Rosario Crocetta. Vattene.

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
pancho
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:Nello spazio temporale in cui flavio stava postando il post precedente, sulla hp dell'Espresso, nel settore lettere veniva postato quanto segue:


« L'uomo dal colpo in canna
Pensieri di un catanese sul caso Crocetta

Ritorna lo spettro dell'Italia degii scoop, dei dossier, dei complotti, quanto veri o falsi non si sa. La lettura del libro di Eco, "Numero zero", è molto istruttiva nel far capire come sia facile distruggere un persona propagando anche delle semplici insinuazioni. Senza voler fare paragoni impossibili, il metodo, quello di far circolare false notizie per screditare una persona e distruggerla moralmente è caro anche alla mafia che evita così di ricorrere a metodi più brutali.

Non entro nel merito se sia vera o no l'intercettazione in cui Tutino si augurava per Lucia Borsellino la stessa fine del padre e il conseguente silenzio di Crocetta. Crocetta smentisce, il direttore dell 'Espresso conferma. Spero che dopo la querela di Crocetta la magistratura faccia luce e chi ha sbagliato paghi. Ma è il metodo seguito che è deplorevole: annunciare una notizia, non esibire subito le prove e lasciare che su questa notizia si crei un'amplificazione a livello nazionale, con la speranza che accadano fatti politici irreversibili prima ancora che sia stata accertata la verità. Non si fa un buon servizio nè alla libertà di stampa nè alla politica, nè al Paese.

Alessandro Stramondo, Catania

Su questa faccenda ognuno può farsi la propria libera opinione. Ma questa non può basarsi sulla richiesta di esibire le prove. Un giornale non è un tribunale e il giornalismo investigativo si basa proprio sulla segretezza delle fonti che è infatti tutelata dalla giurisprudenza in merito. E' un elemento che è bene tenere a mente.

Scritto mercoledì, 22 luglio, 2015 alle 16:11 nella categoria Lettere e risposte. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.


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La risposta dell'Espresso non mi convince.

Qual'é il vs. parere?
Non convince pure me. Con la scusa che le fonti sono tutelate dalla giurisprudenza, nel mondo in cui viviamo, ognuno puo scrivere quello che vuole per raggiungere i propri fini. No non mi fido e aspetto che sia la magistratura a dire la sua.
Hanno delle intercettazioni telefoniche? Se si devono farle sentire altrimenti vale qualsiasi dichiarazione ma rimane lo sputtanamento.


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
pancho
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

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paolo11 ha scritto:Ciao camillobenso.Crocetta ha messo la Borsellino a capo della sanità Siciliana.Della telefonata di Crocetta non mi interessa niente, se c'è stata o no.Mi interessa sapere l'appoggio che ha dato Crocetta alla Borsellino che a fine Giugno si è dimessa.Non mi si venga a dire che Crocetta non sia stato informato di come funzionava la sanità Siciliana.
Ciao
Paolo11
Come lo quantifichi l'appoggio, Paolino, Secondo le dichiarazioni di Crocetta o della Borsellino?

Un salutone
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

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flaviomob ha scritto:Mah. Le intercettazioni pare che siano state ascoltate, trascritte dal giornalista e poi che possano essere state distrutte in quanto irrilevanti alle indagini. Difficile pensare che Espresso abbia pubblicato dati falsi, ma sarà difficile ora dimostrare che esistono le fonti. Difficile anche dare un giudizio alla vicenda, dato che Crocetta potrebbe essersi limitato ad un silenzio dovuto a una mancata ricezione del messaggio. Io penso che alcune cose buone le abbia fatte, ma ora abbiano preparato una bella tagliola per farlo fuori. E questo porterà alle lotte intestine nel PD, allo scontento popolare e a una vittoria M5S: l'occasione per rinnovare completamente la classe dirigente siciliana e moralizzarne la politica.
Condivido quanto da te detto, Flavio. Ora all'interno si sta' combattendo una guerra che non fara' prigionieri. O con me in tutti i sensi o fuori da noi!

