normalmente attorno al 30% dei voti validi, potrà conseguire una maggioranza assoluta priva di contrappesi e controlli.
Ho detto il Pd ma in realtà avrei più correttamente dovuto dire il suo segretario presidente Renzi, che si è costruito un sistema di governo che gli darà un potere praticamente assoluto.Come ha notato eufemisticamente Eugenio Scalfari siamo a una democrazia che affida il potere all’esecutivo.
Che è ciò che normalmente avviene in ogni dittatura.
Renzi sarà eletto direttamente dal ballottaggio come un sindaco e godrà di un parlamento esautorato, composto da una netta maggioranza di nominati o fedelissimi.
Ci sarà una sola Camera che decide su tutto sulla base degli ordini del capo del governo.
Camera che nominerà gli organismi di controllo senza, scusate il bisticcio, controlli.
E se pensiamo che la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni sembra sia stata decisa sei contro sei, con il voto determinante del presidente, possiamo tranquillamente concludere che al nuovo Parlamento renziano basterà nominare un solo nuovo giudice costituzionale per cambiare gli orientamenti di tutta la corte.
Un potere pressoché assoluto, dunque, per fare che?
Quello che sta costruendo Renzi in realtà è un sistema autoritario che non è in proprio, ma è fondato su una sorta di fideiussione bancaria.
Il programma fondamentale del governo è sempre quello della lettera del 5 agosto 2011 firmata da Trichet e da Draghi.
Che come presidente della Bce continua a vigilare meticolosamente che quel programma stilato assieme al suo predecessore sia scrupolosamente attuato.
Il 28 maggio 2013 la Banca Morgan ha presentato un documento politico che metteva sotto accusa la Costituzione italiana assieme a quelle di tutti i paesi europei “periferici” e in crisi.
Queste Costituzioni, secondo quel documento, nate dopo la vittoria sul fascismo, sono segnate dal peso eccessivo della sinistra e del pensiero socialista, e per questo ostacolano le riforme liberali che servono a salvare l’euro.
Con toni più brutali un editoriale de “Il Sole 24 Ore”, pochi giorni fa, polemizzava con la sentenza della Corte Costituzionale, affermando che con il pareggio di bilancio come vincolo costituzionale, gli obblighi del Fiscal Compact e il primato dei mercati globali, non ha più senso parlare di diritti indisponibili.
Non crediate di avere dei diritti, si diceva una volta.
I poteri forti, le grandi multinazionali, la finanza e le banche hanno da tempo deciso che il sistema di diritti sociali europeo è, per i loro concreti interessi, insostenibile.
La crisi è stata un grande occasione per realizzare compiutamente un obiettivo cui si lavora da oltre trenta anni, e le riforme politiche autoritarie ne sono lo strumento.
Renzi si è quindi trovato al posto giusto nel momento giusto.
Guai a fare nei suoi confronti lo stesso errore di sottovalutazione compiuto dalla sinistra democratica verso Berlusconi; e non solo per il compatto sostegno che riceve dai poteri forti italiani ed europei e da tutto il sistema dei mass media.
Anche Monti aveva questo stesso sostegno, per fare sostanzialmente la stessa politica, ma non ce l’ha fatta.
La forza di Renzi sta proprio nella posizione e nella rappresentanza politica assunta.
È un errore credere che egli sia un democristiano.
No, la sua formazione politica non è tanto rilevante quanto il ruolo che ha deciso di interpretare.
È questo ruolo è tutto all’interno della sconfitta e della rassegnazione della sinistra tradizionale.
Matteo Renzi ha scalato il Pd, che è bene ricordare inizialmente lo aveva respinto, dopo che il vecchio e inconcludente riformismo era stato sconfitto.
Egli ha usato spregiudicatezza e populismo con una classe politica disposta a tutto pur di non perdere il potere.
Per capire quello che è successo dobbiamo pensare ad altri fenomeni di trasformismo di massa nella storia della sinistra del nostro paese.
Crispi alla fine dell’800, Mussolini, Craxi e naturalmente Berlusconi sono tutti predecessori non casuali di Matteo Renzi.
Il nostro è diventato il secondo paese cavia dell’esperimento liberista dopo la Grecia.
In quel paese la Troika ha esagerato e ne è consapevole, per questo in Italia il progetto è diverso.
