G R E C I A
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Re: G R E C I A
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
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Re: G R E C I A
Shock al Bundestag: il potere in Europa è in mano al governo federale tedesco.
Pubblicato 3 agosto 2015 - 16.53 - Da Claudio Messora
traduzione e sottotitoli: Tiziana Fiore.
Signor Presidente, signore e signori, signora Cancelliera,
avete ragione: oggi non si parla solo della Grecia. Oggi si parla anche dell’Europa e anche della Germania. Signor Schäuble mi dispiace, ma lei si sta apprestando a distruggere l’idea di Europa. Lei signora Merkel e lei signor Gabriel vi state solo sottomettendo. Voi tre state facendo il più grave errore della vostra carriera politica. Nelle scorse settimane non è stata lei, signora Merkel, la nostra Cancelliera: il nostro Cancelliere, seppure non votato, è stato il signor Schäuble. Lei, signora Cancelliera, è sempre stata vista come donna forte, ma le dirò che il suo atteggiamento verso il signor Schäuble è stato debole, troppo debole. Dal signor Gabriel e dalla SPD non si è sentito assolutamente nulla. Non un proprio pensiero, non un’obiezione a Schäuble. Così Schäuble, a nome di Gabriel e della SPD, è riuscito a minacciare la Grexit. E’ uno scandalo!
Nel 1989 ci fu il dibattito al Bundestag sull’introduzione dell’euro. Noi allora avevamo un cartello con scritto: “L’euro: non in questo modo!“. Non c’era scritto: “No all’euro“, bensì: “Non così!“. Dicemmo che l’euro era la parte finale di un processo di allineamento nell’insegnamento, nell’arte, nella scienza, nell’economia e degli standard nelle tasse, negli stipendi, nelle pensioni e nella previdenza sociale. “Se non si fa questo lavoro e l’integrazione in Europa è solo ed esclusivamente monetaria, ci saranno estreme conseguenze negative“. Sono stato deriso e avete dichiarato di avere tutto sotto controllo. Nel mio discorso vi dissi che saremmo vissuti in un’Europa delle banche. E cosa abbiamo adesso? Un’Europa delle banche! La BCE è diventata l’organo più potente. Pronosticai un crescente estremismo di destra e razzismo, anche per la crecente paura della povertà. E così è successo: nel sud Europa, in Francia, in Germania. Dicemmo che il dumping salariale e sociale sono una conseguenza, perché in un’unità monetaria valgono sempre gli standard più bassi. La Germania iniziò con l’agenda 2010, creando una folle occupazione precaria grazie alla quale sono aumentate le esportazioni tedesche. E il sud lo ha dovuto pagare. Questa verità la nascondete. Dunque l’euro ha più diviso che unito, e noi lo avevamo previsto. Forse dovreste darci più ascolto.
Ma perché siamo a favore, oggi, del salvataggio dell’euro? Devo spiegarvi questa contraddizione. Se l’euro crollasse oggi, non ci sarebbero le stesse condizioni di prima della sua introduzione. Le altre monete non avrebbero alcun valore, sprofonderebbero. I governi si rifiuterebbero di trattare con noi cambi fissi. Il marco tedesco si rivaluterebbe moltissimo e il risultato sarebbe che noi saremmo semplicemente troppo cari. Le nostre esportazioni in Europa crollerebbero e per un vice-campione del mondo dell’export non sarebbe possibile sostenerlo, anche perché negli ultimi anni avete sempre perso l’occasione di rafforzare il mercato interno, cosa che si può fare solo con stipendi più alti, pensioni più alte, più aiuti sociali per riavviare il potere d’acquisto. Per questo credo che la Germania abbia più bisogno dell’euro che la Grecia. Ma questo lei non lo dice, signor Schäuble, pur sapendolo bene.
Adesso le dirò perché la sua politica è antidemocratica, asociale e antieuropea.
Inizio con “asociale“. Perché? Dopo i drammatici tagli degli stipendi e delle pensioni in Grecia, del 30-40%, pretende ulteriori tagli. Inoltre pretende l’aumento dell’IVA a spese di tutti i consumatori mentre rifiuta categoricamente una tassa per i ricchi. Non è giusto. Il 60% dei giovani greci è già disoccupato.
Perché è “antidemocratico“? Perché rinnega completamente la scelta del popolo greco. Al popolo dice che i greci possono decidere come vogliono, ma Schäuble decide che si segue una strada diversa. Questo è il messaggio. Di cosa decidiamo noi nei nostri parlamenti? Vi faccio un esempio: il governo greco necessita dei permessi della Commissione Europea, del FMI e della BCE solo per discutere pubblicamente di un progetto di legge. E solo dopo questo permesso possono dibattere. Dopodiché hanno bisogno di un nuovo permesso per portarlo in parlamento per votarlo. Questa che avete organizzato lì è, di fatto, lo scardinamento della democrazia parlamentare, l’apice dell’umiliazione, signor Schäuble. Lei voleva fare della Grecia una nuova Germania dell’Est. Lei ha detto che voleva l’espropriazione dei beni pubblici greci e darli a un fondo fiduciario con sede a Lussemburgo. La differenza con l’ex Germania dell’Est è che nonostante questo la Grecia non diventerà parte della Germania. Inoltre il fondo fiduciario della Germania dell’Est non diede frutti e distrusse anche quella industria che ancora valeva. Dobbiamo ringraziare i governi di Grecia, Francia, Italia e Austria se almeno questo non è successo.
