Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
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Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
Mah... quanti padrini ci sono in Italia!? Quanti piatti di lenticchie distribuiscono.
Quanti dovranno la loro posizione gerarchica, politica, religiosa, quindi potere
al defunto boss "re di Roma"?
Mi meraviglio sempre dei politici che si meravigliano.
Come se non fossero chiare e sotto gli occhi di tutti le commistioni tra politica e malaffare.
Per quanto riguarda la chiesa gerarchica... anche lì... hanno sempre tenuto in poco conto le
parole di Gesù Cristo: "Il mio regno non è di questo mondo! " .
Loro invece gestiscono la chiesa con le stesse pessime modalità di un qualsiasi stato canaglia.
Poi c'è la Chiesa popolo di Dio che in qualche modo si è già espressa con le dichiarazioni di don
Ciotti. "Grave è - evidenzia don Ciotti - l'evidente strumentalizzazione di un rito religioso per rafforzare
prestigio e posizioni di potere. Sappiamo che le mafie non hanno mai mancato di ostentare una
religiosità di facciata, 'foglia di fico' delle loro imprese criminali. Una volta di più, e a maggior ragione
dopo la scomunica di Papa Francesco dei mafiosi e dei loro complici, è compito della Chiesa denunciarla
e ribadire che non può esserci compatibilità fra la violenza mafiosa e il Vangelo".
Tutto ciò con l'aggravante dell'apertura imminente del processo "mafia capitale"
Sicuramente tutta questa ostentazione mira a ricordare ai fruitori di lenticchie
quali sono i "crediti"del potere mafioso verso di loro.
E c'è qualcuno che per l'ennesima volta grida : MAI PIÙ!!!
Quanti dovranno la loro posizione gerarchica, politica, religiosa, quindi potere
al defunto boss "re di Roma"?
Mi meraviglio sempre dei politici che si meravigliano.
Come se non fossero chiare e sotto gli occhi di tutti le commistioni tra politica e malaffare.
Per quanto riguarda la chiesa gerarchica... anche lì... hanno sempre tenuto in poco conto le
parole di Gesù Cristo: "Il mio regno non è di questo mondo! " .
Loro invece gestiscono la chiesa con le stesse pessime modalità di un qualsiasi stato canaglia.
Poi c'è la Chiesa popolo di Dio che in qualche modo si è già espressa con le dichiarazioni di don
Ciotti. "Grave è - evidenzia don Ciotti - l'evidente strumentalizzazione di un rito religioso per rafforzare
prestigio e posizioni di potere. Sappiamo che le mafie non hanno mai mancato di ostentare una
religiosità di facciata, 'foglia di fico' delle loro imprese criminali. Una volta di più, e a maggior ragione
dopo la scomunica di Papa Francesco dei mafiosi e dei loro complici, è compito della Chiesa denunciarla
e ribadire che non può esserci compatibilità fra la violenza mafiosa e il Vangelo".
Tutto ciò con l'aggravante dell'apertura imminente del processo "mafia capitale"
Sicuramente tutta questa ostentazione mira a ricordare ai fruitori di lenticchie
quali sono i "crediti"del potere mafioso verso di loro.
E c'è qualcuno che per l'ennesima volta grida : MAI PIÙ!!!
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Re: Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
Mi meraviglio sempre dei politici che si meravigliano.
Come se non fossero chiare e sotto gli occhi di tutti le commistioni tra politica e malaffare.
erding
E’ patrimonio culturale comune per chi conosce l’ambiente e non è un tifoso ostinato peggio di un mulo, che una delle doti di un buon politico è saper mentire. Mentire bene.
E questa è una dote che abbiamo visto all’opera, nei politici della Prima Repubblica.
Senza distinzione di casacca.
Nella Seconda Repubblica, oltre ad amplificare fino a 10 volte rispetto alla Prima, la pratica del raccontare balle (brava la Giorgina Meloni che ha definito La Qualunque il figlio segreto di Vanna Marchi)è stato un obbligo accedere alla scuola di recitazione dell’Istituto Santanchè.
I politici hanno dovuto imparare come si recita per raccontare le balle.
I talk, nati nella Seconda Repubblica con Vespasiano Vespa, servivano e servono a questo. Raccontare nei dovuti modi le balle da raccontare.
Mi meraviglio sempre dei politici che si meravigliano.
I politici diplomati all’Istituto Santanché hanno imparato a meravigliarsi delle cose più futili.
L’importante è far credere di essere sceso dal pero in quell’istante.
