Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

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camillobenso
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da camillobenso »

Non lo vogliamo vedere, ma abbiamo una Guerra mondiale in corso alle nostre porte,
e il piano C è il ripristino della leva obbligatoria... per i nostri figli e nipoti.
Siamo solo in attesa del casus belli.

soloo42001

^


Condivido pienamente!L'ottusita di non renderci contro peggiora giorno x giorno la situazione

pancho


^^^^^

GLI ATTACCHI TERRORISTICI
Perché non vogliamo vedere
il messaggio degli assassini

Chi osa ricordare che per la difesa bisogna spendere viene messo a tacere
di Pierluigi Battista


Le gesta sanguinose della guerra santa scatenata dai fondamentalisti jihadisti sconvolgono i governi e lasciano sgomenta e frastornata l’opinione pubblica.

Non è solo la paura che ammutolisce.

È l’ostinata volontà di non riconoscere la guerra per quello che è: una guerra, appunto.


Che richiede strategie di contenimento e di controffensive, impegni militari, chiarezza politica, alleanze, mobilitazione culturale, studio, investimenti onerosi.

Siamo lì invece a chiederci come ha detto il primo ministro francese Valls quando avverrà il prossimo attacco.

Ci chiediamo se abbiamo qualche colpa per gli attentati che insanguinano con regolarità l’Europa e le democrazie come quella tunisina.

Se i vignettisti massacrati di Charlie Hebdo se la siano cercata, se sia sufficiente togliere dalla Tate Gallery i quadri con Maometto raffigurato per placare la rabbia dei fanatici, se un po’ di autocensura possa attutire i colpi, se si debba arretrare un po’ sulla libertà di espressione per evitare «offese» e non urtare la suscettibilità di chi depone una testa mozzata davanti a una fabbrica per trasmettere il suo messaggio di terrore.


Non vogliamo leggerlo, questo messaggio.

Facciamo finta di non capire cosa ci vogliano dire gli assassini con i vessilli neri quando trucidano turisti nei musei o sulle spiagge della Tunisia, fedeli sciiti in una moschea del Kuwait, ragazze e bambini in Nigeria, ebrei in un supermercato di Parigi, nelle sale danesi dove si tengono convegni sulla libertà di satira.


Cerchiamo di mantenere le distanze. Speriamo con tutte le nostre forze che le immagini delle vittime decapitate, annegate in una gabbia, fatte a pezzi con l’esplosivo attaccato al collo non siano messaggi rivolti a noi.

Cerchiamo di tenerle lontane.

Speriamo che siano solo un incubo. Ma non vogliamo risvegliarci.

Non vogliamo capire.

Facciamo scorrere qualche lacrima di indignazione.


Ma rimandiamo all’infinito il momento della decisione.

Per questo siamo così paralizzati e impotenti.

Per questo i fondamentalisti sono così sfrontati. A Kobane si combatte una battaglia di civiltà: se la perdiamo è una trincea decisiva che salta.

Ma i governi e l’opinione pubblica non vogliono capire che Kobane è Lione e Tunisi, Parigi, Roma, Londra. Lasciamo i curdi praticamente soli.


Riduciamo al minimo il sostegno dovuto.

Mentre ci maceriamo con l’autodenigrazione: sarà mica colpa nostra se sgozzano, decapitano, fanno strage in una spiaggia.


I fondamentalisti fanno di tutto per farcelo capire: hanno anche deposto una testa tagliata nel cuore dell’Europa per rendere più esplicito e inequivocabile la dichiarazione di guerra.

Seguiranno i giorni dell’indignazione rituale, dei messaggi di cordoglio.
Ma se qualcuno osa ricordare che bisognerà spendere qualche punto di Pil occidentale per rispondere ai guerrieri del terrore, verrà messo a tacere come molesto messaggero di cattive notizie.


Se ci si chiede cosa possiamo fare per neutralizzare i santuari fondamentalisti in Siria e in Iraq, speriamo soltanto che qualcun altro si accolli l’onere del lavoro sporco.

