From Sicily with love
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Se a livello nazionale il dramma di chi scegliere alla guida del paese vi arrovella, non rammaricatevi troppo . In Sicilia probabilmente l'unico partito possibile sarà " Forza Napalm"
PALERMO - Voto in autunno, probabilmente a fine ottobre. E dimissioni dunque tra luglio e agosto, tre mesi prima, come impone la legge. Ma non è esclusa un'accelerazione, in questo caso Raffaele Lombardo lascerebbe la presidenza della Regione siciliana a giugno, per consentire già a settembre di riaprire le urne. Ma un'altra tegola incombe sul governo: l'impugnativa del commissario dello Stato che ha cassato gran parte della legge di stabilità appena approvata, col rischio che, se entro quattro giorni non sarà varata una manovra per recuperare 900 milioni di euro a copertura delle falle del bilancio, l'Ars sarà sciolta e la Regione commissariata.
L'inchiesta giudiziaria.Il governatore della Sicilia ha comunicato l'intenzione di lasciare anticipatamente (il mandato scade la prossima primavera) ai deputati dell'Assemblea regionale, convocata per ascoltarlo sull'inchiesta giudiziaria che lo coinvolge. Prima ha voluto assicurare il parlamento sulla sua integrità: «Sappia quest'aula che non esiste un solo video, nè un contatto illecito, nè una relazione di servizio, non una telefonata, nè un solo fatto, nè uno scambio, non un procurato vantaggio che mi possa legare al crimine organizzato». Davanti a molti assessori della sua giunta, Lombardo ha difeso il lavoro svolto dal suo governo, che «a differenza di altri, non è neppure sfiorato da un sospetto». «Non si sono compiuti atti che possono essere sospettati di interesse di parte, e questo a onore e vanto della Sicilia, mentre in altre Regioni altri governi sono ben più che sfiorati da sospetti».
Le ragioni politiche.Un'arringa che non ha convinto l'opposizione, con Pdl, Pid e Udc che lo hanno invitato a dimettersi subito. Quindi dal piano giudiziario (la Procura di Catania ne ha chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, udienza il 9 maggio), il governatore è passato a quello politico. Ha motivato la scelta di andare a votare in autunno per evitare la coincidenza elettorale con le politiche. E ha annunciato che non intende ricandidarsi. «Lo escludo», ha detto ai cronisti, «altri si occuperanno delle alleanze». Proprio mentre era in corso la seduta parlamentare, è arrivata la notizia dell'impugnativa di gran parte della legge di stabilità da parte del commissario dello Stato.
Il rischio commissariamento.La scure è calata su 82 norme, tra cui quella che autorizzava un mutuo da 558 milioni di euro. Il 30 aprile scade l'esercizio provvisorio e senza bilancio l'Ars sarà sciolta e la Regione commissariata. Per scongiurare questo pericolo, il governo sta lavorando assieme ai funzionari della Presidenza dell'Ars a un exit strategy. Già nella seduta di domani, l'Assemblea dovrebbe approvare l'ordine del giorno con cui viene autorizzata la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge senza le parti impugnate. Allo stesso tempo, il parlamento esaminerà un apposito disegno di legge governativo per agganciare il mutuo da 558 milioni a singoli capitoli del bilancio per finanziare investimenti e non generici provvedimenti coerenti, come scritto nel comma impugnato. In un altro disegno di legge, sempre d'iniziativa governativa, invece saranno inserite «disposizioni correttive finanziarie e contabili», mentre alcune delle norme bocciate dal commissario faranno parte di un ulteriore ddl che probabilmente sarà discusso nelle prossime settimane. E se l'assessore all'Economia, Gaetano Armao, parla di 'impianto della finanziaria che regge, il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, è netto: «Al di là delle porcate fatte nella notte tra martedì e mercoledì quando la manovra è stata approvata in mia assenza, le norme proposte dal governo sono state tutte impugnate; è un disastro, in assoluto. È la finanziaria peggiore che io ricordi».
Venerdì 27 Aprile 2012 - 09:22 Ultimo aggiornamento: 11:37
il messaggero
PALERMO - Voto in autunno, probabilmente a fine ottobre. E dimissioni dunque tra luglio e agosto, tre mesi prima, come impone la legge. Ma non è esclusa un'accelerazione, in questo caso Raffaele Lombardo lascerebbe la presidenza della Regione siciliana a giugno, per consentire già a settembre di riaprire le urne. Ma un'altra tegola incombe sul governo: l'impugnativa del commissario dello Stato che ha cassato gran parte della legge di stabilità appena approvata, col rischio che, se entro quattro giorni non sarà varata una manovra per recuperare 900 milioni di euro a copertura delle falle del bilancio, l'Ars sarà sciolta e la Regione commissariata.
L'inchiesta giudiziaria.Il governatore della Sicilia ha comunicato l'intenzione di lasciare anticipatamente (il mandato scade la prossima primavera) ai deputati dell'Assemblea regionale, convocata per ascoltarlo sull'inchiesta giudiziaria che lo coinvolge. Prima ha voluto assicurare il parlamento sulla sua integrità: «Sappia quest'aula che non esiste un solo video, nè un contatto illecito, nè una relazione di servizio, non una telefonata, nè un solo fatto, nè uno scambio, non un procurato vantaggio che mi possa legare al crimine organizzato». Davanti a molti assessori della sua giunta, Lombardo ha difeso il lavoro svolto dal suo governo, che «a differenza di altri, non è neppure sfiorato da un sospetto». «Non si sono compiuti atti che possono essere sospettati di interesse di parte, e questo a onore e vanto della Sicilia, mentre in altre Regioni altri governi sono ben più che sfiorati da sospetti».
Le ragioni politiche.Un'arringa che non ha convinto l'opposizione, con Pdl, Pid e Udc che lo hanno invitato a dimettersi subito. Quindi dal piano giudiziario (la Procura di Catania ne ha chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, udienza il 9 maggio), il governatore è passato a quello politico. Ha motivato la scelta di andare a votare in autunno per evitare la coincidenza elettorale con le politiche. E ha annunciato che non intende ricandidarsi. «Lo escludo», ha detto ai cronisti, «altri si occuperanno delle alleanze». Proprio mentre era in corso la seduta parlamentare, è arrivata la notizia dell'impugnativa di gran parte della legge di stabilità da parte del commissario dello Stato.
Il rischio commissariamento.La scure è calata su 82 norme, tra cui quella che autorizzava un mutuo da 558 milioni di euro. Il 30 aprile scade l'esercizio provvisorio e senza bilancio l'Ars sarà sciolta e la Regione commissariata. Per scongiurare questo pericolo, il governo sta lavorando assieme ai funzionari della Presidenza dell'Ars a un exit strategy. Già nella seduta di domani, l'Assemblea dovrebbe approvare l'ordine del giorno con cui viene autorizzata la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge senza le parti impugnate. Allo stesso tempo, il parlamento esaminerà un apposito disegno di legge governativo per agganciare il mutuo da 558 milioni a singoli capitoli del bilancio per finanziare investimenti e non generici provvedimenti coerenti, come scritto nel comma impugnato. In un altro disegno di legge, sempre d'iniziativa governativa, invece saranno inserite «disposizioni correttive finanziarie e contabili», mentre alcune delle norme bocciate dal commissario faranno parte di un ulteriore ddl che probabilmente sarà discusso nelle prossime settimane. E se l'assessore all'Economia, Gaetano Armao, parla di 'impianto della finanziaria che regge, il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, è netto: «Al di là delle porcate fatte nella notte tra martedì e mercoledì quando la manovra è stata approvata in mia assenza, le norme proposte dal governo sono state tutte impugnate; è un disastro, in assoluto. È la finanziaria peggiore che io ricordi».