Che poi tutto questo possa portare ad una vittoria dei 5 stelle non e' che mi faccia paura. Sara la cartina tornasole per verificare la loro capacita politica dopodiche se falliranno sarà la loro definitiva fine.


un salutone
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

Messaggio da flaviomob »

Credo che un completo ricambio della classe dirigente siciliana sia un bene. Vedremo i cinquestelle confrontarsi con una prova durissima: l'amministrazione di una regione dominata dalla criminalità organizzata, con un debito pubblico stratosferico, gravissime inefficienze, strade che crollano, malaffare, etc.
Ma con forze giovani e fresche probabilmente faranno molto meglio di chi li ha preceduti...
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
camillobenso
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

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VISTI DA LONTANO



Il caso Crocetta visto da destra. In questo caso Il Giornale, è meno osceno e partigiano del solito:



24 lug 2015 12:13
CROCETTA GIÙ DALLA CROCE/2

– “L’ESPRESSO” NON HA NULLA IN MANO: I SUOI CRONISTI AVREBBERO SOLO ASCOLTATO UN’INTERCETTAZIONE A MAGGIO DELL’ANNO SCORSO E POI LA FONTE AVREBBE CONFERMATO IL CONTENUTO A GIUGNO DI QUEST’ANNO

– INSOMMA, LO “SCOOP” NON È DEI PIÙ FRESCHI -



La nuova ricostruzione è stata postata sul sito del settimanale debenedettiano e spiega che quelle parole pesantissime del medico Tutino su Lucia Borsellino non potevano essere riportate quando sono state ascoltate dai giornalisti perché l’inchiesta era ancora in corso…


Gian Maria De Francesco per “il Giornale”



A una settimana dalla pubblicazione delle intercettazioni choc tra il governatore siciliano Rosario Crocetta e il chirurgo Matteo Tutino nella quale quest'ultimo asserirebbe: «Lucia Borsellino va fatta fuori. Come il padre», l'Espresso fa una parziale retromarcia.

In un articolo non firmato postato sul proprio sito Internet il settimanale racconta alcuni dettagli che confliggono con le tesi sostenute fino a ieri.


L'intercettazione sarebbe stata fatta ascoltare a maggio 2014 ai due cronisti da una fonte investigativa.

A fine giugno di quest'anno, quando Tutino fu arrestato, la stessa fonte ricordò all'autore dell'articolo dell'intercettazione di cui un anno prima non si poteva rivelare l'esistenza (le indagini erano ancora in corso) confermandola testualmente.

In ambienti giornalistici e politici siciliani si vociferava di rivelazioni scottanti su Crocetta e l'Espresso ne avrebbe chiesto conferma anche a fonti inquirenti che avrebbero risposto affermativamente.



Ma questa narrazione non coincide con quanto affermato più volte dal direttore Luigi Vicinanza circa l'effettiva esistenza dell'intercettazione stessa.

E, soprattutto, non coincide con le dichiarazioni rese da quattro Procure dell'Isola (Palermo, Caltanissetta, Messina e Catania) che hanno negato di avere agli atti la frase «incriminata».

Ecco perché ieri Crocetta ha ripetuto per l'ennesima volta il suo one man show, questa volta dinanzi all'assemblea regionale siciliana.

«Mi rifiuto di offrire le mie carni a famelici carnefici, non posso dimettermi, tutti sanno che quella intercettazione non c'è», ha ripetuto.

«La richiesta di andare al voto è irricevibile: i falsi scoop non possono decidere le sorti dei governi», ha aggiunto rimarcando di essere «felice che quattro Procure abbiano smentito le false accuse».


Il governatore è, infatti, convinto che dietro agli attacchi ci sia «il cerchio magico degli affari che a volte collude con la massoneria e con la mafia che non è più stragista ma intarsiata nella cose della Regione».


Una denuncia che negli ultimi tre giorni ha recitato a memoria.


Una recita che lascia trasparire la vera questione politica: Crocetta sa benissimo che la propria esperienza da presidente della giunta regionale sta volgendo al termine. Ai deputati (così si chiamano i consiglieri di Palazzo dei Normanni) ha chiesto, infatti, «tempo per completare le riforme: poi voi e solo voi, senza diktat romani o di forze parallele, deciderete se mettere fine alla legislatura».