Come se la difesa fosse un lavoro sporco, o addirittura un residuo di arroganza imperialista.

Ma così non resta che attendere il prossimo bagno di sangue.

Per indignarci.

E rannicchiarci nella paura.

28 giugno 2015 | 16:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/opinioni/15_giug ... d278.shtml
pancho
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Non lo vogliamo vedere, ma abbiamo una Guerra mondiale in corso alle nostre porte,
e il piano C è il ripristino della leva obbligatoria... per i nostri figli e nipoti.
Siamo solo in attesa del casus belli.

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GLI ATTACCHI TERRORISTICI
Perché non vogliamo vedere
il messaggio degli assassini

Chi osa ricordare che per la difesa bisogna spendere viene messo a tacere
di Pierluigi Battista
Le gesta sanguinose della guerra santa scatenata dai fondamentalisti jihadisti sconvolgono i governi e lasciano sgomenta e frastornata l’opinione pubblica.
Non è solo la paura che ammutolisce.

È l’ostinata volontà di non riconoscere la guerra per quello che è: una guerra, appunto.
Che richiede strategie di contenimento e di controffensive, impegni militari, chiarezza politica, alleanze, mobilitazione culturale, studio, investimenti onerosi.

Siamo lì invece a chiederci come ha detto il primo ministro francese Valls quando avverrà il prossimo attacco.

Ci chiediamo se abbiamo qualche colpa per gli attentati che insanguinano con regolarità l’Europa e le democrazie come quella tunisina.

Se i vignettisti massacrati di Charlie Hebdo se la siano cercata, se sia sufficiente togliere dalla Tate Gallery i quadri con Maometto raffigurato per placare la rabbia dei fanatici, se un po’ di autocensura possa attutire i colpi, se si debba arretrare un po’ sulla libertà di espressione per evitare «offese» e non urtare la suscettibilità di chi depone una testa mozzata davanti a una fabbrica per trasmettere il suo messaggio di terrore.

Non vogliamo leggerlo, questo messaggio.

Facciamo finta di non capire cosa ci vogliano dire gli assassini con i vessilli neri quando trucidano turisti nei musei o sulle spiagge della Tunisia, fedeli sciiti in una moschea del Kuwait, ragazze e bambini in Nigeria, ebrei in un supermercato di Parigi, nelle sale danesi dove si tengono convegni sulla libertà di satira.
Cerchiamo di mantenere le distanze. Speriamo con tutte le nostre forze che le immagini delle vittime decapitate, annegate in una gabbia, fatte a pezzi con l’esplosivo attaccato al collo non siano messaggi rivolti a noi.
Cerchiamo di tenerle lontane.
Speriamo che siano solo un incubo. Ma non vogliamo risvegliarci.
Non vogliamo capire.
Facciamo scorrere qualche lacrima di indignazione.
Ma rimandiamo all’infinito il momento della decisione.
Per questo siamo così paralizzati e impotenti.
Per questo i fondamentalisti sono così sfrontati. A Kobane si combatte una battaglia di civiltà: se la perdiamo è una trincea decisiva che salta.
Ma i governi e l’opinione pubblica non vogliono capire che Kobane è Lione e Tunisi, Parigi, Roma, Londra. Lasciamo i curdi praticamente soli.
Riduciamo al minimo il sostegno dovuto.
Mentre ci maceriamo con l’autodenigrazione: sarà mica colpa nostra se sgozzano, decapitano, fanno strage in una spiaggia.

I fondamentalisti fanno di tutto per farcelo capire: hanno anche deposto una testa tagliata nel cuore dell’Europa per rendere più esplicito e inequivocabile la dichiarazione di guerra.

Seguiranno i giorni dell’indignazione rituale, dei messaggi di cordoglio.
Ma se qualcuno osa ricordare che bisognerà spendere qualche punto di Pil occidentale per rispondere ai guerrieri del terrore, verrà messo a tacere come molesto messaggero di cattive notizie.
Se ci si chiede cosa possiamo fare per neutralizzare i santuari fondamentalisti in Siria e in Iraq, speriamo soltanto che qualcun altro si accolli l’onere del lavoro sporco.