Non negli obiettivi, che sono gli stessi, dal lavoro, alla scuola, alla sanità, alle pensioni, a tutti i diritti sociali.
Si vuole arrivare alla stessa società di mercato brutalmente imposta alla Grecia, ma evitando la stessa reazione politica.
Quindi più furbizia e anche tempo nelle misure da adottare e soprattutto lavoro per costruire un blocco di consenso politico attorno ad esse.
A questo serve la mutazione genetica del Pd in partito della nazione.
Che in realtà è un partito collaborazionista con la Troika e con tutti i poteri economici finanziari internazionali.
Il partito della nazione che collabora costruisce così le sue cordate di consenso, da Marchionne ai sindacati complici, da Farinetti alla nuova Milano da bere, dai presidi a tutto quel mondo politico e sociale proveniente dalla sinistra il cui sentire di fondo può essere così riassunto: abbiamo speso tanto senza risultati, ora si guadagna.
Non è vero che Renzi voglia liquidare i corpi intermedi, non è così sciocco sa che sarebbe impossibile.
Quello che vuole il segretario del Pd è un corpo di organizzazioni addomesticate e funzionali e a questo sta concretamente lavorando, come dopo il Jobs Act e la “Buona scuola”, mostra il progetto di legge Civil Act sul terzo settore.
Renzi è l’espressione di un progetto politico reazionario di adattamento dell’Italia ai più duri vincoli della peggiore globalizzazione, per questo battere lui ed il suo partito della nazione non sarà opera breve, né facile, ma è la condizione perché il paese possa riprendere davvero a progredire.
Oggi contro Renzi sta un destra disfatta, nella quale lo stesso sistema mediatico renziano fa emergere il nazista dell’Illinois Matteo Salvini come avversario di comodo.
Poi c’è il Movimento 5 Stelle che conduce lotte importanti, ma in evidente difficoltà di fronte al populismo anticasta fatto proprio dal renzismo.
E infine c’è l’arcipelago delle forze della sinistra politica e sociale.
La forza di Renzi è la debolezza di questo fronte, il che permette alla sua politica di destra di contare su un vasto consenso elettorale nel popolo della sinistra.
Gli insegnanti che sfilavano in corteo il 5 maggio gridavano di non votare più Pd.
È un segnale importante, ma insufficiente.
Occorre un rottura più profonda.
Occorre che tutto il corpo sociale e politico della sinistra consideri il renzismo non come un gruppo di compagni che sbagliano, ma come il primo e principale avversario.
Le ambiguità ed i compromessi di chi si dichiara contro Renzi ma poi si allea con il Pd nelle elezioni locali, o dei dirigenti sindacali che lo criticano ma poi lo votano, o degli ambientalisti che sostengono Expo, tutto questo opportunismo porta solo fieno nella cascina del partito della nazione.
Ci vogliono scelte nette per costruire l’alternativa a Renzi e al suo progetto, la prima e in fondo più semplice è non votare in ogni caso ed in ogni situazione per il Pd ed i suoi alleati.
(Giorgio Cremaschi, “Non votare Pd, unico antidoto al potere assoluto renziano”, da “Micromega” del 21 maggio 2015).
IO CREDO PROPRIO DI NO PERCHE' NON LO CAPISCONO NEPPURE I POLITICI PROFESSIONISTI DELLA EX SINISTRA.
QUESTA E' L'ULTIMA OCCASIONE PER SPEZZARE IL DISEGNO REAZIONARIO SOTTO RIPORTATO.
PURTROPPO NON CI CONFIDO MOLTO PERCHE' GLI ITALIANI LI CONOSCO TROPPO BENE. SONO INAFFIDABILI, OPPORTUNISTI E VOLTAGABBANA.
Renzi completa il Rigor Montis: diktat Ue, ma con l’inganno
Scritto il 28/5/15 • LIBRE nella Categoria: idee
Nel 1953 quella che fu allora chiamata legge elettorale truffa non scattò perché la Democrazia Cristiana ed i suoi alleati non raggiunsero il quorum richiesto del 50%+1 dei voti validi.
Quella che doveva essere un’alleanza al centro in grado di acchiappare consenso in tutte le direzioni perse invece voti ad ampio raggio, alla sua sinistra prima di tutto, ma anche alla sua destra.
