Regionali 2015

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: Regionali 2015

Messaggio da camillobenso »

Un po’ di anni fa quando Walter Tobagi si occupava ancora di cronaca al Corriere della Serva fu chiamato dal suo direttore che gli fece questa obiezione:

“Lei Tobagi è un ottimo giornalista, ma deve tenere conto anche della nostra clientela.

Lei l’altro giorno ha scritto : Operaio senza lavoro si getta dalla finestra.

Vede, caro Tobagi, la nostra clientela e di tipo medio alto borghese. E quando sfoglia il giornale e legge quel titolo, riceve un pugno nello stomaco.

Di dov’era originario quell’operaio?


- Della Calabria.

Ecco, allora lei deve scrivere: Operaio calabrese si getta dalla finestra”

In anni e anni di comunicazione atrofizzata, si sono atrofizzati anche i cervelli.

Hanno smesso di ragionare.

Questo succede abbondantemente soprattutto nella politica.

Celentano e Villaggio possiamo quindi collocarli nella categoria dell’italiano medio che apprende le informazioni dai media e le ritiene esaustive. Non va oltre. Ne è pago e gli basta così.

Salvini fa il suo mestiere. Fa propaganda per gente che non intende riflettere. Di questo tema avevo già interessato Ulivo.it, più di dieci anni fa, lamentandomi.

Una cosa che provoca molto fastidio è che i politici fanno i titoli dei capitoli delle cose che non vanno ma non danno le soluzioni.

Anche perché non sanno darle. Basta sollecitare la pancia della gente ed incamerare i voti.

Dire : “I migranti devono essere aiutati ai loro Paesi d’origine”

Vero, ma non indica come e perché.

E qui sono in molti a cascarci, come Villaggio e Celentano per i Rom.

Perché si limitano ai titoli?

La politica è uno strumento che a fronte di problemi, li deve risolvere.

Quanti anni sono che la casta campa su questo punto?

Solleva i problemi ma non li risolve mai.

Silvietto è stato un maestro su questo metodo.

Aveva promesso un milione di posti di lavoro, mentre è finita con tre milioni di disoccupati in più.

Dal cerimoniere della Terza Camera vent’anni fa si era piazzato davanti a delle slide e aveva tracciato il completamento delle strade in corso d’opera. Compreso la Salerno –Reggio Calabria.

Il merlame italiano aveva abboccato.

Oggi i pifferai- maghi si sono moltiplicati. La storia continua. E i merli dell’allevamento tricolore sono sempre desiderosi di essere fatti FESSI.
pancho
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Re: Regionali 2015

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Un po’ di anni fa quando Walter Tobagi si occupava ancora di cronaca al Corriere della Serva fu chiamato dal suo direttore che gli fece questa obiezione:

“Lei Tobagi è un ottimo giornalista, ma deve tenere conto anche della nostra clientela.

Lei l’altro giorno ha scritto : Operaio senza lavoro si getta dalla finestra.

Vede, caro Tobagi, la nostra clientela e di tipo medio alto borghese. E quando sfoglia il giornale e legge quel titolo, riceve un pugno nello stomaco.

Di dov’era originario quell’operaio?


- Della Calabria.

Ecco, allora lei deve scrivere: Operaio calabrese si getta dalla finestra”

In anni e anni di comunicazione atrofizzata, si sono atrofizzati anche i cervelli.

Hanno smesso di ragionare.

Questo succede abbondantemente soprattutto nella politica.

Celentano e Villaggio possiamo quindi collocarli nella categoria dell’italiano medio che apprende le informazioni dai media e le ritiene esaustive. Non va oltre. Ne è pago e gli basta così.

Salvini fa il suo mestiere. Fa propaganda per gente che non intende riflettere. Di questo tema avevo già interessato Ulivo.it, più di dieci anni fa, lamentandomi.

Una cosa che provoca molto fastidio è che i politici fanno i titoli dei capitoli delle cose che non vanno ma non danno le soluzioni.

