Ma che EUROPA UNITA è questa?
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Ma che EUROPA UNITA è questa?
In questi giorni sto' smanettando un po sul web alla ricerca di tutto quello che riguarda l'Europa. Come e' iniziata l'idea di questa Europa Unita ed altro.
Durante questa ricerca ho trovato questo link Il Federalista-Rivista Politica in cui viene riportato: IL P.C.I. E IL PIANO A MEDIO TERMINE.
http://www.thefederalist.eu/site/index. ... 25&lang=it
Credo sia importante leggerlo, anche se tosto, per capire un po le idee di questi "visionari" politici che nell'Europa Unita ci credevano e per capire inoltre la pochezza di quelli che poi seguirono siano essi politici che sindacali.
un salutone
Durante questa ricerca ho trovato questo link Il Federalista-Rivista Politica in cui viene riportato: IL P.C.I. E IL PIANO A MEDIO TERMINE.
http://www.thefederalist.eu/site/index. ... 25&lang=it
Credo sia importante leggerlo, anche se tosto, per capire un po le idee di questi "visionari" politici che nell'Europa Unita ci credevano e per capire inoltre la pochezza di quelli che poi seguirono siano essi politici che sindacali.
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Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Ma che EUROPA UNITA è questa?
interessante a suo tempo, un comunista liberale il piano a medio termine a livello ....europeo. non siamo riusciti a costruirlo in italia con saraceno Graziani e caffè , sylos labini e lo avremmo costruito in Europa con chi ?
con il lussuburghese paradise fiscal ? con il de....... della merkel ?
no al protezionismo ...come lo fai un piano se non hai un tempo e uno spazio ?
e come fai ad avere uno spazio se non delimiti il territorio.
fai un piano un pianino piccolo piccolo con la Cina e il Canada di melchiorre ?
sicuramente il
linguaggio togliattiano soft e accattivante ma sotto le mutande a mio avviso non c e niente .piano rimando al saggio di maurice dobb sulla pianificazione economica e lasciamo perdere il pianino globalista con la Mongolia.
con il lussuburghese paradise fiscal ? con il de....... della merkel ?
no al protezionismo ...come lo fai un piano se non hai un tempo e uno spazio ?
e come fai ad avere uno spazio se non delimiti il territorio.
fai un piano un pianino piccolo piccolo con la Cina e il Canada di melchiorre ?
sicuramente il
linguaggio togliattiano soft e accattivante ma sotto le mutande a mio avviso non c e niente .piano rimando al saggio di maurice dobb sulla pianificazione economica e lasciamo perdere il pianino globalista con la Mongolia.
Ultima modifica di aaaa42 il 18/06/2015, 2:05, modificato 1 volta in totale.
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Re: Ma che EUROPA UNITA è questa?
Era il '77 Antoine...il '77 e non il 2015.aaaa42 ha scritto:interessante al suo tempo un comunista liberale il piano a medio termine a livello ....europeo. non siamo riusciti a costruirlo in italia con saraceno Graziani e caffè sylos labini e lo avremmo costruito in Europa con chi ?
con il lussuburghese paradise fiscal ? con il dett. della merkel ?
no al protezionismo ...come lo fai un piano se non hai un tempo e uno spazio ?
fai un piano un pianino piccolo piccolo con la Cina e il Canada di melchiorre ?
sicuramente il
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Dopodiche ti dico che il mio post faceva riferimento all'Europa che doveva nascere e che doveri avrebbe dovuto avere. Inoltre come si sarabbe dovuta comportare con gli altri popoli in via di sviluppo.
Non so se sotto le mutande non c'era niente ma di sicuro posso dire che le idee c'erano. Son quelli che sono venuti dopo che sono stati poca cosa. Ometti da 4 soldi senza arte ne parte.
hola
un salutone
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Re: Ma che EUROPA UNITA è questa?
Ogni tanto la Ue si produce in vaccate pazzesche. Fantocci, l'avrebbe detta in altro modo.
