Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzione?
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Papa Francesco, nuovo appello per i migranti: “Respingerli è un atto di guerra”
Il Pontefice, nell'Aula Paolo VI in Vaticano davanti ai 1500 ragazzi del Movimento eucaristico giovanile, rinnova l'invito all'accoglienza. Poi si rivolge ai giovani, ai quali ha chiesto di "non andare in pensione a 20 anni"
di Francesco Antonio Grana | 7 agosto 2015
“Respingere gli immigrati è un atto di guerra”. Papa Francesco ha rinnovato il suo forte appello a favore dell’accoglienza degli immigranti condannando duramente coloro che, invece, li respingono. Bergoglio, ricevendo nell’Aula Paolo VI in Vaticano 1500 ragazzi del Movimento eucaristico giovanile, ha fatto l’esempio dei migranti Rohingya popolazione musulmana in fuga dal Myanmar nell’Oceano Indiano respinta da diversi Paesi dell’area circostante, Birmania, Malesia, Thailandia e Indonesia. “Pensiamo – ha spiegato il Papa – a quei nostri fratelli Rohingya che sono stati cacciati via da un Paese, da un altro, da un altro. Vanno sul mare, quando arrivano a un porto, a una spiaggia, gli danno un po’ d’acqua, un po’ da mangiare e li cacciano via. Questo è un conflitto non risolto, questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere”.
Francesco, che ha scelto Lampedusa come meta del suo primo viaggio proprio per mettere al centro del suo pontificato l’accoglienza agli immigrati, recentemente ha chiesto “perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca vita, una famiglia, che cerca di essere custodita”. Appello che gli aveva attirato le pesanti critiche del leader della Lega Matteo Salvini.
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Ai giovani, ai quali ha chiesto di “non andare in pensione a 20 anni”, Bergoglio ha spiegato che “soltanto in paradiso non ci saranno i conflitti”. “Cosa sarebbe – ha domandato il Papa – una famiglia, una società senza conflitti? Sarebbe un cimitero, perché soltanto nelle cose morte non ci sono conflitti e tensioni”. Per Francesco, infatti, “le tensioni si risolvono con il dialogo, senza perdere la propria identità nel rispetto”. Non bisogna, dunque, avere paura di esse perché “se affrontate bene portano più in alto, verso l’armonia”. La “sfida” proposta dal Papa ai giovani è “riconoscere la pace che viene da Gesù e distinguerla da quella superficiale, finta, che viene dal diavolo. Il diavolo – ha aggiunto Bergoglio – ti distrugge, ti fa credere che questa è la strada e poi ti abbandona, il diavolo è un mal pagatore, mai paga bene, sempre ti truffa, ti fa vedere le cose truccate, tu credi che quello è buono, vai lì, e alla fine non trovi la pace. Gesù è il buon pagatore, paga bene, paga molto bene”.
Nell’udienza non sono mancati anche momenti divertenti con Francesco che ha chiesto a una ragazza brasiliana chi fosse il giocatore migliore tra Pelé e Maradona ricevendo una risposta scontata. Bergoglio ha anche voluto raccontare ai giovani un episodio simpatico avvenuto recentemente in piazza San Pietro. “Durante un’udienza generale, – ha detto il Papa – mentre facevo il giro sulla papamobile, ho visto tra la folla dei fedeli una donna molto anziana, ma con gli occhi molto vispi e pieni di luce. Ho chiesto di fermare la macchina e sono sceso a salutarla chiedendole quanti anni aveva. Mi ha risposto di averne compiuti 92. Le ho chiesto la ricetta per arrivare così bene alla vecchiaia e lei mi ha risposto: ‘Mangio i ravioli e li faccio io in casa!”.
Twitter @Francesco Grana
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... a/1942364/
Il Pontefice, nell'Aula Paolo VI in Vaticano davanti ai 1500 ragazzi del Movimento eucaristico giovanile, rinnova l'invito all'accoglienza. Poi si rivolge ai giovani, ai quali ha chiesto di "non andare in pensione a 20 anni"
di Francesco Antonio Grana | 7 agosto 2015
“Respingere gli immigrati è un atto di guerra”. Papa Francesco ha rinnovato il suo forte appello a favore dell’accoglienza degli immigranti condannando duramente coloro che, invece, li respingono. Bergoglio, ricevendo nell’Aula Paolo VI in Vaticano 1500 ragazzi del Movimento eucaristico giovanile, ha fatto l’esempio dei migranti Rohingya popolazione musulmana in fuga dal Myanmar nell’Oceano Indiano respinta da diversi Paesi dell’area circostante, Birmania, Malesia, Thailandia e Indonesia. “Pensiamo – ha spiegato il Papa – a quei nostri fratelli Rohingya che sono stati cacciati via da un Paese, da un altro, da un altro. Vanno sul mare, quando arrivano a un porto, a una spiaggia, gli danno un po’ d’acqua, un po’ da mangiare e li cacciano via. Questo è un conflitto non risolto, questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere”.
Francesco, che ha scelto Lampedusa come meta del suo primo viaggio proprio per mettere al centro del suo pontificato l’accoglienza agli immigrati, recentemente ha chiesto “perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca vita, una famiglia, che cerca di essere custodita”. Appello che gli aveva attirato le pesanti critiche del leader della Lega Matteo Salvini.
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Ai giovani, ai quali ha chiesto di “non andare in pensione a 20 anni”, Bergoglio ha spiegato che “soltanto in paradiso non ci saranno i conflitti”. “Cosa sarebbe – ha domandato il Papa – una famiglia, una società senza conflitti? Sarebbe un cimitero, perché soltanto nelle cose morte non ci sono conflitti e tensioni”. Per Francesco, infatti, “le tensioni si risolvono con il dialogo, senza perdere la propria identità nel rispetto”. Non bisogna, dunque, avere paura di esse perché “se affrontate bene portano più in alto, verso l’armonia”. La “sfida” proposta dal Papa ai giovani è “riconoscere la pace che viene da Gesù e distinguerla da quella superficiale, finta, che viene dal diavolo. Il diavolo – ha aggiunto Bergoglio – ti distrugge, ti fa credere che questa è la strada e poi ti abbandona, il diavolo è un mal pagatore, mai paga bene, sempre ti truffa, ti fa vedere le cose truccate, tu credi che quello è buono, vai lì, e alla fine non trovi la pace. Gesù è il buon pagatore, paga bene, paga molto bene”.
Nell’udienza non sono mancati anche momenti divertenti con Francesco che ha chiesto a una ragazza brasiliana chi fosse il giocatore migliore tra Pelé e Maradona ricevendo una risposta scontata. Bergoglio ha anche voluto raccontare ai giovani un episodio simpatico avvenuto recentemente in piazza San Pietro. “Durante un’udienza generale, – ha detto il Papa – mentre facevo il giro sulla papamobile, ho visto tra la folla dei fedeli una donna molto anziana, ma con gli occhi molto vispi e pieni di luce. Ho chiesto di fermare la macchina e sono sceso a salutarla chiedendole quanti anni aveva. Mi ha risposto di averne compiuti 92. Le ho chiesto la ricetta per arrivare così bene alla vecchiaia e lei mi ha risposto: ‘Mangio i ravioli e li faccio io in casa!”.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
La risposta del Matteo dell'Ortica non si é fatto attendere.