Anche perché non sanno darle. Basta sollecitare la pancia della gente ed incamerare i voti.

Dire : “I migranti devono essere aiutati ai loro Paesi d’origine”

Vero, ma non indica come e perché.

E qui sono in molti a cascarci, come Villaggio e Celentano per i Rom.

Perché si limitano ai titoli?

La politica è uno strumento che a fronte di problemi, li deve risolvere.

Quanti anni sono che la casta campa su questo punto?

Solleva i problemi ma non li risolve mai.

Silvietto è stato un maestro su questo metodo.

Aveva promesso un milione di posti di lavoro, mentre è finita con tre milioni di disoccupati in più.

Dal cerimoniere della Terza Camera vent’anni fa si era piazzato davanti a delle slide e aveva tracciato il completamento delle strade in corso d’opera. Compreso la Salerno –Reggio Calabria.

Il merlame italiano aveva abboccato.

Oggi i pifferai- maghi si sono moltiplicati. La storia continua. E i merli dell’allevamento tricolore sono sempre desiderosi di essere fatti FESSI.
Morale, Zione?

Chi dovrei votare per dare soddisfazione elle mie arrabbiature tenendo pure conto che il non voto peggiora ancor piu la situazione?
Il meno peggio?

Votare un partitino che al max che vada non va oltre 3-4 % ?

E sarebbe una soluzione politica questa o sarebbe una risposta per non avere dei rammarichi dopo?

O e' venuto il momento di un voto di rottura che possa smuovere un po' tutto questo ambaradan?

Che mi consigli visto che ai problemi, giustamente, indichi che bisogna proporre le soluzioni?

“I migranti devono essere aiutati ai loro Paesi d’origine”
Certo che e' giusto ma un tempo non molto lontano per noi a queste domande si rispondeva dicendo di portare aratri ed altro in modo che fossero loro stessi a crearsi il futuro.

Ora queste risposte non vengono neppure sfiorate nemmeno da coloro che si ritengono di sinistra per il solo fatto che il tutto potrebbe rivoltarsi nel tempo sul loro stesso benessere e quindi........lascio a te darmi la risposta.

Se i vari Salvini si fanno forte di questi argomenti senza dare le soluzioni, perche non ridiventano allora i cavalli di battaglia della nuova sinistra?

Qualcuno me lo dovra' pure spiegare il perche' di tutto questo altrimenti continuo a considerare piu' che giuste queste mie critiche?

Su quanto tu descrivi nel tuo post non posso che essere d'accordo perchè era ed e' ancora cosi'. Lo sappiamo tutti.

Ma quanto metto in evidenza, però, non puo' essere accomunato a tutto questo.

Se lo facciamo continuiamo a nascondere i problemi come abbiamo fatto sempre senza affrontarli per paura di essere anti questo o anti quest'altro.

Ora dobbiamo venire al dunque poiche son finiti i tempi in cui prevaleva la carità umana o quant'altro di simile.

L'assistenzialismo e' una brutta bestia e in determinati momenti diventa essenziale ma deve avere un termine altrimenti distrugge qualsiasi dignita' umana e questo, lo deve definire la buona politica che e' un'altra cosa rispetto all'assistenzialismo che dopotutto lo fa la solita persona.


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: Regionali 2015

Messaggio da camillobenso »

Caro pancho,

la risposta alla tua richiesta su chi votare te la posto più tardi perché devo inserire altro in questo 3D, e non vorrei che non venisse da te visualizzata.
camillobenso
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Re: Regionali 2015

Messaggio da camillobenso »

House of Renzi
(Massimo Gramellini)
30/05/2015 di triskel182



Anche se a noi comuni mortali può sembrare soporifera, la politica resta uno dei giochi più cruenti inventati dall’uomo.

Un anno fa Matteo Renzi «uccise» Enrico Letta per non essere «ammazzato» a sua volta.

Con il rivale al governo, il Pd avrebbe perso le elezioni europee e D’Alema, che ancora controlla la base e le risorse del partito, avrebbe chiesto e ottenuto la testa del segretario eretico.