La direttrice dell’Istituto Santanché deve essere fiera dei risultati ottenuti dai suoi allievi.
Come se non fossero chiare e sotto gli occhi di tutti le commistioni tra politica e malaffare.
erding
E’ patrimonio culturale comune per chi conosce l’ambiente e non è un tifoso ostinato peggio di un mulo, che una delle doti di un buon politico è saper mentire. Mentire bene.
E questa è una dote che abbiamo visto all’opera, nei politici della Prima Repubblica.
Senza distinzione di casacca.
Nella Seconda Repubblica, oltre ad amplificare fino a 10 volte rispetto alla Prima, la pratica del raccontare balle (brava la Giorgina Meloni che ha definito La Qualunque il figlio segreto di Vanna Marchi)è stato un obbligo accedere alla scuola di recitazione dell’Istituto Santanchè.
I politici hanno dovuto imparare come si recita per raccontare le balle.
I talk, nati nella Seconda Repubblica con Vespasiano Vespa, servivano e servono a questo. Raccontare nei dovuti modi le balle da raccontare.
Mi meraviglio sempre dei politici che si meravigliano.
I politici diplomati all’Istituto Santanché hanno imparato a meravigliarsi delle cose più futili.
L’importante è far credere di essere sceso dal pero in quell’istante.
La direttrice dell’Istituto Santanché deve essere fiera dei risultati ottenuti dai suoi allievi.
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Re: Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
Casamonica: "Giudica Dio non la politica, il prossimo funerale? Sarà ancora più sfarzoso"
https://www.youtube.com/watch?v=2K0_DozNhAo
https://www.youtube.com/watch?v=2K0_DozNhAo
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Re: Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
Caro camillobenso,camillobenso ha scritto:Casamonica: "Giudica Dio non la politica, il prossimo funerale? Sarà ancora più sfarzoso"
https://www.youtube.com/watch?v=2K0_DozNhAo
Ciò che mi spaventa non è tanto il mafioso che fà il mafioso,
quanto il mafioso che fà il mafioso ...sotto mentite spoglie.
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Re: Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
“Il maestro che ci ha diretto è il responsabile della banda orchestrale della Regione Lazio, Francesco Procopio”.
Una ironia sottile che si palesa quando al funerale del capo di un clan che vuole dettare legge ponendosi in molte aree di Roma come l'antistato si trova a suonare una banda musicale che porta il nome della Regione Lazio sin dal 1982. L'ironia diventa grottesca quando si scopre che l'associazione inserita nell'albo regionale, è formata da personale dei corpi militari come lo stesso maestro Francesco Procopio arruolato sin dal 1979 nell'Arma dei Carabinieri dove entrò a far parte della Banda della Scuola Allievi Carabinieri di Roma.
http://www.affaritaliani.it/roma/un-car ... 80082.html
Una ironia sottile che si palesa quando al funerale del capo di un clan che vuole dettare legge ponendosi in molte aree di Roma come l'antistato si trova a suonare una banda musicale che porta il nome della Regione Lazio sin dal 1982. L'ironia diventa grottesca quando si scopre che l'associazione inserita nell'albo regionale, è formata da personale dei corpi militari come lo stesso maestro Francesco Procopio arruolato sin dal 1979 nell'Arma dei Carabinieri dove entrò a far parte della Banda della Scuola Allievi Carabinieri di Roma.
http://www.affaritaliani.it/roma/un-car ... 80082.html
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Re: Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
Don Gianfranco Formenton, il parroco ‘ribelle’ di Spoleto che ricordando il Vangelo pochi giorni fa aveva invitato i razzisti a non entrare nella “Casa del popolo di Dio” scatenando un clamore anche fuori i confini italiani, non ha digerito le parole di don Giancarlo Manieri, il salesiano titolare della parrocchia di San Giovanni Bosco a Roma (quartiere di Cinecittà) dove, sul sagrato della basilica si è consumato un vero e proprio attacco allo Stato e alla stessa Chiesa: il funerale di Vittorio Casamonica, capo dell’omonimo clan coinvolto in tante inchieste tra cui la recente ‘Mafia Capitale’, che il clan ha voluto salutare per l’ultima volta con uno show degno di Hollywood. Con tanto di carrozza con cavalli identica a quella che accompagnò le spoglie del boss Lucky Luciano, Rolls Royce, Jaguar e Maserati al seguito, gigantografie che ritraevano il padrino vestito da Papa con scritto a caratteri cubitali “Re di Roma”. Persino la banda musicale ad intonare le note de “Il padrino”. E addirittura un elicottero a sorvolare la chiesa lanciando petali di rose. A dimostrazione che chiunque, indisturbato, non solo può compiere scorribande lungo le vie della Capitale, ma può sorvolarne anche lo spazio aereo, libero di gettare qualunque cosa. In un video si notano anche due vigili urbani, il cui comando è finito nella bufera se è vero – come anticipato da Il Messaggero – che la polizia municipale avrebbe addirittura ‘scortato’ il corteo.