Migranti, Salvini attacca Papa Francesco: “Respingerli è crimine? No, un dovere”
Il leader della Lega Nord su Facebook critica le parole di Bergoglio che ha condannato i respingimenti definendoli "un atto di guerra"
di F. Q. | 7 agosto 2015
Matteo Salvini attacca ancora Papa Francesco. E ancora una volta lo fa sul tema dei migranti. “Respingere i clandestini un crimine? No, un dovere. Sbaglio?” così scrive il segretario della Lega Nord sulla sua pagina Facebook in polemica con il pontefice. Bergoglio ha incontrato in Vaticano 1500 ragazzi del Movimento eucaristico giovanile in Vaticano. Parlando del popolo musulmano dei Rohingya in fuga dalla Birmania in Oceano Indiano ha colto l’occasione per condannare chi respinge i migranti: “Questo è un atto di guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere”.
“I Rohingya – ha ricordato Papa Francesco – sono stati cacciati da un paese, poi da un altro, poi da un altro ancora e vanno sul mare. Quando arrivano in un porto o in una spiaggia, danno loro un po’ d’acqua e un po’ di cibo e li ricacciano via, sul mare. Questo è l’esempio di un conflitto non risolto, questa è guerra, questa si chiama violenza omicida”.
Non è la prima volta che il segretario del Carroccio critica le parole di Papa Francesco. A giugno, il pontefice si limitò “a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca vita, una famiglia, che cerca di essere custodita”. Un appello pronunciato davanti a 15mila persone che si trovavano in piazza San Pietro in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Ma Salvini si sentì chiamato in causa e rispose piccato ai microfoni di Radio Padania: “Quanti rifugiati ci sono in Vaticano? Il problema è che i rifugiati sono un quarto di quelli che arrivano, noi non abbiamo bisogno di essere perdonati”.
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Un mese dopo, espresse il proprio disgusto non per le parole ma per un gesto di Bergoglio. L’oggetto del contendere quella volta era il crocefisso su falce e martello donato dal presidente Evo Morales al Papa durante il viaggio nel suo Sud America fra Ecuador, Bolivia e Paraguay. “Io non sono rimasto incuriosito, sono rimasto schifato”, commentò Salvini: “Adesso va bene tutto, però sorridere, rivendicare, me lo porto a casa è un’offesa a chi in nome di quel simbolo ci ha lasciato la vita”.
Mentre per Papa Francesco non c’era niente di vergognoso in quella scultura: “Per me non è stata un’offesa, lo porto con me”, disse durante il viaggio di ritorno in aereo. Perché Bergoglio conosce bene la storia di quel Cristo, disegnato da padre Luis Espinal Camps, gesuita ucciso il 22 marzo 1980 durante la dittatura nel Paese e a cui il Papa ha voluto rendere omaggio proprio durante la sua tappa in Bolivia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... e/1942331/
Migranti, Salvini attacca Papa Francesco: “Respingerli è crimine? No, un dovere”
Il leader della Lega Nord su Facebook critica le parole di Bergoglio che ha condannato i respingimenti definendoli "un atto di guerra"
di F. Q. | 7 agosto 2015
Matteo Salvini attacca ancora Papa Francesco. E ancora una volta lo fa sul tema dei migranti. “Respingere i clandestini un crimine? No, un dovere. Sbaglio?” così scrive il segretario della Lega Nord sulla sua pagina Facebook in polemica con il pontefice. Bergoglio ha incontrato in Vaticano 1500 ragazzi del Movimento eucaristico giovanile in Vaticano. Parlando del popolo musulmano dei Rohingya in fuga dalla Birmania in Oceano Indiano ha colto l’occasione per condannare chi respinge i migranti: “Questo è un atto di guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere”.
“I Rohingya – ha ricordato Papa Francesco – sono stati cacciati da un paese, poi da un altro, poi da un altro ancora e vanno sul mare. Quando arrivano in un porto o in una spiaggia, danno loro un po’ d’acqua e un po’ di cibo e li ricacciano via, sul mare. Questo è l’esempio di un conflitto non risolto, questa è guerra, questa si chiama violenza omicida”.
Non è la prima volta che il segretario del Carroccio critica le parole di Papa Francesco. A giugno, il pontefice si limitò “a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca vita, una famiglia, che cerca di essere custodita”. Un appello pronunciato davanti a 15mila persone che si trovavano in piazza San Pietro in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Ma Salvini si sentì chiamato in causa e rispose piccato ai microfoni di Radio Padania: “Quanti rifugiati ci sono in Vaticano? Il problema è che i rifugiati sono un quarto di quelli che arrivano, noi non abbiamo bisogno di essere perdonati”.
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Un mese dopo, espresse il proprio disgusto non per le parole ma per un gesto di Bergoglio. L’oggetto del contendere quella volta era il crocefisso su falce e martello donato dal presidente Evo Morales al Papa durante il viaggio nel suo Sud America fra Ecuador, Bolivia e Paraguay. “Io non sono rimasto incuriosito, sono rimasto schifato”, commentò Salvini: “Adesso va bene tutto, però sorridere, rivendicare, me lo porto a casa è un’offesa a chi in nome di quel simbolo ci ha lasciato la vita”.
Mentre per Papa Francesco non c’era niente di vergognoso in quella scultura: “Per me non è stata un’offesa, lo porto con me”, disse durante il viaggio di ritorno in aereo. Perché Bergoglio conosce bene la storia di quel Cristo, disegnato da padre Luis Espinal Camps, gesuita ucciso il 22 marzo 1980 durante la dittatura nel Paese e a cui il Papa ha voluto rendere omaggio proprio durante la sua tappa in Bolivia.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Su questa eventualità sono d'accordo con Bel Pietro. Anzi lo spero. Anche perchè stamani on the road, un amico ha rimosso un idea che stava lì, tra il nicchete e il patacchete( detto meneghino)ed è stata messa a fuoco.
Con molti non renziani, e con qualche renziano, quando si analizza lo stato dell'arte del Bel Paese guidato dal piazzista Matteo La Qualunque, si arriva sempre alla classica conclusione: "Sì, ma se si manda a casa La Qualunque chi viene dopo??????"
E qui non c'é molto da scegliere.
Silvio è improponibile dopo la cacciata di Re Giorgio.
Salvini fa piangere anche i sassi.
Di Maio, l'è un bravo fieu, ma non è in grado di affrontare la situazione. Se poi ricompare Peppengrill, apriti cielo. I voti che il M5S ha recuperato in questi mesi li perde totanbot.
Qualcuno accenna a Passera. Ma a me viene da ridere, visto come siamo messi.
Quindi andiamo avanti tenendoci La Qualunque, sapendo che stiamo affondando ogni giorno di più, e che non ne verremo fuori con queste supercazzole sparate in quantità industriale.
Ma questa mattina un amico mi ha fatto mettere a fuoco quanto segue:
Come accennava ieri anche Rosy Bindi, per la questione del Senato ed altro, non si può più andare avanti così.
Meglio quindi prendere il toro per le corna ed affrontare la situazione.
Diamo il via libera a Salvini per qualche mese. Tanto sappiamo che non sarà in grado di combinare un bel fico secco. Solo chiacchiere e distintivo come La Qualunque degli esordi. Staremo di certo male, ma non sarà certamente diverso se ci sarà il mago Leopoldo e le sue supercazzole.
Cambiamo poi Salvini con i grillini, visto che il Peppe nazionale chiede elezioni e dichiara che la loro vocazione non è quella di stare all'opposizione a vita.
E qui ancora qualche mese e poi si esaurirà l'esperienza grillina.
Poi dovremmo decidere una volta per tutte a cercare di affrontare la situazione.
Esaurito il parterre dei pifferai per niente magici, potrebbe verificarsi che non c'è più chi possa guidarci, e potrebbe verificarsi l'inconveniente che sta maturando in parecchie persone anche di sinistra che dichiarano: "Qui ci vuole un nuovo Mussolini"
Pessimo affare ovviamente.
Ma nulla cambia anche se andiamo avanti con Matteo La Qualunque.