La resa dei conti tra le due bande rivali è stata rinviata di un anno e di un’elezione, quella di domani.

Se Renzi vince le regionali 6 a 1, perdendo soltanto in Veneto, consolida il suo potere e rottama gli ex comunisti, stavolta sul serio.

Ma se vince 4 a 3, lasciando per strada anche Liguria e Campania, il mito dell’imbattibile si incrina e i tanti servi che gli sbavano dietro senza amarlo, dentro e fuori il partito, cominceranno con identico zelo a metterne in dubbio il carisma e a tradirlo.


Perciò la fazione avversa ha promosso in Liguria una candidatura alternativa a quella di Renzi, con lo scopo di drenarle voti fino a farla perdere.


E in Campania ha usato il marchio autorevole della commissione Antimafia, presieduta dalla esorcista del renzismo Rosy Bindi, per appiccicare l’etichetta di impresentabile a quel disinvolto di De Luca soltanto alla vigilia del voto.


Se gliel’avessero attaccata prima, Renzi avrebbe fatto ancora in tempo a cambiare cavallo.


Così invece ci si ritrova immersi dentro una puntata di «House of Cards».


La magra consolazione per i nostalgici è che, comunque vada, lunedì il Pd tornerà a tingersi di rosso. Il colore del sangue.

Da La Stampa del 30/05/2015.
camillobenso
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Re: Regionali 2015

Messaggio da camillobenso »

Elezioni, Renzi: “Non serve far perdere una regione al Pd per cacciare il segretario”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/05/ ... io/377986/


“Il segretario del Pd si può cambiare se quello di ora non vi garba, ma non c’è bisogno di perdere una regione per cambiarlo”

Erore, furbone, non è il segretario del Pd che non ci garba, ma il presidente del Coniglio che non ci garba affatto,......ovvia.




“Il segretario del Pd si può cambiare se quello di ora non vi garba, ma non c’è bisogno di perdere una regione per cambiarlo”. Dal teatro Puccini di Firenze Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del Pd, apostrofa i suoi compagni di partito durante il comizio conclusivo della campagna elettorale per le regionali. Poi attacca: “Chi in Liguria, in questa fase, ha tentato di distruggere il partito sappia che non ce la farà perché ciò che accaduto contro una giovane donna di 40 anni che si chiama Raffaella Paita è inaccettabile”. Durante il comizio, il presidente del Consiglio è stato interrotto dalle urla di sostegno di un ragazzo di colore la cui famiglia, ha spiegato a margine il giovane, è stata aiutata da Renzi quando era sindaco di Firenze. Infine, parlando del Partito democratico, il premier afferma: “Finalmente abbiamo tolto di dosso a questo Paese un po’ di polvere” di Max Brod
camillobenso
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Re: Regionali 2015

Messaggio da camillobenso »

Caso De Luca, scenari post elettorali: ecco cosa accadrà dopo l’apertura delle urne

Sospensione automatica. Sia che vinca sia che perda. Lo dice l’avvocato Pellegrino: “L’ex sindaco di Salerno incompatibile tanto come governatore quanto come semplice consigliere. Dilatare i tempi esporrebbe il premier Matteo Renzi al rischio di commettere un abuso d’ufficio”. Ma c’è una via d’uscita: “Un intervento legislativo che affidi al consigliere più anziano della maggioranza la guida della giunta”

di Antonio Pitoni e Giorgio Velardi | 30 maggio 2015



Per Vincenzo De Luca non sembra esserci scampo. Le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione, del resto, parlano chiaro: la sospensione prevista dalla legge Severino scatta automaticamente senza lasciare «alla pubblica amministrazione alcuna discrezionalità» circa l’adozione del relativo provvedimento. Sia nel caso l’ex sindaco di Salerno dovesse vincere le regionali di domenica sia nel caso in cui, invece, dovesse uscire sconfitto. Due scenari opposti, ma con la stessa conseguenza: la sospensione. Ne è certo l’avvocato Gianluigi Pellegrino che, per conto del Movimento difesa del cittadino, ha presentato e vinto il ricorso in Cassazione contro la decisione del Tar che ha sospeso l’applicazione della Legge Severino consentendo al sindaco di Napoli Luigi De Magistris di restare al suo posto.