E adesso la questione del perché la sua politica sia “antieuropea“. In Europa, sempre più persone associano l’Europa stessa a parole come “obbligo“, “coercizione“, “ricatto“, “prima di tutto i soldi“, “potere illimitato delle banche“. Il potere decisivo è in mano a tre istituzioni democratiche illegittime: la BCE, il FMI e la Commissione Europea. E ad un governo, quello federale tedesco. Cosa credete che pensino dell’Europa le persone che stanno vivendo tutto questo? Per questo dico che l’idea di Europa ne esce distrutta.
Signor Schäuble, lei si atteggia a nazionalista e sostiene di agire nell’interesse della Germania. Si sbaglia, e di grosso! Gli altri governi europei, i principali mass media europei, non discutono della Grecia. Discutono della Germania. Il premier italiano Renzi, signor Schäuble, le ha detto: “Adesso basta!“. Il presidente francese ha frenato d’emergenza. Due esempi di giornalismo: il britannico Telegraph ricorda che anche la Gran Bretagna ha combattuto contro la Germania in due guerre mondiali per evitare la dominazione tedesca sull’Europa. Ora scrive: “Adesso ce l’ha fatta senza neanche avere avuto bisogno di sparare un colpo“. E l’italiana “La Stampa” dice: “La Grecia ha creato la civilizzazione, la Germania la barbarie. Adesso dobbiamo scegliere“. Penso che sia tragico. Avevamo una buona reputazione internazionale e lei l’ha distrutta, signor Schäuble. I nostri cittadini ne risentiranno, ovunque essi vadano. E’ un vero peccato! Perché il nostro popolo deve pagare per la reputazione che voi avete rovinato. E per favore non appoggiatevi ai governi degli Stati baltici e ai governi di Spagna e Portogallo, che hanno sempre fatto quello che volevate. Perché se per la Grecia si riesce a fare un altro percorso, questi Stati dovrebbero ammettere di essere stati deboli. Ecco perché ora vi appoggiano.
Vorrei anche dire qualcosa a proposito dei debiti. Sapete, me ne sono occupato. Dopo la prima guerra mondiale la Germania fu obbligata a pagare 132 miliardi di marchi d’oro per riparazioni. Sono all’incirca 700 miliardi di euro. Questo è interessante. Nel 1953 a Londra ci fu la conferenza del debito e si operò un taglio: ci furono scontate il 50% delle riparazioni e ci fu concesso un rinvio del pagamento degli interessi a dopo la riunificazione della Germania. E così dal 1990 abbiamo dovuto pagare. L’ultima rata è stata pagata nell’ottobre 2010. Io vedo tre fatti. Primo: abbiamo pagato per 92 anni. Secondo: abbiamo avuto un taglio del 50%. Terzo: abbiamo avuto un rinvio di 37 anni. Vogliamo forse rifletterci un po’ e non far finta di aver fatto tutto meglio nella nostra storia?
A febbraio avevamo accettato un rinvio, ma non il pacchetto di aiuti. Il rinvio era importante per dare aria al governo greco e dargli tempo per i negoziati. Oggi però non si discute di nuovi negoziati per un nuovo pacchetto di aiuti, ai quali non siamo contrari: lo voteremmo. Ma le condizioni imposte sono insopportabili, questo è il problema! L’ho detto già a febbraio, qui, che se arrivasse il momento noi voteremmo a favore solo se si parlasse di investimenti e di ricostruzione della Grecia, e che voteremmo contro se si parlasse di smantellamento dello stato sociale e di altre distruzioni. Voi avete scelto la seconda opzione. Se io fossi stato mercoledì al parlamento greco, avrei a malincuore accettato le condizioni, sì, per evitare la miseria del popolo. Noi siamo solidali con il popolo greco e con il suo Governo. Ma per quanto riguarda la vostra politica, non possiamo fare altro che votare no! Noi non siamo i ricattati, noi siamo i ricattatori. Questa è la differenza!
E per concludere, molti lettori di un illustre quotidiano (il Bild) credono che la Germania abbia già pagato abbastanza per la Grecia, anche voi dell’Unione. Mi è stato chiesto quanti miliardi abbiamo già pagato. E’ completamente falso! La Germania, in questa crisi, non ha sborsato neanche un euro per la Grecia. Signor Schäuble, io vorrei che lei lo ripetesse e lo sottolineasse nelle interviste in tv, alla radio e sui giornali. Tutti quei soldi finiti in Grecia finora provengono dal Fondo Monetario Internazionale o dalla Banca Centrale Europea. Quest’ultima si stampa i soldi da sé. La Germania dovrebbe pagare solo nel caso in cui la Grecia andasse in bancarotta, visto che il governo tedesco, contro il nostro volere, ha garantito per il 27% dei debiti (ndr: si riferisce al trattato MES. Leggi e ascolta di cosa si tratta). E poi lavora anche per fare andare in bancarotta la Grecia: è inconcepibile quello che state facendo!