In parte la responsabilità é anche nostra perché davanti ai misfatti dell'ultimo ventennio non abbiamo richiesto a gran voce una nuova classe dirigente all'altezza della situazione.
Quando insisto che ci vogliono un nuovo De Gasperi ed un nuovo Einaudi, mi rispondono che quegli uomini non ci sono più.
Già, ma allora che facciamo? Anneghiamo tutti quanti?
Maurizio Belpietro: "Renzi rischia di cadere su immigrati e clandestini"
10 Agosto 2015
Che il Papa dica di accogliere i migranti sbarcati sulle nostre coste a me pare una non notizia. Che altro dovrebbe predicare il Pontefice? Respingeteli tutti? Dato che il Vangelo insegna ad amare il prossimo tuo come te stesso, a soccorrere i pellegrini in difficoltà e a spezzare il pane con chi ne ha bisogno, è evidente che Bergoglio deve benedire l’immigrazione come se fosse un bene di Dio. Semmai la notizia è che tanti senza Dio si emozionino di fronte alle parole del Papa al punto da fare titoloni in prima pagina come se Francesco avesse detto andate e fornicate con chi vi pare. Va bene che siamo in Italia e ogni sottana che si agita all’ombra del Cupolone, in particolare quella bianca, pare l’evento del secolo, ma non esageriamo.
Anche perché qui di esagerati finora ci sono solo gli arrivi quotidiani e l’incapacità di affrontarli. Nonostante le chiacchiere e i tanti appelli alla solidarietà, non passa giorno che non si segnalino nuovi approdi e nuove polemiche, soprattutto fra chi poi con questi fratelli da abbracciare deve convivere. Tra hotel trasformati in fretta e furia in ostelli da albergatori furbi in cerca di guadagni facili (il difficile verrà però quando si pretenderà che lo stato paghi quanto promesso), edifici abbandonati messi a disposizione dalle prefetture, il caos con cui si affronta l’emergenza pare totale. A Milano, in certe vie del centro vicine alla mensa dei poveri gestita dall’Opera francescana, attorno a mezzogiorno pare di essere in una città africana tale è il flusso di stranieri diretti verso corso Concordia. Segno evidente che non solo molti profughi non sono stati ancora sistemati e smistati, ma che se non ci fossero i frati ad allungare un piatto di minestra ai migranti, nessuno saprebbe come fare per dar loro da mangiare. Ma il sistema può reggersi solo sul volontariato e sugli appelli del Papa? Ovviamente no. Soprattutto non potrà reggere alla prova dell’inverno, quando molti extracomunitari che hanno trovato rifugio ai giardini pubblici cominceranno a sentire i rigori del freddo.
Rispetto agli anni passati non solo il flusso di profughi si è fatto più intenso, ma più intensi e rigorosi sono divenuti anche i controlli alle frontiere dei paesi vicini, verso i quali spesso i clandestini sono diretti. Risultato, molti migranti stanno diventando stanziali, più di quanto succedesse in passato. E questo sarà il problema numero uno che Matteo Renzi dovrà affrontare di ritorno dalle vacanze. Altro che riforma del Senato e aiuti per il Mezzogiorno. Il vero tema con il quale dovrà misurarsi il presidente del consiglio e sul quale rischia di cadere è l’immigrazione. Di come sarà eletta l’assemblea di Palazzo Madama agli italiani impipa quanto la riproduzione dei bachi da seta in primavera. E alle favole di un piano per il rilancio del Sud credono come a quelle del principe azzurro che salva la principessa dal drago. Dei clandestini che soggiornano in pianta stabile sotto casa loro invece non ne possono più. È su quelli infatti che si misura l’insuccesso del governo. Molto più che sul lavoro o sulle tasse.
Non so se esistano sondaggi che rilevino l’insoddisfazione in base alle motivazioni. Ma anche senza disporre di criteri scientifici per stimarne l’impatto sugli elettori sono convinto che l’immigrazione sia l’argomento che ha alimentato più di ogni altro il sentimento di sfiducia nei confronti del governo. Del resto, per capirlo è sufficiente guardare la crescita della Lega. Salvini da mesi non parla altro che di clandestini. Accantonata la questione dell’Euro, che in principio era parsa un suo cavallo di battaglia, il leader della Lega si è concentrato sugli immigrati e sui rom, due questioni gemelle agli occhi dell’opinione pubblica. E quanto abbiano gradito gli italiani è provato dagli ultimi sondaggi che danno l’ex Carroccio (avete notato che dello spadone di Alberto da Giussano non parla più nessuno?) stabilmente sopra il 15 per cento. Voti che forse un tempo erano di Berlusconi, ma che ad un certo punto erano sembrati affluire verso Renzi. Ora quel flusso è acqua passata. Il presidente del consiglio secondo le rilevazioni più ottimistiche sta al 35 per cento, secondo le più pessimistiche al 31, molto lontano dunque dalla soglia del 41 conquistato nel maggio di un anno fa. E soprattutto molto lontano dal tetto necessario per ottenere il premio di maggioranza in caso di elezioni.
Ogni sbarco, ogni bivacco di profughi nelle stazioni o nel centro città, sta diventando per il premier uno spot alla rovescia, un manifesto che rappresenta le dimensioni del suo fallimento. Di fronte alla realtà quotidiana, a nulla servirà dunque il megafono della Rai su cui nei giorni scorsi ha messo le mani. Se anche avesse a disposizione tutti i Tg e tutti i talk show la percezione degli elettori non cambierebbe.
Renzi dia retta a chi gli italiani li vede non solo alla Leopolda: se vuole durare, lasci perdere il piano per il Sud e ne faccia uno per i nativi, evitando che questo paese diventi un immenso campo profughi. Altrimenti presto, il primo profugo sarà lui. E a licenziarlo non sarà Bersani e la fronda nel Pd, ma gli elettori.
di Maurizio Belpietro
maurizio.belpietro@liberoquotidiano.it
@BelpietroTweet
Con molti non renziani, e con qualche renziano, quando si analizza lo stato dell'arte del Bel Paese guidato dal piazzista Matteo La Qualunque, si arriva sempre alla classica conclusione: "Sì, ma se si manda a casa La Qualunque chi viene dopo??????"
E qui non c'é molto da scegliere.
Silvio è improponibile dopo la cacciata di Re Giorgio.
Salvini fa piangere anche i sassi.
Di Maio, l'è un bravo fieu, ma non è in grado di affrontare la situazione. Se poi ricompare Peppengrill, apriti cielo. I voti che il M5S ha recuperato in questi mesi li perde totanbot.
Qualcuno accenna a Passera. Ma a me viene da ridere, visto come siamo messi.
Quindi andiamo avanti tenendoci La Qualunque, sapendo che stiamo affondando ogni giorno di più, e che non ne verremo fuori con queste supercazzole sparate in quantità industriale.
Ma questa mattina un amico mi ha fatto mettere a fuoco quanto segue:
Come accennava ieri anche Rosy Bindi, per la questione del Senato ed altro, non si può più andare avanti così.
Meglio quindi prendere il toro per le corna ed affrontare la situazione.
Diamo il via libera a Salvini per qualche mese. Tanto sappiamo che non sarà in grado di combinare un bel fico secco. Solo chiacchiere e distintivo come La Qualunque degli esordi. Staremo di certo male, ma non sarà certamente diverso se ci sarà il mago Leopoldo e le sue supercazzole.
Cambiamo poi Salvini con i grillini, visto che il Peppe nazionale chiede elezioni e dichiara che la loro vocazione non è quella di stare all'opposizione a vita.
E qui ancora qualche mese e poi si esaurirà l'esperienza grillina.
Poi dovremmo decidere una volta per tutte a cercare di affrontare la situazione.
