Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzione?
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
LA CALDA ESTATE DEL 2015
Il problema dei migranti da queste parti è all’ordine del giorno. Qualcuno manifesta seria preoccupazione per il tirare costantemente alla lunga questo specifico problema senza il minimo segnale di impegno da parte di La Qualunque ed il suo compare di poltrona, Alfano.
Stamani, il presidente di Ispo, Renato Mannehimer, ha presentato un sondaggio per Il Tempo (l’ultimo prima di chiudere?) sostenendo, in controtendenza, che il Pd renziano ha perso 10 punti. Si trova intorno al 30%.
Affrontare questo tema significa inevitabilmente perdere voti. Ma a questo punto non fare niente li fa perdere comunque.
A chi è preoccupato, faccio leggere la frase di pancho di qualche giorno fa:
Viaggio tra i veneti infuriati
"Siamo invasi dai profughi"
Giovanni Masini
“Io che vivo da queste parti sento che prossimamente qualcosa di grave succederà.”
Una percezione che li accomuna.
Mentre il Pd perde consenso, ed il M5S tende a crescere di poco, ma cresce, Salvini e la Lega sembrano essersi arrestati.
Si potrebbe pensare che la fascia delle persone che non sopportano i diversi all’interno dello Stivale, sia completata.
Salvini ha portato la Lega dal 3,5% al 16% solo e soltanto perché ha cavalcato il malcontento verso i migranti, parlando alla pancia di elettori di destra.
Sono pochissimi quelli di sinistra che si fanno incantare dal pifferaio dell’Ortica.
Il Giornale, unico tra i giornali italiani, sta portando avanti una sua campagna particolare.
Fatto salvo il diritto di cronaca, Il Giornale spinge la sua informazione senza avanzare ipotesi di soluzioni.
In un clima esplosivo, come ha fatto notare pancho, il quotidiano di Sallusti spinge per aumentare l’incomprensione e l’odio.
Ognuno sta bene a casa sua, a meno che non riesca a sopravvivere.
I dati del 2013, pubblicati nel 2014, ci dicono che 94 mila italiani sono emigrati verso l’estero per trovare una forma di sopravvivenza.
Se l’Italia gli avesse fornito le adeguate possibilità di lavoro è difficile pensare che un numero cospicuo di italiani si rimettessero in pista come avevano fatto in precedenza bisnonni, nonni e padri.
^^^^^^^^
Udine, i profughi protestano perché vogliono stare in hotel
Il capogruppo della Lega alla Camera si sfoga su Facebook dopo il sit-in dei profughi di Udine contro la Croce Rossa: "Basta accoglienza buonista"
Francesco Curridori - Gio, 30/07/2015 - 13:05
“È inaccettabile quanto avvenuto a Udine. Clandestini, perché sono e rimangono clandestini, che protestano perché vogliono essere alloggiati in hotel, perché vogliono almeno 10 lamette a testa per farsi la barba, perché il cibo non è di loro gradimento...".
A scrivere è Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera che, con un post su Facebook ha deciso di commentare così la notizia, apparsa sul Gazzettino Veneto, delle proteste dei profughi contro le modalità d’accoglienza della Croce Rossa.
Stando alla ricostruzione di Fedriga, però, non è affatto vero che siano stati trattati male o che non sia stato previsto per loro un corso di italiano ma anzi “gli operatori della Croce Rossa confermano che è stato fatto ma solo 5 su 17 vi hanno partecipato e gli altri 12 invece giocavano a carte". "Non solo: hanno anche gettato i vestiti ricevuti, come confermano sempre gli operatori della Croce Rossa. Queste persone - prosegue Fedriga - sono state in hotel a Lignano e poi a Forni Avoltri. Adesso non accettano di essere trasferiti in una struttura che non sia un albergo o un camping. È inaccettabile”.
La colpa è del “governo Renzi e la Regione a guida Serracchiani, che permettono questo stanno umiliando i nostri cittadini, soprattutto quelli che vivono la crisi sulla loro pelle.
Stanno mortificando – attacca l’esponente leghista - quelle madri e quei padri che non riescono a garantire il cibo per i loro figli viste le difficoltà economiche che sta vivendo il nostro Paese.
Stanno offendendo quelle persone che non hanno un tetto sotto il quale far vivere la propria famiglia”. Non usa vie di mezzo contro gli ingrati: “I sedicenti migranti che protestano se ne vadano a calci nel sedere. Dovrebbero essere riconoscenti e ringraziare senza dire null'altro, invece si permettono di inscenare sit-in e manifestazioni. Adesso basta! Ridiamo dignità ai nostri cittadini, utilizziamo le risorse per garantire una risposta alla loro necessità.
Basta accoglienza buonista – conclude Fedriga - che sta rendendo i nostri territori invivibili e insicuri.
Prima la nostra gente”.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 56905.html
LA DIRIGENZA DELLA LEGA BENEDICE LA PRESENZA DEI PROFUGHI E DELLE LORO DEFICIENZE.
NON HANNO MIGLIORE OCCASIONE DI PER CERCARE DI CRESCERE.
SE I MIGRANTI DOVESSERO SPARIRE D'INCANTO LA LEGA SI TROVEREBBE IN BRAGHE DI TELA.
Il problema dei migranti da queste parti è all’ordine del giorno. Qualcuno manifesta seria preoccupazione per il tirare costantemente alla lunga questo specifico problema senza il minimo segnale di impegno da parte di La Qualunque ed il suo compare di poltrona, Alfano.
Stamani, il presidente di Ispo, Renato Mannehimer, ha presentato un sondaggio per Il Tempo (l’ultimo prima di chiudere?) sostenendo, in controtendenza, che il Pd renziano ha perso 10 punti. Si trova intorno al 30%.
Affrontare questo tema significa inevitabilmente perdere voti. Ma a questo punto non fare niente li fa perdere comunque.
A chi è preoccupato, faccio leggere la frase di pancho di qualche giorno fa:
Viaggio tra i veneti infuriati
"Siamo invasi dai profughi"
Giovanni Masini
“Io che vivo da queste parti sento che prossimamente qualcosa di grave succederà.”
Una percezione che li accomuna.
Mentre il Pd perde consenso, ed il M5S tende a crescere di poco, ma cresce, Salvini e la Lega sembrano essersi arrestati.
Si potrebbe pensare che la fascia delle persone che non sopportano i diversi all’interno dello Stivale, sia completata.
Salvini ha portato la Lega dal 3,5% al 16% solo e soltanto perché ha cavalcato il malcontento verso i migranti, parlando alla pancia di elettori di destra.
Sono pochissimi quelli di sinistra che si fanno incantare dal pifferaio dell’Ortica.
Il Giornale, unico tra i giornali italiani, sta portando avanti una sua campagna particolare.
Fatto salvo il diritto di cronaca, Il Giornale spinge la sua informazione senza avanzare ipotesi di soluzioni.
In un clima esplosivo, come ha fatto notare pancho, il quotidiano di Sallusti spinge per aumentare l’incomprensione e l’odio.
Ognuno sta bene a casa sua, a meno che non riesca a sopravvivere.
I dati del 2013, pubblicati nel 2014, ci dicono che 94 mila italiani sono emigrati verso l’estero per trovare una forma di sopravvivenza.
Se l’Italia gli avesse fornito le adeguate possibilità di lavoro è difficile pensare che un numero cospicuo di italiani si rimettessero in pista come avevano fatto in precedenza bisnonni, nonni e padri.
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Udine, i profughi protestano perché vogliono stare in hotel
Il capogruppo della Lega alla Camera si sfoga su Facebook dopo il sit-in dei profughi di Udine contro la Croce Rossa: "Basta accoglienza buonista"
Francesco Curridori - Gio, 30/07/2015 - 13:05
“È inaccettabile quanto avvenuto a Udine. Clandestini, perché sono e rimangono clandestini, che protestano perché vogliono essere alloggiati in hotel, perché vogliono almeno 10 lamette a testa per farsi la barba, perché il cibo non è di loro gradimento...".
A scrivere è Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera che, con un post su Facebook ha deciso di commentare così la notizia, apparsa sul Gazzettino Veneto, delle proteste dei profughi contro le modalità d’accoglienza della Croce Rossa.
Stando alla ricostruzione di Fedriga, però, non è affatto vero che siano stati trattati male o che non sia stato previsto per loro un corso di italiano ma anzi “gli operatori della Croce Rossa confermano che è stato fatto ma solo 5 su 17 vi hanno partecipato e gli altri 12 invece giocavano a carte". "Non solo: hanno anche gettato i vestiti ricevuti, come confermano sempre gli operatori della Croce Rossa. Queste persone - prosegue Fedriga - sono state in hotel a Lignano e poi a Forni Avoltri. Adesso non accettano di essere trasferiti in una struttura che non sia un albergo o un camping. È inaccettabile”.
La colpa è del “governo Renzi e la Regione a guida Serracchiani, che permettono questo stanno umiliando i nostri cittadini, soprattutto quelli che vivono la crisi sulla loro pelle.
Stanno mortificando – attacca l’esponente leghista - quelle madri e quei padri che non riescono a garantire il cibo per i loro figli viste le difficoltà economiche che sta vivendo il nostro Paese.