Signor Schäuble, lei voleva far cadere il governo greco e non ci è riuscito. Forse il governo greco riuscirà a racimolare alcuni fondi da investire. Forse riuscirà a riportare un po’ di benessere, fra qualche anno, e con il suo popolo uscirà inaspettatamente vincitore da questo processo. Non è da escludersi. Lei invece, signor Schäuble, ha risvegliato in molti popoli il sentimento di distruzione dell’idea europea e la resistenza al ruolo dominante della Germania. Forse anche noi riusciremo a fare il contrario di ciò che è già stato combinato. Voi dell’Unione vi vedete come vincitori e voi della SPD volete vincere assieme a loro. Ma chi non riesce a smettere di vincere, prima o poi chiaramente sarà sconfitto. Spero che questa sconfitta non sia così devastante, al punto da far scomparire una Germania europea. Perché di questa abbiamo disperatamente bisogno.
Gregor Gysi – Die Linke
http://www.byoblu.com/post/2015/08/03/s ... desco.aspx
Pubblicato 3 agosto 2015 - 16.53 - Da Claudio Messora
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Signor Presidente, signore e signori, signora Cancelliera,
avete ragione: oggi non si parla solo della Grecia. Oggi si parla anche dell’Europa e anche della Germania. Signor Schäuble mi dispiace, ma lei si sta apprestando a distruggere l’idea di Europa. Lei signora Merkel e lei signor Gabriel vi state solo sottomettendo. Voi tre state facendo il più grave errore della vostra carriera politica. Nelle scorse settimane non è stata lei, signora Merkel, la nostra Cancelliera: il nostro Cancelliere, seppure non votato, è stato il signor Schäuble. Lei, signora Cancelliera, è sempre stata vista come donna forte, ma le dirò che il suo atteggiamento verso il signor Schäuble è stato debole, troppo debole. Dal signor Gabriel e dalla SPD non si è sentito assolutamente nulla. Non un proprio pensiero, non un’obiezione a Schäuble. Così Schäuble, a nome di Gabriel e della SPD, è riuscito a minacciare la Grexit. E’ uno scandalo!
Nel 1989 ci fu il dibattito al Bundestag sull’introduzione dell’euro. Noi allora avevamo un cartello con scritto: “L’euro: non in questo modo!“. Non c’era scritto: “No all’euro“, bensì: “Non così!“. Dicemmo che l’euro era la parte finale di un processo di allineamento nell’insegnamento, nell’arte, nella scienza, nell’economia e degli standard nelle tasse, negli stipendi, nelle pensioni e nella previdenza sociale. “Se non si fa questo lavoro e l’integrazione in Europa è solo ed esclusivamente monetaria, ci saranno estreme conseguenze negative“. Sono stato deriso e avete dichiarato di avere tutto sotto controllo. Nel mio discorso vi dissi che saremmo vissuti in un’Europa delle banche. E cosa abbiamo adesso? Un’Europa delle banche! La BCE è diventata l’organo più potente. Pronosticai un crescente estremismo di destra e razzismo, anche per la crecente paura della povertà. E così è successo: nel sud Europa, in Francia, in Germania. Dicemmo che il dumping salariale e sociale sono una conseguenza, perché in un’unità monetaria valgono sempre gli standard più bassi. La Germania iniziò con l’agenda 2010, creando una folle occupazione precaria grazie alla quale sono aumentate le esportazioni tedesche. E il sud lo ha dovuto pagare. Questa verità la nascondete. Dunque l’euro ha più diviso che unito, e noi lo avevamo previsto. Forse dovreste darci più ascolto.
Ma perché siamo a favore, oggi, del salvataggio dell’euro? Devo spiegarvi questa contraddizione. Se l’euro crollasse oggi, non ci sarebbero le stesse condizioni di prima della sua introduzione. Le altre monete non avrebbero alcun valore, sprofonderebbero. I governi si rifiuterebbero di trattare con noi cambi fissi. Il marco tedesco si rivaluterebbe moltissimo e il risultato sarebbe che noi saremmo semplicemente troppo cari. Le nostre esportazioni in Europa crollerebbero e per un vice-campione del mondo dell’export non sarebbe possibile sostenerlo, anche perché negli ultimi anni avete sempre perso l’occasione di rafforzare il mercato interno, cosa che si può fare solo con stipendi più alti, pensioni più alte, più aiuti sociali per riavviare il potere d’acquisto. Per questo credo che la Germania abbia più bisogno dell’euro che la Grecia. Ma questo lei non lo dice, signor Schäuble, pur sapendolo bene.
Adesso le dirò perché la sua politica è antidemocratica, asociale e antieuropea.
Inizio con “asociale“. Perché? Dopo i drammatici tagli degli stipendi e delle pensioni in Grecia, del 30-40%, pretende ulteriori tagli. Inoltre pretende l’aumento dell’IVA a spese di tutti i consumatori mentre rifiuta categoricamente una tassa per i ricchi. Non è giusto. Il 60% dei giovani greci è già disoccupato.