Esaurito il parterre dei pifferai per niente magici, potrebbe verificarsi che non c'è più chi possa guidarci, e potrebbe verificarsi l'inconveniente che sta maturando in parecchie persone anche di sinistra che dichiarano: "Qui ci vuole un nuovo Mussolini"
Pessimo affare ovviamente.
Ma nulla cambia anche se andiamo avanti con Matteo La Qualunque.
In parte la responsabilità é anche nostra perché davanti ai misfatti dell'ultimo ventennio non abbiamo richiesto a gran voce una nuova classe dirigente all'altezza della situazione.
Quando insisto che ci vogliono un nuovo De Gasperi ed un nuovo Einaudi, mi rispondono che quegli uomini non ci sono più.
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Che il Papa dica di accogliere i migranti sbarcati sulle nostre coste a me pare una non notizia. Che altro dovrebbe predicare il Pontefice? Respingeteli tutti? Dato che il Vangelo insegna ad amare il prossimo tuo come te stesso, a soccorrere i pellegrini in difficoltà e a spezzare il pane con chi ne ha bisogno, è evidente che Bergoglio deve benedire l’immigrazione come se fosse un bene di Dio. Semmai la notizia è che tanti senza Dio si emozionino di fronte alle parole del Papa al punto da fare titoloni in prima pagina come se Francesco avesse detto andate e fornicate con chi vi pare. Va bene che siamo in Italia e ogni sottana che si agita all’ombra del Cupolone, in particolare quella bianca, pare l’evento del secolo, ma non esageriamo.
Anche perché qui di esagerati finora ci sono solo gli arrivi quotidiani e l’incapacità di affrontarli. Nonostante le chiacchiere e i tanti appelli alla solidarietà, non passa giorno che non si segnalino nuovi approdi e nuove polemiche, soprattutto fra chi poi con questi fratelli da abbracciare deve convivere. Tra hotel trasformati in fretta e furia in ostelli da albergatori furbi in cerca di guadagni facili (il difficile verrà però quando si pretenderà che lo stato paghi quanto promesso), edifici abbandonati messi a disposizione dalle prefetture, il caos con cui si affronta l’emergenza pare totale. A Milano, in certe vie del centro vicine alla mensa dei poveri gestita dall’Opera francescana, attorno a mezzogiorno pare di essere in una città africana tale è il flusso di stranieri diretti verso corso Concordia. Segno evidente che non solo molti profughi non sono stati ancora sistemati e smistati, ma che se non ci fossero i frati ad allungare un piatto di minestra ai migranti, nessuno saprebbe come fare per dar loro da mangiare. Ma il sistema può reggersi solo sul volontariato e sugli appelli del Papa? Ovviamente no. Soprattutto non potrà reggere alla prova dell’inverno, quando molti extracomunitari che hanno trovato rifugio ai giardini pubblici cominceranno a sentire i rigori del freddo.
Rispetto agli anni passati non solo il flusso di profughi si è fatto più intenso, ma più intensi e rigorosi sono divenuti anche i controlli alle frontiere dei paesi vicini, verso i quali spesso i clandestini sono diretti. Risultato, molti migranti stanno diventando stanziali, più di quanto succedesse in passato. E questo sarà il problema numero uno che Matteo Renzi dovrà affrontare di ritorno dalle vacanze. Altro che riforma del Senato e aiuti per il Mezzogiorno. Il vero tema con il quale dovrà misurarsi il presidente del consiglio e sul quale rischia di cadere è l’immigrazione. Di come sarà eletta l’assemblea di Palazzo Madama agli italiani impipa quanto la riproduzione dei bachi da seta in primavera. E alle favole di un piano per il rilancio del Sud credono come a quelle del principe azzurro che salva la principessa dal drago. Dei clandestini che soggiornano in pianta stabile sotto casa loro invece non ne possono più. È su quelli infatti che si misura l’insuccesso del governo. Molto più che sul lavoro o sulle tasse.
Non so se esistano sondaggi che rilevino l’insoddisfazione in base alle motivazioni. Ma anche senza disporre di criteri scientifici per stimarne l’impatto sugli elettori sono convinto che l’immigrazione sia l’argomento che ha alimentato più di ogni altro il sentimento di sfiducia nei confronti del governo. Del resto, per capirlo è sufficiente guardare la crescita della Lega. Salvini da mesi non parla altro che di clandestini. Accantonata la questione dell’Euro, che in principio era parsa un suo cavallo di battaglia, il leader della Lega si è concentrato sugli immigrati e sui rom, due questioni gemelle agli occhi dell’opinione pubblica. E quanto abbiano gradito gli italiani è provato dagli ultimi sondaggi che danno l’ex Carroccio (avete notato che dello spadone di Alberto da Giussano non parla più nessuno?) stabilmente sopra il 15 per cento. Voti che forse un tempo erano di Berlusconi, ma che ad un certo punto erano sembrati affluire verso Renzi. Ora quel flusso è acqua passata. Il presidente del consiglio secondo le rilevazioni più ottimistiche sta al 35 per cento, secondo le più pessimistiche al 31, molto lontano dunque dalla soglia del 41 conquistato nel maggio di un anno fa. E soprattutto molto lontano dal tetto necessario per ottenere il premio di maggioranza in caso di elezioni.
Ogni sbarco, ogni bivacco di profughi nelle stazioni o nel centro città, sta diventando per il premier uno spot alla rovescia, un manifesto che rappresenta le dimensioni del suo fallimento. Di fronte alla realtà quotidiana, a nulla servirà dunque il megafono della Rai su cui nei giorni scorsi ha messo le mani. Se anche avesse a disposizione tutti i Tg e tutti i talk show la percezione degli elettori non cambierebbe.
Renzi dia retta a chi gli italiani li vede non solo alla Leopolda: se vuole durare, lasci perdere il piano per il Sud e ne faccia uno per i nativi, evitando che questo paese diventi un immenso campo profughi. Altrimenti presto, il primo profugo sarà lui. E a licenziarlo non sarà Bersani e la fronda nel Pd, ma gli elettori.
di Maurizio Belpietro
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Maurizio Belpietro: "Renzi rischia di cadere su immigrati e clandestini"
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Concordo anche se io lo avevo gia detto qui nel forum.
Ciao
Paolo11
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Concordo anche se io lo avevo gia detto qui nel forum.
Ciao
Paolo11
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Il titolo di questo thread mi pare assurdo.
La Svizzera, paese con una elevatissima qualità della vita, ha il 26% della popolazione immigrata, eppure vive benissimo dato che si rispettano le regole (e le regole vengono fatte rispettare).
Non è quindi l'immigrazione la "piaga", ma l'illegalità diffusa, l'irresponsabilità, la corruzione (anche del pensiero, mi pare).
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http://espresso.repubblica.it/plus/arti ... a=espresso
Gli immigrati italiani negli Stati Uniti e la diabolica razionalità del razzismo
Un libro di Enrico Deaglio indaga su un linciaggio di cinque siciliani negli States nel 1899. Ma parla del nostro rapporto con gli altri, gli immigrati
DI WLODEK GOLDKORN
08 luglio 2015
E' una notte d'estate dell'ultimo anno del 19esimo secolo, il secolo positivista, periodo degli ingegneri e medici, degli scienziati e dei primi psicologi; un'era in cui l'Occidente era convinto che il Progresso avrebbe instradato l'umanità verso una vita nel segno della razionalità. In testa alla trionfante marcia verso la sconfitta dei pregiudizi risalenti all'epoca buia del Medioevo, c'era il Mondo Nuovo, gli Stati Uniti d'America, un Paese dove il lavoro era ormai quasi tutto meccanizzato, i soldi erano facili e la società era disposta ad accogliere chiunque volesse lavorare sodo.