Stanno offendendo quelle persone che non hanno un tetto sotto il quale far vivere la propria famiglia”. Non usa vie di mezzo contro gli ingrati: “I sedicenti migranti che protestano se ne vadano a calci nel sedere. Dovrebbero essere riconoscenti e ringraziare senza dire null'altro, invece si permettono di inscenare sit-in e manifestazioni. Adesso basta! Ridiamo dignità ai nostri cittadini, utilizziamo le risorse per garantire una risposta alla loro necessità.
Basta accoglienza buonista – conclude Fedriga - che sta rendendo i nostri territori invivibili e insicuri.
Prima la nostra gente”.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 56905.html
LA DIRIGENZA DELLA LEGA BENEDICE LA PRESENZA DEI PROFUGHI E DELLE LORO DEFICIENZE.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Certo, hai ragione.camillobenso ha scritto:LA CALDA ESTATE DEL 2015
Il problema dei migranti da queste parti è all’ordine del giorno. Qualcuno manifesta seria preoccupazione per il tirare costantemente alla lunga questo specifico problema senza il minimo segnale di impegno da parte di La Qualunque ed il suo compare di poltrona, Alfano.
Stamani, il presidente di Ispo, Renato Mannehimer, ha presentato un sondaggio per Il Tempo (l’ultimo prima di chiudere?) sostenendo, in controtendenza, che il Pd renziano ha perso 10 punti. Si trova intorno al 30%.
Affrontare questo tema significa inevitabilmente perdere voti. Ma a questo punto non fare niente li fa perdere comunque.
A chi è preoccupato, faccio leggere la frase di pancho di qualche giorno fa:
Viaggio tra i veneti infuriati
"Siamo invasi dai profughi"
Giovanni Masini
“Io che vivo da queste parti sento che prossimamente qualcosa di grave succederà.”
Una percezione che li accomuna.
Mentre il Pd perde consenso, ed il M5S tende a crescere di poco, ma cresce, Salvini e la Lega sembrano essersi arrestati.
Si potrebbe pensare che la fascia delle persone che non sopportano i diversi all’interno dello Stivale, sia completata.
Salvini ha portato la Lega dal 3,5% al 16% solo e soltanto perché ha cavalcato il malcontento verso i migranti, parlando alla pancia di elettori di destra.
Sono pochissimi quelli di sinistra che si fanno incantare dal pifferaio dell’Ortica.
Il Giornale, unico tra i giornali italiani, sta portando avanti una sua campagna particolare.
Fatto salvo il diritto di cronaca, Il Giornale spinge la sua informazione senza avanzare ipotesi di soluzioni.
In un clima esplosivo, come ha fatto notare pancho, il quotidiano di Sallusti spinge per aumentare l’incomprensione e l’odio.
Ognuno sta bene a casa sua, a meno che non riesca a sopravvivere.
I dati del 2013, pubblicati nel 2014, ci dicono che 94 mila italiani sono emigrati verso l’estero per trovare una forma di sopravvivenza.
Se l’Italia gli avesse fornito le adeguate possibilità di lavoro è difficile pensare che un numero cospicuo di italiani si rimettessero in pista come avevano fatto in precedenza bisnonni, nonni e padri.
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Udine, i profughi protestano perché vogliono stare in hotel
Il capogruppo della Lega alla Camera si sfoga su Facebook dopo il sit-in dei profughi di Udine contro la Croce Rossa: "Basta accoglienza buonista"
Francesco Curridori - Gio, 30/07/2015 - 13:05
“È inaccettabile quanto avvenuto a Udine. Clandestini, perché sono e rimangono clandestini, che protestano perché vogliono essere alloggiati in hotel, perché vogliono almeno 10 lamette a testa per farsi la barba, perché il cibo non è di loro gradimento...".
A scrivere è Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera che, con un post su Facebook ha deciso di commentare così la notizia, apparsa sul Gazzettino Veneto, delle proteste dei profughi contro le modalità d’accoglienza della Croce Rossa.
Stando alla ricostruzione di Fedriga, però, non è affatto vero che siano stati trattati male o che non sia stato previsto per loro un corso di italiano ma anzi “gli operatori della Croce Rossa confermano che è stato fatto ma solo 5 su 17 vi hanno partecipato e gli altri 12 invece giocavano a carte". "Non solo: hanno anche gettato i vestiti ricevuti, come confermano sempre gli operatori della Croce Rossa. Queste persone - prosegue Fedriga - sono state in hotel a Lignano e poi a Forni Avoltri. Adesso non accettano di essere trasferiti in una struttura che non sia un albergo o un camping. È inaccettabile”.
La colpa è del “governo Renzi e la Regione a guida Serracchiani, che permettono questo stanno umiliando i nostri cittadini, soprattutto quelli che vivono la crisi sulla loro pelle.
Stanno mortificando – attacca l’esponente leghista - quelle madri e quei padri che non riescono a garantire il cibo per i loro figli viste le difficoltà economiche che sta vivendo il nostro Paese.
Stanno offendendo quelle persone che non hanno un tetto sotto il quale far vivere la propria famiglia”. Non usa vie di mezzo contro gli ingrati: “I sedicenti migranti che protestano se ne vadano a calci nel sedere. Dovrebbero essere riconoscenti e ringraziare senza dire null'altro, invece si permettono di inscenare sit-in e manifestazioni. Adesso basta! Ridiamo dignità ai nostri cittadini, utilizziamo le risorse per garantire una risposta alla loro necessità.
Basta accoglienza buonista – conclude Fedriga - che sta rendendo i nostri territori invivibili e insicuri.
Prima la nostra gente”.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 56905.html
LA DIRIGENZA DELLA LEGA BENEDICE LA PRESENZA DEI PROFUGHI E DELLE LORO DEFICIENZE.
NON HANNO MIGLIORE OCCASIONE DI PER CERCARE DI CRESCERE.
SE I MIGRANTI DOVESSERO SPARIRE D'INCANTO LA LEGA SI TROVEREBBE IN BRAGHE DI TELA.
Se eliminiamo questi problemi non esiste piu trippa per i soliti "gatti". Pero', caro Zione, c'e' un pero dal quale dobbiamo fare chiarezza sopratutto se vogliamo venirne fuori da questo "populismo" che qualcuno cosi definisce.
Dobbiamo verificare se quanto detto dalla Lega friulana sia vero perche altrimenti qui sara' difficile venirne fuori a farci capire dalla gente.
Se e' vero tutto questo,( e non credo sia cosi' difficile verificarlo)siamo davanti a qualcosa che avvalora il malcontento della gente ma se invece tutto questo e' una manovra squallida beh allora bisogna farla "esplodere" e tutti i "populisti" si sgonfieranno immediatamente.
Ma allora fino a prova contraria e' normale che la gente si lamenti di questa situazione e, come dice Zaia, impossibile che molti di questi arrivino per fame se poi vedi buttare i generi alimentari .
Se diamo per vero che tutto questo accada e nessuno poi riesce a dare prova contraria, come potrei permettermi io stesso di dissentire con le affermazioni di costoro fra i quali Fedriga?
Io sono una singola persona che proviene da origini ben diverse da quelle di alcuni leghisti di zona ma difronte a questo con quale motivo posso contrastarli?
Ma se mi e' difficile farlo io e sapendo pure qual'e' la mentalità politica di questo stivale, si arriva facilmente a fare le somme.
I vari Mattei o Grillo non nascono per caso ma sono il frutto di mancanza di risposte anche da parte della sinistra. Retaggi politici di un tempo in cui si poteva giustificare qualsiasi errore fatto dal mondo operaio poiche a confronto delle grandi ruberie queste erano solo inezie.
Retaggi che ancor oggi esistono ma che non hanno niente a che fare con la sinistra(da non confondere col concetto cristiano che chi e' senza peccato scagli la prima pietra) che antepone la tua onesta per poter sconfiggere la disonesta di altri piccola o grande che sia.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
LA CALDA ESTATE DEL 2015
Caro pancho,
siamo all’interno di un grande trappolone.
Dobbiamo verificare se quanto detto dalla Lega friulana sia vero perche altrimenti qui sara' difficile venirne fuori a farci capire dalla gente.
Se e' vero tutto questo,( e non credo sia cosi' difficile verificarlo)siamo davanti a qualcosa che avvalora il malcontento della gente ma se invece tutto questo e' una manovra squallida beh allora bisogna farla "esplodere" e tutti i "populisti" si sgonfieranno immediatamente.
Ma allora fino a prova contraria e' normale che la gente si lamenti di questa situazione e, come dice Zaia, impossibile che molti di questi arrivino per fame se poi vedi buttare i generi alimentari
Ecc., ecc., ecc.
Purtroppo, a governare questo evento straordinario abbiamo la coppia La Qualunque – Alfano. Non di certo all’altezza di questo compito.
Quando un mese e mezzo fa Alfano ha impartito la direttiva che le Regioni del Nord dovevano accogliere i nuovi migranti perché i Centri di raccolta del Sud erano al collasso, il disastro era assicurato.
Era un modo spiccio per riversare il problema su altri. Nel caso specifico i Prefetti.
Ma non spettava ai Prefetti di risolvere il problema generale. Era compito dello stesso Alfano, ma non adesso. Doveva essere predisposto molti mesi prima.