Il richiamo del premier Renzi a «governare» sembra un avviso di sfratto, ma tranne Forza Italia e M5S che chiedono elezioni subito, in Sicilia i partiti non hanno molta voglia di mollare gli scranni.


A partire proprio dal Pd, nonostante gli avvisi di sfratto provenienti sia da Palazzo Chigi che dal segretario regionale Fausto Raciti.

Crocetta, perciò, ha giocato sulla sensibilità degli «onorevoli» siculi alle partite economiche.

«Non mi dimetto perché non sono un irresponsabile, non lascio migliaia di lavoratori senza salario», ha concluso.

Un chiaro riferimento ai 75mila effettivi, tra dipendenti e precari, al servizio della Regione.

Ma che, soprattutto, votano.
pancho
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

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Il governatore è, infatti, convinto che dietro agli attacchi ci sia «il cerchio magico degli affari che a volte collude con la massoneria e con la mafia che non è più stragista ma intarsiata nella cose della Regione».
Di questo ne sono sempre stato convinto. Per un motivo o per un'altro la massoneria ha sempre avuto la mano lunga su questo e non mi meraviglierei che anche su queste presunte intercettazioni ci sia la loro mano. Sia Scalfari che De Benedetti ne hanno sempre fatto parte.

Possono avere degli obiettivi diversi dai vari Berlusca di oggi, ma non sperare mai che i loro obiettivi possano collimare con i nostri.
Son ben altra cosa ma purtroppo per alcuni di noi basta che si dichiarino contro questo o quest'altro Berlusca del giorno per considerarli dalla nostra parte. Purtroppo non e' non sarà mai cosi'.
http://www.avvocatisenzafrontiere.it/?p=1822


un salutone
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camillobenso
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

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LA GUERRA CONTINUA



25 lug 2015 14:28

COM’ERA LA STORIA DELLA MACCHINA DEL FANGO?


– DOPO CHE 4 PROCURE HANNO SMENTITO L’ESISTENZA DELL’INTERCETTAZIONE DI TUTINO E CROCETTA, “L’ESPRESSO” DÀ IN PASTO LA SUA FONTE AGLI INQUIRENTI

– SVELATI L’ORA E IL GIORNO DELLA SUA CHIAMATA A UN GIORNALISTA



Il settimanale rivela anche che la telefonata-fantasma è stata ascoltata dai suoi cronisti oltre un anno fa, ma non se ne fece nulla perché le indagini erano in corso.


Chi e perché ha sollecitato “L’Espresso”, nei giorni scorsi, a rispolverare quella conversazione con la frase terribile su Lucia Borsellino?








Giacomo Amadori per “Libero”




Dopo che ben quattro (4) procure siciliane hanno smentito l’esistenza dell’intercettazione su Lucia Borsellino tra il governatore siciliano Rosario Crocetta e il primario Matteo Tutino, definendola apertamente «una bufala», l’altro ieri il settimanale che l’ha scodellata ai suoi lettori, l’Espresso, ha pubblicato un articolo che sa di resa e che quasi consegna agli inquirenti siciliani il nome della fonte del falso scoop, del presunto avvelenatore di pozzi informativi della Trinacria.



Prima di farlo, però, il direttore Luigi Vicinanza ha tentato un’ultima timida resistenza: «Gli autori dell’articolo l’hanno ascoltata e trascritta (l’intercettazione ndr), verificata con fonti investigative, incrociata con le informazioni in loro possesso » scrive. Tutto bellissimo, da scuola di giornalismo della Columbia University, ma l’intercettazione dov’è?



I lettori più smaliziati protestano: ma come? Avete sentito con le vostre orecchie la telefonata e avete avuto bisogno di farvela confermare da qualcuno? Dove l’avete ascoltata? Negli uffici giudiziari o su una spiaggia di Mondello? Vicinanza sembra sentire queste brusii di fondo e abbozza: «In tempi di Internet (…) non possedere l’audio sembra un punto debole nella veridicità dell’intercettazione ».Appunto.