I kartofen della BMW si adeguerebbero mai agli standard della FIAT? O della nuova ditta anche ammerecana?
Commissione Ue diffida Italia: “Permetta di produrre formaggio anche senza latte”
Numeri & News
L'esecutivo europeo chiede alla Penisola di adeguarsi alla normativa degli altri Paesi, dove l'industria casearia ricorre normalmente a succedanei come il latte in polvere. Coldiretti: "Siamo di fronte all'ultimo diktat dell'Europa, pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi"
di F. Q. | 28 giugno 2015
Dare il via libera anche in Italia al formaggio prodotto senza latte: a chiederlo è l’Europa. La Commissione europea ha infatti inviato a Roma una diffida in cui definisce troppo stringenti le leggi italiane in materia e auspica che la Penisola metta fine al divieto di utilizzo di latte in polvere concentrato e ricostituito per la fabbricazione del formaggio. La normativa italiana, che proibisce l’uso di surrogati, è considerata un ostacolo alla “libera circolazione delle merci”, dato che nel resto dell’Unione europea i “latticini senza latte” (formaggio ma anche yogurt) sono di uso comune.
Se passasse l’adeguamento al ribasso è evidente il rischio di conseguenze per l’intera filiera dell’industria casearia italiana. “Siamo di fronte all’ultimo diktat di un’Europa che tentenna su emergenze storiche come l’emigrazione, ma che è pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari difesi da generazioni di produttori”, ha commentato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti.
Secondo il numero uno dei coltivatori diretti occorre “salvaguardare le aspettative dei consumatori per quanto concerne l’autenticità e la qualità delle materie prime adoperate”. Si tratta, aggiunge Moncalvo, “di una scelta che ha garantito fino ad ora il primato della produzione lattiero casearia italiana, che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015″
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06 ... e/1823097/
I kartofen della BMW si adeguerebbero mai agli standard della FIAT? O della nuova ditta anche ammerecana?
Commissione Ue diffida Italia: “Permetta di produrre formaggio anche senza latte”
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L'esecutivo europeo chiede alla Penisola di adeguarsi alla normativa degli altri Paesi, dove l'industria casearia ricorre normalmente a succedanei come il latte in polvere. Coldiretti: "Siamo di fronte all'ultimo diktat dell'Europa, pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi"
di F. Q. | 28 giugno 2015
Dare il via libera anche in Italia al formaggio prodotto senza latte: a chiederlo è l’Europa. La Commissione europea ha infatti inviato a Roma una diffida in cui definisce troppo stringenti le leggi italiane in materia e auspica che la Penisola metta fine al divieto di utilizzo di latte in polvere concentrato e ricostituito per la fabbricazione del formaggio. La normativa italiana, che proibisce l’uso di surrogati, è considerata un ostacolo alla “libera circolazione delle merci”, dato che nel resto dell’Unione europea i “latticini senza latte” (formaggio ma anche yogurt) sono di uso comune.
Se passasse l’adeguamento al ribasso è evidente il rischio di conseguenze per l’intera filiera dell’industria casearia italiana. “Siamo di fronte all’ultimo diktat di un’Europa che tentenna su emergenze storiche come l’emigrazione, ma che è pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari difesi da generazioni di produttori”, ha commentato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti.
Secondo il numero uno dei coltivatori diretti occorre “salvaguardare le aspettative dei consumatori per quanto concerne l’autenticità e la qualità delle materie prime adoperate”. Si tratta, aggiunge Moncalvo, “di una scelta che ha garantito fino ad ora il primato della produzione lattiero casearia italiana, che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015″
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06 ... e/1823097/
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Re: Ma che EUROPA UNITA è questa?