Ma non potevi aspettarti che la premiata coppia arrivasse a tanto.
Il Kaiser Merkel, ad esempio, ha dovuto a suo tempo verificare il numero degli arrivi in Germania perché i conti non tornavano.
Da soliti furbi all’italiana, la strana coppia, ha lasciato che i migranti fuggissero alla chetichella e raggiungessero le destinazioni europee.
Più di una volta i vari talk che si sono occupati di migranti hanno proiettato filmati dimostrando come fosse facile superare muri e cancellate dei Centri del Sud dove i migranti venivano raccolti.
Che se li grattino i Paesi del Nord Europa. La classica soluzione all’italiana in questi casi.
Quando frau Angela si è lamentata, hanno dovuto cambiare musica. Allora hanno scelto di addossare al Nord impreparato il compito di provvedere.
Tanto che nella tua città, una ventina di giorni fa, un Prefetto donna, ha sbagliato a sistemare i profughi in un edificio civile ed è venuto fuori un casino.
La Qualunque non ci ha pensato su due volte ed ha chiesto la testa del Prefetto.
Troppa fatica per Alfano ed il suo ministero predisporre un piano nazionale per sistemazioni temporanee in aree o edifici dismessi, come caserme ed affini.
Certo, poi per sistemarli ci sarebbero voluti soldi che non c’erano, ma non si doveva farlo sapere, perché noi andiamo avanti a balle propagandistiche, esattamente come sotto il fascismo.
Nel marzo del 2014, i Tg e i media della carta stampata, hanno sparato in pompa magna la supercazzola di La Qualunque, in cui si impegnava di saldare tutti i debiti dello Stato verso le aziende creditrici italiane entro il luglio dello stesso anno.
Non se ne è saputo più niente, e solo stamani ad Agorà è venuto fuori che il debito nel frattempo si è ricostituito, ed ammonta a 65 miliardi di euro.
Intanto le imprese falliscono, mentre la propaganda è impegnata a far entrare nella testa degli italiani che la ripresa è partita.
In Europa non veniamo considerati perché siamo nessuno e siamo rappresentati da nessuno.
Da lì non possiamo aspettarci niente.
Le notizie dei morti in mare giungono anche a coloro che sono in viaggio o che si accingono a partire dai loro Paesi.
Se partono lo stesso rischiando la morte qualcosa vuole dire. E le partenze e gli sbarchi continueranno ancora.
Questa è notizia di ieri.
Sbarcati oltre mille migranti: 453 a Messina, ci sono anche ...
http://www.palermomania.it › DALL'ITALIA
16:52 POLITICA Crocetta contro Zaia: «Basta con gli attacchi, i 500mln ci spettano» ... Sbarcati oltre mille migranti: 453 a Messina, ci sono anche 14 morti ... mentre a Reggio Calabria è approdata la nave Bourbon Argos con 692 profughi. ... di Palermomania.it | Articolo inserito il: 29/07/2015 - 12:33 | Articolo letto 91 volte.
I pochi morti poi non fanno più notizia. Oramai ci si abitua. Adesso siamo quasi alle migliaia di morti per attirare l’attenzione.
I legaioli xenofobi, puntano la propaganda sul fatto che siano adulti. Se scappi dalla guerra perché non ti porti la famiglia?
Ma come cita anche l’articolo, spesso non è così:
Tra i 453 immigranti di varie nazionalità ci sono tantissimi bambini. Ad accoglierli, medici dell'Asp, personale della Croce Rossa, volontari, Capitaneria di porto e forze dell'ordine. Le prime a scendere dalla nave sono le donne con in braccio i bambini più piccoli. Da una prima stima, le donne sarebbero una settantina e i minori una sessantina. - See more at: http://www.palermomania.it/news.php?id= ... dD9nZ.dpuf
Io che mi guardo tutti talk non Mediaset, non sento un politico od un giornalista accennare al fatto che vanno fermati a casa loro.
Ma dato che Europa ed Usa si stanno comportando ancora da colonialisti come nei secoli precedenti, attraverso le aziende di Stato e le multinazionali, dato che lo sfruttamento deve continuare attraverso la collaborazione di dittatori o presidenti corrotti che pensano solo ad arricchirsi in modo smisurato, nessuno dice niente.
Alla fine gli italiani che fanno finta di lamentarsi, si comportano tutti come la famiglia Chiocca.
https://www.youtube.com/watch?v=ltFgYASod-U
Quando giriamo l’interruttore del gas per scaldarci il latte al mattino, o la pastasciutta a mezzogiorno, non pensiamo mai da dove arriva. Non di certo da Piazza del Duomo a Milano.
Lo stesso per il petrolio od altre materie prime.
Senza tenere conto che se le fabbriche della Val Trompia che sostengono ed alimentano le guerre d’Africa, dovessero chiudere aumenterebbe la disoccupazione.
Salvini si guarda bene di creare disoccupazione in Val Trompia. Perderebbe un sacco di voti.
E allora via con la tragicommedia dove ci guadagnano tutti.
Caro pancho,
siamo all’interno di un grande trappolone.
Dobbiamo verificare se quanto detto dalla Lega friulana sia vero perche altrimenti qui sara' difficile venirne fuori a farci capire dalla gente.
Se e' vero tutto questo,( e non credo sia cosi' difficile verificarlo)siamo davanti a qualcosa che avvalora il malcontento della gente ma se invece tutto questo e' una manovra squallida beh allora bisogna farla "esplodere" e tutti i "populisti" si sgonfieranno immediatamente.
Ma allora fino a prova contraria e' normale che la gente si lamenti di questa situazione e, come dice Zaia, impossibile che molti di questi arrivino per fame se poi vedi buttare i generi alimentari
Ecc., ecc., ecc.
Purtroppo, a governare questo evento straordinario abbiamo la coppia La Qualunque – Alfano. Non di certo all’altezza di questo compito.
Quando un mese e mezzo fa Alfano ha impartito la direttiva che le Regioni del Nord dovevano accogliere i nuovi migranti perché i Centri di raccolta del Sud erano al collasso, il disastro era assicurato.
Era un modo spiccio per riversare il problema su altri. Nel caso specifico i Prefetti.
Ma non spettava ai Prefetti di risolvere il problema generale. Era compito dello stesso Alfano, ma non adesso. Doveva essere predisposto molti mesi prima.
Ma non potevi aspettarti che la premiata coppia arrivasse a tanto.
Il Kaiser Merkel, ad esempio, ha dovuto a suo tempo verificare il numero degli arrivi in Germania perché i conti non tornavano.
Da soliti furbi all’italiana, la strana coppia, ha lasciato che i migranti fuggissero alla chetichella e raggiungessero le destinazioni europee.
Più di una volta i vari talk che si sono occupati di migranti hanno proiettato filmati dimostrando come fosse facile superare muri e cancellate dei Centri del Sud dove i migranti venivano raccolti.
Che se li grattino i Paesi del Nord Europa. La classica soluzione all’italiana in questi casi.
Quando frau Angela si è lamentata, hanno dovuto cambiare musica. Allora hanno scelto di addossare al Nord impreparato il compito di provvedere.
Tanto che nella tua città, una ventina di giorni fa, un Prefetto donna, ha sbagliato a sistemare i profughi in un edificio civile ed è venuto fuori un casino.
La Qualunque non ci ha pensato su due volte ed ha chiesto la testa del Prefetto.
Troppa fatica per Alfano ed il suo ministero predisporre un piano nazionale per sistemazioni temporanee in aree o edifici dismessi, come caserme ed affini.
Certo, poi per sistemarli ci sarebbero voluti soldi che non c’erano, ma non si doveva farlo sapere, perché noi andiamo avanti a balle propagandistiche, esattamente come sotto il fascismo.
Nel marzo del 2014, i Tg e i media della carta stampata, hanno sparato in pompa magna la supercazzola di La Qualunque, in cui si impegnava di saldare tutti i debiti dello Stato verso le aziende creditrici italiane entro il luglio dello stesso anno.
Non se ne è saputo più niente, e solo stamani ad Agorà è venuto fuori che il debito nel frattempo si è ricostituito, ed ammonta a 65 miliardi di euro.
Intanto le imprese falliscono, mentre la propaganda è impegnata a far entrare nella testa degli italiani che la ripresa è partita.
In Europa non veniamo considerati perché siamo nessuno e siamo rappresentati da nessuno.
Da lì non possiamo aspettarci niente.
Le notizie dei morti in mare giungono anche a coloro che sono in viaggio o che si accingono a partire dai loro Paesi.
Se partono lo stesso rischiando la morte qualcosa vuole dire. E le partenze e gli sbarchi continueranno ancora.
Questa è notizia di ieri.
Sbarcati oltre mille migranti: 453 a Messina, ci sono anche ...
http://www.palermomania.it › DALL'ITALIA
16:52 POLITICA Crocetta contro Zaia: «Basta con gli attacchi, i 500mln ci spettano» ... Sbarcati oltre mille migranti: 453 a Messina, ci sono anche 14 morti ... mentre a Reggio Calabria è approdata la nave Bourbon Argos con 692 profughi. ... di Palermomania.it | Articolo inserito il: 29/07/2015 - 12:33 | Articolo letto 91 volte.