E allora il settimanale in un corsivo senza firma, e quindi riferibile al direttore, inizia a rivelare particolari inediti: «A maggio 2014 uno degli investigatori fa ascoltare ai cronisti Piero Messina e Maurizio Zoppi il brano di un audio, presentandolo come la dichiarazione di Tutino al governatore Rosario Crocetta sulla necessità di “far fuori” l’assessore Lucia Borsellino». Perciò è l’investigatore a offrire la legenda di un audio non intelligibile senza chiose e forse, anche per questo, la pseudonotizia resta nel cassetto dei collaboratori dell’Espresso per oltre un anno, sebbene la versione ufficiale sia un’altra: che «l’esistenza di intercettazioni era ancora segreta e parlarne avrebbe compromesso l’esito delle indagini».



Di fronte a questa incongrua giustificazione permetteteci di sorridere, vista la montagna di violazioni del segreto investigativo che altri bravi colleghi dell’Espresso hanno commesso negli anni. Ma a questo punto il citato corsivo ci avvicina alla verità: «Il 2 luglio 2015 alle 13.19 la stessa fonte contatta Piero Messina e gli ricorda la vicenda dell’intercettazione. Gli scandisce parola per parola la frase di Tutino: “Lucia Borsellino va fatta fuori. Come il padre”. E il silenzio di Crocetta inciso nei nastri». È il colpo di scena. Al contrario di quanto affermato precedentemente da Vicinanza, non sono stati i cronisti a cercare conferme dopo l’arresto di Tutino, ma è stata la loro presunta fonte a incalzare Messina e a dettargli la frase che poi sarebbe finita sul giornale.



Nella sua versione più cruda, quella che ha scandalizzato il Paese e in cui Lucia Borsellino andava eliminata «come il padre» Paolo, trucidato dalla mafia. Ma chi è questa talpa deviata che ha tanto insistito per far pubblicare quelle parole raccapriccianti? Il settimanale il nome non lo fa, ma è come se lo svelasse. Infatti indica il minuto esatto in cui Messina dovrebbe aver ricevuto la polpetta avvelenata: le 13 e 19 del 2 luglio.


Un’indicazione che, come un qualunque giornalista ben sa, avrà già portato gli inquirenti a scovare nei suoi tabulati telefonici chi abbia conversato con il cronista a partire da quel preciso minuto. E così presto potremmo conoscere l’identità di ha provato a far cadere Crocetta per via giornalistica e i motivi che lo hanno indotto a farlo. Certamente su quell’intercettazione a Palermo si fantasticava da tempo. Tanto che diversi cronisti di giudiziaria si erano premurati di verificarla: «Era una voce ricorrente e tutte le fonti ufficiali, autorevoli e reali l’avevano pubblicamente smentita. In modo chiaro, non con formule neutre come “non confermo e non smentisco” » chiosa uno stimato «giudiziarista» siciliano.



Diversi cronisti udirono quella voce incontrollata a margine del procedimento avviato da Tutino contro il chirurgo Dario Sajeva, accusato di aver gonfiato le cartelle di Villa Sofia, la clinica dove Tutino era primario. Il gip Lorenzo Matassa, ad aprile, ha archivato le accuse, definendo questa ipotesi «strampalata e infondata» oltre che «calunniatoria ». Matassa nel suo provvedimento stigmatizza anche gli investigatori della Digos per «l’eccessiva fidelizzazione instaurata con il Tutino ».



In questo contesto avrebbe iniziato a circolare la leggenda dell’orrenda intercettazione. Anche perché, nel frattempo, un altro pezzo di procura e altri investigatori stavano indagando sulle presunte malefatte dello stesso Tutino. A Palazzo di giustizia il primario era amico di magistrati come Antonio Ingroia e inviso ad altri. Una situazione di conflitto in cui i soliti corvi hanno approfittato per alzarsi in volo. E il loro gracchiare ha eccitato la fantasia dei giornalisti.