Venerdì 27 Aprile 2012 - 09:22 Ultimo aggiornamento: 11:37
il messaggero
Re: From Sicily with love
premessa
l'aeroporto di Comiso fu inaugurato da D'alema nel 2006 ( e se non sbaglio c'era pure CUffaro) ma non ha mai aperto, ogni volta mancava una marca da bollo,
dopo vicissitudini varie si era fissata l'apertura definitiva ( taglio del nastro n. 457 ) a giugno di quest'anno ....invece nisba , ora il sindaco ha iniziato lo sciopero della fame , sindaco del PD, comune commissariato la settimana scorsa
Il segretario regionale del PD si "precipita" a Comiso. Fra poco arriva anche Bersani?
GIUSEPPE LUPO A COMISO PER PIPPO DIGIACOMO
Bersani domani in Sicilia con un fitto programma di visite (Agrigento, Portella della Ginestra, Palermo) potrebbe arrivare a Comiso
"La battaglia che sta conducendo Pippo Digiacomo è la battaglia di tutto il Pd provinciale, regionale e nazionale" Con questa netta, decisa e probabilmente decisiva battuta il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo ha accolto alle 18 in punto all'aeroporto di Comiso dove si è recato (precipitosamente!!) per dar man forte a Pippo Digiacomo da due giorni in sciopero della fame allo scalo degli Iblei, la nostra richiesta di un commento al precipitare di una situazione che era già di per sè insostenibile.
Lupo ha aggiunto che di questa strana vicenda che vede pericolosamente per la sua salute impegnato un deputato regionale del pd cui si deve da quando era sindaco della cittadina iblea la nascita e la realizzazione dell'aeroporto, è stato già informato il segretario nazionale Bersani ed anche Massimo D'Alema che ai tempi della realizzazione della struttura aeroportuale era Presidente del Consiglio dei Ministri.
Insomma per Digiacomo un appoggio certo sperato ma non in modo così immediato che probabilmente gli farà sembrare meno "pesante" la situazione di un uomo che da due giorni non si nutre. Non vorremmo che chi di dovere se la prendesse ancora comoda a mettere a rischio la salute di questo coraggioso uomo politico checchè se ne dica da controparti politiche che in questi momenti dovrebbero senza se e senza ma sposare la causa della provincia iblea e non fare polemiche inutili.
bello teatrino eh?
l'aeroporto di Comiso fu inaugurato da D'alema nel 2006 ( e se non sbaglio c'era pure CUffaro) ma non ha mai aperto, ogni volta mancava una marca da bollo,
dopo vicissitudini varie si era fissata l'apertura definitiva ( taglio del nastro n. 457 ) a giugno di quest'anno ....invece nisba , ora il sindaco ha iniziato lo sciopero della fame , sindaco del PD, comune commissariato la settimana scorsa
Il segretario regionale del PD si "precipita" a Comiso. Fra poco arriva anche Bersani?
GIUSEPPE LUPO A COMISO PER PIPPO DIGIACOMO
Bersani domani in Sicilia con un fitto programma di visite (Agrigento, Portella della Ginestra, Palermo) potrebbe arrivare a Comiso
"La battaglia che sta conducendo Pippo Digiacomo è la battaglia di tutto il Pd provinciale, regionale e nazionale" Con questa netta, decisa e probabilmente decisiva battuta il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo ha accolto alle 18 in punto all'aeroporto di Comiso dove si è recato (precipitosamente!!) per dar man forte a Pippo Digiacomo da due giorni in sciopero della fame allo scalo degli Iblei, la nostra richiesta di un commento al precipitare di una situazione che era già di per sè insostenibile.
Lupo ha aggiunto che di questa strana vicenda che vede pericolosamente per la sua salute impegnato un deputato regionale del pd cui si deve da quando era sindaco della cittadina iblea la nascita e la realizzazione dell'aeroporto, è stato già informato il segretario nazionale Bersani ed anche Massimo D'Alema che ai tempi della realizzazione della struttura aeroportuale era Presidente del Consiglio dei Ministri.
Insomma per Digiacomo un appoggio certo sperato ma non in modo così immediato che probabilmente gli farà sembrare meno "pesante" la situazione di un uomo che da due giorni non si nutre. Non vorremmo che chi di dovere se la prendesse ancora comoda a mettere a rischio la salute di questo coraggioso uomo politico checchè se ne dica da controparti politiche che in questi momenti dovrebbero senza se e senza ma sposare la causa della provincia iblea e non fare polemiche inutili.
bello teatrino eh?
Re: From Sicily with love
Sicilia, Bersani contestato al corteo dle 1 maggio a Portella
http://www.youtube.com/watch?feature=pl ... laoJEtuxhc
A Portella della Ginestra (Palermo) il segretario del Pd, Pierluigi Bersani è stato contestato con urla e fischi da alcuni manifestanti durante il corteo di celebrazione della festa del lavoro.
http://www.youtube.com/watch?feature=pl ... laoJEtuxhc
A Portella della Ginestra (Palermo) il segretario del Pd, Pierluigi Bersani è stato contestato con urla e fischi da alcuni manifestanti durante il corteo di celebrazione della festa del lavoro.
Re: From Sicily with love
I soliti pasticci IdV
Amministrative: a Sciacca Idv con Turco, ex Dc vicino al presidente Lombardo
Già sindaco della cittadina in provincia di Agrigento, Pippo Turco era considerato "un manniniano di ferro". Nel partito di Antonio Di Pietro temono una candidatura alla Scilipoti, ma il segretario regionale garantisce. Il candidato di Sel Enzo Guirrei: "Sono l'unico candidato di sinistra", Emma Giannì del Movimento Cinque Stelle: "Professionisti della politica"
di Giuseppe Pipitone | 4 maggio 2012
È cresciuto nella Dc di Calogero Mannino, poi si è spostato nel Centro cristiano democratico di Clemente Mastella, quindi è stato candidato alle elezioni regionali con i Democratici Autonomisti, lista civetta di Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia. Il curriculum da vero e proprio globetrotter dell’arco costituzionale appartiene a Pippo Turco che per le prossime amministrative di domenica e lunedì cambierà un’altra volta casacca. L’ex fedelissimo di Mannino sarà infatti il candidato sindaco di Italia dei Valori a Sciacca, città di 40 mila abitanti in provincia di Agrigento, famosa soprattutto per lo storico carnevale.
Turco è già stato sindaco di Sciacca negli anni ’80 con la Dc, quando veniva considerato un “manniniano di ferro”. Fino a poco tempo fa era un sostenitore del governatore Raffaele Lombardo, che lo aveva candidato (senza successo) alle regionali del 2008. L’anno dopo è stato eletto al consiglio comunale. Con un passato così sono in tanti in Italia dei Valori ad avere storto il naso dopo la sua candidatura. “Non sarà mica un altro Scilipoti?” si chiedono dalla base del partito. Lui risponde piccato: “Ma quale Scilipoti! La dignità non si compra dal fruttivendolo! E’ un reato essere stato democristiano? Direi proprio di no. Per quanto riguarda Lombardo posso dire che il Movimento per l’Autonomia non mi ha mai candidato direttamente: sono sempre stato in liste civiche. Ho sempre fatto il bene della mia città. Se Idv mi chiede di candidarmi sindaco non vedo perché avrei dovuto rifiutare. Sono legato a Ignazio Messina da un’amicizia ventennale”. Ignazio Messina, deputato nazionale e responsabile degli enti locali di Idv, è il suo main sponsor. E ovviamente lo difende a spada tratta: “Turco non è assolutamente un nuovo Scilipoti. Semmai il contrario: ha lasciato la maggioranza in consiglio comunale due anni fa ed è venuto con noi all’opposizione. Vuol dire che condivide la nostra visione”. Sindaco di Sciacca negli anni ’90 con la Rete di Leoluca Orlando, Messina aveva combattuto aspramente gli esponenti della vecchia politica democristiana di Mannino. Tra i quali c’era anche lo stesso Pippo Turco. Che oggi però è diventato il suo candidato. “E’ vero Turco è stato mio avversario – spiega – Ma ci sono democristiani buoni e democristiani cattivi. Fare il sindaco a Sciacca, soprattutto nella prima repubblica, non era semplice. Qui la situazione è disastrosa: dovevamo puntare su un candidato super partes per il bene della città. Con Turco mi sono confrontato: è passato da una vecchia visione della politica ad una nuova”.