I pochi morti poi non fanno più notizia. Oramai ci si abitua. Adesso siamo quasi alle migliaia di morti per attirare l’attenzione.
I legaioli xenofobi, puntano la propaganda sul fatto che siano adulti. Se scappi dalla guerra perché non ti porti la famiglia?
Ma come cita anche l’articolo, spesso non è così:
Tra i 453 immigranti di varie nazionalità ci sono tantissimi bambini. Ad accoglierli, medici dell'Asp, personale della Croce Rossa, volontari, Capitaneria di porto e forze dell'ordine. Le prime a scendere dalla nave sono le donne con in braccio i bambini più piccoli. Da una prima stima, le donne sarebbero una settantina e i minori una sessantina. - See more at: http://www.palermomania.it/news.php?id= ... dD9nZ.dpuf
Io che mi guardo tutti talk non Mediaset, non sento un politico od un giornalista accennare al fatto che vanno fermati a casa loro.
Ma dato che Europa ed Usa si stanno comportando ancora da colonialisti come nei secoli precedenti, attraverso le aziende di Stato e le multinazionali, dato che lo sfruttamento deve continuare attraverso la collaborazione di dittatori o presidenti corrotti che pensano solo ad arricchirsi in modo smisurato, nessuno dice niente.
Alla fine gli italiani che fanno finta di lamentarsi, si comportano tutti come la famiglia Chiocca.
https://www.youtube.com/watch?v=ltFgYASod-U
Quando giriamo l’interruttore del gas per scaldarci il latte al mattino, o la pastasciutta a mezzogiorno, non pensiamo mai da dove arriva. Non di certo da Piazza del Duomo a Milano.
Lo stesso per il petrolio od altre materie prime.
Senza tenere conto che se le fabbriche della Val Trompia che sostengono ed alimentano le guerre d’Africa, dovessero chiudere aumenterebbe la disoccupazione.
Salvini si guarda bene di creare disoccupazione in Val Trompia. Perderebbe un sacco di voti.
E allora via con la tragicommedia dove ci guadagnano tutti.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Quindi dovevano prenderseli tutti l'Italia, conla cris economica e il debito che agli stati del nord Europa non piace? E ancora di meno può accoglierli il sud Italia che è ai livelli peggiori della Grecia (anche se non mi fido più di questi pseudosondaggi).camillobenso ha scritto:LA CALDA ESTATE DEL 2015
Che se li grattino i Paesi del Nord Europa. La classica soluzione all’italiana in questi casi.
Quando frau Angela si è lamentata, hanno dovuto cambiare musica. Allora hanno scelto di addossare al Nord impreparato il compito di provvedere.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
camillobenso ha scritto:LA CALDA ESTATE DEL 2015
Caro pancho,
siamo all’interno di un grande trappolone.
Dobbiamo verificare se quanto detto dalla Lega friulana sia vero perche altrimenti qui sara' difficile venirne fuori a farci capire dalla gente.
Se e' vero tutto questo,( e non credo sia cosi' difficile verificarlo)siamo davanti a qualcosa che avvalora il malcontento della gente ma se invece tutto questo e' una manovra squallida beh allora bisogna farla "esplodere" e tutti i "populisti" si sgonfieranno immediatamente.
Ma allora fino a prova contraria e' normale che la gente si lamenti di questa situazione e, come dice Zaia, impossibile che molti di questi arrivino per fame se poi vedi buttare i generi alimentari
Ecc., ecc., ecc.
Purtroppo, a governare questo evento straordinario abbiamo la coppia La Qualunque – Alfano. Non di certo all’altezza di questo compito.
Quando un mese e mezzo fa Alfano ha impartito la direttiva che le Regioni del Nord dovevano accogliere i nuovi migranti perché i Centri di raccolta del Sud erano al collasso, il disastro era assicurato.
Era un modo spiccio per riversare il problema su altri. Nel caso specifico i Prefetti.
Ma non spettava ai Prefetti di risolvere il problema generale. Era compito dello stesso Alfano, ma non adesso. Doveva essere predisposto molti mesi prima.
Ma non potevi aspettarti che la premiata coppia arrivasse a tanto.
Il Kaiser Merkel, ad esempio, ha dovuto a suo tempo verificare il numero degli arrivi in Germania perché i conti non tornavano.
Da soliti furbi all’italiana, la strana coppia, ha lasciato che i migranti fuggissero alla chetichella e raggiungessero le destinazioni europee.
Più di una volta i vari talk che si sono occupati di migranti hanno proiettato filmati dimostrando come fosse facile superare muri e cancellate dei Centri del Sud dove i migranti venivano raccolti.
Che se li grattino i Paesi del Nord Europa. La classica soluzione all’italiana in questi casi.
Quando frau Angela si è lamentata, hanno dovuto cambiare musica. Allora hanno scelto di addossare al Nord impreparato il compito di provvedere.
Tanto che nella tua città, una ventina di giorni fa, un Prefetto donna, ha sbagliato a sistemare i profughi in un edificio civile ed è venuto fuori un casino.
La Qualunque non ci ha pensato su due volte ed ha chiesto la testa del Prefetto.
Troppa fatica per Alfano ed il suo ministero predisporre un piano nazionale per sistemazioni temporanee in aree o edifici dismessi, come caserme ed affini.
Certo, poi per sistemarli ci sarebbero voluti soldi che non c’erano, ma non si doveva farlo sapere, perché noi andiamo avanti a balle propagandistiche, esattamente come sotto il fascismo.
Nel marzo del 2014, i Tg e i media della carta stampata, hanno sparato in pompa magna la supercazzola di La Qualunque, in cui si impegnava di saldare tutti i debiti dello Stato verso le aziende creditrici italiane entro il luglio dello stesso anno.
Non se ne è saputo più niente, e solo stamani ad Agorà è venuto fuori che il debito nel frattempo si è ricostituito, ed ammonta a 65 miliardi di euro.
Intanto le imprese falliscono, mentre la propaganda è impegnata a far entrare nella testa degli italiani che la ripresa è partita.
In Europa non veniamo considerati perché siamo nessuno e siamo rappresentati da nessuno.
Da lì non possiamo aspettarci niente.
Le notizie dei morti in mare giungono anche a coloro che sono in viaggio o che si accingono a partire dai loro Paesi.
Se partono lo stesso rischiando la morte qualcosa vuole dire. E le partenze e gli sbarchi continueranno ancora.
Questa è notizia di ieri.
Sbarcati oltre mille migranti: 453 a Messina, ci sono anche ...
http://www.palermomania.it › DALL'ITALIA
16:52 POLITICA Crocetta contro Zaia: «Basta con gli attacchi, i 500mln ci spettano» ... Sbarcati oltre mille migranti: 453 a Messina, ci sono anche 14 morti ... mentre a Reggio Calabria è approdata la nave Bourbon Argos con 692 profughi. ... di Palermomania.it | Articolo inserito il: 29/07/2015 - 12:33 | Articolo letto 91 volte.
I pochi morti poi non fanno più notizia. Oramai ci si abitua. Adesso siamo quasi alle migliaia di morti per attirare l’attenzione.
I legaioli xenofobi, puntano la propaganda sul fatto che siano adulti. Se scappi dalla guerra perché non ti porti la famiglia?
Ma come cita anche l’articolo, spesso non è così:
Tra i 453 immigranti di varie nazionalità ci sono tantissimi bambini. Ad accoglierli, medici dell'Asp, personale della Croce Rossa, volontari, Capitaneria di porto e forze dell'ordine. Le prime a scendere dalla nave sono le donne con in braccio i bambini più piccoli. Da una prima stima, le donne sarebbero una settantina e i minori una sessantina. - See more at: http://www.palermomania.it/news.php?id= ... dD9nZ.dpuf
Io che mi guardo tutti talk non Mediaset, non sento un politico od un giornalista accennare al fatto che vanno fermati a casa loro.
Ma dato che Europa ed Usa si stanno comportando ancora da colonialisti come nei secoli precedenti, attraverso le aziende di Stato e le multinazionali, dato che lo sfruttamento deve continuare attraverso la collaborazione di dittatori o presidenti corrotti che pensano solo ad arricchirsi in modo smisurato, nessuno dice niente.
Alla fine gli italiani che fanno finta di lamentarsi, si comportano tutti come la famiglia Chiocca.
https://www.youtube.com/watch?v=ltFgYASod-U
Quando giriamo l’interruttore del gas per scaldarci il latte al mattino, o la pastasciutta a mezzogiorno, non pensiamo mai da dove arriva. Non di certo da Piazza del Duomo a Milano.
Lo stesso per il petrolio od altre materie prime.
Senza tenere conto che se le fabbriche della Val Trompia che sostengono ed alimentano le guerre d’Africa, dovessero chiudere aumenterebbe la disoccupazione.
Salvini si guarda bene di creare disoccupazione in Val Trompia. Perderebbe un sacco di voti.
E allora via con la tragicommedia dove ci guadagnano tutti.
Purtroppo e' cosi ma almeno noi dobbiamo essere chiari su questo.Caro pancho,
siamo all’interno di un grande trappolone.