I PRECEDENTI Per esempio Mario Barresi della Sicilia, ben prima dei colleghi dell’Espresso, a proposito delle carte dell’inchiesta Tutino, ha scritto:«Si favoleggia di dialoghi da far sbiancare il comune senso del pudore, ci sarebbero anche i dettagli di un patto segreto. Gli ostentatori dell’amicizia con Crocetta si confrontano su come “far fuori politicamente Lucia Borsellino” dice chi quelle carte le ha sbirciate».


L’Espresso è stato meno cauto e ha sparato la versione «hard» della stessa conversazione. A convincere definitivamente i segugi siciliani del settimanale sarebbe stato un magistrato: «Lunedì 13 luglio, alla vigilia della pubblicazione Messina e Zoppi incontrano un autorevole inquirente a cui sottopongono parola per parola il testo dell’intercettazione tra Tutino e Crocetta. Ricevono una conferma totale e chiara, assieme all’invito a procedere con la pubblicazione: “Questa volta si va sino in fondo”».



Non è chiaro chi pronunci l’ultima frase, anche se sembrerebbe lo stesso magistrato. Chissà se almeno di questo colloquio esiste una registrazione. Intanto l’ordine dei giornalisti siciliano sta facendo le opportune verifiche sul caso e sul lavoro dei cronisti. I quali, guarda il contrappasso, appartengono al gruppo editoriale che ha il copyright della celebre locuzione «macchina del fango». Immaginatevi che cosa avrebbero scritto se il loro scoop fasullo l’avessero pubblicato Panorama o Libero.
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

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camillobenso ha scritto:LA GUERRA CONTINUA

25 lug 2015 14:28

COM’ERA LA STORIA DELLA MACCHINA DEL FANGO?

– DOPO CHE 4 PROCURE HANNO SMENTITO L’ESISTENZA DELL’INTERCETTAZIONE DI TUTINO E CROCETTA, “L’ESPRESSO” DÀ IN PASTO LA SUA FONTE AGLI INQUIRENTI

– SVELATI L’ORA E IL GIORNO DELLA SUA CHIAMATA A UN GIORNALISTA


Il settimanale rivela anche che la telefonata-fantasma è stata ascoltata dai suoi cronisti oltre un anno fa, ma non se ne fece nulla perché le indagini erano in corso.


Chi e perché ha sollecitato “L’Espresso”, nei giorni scorsi, a rispolverare quella conversazione con la frase terribile su Lucia Borsellino?


Giacomo Amadori per “Libero”

Dopo che ben quattro (4) procure siciliane hanno smentito l’esistenza dell’intercettazione su Lucia Borsellino tra il governatore siciliano Rosario Crocetta e il primario Matteo Tutino, definendola apertamente «una bufala», l’altro ieri il settimanale che l’ha scodellata ai suoi lettori, l’Espresso, ha pubblicato un articolo che sa di resa e che quasi consegna agli inquirenti siciliani il nome della fonte del falso scoop, del presunto avvelenatore di pozzi informativi della Trinacria.

Prima di farlo, però, il direttore Luigi Vicinanza ha tentato un’ultima timida resistenza: «Gli autori dell’articolo l’hanno ascoltata e trascritta (l’intercettazione ndr), verificata con fonti investigative, incrociata con le informazioni in loro possesso » scrive. Tutto bellissimo, da scuola di giornalismo della Columbia University, ma l’intercettazione dov’è?

I lettori più smaliziati protestano: ma come? Avete sentito con le vostre orecchie la telefonata e avete avuto bisogno di farvela confermare da qualcuno? Dove l’avete ascoltata? Negli uffici giudiziari o su una spiaggia di Mondello? Vicinanza sembra sentire queste brusii di fondo e abbozza: «In tempi di Internet (…) non possedere l’audio sembra un punto debole nella veridicità dell’intercettazione ».Appunto.