Come se la difesa fosse un lavoro sporco, o addirittura un residuo di arroganza imperialista.

Ma così non resta che attendere il prossimo bagno di sangue.
Per indignarci.

E rannicchiarci nella paura.

28 giugno 2015 | 16:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/opinioni/15_giug ... d278.shtml
Caro Zione, E' SOLO QUESTIONE DI INTERESSI.

Se questi interessi occidentali dovessero venir meno, fra i quali quali petrolio o quant'altro, non aspetterebbero di certo la convalida da parte dell'ONU per intervenire e nessuno o cmq la gran parte non si indignerebbe poiche capisce che sotto sotto anche a loro un po giova tutto questo.

La Francia ha aspettato le decisioni dell'ONU per inviare i suoi aerei in Libia?

I loro interessi dovevano avere la priorita' in assoluto e prendere la leadership al posto dell'Italia era' una priorita'.

E' questo chi lo ha fatto? Un governo che si dichiara di sinistra.

Esiste purtroppo la legge della giungla e fanno credere che sia possibile avere una Europa unita e i solidi creduloni ci cascano poiche non sono abituati a ragionarci sopra. Si fidano sempre di quello che scrivono i giornali e non si rendono conto che questi dipendono dalle lobbies economiche finanziarie che hanno obiettivi tutti diversi dai loro.

Quindi, le cartine tornasole mettono purtroppo in evidenza quanta ipocrisia esiste anche fra coloro che in modo disonesto abusano di questo termine "sinistra".. Il mondo essendo pieno di teste di c...o tutto e' possibile e tutto puo' essere avvallato senza alcuna difficoltà


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
paolo11
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da paolo11 »

Chi ha destabilizzato il medioriente.Gli USA e L'europa.Quindi di cosa stiamo parlando.Chi Ha invaso L'afganistan Iraq,Libia; Somalia ecc....Profughi dovrebbero prendersene pure gli USA.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da camillobenso »

Ho acquistato il libro di Feltri per via delle posizioni fortemente contrastanti espresse dal giornalista bergamasco.

Un'esagerazione mi sembra l’ossessione di riferimento al pensiero della Fallaci, di cui non sappiamo le origini della sua sola ed unica avversione all’Islam in tempi non sospetti, quando l’Isis non esisteva ancora e non c’era l’esigenza americana di contrastare la jiahd, un’altra creatura a stelle e strisce nata a sua volta per contrastare l’occupazione sovietica in Afghanistan, entrambi poi sfuggite al controllo degli americani.

Solo la stessa Fallaci potrebbe spiegare le ragioni intime di questa paura dell’Islam ultra datata. Ma Oriana è morta e quindi non lo potremo mai sapere.

Rimangono però i dati reali del modus operandi dei barbari nazisti sulla scena internazionale.

Non si può fare finta di niente per quanto sta accadendo. Anche perché ieri la Tunisia ha dichiarato di avere l’Isis alle porte e di sentirsi in guerra.

Quindi anche noi dobbiamo considerare il problema perché le coste tunisine sono più vicine di quelle libiche.

L’Europa è franata e meno che meno può affrontare il problema il governatore del Quarto Reich in Italia, perché pensa solo alla sua poltrona.

^^

Nuovo video dell'Isis: 25 soldati siriani ​giustiziati dai ragazzini



http://www.ilgiornale.it/video/mondo/nu ... 48380.html


COME SI AFFRONTA IL PROBLEMA?
pancho
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Ho acquistato il libro di Feltri per via delle posizioni fortemente contrastanti espresse dal giornalista bergamasco.

Un'esagerazione mi sembra l’ossessione di riferimento al pensiero della Fallaci, di cui non sappiamo le origini della sua sola ed unica avversione all’Islam in tempi non sospetti, quando l’Isis non esisteva ancora e non c’era l’esigenza americana di contrastare la jiahd, un’altra creatura a stelle e strisce nata a sua volta per contrastare l’occupazione sovietica in Afghanistan, entrambi poi sfuggite al controllo degli americani.