Col buonismo e/o con l'accoglienza a tutti i costi non si fa politica. Si risolve un problema momentaneo ma se la situazione continua si fa piu danni che benefici.
E' un po' come l'assistenzialismo adottato verso il sud.
E' piu facicle aspettare che ti passino qualcosa piuttosto farsi su le maniche e se esistono delle difficolta' essere i primi a darsi da fare. La vera politica si fa con i programmi a breve e lungo tempo atti a modificare le strutture che sono causa di problemi.
Tutto il resto e' carita umana che puo servire per sentirsi meno in colpa ma non risolve alcun problema e non aiuta nemmeno i paesi poveri a conquistarsi le loro avvenine.
Certo, come facciamo notare noi, non si puo avere la botte piena e la moglie ubriaca. Queste son le conseguenze dello sfruttamento da parte dell'occidente ma vivaiddio come si puo pretendere che la gente non protesti anche se queste non fa analisi accurate sul perche' di tutto questo?
Ma, mi chiedo ancora, siamo proprio sicuri che la gente non sia cosciente che per risolvere tutto questo bisogna portare industrie ed altro in questi paesi magari eliminando alcuni ns. superflui consumi?
Il problema a questo punto si allargherebbe a dismisura poiche porrebbe un problema centrale e cioe quello dell'occupazione sul quale nessuno osa discutere ma che prima o poi scoppiera' di sicuro poiche il contenimento dei consumi superflui ricadrebbe sull'occupazione. ma quale altra soluzione ci sarebbe se non quella di lavorare meno lavorare tutti e di una piu' equa distribuzione degli utili?
Non far affrontare anche nei talk questi problemi questo fa si che l'ignoranza in merito continui ma poi non si puo pretendere che non scoppino le proteste magari per disinformazione sulle cause di tutto questo?
Ora tutto questo e' diventato un cavallo di battaglia della lega anche se poi non approfondisce il problema sulle eventuali conseguenze nel creare una struttura forte in questi paesi che potrebbero influire sul ns, modo di vivere.
Questa si ferma a 3/4 poiche l'altro 1/3 e' quello piu difficile. Questo lo capisco ma allora che sta a fare la sinistra? Conviene pure a lei tutto sommato e lascia che ogni tanto siano gli ultimi a rovesciare i piatti per la rabbia accumulata?
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Avete letto "Fame e Povertà" ? Vi dà la risposta , ma L'Europa pensa ad altro.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
MI domando fino a quando avremo sbarchi di immigrati.Questa storia finira mai?
Le gente comincia a incazzarsi, e comincia a essere stanca.
Ciao
Paolo11
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
LA CALDA ESTATE DEL 2015
Questa si ferma a 3/4 poiche l'altro 1/3 e' quello piu difficile. Questo lo capisco ma allora che sta a fare la sinistra? Conviene pure a lei tutto sommato e lascia che ogni tanto siano gli ultimi a rovesciare i piatti per la rabbia accumulata?
pancho, 3 post sopra questo.
Partendo da questa riflessione, rispondo, "in parte", a pancho su quel "ma allora che ci sta a fare la sinistra" con un intervento di oggi di Aldo Giannuli su LIBRE, in un articolo dal titolo:
Giannuli: sinistra, non vali niente. Facci un favore, sparisci
Titolo piuttosto perentorio e lapidario.
Aldo Giannuli é un nome poco noto nel circuito tradizionale della sinistra. E' noto solo ai circuiti tradizionali della sinistra politicante.
Scrive tra le altre cose Giannuli:
Cara sinistra, facci una cortesia: sparisci. C’è bisogno di politici utili, che capiscano la crisi, e quindi che leggano e studino. Vendola e compagni? Possono accomodarsi all’uscita, nessuno ne sentirà la mancanza. Non uno, a sinistra del Pd, che abbia la capacità di fare un’analisi seria: cos’è davvero l’Unione Europea, cos’è la prigione dell’euro. Ecco perché non si vedono soluzioni all’orizzonte, neppure da parte dei grillini. Ed ecco spiegato il perché di tanta passione nel difendere Tispras: evidentemente, farebbero esattamente come lui (in Italia, si accontenterebbero di qualche poltrona elemosinata dal Pd). E’ impietoso, Aldo Giannuli, nei confronti dell’ex “sinistra radicale”, che ora si agita attorno a Sel per tentare di creare un nuovo polo, «senza idee su nulla e con un errore capitale, la fedeltà all’Ue». Durissimo, il politologo dell’ateneo milanese, già dirigente del Prc: non solo questa sinistra è compleamente inutile, ma è anche dannosa, perché confonde gli elettori e non aiuta l’Italia a vedere la luce oltre il tunnel della crisi. Prima spariscono, tutti quanti, e meglio è.
e più sotto:
Siamo nel 2015: com’è possibile dire ancora, seriamente, tante idiozie? Semplice: «Questi signori non leggono un accidenti, non sanno niente e non gli importa nulla di sapere qualcosa», scrive Giannuli. «Il loro “pensiero” politico si forma fra un articolo di “Repubblica”, una chiacchierata nella terrazza romana della signora Fulvia, un incontro alla bouvette di Montecitorio con un giornalista “bene informato” e, quando va bene, qualche veloce consultazione di Wikipedia. Mai la lettura di un libro, un seminario di studio, un convegno». Da tempo immemorabile, continua Giannuli, non compare una rivista teorica, non si fa Landiniuna iniziativa di formazione, non si discute un documento politico di respiro, non si verifica un dibattito di qualche dignità. «Il risultato è un certo politico di cialtroncelli, che non sanno nulla e non pensano nulla, ma hanno solo il problema di vivere della rendita di qualche incarico istituzionale. E non sarebbe meglio che una cosa del genere sparisse definitivamente?».
La sparizione storica della sinistra radicale – quella vera – era uno dei capisaldi del famigerato Memorandum di Lewis Powell, avvocato di Wall Street, ingaggiati già all’inizio degli anni ‘70 per liquidare i sindacati e la sinistra dei diritti, anche attraverso “istituzioni” come la Trilaterale e il Wto. Ora siamo al Ttip, e l’Europa fino a ieri ricchissima è letteralmente devastata dall’euro, ma né Tsipras né i suoi emuli italiani vedono il problema, nonostante il martirio della Grecia e la crisi che devasta l’Italia, la Spagna, il Portogallo, la Francia. Né si può sperare in una vera alternativa da parte dei pur volenterosi 5 Stelle: nonostante gli appelli ad approfondire le ragioni della crisi economica, verso una necessaria svolta sovranista, agli italiani non pervengono piani alternativi al rigore cieco. «Sono convinto – scrive Giannuli – che il M5S stia procedendo troppo lentamente nel processo di maturazione e stia facendo sciocchezze come la proposta del reddito di cittadinanza (solenne fesseria, peraltro condivisa da Sel, da Landini e, suppongo, anche da Rifondazione). Anche questo è il frutto di questo modo impressionistico e facilone di far politica e sono convinto che se il M5S non si dà una mossa, iniziando a fare più sul serio, non ha un grande futuro davanti a sé. Non si può vivere sempre di rendita delle brutture che fanno i governi in carica».
Testo intero in :
http://www.libreidee.org/2015/08/giannu ... -sparisci/
Quindi, caro pancho, al di là del pensiero del solo Giannuli, la sinistra non è in grado di poter dare una risposta ad un problema, oggi diventato primario con altri, riguardante i migranti.
Rimane sempre valido il vecchio detto meneghino:
Cent co, cent crap,.............
che singnifica:
Cento persone che pensano nella stessa maniera fanno cento belle idee,
Cento persone che pensano tutte in maniera diversa faranno anche duecento idee, ma nessuna accettabile per andare d'accordo tutti.
Questa si ferma a 3/4 poiche l'altro 1/3 e' quello piu difficile. Questo lo capisco ma allora che sta a fare la sinistra? Conviene pure a lei tutto sommato e lascia che ogni tanto siano gli ultimi a rovesciare i piatti per la rabbia accumulata?
pancho, 3 post sopra questo.
Partendo da questa riflessione, rispondo, "in parte", a pancho su quel "ma allora che ci sta a fare la sinistra" con un intervento di oggi di Aldo Giannuli su LIBRE, in un articolo dal titolo:
Giannuli: sinistra, non vali niente. Facci un favore, sparisci
Titolo piuttosto perentorio e lapidario.
Aldo Giannuli é un nome poco noto nel circuito tradizionale della sinistra. E' noto solo ai circuiti tradizionali della sinistra politicante.