Il segretario siciliano dell’Idv Fabio Giambrone, braccio destro di Leoluca Orlando, appoggia totalmente l’operazione. “Sottoscrivo completamente la scelta dell’onorevole Messina – spiega – non credo che Turco sia un nuovo Scilipoti, semplicemente può capitare di candidare persone con storie politiche diverse, basta che siano persone per bene”. Nella città di sant’Accursio non tutti però l’hanno presa bene. Soprattutto i militanti di Sinistra Ecologia e Libertà che dopo la deriva centrista del Pd (che appoggia il candidato sindaco del terzo polo Gioacchino Marsala) avevano provato a stringere un accordo proprio con l’Idv. La candidatura di Turco però ha fatto saltare tutto. “Sono io l’unico candidato di sinistra” annuncia Enzo Guirreri, candidato sindaco del partito di Nichi Vendola. “La candidatura di Turco nell’Idv dimostra quello che diciamo da tempo: ormai sono dei professionisti della politica, non importa quale casacca abbiano” rincara la dose Emma Giannì candidata del Movimento Cinque Stelle.
A Sciacca in effetti non è la prima volta che le scelte di Italia dei Valori fanno discutere. Nel 2004 per esempio il partito di Antonio Di Pietro scelse incredibilmente di allearsi con il candidato sindaco di Forza Italia Mario Turturici. Anche lì il regista dell’operazione fu proprio Messina che dopo la vittoria andò ad occupare la vice presidenza del consiglio comunale, eletto dai consiglieri fedelissimi di Angelino Alfano. “Mi contestò anche Flores D’Arcais – ricorda – risposi che tra una brava persona di destra e una cattiva di sinistra scelgo la prima. Questa è la terra di Pirandello, qui va tutto al rovescio”. Come dargli torto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... do/218398/
Amministrative: a Sciacca Idv con Turco, ex Dc vicino al presidente Lombardo
Già sindaco della cittadina in provincia di Agrigento, Pippo Turco era considerato "un manniniano di ferro". Nel partito di Antonio Di Pietro temono una candidatura alla Scilipoti, ma il segretario regionale garantisce. Il candidato di Sel Enzo Guirrei: "Sono l'unico candidato di sinistra", Emma Giannì del Movimento Cinque Stelle: "Professionisti della politica"
di Giuseppe Pipitone | 4 maggio 2012
È cresciuto nella Dc di Calogero Mannino, poi si è spostato nel Centro cristiano democratico di Clemente Mastella, quindi è stato candidato alle elezioni regionali con i Democratici Autonomisti, lista civetta di Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia. Il curriculum da vero e proprio globetrotter dell’arco costituzionale appartiene a Pippo Turco che per le prossime amministrative di domenica e lunedì cambierà un’altra volta casacca. L’ex fedelissimo di Mannino sarà infatti il candidato sindaco di Italia dei Valori a Sciacca, città di 40 mila abitanti in provincia di Agrigento, famosa soprattutto per lo storico carnevale.
Turco è già stato sindaco di Sciacca negli anni ’80 con la Dc, quando veniva considerato un “manniniano di ferro”. Fino a poco tempo fa era un sostenitore del governatore Raffaele Lombardo, che lo aveva candidato (senza successo) alle regionali del 2008. L’anno dopo è stato eletto al consiglio comunale. Con un passato così sono in tanti in Italia dei Valori ad avere storto il naso dopo la sua candidatura. “Non sarà mica un altro Scilipoti?” si chiedono dalla base del partito. Lui risponde piccato: “Ma quale Scilipoti! La dignità non si compra dal fruttivendolo! E’ un reato essere stato democristiano? Direi proprio di no. Per quanto riguarda Lombardo posso dire che il Movimento per l’Autonomia non mi ha mai candidato direttamente: sono sempre stato in liste civiche. Ho sempre fatto il bene della mia città. Se Idv mi chiede di candidarmi sindaco non vedo perché avrei dovuto rifiutare. Sono legato a Ignazio Messina da un’amicizia ventennale”. Ignazio Messina, deputato nazionale e responsabile degli enti locali di Idv, è il suo main sponsor. E ovviamente lo difende a spada tratta: “Turco non è assolutamente un nuovo Scilipoti. Semmai il contrario: ha lasciato la maggioranza in consiglio comunale due anni fa ed è venuto con noi all’opposizione. Vuol dire che condivide la nostra visione”. Sindaco di Sciacca negli anni ’90 con la Rete di Leoluca Orlando, Messina aveva combattuto aspramente gli esponenti della vecchia politica democristiana di Mannino. Tra i quali c’era anche lo stesso Pippo Turco. Che oggi però è diventato il suo candidato. “E’ vero Turco è stato mio avversario – spiega – Ma ci sono democristiani buoni e democristiani cattivi. Fare il sindaco a Sciacca, soprattutto nella prima repubblica, non era semplice. Qui la situazione è disastrosa: dovevamo puntare su un candidato super partes per il bene della città. Con Turco mi sono confrontato: è passato da una vecchia visione della politica ad una nuova”.
Il segretario siciliano dell’Idv Fabio Giambrone, braccio destro di Leoluca Orlando, appoggia totalmente l’operazione. “Sottoscrivo completamente la scelta dell’onorevole Messina – spiega – non credo che Turco sia un nuovo Scilipoti, semplicemente può capitare di candidare persone con storie politiche diverse, basta che siano persone per bene”. Nella città di sant’Accursio non tutti però l’hanno presa bene. Soprattutto i militanti di Sinistra Ecologia e Libertà che dopo la deriva centrista del Pd (che appoggia il candidato sindaco del terzo polo Gioacchino Marsala) avevano provato a stringere un accordo proprio con l’Idv. La candidatura di Turco però ha fatto saltare tutto. “Sono io l’unico candidato di sinistra” annuncia Enzo Guirreri, candidato sindaco del partito di Nichi Vendola. “La candidatura di Turco nell’Idv dimostra quello che diciamo da tempo: ormai sono dei professionisti della politica, non importa quale casacca abbiano” rincara la dose Emma Giannì candidata del Movimento Cinque Stelle.