Austria, 250mila firme per proposta per uscire da euro. E referendum più vicino
Il Parlamento dovrà discutere la legge di iniziativa popolare, ma potrà optare anche per un respingimento. I partiti al momento sono rimasti fuori dalla questione e i media non ne hanno parlato. I comitati promotori: "Un terzo della popolazione non era informata, ottenuto un grande risultato solo con il passaparola"
di Tonino Bucci | 3 luglio 2015
Oltre 250mila cittadini austriaci hanno sostenuto una proposta di legge per l’uscita dell’Austria dall’euro. E’ solo la seconda volta da dieci anni a questa parte che un’iniziativa popolare riesce a superare la soglia richiesta di 100mila firme.
L’obiettivo è stato abbondantemente oltrepassato. Adesso il Parlamento è obbligato a discutere e deliberare sulla proposta di portare il Paese fuori dalla moneta unica. Ma non è questo il punto. Secondo le leggi austriache il Parlamento è tenuto a discutere le leggi di iniziativa popolare, ma può anche optare per un respingimento.
Sarà difficile che una proposta sostenuta nel Paese soltanto da comitati di cittadini possa trovare appoggi tra i partiti. Nessuna forza politica, ufficialmente, ha sostenuto la raccolta delle firme. Può essere, quindi, che il Parlamento alla fine respinga la proposta. Ma il vero nodo della questione è un altro. Indipendentemente dal percorso parlamentare, infatti, lo scenario di un referendum è ora più vicino. E di fronte a una consultazione popolare la politica sarebbe obbligata ad accettare il responso. A ogni modo i parlamentari non potranno sorvolare sul tema a cuor leggero. Duecentocinquantamila firme – 261.259 per l’esattezza – sono tutt’altro che un risultato trascurabile.
La raccolta delle adesioni si svolge come una normale tornata elettorale. Per aderire i cittadini devono recarsi negli uffici pubblici. Tempo massimo, una settimana. Per di più, la campagna di informazione si è svolta nel quasi assoluto silenzio della televisione pubblica e dei giornali mainstream.
Il comitato promotore ne va fiero. “Consideriamo che almeno un terzo della popolazione austriaca non era informata dell’esistenza di questa petizione popolare”, racconta Inge Rauscher, portavoce del movimento. “Abbiamo ottenuto un grande risultato senza l’appoggio dei partiti e senza finanziamenti di grandi sponsor. Ce l’abbiamo fatta esclusivamente grazie al passaparola di tantissimi volontari, impegnati tanto a distribuire volantini, quanto nell’uso dei social network e dei media alternativi”. Una sola volta e per l’arco complessivo di un minuto la televisione di stato Orf ha dato notizia dell’iniziativa di petizione popolare, senza peraltro aggiungere informazioni sul contenuto della proposta e sulle modalità di adesione.
Nel comitato promotore c’è un po’ di tutto, dai professori universitari a liberi professionisti a semplici pensionati. In Rete ci si imbatte in siti web, video youtube, pagine Facebook, inviti ad aderire online. Di motivi per uscire dall’euro ne vengono elencati a iosa. “Non vogliamo che i contribuenti pubblici continuino a pagare per salvare l’euro e rimediare ai danni delle speculazioni delle banche“. Un no netto arriva anche nei confronti di austerità e neoliberismo. “Gli accordi di libero scambio – qui il riferimento è al Ttip in corso di trattativa fra Ue e Usa – favoriscono solo gli interessi delle multinazionali a svantaggio dei diritti della salute, dell’ambiente e delle economie nazionali”.
Finora “le politiche dell’Ue hanno portato al crollo di salari e pensioni”. Temi che hanno fatto breccia un po’ ovunque, in maniera trasversale, sia fra gli elettori di tutti i partiti, a destra come a sinistra, sia soprattutto nelle sacche dell’astensionismo e dei senza partito. L’Europa messa sotto accusa in Austria è la stessa Europa che vede malvolentieri celebrarsi un referendum in Grecia sulle politiche economiche. Un’Europa che lascia molto a desiderare soprattutto nella propria costituzione democratica. “I trattati di Lisbona” sono un passo indietro della democrazia, “non rispettano la separazione dei poteri”, non prevedono “l’elezione del commissario europeo” e non riconoscono al parlamento europeo un “vero potere legislativo”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07 ... o/1840341/
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Ma chi la voleva questa Europa Unita in querto modo?