Solo la stessa Fallaci potrebbe spiegare le ragioni intime di questa paura dell’Islam ultra datata. Ma Oriana è morta e quindi non lo potremo mai sapere.

Rimangono però i dati reali del modus operandi dei barbari nazisti sulla scena internazionale.

Non si può fare finta di niente per quanto sta accadendo. Anche perché ieri la Tunisia ha dichiarato di avere l’Isis alle porte e di sentirsi in guerra.

Quindi anche noi dobbiamo considerare il problema perché le coste tunisine sono più vicine di quelle libiche.

L’Europa è franata e meno che meno può affrontare il problema il governatore del Quarto Reich in Italia, perché pensa solo alla sua poltrona.

^^

Nuovo video dell'Isis: 25 soldati siriani ​giustiziati dai ragazzini



http://www.ilgiornale.it/video/mondo/nu ... 48380.html


COME SI AFFRONTA IL PROBLEMA?
concordo con te Zione.

Il problema è che non esiste una vera Europa. Ora ognuno lascia risolvere tale problema individualmente pensando che quando toccheranno a loro qualcuno dalle sue esperienze avrà trovato una soluzione.

Ora tocca ai paesi di frontiere e ora son c...i loro.

Domani si vedrà magari con una soluzione come han fatto con Srebrenica su cui ora si scoprono gli altarini delle complicità di questo massacro.

Un salutone
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da camillobenso »

Mondo

Tunisia, “Is alle porte. Siamo in guerra”
Presidente decreta stato d’emergenza
Chiuse moschee a rischio radicalismo

(Di F. Q.)


http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07 ... o/1843554/
pancho
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Mondo

Tunisia, “Is alle porte. Siamo in guerra”
Presidente decreta stato d’emergenza
Chiuse moschee a rischio radicalismo

(Di F. Q.)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07 ... o/1843554/
Dove sta' questa Europa Unita?

Un salutone
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da camillobenso »

Piano piano stiamo toccando con mano. Non c'è fretta.

Nelle attuale bufalocrazia, poi di fretta c'è ne è ancora meno. Il duce è intento a tenere ben saldo il cadregone, o il cadreghino per altri(vedi Mario Mauro ex ministro della Difesa del governo Letta, sul Fatto del 13/07/2015.

Affrontare il tema della guerra dell'Isis alle porte fa perdere voti, e quindi Bufala Bill, alias Matteo La Qualunque, proprio non ci tiene a perdere voti.

E poi cosa potrebbe dire in materia. Non lo sa nemmeno lui.

Meglio quindi fare finta di niente e mettere la polvere sotto il tappeto.

Tanto ai tricolori va bene così.

Sopportano di tutto.

Hanno sopportato Andrea, Amilcare, Benito per 23 anni, poi Silvietto per 21, Non xe problema.


^^^^^^^

Libia, Farnesina: “Quattro italiani rapiti a Mellitah, sono dipendenti di Bonatti”


Dopo la chiusura dell’ambasciata italiana, il 15 febbraio, il ministero degli Esteri aveva segnalato la situazione di difficoltà invitando tutti i connazionali a lasciare il Paese. Nessuna notizia certa sugli autori del rapimento, ma secondo l'emittente Al-Jazeera si tratta di un gruppo che "probabilmente" fa parte della milizia Jaish al-Qabail (Esercito delle Tribù), ritenuta alleata del generale Khalifa Haftar, nominato a febbraio comandante generale dell’esercito libico dal Parlamento di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale
di F. Q. | 20 luglio 2015



Quattro italiani sono stati rapiti in Libia vicino al compound dell’Eni nella zona di Mellitah, sulla parte orientale della costa.

A diffondere la notizia è stato il ministero degli Esteri, secondo cui i quattro sono dipendenti della società di costruzioni Bonatti.

L’Unità di crisi della Farnesina si è immediatamente attivata per seguire il caso ed è in contatto costante con le famiglie dei connazionali e con l’azienda di Parma, che si occupa della realizzazione di infrastrutture e impianti per l’estrazione e il trasporto di petrolio e del gas.