Perché è “antidemocratico“? Perché rinnega completamente la scelta del popolo greco. Al popolo dice che i greci possono decidere come vogliono, ma Schäuble decide che si segue una strada diversa. Questo è il messaggio. Di cosa decidiamo noi nei nostri parlamenti? Vi faccio un esempio: il governo greco necessita dei permessi della Commissione Europea, del FMI e della BCE solo per discutere pubblicamente di un progetto di legge. E solo dopo questo permesso possono dibattere. Dopodiché hanno bisogno di un nuovo permesso per portarlo in parlamento per votarlo. Questa che avete organizzato lì è, di fatto, lo scardinamento della democrazia parlamentare, l’apice dell’umiliazione, signor Schäuble. Lei voleva fare della Grecia una nuova Germania dell’Est. Lei ha detto che voleva l’espropriazione dei beni pubblici greci e darli a un fondo fiduciario con sede a Lussemburgo. La differenza con l’ex Germania dell’Est è che nonostante questo la Grecia non diventerà parte della Germania. Inoltre il fondo fiduciario della Germania dell’Est non diede frutti e distrusse anche quella industria che ancora valeva. Dobbiamo ringraziare i governi di Grecia, Francia, Italia e Austria se almeno questo non è successo.
E adesso la questione del perché la sua politica sia “antieuropea“. In Europa, sempre più persone associano l’Europa stessa a parole come “obbligo“, “coercizione“, “ricatto“, “prima di tutto i soldi“, “potere illimitato delle banche“. Il potere decisivo è in mano a tre istituzioni democratiche illegittime: la BCE, il FMI e la Commissione Europea. E ad un governo, quello federale tedesco. Cosa credete che pensino dell’Europa le persone che stanno vivendo tutto questo? Per questo dico che l’idea di Europa ne esce distrutta.
Signor Schäuble, lei si atteggia a nazionalista e sostiene di agire nell’interesse della Germania. Si sbaglia, e di grosso! Gli altri governi europei, i principali mass media europei, non discutono della Grecia. Discutono della Germania. Il premier italiano Renzi, signor Schäuble, le ha detto: “Adesso basta!“. Il presidente francese ha frenato d’emergenza. Due esempi di giornalismo: il britannico Telegraph ricorda che anche la Gran Bretagna ha combattuto contro la Germania in due guerre mondiali per evitare la dominazione tedesca sull’Europa. Ora scrive: “Adesso ce l’ha fatta senza neanche avere avuto bisogno di sparare un colpo“. E l’italiana “La Stampa” dice: “La Grecia ha creato la civilizzazione, la Germania la barbarie. Adesso dobbiamo scegliere“. Penso che sia tragico. Avevamo una buona reputazione internazionale e lei l’ha distrutta, signor Schäuble. I nostri cittadini ne risentiranno, ovunque essi vadano. E’ un vero peccato! Perché il nostro popolo deve pagare per la reputazione che voi avete rovinato. E per favore non appoggiatevi ai governi degli Stati baltici e ai governi di Spagna e Portogallo, che hanno sempre fatto quello che volevate. Perché se per la Grecia si riesce a fare un altro percorso, questi Stati dovrebbero ammettere di essere stati deboli. Ecco perché ora vi appoggiano.
Vorrei anche dire qualcosa a proposito dei debiti. Sapete, me ne sono occupato. Dopo la prima guerra mondiale la Germania fu obbligata a pagare 132 miliardi di marchi d’oro per riparazioni. Sono all’incirca 700 miliardi di euro. Questo è interessante. Nel 1953 a Londra ci fu la conferenza del debito e si operò un taglio: ci furono scontate il 50% delle riparazioni e ci fu concesso un rinvio del pagamento degli interessi a dopo la riunificazione della Germania. E così dal 1990 abbiamo dovuto pagare. L’ultima rata è stata pagata nell’ottobre 2010. Io vedo tre fatti. Primo: abbiamo pagato per 92 anni. Secondo: abbiamo avuto un taglio del 50%. Terzo: abbiamo avuto un rinvio di 37 anni. Vogliamo forse rifletterci un po’ e non far finta di aver fatto tutto meglio nella nostra storia?
A febbraio avevamo accettato un rinvio, ma non il pacchetto di aiuti. Il rinvio era importante per dare aria al governo greco e dargli tempo per i negoziati. Oggi però non si discute di nuovi negoziati per un nuovo pacchetto di aiuti, ai quali non siamo contrari: lo voteremmo. Ma le condizioni imposte sono insopportabili, questo è il problema! L’ho detto già a febbraio, qui, che se arrivasse il momento noi voteremmo a favore solo se si parlasse di investimenti e di ricostruzione della Grecia, e che voteremmo contro se si parlasse di smantellamento dello stato sociale e di altre distruzioni. Voi avete scelto la seconda opzione. Se io fossi stato mercoledì al parlamento greco, avrei a malincuore accettato le condizioni, sì, per evitare la miseria del popolo. Noi siamo solidali con il popolo greco e con il suo Governo. Ma per quanto riguarda la vostra politica, non possiamo fare altro che votare no! Noi non siamo i ricattati, noi siamo i ricattatori. Questa è la differenza!