Il progetto autoritario allora aveva respinto, invece che attrarre.
Oggi l’Italicum è molto più pericoloso della legge truffa del ‘53, che comunque assegnava un premio parlamentare consistente a chi già avesse conseguito la maggioranza assoluta dei voti.
Oggi, grazie al trucco del ballottaggio che aggira la sentenza della Corte Costituzionale, un partito come il Pd che, aldilà dell’exploit delle europee, si attesta normalmente attorno al 30% dei voti validi, potrà conseguire una maggioranza assoluta priva di contrappesi e controlli.
Ho detto il Pd ma in realtà avrei più correttamente dovuto dire il suo segretario presidente Renzi, che si è costruito un sistema di governo che gli darà un potere praticamente assoluto.Come ha notato eufemisticamente Eugenio Scalfari siamo a una democrazia che affida il potere all’esecutivo.
Che è ciò che normalmente avviene in ogni dittatura.
Renzi sarà eletto direttamente dal ballottaggio come un sindaco e godrà di un parlamento esautorato, composto da una netta maggioranza di nominati o fedelissimi.
Ci sarà una sola Camera che decide su tutto sulla base degli ordini del capo del governo.
Camera che nominerà gli organismi di controllo senza, scusate il bisticcio, controlli.
E se pensiamo che la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni sembra sia stata decisa sei contro sei, con il voto determinante del presidente, possiamo tranquillamente concludere che al nuovo Parlamento renziano basterà nominare un solo nuovo giudice costituzionale per cambiare gli orientamenti di tutta la corte.
Un potere pressoché assoluto, dunque, per fare che?
Quello che sta costruendo Renzi in realtà è un sistema autoritario che non è in proprio, ma è fondato su una sorta di fideiussione bancaria.
Il programma fondamentale del governo è sempre quello della lettera del 5 agosto 2011 firmata da Trichet e da Draghi.
Che come presidente della Bce continua a vigilare meticolosamente che quel programma stilato assieme al suo predecessore sia scrupolosamente attuato.
Il 28 maggio 2013 la Banca Morgan ha presentato un documento politico che metteva sotto accusa la Costituzione italiana assieme a quelle di tutti i paesi europei “periferici” e in crisi.
Queste Costituzioni, secondo quel documento, nate dopo la vittoria sul fascismo, sono segnate dal peso eccessivo della sinistra e del pensiero socialista, e per questo ostacolano le riforme liberali che servono a salvare l’euro.
Con toni più brutali un editoriale de “Il Sole 24 Ore”, pochi giorni fa, polemizzava con la sentenza della Corte Costituzionale, affermando che con il pareggio di bilancio come vincolo costituzionale, gli obblighi del Fiscal Compact e il primato dei mercati globali, non ha più senso parlare di diritti indisponibili.
Non crediate di avere dei diritti, si diceva una volta.
I poteri forti, le grandi multinazionali, la finanza e le banche hanno da tempo deciso che il sistema di diritti sociali europeo è, per i loro concreti interessi, insostenibile.
La crisi è stata un grande occasione per realizzare compiutamente un obiettivo cui si lavora da oltre trenta anni, e le riforme politiche autoritarie ne sono lo strumento.
Renzi si è quindi trovato al posto giusto nel momento giusto.
Guai a fare nei suoi confronti lo stesso errore di sottovalutazione compiuto dalla sinistra democratica verso Berlusconi; e non solo per il compatto sostegno che riceve dai poteri forti italiani ed europei e da tutto il sistema dei mass media.
Anche Monti aveva questo stesso sostegno, per fare sostanzialmente la stessa politica, ma non ce l’ha fatta.
La forza di Renzi sta proprio nella posizione e nella rappresentanza politica assunta.
È un errore credere che egli sia un democristiano.
No, la sua formazione politica non è tanto rilevante quanto il ruolo che ha deciso di interpretare.
È questo ruolo è tutto all’interno della sconfitta e della rassegnazione della sinistra tradizionale.
Matteo Renzi ha scalato il Pd, che è bene ricordare inizialmente lo aveva respinto, dopo che il vecchio e inconcludente riformismo era stato sconfitto.