E allora il settimanale in un corsivo senza firma, e quindi riferibile al direttore, inizia a rivelare particolari inediti: «A maggio 2014 uno degli investigatori fa ascoltare ai cronisti Piero Messina e Maurizio Zoppi il brano di un audio, presentandolo come la dichiarazione di Tutino al governatore Rosario Crocetta sulla necessità di “far fuori” l’assessore Lucia Borsellino». Perciò è l’investigatore a offrire la legenda di un audio non intelligibile senza chiose e forse, anche per questo, la pseudonotizia resta nel cassetto dei collaboratori dell’Espresso per oltre un anno, sebbene la versione ufficiale sia un’altra: che «l’esistenza di intercettazioni era ancora segreta e parlarne avrebbe compromesso l’esito delle indagini».

Di fronte a questa incongrua giustificazione permetteteci di sorridere, vista la montagna di violazioni del segreto investigativo che altri bravi colleghi dell’Espresso hanno commesso negli anni. Ma a questo punto il citato corsivo ci avvicina alla verità: «Il 2 luglio 2015 alle 13.19 la stessa fonte contatta Piero Messina e gli ricorda la vicenda dell’intercettazione. Gli scandisce parola per parola la frase di Tutino: “Lucia Borsellino va fatta fuori. Come il padre”. E il silenzio di Crocetta inciso nei nastri». È il colpo di scena. Al contrario di quanto affermato precedentemente da Vicinanza, non sono stati i cronisti a cercare conferme dopo l’arresto di Tutino, ma è stata la loro presunta fonte a incalzare Messina e a dettargli la frase che poi sarebbe finita sul giornale.

Nella sua versione più cruda, quella che ha scandalizzato il Paese e in cui Lucia Borsellino andava eliminata «come il padre» Paolo, trucidato dalla mafia. Ma chi è questa talpa deviata che ha tanto insistito per far pubblicare quelle parole raccapriccianti? Il settimanale il nome non lo fa, ma è come se lo svelasse. Infatti indica il minuto esatto in cui Messina dovrebbe aver ricevuto la polpetta avvelenata: le 13 e 19 del 2 luglio.

Un’indicazione che, come un qualunque giornalista ben sa, avrà già portato gli inquirenti a scovare nei suoi tabulati telefonici chi abbia conversato con il cronista a partire da quel preciso minuto. E così presto potremmo conoscere l’identità di ha provato a far cadere Crocetta per via giornalistica e i motivi che lo hanno indotto a farlo. Certamente su quell’intercettazione a Palermo si fantasticava da tempo. Tanto che diversi cronisti di giudiziaria si erano premurati di verificarla: «Era una voce ricorrente e tutte le fonti ufficiali, autorevoli e reali l’avevano pubblicamente smentita. In modo chiaro, non con formule neutre come “non confermo e non smentisco” » chiosa uno stimato «giudiziarista» siciliano.

Diversi cronisti udirono quella voce incontrollata a margine del procedimento avviato da Tutino contro il chirurgo Dario Sajeva, accusato di aver gonfiato le cartelle di Villa Sofia, la clinica dove Tutino era primario. Il gip Lorenzo Matassa, ad aprile, ha archivato le accuse, definendo questa ipotesi «strampalata e infondata» oltre che «calunniatoria ». Matassa nel suo provvedimento stigmatizza anche gli investigatori della Digos per «l’eccessiva fidelizzazione instaurata con il Tutino ».

In questo contesto avrebbe iniziato a circolare la leggenda dell’orrenda intercettazione. Anche perché, nel frattempo, un altro pezzo di procura e altri investigatori stavano indagando sulle presunte malefatte dello stesso Tutino. A Palazzo di giustizia il primario era amico di magistrati come Antonio Ingroia e inviso ad altri. Una situazione di conflitto in cui i soliti corvi hanno approfittato per alzarsi in volo. E il loro gracchiare ha eccitato la fantasia dei giornalisti.

I PRECEDENTI Per esempio Mario Barresi della Sicilia, ben prima dei colleghi dell’Espresso, a proposito delle carte dell’inchiesta Tutino, ha scritto:«Si favoleggia di dialoghi da far sbiancare il comune senso del pudore, ci sarebbero anche i dettagli di un patto segreto. Gli ostentatori dell’amicizia con Crocetta si confrontano su come “far fuori politicamente Lucia Borsellino” dice chi quelle carte le ha sbirciate».