DE LUCA VINCE Primo scenario: il candidato del Pd viene eletto governatore. «In questo caso – spiega Pellegrino – deve essere immediatamente sospeso dal presidente del Consiglio dei ministri su relazione del Prefetto, sentiti i ministri degli Interni e degli Affari regionali».

Insomma, una situazione quanto meno imbarazzante per il premier Matteo Renzi che, in pratica, dovrebbe decretare la sospensione di De Luca dopo averlo sostenuto in campagna elettorale.


Non solo. Dal momento che la sede del dicastero degli Affari regionali è vacante dalle dimissioni del ministro Maria Carmela Lanzetta, avendone assunto l’interim, Renzi sarebbe doppiamente coinvolto nell’espletamento della procedura.


Quanto al parere del Viminale, Angelino Alfano lo ha di fatto già anticipato: «C’è una legge e sarà applicata».


Secondo Pellegrino, quindi, non ci sono margini di manovra per il governo: «La soluzione a cui si sta furbescamente pensando, quella cioè di far nominare all’ex sindaco di Salerno, qualora eletto, la giunta regionale e un vice presidente prima che venga sospeso è clamorosamente impraticabile – prosegue il legale – Perché il combinato disposto della legge Severino e dello statuto della Regione Campania esclude chiaramente questa opzione e consentire un atto del genere sarebbe contrario all’ordinamento».

Risultato: l’inevitabile ritorno alle urne.


EXIT STRATEGY In realtà un’alternativa ci sarebbe.

E la suggerisce lo stesso Pellegrino: «Un intervento legislativo, varato fra oggi e domani, che disciplinando un’ipotesi come quella che rischia di verificarsi in Campania, dove la Severino lascerebbe “decapitata” la Regione, affidi al consigliere più anziano della maggioranza, che resterebbe in carica per un periodo variabile, la guida della giunta».


Un periodo, nel caso di De Luca, di 18 mesi, quanto la durata della sospensione prevista dalla Severino.

«Qualora nel frattempo sopravvenisse la condanna anche in appello la durata della sospensione e, quindi, la permanenza in carica del consigliere anziano si allungherebbero».

Una soluzione di raccordo tra competenze nazionali e locali, come la definisce il legale del Movimento difesa del cittadino.


«Un intervento di questo tipo eviterebbe di lasciare la nomina di un suo plenipotenziario ad un incompatibile – chiarisce – Né, in questo caso, si potrebbe parlare di norma ad personam ma piuttosto di norma ad institutionem».


Anche perché, consentire a De Luca di nominare la giunta prima di essere sospeso, esporrebbe Renzi anche a conseguenze penali.



«Chi suggerisce al presidente del Consiglio di dilatare i tempi – avverte Pellegrino – lo spingerebbe a commettere un abuso d’ufficio».



In realtà ci sarebbe un ulteriore scenario limite.

Che De Luca, in caso di elezione, decidesse di forzare la mano nominando comunque una giunta.


«In questo caso – puntualizza il legale – la Regione dovrebbe essere commissariata, per macroscopica violazione di legge, con provvedimento del Presidente della Repubblica su proposta del governo». E sarebbe un caso senza precedenti.

DE LUCA PERDE Secondo scenario: il candidato del Pd non viene eletto governatore.

Pure in questo caso, come semplice consigliere, non potrebbe evitare la sospensione con effetto immediato. «Anche se tutto sarebbe decisamente più semplice – prosegue l’avvocato – Essendo il Consiglio regionale un organo collegiale, dal punto di vista funzionale la sua assenza sarebbe irrilevante».