A Sciacca in effetti non è la prima volta che le scelte di Italia dei Valori fanno discutere. Nel 2004 per esempio il partito di Antonio Di Pietro scelse incredibilmente di allearsi con il candidato sindaco di Forza Italia Mario Turturici. Anche lì il regista dell’operazione fu proprio Messina che dopo la vittoria andò ad occupare la vice presidenza del consiglio comunale, eletto dai consiglieri fedelissimi di Angelino Alfano. “Mi contestò anche Flores D’Arcais – ricorda – risposi che tra una brava persona di destra e una cattiva di sinistra scelgo la prima. Questa è la terra di Pirandello, qui va tutto al rovescio”. Come dargli torto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... do/218398/
ci facciamo sempre riconoscere
Sicilia alle urne, affluenza in picchiata
decine di sanzioni per i galoppini ai seggi
Volantinaggi davanti e dentro alle scuole, candidati "pescati" a fare propaganda a seggi aperti, puniti con sanzioni amministrative. La polizia municipale: "Nessuna irregolarità significativa", ma le segnalazioni sono state decine.
di ROMINA MARCECA e SARA SCARAFIA
PALERMO - Affluenza in picchiata: alle 19 in Sicilia ha votato il 36,95 per cento degli elettori, contro il 38,17 del 2007. A Palermo ha votato il 36,45 per cento degli aventi diritto contro il 40,16 per cento rilevato alla stessa ora nel 2007. Il calo, significativo, sfiora il 4 per cento. In calo anche l'affluenza a Trapani: 34,35 per cento contro il 39,98 del 2007. In lieve aumento, invece, la percentuale dei votanti ad Agrigento, dove si registra un'affluenza del 42,28% (+ 0,1).
A Palermo sono state decine le segnalazioni di anomalie arrivate ai vigili urbani e alla polizia: dai volantini distribuiti davanti al seggio di via Caltanissetta alle bandiere elettorali sugli alberi di piazza Magione. E ancora la segnalazione di candidati che facevano propaganda dentro il seggio della scuola san Domenico Savio di viale Resurrezione. Il commissario della polizia municipale Ignazio Agati - che gestisce la task force di agenti che via Dogali ha messo in campo per le elezioni - assicura che non ci sono irregolarità significative: "Finora è andato tutto abbastanza bene. Abbiamo destinato due pattuglie al controllo sulle affissioni di manifesti nei pressi dei seggi e altrettante alla vigilanza contro il volantinaggio davanti alle scuole", dice. La polizia ha multato con una decina di sanzioni amministrative diversi collaboratori di candidati che effettuavano propaganda ai seggi.
Giornata di superlavoro per l'Ufficio elettorale: la sede di piazza Giulio Cesare è stata presa d'assalto, così come le dieci sedi distaccate nel resto della città. Centinaia di cittadini hanno denunciato lo smarrimento della tessera elettorale e hanno chiesto un duplicato. Non sono mancate le polemiche: gli elettori che sono arrivati al seggio con tutti i riquadri della scheda elettorale pieni, sono stati mandati via. "Nessuno li aveva avvisati che i bolli non si sovrappongono più, ma che deve essere richiesta una nuova tessera", denuncia Benedetto Romano dell'Adiconsum.
Per i candidati è stata una giornata di attesa. Massimo Costa ha votato per primo alle 9,30 a Borgo Nuovo. Dopo il voto, il candidato di Pdl, Grande Sud e Udc è andato a messa. Poi si è riposato in famiglia. Fabrizio Ferrandelli ha votato alle 11,30 a piazza Vittorio Emanuele Orlando insieme con la moglie Claudia. Poi ha trascorso la giornata a passeggio per la città: "Ma senza un itinerario preciso". Leoluca Orlando invece non si è fermato: insieme con il suo staff, primo fra tutti il senatore Fabio Giambrone, ha battuto ancora i quartieri: Borgo Vecchio, Cep, Zen, Sant'Erasmo, Danisinni, piazza Ingastone. Alessandro Aricò, candidato del Terzo Polo, nel pomeriggio ha incontrato gli elettori al Foro Italico, mentre Marianna Caronia si è divisa tra famiglia e seggi. Domani i candidati attenderanno i risultati nei comitati elettorali. Tutti tranne Ferrandelli che invece si sposterà con il suo staff al Teatro Zappalà.
(06 maggio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
decine di sanzioni per i galoppini ai seggi
Volantinaggi davanti e dentro alle scuole, candidati "pescati" a fare propaganda a seggi aperti, puniti con sanzioni amministrative. La polizia municipale: "Nessuna irregolarità significativa", ma le segnalazioni sono state decine.
di ROMINA MARCECA e SARA SCARAFIA
PALERMO - Affluenza in picchiata: alle 19 in Sicilia ha votato il 36,95 per cento degli elettori, contro il 38,17 del 2007. A Palermo ha votato il 36,45 per cento degli aventi diritto contro il 40,16 per cento rilevato alla stessa ora nel 2007. Il calo, significativo, sfiora il 4 per cento. In calo anche l'affluenza a Trapani: 34,35 per cento contro il 39,98 del 2007. In lieve aumento, invece, la percentuale dei votanti ad Agrigento, dove si registra un'affluenza del 42,28% (+ 0,1).
A Palermo sono state decine le segnalazioni di anomalie arrivate ai vigili urbani e alla polizia: dai volantini distribuiti davanti al seggio di via Caltanissetta alle bandiere elettorali sugli alberi di piazza Magione. E ancora la segnalazione di candidati che facevano propaganda dentro il seggio della scuola san Domenico Savio di viale Resurrezione. Il commissario della polizia municipale Ignazio Agati - che gestisce la task force di agenti che via Dogali ha messo in campo per le elezioni - assicura che non ci sono irregolarità significative: "Finora è andato tutto abbastanza bene. Abbiamo destinato due pattuglie al controllo sulle affissioni di manifesti nei pressi dei seggi e altrettante alla vigilanza contro il volantinaggio davanti alle scuole", dice. La polizia ha multato con una decina di sanzioni amministrative diversi collaboratori di candidati che effettuavano propaganda ai seggi.
Giornata di superlavoro per l'Ufficio elettorale: la sede di piazza Giulio Cesare è stata presa d'assalto, così come le dieci sedi distaccate nel resto della città. Centinaia di cittadini hanno denunciato lo smarrimento della tessera elettorale e hanno chiesto un duplicato. Non sono mancate le polemiche: gli elettori che sono arrivati al seggio con tutti i riquadri della scheda elettorale pieni, sono stati mandati via. "Nessuno li aveva avvisati che i bolli non si sovrappongono più, ma che deve essere richiesta una nuova tessera", denuncia Benedetto Romano dell'Adiconsum.
Per i candidati è stata una giornata di attesa. Massimo Costa ha votato per primo alle 9,30 a Borgo Nuovo. Dopo il voto, il candidato di Pdl, Grande Sud e Udc è andato a messa. Poi si è riposato in famiglia. Fabrizio Ferrandelli ha votato alle 11,30 a piazza Vittorio Emanuele Orlando insieme con la moglie Claudia. Poi ha trascorso la giornata a passeggio per la città: "Ma senza un itinerario preciso". Leoluca Orlando invece non si è fermato: insieme con il suo staff, primo fra tutti il senatore Fabio Giambrone, ha battuto ancora i quartieri: Borgo Vecchio, Cep, Zen, Sant'Erasmo, Danisinni, piazza Ingastone. Alessandro Aricò, candidato del Terzo Polo, nel pomeriggio ha incontrato gli elettori al Foro Italico, mentre Marianna Caronia si è divisa tra famiglia e seggi. Domani i candidati attenderanno i risultati nei comitati elettorali. Tutti tranne Ferrandelli che invece si sposterà con il suo staff al Teatro Zappalà.