Scrive tra le altre cose Giannuli:
Cara sinistra, facci una cortesia: sparisci. C’è bisogno di politici utili, che capiscano la crisi, e quindi che leggano e studino. Vendola e compagni? Possono accomodarsi all’uscita, nessuno ne sentirà la mancanza. Non uno, a sinistra del Pd, che abbia la capacità di fare un’analisi seria: cos’è davvero l’Unione Europea, cos’è la prigione dell’euro. Ecco perché non si vedono soluzioni all’orizzonte, neppure da parte dei grillini. Ed ecco spiegato il perché di tanta passione nel difendere Tispras: evidentemente, farebbero esattamente come lui (in Italia, si accontenterebbero di qualche poltrona elemosinata dal Pd). E’ impietoso, Aldo Giannuli, nei confronti dell’ex “sinistra radicale”, che ora si agita attorno a Sel per tentare di creare un nuovo polo, «senza idee su nulla e con un errore capitale, la fedeltà all’Ue». Durissimo, il politologo dell’ateneo milanese, già dirigente del Prc: non solo questa sinistra è compleamente inutile, ma è anche dannosa, perché confonde gli elettori e non aiuta l’Italia a vedere la luce oltre il tunnel della crisi. Prima spariscono, tutti quanti, e meglio è.
e più sotto:
Siamo nel 2015: com’è possibile dire ancora, seriamente, tante idiozie? Semplice: «Questi signori non leggono un accidenti, non sanno niente e non gli importa nulla di sapere qualcosa», scrive Giannuli. «Il loro “pensiero” politico si forma fra un articolo di “Repubblica”, una chiacchierata nella terrazza romana della signora Fulvia, un incontro alla bouvette di Montecitorio con un giornalista “bene informato” e, quando va bene, qualche veloce consultazione di Wikipedia. Mai la lettura di un libro, un seminario di studio, un convegno». Da tempo immemorabile, continua Giannuli, non compare una rivista teorica, non si fa Landiniuna iniziativa di formazione, non si discute un documento politico di respiro, non si verifica un dibattito di qualche dignità. «Il risultato è un certo politico di cialtroncelli, che non sanno nulla e non pensano nulla, ma hanno solo il problema di vivere della rendita di qualche incarico istituzionale. E non sarebbe meglio che una cosa del genere sparisse definitivamente?».
La sparizione storica della sinistra radicale – quella vera – era uno dei capisaldi del famigerato Memorandum di Lewis Powell, avvocato di Wall Street, ingaggiati già all’inizio degli anni ‘70 per liquidare i sindacati e la sinistra dei diritti, anche attraverso “istituzioni” come la Trilaterale e il Wto. Ora siamo al Ttip, e l’Europa fino a ieri ricchissima è letteralmente devastata dall’euro, ma né Tsipras né i suoi emuli italiani vedono il problema, nonostante il martirio della Grecia e la crisi che devasta l’Italia, la Spagna, il Portogallo, la Francia. Né si può sperare in una vera alternativa da parte dei pur volenterosi 5 Stelle: nonostante gli appelli ad approfondire le ragioni della crisi economica, verso una necessaria svolta sovranista, agli italiani non pervengono piani alternativi al rigore cieco. «Sono convinto – scrive Giannuli – che il M5S stia procedendo troppo lentamente nel processo di maturazione e stia facendo sciocchezze come la proposta del reddito di cittadinanza (solenne fesseria, peraltro condivisa da Sel, da Landini e, suppongo, anche da Rifondazione). Anche questo è il frutto di questo modo impressionistico e facilone di far politica e sono convinto che se il M5S non si dà una mossa, iniziando a fare più sul serio, non ha un grande futuro davanti a sé. Non si può vivere sempre di rendita delle brutture che fanno i governi in carica».
Testo intero in :
http://www.libreidee.org/2015/08/giannu ... -sparisci/
Quindi, caro pancho, al di là del pensiero del solo Giannuli, la sinistra non è in grado di poter dare una risposta ad un problema, oggi diventato primario con altri, riguardante i migranti.
Rimane sempre valido il vecchio detto meneghino:
Cent co, cent crap,.............
che singnifica:
Cento persone che pensano nella stessa maniera fanno cento belle idee,
Cento persone che pensano tutte in maniera diversa faranno anche duecento idee, ma nessuna accettabile per andare d'accordo tutti.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
LA CALDA ESTATE DEL 2015
Il punto di vista di Ernesto Galli Della Loggia:
Sui migranti non servono sermoni
di Ernesto Galli della Loggia
L’Italia è un Paese con una forte disoccupazione e un alto indice di povertà. Sono molti gli italiani che vivono male, in abitazioni insufficienti, che anche se hanno un lavoro non sanno come arrivare alla fine del mese, e non godono di nessun aiuto pubblico. Stando così le cose è mai ammissibile che l’Italia abbia davvero bisogno di vedersi arrivare decine di migliaia di immigrati, e che possa permettersi di impiegare le sue risorse per accoglierli? Non solo, ma dopo quanto è accaduto in Gran Bretagna e in Francia, con i giovani africani e asiatici di seconda generazione convertitisi allo jihadismo islamico e al terrorismo, è davvero ancora possibile credere all’integrazione?
Non sono io a fare queste domande. Me le hanno rivolte, in tono spesso infuriato, i lettori del Corriere : dai quali non ho mai ricevuto una quantità di lettere così critiche come quando ho scritto qualche settimana fa un articolo sulla necessità di far posto in Italia agli immigrati e ai rifugiati, praticando a loro favore una larga politica d’integrazione ( Corriere , «Il realismo saggio sui migranti», 25 giugno).
Bene: alle domande critiche di cui sopra o ad altre analoghe potrei rispondere ribadendo più o meno le mie ragioni. Ma non voglio farlo, perché penso che ciò servirebbe solo a tacitare, almeno sulla carta, le ragioni dei lettori dissenzienti, che invece esistono e sono l’espressione di problemi e disagi reali, molto reali. Penso che sia più giusto, dunque, cercare di capire che cosa ci dicono tali ragioni, che cosa chiedono, per quali problemi domandano una soluzione. C hi protesta contro l’immigrazione lo fa mosso in genere da due stati d’animo molto forti: il senso d’insicurezza e il bisogno di eguaglianza.
L’insicurezza è prodotta dal vedere un estraneo comportarsi senza alcun riguardo verso la comunità di cui si fa parte. Per esempio orinare a proprio piacere contro i muri, ubriacarsi e schiamazzare a perdifiato, non pagare il biglietto sui mezzi pubblici, accamparsi nei parchi cittadini, vendere dovunque merce contraffatta, invadere gli spazi comuni (stazioni, marciapiedi) per dedicarsi apertamente al taccheggio, o tenere analoghi comportamenti: e però venendo sanzionato, bene che vada, solo una volta su mille. Per simili gesta, infatti, le forze dell’ordine e le polizie locali non solo non intervengono quasi mai, ma quando lo fanno la cosa di regola non ha alcun esito significativo.
Non so se i ministri dell’Interno e della Giustizia, i sindaci, si rendono contro che assecondando questo andazzo essi si assumono la grave responsabilità di contribuire ad esasperare lo spirito pubblico, ad eccitarlo al massimo contro gli immigrati. Se invece si trovasse il modo di intervenire contro le suddette infrazioni con frequenza e in senso immediatamente punitivo (sì, punitivo: guai ad aver paura delle parole), ciò avrebbe un importantissimo effetto di rassicurazione. Bisognerebbe per questo cambiare le leggi o non lo consente la Costituzione con i suoi tre gradi di giudizio? E allora? Se manteniamo un governo non è forse anche per cambiare le leggi e se occorre la Costituzione? Ad esempio per introdurre la possibilità di comminare, in sostituzione di pene pecuniarie spesso inesigibili, l’obbligo di eseguire lavori socialmente utili? Perché non pensarci? Il governo neppure immagina, mi pare, la molteplicità di effetti positivi che avrebbe sull’opinione pubblica vedere un passeggero abusivo o una taccheggiatrice costretti, che so, a spazzare una strada per una settimana o a cancellare le scritta dai muri di una scuola: nati in Italia o altrove non importa, naturalmente, ma non nascondiamoci che nel caso degli immigrati il valore di una simile politica sarebbe davvero strategico. Trasmetterebbe loro il messaggio che il primo obbligo che essi hanno, venendo in Italia, è quello di rispettare, come chiunque, le norme che regolano la nostra collettività. E ai nostri concittadini farebbe capire che in una situazione di confronto difficile con estranei che adottano comportamenti impropri (come fanno assai spesso gli immigrati, non nascondiamoci dietro un dito) essi non sono abbandonati a se stessi ma possono, al contrario, contare sull’aiuto efficace dello Stato.
Il secondo sentimento che specie negli strati popolari è colpito più negativamente dall’immigrazione è il sentimento della giustizia, ovvero il bisogno di eguaglianza. Ogni beneficio concesso agli immigrati è visto come qualcosa tolto agli italiani, gettando così le basi per una contraddizione, politicamente micidiale, tra spesa sociale e spesa per l’accoglienza, tra «noi» (che paghiamo le tasse) e «loro».
È sciocco negare che questa sensazione si basi su dati reali, riguardanti soprattutto i rifugiati e i richiedenti asilo: per i quali i regolamenti europei prevedono la concessione di varie provvidenze. Basti pensare che in Germania, quest’anno, la loro accoglienza peserà sul bilancio dello Stato per qualcosa come 6 miliardi di euro. Ma detto che è certamente urgente che l’Unione Europea restringa il numero di Paesi la fuga dai quali possa essere giustificata in base a «ragioni umanitarie» (è ammissibile ad esempio che ben 70 mila cittadini di Kossovo, Albania e Macedonia abbiano chiesto l’asilo in Germania per le suddette ragioni?), mi sembra comunque ancora più urgente un’altra misura. E cioè - riprendo un’idea lanciata da Giovanna Zincone sulla Stampa - che nel nostro Paese si stabilisca che ad ogni provvidenza erogata dallo Stato per gli immigrati o i rifugiati corrisponda un’erogazione di pari ammontare di beni e servizi ai territori che li accolgono (sotto forma di restauro di edifici, di nuove attrezzature pubbliche, di dotazione di asili e centri sociali, di miglioramento della pulizia e della vivibilità dei luoghi, ecc.).