Egli ha usato spregiudicatezza e populismo con una classe politica disposta a tutto pur di non perdere il potere.
Per capire quello che è successo dobbiamo pensare ad altri fenomeni di trasformismo di massa nella storia della sinistra del nostro paese.
Crispi alla fine dell’800, Mussolini, Craxi e naturalmente Berlusconi sono tutti predecessori non casuali di Matteo Renzi.
Il nostro è diventato il secondo paese cavia dell’esperimento liberista dopo la Grecia.
In quel paese la Troika ha esagerato e ne è consapevole, per questo in Italia il progetto è diverso.
Non negli obiettivi, che sono gli stessi, dal lavoro, alla scuola, alla sanità, alle pensioni, a tutti i diritti sociali.
Si vuole arrivare alla stessa società di mercato brutalmente imposta alla Grecia, ma evitando la stessa reazione politica.
Quindi più furbizia e anche tempo nelle misure da adottare e soprattutto lavoro per costruire un blocco di consenso politico attorno ad esse.
A questo serve la mutazione genetica del Pd in partito della nazione.
Che in realtà è un partito collaborazionista con la Troika e con tutti i poteri economici finanziari internazionali.
Il partito della nazione che collabora costruisce così le sue cordate di consenso, da Marchionne ai sindacati complici, da Farinetti alla nuova Milano da bere, dai presidi a tutto quel mondo politico e sociale proveniente dalla sinistra il cui sentire di fondo può essere così riassunto: abbiamo speso tanto senza risultati, ora si guadagna.
Non è vero che Renzi voglia liquidare i corpi intermedi, non è così sciocco sa che sarebbe impossibile.
Quello che vuole il segretario del Pd è un corpo di organizzazioni addomesticate e funzionali e a questo sta concretamente lavorando, come dopo il Jobs Act e la “Buona scuola”, mostra il progetto di legge Civil Act sul terzo settore.
Renzi è l’espressione di un progetto politico reazionario di adattamento dell’Italia ai più duri vincoli della peggiore globalizzazione, per questo battere lui ed il suo partito della nazione non sarà opera breve, né facile, ma è la condizione perché il paese possa riprendere davvero a progredire.
Oggi contro Renzi sta un destra disfatta, nella quale lo stesso sistema mediatico renziano fa emergere il nazista dell’Illinois Matteo Salvini come avversario di comodo.
Poi c’è il Movimento 5 Stelle che conduce lotte importanti, ma in evidente difficoltà di fronte al populismo anticasta fatto proprio dal renzismo.
E infine c’è l’arcipelago delle forze della sinistra politica e sociale.
La forza di Renzi è la debolezza di questo fronte, il che permette alla sua politica di destra di contare su un vasto consenso elettorale nel popolo della sinistra.
Gli insegnanti che sfilavano in corteo il 5 maggio gridavano di non votare più Pd.
È un segnale importante, ma insufficiente.
Occorre un rottura più profonda.
Occorre che tutto il corpo sociale e politico della sinistra consideri il renzismo non come un gruppo di compagni che sbagliano, ma come il primo e principale avversario.
Le ambiguità ed i compromessi di chi si dichiara contro Renzi ma poi si allea con il Pd nelle elezioni locali, o dei dirigenti sindacali che lo criticano ma poi lo votano, o degli ambientalisti che sostengono Expo, tutto questo opportunismo porta solo fieno nella cascina del partito della nazione.
Ci vogliono scelte nette per costruire l’alternativa a Renzi e al suo progetto, la prima e in fondo più semplice è non votare in ogni caso ed in ogni situazione per il Pd ed i suoi alleati.
(Giorgio Cremaschi, “Non votare Pd, unico antidoto al potere assoluto renziano”, da “Micromega” del 21 maggio 2015).
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Re: Regionali 2015
I campani tradiranno la Repubblica?????