Un notte di luglio 1899, dunque, nella piccola cittadina di Tallulah, in Luisiana, lo Stato che tutti noi conosciamo per via di New Orleans e di tutto quello che New Orleans rappresenta nel nostro immaginario, a Tallulah dunque (quattro strade, un bar, un emporio, una chiesa) vengono impiccati cinque italiani. Sono immigrati dalla Sicilia, da Cefalù. L'esecuzione non avviene in conseguenza di una regolare condanna a morte; i cinque vengono semplicemente prelevati dalla folla, a ognuno di loro viene messo un cappio sul collo e l'uccisione ha luogo tra gente festante, che beve whisky, ride, canta, si diverte.
Tallulah e il linciaggio dei cinque italiani nel lontano 1899 è il punto di partenza di un libro che in realtà parla di tutti noi oggi, dei barconi sul Canale di Sicilia e del nostro quotidiano e in apparenza razionale, anche se talvolta non cosciente, razzismo.
Lo ha scritto Enrico Deaglio, ha come titolo “Storia vera e terribile tra Sicilia e America” e lo ha pubblicato Sellerio editore. Attenzione, i barconi non sono menzionati nel testo, ma l'impianto narrativo porta inevitabilmente a pensare alla stretta attualità e probabilmente questa era l'intenzione dell'autore.
Enrico Deaglio prende a pretesto la vicenda di immigrati assassinati da una folla di persone, uomini che che sapevano benissimo che cosa stessero facendo e perché stessero uccidendo cinque innocenti, per indagare sui meccanismi con cui viene codificato e propagato il razzismo. L'autore si muove come se fosse un detective. Cerca le fonti, interroga le persone che hanno sentito racconti sui fatti accaduti nel 1899, fa ipotesi e mette queste ipotesi al confronto con altre versioni possibili e immaginabili, lavora su indizi e trova sia i colpevoli che la motivazione del delitto. E questa è una parte del libro tutta da leggere e godere (si fa per dire, dato il tema: l'orrore).
L'altra parte è invece il contesto storico e culturale in cui accadono i fatti di Tallulah. Succede dunque questo; dopo la liberazione degli schiavi, gli Stati del Sud sono a corto di forza lavoro nei campi di cotone, dove la fatica è immensa e la meccanizzazione scarsa. Si lavora spaccandosi la schiena, morendo di sete e di insolazione. Si pensa dunque di rimpiazzare gli schiavi neri (i negri li chiama Deaglio, in omaggio al vocabolario di allora e per accrescere il disagio di noi lettori abituati agli eufemismi del politicamente corretto), con gente proveniente dall'Italia meridionale. Gli agenti che reclutano coloro che poi in America verranno chiamati spregiativamente “dagos”, promettono un buon salario, una casa, un pezzo di terra. Arrivati sul luogo i contadini analfabeti scoprono di essere trattati come schiavi: lavoro sotto sorveglianza armata, paga da fame, umiliazioni quotidiane. Ricorda qualcosa dell'Italia dei raccoglitori dei pomodori, oggi?
Alla base di questo trattamento c'è però la complicità dei governanti italiani. Per i piemontesi, unificatori del Paese, i meridionali sono degli esseri umani inferiori, dice Deaglio, gente la cui vita non vale un soldo bucato. La catena delle complicità tocca anche le classi dominanti nel Sud; pure per loro i contadini fanno parte di un'umanità allo stato di sviluppo inferiore. E tutto questo è possibile e sembra razionale perché il razzismo è considerato scienza. Pochi se lo ricordano ma alla fine dell'Ottocento, la classificazione dell'umanità in razze e la gerarchia delle razze erano ritenute dati oggettivi. In quel contesto Deaglio riesce a indicare dei nessi tra le teorie di Cesare Lombroso (per ironia della sorte ebreo e socialista) e l'ideologia e la pratica dei nazisti.
Negli Stati Uniti, specie nel Sud, nel ventennio che va dal 1887 e fino al 1907 vengono linciate quattromila o forse cinquemila persone. Il 90 per cento sono neri. Il linciaggio è una pratica comune, razionale (altro che folle impazzite) e serve all'affermazione della supremazia dei bianchi. Gli italiani, in particolare i meridionali, sono ritenuti vicini dal punto di vista razziale ai neri; ecco perché anche loro vengono linciati, e Deaglio racconta altri casi. Anche il linciaggio di Tallulah non è opera di ubriachi e cialtroni ma un fatto pianificato ed eseguito con una diabolica precisione e a scopi molto razionali.
Zygmunt Bauman nei suoi libri sulla modernità, scritti nel periodo precedente all'interesse per la società liquida, aveva individuato nella razionalità moderna il meccanismo che porta all'esclusione di interi gruppi umani dalla possibilità di vivere, sopravvivere, godere dei diritti. Un'esclusione, motivata sceintificamente, oggettivamente e che in fine dei conti porta alla Shoah. Deaglio illustra questa tesi con un affascinante viaggio in una storia rimossa del Sud degli States.
Impressionante quanto il razzismo possa apparire razionale e quanto il discorso razzista possa apparire del tutto persuasivo. Non è forse vero che i clandestini portano malattie e, in quanto musulmani, costituiscono un potenziale pericolo per la nostra sicurezza? Non è forse evidente che gli italiani devono avere più diritti degli immigrati? E non è vero che il nostro benessere ce lo siamo guadagnati col sudore della nostra fronte e quindi non lo dobbiamo condividere?
La Svizzera, paese con una elevatissima qualità della vita, ha il 26% della popolazione immigrata, eppure vive benissimo dato che si rispettano le regole (e le regole vengono fatte rispettare).
Non è quindi l'immigrazione la "piaga", ma l'illegalità diffusa, l'irresponsabilità, la corruzione (anche del pensiero, mi pare).
___
http://espresso.repubblica.it/plus/arti ... a=espresso
Gli immigrati italiani negli Stati Uniti e la diabolica razionalità del razzismo
Un libro di Enrico Deaglio indaga su un linciaggio di cinque siciliani negli States nel 1899. Ma parla del nostro rapporto con gli altri, gli immigrati
DI WLODEK GOLDKORN
08 luglio 2015
E' una notte d'estate dell'ultimo anno del 19esimo secolo, il secolo positivista, periodo degli ingegneri e medici, degli scienziati e dei primi psicologi; un'era in cui l'Occidente era convinto che il Progresso avrebbe instradato l'umanità verso una vita nel segno della razionalità. In testa alla trionfante marcia verso la sconfitta dei pregiudizi risalenti all'epoca buia del Medioevo, c'era il Mondo Nuovo, gli Stati Uniti d'America, un Paese dove il lavoro era ormai quasi tutto meccanizzato, i soldi erano facili e la società era disposta ad accogliere chiunque volesse lavorare sodo.
Un notte di luglio 1899, dunque, nella piccola cittadina di Tallulah, in Luisiana, lo Stato che tutti noi conosciamo per via di New Orleans e di tutto quello che New Orleans rappresenta nel nostro immaginario, a Tallulah dunque (quattro strade, un bar, un emporio, una chiesa) vengono impiccati cinque italiani. Sono immigrati dalla Sicilia, da Cefalù. L'esecuzione non avviene in conseguenza di una regolare condanna a morte; i cinque vengono semplicemente prelevati dalla folla, a ognuno di loro viene messo un cappio sul collo e l'uccisione ha luogo tra gente festante, che beve whisky, ride, canta, si diverte.
Tallulah e il linciaggio dei cinque italiani nel lontano 1899 è il punto di partenza di un libro che in realtà parla di tutti noi oggi, dei barconi sul Canale di Sicilia e del nostro quotidiano e in apparenza razionale, anche se talvolta non cosciente, razzismo.