(06 maggio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Re: From Sicily with love
Palermo e la caporetto del Pdl
Orlando: «Comunque vada, ho già vinto»
La caduta della roccaforte siciliana potrebbe accelerare
la fine di Alfano: cinque anni fa Cammarata avrebbe stravinto
Orlando abbracciato dai suoi sostenitori
PALERMO – “O vinco stasera formalmente o vinco stasera sostanzialmente”. Leoluca Orlando non attende i risultati definitivi (l’ultima proiezione gli assegna intorno al 47%) e nemmeno il turno di ballottaggio per dichiararsi già sindaco di Palermo. Indubbiamente il suo è un grande successo personale e non solo. Nell’ambito di questa tornata di amministrative Palermo è stata infatti una sorta di Caporetto del Pdl, che col suo candidato Massimo Costa non arriva nemmeno al turno ballottaggio. E non è poco se si tiene conto che cinque anni fa con Cammarata aveva stravinto, proprio contro Orlando, con un sonoro 53,5%. Ma ad essere ancora più impietosi mettendo assieme i voti di Costa con quelli del candidato del Terzo Polo Alessandro Aricò il centro-destra “vecchia maniera” si ferma ad un desolante 32%.
RICADUTE NAZIONALI - Un risultato che probabilmente avrà delle ricadute politiche anche a livello nazionale e che potrebbe accelerare la fine dell’avventura di Angelino Alfano alla leadership del Pdl. Ma i contraccolpi toccheranno tutta la nomenclatura siciliana del partito di Berlusconi che, per la prima volta da anni, non potrà più portare in dote i voti dell’ex roccaforte palermitana. E’ vero infatti che il Pdl veniva dato in calo ma nessuno poteva mai immaginare un risultato del genere.
RIESUMARE VASTO - Ma il successo di Orlando, da confermare nel turno di ballottaggio, impone un momento di riflessione anche per il Pd chiamato a decidere rapidamente se per le prossime politiche dovrà riesumare o meno la foto di Vasto, quella in cui il centrosinistra si presentava compatto e concorde. Basti dire invece che se la sinistra non si fosse clamorosamente divisa alle primarie a Palermo avrebbe stravinto. Il risultato costringerà poi il partito di Bersani a riconsiderare le scelte fatte a livello regionale dove sostiene la giunta regionale guidata dal leader dell’Mpa Raffaele Lombardo che a breve dovrebbe dimettersi per le conseguenze dell’inchiesta che lo vede indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Com’è noto quell’alleanza è stata giudicata anomala e fortemente osteggiata proprio dall’Idv di Orlando e Di Pietro.
AMMINISTRARE PALERMO - Resta poi il fatto che anche Orlando non ha la strada in discesa. Palermo versa in una condizione drammatica. Una miscela fatta di fame di lavoro e rischio default rendono terrificante il compito che attende il prossimo primo cittadino di questa città. Orlando ne è perfettamente consapevole e nelle sue prime dichiarazioni da “quasi sindaco” parla di una scelta assolutamente straordinaria per quanto riguarda il futuro assessore al bilancio. E ancora: “voglio finire sulla prima pagina del New York Times perché ho licenziato qualche fannullone che non lavora”. Nei fatti se dovesse ritornare a Palazzo delle Aquile quasi sicuramente non avrebbe una maggioranza anche in Consiglio Comunale. Lo scarto tra i suo risultato personale e quello delle liste che lo sostengono è abissale (c’è uno scarto di ben 27 punti percentuali). E non avere una maggioranza in Consiglio ha un peso non indifferente soprattutto in tema di bilanci. Per il resto Orlando dovrà un po’ fare i conti col suo ritratto. Ma per questo c’è ancora tempo. Per il momento resta l’incognita ballottaggio nonostante Orlando si sia già assegnato la vittoria ancor prima del fischio finale della partita.
Alfio Sciacca
asciacca@corriere.it
Orlando: «Comunque vada, ho già vinto»
La caduta della roccaforte siciliana potrebbe accelerare
la fine di Alfano: cinque anni fa Cammarata avrebbe stravinto
Orlando abbracciato dai suoi sostenitori
PALERMO – “O vinco stasera formalmente o vinco stasera sostanzialmente”. Leoluca Orlando non attende i risultati definitivi (l’ultima proiezione gli assegna intorno al 47%) e nemmeno il turno di ballottaggio per dichiararsi già sindaco di Palermo. Indubbiamente il suo è un grande successo personale e non solo. Nell’ambito di questa tornata di amministrative Palermo è stata infatti una sorta di Caporetto del Pdl, che col suo candidato Massimo Costa non arriva nemmeno al turno ballottaggio. E non è poco se si tiene conto che cinque anni fa con Cammarata aveva stravinto, proprio contro Orlando, con un sonoro 53,5%. Ma ad essere ancora più impietosi mettendo assieme i voti di Costa con quelli del candidato del Terzo Polo Alessandro Aricò il centro-destra “vecchia maniera” si ferma ad un desolante 32%.
RICADUTE NAZIONALI - Un risultato che probabilmente avrà delle ricadute politiche anche a livello nazionale e che potrebbe accelerare la fine dell’avventura di Angelino Alfano alla leadership del Pdl. Ma i contraccolpi toccheranno tutta la nomenclatura siciliana del partito di Berlusconi che, per la prima volta da anni, non potrà più portare in dote i voti dell’ex roccaforte palermitana. E’ vero infatti che il Pdl veniva dato in calo ma nessuno poteva mai immaginare un risultato del genere.
RIESUMARE VASTO - Ma il successo di Orlando, da confermare nel turno di ballottaggio, impone un momento di riflessione anche per il Pd chiamato a decidere rapidamente se per le prossime politiche dovrà riesumare o meno la foto di Vasto, quella in cui il centrosinistra si presentava compatto e concorde. Basti dire invece che se la sinistra non si fosse clamorosamente divisa alle primarie a Palermo avrebbe stravinto. Il risultato costringerà poi il partito di Bersani a riconsiderare le scelte fatte a livello regionale dove sostiene la giunta regionale guidata dal leader dell’Mpa Raffaele Lombardo che a breve dovrebbe dimettersi per le conseguenze dell’inchiesta che lo vede indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Com’è noto quell’alleanza è stata giudicata anomala e fortemente osteggiata proprio dall’Idv di Orlando e Di Pietro.
AMMINISTRARE PALERMO - Resta poi il fatto che anche Orlando non ha la strada in discesa. Palermo versa in una condizione drammatica. Una miscela fatta di fame di lavoro e rischio default rendono terrificante il compito che attende il prossimo primo cittadino di questa città. Orlando ne è perfettamente consapevole e nelle sue prime dichiarazioni da “quasi sindaco” parla di una scelta assolutamente straordinaria per quanto riguarda il futuro assessore al bilancio. E ancora: “voglio finire sulla prima pagina del New York Times perché ho licenziato qualche fannullone che non lavora”. Nei fatti se dovesse ritornare a Palazzo delle Aquile quasi sicuramente non avrebbe una maggioranza anche in Consiglio Comunale. Lo scarto tra i suo risultato personale e quello delle liste che lo sostengono è abissale (c’è uno scarto di ben 27 punti percentuali). E non avere una maggioranza in Consiglio ha un peso non indifferente soprattutto in tema di bilanci. Per il resto Orlando dovrà un po’ fare i conti col suo ritratto. Ma per questo c’è ancora tempo. Per il momento resta l’incognita ballottaggio nonostante Orlando si sia già assegnato la vittoria ancor prima del fischio finale della partita.