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La difesa del parroco – don Manieri si è giustificato con la stampa dicendo di “non sapere nulla. Non ero stato informato. E comunque si è svolto tutto fuori dalla chiesa”. E’ quel ‘comunque’ che stona. Come pure di non essersi accorto delle gigantografie appese sin dalla mattina sul sagrato (“Non ci hanno chiesto il permesso e la mattina quando ho aperto le porte non ho controllato la facciata”) e che, comunque, se anche fosse stato informato “ciò che avviene fuori dalla chiesa non è di mia competenza, non sono un vigile urbano”. Se non ha problemi di vista, don Manieri potrebbe averne di udito, se non ha neanche sentito la banda musicale di 6 fiati che intonava le note del celebre brano di Nino Rota che accompagna il film cult sulla mafia.
Il j’accuse del don – indubbiamente a don Formenton le parole del ‘collega’ non sono andate giù; così da qualche ora, sul suo profilo facebook, la sua ‘parrocchia virtuale’ come la definisce, compare un post che sembra una vera e propria denuncia nei confronti di quei ‘don Abbondio’ che animano la Chiesa. L’incipit, citando una frase di Peppino Impastato, è durissimo “La mafia è una montagna di merda”, scritto tutto in maiuscolo. Non di meno il commento a seguire: “…e quando uomini di Chiesa si prestano ad essere palcoscenico a questi vergognosi spettacoli con i loro ‘distinguo’, con i loro ‘non era possibile impedire’, ‘non potevamo opporci’…con tutta la secolare ‘prudenza’ che calcola con il diritto canonico in mano il ‘border line’ tra ‘lecito e illecito’ e i confini tra ‘sagrato’ e ‘sagrestia’…e le convenienze e l’opportunità di essere profeti o cappellani di corte…quando l’ultimo parroco di periferia non ha la perfetta coscienza della forza dirompente che hanno i suoi ‘sì’ e i suoi ‘no’, i suoi ‘certificati di idoneità’ per i ‘padrini’ (sic) concessi o negati, i suoi sì e no ai matrimoni holliwoodiani o ai funerali corleonesi…costi quel che costi…”. Poi l’affondo: “Non è vero che un prete ‘non può’ mettersi di traverso…L’hanno fatto i martiri della mafia come don Diana, don Puglisi, e gli altri…don Mazzolari, don Milani, martiri del quotidiano, don Minzoni, martire del fascismo…non è vero che un prete non può impedire questi scempi…Si tratta solo di stabilire il ‘prezzo’ che si è disposti a pagare se e vero o no che…”ciò che è fatto su una zolla di terra è fatto su tutta la terra”…e prima o poi il mondo se ne accorge…”. Parole pesantissime che confermano come don Gianfranco, accusato da certa politica di difendere a priori la Chiesa, resta invece un prete libero, un parroco di frontiera sullo stile di don Gallo, capace di dire la propria con coraggio.
“Chiesa denunci” – parole che vanno ad aggiungersi a quelle, più moderate per la verità, di don Ciotti: “Le scene viste fuori dalla chiesa non possono lasciarci indifferenti” scrive il presidente di Libera “non è qui ovviamente in discussione il diritto di una famiglia di celebrare i funerali di un suo membro e la partecipazione di amici e conoscenti” che punta però il dito contro la “grave” ed “evidente strumentalizzazione di un rito religioso per rafforzare prestigio e posizioni di potere. Sappiamo che le mafie non hanno mai mancato di ostentare una religiosità di facciata, ‘foglia di fico’ delle loro imprese criminali“. C’è un ‘ovviamente’ di troppo, se Papa Francesco, è più volte tornato sul tema della mafia ribadendo che “i mafiosi, coloro che nella vita hanno questa strada di male, sono scomunicati”.
http://tuttoggi.info/don-formenton-su-f ... re/290240/
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La difesa del parroco – don Manieri si è giustificato con la stampa dicendo di “non sapere nulla. Non ero stato informato. E comunque si è svolto tutto fuori dalla chiesa”. E’ quel ‘comunque’ che stona. Come pure di non essersi accorto delle gigantografie appese sin dalla mattina sul sagrato (“Non ci hanno chiesto il permesso e la mattina quando ho aperto le porte non ho controllato la facciata”) e che, comunque, se anche fosse stato informato “ciò che avviene fuori dalla chiesa non è di mia competenza, non sono un vigile urbano”. Se non ha problemi di vista, don Manieri potrebbe averne di udito, se non ha neanche sentito la banda musicale di 6 fiati che intonava le note del celebre brano di Nino Rota che accompagna il film cult sulla mafia.