Va detto, infine, che gli effetti della legge Severino esulano dal controllo operato dalla giunta delle elezioni regionale della Campania (formata dall’ufficio di presidenza integrato da un rappresentante di ogni forza politica presente in Consiglio).

Che ha il compito di verificare la sussistenza di eventuali cause di incandidabilità degli eletti.


Nulla a che vedere con l’applicazione della legge Severino, che, conclude Pellegrino, «riguarda i casi di ineleggibilità e non di incandidabilità».

Twitter: @Antonio_Pitoni @GiorgioVelardi

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05 ... e/1732518/


^^^^


Conclusione: " Vince'.....................vattinne
camillobenso
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Re: Regionali 2015

Messaggio da camillobenso »

ELEZIONI 2015
Regionali 2015: De Luca impresentabile? A Renzi bastava non candidarlo
Peter Gomez
Direttore de ilfattoquotidiano.it e scrittore


Non ci volevano né Rosy Bindi, né la Commissione Antimafia per dire che è impresentabile chi, come Vincenzo De Luca, è imputato di concussione, truffa e associazione per delinquere, avendo per giunta accumulato una condanna in primo grado a un anno per abuso d’ufficio. In Italia, però, a essere rivoluzionaria ormai non è più la verità. Per far scandalo bastano le banali ovvietà. Per questo vale la pena di spendersi in qualche considerazione sui diritti e i doveri di coloro i quali pretendono di amministrare la cosa pubblica nel Paese più corrotto d’Europa.

Fare politica non è un obbligo. È solo una scelta che ciascun cittadino può fare sapendo che dal quel momento in poi andrà in contro a onori e oneri maggiori rispetto a quelli dei suoi connazionali.

Il garantismo deve valere sempre nelle aule di tribunale, dove l’imputato va considerato non colpevole fino a sentenza definitiva. In politica, invece, devono prevalere criteri di normale prudenza: tra chi è specchiato e chi ha addosso una macchia, candido il primo e non il secondo. Dire di un amministratore locale o nazionale “però lo hanno votato”, come è accaduto con De Luca dopo le primarie, non ha senso. La selezione andava fatta prima, dalle segreterie nazionali e locali, dalle sezioni e dai circoli. Escludere dalle liste un imputato, un prescritto, un condannato non definitivo, o anche chi senza essere nemmeno sotto inchiesta ha frequentazioni abituali con esponenti della criminalità organizzata, non è una decisione giustizialista che va a ledere un diritto del candidato. È una libera scelta della politica che serve per mettere la collettività al riparo dal rischio di ritrovarsi un delinquente conclamato in una posizione di comando.

Ovviamente se questa esclusione non è prevista dalla legge (ma nel caso di De Luca la legge che rende la sua presenza in lista inopportuna c’è e si chiama Severino) criteri simili posso essere adottati dai partiti solo su base volontaria. E questo è proprio quello che è accaduto il 24 settembre dello scorso anno, quando la Commissione Antimafia ha votato all’unanimità un codice etico di autoregolamentazione con cui le varie formazioni si impegnavano a non candidare chi fosse stato rinviato a giudizio anche per reati come la concussione e la corruzione (ma non l’abuso di ufficio).

Potevano i partiti non approvare quel documento? Certamente. Ma visto che lo hanno fatto, il minimo che si può pretendere da loro è la coerenza. Il rispetto della parola data.

E invece in gennaio i vertici del Pd hanno permesso a De Luca di partecipare alle primarie sebbene fosse sotto processo da tempo per concussione e altri gravi reati (il fatto che abbia rinunciato all’eventuale prescrizione non cambia di una virgola la questione). E nessuno ha pensato di depennarlo anche quando è arrivata la condanna a un anno per abuso, circostanza che da sola basterà per far scattare la sua sospensione dal Consiglio regionale.