INTERVISTA
Elezioni regionali, parla De Luca
«Quando il popolo avrà scelto
il problema non si porrà più»
Il candidato Pd in Campania: «Falso che io sia come Berlusconi. Io non me la sono mai presa con la magistratura. E come dice Renzi, chi vince governa»
di GIAN ANTONIO STELLA
http://www.corriere.it/politica/15_magg ... f1d6.shtml
«Un minuto dopo la vittoria, puff!» Vincenzo De Luca fa il gesto di scacciare una zanzara fastidiosa: «Creda a me: una volta che i campani avranno scelto, il problema non si porrà più
^^^^^^
E' De Luca che imita Crozza o Crozza che imita De luca
INTERVISTA
Elezioni regionali, parla De Luca
«Quando il popolo avrà scelto
il problema non si porrà più»
Il candidato Pd in Campania: «Falso che io sia come Berlusconi. Io non me la sono mai presa con la magistratura. E come dice Renzi, chi vince governa»
di GIAN ANTONIO STELLA
http://www.corriere.it/politica/15_magg ... f1d6.shtml
«Un minuto dopo la vittoria, puff!» Vincenzo De Luca fa il gesto di scacciare una zanzara fastidiosa: «Creda a me: una volta che i campani avranno scelto, il problema non si porrà più
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Re: Regionali 2015
A parte De Luca che fa gli stessi discorsi che faceva Berlusca riferendosi al popolo che lo votava a chi potrei dare in queste votazione chiedere il mio voto tenendo in considerazione solo questi macro punti?:
• Crisi finanziaria
• Disoccupazione
• Sicurezza
• Immigrazione
• Unione Europea
• Lavoro e Previdenza
Certo, sarebbe molto semplicistico far riferimento a qualche partito che finora e' stato all'opposizione ma questo(i) come avrebbero risolto tali problemi?
Essere contro si, e io lo sono, ma come l'attuale opposizione avrebbe affrontato tali problemi?
Ed' e' proprio su questi che ultimanente non mi trovo d'accordo anche con l'opposizione. Essere chiari e limpidi non costa niente ma purtroppo potrebbe far perdere voti e quindi....meglio passare avanti.
un salutone
Ps: Se avete seguito ieri la Gabbia su LA7 capirete perche trovano spazio i vari Salvini.
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Certo, sarebbe molto semplicistico far riferimento a qualche partito che finora e' stato all'opposizione ma questo(i) come avrebbero risolto tali problemi?
Essere contro si, e io lo sono, ma come l'attuale opposizione avrebbe affrontato tali problemi?
Ed' e' proprio su questi che ultimanente non mi trovo d'accordo anche con l'opposizione. Essere chiari e limpidi non costa niente ma purtroppo potrebbe far perdere voti e quindi....meglio passare avanti.
un salutone
Ps: Se avete seguito ieri la Gabbia su LA7 capirete perche trovano spazio i vari Salvini.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Regionali 2015
A parte De Luca che fa gli stessi discorsi che faceva Berlusca riferendosi al popolo che lo votava a chi potrei dare in queste votazione chiedere il mio voto tenendo in considerazione solo questi macro punti?:
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• Disoccupazione
• Sicurezza
• Immigrazione
• Unione Europea
• Lavoro e Previdenza
pancho
In questa fase della crisi economico – sociale – partitica italiana nessuna delle formazioni in campo, che non possono essere definite partiti, possono dare una risposta ai temi da te qui sopra.
Fare politica, dal punto di vista teorico, significa porre e risolvere i problemi di una comunità. Sia a livello comunale, regionale, nazionale.
Invece in Italia questo concetto era presente solo nel primo dopoguerra. E non interamente.
Mentre siamo pronti tutti a riconoscere i meriti di De Gasperi ed Einaudi di avere proceduto con volontà e determinazione nella prima fase della ricostruzione del Paese, nel primo dopoguerra, rimangono comunque ombre scure a cui non si è mai data risposta.
Mi riferisco ad esempio al primo uno, due, tre pronti via della stessa Democrazia Cristiana.
Nel 1947, il Tesoro statunitense effettua un pagamento di 150 milioni di dollari al Tesoro italiano.
In questo caso va riconosciuta agli americani una certa correttezza.
Si trattava del pagamento dell’ultima tranche che era dovuto ai militari italiani prigionieri nei campi statunitensi che avevano prestato la loro opera lavorativa sul territorio Usa.
Della gestione di quei soldi è stato incaricato il giovane Giulio Andreotti.
Non una sola lira è mai arrivata nelle tasche di un solo militare italiano.
Il tema è stato tenuto in piedi fino ad una decina di anni fa. Ma senza esito.
Da subito si era capito a cosa serviva la politica e i partiti.