Alfio Sciacca
asciacca@corriere.it
che paese di peracottari
Amministrative, scoppia il caos in Sicilia
la Regione: errore nel conteggio dei voti
Tutte le percentuali vanno corrette al ribasso per una interpretazione errata delle norme: il conteggio dei voti andava effettuato sul totale dei voti validi, cioè anche sulle schede bianche. Che invece sono state escluse. Orlando scenderebbe al 30 per cento, Ferrandelli al 10. Quattro sindaci risultati eletti ieri sera vanno invece al ballottaggio
di EMANUELE LAURIA
PALERMO - Un "pasticcio" nell'interpretazione delle norme regionali sta falsando, in queste ore, i risultati elettorali delle amministrative. Tutte le percentuali attribuite ai candidati sindaci vanno corrette al ribasso: è quello che fa sapere l'assessorato alle Autonomie locali che ha inviato una nota ai Comuni interessati dal voto. In pratica, gli uffici elettorali hanno assegnato le percentuali sulla base del totale dei voti attribuiti ai candidati sindaci. Invece la base di calcolo dovrebbe essere il totale dei voti validi, ovvero quelli presi dai candidati sindaci ma anche da liste e candidati al consiglio, con l'unica eccezione delle schede nulle. E ciò per effetto del combinato di due leggi regionali - la 35 del 1997 e la 6 del 2012 - che lascia in piedi il vecchio sistema di calcolo, costruito quando il voto per il consigliere si estendeva automaticamente al candidato sindaco.
DIRETTA / Scontro Orlando-Ferrandelli, lite nel Pdl
Una clamorosa defaillance amministrativa, rivelata dal sito Dipalermo. it, che non cambia il risultato di Palermo ma che finirebbe per abbassare sensibilmente la quota "ufficiale" di Leoluca Orlando (si attesterebbe fra il 30 e il 35 per cento) e del suo rivale al ballottaggio, Fabrizio Ferrandelli, stimato intorno al 10. I problemi più gravi si sono verificati in quei centri in cui, proprio sulla scorta dei dati ufficiali comunicati dai Comuni, erano state annunciate vittorie al primo turno dei candidati sindaci: precisamente a Villabate, Erice, Misterbianco e Sciacca: Cerrito, Tranchida, Di Guardo e Di Paola, che hanno preso la maggioranza assoluta dei voti assegnati ai sindaci e che già assaporavano la vittoria secca, senza supplementari, sono stati rinviati "d'imperio" al ballottaggio dalla Regione.
la Regione: errore nel conteggio dei voti
Tutte le percentuali vanno corrette al ribasso per una interpretazione errata delle norme: il conteggio dei voti andava effettuato sul totale dei voti validi, cioè anche sulle schede bianche. Che invece sono state escluse. Orlando scenderebbe al 30 per cento, Ferrandelli al 10. Quattro sindaci risultati eletti ieri sera vanno invece al ballottaggio
di EMANUELE LAURIA
PALERMO - Un "pasticcio" nell'interpretazione delle norme regionali sta falsando, in queste ore, i risultati elettorali delle amministrative. Tutte le percentuali attribuite ai candidati sindaci vanno corrette al ribasso: è quello che fa sapere l'assessorato alle Autonomie locali che ha inviato una nota ai Comuni interessati dal voto. In pratica, gli uffici elettorali hanno assegnato le percentuali sulla base del totale dei voti attribuiti ai candidati sindaci. Invece la base di calcolo dovrebbe essere il totale dei voti validi, ovvero quelli presi dai candidati sindaci ma anche da liste e candidati al consiglio, con l'unica eccezione delle schede nulle. E ciò per effetto del combinato di due leggi regionali - la 35 del 1997 e la 6 del 2012 - che lascia in piedi il vecchio sistema di calcolo, costruito quando il voto per il consigliere si estendeva automaticamente al candidato sindaco.
DIRETTA / Scontro Orlando-Ferrandelli, lite nel Pdl
Una clamorosa defaillance amministrativa, rivelata dal sito Dipalermo. it, che non cambia il risultato di Palermo ma che finirebbe per abbassare sensibilmente la quota "ufficiale" di Leoluca Orlando (si attesterebbe fra il 30 e il 35 per cento) e del suo rivale al ballottaggio, Fabrizio Ferrandelli, stimato intorno al 10. I problemi più gravi si sono verificati in quei centri in cui, proprio sulla scorta dei dati ufficiali comunicati dai Comuni, erano state annunciate vittorie al primo turno dei candidati sindaci: precisamente a Villabate, Erice, Misterbianco e Sciacca: Cerrito, Tranchida, Di Guardo e Di Paola, che hanno preso la maggioranza assoluta dei voti assegnati ai sindaci e che già assaporavano la vittoria secca, senza supplementari, sono stati rinviati "d'imperio" al ballottaggio dalla Regione.
Re: From Sicily with love
fanno la lista CIVICA con dentro i VECCHI POLITICI ? certo che ci vuole faccia !!! la merlite è ( o sarà) sempre più acuta o c'è speranza che un vaccino si diffonda nell'aere?
Sicilia: grandi manovre nel centrodestra. Lista civica per le regionali
30 Maggio 2012 - 15:20
(RIPETIZIONE CORRETTA).
(ASCA) - Palermo, 30 mag - Il centrodestra verso una lista civica per le regionali di ottobre? ''Se dovessero esserci le condizioni, perche' no'', afferma in conferenza stampa il capogruppo all'Ars, Innocenzo Leontini, che assieme al capogruppo del Pid, Rudy Maira, hanno presentato l'iniziativa per la realizzazione di un ''nuovo soggetto politico'' dove ''i partiti e i movimenti moderati escano dalle loro sigle ossidate per attivare un dialogo che porti ad un progetto comune''.
''Auspichiamo che per le prossime elezioni regionali si crei un movimento - aggiunge Leontini - una marcia comune, una progettazione che deve ripartire dal dialogo tra le forze politiche moderate tra le quali oggi il dialogo e' difficile, sia perche' i rapporti a livello nazionale sono difficili, sia perche' si sono resi difficili nel corso della legislatura''.
Insomma, partono le grandi manovre in vista della corsa a governatore della Sicilia. Un'apertura ''senza preclusioni'', per Leontini, ''all'Udc affinche' torni ad intraprendere un dialogo con i moderati, a Grande Sud, laici, riformisti e pezzi dell'Mpa''. E spiega - ''L'Mpa, come sigla, e' quella ribaltonista, ma nell'Mpa post-ribaltone, composto da chi vuole decidere di tornare al blocco moderato, ci sara' chi decidera' di essere nostro interlocutore''. Insomma, secondo l'esponente pidiellino, ''bisogna ricostruire un blocco riformista con le forze laiche e cattoliche che prima del ribaltone hanno ottenuto il consenso elettorale dei cittadini''.
Il capogruppo Maira torna, invece, sulla sfiducia a Lombardo. ''La nostra mozione di sfiducia e' diversa dalla mozione di sfiducia che eventualmente sara' presentata da certi partiti (Pd, ndr) che fino ad oggi, grazie al ribaltone, hanno costituito la maggioranza - afferma il capogruppo all'Ars del partito di Romano -.
Tuttavia, anche se le motivazioni sono diverse, i documenti perseguono un unico fine, le dimissioni di questo governo''.
Insomma, per Maira, ''si vada al voto al piu' presto possibile, che siano le dimissioni di 46 deputati o la missione di sfiducia''. ''Meglio - precisa - se c'e' un passaggio in Aula, perche' il governo Lombardo va sfiduciato sul piano della politica''. Altra tappa, il prossimo 7 giugno, quando andra' in scena a Palermo un convegno dal titolo ''Quale governo per la Sicilia che verra''' e che vedra' protagonisti proprio Pdl, Pid e Grande Sud alla presenza dei leader dei partiti moderati. Sara' il primo tassello del ''listone'' civico? Staremo a vedere.
ags/mau
Sicilia: grandi manovre nel centrodestra. Lista civica per le regionali
30 Maggio 2012 - 15:20
(RIPETIZIONE CORRETTA).