E chi paghera' eventuali danni di questa disgregazione?
un salutone
Il Parlamento dovrà discutere la legge di iniziativa popolare, ma potrà optare anche per un respingimento. I partiti al momento sono rimasti fuori dalla questione e i media non ne hanno parlato. I comitati promotori: "Un terzo della popolazione non era informata, ottenuto un grande risultato solo con il passaparola"
di Tonino Bucci | 3 luglio 2015
Oltre 250mila cittadini austriaci hanno sostenuto una proposta di legge per l’uscita dell’Austria dall’euro. E’ solo la seconda volta da dieci anni a questa parte che un’iniziativa popolare riesce a superare la soglia richiesta di 100mila firme.
L’obiettivo è stato abbondantemente oltrepassato. Adesso il Parlamento è obbligato a discutere e deliberare sulla proposta di portare il Paese fuori dalla moneta unica. Ma non è questo il punto. Secondo le leggi austriache il Parlamento è tenuto a discutere le leggi di iniziativa popolare, ma può anche optare per un respingimento.
Sarà difficile che una proposta sostenuta nel Paese soltanto da comitati di cittadini possa trovare appoggi tra i partiti. Nessuna forza politica, ufficialmente, ha sostenuto la raccolta delle firme. Può essere, quindi, che il Parlamento alla fine respinga la proposta. Ma il vero nodo della questione è un altro. Indipendentemente dal percorso parlamentare, infatti, lo scenario di un referendum è ora più vicino. E di fronte a una consultazione popolare la politica sarebbe obbligata ad accettare il responso. A ogni modo i parlamentari non potranno sorvolare sul tema a cuor leggero. Duecentocinquantamila firme – 261.259 per l’esattezza – sono tutt’altro che un risultato trascurabile.
La raccolta delle adesioni si svolge come una normale tornata elettorale. Per aderire i cittadini devono recarsi negli uffici pubblici. Tempo massimo, una settimana. Per di più, la campagna di informazione si è svolta nel quasi assoluto silenzio della televisione pubblica e dei giornali mainstream.
Il comitato promotore ne va fiero. “Consideriamo che almeno un terzo della popolazione austriaca non era informata dell’esistenza di questa petizione popolare”, racconta Inge Rauscher, portavoce del movimento. “Abbiamo ottenuto un grande risultato senza l’appoggio dei partiti e senza finanziamenti di grandi sponsor. Ce l’abbiamo fatta esclusivamente grazie al passaparola di tantissimi volontari, impegnati tanto a distribuire volantini, quanto nell’uso dei social network e dei media alternativi”. Una sola volta e per l’arco complessivo di un minuto la televisione di stato Orf ha dato notizia dell’iniziativa di petizione popolare, senza peraltro aggiungere informazioni sul contenuto della proposta e sulle modalità di adesione.
Nel comitato promotore c’è un po’ di tutto, dai professori universitari a liberi professionisti a semplici pensionati. In Rete ci si imbatte in siti web, video youtube, pagine Facebook, inviti ad aderire online. Di motivi per uscire dall’euro ne vengono elencati a iosa. “Non vogliamo che i contribuenti pubblici continuino a pagare per salvare l’euro e rimediare ai danni delle speculazioni delle banche“. Un no netto arriva anche nei confronti di austerità e neoliberismo. “Gli accordi di libero scambio – qui il riferimento è al Ttip in corso di trattativa fra Ue e Usa – favoriscono solo gli interessi delle multinazionali a svantaggio dei diritti della salute, dell’ambiente e delle economie nazionali”.