Lo ha scritto Enrico Deaglio, ha come titolo “Storia vera e terribile tra Sicilia e America” e lo ha pubblicato Sellerio editore. Attenzione, i barconi non sono menzionati nel testo, ma l'impianto narrativo porta inevitabilmente a pensare alla stretta attualità e probabilmente questa era l'intenzione dell'autore.
Enrico Deaglio prende a pretesto la vicenda di immigrati assassinati da una folla di persone, uomini che che sapevano benissimo che cosa stessero facendo e perché stessero uccidendo cinque innocenti, per indagare sui meccanismi con cui viene codificato e propagato il razzismo. L'autore si muove come se fosse un detective. Cerca le fonti, interroga le persone che hanno sentito racconti sui fatti accaduti nel 1899, fa ipotesi e mette queste ipotesi al confronto con altre versioni possibili e immaginabili, lavora su indizi e trova sia i colpevoli che la motivazione del delitto. E questa è una parte del libro tutta da leggere e godere (si fa per dire, dato il tema: l'orrore).
L'altra parte è invece il contesto storico e culturale in cui accadono i fatti di Tallulah. Succede dunque questo; dopo la liberazione degli schiavi, gli Stati del Sud sono a corto di forza lavoro nei campi di cotone, dove la fatica è immensa e la meccanizzazione scarsa. Si lavora spaccandosi la schiena, morendo di sete e di insolazione. Si pensa dunque di rimpiazzare gli schiavi neri (i negri li chiama Deaglio, in omaggio al vocabolario di allora e per accrescere il disagio di noi lettori abituati agli eufemismi del politicamente corretto), con gente proveniente dall'Italia meridionale. Gli agenti che reclutano coloro che poi in America verranno chiamati spregiativamente “dagos”, promettono un buon salario, una casa, un pezzo di terra. Arrivati sul luogo i contadini analfabeti scoprono di essere trattati come schiavi: lavoro sotto sorveglianza armata, paga da fame, umiliazioni quotidiane. Ricorda qualcosa dell'Italia dei raccoglitori dei pomodori, oggi?
Alla base di questo trattamento c'è però la complicità dei governanti italiani. Per i piemontesi, unificatori del Paese, i meridionali sono degli esseri umani inferiori, dice Deaglio, gente la cui vita non vale un soldo bucato. La catena delle complicità tocca anche le classi dominanti nel Sud; pure per loro i contadini fanno parte di un'umanità allo stato di sviluppo inferiore. E tutto questo è possibile e sembra razionale perché il razzismo è considerato scienza. Pochi se lo ricordano ma alla fine dell'Ottocento, la classificazione dell'umanità in razze e la gerarchia delle razze erano ritenute dati oggettivi. In quel contesto Deaglio riesce a indicare dei nessi tra le teorie di Cesare Lombroso (per ironia della sorte ebreo e socialista) e l'ideologia e la pratica dei nazisti.
Negli Stati Uniti, specie nel Sud, nel ventennio che va dal 1887 e fino al 1907 vengono linciate quattromila o forse cinquemila persone. Il 90 per cento sono neri. Il linciaggio è una pratica comune, razionale (altro che folle impazzite) e serve all'affermazione della supremazia dei bianchi. Gli italiani, in particolare i meridionali, sono ritenuti vicini dal punto di vista razziale ai neri; ecco perché anche loro vengono linciati, e Deaglio racconta altri casi. Anche il linciaggio di Tallulah non è opera di ubriachi e cialtroni ma un fatto pianificato ed eseguito con una diabolica precisione e a scopi molto razionali.
Zygmunt Bauman nei suoi libri sulla modernità, scritti nel periodo precedente all'interesse per la società liquida, aveva individuato nella razionalità moderna il meccanismo che porta all'esclusione di interi gruppi umani dalla possibilità di vivere, sopravvivere, godere dei diritti. Un'esclusione, motivata sceintificamente, oggettivamente e che in fine dei conti porta alla Shoah. Deaglio illustra questa tesi con un affascinante viaggio in una storia rimossa del Sud degli States.
Impressionante quanto il razzismo possa apparire razionale e quanto il discorso razzista possa apparire del tutto persuasivo. Non è forse vero che i clandestini portano malattie e, in quanto musulmani, costituiscono un potenziale pericolo per la nostra sicurezza? Non è forse evidente che gli italiani devono avere più diritti degli immigrati? E non è vero che il nostro benessere ce lo siamo guadagnati col sudore della nostra fronte e quindi non lo dobbiamo condividere?
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Migranti, Galantino (Cei): “Governo del tutto assente, da piazzisti ancora fanfaronate”
Politica
Il segretario generale della Cei torna sul tema dell'immigrazione e punta il dito contro l'esecutivo: "Non basta salvare i migranti in mare per mettere a posto la coscienza nazionale". Quindi l'esponente della Conferenza Episcopale riapre la polemica con Matteo Salvini, da lui definito il 10 agosto "piazzista da 4 soldi", accusandolo di fare "chiacchiere da bar che rilanciate dai media rischiano di provocare conflitti". Il leader del Carroccio su Facebook: "Chiedo a voi amici cattolici, ma questo Galantino ha rotto le scatole?". Serracchiani: "Giudizi ingenerosi, il governo c'è". In serata la precisazione della direzione: "Dichiarazioni riportate in modo esagerato"
di F. Q. | 12 agosto 2015
Commenti (807)
Salvarli in mare non basta: occorre una politica mirata a creare integrazione. A pochi giorni dalla polemica contro i “piazzisti da quattro soldi” che “dicono cose insulse pur di raccattare voti”, monsignor Nunzio Galantino torna a parlare di immigrazione e punta il dito contro l’esecutivo che è “del tutto assente sul tema immigrazione“, ha detto il segretario generale della Cei a Famiglia Cristiana, spiegando che “non basta salvare i migranti in mare per mettere a posto la coscienza nazionale“. Ma in serata è arrivata la precisazione della direzione del settimanale: le dichiarazioni attribuite a monsignor Galantino “sono state riportate in modo esagerato nei toni all’interno di un colloquio confidenziale con il nostro giornalista”. La direzione sostiene che Galantino è stato “strumentalizzato in quanto l’intervista doveva vertere solo sul progetto della Chiesa italiana”.
E’ la seconda puntata della polemica a distanza tra il segretaerio della Cei e Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, che aveva risposto alla non esplicitata accusa di essere un “piazzista” accusando la Chiesa di “guadagnarci” con i migranti”. “Una banalità spaventosa – replica Galantino – nelle nostre strutture, quelle accreditate, la polizia ci porta gli immigrati e poi chi si è visto si è visto. Noi ci arrangiamo, tiriamo fuori soldi di tasca nostra e nessuno ci guadagna”. “Perché non vengono a vedere? – continua il monsignore – ogni tanto vengono a dare un’occhiata, appare magari un impiegato della Asl per controllare e basta”. Poi Galantino rilancia: “I piazzisti sono molti, piazzisti di fanfaronate da osteria, chiacchiere da bar che rilanciate dai media rischiano di provocare conflitti. Ci sono vescovi che ospitano immigrati a casa propria e non si sono mai riempiti le tasche di soldi, anzi. Lo fanno anche Salvini, Zaia e Grillo?”.
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A stretto giro arriva la risposta di Salvini: “Il signor Galantino, portavoce dei vescovi, pensa che gli italiani debbano accogliere tutti gli immigrati sempre e comunque – scrive il leader del Carroccio su Facebook – e i leghisti che non la pensano come lui, sono ‘fanfaroni da osteria’. Ma l’Italia è ancora una Repubblica o dipende dal Vaticano? Chiedo a voi amici cattolici, ma questo Galantino ha rotto le scatole?”.