Per sortire il loro effetto, tali erogazioni, però, aggiungo io, dovrebbero avere alcuni requisiti: essere fortemente e immediatamente visibili, realizzare il proprio scopo in tempi brevi, infine essere gestite direttamente dal governo centrale (magari per il tramite dei prefetti: altro che «rottamarli»!), al fine di evitare loro eventuali «manipolazioni» e occultamenti distorsivi ad opera dei poteri politici locali e di conferire all’iniziativa il suo necessario carattere «nazionale». Bisogna convincersi che esser ostili in linea di principio al fenomeno migratorio, vederlo con apprensione, può essere sbagliato (come io ritengo), sbagliatissimo, ma è del tutto legittimo. Sta perciò a chi è favorevole pensare e adottare misure concrete per attenuare o cancellare una tale ostilità. Misure concrete però, concrete: non sermoni buonisti sull’obbligo dell’ «accoglienza» che lasciano il tempo che trovano.
2 agosto 2015 (modifica il 2 agosto 2015 | 11:32)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/editoriali/15_ag ... 91aa.shtml
Il punto di vista di Ernesto Galli Della Loggia:
Sui migranti non servono sermoni
di Ernesto Galli della Loggia
L’Italia è un Paese con una forte disoccupazione e un alto indice di povertà. Sono molti gli italiani che vivono male, in abitazioni insufficienti, che anche se hanno un lavoro non sanno come arrivare alla fine del mese, e non godono di nessun aiuto pubblico. Stando così le cose è mai ammissibile che l’Italia abbia davvero bisogno di vedersi arrivare decine di migliaia di immigrati, e che possa permettersi di impiegare le sue risorse per accoglierli? Non solo, ma dopo quanto è accaduto in Gran Bretagna e in Francia, con i giovani africani e asiatici di seconda generazione convertitisi allo jihadismo islamico e al terrorismo, è davvero ancora possibile credere all’integrazione?
Non sono io a fare queste domande. Me le hanno rivolte, in tono spesso infuriato, i lettori del Corriere : dai quali non ho mai ricevuto una quantità di lettere così critiche come quando ho scritto qualche settimana fa un articolo sulla necessità di far posto in Italia agli immigrati e ai rifugiati, praticando a loro favore una larga politica d’integrazione ( Corriere , «Il realismo saggio sui migranti», 25 giugno).
Bene: alle domande critiche di cui sopra o ad altre analoghe potrei rispondere ribadendo più o meno le mie ragioni. Ma non voglio farlo, perché penso che ciò servirebbe solo a tacitare, almeno sulla carta, le ragioni dei lettori dissenzienti, che invece esistono e sono l’espressione di problemi e disagi reali, molto reali. Penso che sia più giusto, dunque, cercare di capire che cosa ci dicono tali ragioni, che cosa chiedono, per quali problemi domandano una soluzione. C hi protesta contro l’immigrazione lo fa mosso in genere da due stati d’animo molto forti: il senso d’insicurezza e il bisogno di eguaglianza.
L’insicurezza è prodotta dal vedere un estraneo comportarsi senza alcun riguardo verso la comunità di cui si fa parte. Per esempio orinare a proprio piacere contro i muri, ubriacarsi e schiamazzare a perdifiato, non pagare il biglietto sui mezzi pubblici, accamparsi nei parchi cittadini, vendere dovunque merce contraffatta, invadere gli spazi comuni (stazioni, marciapiedi) per dedicarsi apertamente al taccheggio, o tenere analoghi comportamenti: e però venendo sanzionato, bene che vada, solo una volta su mille. Per simili gesta, infatti, le forze dell’ordine e le polizie locali non solo non intervengono quasi mai, ma quando lo fanno la cosa di regola non ha alcun esito significativo.
Non so se i ministri dell’Interno e della Giustizia, i sindaci, si rendono contro che assecondando questo andazzo essi si assumono la grave responsabilità di contribuire ad esasperare lo spirito pubblico, ad eccitarlo al massimo contro gli immigrati. Se invece si trovasse il modo di intervenire contro le suddette infrazioni con frequenza e in senso immediatamente punitivo (sì, punitivo: guai ad aver paura delle parole), ciò avrebbe un importantissimo effetto di rassicurazione. Bisognerebbe per questo cambiare le leggi o non lo consente la Costituzione con i suoi tre gradi di giudizio? E allora? Se manteniamo un governo non è forse anche per cambiare le leggi e se occorre la Costituzione? Ad esempio per introdurre la possibilità di comminare, in sostituzione di pene pecuniarie spesso inesigibili, l’obbligo di eseguire lavori socialmente utili? Perché non pensarci? Il governo neppure immagina, mi pare, la molteplicità di effetti positivi che avrebbe sull’opinione pubblica vedere un passeggero abusivo o una taccheggiatrice costretti, che so, a spazzare una strada per una settimana o a cancellare le scritta dai muri di una scuola: nati in Italia o altrove non importa, naturalmente, ma non nascondiamoci che nel caso degli immigrati il valore di una simile politica sarebbe davvero strategico. Trasmetterebbe loro il messaggio che il primo obbligo che essi hanno, venendo in Italia, è quello di rispettare, come chiunque, le norme che regolano la nostra collettività. E ai nostri concittadini farebbe capire che in una situazione di confronto difficile con estranei che adottano comportamenti impropri (come fanno assai spesso gli immigrati, non nascondiamoci dietro un dito) essi non sono abbandonati a se stessi ma possono, al contrario, contare sull’aiuto efficace dello Stato.
Il secondo sentimento che specie negli strati popolari è colpito più negativamente dall’immigrazione è il sentimento della giustizia, ovvero il bisogno di eguaglianza. Ogni beneficio concesso agli immigrati è visto come qualcosa tolto agli italiani, gettando così le basi per una contraddizione, politicamente micidiale, tra spesa sociale e spesa per l’accoglienza, tra «noi» (che paghiamo le tasse) e «loro».
È sciocco negare che questa sensazione si basi su dati reali, riguardanti soprattutto i rifugiati e i richiedenti asilo: per i quali i regolamenti europei prevedono la concessione di varie provvidenze. Basti pensare che in Germania, quest’anno, la loro accoglienza peserà sul bilancio dello Stato per qualcosa come 6 miliardi di euro. Ma detto che è certamente urgente che l’Unione Europea restringa il numero di Paesi la fuga dai quali possa essere giustificata in base a «ragioni umanitarie» (è ammissibile ad esempio che ben 70 mila cittadini di Kossovo, Albania e Macedonia abbiano chiesto l’asilo in Germania per le suddette ragioni?), mi sembra comunque ancora più urgente un’altra misura. E cioè - riprendo un’idea lanciata da Giovanna Zincone sulla Stampa - che nel nostro Paese si stabilisca che ad ogni provvidenza erogata dallo Stato per gli immigrati o i rifugiati corrisponda un’erogazione di pari ammontare di beni e servizi ai territori che li accolgono (sotto forma di restauro di edifici, di nuove attrezzature pubbliche, di dotazione di asili e centri sociali, di miglioramento della pulizia e della vivibilità dei luoghi, ecc.).
Per sortire il loro effetto, tali erogazioni, però, aggiungo io, dovrebbero avere alcuni requisiti: essere fortemente e immediatamente visibili, realizzare il proprio scopo in tempi brevi, infine essere gestite direttamente dal governo centrale (magari per il tramite dei prefetti: altro che «rottamarli»!), al fine di evitare loro eventuali «manipolazioni» e occultamenti distorsivi ad opera dei poteri politici locali e di conferire all’iniziativa il suo necessario carattere «nazionale». Bisogna convincersi che esser ostili in linea di principio al fenomeno migratorio, vederlo con apprensione, può essere sbagliato (come io ritengo), sbagliatissimo, ma è del tutto legittimo. Sta perciò a chi è favorevole pensare e adottare misure concrete per attenuare o cancellare una tale ostilità. Misure concrete però, concrete: non sermoni buonisti sull’obbligo dell’ «accoglienza» che lasciano il tempo che trovano.
2 agosto 2015 (modifica il 2 agosto 2015 | 11:32)
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Il Sud (del mondo) come modello della lentezza che ci salverà
di Alessandro Cannavale |ilF.Q. 2 agosto 2015
Quando Luis Sepulveda e Carlo Petrini, nel bel libro intitolato Un’idea di felicità, elogiano la lentezza come potente antidoto al dramma della modernità ultraveloce, cercano una soluzione virtuosa declinandola in stili di vita sostenibili e più compatibili con gli ecosistemi e la stessa natura dell’uomo. Sepulveda rivela che, in diversi contesti etnici, “la lumaca è un simbolo di equilibrio. Perché la lumaca possiede il giusto, solamente il giusto. Ha lo spazio esatto in cui abitare, il suo esoscheletro”. Un equivoco di fondo giace, neanche troppo sotto traccia, nel nostro concetto di modernità: quello secondo cui efficienza e frenesia siano inseparabili. Attirati tutti in questo mirabolante tourbillon, i cittadini sono distratti dal legittimo diritto al lavoro, come da quello del piacere. Non il lusso, si badi bene, ma il piacere. Quello delle gioie semplici.