(ASCA) - Palermo, 30 mag - Il centrodestra verso una lista civica per le regionali di ottobre? ''Se dovessero esserci le condizioni, perche' no'', afferma in conferenza stampa il capogruppo all'Ars, Innocenzo Leontini, che assieme al capogruppo del Pid, Rudy Maira, hanno presentato l'iniziativa per la realizzazione di un ''nuovo soggetto politico'' dove ''i partiti e i movimenti moderati escano dalle loro sigle ossidate per attivare un dialogo che porti ad un progetto comune''.
''Auspichiamo che per le prossime elezioni regionali si crei un movimento - aggiunge Leontini - una marcia comune, una progettazione che deve ripartire dal dialogo tra le forze politiche moderate tra le quali oggi il dialogo e' difficile, sia perche' i rapporti a livello nazionale sono difficili, sia perche' si sono resi difficili nel corso della legislatura''.
Insomma, partono le grandi manovre in vista della corsa a governatore della Sicilia. Un'apertura ''senza preclusioni'', per Leontini, ''all'Udc affinche' torni ad intraprendere un dialogo con i moderati, a Grande Sud, laici, riformisti e pezzi dell'Mpa''. E spiega - ''L'Mpa, come sigla, e' quella ribaltonista, ma nell'Mpa post-ribaltone, composto da chi vuole decidere di tornare al blocco moderato, ci sara' chi decidera' di essere nostro interlocutore''. Insomma, secondo l'esponente pidiellino, ''bisogna ricostruire un blocco riformista con le forze laiche e cattoliche che prima del ribaltone hanno ottenuto il consenso elettorale dei cittadini''.
Il capogruppo Maira torna, invece, sulla sfiducia a Lombardo. ''La nostra mozione di sfiducia e' diversa dalla mozione di sfiducia che eventualmente sara' presentata da certi partiti (Pd, ndr) che fino ad oggi, grazie al ribaltone, hanno costituito la maggioranza - afferma il capogruppo all'Ars del partito di Romano -.
Tuttavia, anche se le motivazioni sono diverse, i documenti perseguono un unico fine, le dimissioni di questo governo''.
Insomma, per Maira, ''si vada al voto al piu' presto possibile, che siano le dimissioni di 46 deputati o la missione di sfiducia''. ''Meglio - precisa - se c'e' un passaggio in Aula, perche' il governo Lombardo va sfiduciato sul piano della politica''. Altra tappa, il prossimo 7 giugno, quando andra' in scena a Palermo un convegno dal titolo ''Quale governo per la Sicilia che verra''' e che vedra' protagonisti proprio Pdl, Pid e Grande Sud alla presenza dei leader dei partiti moderati. Sara' il primo tassello del ''listone'' civico? Staremo a vedere.
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Re: From Sicily with love
Se la và l’ha g’hà i gamb!!!!
http://www.scienafregia.it/modididire/?ID=140
Se và ha le gambe", ma in senso traslato vuol dire: "se mi riesce, l'ho azzeccata, sono fortunato".
Loro ci tentano di riciclarsi nelle liste civiche,…dipende dai merli e dal movimento dei forconi…
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Re: From Sicily with love
http://www.antoniodecurtis.com/cafone.htm
TOTÒ - Una lettera?
CAFONE- Una lettera de carta, sa...
TOTÒ - E perché, le lettere si scrivono di porcellana?
CAFONE- Eh, non si può sape'...
TOTÒ - Dunque. Lei è ignorante?
CAFONE -Io? Si.
TOTÒ - Bravo, bravo. Viva l'ignoranza! Tutti così dovrebbero essere...
CAFONE -Eh...
TOTÒ - E se ha dei figliuoli, non li mandi a scuola, per carità!
CAFONE -No, io figli nun tengo...
TOTÒ - Li faccia sguazzare nell'ignoranza...
CAFONE -No, io tengo nu cumpare nipote: proprio per lui devo scrivere la lettera, sai...
TOTÒ - Bravo. A lui? (Prende un pacco di lettere nella scrivania). Quanti anni ha questo compare?
CAFONE -Tiene quarantacinque anni...
TOTÒ - Quarantacinque? (Fruga tra le lettere e ne estrae una). Eccola qua. Questa va benissimo.
CAFONE- E cos'è questa?
TOTÒ - No, vede: noi le lettere le scriviamo prima, di modo che, quando viene la persona...
CAFONE -None! Tu non sai che debbo scrivere qui dentro!
TOTÒ - Va be', non vuol dire: guadagnamo tempo.
CAFONE -E che sai, li fatti miei?
TOTÒ - Ma scusi: lei m'ha detto che suo nipote compare ha quarantacinque anni...
CAFONE -Eh, quarantacinque anni...
TOTÒ - Questa lettera io l'ho scritta tre anni fa per un signore che ne aveva quarantadue.
CAFONE -E 'stu signore che è? Lu cumpare mio?
TOTÒ - Non vuol dire! Ma gli va bene...
CAFONE -No, paisa', non me piace...
TOTÒ - Ma gli andrà bene...
CAFONE -Ma no!
TOTÒ - La vuole da capo?
CAFONE -Proprio da capo.
TOTÒ - Scriviamola da capo. Lo facevo per lei: lei con questa lettera economizzava...La vuole nuova? Facciamola nuova!
CAFONE -Bravo.
TOTÒ - Siamo qui apposta... Dunque. Vuol dettare, per cortesia?
CAFONE -Scriva.
TOTÒ - Si...
CAFONE -Napole...
TOTÒ - Eh... (Mette la penna nel calamaio e spruzza d'inchíostro il cafone). Avanti. Napoli... eccetera eccetera eccetera... Sissignore.
CAFONE -(inizia a dettare) Caro Giuseppe cumpare nipote...
TOTÒ -Beh... caro Giuseppe...
CAFONE -E mio cumpare e mio nipote.
TOTÒ - Va be', vuole che... Beh... Caro...
CAFONE -Caro...
TOTÒ - ... Giuseppe...
CAFONE -... cumpare...
TOTÒ - ... compare nipote... sì... sì... (Lo spruzza ancora d'inchiostro).
CAFONE (-asciugandosi) A Napole... a Napole stocio facendo la vita de lu signore
TOTÒ - A Napoli...
CAFONE -Stocio facendo...
TOTÒ - (s'interrompe riflettendo)) Stocio... Stocio... Io stocio, tu stoci... Non esiste questo.
CAFONE -Non te piace stocio?
TOTÒ - Sto! Io sto! Che me fai scrivere?
CAFONE -E più corto, eh...
TOTÒ - Me fai scrivere stocio... (Cancella con una mano,e spruzza di nuovo d'inchiostro il cafone)). Ah, santo Iddio, come se fa... come se fa... (Lo spruzza ancora)
CAFONE- (asciugandosi il vestito) Paisa', chistu lu vestito l'hai cumprato io, eh...
TOTÒ - Ah, bravo... bravo... Paga sempre lei: bravo! (Ad alta voce rivolto a Peppiniello) Peppiniello! Quelle pizze diventano due! (Al cafone) Dica, dica...
CAFONE -Alla sera me ne vaco a lu tabbarene...
TOTÒ - Bene. Alla sera me ne vado...
CAFONE -... me ne vaco a lu tabbarene...
TOTÒ - Me ne vado...
CAFONE -... e me ne esco quanti chiode...
TOTÒ - Quanti chiodi? (Gli spruzza l'ínchiostro in un occhio).