In Italia funziona così.
Solo chi ha una visione socialista tiene conto dei problemi da te evidenziati.
I politici della prima e della seconda Repubblica (ora al termine), hanno una concezione predatoria della politica. In proprio o in gruppo (vedi fondazioni).
Il tema del voto lo sto dibattendo da qualche mese con gli indigeni locali.
Anche stamani è emersa una costante contraddizione sul filo della logica.
Un renziano che per difendere Renzi, ha anticipato che tutti i politici sono prigionieri delle Mafie SpA, si è poi indignato quando gli è stato notificato che alcuni hanno deciso di non votare.
L'obbligarietà del voto é un concetto che appartiene alla nostra generazione che si è formata quando il tasso di criminalità politica era contenuta.
Non ha saputo poi rispondere quando gli è stato precisato che senso aveva recarsi oggi alle urne, scegliere un partito e un candidato e poi la politica viene scelta dai poteri forti, dalle Mafie nazionali, o da interessi internazionali.
• J.P. Morgan contro le Costituzioni del Sud-Europa | Insight
http://www.insightweb.it/web/.../jp-mor ... l-sud-euro..
Sono Costituzioni - scrive la grande Banca d'affari americana - che "mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica ...
• Ricetta Jp Morgan per Europa integrata: liberarsi delle ...
http://www.ilfattoquotidiano.it › Economia & Lobby
19 giu 2013 - Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, ...
• Documento Jp Morgan, l'economista Ecco perché boccia la ...
http://www.fanpage.it/documento-jp-morg ... che-boccia...
21 giu 2013 - La banca d'affari statunitense Jp Morgan, denunciata a febbraio 2013 ... I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in ... I sistemi politici nell'Europa meridionale hanno di solito le seguenti ...
• JP Morgan all'Eurozona: Sbarazzatevi delle costituzioni ...
http://www.wallstreetitalia.com/.../jp- ... vi-delle-c...
18 giu 2013 - Austerita' fara' parte del panorama europeo per un periodo molto prolungato. ... Per JP Morgan l'"eccesso di democrazia" nell'Eurozona va ... I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in ...
• La Costituzione antifascista secondo JP Morgan ...
http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=5128
23 giu 2013 - La banca d'affari statunitense Jp Morgan ha diffuso qualche settimana fa ... I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in ... I sistemi politici nell'Europa meridionale hanno di solito le seguenti ...
• La riforma del senato di Renzi? Ordinata da JP Morgan ...
http://www.olivierobeha.it › articoli
14 apr 2014 - I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, ... Quindi Jp Morgan, dopo avere attribuito all'Europa l'incapacità di uscire .
Il tuo voto viene completamente svuotato da accordi tra i politici e chi tira effettivamente le fila.
• Crisi finanziaria
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• Unione Europea
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pancho
In questa fase della crisi economico – sociale – partitica italiana nessuna delle formazioni in campo, che non possono essere definite partiti, possono dare una risposta ai temi da te qui sopra.
Fare politica, dal punto di vista teorico, significa porre e risolvere i problemi di una comunità. Sia a livello comunale, regionale, nazionale.
Invece in Italia questo concetto era presente solo nel primo dopoguerra. E non interamente.
Mentre siamo pronti tutti a riconoscere i meriti di De Gasperi ed Einaudi di avere proceduto con volontà e determinazione nella prima fase della ricostruzione del Paese, nel primo dopoguerra, rimangono comunque ombre scure a cui non si è mai data risposta.
Mi riferisco ad esempio al primo uno, due, tre pronti via della stessa Democrazia Cristiana.
Nel 1947, il Tesoro statunitense effettua un pagamento di 150 milioni di dollari al Tesoro italiano.
In questo caso va riconosciuta agli americani una certa correttezza.
Si trattava del pagamento dell’ultima tranche che era dovuto ai militari italiani prigionieri nei campi statunitensi che avevano prestato la loro opera lavorativa sul territorio Usa.
Della gestione di quei soldi è stato incaricato il giovane Giulio Andreotti.
Non una sola lira è mai arrivata nelle tasche di un solo militare italiano.
Il tema è stato tenuto in piedi fino ad una decina di anni fa. Ma senza esito.
Da subito si era capito a cosa serviva la politica e i partiti.