“Piuttosto – prosegue l’esponente della Conferenza Episcopale – è il governo che è del tutto assente sul tema immigrazione. Non basta salvare i migranti in mare per mettere a posto la coscienza nazionale”. Secondo il numero due della Cei, “potremmo imparare dalla Germania e copiare le sue leggi. Invece noi abbiamo sempre scritto leggi che in buona sostanza respingono gli immigrati e non prevedono integrazione positiva. Prima la Turco-Napolitano e adesso la Bossi-Fini“. Secondo Galantino, “le pratiche per la richiesta di asilo sono lunghissime, un calvario la richiesta di permesso di soggiorno. Parcheggiamo gli immigrati qui e là in Italia. Se invece ci fosse almeno uno stracco di permesso di soggiorno provvisorio potrebbero lavorare e la gente non li vedrebbe più bighellonare in giro e non direbbe che mangiano a spese degli italiani già in crisi. Ma nessuno spiega che è la legge che impone la non integrazione”.
Serracchiani: “Giudizi ingenerosi, il governo c’è”
La risposta dei piani alti del Pd alle critiche della Cei arriva da Deborah Serracchiani: “A tutti quelli che dispensano soluzioni, a chi dà giudizi ingenerosi, a chi la fa facile, rispondiamo che questo governo sta affrontando con razionalità una soluzione difficile e lo sta facendo molto meglio che in altre parti – afferma il vicesegretario dei democratici, ai microfoni del Tg1 – nessuno può pensare che l’Italia risolva l’emergenza dell’intero continente da sola, motivo per cui abbiamo fatto sì che tutta l’Europa si muovesse. Abbiamo preso le misure per la sicurezza degli italiani e chiederemo che venga affrontato seriamente il tema del rimpatrio”.
Il botta e risposta con Salvini: “Piazzisti da quattro soldi”. “O non capisce o ci guadagna”
“Sull’immigrazione sentiamo affermazioni insulse di piazzisti da quattro soldi che parlano pur di prendere voti – aveva detto il 10 agosto Galantino, intervistato da Radio Vaticana – sentiamo parlare di ‘insopportabilità’ del numero di richiedenti asilo. E’ un atteggiamento alimentato da quattro piazzisti da quattro soldi che pur di prendere voti, di raccattare voti, dicono cose straordinariamente insulse”. La risposta di Salvini non si faceva attendere: “Chi difende questa invasione a distanza – spiegava il segretario leghista ad Affari Italiani - o non capisce o ci guadagna. Non si tratta di essere cattolici o no, si tratta di buonsenso. Sono felice del sostegno che arriva, a me e alla Lega, da tante donne e uomini di Chiesa senza le fette di salame sugli occhi e le tasche piene”. E ha poi aggiungeva: “La mia non è una polemica con la Chiesa, ma con qualcuno che straparla e fa politica a nome della Chiesa”.
Pera: “Da Galantino una teologia della liberazione”
In giornata sul tema è intervenuto anche l’ex presidente del Senato, Marcello Pera: “”Frattura insanabile tra vescovi e centrodestra? No. Il pericolo grave che intravedo nelle parole di monsignor Galantino è un altro: che la Chiesa stia virando verso la politica, verso una teologia della liberazione“, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera, commentando le affermazioni del segretario generale della Cei sull’accoglienza agli immigrati. Pera si dice allarmato “per la posizione ideologica espressa. Penso che quella del segretario generale della Cei sia una posizione politicizzata ma non riguarda la destra, la sinistra o Grillo. Il problema è che parla in modo politico. C’è una reinterpretazione del cristianesimo. E indica come via una laicizzazione del cristianesimo. La carità e la misericordia sono nostri doveri. Ma non devono essere trasformati in diritti degli altri”. “Si trasforma il cristianesimo, la religione della carità, in ideologia dei diritti. Una teologia della liberazione già sperimentata in Sudamerica”, spiega. “Se riduciamo il cristianesimo a teologia politica dei diritti allora non mi pare così coerente poi parlare di dialogo con Islam. Dov’è lì la cultura dei diritti degli altri? Vogliamo forse dire che i ‘quattro straccioni leghisti’ creano meno problemi di qualche miliardo di islamici?”.
La direzione: “Galantino strumentalizzato”
A fine giornata è arrivata però la precisazione della direzione. “In merito all’intervista con mons. Nunzio Galantino, segretario Generale della Conferenza episcopale italiana, pubblicata sul sito Internet di Famiglia Cristiana, precisiamo, dopo aver parlato con lo stesso monsignor Galantino, che le dichiarazioni a lui attribuite sono state riportate in modo esagerato nei toni all’interno di un colloquio confidenziale con il nostro giornalista”, è riportata nella nota della direzione di Famiglia Cristiana.
Galantino è “stato strumentalizzato in quanto l’intervista doveva vertere solo sul progetto della Chiesa italiana per consentire a 1.400 ragazzi iracheni profughi di tornare sui banchi di scuola. Monsignor Galantino ribadisce che il suo unico e vero interesse è e resta quello di difendere l’operato del Papa, nella linea del Vangelo secondo le parole di Gesù: “Ero forestiero e mi avete accolto”. Siamo dispiaciuti per l’incidente e, ribadendo stima e affetto a monsignor Galantino, gli porgiamo le nostre più sincere scuse”.
Intanto proseguono gli arrivi
Circa 600 migranti sono sbarcati in giornata sin Sicilia e in Calabria. In 202 (151 uomini, 36 donne e 15 minori) sono arrivati stamane a Pozzallo a bordo della nave Phoenix: alcuni sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza della cittadina marinara, altri sono stati dirottati verso altri centri della regione. Altri 417 sono approdati a Reggio Calabria, a bordo della nave “Kvb 001 Poseidon”. A bordo 259 uomini e 95 donne di cui 3 incinte e 63 minori. La nave che li ha soccorsi e portati nel capoluogo calabro è una nave della guardia costiera svedese che partecipa all’operazione europea Triton. Nelle ultime due settimane solo a Vibo Valentia si sono verificati 4 sbarchi per un totale di circa mille persone.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... a/1953884/
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
La vox populi
sergio1002 • 19 minuti fa
Salvini ha detto al predte di portare i clandestini in Vaticano o a Brussel, ma sa dove si trova Brussel?
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paoletta • 22 minuti fa
se monsignore si vendesse l'oro che si porta addosso,solo on quello potrebbe sfamare una famiglia africana in Africa per almeno 5 anni.
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Baloo001 • 23 minuti fa
Credo che ci sia un grosso malinteso, un religioso parla e si esprime come scritto nei vangeli, puo dispiacere non condividere, ma e la Parola di Cristo, magari Salvini non sa chi sia o cosa predicava, questo e il malinteso, penso che Monsignore sia lieto di spiegarli la differenza tra carità Cristiana e comunismo.
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sergio1002 • 19 minuti fa
Salvini ha detto al predte di portare i clandestini in Vaticano o a Brussel, ma sa dove si trova Brussel?
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paoletta • 22 minuti fa
se monsignore si vendesse l'oro che si porta addosso,solo on quello potrebbe sfamare una famiglia africana in Africa per almeno 5 anni.
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Baloo001 • 23 minuti fa
Credo che ci sia un grosso malinteso, un religioso parla e si esprime come scritto nei vangeli, puo dispiacere non condividere, ma e la Parola di Cristo, magari Salvini non sa chi sia o cosa predicava, questo e il malinteso, penso che Monsignore sia lieto di spiegarli la differenza tra carità Cristiana e comunismo.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
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anna • 34 minuti fa
perchè non si ospitano nelle caserme?
ci costerebbero meno dei € 35,00 al giorno,con pasti cucinati in caserma,quindi niente costosi catering,così diamo lavoro anche ad italiani disoccupati
per le pulizie gli ospiti possono provvedere da soli
e magari diminuisce il magna magna che c'è dietro l'accoglienza,perchè 35,00 al giorno sono tanti,la mia casa ha tre stanze da letto 2 bagni,se ospitassi 6 immigrati avrei circa € 6300 al mese,anche pagando l'affito,vitto bollette ecc.,è palese che il guadagno c'è!
ho atto l'esempio di una casa di un privato che paga tutto compreso l'imu!