L’Espresso è stato meno cauto e ha sparato la versione «hard» della stessa conversazione. A convincere definitivamente i segugi siciliani del settimanale sarebbe stato un magistrato: «Lunedì 13 luglio, alla vigilia della pubblicazione Messina e Zoppi incontrano un autorevole inquirente a cui sottopongono parola per parola il testo dell’intercettazione tra Tutino e Crocetta. Ricevono una conferma totale e chiara, assieme all’invito a procedere con la pubblicazione: “Questa volta si va sino in fondo”».

Non è chiaro chi pronunci l’ultima frase, anche se sembrerebbe lo stesso magistrato. Chissà se almeno di questo colloquio esiste una registrazione. Intanto l’ordine dei giornalisti siciliano sta facendo le opportune verifiche sul caso e sul lavoro dei cronisti. I quali, guarda il contrappasso, appartengono al gruppo editoriale che ha il copyright della celebre locuzione «macchina del fango». Immaginatevi che cosa avrebbero scritto se il loro scoop fasullo l’avessero pubblicato Panorama o Libero.
:evil: Vale quindi quello che ho scritto sopra.

Diffidate sempre di coloro che continuano a dire che sono dalla tua parte, sopratutto se sono degli editori o loro scagnozzi .

Hanno anch'essi dei loro obiettivi questo e' vero ma spesso, per non dire mai, non coincidono con i tuoi.

Cercano di servirsi di noi e spesso ci riescono perchè il mondo e' fatto così Ci son troppo buoi e pecoroni e purtroppo , di questo, ne sono a conoscenza.

Ce ne sono di piu di quello che possiamo pensare.
Cotoro si muovono solo dopo aver testato quale possa essere in ns. quoziente di comprendonio su determinati temi e, visto quello che siamo, ci fregano sempre.


un salutone
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

Messaggio da flaviomob »

Io non credo che lo scoop sia fasullo. Ma certamente le fonti sono scomparse o occultate. Ciò significa che poteva esserci dietro una manovra per mettere in difficoltà sia Crocetta che lo stesso Espresso. Servizi deviati?
Renzi elenca i successi del governo. “Sarò breve”.
paolo11
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Re: Rosario Crocetta. Vattene.

Messaggio da paolo11 »

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... a/1963119/
Lucia Borsellino è a rischio. La figlia del magistrato assassinato in via d’Amelio il 19 luglio del 1992 è stata infatti messa sotto scorta: a deciderlo il comitato per l’ordine e la sicurezza del Ministero dell’Interno. Il Viminale ha disposto per la figlia di Paolo Borsellino l’utilizzo dell’auto blindata scortata da due agenti per gli spostamenti. La decisione è stata presa nel giorno di ferragosto su proposta diretta del prefetto di Palermo Francesca Cannizzo e sarebbe collegata all’attività svolta in questi ultimi anni dall’ex assessore nel campo della sanità regionale. Nei mesi scorsi Lucia Borsellino aveva presentato diversi esposti ed è stata ascoltata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal pm Luca Battinieri in merito alle indagini sul primario della Chirurgia Plastica Matteo Tutino, finito agli arresti domiciliari.
Fino a due settimane fa, però la procura di Palermo non valutava l’incolumità dell’ex assessore a rischio. “Benché sollecitati, ribadiamo la ferma volontà di non rilasciare dichiarazioni. Non intendiamo tantomeno commentare o esprimere valutazioni sui tempi e sulla opportunità del dispositivo di protezione adottato dalle autorità competenti”, dicono i familiari dell’ex assessore. In assenza di una spiegazione ufficiale, la decisione viene messa in relazione a una generica indicazione di rischi che sarebbe stata fatta da una “fonte” riservata. L’eventuale pericolo troverebbe un riscontro indiretto nelle parole del fratello di Lucia, Manfredi Borsellino, che un mese fa durante un incontro con il capo dello Stato ha parlato delle “ostilità” e delle “offese” rivolte alla sorella da un anno a questa parte.
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Ecco cosa succede alle persone oneste che non guardano in faccia nessuno.
Ciao
Paolo11
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