E per concludere, molti lettori di un illustre quotidiano (il Bild) credono che la Germania abbia già pagato abbastanza per la Grecia, anche voi dell’Unione. Mi è stato chiesto quanti miliardi abbiamo già pagato. E’ completamente falso! La Germania, in questa crisi, non ha sborsato neanche un euro per la Grecia. Signor Schäuble, io vorrei che lei lo ripetesse e lo sottolineasse nelle interviste in tv, alla radio e sui giornali. Tutti quei soldi finiti in Grecia finora provengono dal Fondo Monetario Internazionale o dalla Banca Centrale Europea. Quest’ultima si stampa i soldi da sé. La Germania dovrebbe pagare solo nel caso in cui la Grecia andasse in bancarotta, visto che il governo tedesco, contro il nostro volere, ha garantito per il 27% dei debiti (ndr: si riferisce al trattato MES. Leggi e ascolta di cosa si tratta). E poi lavora anche per fare andare in bancarotta la Grecia: è inconcepibile quello che state facendo!
Signor Schäuble, lei voleva far cadere il governo greco e non ci è riuscito. Forse il governo greco riuscirà a racimolare alcuni fondi da investire. Forse riuscirà a riportare un po’ di benessere, fra qualche anno, e con il suo popolo uscirà inaspettatamente vincitore da questo processo. Non è da escludersi. Lei invece, signor Schäuble, ha risvegliato in molti popoli il sentimento di distruzione dell’idea europea e la resistenza al ruolo dominante della Germania. Forse anche noi riusciremo a fare il contrario di ciò che è già stato combinato. Voi dell’Unione vi vedete come vincitori e voi della SPD volete vincere assieme a loro. Ma chi non riesce a smettere di vincere, prima o poi chiaramente sarà sconfitto. Spero che questa sconfitta non sia così devastante, al punto da far scomparire una Germania europea. Perché di questa abbiamo disperatamente bisogno.
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Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
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Re: G R E C I A
non dobbiamo sottovalutare renzo oggi ha dichiarato che la cultura non e il passato ma la cultura e il futuro.
il riferimento e alla analisi del miracolo economico analizzato in rete per cercare di ricostruire un progetto e un programma politica per una sinistra e un nuovo socialismo in Italia.
renzo ci dice che la cultura e il futuro ....,.. si auguri e figli maschi ..chissà perché ...maschi...
il riferimento e alla analisi del miracolo economico analizzato in rete per cercare di ricostruire un progetto e un programma politica per una sinistra e un nuovo socialismo in Italia.
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Re: G R E C I A
aaaa42 ha scritto:non dobbiamo sottovalutare renzo oggi ha dichiarato che la cultura non e il passato ma la cultura e il futuro.
il riferimento e alla analisi del miracolo economico analizzato in rete per cercare di ricostruire un progetto e un programma politica per una sinistra e un nuovo socialismo in Italia.
renzo ci dice che la cultura e il futuro ....,.. si auguri e figli maschi ..chissà perché ...maschi...
Se tutte le automobili funzionassero con le balle di Renzi, noi saremmo più ricchi degli arabi.
E tu, Anto' staresti ora sul tuo yacht ancorato a Santa Margherita Ligure.
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Re: G R E C I A
da IlFattoQuotidiano.it
Crisi Grecia, “la Germania ha risparmiato in 5 anni 100 miliardi di interessi”
Una ricerca dell'istituto tedesco Halle institute for economic research arriva alla conclusione che Berlino ha tratto vantaggio dalla catastrofe finanziaria di Atene più di qualsiasi altro. I minori esborsi per finanziare il debito pubblico basterebbero ampiamente a compensare le perdite che il Paese registrerebbe se la Grecia non restituisse interamente i suoi debiti
di F. Q. | 10 agosto 2015
Se i conti pubblici tedeschi sono più floridi che mai è soprattutto per merito della crisi greca. Che ha avvantaggiato Berlino più di qualsiasi altro Stato europeo. Ad affermarlo è una ricerca pubblicata dall’istituto tedesco Halle institute for economic research (Iwh), che calcola in ben 100 miliardi di euro i risparmi ottenuti da Berlino tra 2005 e 2010 grazie al calo dei tassi di interesse dovuto alla crisi del debito. Durante periodi di instabilità economica, infatti, “gli investitori preferiscono investimenti sicuri”, spiega l’istituto. Per questo hanno acquistato in massa titoli di Stato tedeschi, determinando un calo dei rendimenti: “Ogni volta che ci sono state cattive notizie sulla Grecia, i rendimenti sui titoli tedeschi scendevano”.
Risultato: minori esborsi per le casse della Bundesrepublik per una cifra pari a oltre il 3% del pil. Risparmi che superano gli 82-86 miliardi del terzo piano di salvataggio per Atene e che compenserebbero totalmente il Paese delle perdite sostenute nel caso in cui la Grecia non restituisca completamente il suo debito. Di più: “Il pareggio di bilancio della Germania”, si legge nello studio, “si deve in gran parte al risparmio sui tassi interesse dovuto alla crisi del debito”. In ultima analisi, dunque, “la Germania in ogni caso ha tratto vantaggio dalla crisi greca”. Un verdetto sorprendente, nei giorni in cui la troika e il governo Tsipras stanno per chiudere i negoziati sul nuovo memorandum di austerità imposto a fronte dei nuovi aiuti ma Berlino con il suo ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble continua a mettersi di traverso. Tifando per un nuovo prestito ponte e un negoziato più lungo. Il portavoce del governo, Steffen Seibert, ha ribadito lunedì che un accordo “accurato” è preferibile a una rapida intesa.