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fabry51 • 36 minuti fa
Chi paga lo stipendio di 2.500 euro mensili a monsignor Nunzio Galantino...........è li che vanno a finire i soldi dell'8x1.000?
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sufato • 38 minuti fa
e il frottolino rumoroso ???? zitto e muto ..... pazienza la lega
....... partito di opposizione ma un governo di una repubblica laica
farsi dettare l'agenda da un savonarola qualunque ..........e la schiena
dritta dove sta la famosa schiena dritta.... mi sa che ci vuole il
busto..........
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paoletta • 38 minuti fa
poche chiacchiere monsignore.
Cominci a vendere i beni della chiesa, rinunci all'auto blu, prenda il bus e la metro come fanno i poveri, scuole religiose con retta volontaria , la Caritas rinunci alle ricche sovvenzioni statali e viva dei contributi volontari, insomma faccia quello che predica, solo allora avra` titolo a parlare altrimenti al di la` dei prodotti sono tutti piazzisti.
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anna • 34 minuti fa
perchè non si ospitano nelle caserme?
ci costerebbero meno dei € 35,00 al giorno,con pasti cucinati in caserma,quindi niente costosi catering,così diamo lavoro anche ad italiani disoccupati
per le pulizie gli ospiti possono provvedere da soli
e magari diminuisce il magna magna che c'è dietro l'accoglienza,perchè 35,00 al giorno sono tanti,la mia casa ha tre stanze da letto 2 bagni,se ospitassi 6 immigrati avrei circa € 6300 al mese,anche pagando l'affito,vitto bollette ecc.,è palese che il guadagno c'è!
ho atto l'esempio di una casa di un privato che paga tutto compreso l'imu!
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fabry51 • 36 minuti fa
Chi paga lo stipendio di 2.500 euro mensili a monsignor Nunzio Galantino...........è li che vanno a finire i soldi dell'8x1.000?
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sufato • 38 minuti fa
e il frottolino rumoroso ???? zitto e muto ..... pazienza la lega
....... partito di opposizione ma un governo di una repubblica laica
farsi dettare l'agenda da un savonarola qualunque ..........e la schiena
dritta dove sta la famosa schiena dritta.... mi sa che ci vuole il
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paoletta • 38 minuti fa
poche chiacchiere monsignore.
Cominci a vendere i beni della chiesa, rinunci all'auto blu, prenda il bus e la metro come fanno i poveri, scuole religiose con retta volontaria , la Caritas rinunci alle ricche sovvenzioni statali e viva dei contributi volontari, insomma faccia quello che predica, solo allora avra` titolo a parlare altrimenti al di la` dei prodotti sono tutti piazzisti.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Petronio • un'ora fa
I fascisti vedono comunisti dappertutto........
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Jean Santilli • un'ora fa
Pensando al Le Pen de noantri, sarebbe un errore parlare di braccia rubate all’agricoltura: un contadino sa cosa fare per evitare i danni da inondazioni. L’acqua non si può fermare; si deve incanalare. Accogliere 5.000.000 di profughi ed immigrati per motivi economici farebbe aumentare la popolazione europea dell’1 per cento: un affare, nel quadro di una politica di
contenimento del declino economico, politico, e morale. La politica attualmente seguita finanzia le mafie esterne e le mafiette interne. Coi soldi dati ai traghettatori, un immigrante potrebbe sistemarsi in uno dei deserti agricoli del sud in Italia, Francia, Spagna, ed avviare un’attività in proprio. Certo, ci vorrebbe un governo che pensi di più alla rete idrica e meno al Ponte sullo Stretto. Nel silenzio però, queste cose succedono, nei ‘suddetti sud’. A volte basta un vecchietto che si ricorda di essere stato comunista, o un parroco. Don Camillo e Peppone hanno capito che da Roma, Parigi o Madrid, non c’è da aspettarsi niente. Allora fanno come Mad Max: si arrangiano.
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francesco • un'ora fa
Dovete fare di più.
Loro hanno fatto tutto il possibile con gli utili delle loro fabbriche e con i bei discorsi.
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enricodiba • un'ora fa
Ormai il vaticano perde sempre più tenero, questi sono tutti regali a Salvini.
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micione • un'ora fa
bravo salvini hai colpito nel punto più debole,per questo tale reazione!
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I fascisti vedono comunisti dappertutto........
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Jean Santilli • un'ora fa
Pensando al Le Pen de noantri, sarebbe un errore parlare di braccia rubate all’agricoltura: un contadino sa cosa fare per evitare i danni da inondazioni. L’acqua non si può fermare; si deve incanalare. Accogliere 5.000.000 di profughi ed immigrati per motivi economici farebbe aumentare la popolazione europea dell’1 per cento: un affare, nel quadro di una politica di
contenimento del declino economico, politico, e morale. La politica attualmente seguita finanzia le mafie esterne e le mafiette interne. Coi soldi dati ai traghettatori, un immigrante potrebbe sistemarsi in uno dei deserti agricoli del sud in Italia, Francia, Spagna, ed avviare un’attività in proprio. Certo, ci vorrebbe un governo che pensi di più alla rete idrica e meno al Ponte sullo Stretto. Nel silenzio però, queste cose succedono, nei ‘suddetti sud’. A volte basta un vecchietto che si ricorda di essere stato comunista, o un parroco. Don Camillo e Peppone hanno capito che da Roma, Parigi o Madrid, non c’è da aspettarsi niente. Allora fanno come Mad Max: si arrangiano.
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francesco • un'ora fa
Dovete fare di più.
Loro hanno fatto tutto il possibile con gli utili delle loro fabbriche e con i bei discorsi.
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enricodiba • un'ora fa
Ormai il vaticano perde sempre più tenero, questi sono tutti regali a Salvini.
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micione • un'ora fa
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
capitantutteame • un'ora fa
il vescovo sarà anche comunista ma salvini l'è sicurament un asen
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rudy49 capitantutteame • un'ora fa
pensi al dramma di renzi!cresciuto alla ruota della fortuna e nella parrocchia di Rignano,lui che vive x il potere,mediaset e il vaticano,alla fine viene pugnalato dal prete(Bruto) di turno
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Alias01 • un'ora fa
E intanto a Cagliari «Siamo diventati dei prigionieri. Non abbiamo alternative: iniziamo lo sciopero della fame». ... Voglioni andare via dalla Sardegna. Non capisco, se scappo dalla guerra e sono in salvo, non sono io che pretendo di andare in un luogo di mio gradimento ma mi va bene quello assegnato, se sono al sicuro .... qualcosa non quadra!!!
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il vescovo sarà anche comunista ma salvini l'è sicurament un asen
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rudy49 capitantutteame • un'ora fa
pensi al dramma di renzi!cresciuto alla ruota della fortuna e nella parrocchia di Rignano,lui che vive x il potere,mediaset e il vaticano,alla fine viene pugnalato dal prete(Bruto) di turno
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Alias01 • un'ora fa
E intanto a Cagliari «Siamo diventati dei prigionieri. Non abbiamo alternative: iniziamo lo sciopero della fame». ... Voglioni andare via dalla Sardegna. Non capisco, se scappo dalla guerra e sono in salvo, non sono io che pretendo di andare in un luogo di mio gradimento ma mi va bene quello assegnato, se sono al sicuro .... qualcosa non quadra!!!
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