In Italia funziona così.
Solo chi ha una visione socialista tiene conto dei problemi da te evidenziati.
I politici della prima e della seconda Repubblica (ora al termine), hanno una concezione predatoria della politica. In proprio o in gruppo (vedi fondazioni).
Il tema del voto lo sto dibattendo da qualche mese con gli indigeni locali.
Anche stamani è emersa una costante contraddizione sul filo della logica.
Un renziano che per difendere Renzi, ha anticipato che tutti i politici sono prigionieri delle Mafie SpA, si è poi indignato quando gli è stato notificato che alcuni hanno deciso di non votare.
L'obbligarietà del voto é un concetto che appartiene alla nostra generazione che si è formata quando il tasso di criminalità politica era contenuta.
Non ha saputo poi rispondere quando gli è stato precisato che senso aveva recarsi oggi alle urne, scegliere un partito e un candidato e poi la politica viene scelta dai poteri forti, dalle Mafie nazionali, o da interessi internazionali.
• J.P. Morgan contro le Costituzioni del Sud-Europa | Insight
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Sono Costituzioni - scrive la grande Banca d'affari americana - che "mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica ...
• Ricetta Jp Morgan per Europa integrata: liberarsi delle ...
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19 giu 2013 - Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, ...
• Documento Jp Morgan, l'economista Ecco perché boccia la ...
http://www.fanpage.it/documento-jp-morg ... che-boccia...
21 giu 2013 - La banca d'affari statunitense Jp Morgan, denunciata a febbraio 2013 ... I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in ... I sistemi politici nell'Europa meridionale hanno di solito le seguenti ...
• JP Morgan all'Eurozona: Sbarazzatevi delle costituzioni ...
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18 giu 2013 - Austerita' fara' parte del panorama europeo per un periodo molto prolungato. ... Per JP Morgan l'"eccesso di democrazia" nell'Eurozona va ... I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in ...
• La Costituzione antifascista secondo JP Morgan ...
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• La riforma del senato di Renzi? Ordinata da JP Morgan ...
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14 apr 2014 - I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, ... Quindi Jp Morgan, dopo avere attribuito all'Europa l'incapacità di uscire .
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Re: Regionali 2015
De Luca,......questo personaggietto della Camorra che Renzi e la Boschi appoggiano.
De Luca: “Severino? Non si applica al mio caso”
Cantone: “La legge è chiarissima, Renzi valuti”
Il candidato Pd: “Non sarò sospeso”. Premier: “Candidabile ed eleggibile”. Ma per l’anticorruzione
la norma non è interpretabile. Cassazione: “Legge agisce in automatico, non c’è discrezionalità”
FattoTv
“Non spetta a me entrare nel merito, ma la Severino su questo punto è chiara e il Presidente del Consiglio farà le sue valutazioni”. Così il presidente dell’Anac Raffaele Cantone taglia ogni possibile interpretazione sulla candidatura di Vincenzo De Luca alla Regione Campania. Secondo il candidato Pd, la legge non si applicherebbe a “chi viene eletto per la prima volta”. Intanto, le motivazioni della Cassazione eliminano la possibilità di guadagnare tempo: “La sospensione non è oggetto di discrezione da parte della pubblica amministrazione”
•VIDEO – IL CANDIDATO PD: “MI DEVONO SPARARE IN TESTA PER FERMARMI” •SEVERINO, DE LUCA: “NON È UN PROBLEMA”. MEGLIO PERDERE? IL DILEMMA DI RENZI
•BERLUSCONI: “SEVERINO? RENZI PER ME NON L’HA VOLUTA MODIFICARE” •L’ANTIMAFIA RINVIA DECISIONE SUGLI IMPRESENTABILI A VENERDÌ
•CHI È GIANLUIGI PELLEGRINO, L’AVVOCATO DEI RICORSI CONTRO I POLITICI “FURBI” (DI A. PITONI)
•VIDEO – SAVIANO CONTRO RENZI: “CON DE LUCA DIMOSTRA CHE GLI IMPORTA SOLO DI VINCERE”
http://www.ilfattoquotidiano.it/?refresh_ce
^^^^^^^