Ecco allora perché i fedelissimi di Matteo Renzi hanno torto quando definiscono “barbarie” la lista di impresentabili stilata dall’Antimafia. L’Italia, come ha ben compreso il presidente Sergio Mattarella, se vuole davvero “cambiare verso” deve ripartire dalla questione morale. Le leggi e i giudici da soli non bastano. C’è bisogno di una politica che dia il buon esempio, anche a costo di far uscire momentaneamente di scena chi poi al termine dei processi verrà forse assolto. Amministrare la cosa pubblica, lo dicevamo, non è un obbligo. Non è una prescrizione medica. È un onore. Sarebbe il caso che chi lo fa si sforzi finalmente di dimostrare di esserne degno.

Il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2015
camillobenso
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Re: Regionali 2015

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Morale, Zione?

Chi dovrei votare per dare soddisfazione elle mie arrabbiature tenendo pure conto che il non voto peggiora ancor piu la situazione?
Il meno peggio?

Votare un partitino che al max che vada non va oltre 3-4 % ?

E sarebbe una soluzione politica questa o sarebbe una risposta per non avere dei rammarichi dopo?

O e' venuto il momento di un voto di rottura che possa smuovere un po' tutto questo ambaradan?

Che mi consigli visto che ai problemi, giustamente, indichi che bisogna proporre le soluzioni?



Caro pancho,

per un questione di principio, non mai detto per chi votare anche ai miei parenti più stretti. Con tutti parlo sempre di politica, è un vizio che ho da quasi sessant’anni, perché ritengo che il voto appartenga alla sfera privata in cui ciascuno possa godere del sacrosanto diritto di scegliere in libertà.

In questo caso volendo anche fare uno strappo alla regola, i colloqui avuti con amici questa ultima settimana mi pongono difficoltà notevoli per dare consigli.

Qui il pensiero diffuso è che tutto stia per saltare, oppure che bisogna ricorrere ad un altro Mussolini per raddrizzare la baracca.

Certo che questi non sono pensieri di incoraggiamento per chi votare o come votare.

Dare le soluzioni ai problemi è compito dei politici. Ma in questa fase storica non sono più in grado del compito che gli viene assegnato.

A livello regionale penso che la partita in Veneto sia già definita.

A livello comunale, dai il voto a credi che più degli altri possa darti “sicurezza”. E che curi i tuoi interessi.

La sinistra è morta da tempo. Per cui per votare ci si affida a partiti di destra.

Pessimismo????

No realismo.

Proprio questa sera mi è stato riferito da un comune amico, che l’esponente di spicco del Sel cittadino, evita di discutere di politica con i vecchi amici tanta è la delusione per quanto sta accadendo.

Eppure è sempre stato un elemento d’assalto mai domo nel campo della sinistra.
camillobenso
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Re: Regionali 2015

Messaggio da camillobenso »

30 MAG 2015 16:42

- UN PARTITO IN PEZZI

– PROPRIO ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI SUL CASO DE LIUCA ESPLODONO LE MILLE CONTRADDIZIONI DEL PD

– BERSANI: “SI STA PERDENDO LA BUSSOLA DELLA DEMOCRAZIA, ORA FINISCE CHE SI DÀ LA COLPA ALL’ANTIMAFIA”

– CUPERLO DIFENDE LA BINDI MA CRITICA LA TEMPISTICA DELLA LISTA


Matteo Orfini spara ad alzo zero: “È incredibile l’iniziativa della Bindi dal punto di vista istituzionale, giuridico e anche culturale: riporta ai tempi in cui i processi si facevano in piazza aizzando le folle”. Ma anche nella maggioranza molti si chiedono se non sia colpa di Guerini, che non ha saputo fermare De Luca prima delle primarie…

G.C. per “la Repubblica”

«Si sta perdendo la bussola della democrazia, qui si sta sbandando... ora finisce che danno la colpa all’Antimafia». Pier Luigi Bersani, l’ex segretario dem, è in allarme. Ha telefonato a Rosy Bindi per esprimerle il suo sostegno. Lo scontro nel Pd non è mai stato così aspro. E torna a soffiare forte il vento della scissione. Lo scambio d’accuse ha strascichi persino nei comizi che avrebbero dovuto vedere tutti renziani e sinistra dem, maggioranza e minoranza del partito - remare nella stessa direzione per portare a casa il migliore risultato alle regionali. La “bomba” De Luca, sganciata dalla presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi alla vigilia del voto di domani, fa volare gli stracci. Nessuno è al riparo.