Finora “le politiche dell’Ue hanno portato al crollo di salari e pensioni”. Temi che hanno fatto breccia un po’ ovunque, in maniera trasversale, sia fra gli elettori di tutti i partiti, a destra come a sinistra, sia soprattutto nelle sacche dell’astensionismo e dei senza partito. L’Europa messa sotto accusa in Austria è la stessa Europa che vede malvolentieri celebrarsi un referendum in Grecia sulle politiche economiche. Un’Europa che lascia molto a desiderare soprattutto nella propria costituzione democratica. “I trattati di Lisbona” sono un passo indietro della democrazia, “non rispettano la separazione dei poteri”, non prevedono “l’elezione del commissario europeo” e non riconoscono al parlamento europeo un “vero potere legislativo”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07 ... o/1840341/
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Ma chi la voleva questa Europa Unita in querto modo?
E chi paghera' eventuali danni di questa disgregazione?
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Ma che EUROPA UNITA è questa?
Io mi chiedo se un singolo stato, anche la Germania, possa reggere in un mondo i cui si confrontano economie a livello continentale.
Cina : 1.400.000.000 abitanti, Tasso di crescita 0,481% (2012), Superficie Totale 9.706.961 km²,
PIL (nominale) 8 221 015 milioni di $ (2012) ;
India : con 1.254.019.000 abitanti (censimento 2014), Tasso di crescita 1,312% (2012),
Superficie Totale 3.287.263 km², PIL (nominale) 1 841 717[4] milioni di $ (2012);
USA : Con 9,37 milioni km² in totale e circa 318,9 milioni di abitanti, gli Stati Uniti sono il quarto paese per superficie e il terzo per popolazione, Tasso di crescita 0,77% (2014 - stima),
PIL (nominale) 16 244 575 milioni di $ (2012) ;
Germania :Popolazione Totale 82.531.671 , Superficie Totale 357.030[2] km²,
Tasso di crescita -0.18% (2014), PIL (nominale) 3 429 519 milioni di $ (2012),
La Germania ha la più grande economia nazionale in Europa, la quarta più grande in termini di PIL nominale del mondo, e la quinta in termini di PIL a parità di potere d'acquisto .
Le maggiori economie mondiali
Per capire meglio questi dati è bene dare però un'occhiata alla tendenza; bene se si guarda il decennio 2000-2010 la classifica del tasso di crescita è questa (fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/World_economy):
Cina (15,25% di crescita del GDP che equivale al PIL!)
Stati Uniti (14,91%)
Brasile (4,72%)
Germania (4,54%)
Francia (4,01%)
Russia (3,98%)
India (3,76%)
Italia (3,11%)
Canada (2,78%)
Australia (2,72%).
la tendenza che si è espressa nella tabella precedente va corretta. La previsione per i prossimi anni (al 2020) allora è questa (da uno studio del Centre for Economics and Business Research - Cebr), le maggiori economie al 2020 saranno:
Stati Uniti
Cina
Giappone
Russia
India
Brasile
Germania
Gran Bretagna
Francia
Italia
In poche parole: incalzante e inesorabile crescita dei BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) e, per quanto ci riguarda, perdita di peso dell'Europa .
Fatte queste considerazioni che senso ha ragionare di economie dei singoli stati europei come fa la Lega Nord o altri ?
Certo l'Europa attuale non va bene, ma un'Europa diversa e unita è necessaria per non soccombere.
Cina : 1.400.000.000 abitanti, Tasso di crescita 0,481% (2012), Superficie Totale 9.706.961 km²,
PIL (nominale) 8 221 015 milioni di $ (2012) ;
India : con 1.254.019.000 abitanti (censimento 2014), Tasso di crescita 1,312% (2012),
Superficie Totale 3.287.263 km², PIL (nominale) 1 841 717[4] milioni di $ (2012);
USA : Con 9,37 milioni km² in totale e circa 318,9 milioni di abitanti, gli Stati Uniti sono il quarto paese per superficie e il terzo per popolazione, Tasso di crescita 0,77% (2014 - stima),
PIL (nominale) 16 244 575 milioni di $ (2012) ;
Germania :Popolazione Totale 82.531.671 , Superficie Totale 357.030[2] km²,
Tasso di crescita -0.18% (2014), PIL (nominale) 3 429 519 milioni di $ (2012),
La Germania ha la più grande economia nazionale in Europa, la quarta più grande in termini di PIL nominale del mondo, e la quinta in termini di PIL a parità di potere d'acquisto .