Crisi Grecia, “la Germania ha risparmiato in 5 anni 100 miliardi di interessi”
Una ricerca dell'istituto tedesco Halle institute for economic research arriva alla conclusione che Berlino ha tratto vantaggio dalla catastrofe finanziaria di Atene più di qualsiasi altro. I minori esborsi per finanziare il debito pubblico basterebbero ampiamente a compensare le perdite che il Paese registrerebbe se la Grecia non restituisse interamente i suoi debiti
di F. Q. | 10 agosto 2015
Se i conti pubblici tedeschi sono più floridi che mai è soprattutto per merito della crisi greca. Che ha avvantaggiato Berlino più di qualsiasi altro Stato europeo. Ad affermarlo è una ricerca pubblicata dall’istituto tedesco Halle institute for economic research (Iwh), che calcola in ben 100 miliardi di euro i risparmi ottenuti da Berlino tra 2005 e 2010 grazie al calo dei tassi di interesse dovuto alla crisi del debito. Durante periodi di instabilità economica, infatti, “gli investitori preferiscono investimenti sicuri”, spiega l’istituto. Per questo hanno acquistato in massa titoli di Stato tedeschi, determinando un calo dei rendimenti: “Ogni volta che ci sono state cattive notizie sulla Grecia, i rendimenti sui titoli tedeschi scendevano”.
Risultato: minori esborsi per le casse della Bundesrepublik per una cifra pari a oltre il 3% del pil. Risparmi che superano gli 82-86 miliardi del terzo piano di salvataggio per Atene e che compenserebbero totalmente il Paese delle perdite sostenute nel caso in cui la Grecia non restituisca completamente il suo debito. Di più: “Il pareggio di bilancio della Germania”, si legge nello studio, “si deve in gran parte al risparmio sui tassi interesse dovuto alla crisi del debito”. In ultima analisi, dunque, “la Germania in ogni caso ha tratto vantaggio dalla crisi greca”. Un verdetto sorprendente, nei giorni in cui la troika e il governo Tsipras stanno per chiudere i negoziati sul nuovo memorandum di austerità imposto a fronte dei nuovi aiuti ma Berlino con il suo ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble continua a mettersi di traverso. Tifando per un nuovo prestito ponte e un negoziato più lungo. Il portavoce del governo, Steffen Seibert, ha ribadito lunedì che un accordo “accurato” è preferibile a una rapida intesa.
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Re: G R E C I A
sto aspettando la nuova indennità di disoccupazione dopo i licenziamenti facili secondo la teoria della flexisicury del compagno prof. ichino ministro del lavoro , per comprarlo .camillobenso ha scritto:aaaa42 ha scritto:non dobbiamo sottovalutare renzo oggi ha dichiarato che la cultura non e il passato ma la cultura e il futuro.
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renzo ci dice che la cultura e il futuro ....,.. si auguri e figli maschi ..chissà perché ...maschi...
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ma scusami compagno proletario non e meglio Montecarlo?
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Re: G R E C I A
Tg7- ore 20,00
In diretta dalla Piazza del Parlamento, i greci l'hanno riempita in attesa delle decisioni.
Da noi al massimo a quasi Ferragosto, si riuniscono a Fregene.
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Re: G R E C I A
Grecia, il sì all'accordo preannuncia la fine del governo Tsipras
Il premier annuncia la richiesta di fiducia dopo la firma sul terzo piano di salvataggio, ma non avrà il voto delle opposizioni che hanno sostenuto l'esecutivo nel percorso per approvare l'accordo con Ue, Fmi e Bce. L'esperienza di Syriza al tramonto, si ragiona già sulla data delle elezioni anticipate
di ETTORE LIVINI
MILANO - Il terzo piano di salvataggio della Grecia passa ma riesce, come primo risultato, a mandare a pezzi il governo di Atene. L'esecutivo di Alexis Tsipras non esiste più e nel voto di stamattina ha perso il minimo di voti necessari (120) per sopravvivere a una richiesta di fiducia, già annunciata dal premier dopo il 20 agosto. Il primo ministro aveva promesso dopo il trionfo elettorale di gennaio di mandare in pensione l’austerity e di fare di Syriza la forza politica che avrebbe cambiato l’Europa dal suo interno. L'Europa invece - complice una metodica asfissia finanziaria - ha mandato in pensione il partito. E l’austerity, anche se rivista e corretta in modo socialmente più equo, è tornata a dettare legge sotto il Partenone.
Il quadro, a dire il vero, era chiaro dal 13 luglio, quando la firma del compromesso con i creditori ha spezzato in tre Syriza. Il premier e i suoi fedelissimi a favore dell’intesa perché convinti che l’alternativa, come ha ribadito Tsipras ieri sera "sarebbe stato il suicidio del ritorno alla dracma". Yanis Varoufakis, il ministro delle finanze, contrario perché certo che tirando la corda (magari emettendo una valuta parallela) si sarebbe portato a casa un risultato migliore e la ristrutturazione immediata del debito. L'ala più radicale sulle barricate, pronta a tornare alla valuta nazionale, confiscando con la forza i 22 miliardi di riserve della Banca di Grecia "per abbattere la dittatura dell’euro", come ha minacciato ieri il suo leader Panagiotis Lafazanis.