Impresentabili, Cantone difende la Severino: “De Luca? Norma chiarissima, valuti Renzi”
Video
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/05/ ... ti/377170/
“L’Anac ha chiesto alla Presidenza del Consiglio di costituirsi davanti la Consulta per respingere l’eccezione di costituzionalità. La legge Severino è una norma chiara e utilissima e noi la difenderemo”. Così per il presidente dell’Autorità Nazionale Anti-corruzione Raffaele Cantone nel giorno in cui la Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza che attribuisce al tribunale ordinario la competenza sui ricorsi di sospensione per gli amministratori pubblici. Sul caso De Luca che, con una condanna in primo grado per abuso di ufficio, corre con il Pd per la poltrona di governatore in Campania, Cantone, a margine della firma di un protocollo di intesa con la Corte dei Conti, aggiunge: “Non spetta a me entrare nel merito, ma la Severino su questo punto è chiara e il Presidente del Consiglio farà le sue valutazioni”. Sulla Commissione Antimafia che domani annuncerà i nomi dei candidati impresentabili alle regionali, il presidente dell’Anac afferma: “La scelta fra chi sia presentabile e chi non lo sia spetta ai cittadini. Un bollino blu, anche se emesso da un organo autorevole, resta sempre un dato politico”
di Annalisa Ausilio
De Luca: “Severino? Non si applica al mio caso”
Cantone: “La legge è chiarissima, Renzi valuti”
Il candidato Pd: “Non sarò sospeso”. Premier: “Candidabile ed eleggibile”. Ma per l’anticorruzione
la norma non è interpretabile. Cassazione: “Legge agisce in automatico, non c’è discrezionalità”
FattoTv
“Non spetta a me entrare nel merito, ma la Severino su questo punto è chiara e il Presidente del Consiglio farà le sue valutazioni”. Così il presidente dell’Anac Raffaele Cantone taglia ogni possibile interpretazione sulla candidatura di Vincenzo De Luca alla Regione Campania. Secondo il candidato Pd, la legge non si applicherebbe a “chi viene eletto per la prima volta”. Intanto, le motivazioni della Cassazione eliminano la possibilità di guadagnare tempo: “La sospensione non è oggetto di discrezione da parte della pubblica amministrazione”
•VIDEO – IL CANDIDATO PD: “MI DEVONO SPARARE IN TESTA PER FERMARMI” •SEVERINO, DE LUCA: “NON È UN PROBLEMA”. MEGLIO PERDERE? IL DILEMMA DI RENZI
•BERLUSCONI: “SEVERINO? RENZI PER ME NON L’HA VOLUTA MODIFICARE” •L’ANTIMAFIA RINVIA DECISIONE SUGLI IMPRESENTABILI A VENERDÌ
•CHI È GIANLUIGI PELLEGRINO, L’AVVOCATO DEI RICORSI CONTRO I POLITICI “FURBI” (DI A. PITONI)
•VIDEO – SAVIANO CONTRO RENZI: “CON DE LUCA DIMOSTRA CHE GLI IMPORTA SOLO DI VINCERE”
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Impresentabili, Cantone difende la Severino: “De Luca? Norma chiarissima, valuti Renzi”
Video
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/05/ ... ti/377170/
“L’Anac ha chiesto alla Presidenza del Consiglio di costituirsi davanti la Consulta per respingere l’eccezione di costituzionalità. La legge Severino è una norma chiara e utilissima e noi la difenderemo”. Così per il presidente dell’Autorità Nazionale Anti-corruzione Raffaele Cantone nel giorno in cui la Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza che attribuisce al tribunale ordinario la competenza sui ricorsi di sospensione per gli amministratori pubblici. Sul caso De Luca che, con una condanna in primo grado per abuso di ufficio, corre con il Pd per la poltrona di governatore in Campania, Cantone, a margine della firma di un protocollo di intesa con la Corte dei Conti, aggiunge: “Non spetta a me entrare nel merito, ma la Severino su questo punto è chiara e il Presidente del Consiglio farà le sue valutazioni”. Sulla Commissione Antimafia che domani annuncerà i nomi dei candidati impresentabili alle regionali, il presidente dell’Anac afferma: “La scelta fra chi sia presentabile e chi non lo sia spetta ai cittadini. Un bollino blu, anche se emesso da un organo autorevole, resta sempre un dato politico”
di Annalisa Ausilio
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