Le maggiori economie mondiali
Per capire meglio questi dati è bene dare però un'occhiata alla tendenza; bene se si guarda il decennio 2000-2010 la classifica del tasso di crescita è questa (fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/World_economy):
Cina (15,25% di crescita del GDP che equivale al PIL!)
Stati Uniti (14,91%)
Brasile (4,72%)
Germania (4,54%)
Francia (4,01%)
Russia (3,98%)
India (3,76%)
Italia (3,11%)
Canada (2,78%)
Australia (2,72%).
la tendenza che si è espressa nella tabella precedente va corretta. La previsione per i prossimi anni (al 2020) allora è questa (da uno studio del Centre for Economics and Business Research - Cebr), le maggiori economie al 2020 saranno:
Stati Uniti
Cina
Giappone
Russia
India
Brasile
Germania
Gran Bretagna
Francia
Italia
In poche parole: incalzante e inesorabile crescita dei BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) e, per quanto ci riguarda, perdita di peso dell'Europa .
Fatte queste considerazioni che senso ha ragionare di economie dei singoli stati europei come fa la Lega Nord o altri ?
Certo l'Europa attuale non va bene, ma un'Europa diversa e unita è necessaria per non soccombere.
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Re: Ma che EUROPA UNITA è questa?
http://www.beppegrillo.it/2015/07/la_ge ... fault.html
La Deutsche Bank ha una esposizione ai derivati pari a 54,7 TRILIONI DI EURO. Pari a 20 volte il PIL tedesco e 5,7 volte il PIL della intera Europa. E poi la GRECIA che non paga 1,5 miliardi di euro deve fallire. da formiche.net
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Ciao
Paolo11
La Deutsche Bank ha una esposizione ai derivati pari a 54,7 TRILIONI DI EURO. Pari a 20 volte il PIL tedesco e 5,7 volte il PIL della intera Europa. E poi la GRECIA che non paga 1,5 miliardi di euro deve fallire. da formiche.net
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Paolo11
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Re: Ma che EUROPA UNITA è questa?
Certo l'Europa attuale non va bene, ma un'Europa diversa e unita è necessaria per non soccombere.
iospero
Un'Europa diversa non è possibile nella realtà.
A livello mondiale dominano le elite del mondo finanziario.
Anche in Europa dominano le elite.
Sono loro che hanno i soldi.
iospero
Un'Europa diversa non è possibile nella realtà.
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Re: Ma che EUROPA UNITA è questa?
Quindi?camillobenso ha scritto:Certo l'Europa attuale non va bene, ma un'Europa diversa e unita è necessaria per non soccombere.
iospero
Un'Europa diversa non è possibile nella realtà.
A livello mondiale dominano le elite del mondo finanziario.
Anche in Europa dominano le elite.
Sono loro che hanno i soldi.
Adattarsi o.........?.
un salutone
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Re: Ma che EUROPA UNITA è questa?
giustamente pancho rispondecamillobenso ha scritto:Certo l'Europa attuale non va bene, ma un'Europa diversa e unita è necessaria per non soccombere.
iospero
Un'Europa diversa non è possibile nella realtà.
A livello mondiale dominano le elite del mondo finanziario.
Anche in Europa dominano le elite.
Sono loro che hanno i soldi.
Quindi?
Adattarsi o.........?.
A livello mondiale dominano le elite del mondo finanziario ? mi sembra di aver già sottolineato che in America latina le cose stanno in modo diverso, ALBA, L’ALBA DELL’AMERICA LATINA: UN’ALTRA ECONOMIA È POSSIBILE.
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