L’esecutivo Syriza-Anel, forte in Parlamento di 162 voti su 300, ha smesso da allora di funzionare. Tutti i provvedimenti legati alla implementazione del memorandum sono passati solo grazie alla stampella dell’opposizione europeista di Nea Demokratia (centrodestra), Pasok (socialista) e To Potami (centro riformista) forte di 106 voti. I ribelli della Piattaforma di sinistra hanno invece votato contro il loro governo. Trentanove una volta, 35 la seconda, 42 ieri notte. Zoe Konstantopoulou, carismatico presidente della Camera e da sempre compagna di lotta politica di Tsipras, ha cercato fino all’ultimo nella notte di rimandare il voto in Parlamento "facendo il gioco – come l’hanno accusata in molti – di Schaeuble". Varoufakis, con grande coerenza, ha detto “no” ma si è detto pronto a cedere la sua poltrona in aula perché contrario alle proposte. Un modo per provare a lasciare al premier 120 voti, il minimo necessario per sopravvivere a una richiesta di fiducia. Che il governo, dopo il voto di questa mattina, ha annunciato subito dopo la firma del compromesso.
"Così le cose non possono andare avanti", ha detto (impossibile dargli torto) il leader provvisorio di Nea Demokratia, Evangelis Meimarakis. Tsipras sperava di formalizzare le divisioni di Syriza in un congresso straordinario a fine settembre, per avere il tempo di avviare il memorandum e istituire il tavolo per la riduzione del debito. Difficile possa rinviare fino ad allora. E per fare chiarezza sotto il cielo politico della Grecia, a meno dell’improbabile formazione di un governo di unità nazionale, Atene dovrà presto tornare alle urne. Ipotesi che ovviamente non è vista di buon occhio da Bruxelles, alla disperata ricerca di un po’ di stabilità per mandare avanti il piano di salvataggio.
La date delle urne è la prima domanda cui si dovrà dare una risposta nei prossimi giorni. La seconda è che formazioni si contenderanno il consenso e quale quadro politico ne uscirà una volta che saranno aperte. Syriza, ormai è certo, si dividerà in due. Le colombe favorevoli al compromesso da una parte, pronte a “continuare la battaglia per una distribuzione più equa dei sacrifici, combattendo armatori, evasori e oligarchi” con Tsipras. Gli altri nel cartello radicale anti-memorandum con Lafazanis. Konstantopoulou e Varoufakis alla ricerca di una difficile terza via, con la tentazione di far decollare piccole formazioni “ad personam”. Il premier, malgrado tutto, gode ancora di grande popolarità nei sondaggi (l’ultimo, per quello che vale, dà il 33% alla “sua” Syriza). Gli altri partiti sembrano per ora intenzionati a presentarsi ognuno per conto proprio anche se non è escluso che provino a unire le loro forze in un unico fronte pro-Europa nel tentativo di strappare al premier il premio di maggioranza di 50 seggi garantito al vincitore delle elezioni. Ad osservare l’evoluzione degli eventi, come convitato di pietra, ci saranno i creditori. Con i falchi del nord pronti a cogliere la palla al balzo delle fibrillazioni di Atene per riesumare la loro richiesta di una salutare Grexit, in attesa che il paese risolva da solo e con una sua valuta le divisioni interne.
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Io ritengo che Tsipras i questo momento non avesse altre alternative, comunque ha il notevole merito di aver svegliato l'Europa dal suo torpore, adesso bisogna attendere che anche altri paesi prendano coscienza e conoscenza del fatto che questa Europa così non funziona e tutti assieme trovino una soluzione senza sottostare ai diktat della Germania. Quando matureranno questi tempi è difficile a dirsi, ma nulla è più come prima.
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Il premier annuncia la richiesta di fiducia dopo la firma sul terzo piano di salvataggio, ma non avrà il voto delle opposizioni che hanno sostenuto l'esecutivo nel percorso per approvare l'accordo con Ue, Fmi e Bce. L'esperienza di Syriza al tramonto, si ragiona già sulla data delle elezioni anticipate
di ETTORE LIVINI
MILANO - Il terzo piano di salvataggio della Grecia passa ma riesce, come primo risultato, a mandare a pezzi il governo di Atene. L'esecutivo di Alexis Tsipras non esiste più e nel voto di stamattina ha perso il minimo di voti necessari (120) per sopravvivere a una richiesta di fiducia, già annunciata dal premier dopo il 20 agosto. Il primo ministro aveva promesso dopo il trionfo elettorale di gennaio di mandare in pensione l’austerity e di fare di Syriza la forza politica che avrebbe cambiato l’Europa dal suo interno. L'Europa invece - complice una metodica asfissia finanziaria - ha mandato in pensione il partito. E l’austerity, anche se rivista e corretta in modo socialmente più equo, è tornata a dettare legge sotto il Partenone.