Dopo la chiusura dell’ambasciata d’Italia in Libia il 15 febbraio, la Farnesina aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del Paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia.

Nessuna notizia certa sugli autori del rapimento, ma secondo l’emittente Al-Jazeera si tratta di un gruppo che “probabilmente” fa parte della milizia Jaish al-Qabail (Esercito delle Tribù), ritenuta alleata del generale Khalifa Haftar, nominato a febbraio comandante generale dell’esercito libico dal Parlamento di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale.

“La zona dove sono stati rapiti gli italiani – ha continuato il corrispondente di Al Jazeera – è stata teatro in passato di violenti scontri tra elementi armati dell’Esercito delle tribù e Fajr Libya, la coalizione di miliziani filo-islamici che detiene il controllo di Tripoli“.

Gentiloni: “Difficile fare ipotesi, stiamo lavorando”

Per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni è al momento “difficile fare ipotesi sugli autori del rapimento”. “Stiamo lavorando con l’intelligence, nella notte abbiamo avvisato la famiglia” ha aggiunto il responsabile della Farnesina, il quale, parlando degli autori del rapimento, ha sottolineato che “è sempre difficile dopo poche ore capire natura e responsabili”, ma in questo caso si tratta una “zona in cui ci sono dei precedenti e dobbiamo concentrarci per ottenere informazioni sul terreno”. Non solo. A sentire Gentiloni il rapimento “conferma la difficoltà di una situazione che resta instabile”, pur essendo stati fatti “dei passi avanti dal lavoro dell’inviato speciale dell’Onu, Bernardino Leon, e ci auguriamo che la componente di Tripoli si unisca all’accordo che è stato raggiunto. Se l’accordo verrà concluso in modo largo, l’Italia sarà impegnata come nazione leader in tutta l’attività di sostegno alla ricostruzione e al consolidamento della Libia”. Le parole di Gentiloni a margine di una riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue oggi a Bruxelles. Nel frattempo, in attesa di notizie più dettagliate, un fascicolo di indagine è stato aperto in Procura, a Roma: l’ipotesi di reato è sequestro di persona a scopo di terrorismo. Il pm ha affidato ai carabinieri del Ros i primi accertamenti per ricostruire quanto accaduto.

Bonatti spa di Parma: ecco di cosa si occupa la ditta dei 4 rapiti

“Almeno per le prossime due ore ci atterremo al comunicato diffuso dalla Farnesina” hanno spiegato dall’Ufficio stampa della Bonatti, che segue la vicenda mantenendo per ora il riserbo sull’identità dei tecnici, ma restando “in contatto con le famiglie” dei dipendenti (nessuno è residente a Parma né nella provincia). In particolare si tratta di quattro tecnici che lavorano presso alcuni impianti petroliferi nord-africani, per attività di sviluppo, trasporto e manutenzione. La Bonatti spa è un general contractor internazionale che ha sede a Parma. Offre, spiega il sito istituzionale della azienda, servizi di ingegneria, costruzione, gestione e manutenzione impianti per l’industria dell’energia e opera in 16 nazioni: Algeria, Austria, Canada, Egitto, Francia, Germania, Iraq, Italia, Kazakhstan, Messico, Mozambico, Romania, Arabia Saudita, Spagna, Turkmenistan e appunto Libia, a Mellitah.

Mellitah vuol dire Greenstream, il gasdotto che rifornisce mezza Europa
Quest’ultima è una località a 60 chilometri da Tripoli, sede della stazione di compressione del gas libico, da dove si diparte Greenstream, il più grande metanodotto sottomarino in esercizio nel Mediterraneo, sui cui fondali, per una lunghezza di 520 chilometri, si posa fino a raggiungere una profondità che supera i 1.100 metri. Il gasdotto, realizzato nei primi anni del 2000, approda al terminale di Gela, in Sicilia, sulla spiaggia a est della raffineria che l’Eni ha chiuso per riconvertirla a centro di produzione di biocarburanti. Fornisce all’Europa 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno: due miliardi per l’Italia e il resto per gli altri paesi, in prevalenza la Francia. Greenstream appartiene a una società mista composta da Eni e dall’agenzia petrolifera libica National Oil Corporation (Noc) ed è uno dei due metanodotti che collegano l’Italia al Nordafrica (l’altro è il gasdotto con l’Algeria). Dopo la caduta di Gheddafi, gruppi armati, tribù e bande si contendono il controllo delle fonti energetiche. Dall’inizio del conflitto libico, per due volte l’Eni ha deciso di fermare il gasdotto e fare rientrare il proprio personale in Italia.