CAFONE -Quanti chiode. Ma che, sta chiovenno ignostro, paisa'?
TOTÒ - Quanto chiodo?...
CAFONE -Chiodo, si: chiodono li porte, va...
TOTÒ - Ah. quando chiude!
CAFONE -Finisci! Finisci!
TOTÒ - Eh, dice chiodo... Chiude, chiude!
CAFONE - E per questo...
TOTÒ - E per questo...
CAFONE -... mandame...
TOTÒ ... mandami...
CAFONE -... nu poco de soldi...
TOTÒ - ... per questo mandami un po' di so... (rimane di sasso)
CAFONE -... perché nun tengo nemmeno li soldi per pagare la lettera a lu scrivano che me sta scrivendo la lettera presente...
TOTÒ - (smette di scrivere) E poi?
CAFONE - E poi... Mettece li saluti... Ponto.
TOTÒ - Ma ch'e saluti e saluti!? (Si alza e straccia la lettera).
CAFONE -(si alza anche lui, spaventato) E che?
TOTÒ - Ma che saluti e saluti!? Vai via, mascalzone! Vai via!
CAFONE- ...
TOTÒ - (lo minaccia col calamaio) E ringrazia Dio che non tiro il calamaio perché mi serve
CAFONE- E che... (Allontanandosi).
TOTÒ - (fra sè) Chiodo... ponto... stace... Mi fa perdere del tempo inutilmente
PEPPINIELLO -(Che arriva tutto contento) Papà, le pizze sono pronte: dammi i soldi.
TOTÒ - E che soldi e soldi? E che pizze e pizze? M'è passato l'appetito... Non voglio mangia' più(Torna a sedersi, amareggiato).
TOTÒ - Una lettera?
CAFONE- Una lettera de carta, sa...
TOTÒ - E perché, le lettere si scrivono di porcellana?
CAFONE- Eh, non si può sape'...
TOTÒ - Dunque. Lei è ignorante?
CAFONE -Io? Si.
TOTÒ - Bravo, bravo. Viva l'ignoranza! Tutti così dovrebbero essere...
CAFONE -Eh...
TOTÒ - E se ha dei figliuoli, non li mandi a scuola, per carità!
CAFONE -No, io figli nun tengo...
TOTÒ - Li faccia sguazzare nell'ignoranza...
CAFONE -No, io tengo nu cumpare nipote: proprio per lui devo scrivere la lettera, sai...
TOTÒ - Bravo. A lui? (Prende un pacco di lettere nella scrivania). Quanti anni ha questo compare?
CAFONE -Tiene quarantacinque anni...
TOTÒ - Quarantacinque? (Fruga tra le lettere e ne estrae una). Eccola qua. Questa va benissimo.
CAFONE- E cos'è questa?
TOTÒ - No, vede: noi le lettere le scriviamo prima, di modo che, quando viene la persona...
CAFONE -None! Tu non sai che debbo scrivere qui dentro!
TOTÒ - Va be', non vuol dire: guadagnamo tempo.
CAFONE -E che sai, li fatti miei?
TOTÒ - Ma scusi: lei m'ha detto che suo nipote compare ha quarantacinque anni...
CAFONE -Eh, quarantacinque anni...
TOTÒ - Questa lettera io l'ho scritta tre anni fa per un signore che ne aveva quarantadue.
CAFONE -E 'stu signore che è? Lu cumpare mio?
TOTÒ - Non vuol dire! Ma gli va bene...
CAFONE -No, paisa', non me piace...
TOTÒ - Ma gli andrà bene...
CAFONE -Ma no!
TOTÒ - La vuole da capo?
CAFONE -Proprio da capo.
TOTÒ - Scriviamola da capo. Lo facevo per lei: lei con questa lettera economizzava...La vuole nuova? Facciamola nuova!
CAFONE -Bravo.
TOTÒ - Siamo qui apposta... Dunque. Vuol dettare, per cortesia?
CAFONE -Scriva.
TOTÒ - Si...
CAFONE -Napole...
TOTÒ - Eh... (Mette la penna nel calamaio e spruzza d'inchíostro il cafone). Avanti. Napoli... eccetera eccetera eccetera... Sissignore.
CAFONE -(inizia a dettare) Caro Giuseppe cumpare nipote...
TOTÒ -Beh... caro Giuseppe...
CAFONE -E mio cumpare e mio nipote.
TOTÒ - Va be', vuole che... Beh... Caro...
CAFONE -Caro...
TOTÒ - ... Giuseppe...
CAFONE -... cumpare...
TOTÒ - ... compare nipote... sì... sì... (Lo spruzza ancora d'inchiostro).
CAFONE (-asciugandosi) A Napole... a Napole stocio facendo la vita de lu signore
TOTÒ - A Napoli...
CAFONE -Stocio facendo...
TOTÒ - (s'interrompe riflettendo)) Stocio... Stocio... Io stocio, tu stoci... Non esiste questo.
CAFONE -Non te piace stocio?
TOTÒ - Sto! Io sto! Che me fai scrivere?
CAFONE -E più corto, eh...
TOTÒ - Me fai scrivere stocio... (Cancella con una mano,e spruzza di nuovo d'inchiostro il cafone)). Ah, santo Iddio, come se fa... come se fa... (Lo spruzza ancora)
CAFONE- (asciugandosi il vestito) Paisa', chistu lu vestito l'hai cumprato io, eh...
TOTÒ - Ah, bravo... bravo... Paga sempre lei: bravo! (Ad alta voce rivolto a Peppiniello) Peppiniello! Quelle pizze diventano due! (Al cafone) Dica, dica...
CAFONE -Alla sera me ne vaco a lu tabbarene...
TOTÒ - Bene. Alla sera me ne vado...
CAFONE -... me ne vaco a lu tabbarene...
TOTÒ - Me ne vado...
CAFONE -... e me ne esco quanti chiode...
TOTÒ - Quanti chiodi? (Gli spruzza l'ínchiostro in un occhio).
CAFONE -Quanti chiode. Ma che, sta chiovenno ignostro, paisa'?
TOTÒ - Quanto chiodo?...
CAFONE -Chiodo, si: chiodono li porte, va...
TOTÒ - Ah. quando chiude!
CAFONE -Finisci! Finisci!
TOTÒ - Eh, dice chiodo... Chiude, chiude!
CAFONE - E per questo...
TOTÒ - E per questo...
CAFONE -... mandame...
TOTÒ ... mandami...
CAFONE -... nu poco de soldi...
TOTÒ - ... per questo mandami un po' di so... (rimane di sasso)
CAFONE -... perché nun tengo nemmeno li soldi per pagare la lettera a lu scrivano che me sta scrivendo la lettera presente...
TOTÒ - (smette di scrivere) E poi?
CAFONE - E poi... Mettece li saluti... Ponto.
TOTÒ - Ma ch'e saluti e saluti!? (Si alza e straccia la lettera).
CAFONE -(si alza anche lui, spaventato) E che?
TOTÒ - Ma che saluti e saluti!? Vai via, mascalzone! Vai via!
CAFONE- ...
TOTÒ - (lo minaccia col calamaio) E ringrazia Dio che non tiro il calamaio perché mi serve
CAFONE- E che... (Allontanandosi).
TOTÒ - (fra sè) Chiodo... ponto... stace... Mi fa perdere del tempo inutilmente
PEPPINIELLO -(Che arriva tutto contento) Papà, le pizze sono pronte: dammi i soldi.
TOTÒ - E che soldi e soldi? E che pizze e pizze? M'è passato l'appetito... Non voglio mangia' più(Torna a sedersi, amareggiato).
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