Il quadro, a dire il vero, era chiaro dal 13 luglio, quando la firma del compromesso con i creditori ha spezzato in tre Syriza. Il premier e i suoi fedelissimi a favore dell’intesa perché convinti che l’alternativa, come ha ribadito Tsipras ieri sera "sarebbe stato il suicidio del ritorno alla dracma". Yanis Varoufakis, il ministro delle finanze, contrario perché certo che tirando la corda (magari emettendo una valuta parallela) si sarebbe portato a casa un risultato migliore e la ristrutturazione immediata del debito. L'ala più radicale sulle barricate, pronta a tornare alla valuta nazionale, confiscando con la forza i 22 miliardi di riserve della Banca di Grecia "per abbattere la dittatura dell’euro", come ha minacciato ieri il suo leader Panagiotis Lafazanis.
L’esecutivo Syriza-Anel, forte in Parlamento di 162 voti su 300, ha smesso da allora di funzionare. Tutti i provvedimenti legati alla implementazione del memorandum sono passati solo grazie alla stampella dell’opposizione europeista di Nea Demokratia (centrodestra), Pasok (socialista) e To Potami (centro riformista) forte di 106 voti. I ribelli della Piattaforma di sinistra hanno invece votato contro il loro governo. Trentanove una volta, 35 la seconda, 42 ieri notte. Zoe Konstantopoulou, carismatico presidente della Camera e da sempre compagna di lotta politica di Tsipras, ha cercato fino all’ultimo nella notte di rimandare il voto in Parlamento "facendo il gioco – come l’hanno accusata in molti – di Schaeuble". Varoufakis, con grande coerenza, ha detto “no” ma si è detto pronto a cedere la sua poltrona in aula perché contrario alle proposte. Un modo per provare a lasciare al premier 120 voti, il minimo necessario per sopravvivere a una richiesta di fiducia. Che il governo, dopo il voto di questa mattina, ha annunciato subito dopo la firma del compromesso.
"Così le cose non possono andare avanti", ha detto (impossibile dargli torto) il leader provvisorio di Nea Demokratia, Evangelis Meimarakis. Tsipras sperava di formalizzare le divisioni di Syriza in un congresso straordinario a fine settembre, per avere il tempo di avviare il memorandum e istituire il tavolo per la riduzione del debito. Difficile possa rinviare fino ad allora. E per fare chiarezza sotto il cielo politico della Grecia, a meno dell’improbabile formazione di un governo di unità nazionale, Atene dovrà presto tornare alle urne. Ipotesi che ovviamente non è vista di buon occhio da Bruxelles, alla disperata ricerca di un po’ di stabilità per mandare avanti il piano di salvataggio.
La date delle urne è la prima domanda cui si dovrà dare una risposta nei prossimi giorni. La seconda è che formazioni si contenderanno il consenso e quale quadro politico ne uscirà una volta che saranno aperte. Syriza, ormai è certo, si dividerà in due. Le colombe favorevoli al compromesso da una parte, pronte a “continuare la battaglia per una distribuzione più equa dei sacrifici, combattendo armatori, evasori e oligarchi” con Tsipras. Gli altri nel cartello radicale anti-memorandum con Lafazanis. Konstantopoulou e Varoufakis alla ricerca di una difficile terza via, con la tentazione di far decollare piccole formazioni “ad personam”. Il premier, malgrado tutto, gode ancora di grande popolarità nei sondaggi (l’ultimo, per quello che vale, dà il 33% alla “sua” Syriza). Gli altri partiti sembrano per ora intenzionati a presentarsi ognuno per conto proprio anche se non è escluso che provino a unire le loro forze in un unico fronte pro-Europa nel tentativo di strappare al premier il premio di maggioranza di 50 seggi garantito al vincitore delle elezioni. Ad osservare l’evoluzione degli eventi, come convitato di pietra, ci saranno i creditori. Con i falchi del nord pronti a cogliere la palla al balzo delle fibrillazioni di Atene per riesumare la loro richiesta di una salutare Grexit, in attesa che il paese risolva da solo e con una sua valuta le divisioni interne.
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Io ritengo che Tsipras i questo momento non avesse altre alternative, comunque ha il notevole merito di aver svegliato l'Europa dal suo torpore, adesso bisogna attendere che anche altri paesi prendano coscienza e conoscenza del fatto che questa Europa così non funziona e tutti assieme trovino una soluzione senza sottostare ai diktat della Germania. Quando matureranno questi tempi è difficile a dirsi, ma nulla è più come prima.
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Re: G R E C I A
un passo avanti e stato fatto ma non condivido questa analisi iospero pietistica. la pietà umana per tsipras. tsipras farà la fine di Blair e di fonzi.
blair aveva scritto più o meno così odiatemi pure inglesi ma per cortesia leggete quello che scrivo.
fonzi viene da un mondo d imprese folle !!!
l e imprese devono dare lavoro e benessere.
fonzi restituisca il TFR pubblico .
per cambiare questa Europa serve sperimentazione politica sociale ed economica quindi il superamento euro non inteso come moneta ma come sistema di mercato da subito.
blair aveva scritto più o meno così odiatemi pure inglesi ma per cortesia leggete quello che scrivo.
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Re: G R E C I A
TG3 - ORE 19,00
Syriza si spacca.
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