“Forse è un messaggio al governo italiano”

“Dietro il sequestro potrebbero esserci le milizie islamiche di Tripoli”, il cui obiettivo è “fare pressioni sul governo italiano” per il ruolo svolto nei colloqui di pace sulla crisi libica. Parola dell’incaricato d’affari dell’ambasciata libica presso la Santa Sede, Ali Rugibani, in un’intervista ad Aki-Adnkronos International. “Sono stato informato ieri sera del sequestro da Tripoli. Ancora non è chiaro esattamente cosa ci sia dietro né è possibile affermare con certezza chi sono i responsabili” ha detto il diplomatico, secondo cui tra le ipotesi c’è anche la questione delle possibili sanzioni che l’Ue potrebbe imporre ai soggetti che ostacolano il dialogo sostenuto dalle Nazioni Unite. Lo scorso 12 luglio i delegati di Tobruk e Misurata, oltre ai rappresentanti di movimenti indipendenti e municipalità, hanno siglato in Marocco l’accordo di pace e di riconciliazione in Libia proposto dall’Onu. L’intesa non è stata firmata dal Parlamento di Tripoli, controllato dalle milizie islamiche e non riconosciuto dalla comunità internazionale, che invece sostiene quello di Tobruk.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07 ... h/1889030/
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da camillobenso »

UOMINI CONTRO



E' pur vero che i giornali di destra, come dicono da queste parti "ci tettano dentro".

In sostanza dilatano le notizie a regola d'arte.


Ma fino a che punto in questo caso????

Non è il caso di approfondire il tema o si deve solo subire, subire, subire.



Libia, il nostro Afghanistan

Italia sotto attacco: scatta l'allarme terrorismo. Ecco perché la Libia rischia di diventare il nostro Afghanistan


http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 53811.html
camillobenso
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Re: Non abbiamo abbastanza paura: Noi e l'islam

Messaggio da camillobenso »

UOMINI CONTRO


L'Isis non và in ferie.




L'ultima minaccia dell'Isis contro la Libia: "Sgozzeremo i parlamentari"

I jihadisti puntano il dito contro Tobruk e invitano i libici a unirsi alle loro schiere. "La Sharia si implementa con il sangue"

Luca Romano - Lun, 03/08/2015 - 11:06



Le minacce, questa volta, sono indirizzate a Khalifa Haftar e al governo di Tobruk, che dei due governi che al momento esistono in Libia è quello riconosciuto dalla comunità internazionale, in contrapposizione con l'esecutivo islamista di Tripoli.

È un video realizzato dall'Isis e intitolato "Un messaggio da Sirte" a lanciare l'ennesimo avvertimento. L'ultimo di una serie di filmati simili, nel nome e nella tipologia, diffusi nell'arco dell'ultimo anno e destinati ai diversi "nemici" dei jihadisti.

A parlare in questo filmato, lo ricordano anche i media locali, è un tunisino, che viene presentato come Abu Yahya. Il dito è puntato contro Tobruk, contro il generale Khalifa Haftar, che minaccia di sgozzare e contro i parlamentari libici. "Noi non saremo tolleranti", mette in chiaro l'uomo, che apostrofa come atei i membri della Camera.

Nel video anche un invito rivolto a "predicatori e studiosi", perché aiutino a costituire un simulacro di Califfato anche in Libia. E un avvertimento: "La Sharia di Allah non si applica con i fiori ma con lo spargimento di sangue".


http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lib ... 57892.html
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