Neppure Lorenzo Guerini, il vice segretario, su cui piove la vecchia accusa di non avere saputo sminare in tempo il “caso Campania”, evitando che «Vincenzo o’sceriffo », l’ex sindaco di Salerno su cui pendevano tante controindicazioni, si candidasse alle primarie. Primarie che poi ha stravinto e non c’è stato modo di fermarlo. Guerini rischia il posto di vice? Nelle stesse file renziane il mantra è: «Non si doveva arrivare a questo».

La Bindi è il bersaglio, «l’avversario in casa». Però il vice segretario è accusato di avere avuto poco polso. Guerini ha replicato: «Sono stato all’inizio anch’io poco convinto sulla candidatura di De Luca per via della legge Severino, è risaputo. Però in questi mesi sono passato dalle perplessità alla solidarietà completa».


È il tempo delle accuse nel Pd. Una catena di errori, per la sinistra dem; per i renziani «Bindi ha usato l’Antimafia per vendette di partito». Dopo le regionali arriverà la resa dei conti. La minoranza del partito l’annuncia e difende Bindi. Così come Nichi Vendola, il leader di Sel («Contro la Bindi, squadrismo puro») e Pippo Civati, che ha da poco lasciato il Pd.

Contro la presidente dell’Antimafia si è scatenata una pioggia di accuse. La attacca il presidente del partito, Matteo Orfini: «È incredibile l’iniziativa della Bindi dal punto di vista istituzionale, giuridico e anche culturale: riporta ai tempi in cui i processi si facevano in piazza aizzando le folle». Chi la incolpa di avere violato la Costituzione (il renziano Ernesto Carbone) e chi denuncia «la barbarie politica, perché non si annunciano gli impresentabili a 24 ore dal voto» (il capogruppo al Senato, Luigi Zanda).


Sul tempismo è critico anche Gianni Cuperlo, il leader di Sinistradem, ed è l’unico appunto che muove a Bindi: «A 48 ore dal voto, non si fa così. Ma il clima è intollerabile l’attacco a Bindi, rovesciare su di lei le accuse è sbagliato. La democrazia - ricorda - ha dei fondamenti che vanno tutelati sempre. Il garantismo è un valore di civiltà. I processi si fanno nei tribunali. I cittadini sono chiamati a valutare persone e programmi ». Stefano Fassina, un passo fuori dal partito, non ci sta e parla di «insulti ignobili alla Bindi». Roberto Esposito invita a «una separazione non consensuale» nel Pd, tra la maggioranza e i dissidenti.

A Renzi è indirizzato un documento di ex civatiani, che non hanno condiviso la scelta di Civati di lasciare il Pd. Vogliono un Pd di sinistra, più ulivista e che si chiarisce le idee ma che resti unito: «Non ci rassegniamo all’idea che l’entusiasmo e la speranza che il Pd ha saputo suscitare nel popolo del centrosinistra vadano smarriti. La fatica del confronto non ci ha stancati e non ci arrendiamo all’idea che di fronte alle divergenze non ci sia altra strada che l’abbandono o la rottura».


Quindi non vogliono rompere, però neppure soccombere. Lo firmano in tanti, tra cui Sandra Zampa, deputato e portavoce di Prodi, Lucrezia Ricchiuti, senatrice in dissenso sulle politiche renziane, Davide Mattiello, responsabili di circoli, eurodeputati come Daniele Viotti con un gruppo di dem piemontesi, Silvia Prodi. «Su De Luca, bisognava fermarsi prima. Nel partito ci vuole una discussione approfondita », insiste Zampa. Tra pochi giorni riunione al Nazareno.
camillobenso
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Re: Regionali 2015

Messaggio da camillobenso »