Sembra di rileggere le indicazioni di Pepe Mujica, il presidente dell’Uruguay, citato spesso da Sepulveda, che “devolve ai poveri quasi tutto lo stipendio, non ha la scorta, gli basta avere la casa e quel che serve per mangiare”. L’uomo della sobrietà, che ha dimostrato di non voler piegare il proprio programma politico al volere del mercato. E che cerca di spiegare a tutti che la chiave della vita risiede nel diritto alla felicità. Sepulveda sostiene alcune tesi importanti: anzitutto, che dobbiamo stabilire il nostro specifico ritmo di vita. “Questo significa battersi per non soccombere al mito della vertiginosa velocità che, oggi, ci viene proposta come sinonimo di rapida soddisfazione. L’idea è che se ci affrettiamo arriveremo prima: anche alla soddisfazione, anche al piacere”. Scegliere la lentezza non vuol dire andare piano, bensì “recuperare un proprio ritmo personale di sviluppo”.
Sepulveda sottolinea anche il valore della solidarietà. Con fermezza. Solidarietà, parola associata oggi ai tagli dell’economia, vuol dire non dimenticare mail “il dovere, che abbiamo tutti, di proteggere chi è più debole di noi, chi non ha la nostra stessa possibilità di confrontarsi con il mondo”. Non si può pretendere di esser felici nell’indifferenza. “Sapere, per esempio, che chi ci è vicino vive una situazione di ingiustizia sociale è una ferita alla nostra idea di felicità”. E così, per Sepulveda, il modello politico-sociale migliore proviene ancora dall’Uruguay di Mujica, che ha fatto una scelta coraggiosa: “Noi vogliamo diventare un paese senza povertà. L’unico obiettivo che abbiamo per i prossimi dieci anni è farla finita con la povertà e garantire a tutti gli abitanti della nostra nazione una vita degna, come primo passo per avere tutti, domani, una vita piena, realizzata, e anche felice”. Invece gran parte del mondo – nazioni che sfruttano e sfruttate – sono sotto la dittatura del mercato. “La dittatura invisibile sotto il cui giogo soffriamo tutti, la dittatura del mercato, non ha etica, non ha morale, non ha un codice di comportamento, non risponde a nessuna istituzione. Il mercato lavora da solo, è onnipotente, onnipresente”. E cita le multinazionali che stravolgono le colture tradizionali con specie geneticamente modificate e imponendo la convenienza puramente commerciale di veri stravolgimenti colturali ed ambientali di fette di territorio sempre più ampie. Sempre sotto l’egida del “libero mercato”.
Tuttavia, quando da noi si propone il modello della “lentezza” di cui parlano diversi intellettuali, da tempo, si pensa subito all’indolenza, alla pigrizia, al non voler fare in attesa di qualche provvidenziale forma di assistenza. È un equivoco pericoloso, da fugare senza esitazioni. Il vero dramma, nei contesti più tormentati, è piuttosto l’innesco dell’indifferenza. Che non è lentezza, ma stasi mortifera. Incapacità e mancata volontà di capire e reagire. Quell’indifferenza fu ritratta splendidamente da Antonio Gramsci. “L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare”.
Questa abdicazione alla propria volontà lascia campo libero a chi se ne avvantaggia per gestire il corso degli eventi secondo i propri comodi. E l’effetto di queste scelte nefaste viene poi presentato come un’ineluttabile fatalità. Questa indifferenza è disinteresse verso la res publica, cittadinanza dell’abulia, del non voto e della non partecipazione. Che mina, dalle fondamenta, il senso e il ruolo della democrazia. E questo atteggiamento è diffusissimo da noi. Soprattutto nel Sud Italia.
“Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale però rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente”.
Ciascuno dovrebbe domandarsi: cosa abbiam fatto rispetto all’ultimo scandalo, agli ultimi arresti, agli ultimi atti osceni della casta? Se non abbiam fatto nulla, la nostra indifferenza ci chiama in correità.
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di Alessandro Cannavale |ilF.Q. 2 agosto 2015
Quando Luis Sepulveda e Carlo Petrini, nel bel libro intitolato Un’idea di felicità, elogiano la lentezza come potente antidoto al dramma della modernità ultraveloce, cercano una soluzione virtuosa declinandola in stili di vita sostenibili e più compatibili con gli ecosistemi e la stessa natura dell’uomo. Sepulveda rivela che, in diversi contesti etnici, “la lumaca è un simbolo di equilibrio. Perché la lumaca possiede il giusto, solamente il giusto. Ha lo spazio esatto in cui abitare, il suo esoscheletro”. Un equivoco di fondo giace, neanche troppo sotto traccia, nel nostro concetto di modernità: quello secondo cui efficienza e frenesia siano inseparabili. Attirati tutti in questo mirabolante tourbillon, i cittadini sono distratti dal legittimo diritto al lavoro, come da quello del piacere. Non il lusso, si badi bene, ma il piacere. Quello delle gioie semplici.
Sembra di rileggere le indicazioni di Pepe Mujica, il presidente dell’Uruguay, citato spesso da Sepulveda, che “devolve ai poveri quasi tutto lo stipendio, non ha la scorta, gli basta avere la casa e quel che serve per mangiare”. L’uomo della sobrietà, che ha dimostrato di non voler piegare il proprio programma politico al volere del mercato. E che cerca di spiegare a tutti che la chiave della vita risiede nel diritto alla felicità. Sepulveda sostiene alcune tesi importanti: anzitutto, che dobbiamo stabilire il nostro specifico ritmo di vita. “Questo significa battersi per non soccombere al mito della vertiginosa velocità che, oggi, ci viene proposta come sinonimo di rapida soddisfazione. L’idea è che se ci affrettiamo arriveremo prima: anche alla soddisfazione, anche al piacere”. Scegliere la lentezza non vuol dire andare piano, bensì “recuperare un proprio ritmo personale di sviluppo”.
Sepulveda sottolinea anche il valore della solidarietà. Con fermezza. Solidarietà, parola associata oggi ai tagli dell’economia, vuol dire non dimenticare mail “il dovere, che abbiamo tutti, di proteggere chi è più debole di noi, chi non ha la nostra stessa possibilità di confrontarsi con il mondo”. Non si può pretendere di esser felici nell’indifferenza. “Sapere, per esempio, che chi ci è vicino vive una situazione di ingiustizia sociale è una ferita alla nostra idea di felicità”. E così, per Sepulveda, il modello politico-sociale migliore proviene ancora dall’Uruguay di Mujica, che ha fatto una scelta coraggiosa: “Noi vogliamo diventare un paese senza povertà. L’unico obiettivo che abbiamo per i prossimi dieci anni è farla finita con la povertà e garantire a tutti gli abitanti della nostra nazione una vita degna, come primo passo per avere tutti, domani, una vita piena, realizzata, e anche felice”. Invece gran parte del mondo – nazioni che sfruttano e sfruttate – sono sotto la dittatura del mercato. “La dittatura invisibile sotto il cui giogo soffriamo tutti, la dittatura del mercato, non ha etica, non ha morale, non ha un codice di comportamento, non risponde a nessuna istituzione. Il mercato lavora da solo, è onnipotente, onnipresente”. E cita le multinazionali che stravolgono le colture tradizionali con specie geneticamente modificate e imponendo la convenienza puramente commerciale di veri stravolgimenti colturali ed ambientali di fette di territorio sempre più ampie. Sempre sotto l’egida del “libero mercato”.
Tuttavia, quando da noi si propone il modello della “lentezza” di cui parlano diversi intellettuali, da tempo, si pensa subito all’indolenza, alla pigrizia, al non voler fare in attesa di qualche provvidenziale forma di assistenza. È un equivoco pericoloso, da fugare senza esitazioni. Il vero dramma, nei contesti più tormentati, è piuttosto l’innesco dell’indifferenza. Che non è lentezza, ma stasi mortifera. Incapacità e mancata volontà di capire e reagire. Quell’indifferenza fu ritratta splendidamente da Antonio Gramsci. “L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare”.
Questa abdicazione alla propria volontà lascia campo libero a chi se ne avvantaggia per gestire il corso degli eventi secondo i propri comodi. E l’effetto di queste scelte nefaste viene poi presentato come un’ineluttabile fatalità. Questa indifferenza è disinteresse verso la res publica, cittadinanza dell’abulia, del non voto e della non partecipazione. Che mina, dalle fondamenta, il senso e il ruolo della democrazia. E questo atteggiamento è diffusissimo da noi. Soprattutto nel Sud Italia.
“Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale però rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente”.
Ciascuno dovrebbe domandarsi: cosa abbiam fatto rispetto all’ultimo scandalo, agli ultimi arresti, agli ultimi atti osceni della casta? Se non abbiam fatto nulla, la nostra indifferenza ci chiama in correità.
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