30 MAG 2015 17:30
- LA SOLITA FARSA DEL SILENZIO ELETTORALE

– RENZI VA AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA E DICE CHE LE ELEZIONI LOCALI NON RIGUARDANO IL GOVERNO

– L’”IMPRESENTABILE DE LUCA E MATTEO SALVINI FANNO APPELLI AL VOTO DALLE LORO PAGINE FACEBOOK


- La trasferta trentina del presidente del Consiglio non è andata giù a Forza Italia. Renato Brunetta parla di violazione del silenzio elettorale e si appella al capo dello Stato perché le regole vengano rispettate -




Da “lastampa.it”

Si dice «ottimista, come sempre» sull’esito del voto delle Regionali, ma mette in guardia a non trasformarlo nell’ennesimo test di gradimento sul governo. «Le elezioni locali hanno valenza locale». Così il premier, Matteo Renzi, in vista delle urne di domani. «Se ogni volta il voto è un sondaggio sul gradimento del governo finisce, ad esempio con le europee, che si mandano in Europa persone che stanno lì solo perché sono più o meno amiche del capo del governo o dell’opposizione».


E aggiunge: «Faccio un appello, e parlo di europee visto che sono in silenzio elettorale, abituiamoci a pensare che il voto serve per quello per cui si vota». Dal palco del Festival Economia di Trento il premier parla anche di Europa. «A settembre quando avremo finito di fare le riforme l’Italia inizierà con determinazione che non immaginate una battaglia contro l’austerity. Non dico che andremo a fare casino, ma ci si avvicina». «La riforma che mi fa più paura, ma ho più voglia di affrontare, è la riforma della pubblica amministrazione. Questo è un problema di dignità per le italiane e gli italiani» ha aggiunto il premier.

La partecipazione al Festival dell’Economia di Trento è valsa al premier l’accusa da parte di Forza Italia di violazione del silenzio elettorale. «Apprendiamo che violando in modo sfacciato la regola del silenzio elettorale oggi pomeriggio Renzi partecipa a una manifestazione a Trento con il suo protegé dell’Inps, Boeri», scrive «Il Mattinale», la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati. «La cosa non può accadere, non deve accadere. La schizofrenia di Renzi che invoca la moralità e la tradisce mentre la proclama, non può arrivare al punto di uno sfregio che impone il richiamo alla legalità repubblicana del Capo dello Stato prima che sia la Procura di Trento a provvedere», conclude Il Mattinale.


A violare il silenzio elettorale è anche “l’impresentabile” De Luca, che dalla sua pagina Facebook invita alla mobilitazione straordinaria. Non può essere sprecato nessun voto». De Luca fa anche un appello a chi vuole esprimere un voto «di rabbia, di protesta» e dice che «se c’è qualcuno che può interpretare la rabbia dei cittadini contro la politica politicante» è lui.

«In queste settimane - scrive De Luca nel post pubblicato ieri sera tardi su Facebook - hanno fatto di tutto per bloccarmi, ma la verità è che hanno paura che Vincenzo De Luca arrivi alla Regione e faccia piazza pulita. Hanno tentato cose inimmaginabili, dalle aggressioni mediatiche alla diffamazione, ma - sottolinea il candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Campania - voi sapete che se c’è una persona in grado di tenere fuori dalle istituzioni i delinquenti, questa persona sono io. Lo sapete dalla mia esperienza e dalla testimonianza di vita e di lavoro».

Roberto Speranza (Pd), lo difende: «Conosco bene De Luca e vedere il suo nome accostato all’Antimafia è in totale contraddizione con il suo impegno e con la sua storia che sono stati sempre rivolti al servizio esclusivo della comunità».


Di silenzio elettorale non vuole saperne neppure il leader della Lega Nord Salvini, che continua a lanciare strali dalla sua pagina Facebook. «Altri 4.243 clandestini in arrivo in Italia. Altri morti, altri scafisti soddisfatti, altri milioni per le cooperative - scrive -. Chi non vota domani è complice dell’invasione in corso».
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