Il j’accuse del don – indubbiamente a don Formenton le parole del ‘collega’ non sono andate giù; così da qualche ora, sul suo profilo facebook, la sua ‘parrocchia virtuale’ come la definisce, compare un post che sembra una vera e propria denuncia nei confronti di quei ‘don Abbondio’ che animano la Chiesa. L’incipit, citando una frase di Peppino Impastato, è durissimo “La mafia è una montagna di merda”, scritto tutto in maiuscolo. Non di meno il commento a seguire: “…e quando uomini di Chiesa si prestano ad essere palcoscenico a questi vergognosi spettacoli con i loro ‘distinguo’, con i loro ‘non era possibile impedire’, ‘non potevamo opporci’…con tutta la secolare ‘prudenza’ che calcola con il diritto canonico in mano il ‘border line’ tra ‘lecito e illecito’ e i confini tra ‘sagrato’ e ‘sagrestia’…e le convenienze e l’opportunità di essere profeti o cappellani di corte…quando l’ultimo parroco di periferia non ha la perfetta coscienza della forza dirompente che hanno i suoi ‘sì’ e i suoi ‘no’, i suoi ‘certificati di idoneità’ per i ‘padrini’ (sic) concessi o negati, i suoi sì e no ai matrimoni holliwoodiani o ai funerali corleonesi…costi quel che costi…”. Poi l’affondo: “Non è vero che un prete ‘non può’ mettersi di traverso…L’hanno fatto i martiri della mafia come don Diana, don Puglisi, e gli altri…don Mazzolari, don Milani, martiri del quotidiano, don Minzoni, martire del fascismo…non è vero che un prete non può impedire questi scempi…Si tratta solo di stabilire il ‘prezzo’ che si è disposti a pagare se e vero o no che…”ciò che è fatto su una zolla di terra è fatto su tutta la terra”…e prima o poi il mondo se ne accorge…”. Parole pesantissime che confermano come don Gianfranco, accusato da certa politica di difendere a priori la Chiesa, resta invece un prete libero, un parroco di frontiera sullo stile di don Gallo, capace di dire la propria con coraggio.
“Chiesa denunci” – parole che vanno ad aggiungersi a quelle, più moderate per la verità, di don Ciotti: “Le scene viste fuori dalla chiesa non possono lasciarci indifferenti” scrive il presidente di Libera “non è qui ovviamente in discussione il diritto di una famiglia di celebrare i funerali di un suo membro e la partecipazione di amici e conoscenti” che punta però il dito contro la “grave” ed “evidente strumentalizzazione di un rito religioso per rafforzare prestigio e posizioni di potere. Sappiamo che le mafie non hanno mai mancato di ostentare una religiosità di facciata, ‘foglia di fico’ delle loro imprese criminali“. C’è un ‘ovviamente’ di troppo, se Papa Francesco, è più volte tornato sul tema della mafia ribadendo che “i mafiosi, coloro che nella vita hanno questa strada di male, sono scomunicati”.
http://tuttoggi.info/don-formenton-su-f ... re/290240/
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Re: Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
Era iniziata come una notizia di folklore romano dovuto all’ostentazione di potenza da parte di un clan mafioso operante nella capitale, non rendendosi conto di cosa avrebbe provocato.
Uno scandalo nazionale con immediate ripercussioni internazionali.
La notizia era presente nella stessa giornata sulla hp del New York Times.
L’Italia malconcia ne esce ancora più malconcia.
La giornata del dopo funerale show, si dimostra peggiore del giorno prima.
Non so, ….non ho visto, e se c’ero dormivo.
Ne viene fuori un quadro desolante dove si constata che lo Stato non esiste più.
Ma dal punto di vista militare il quadro è ancora più allarmnte. Quelli dell’Isis si fregano le mani con un nemico di questo genere a maglie larghe penetrabile come un coltello che affonda nel burro.
^^^^^^^
Dal Corriere della Sera.
il caso
Funerali Casamonica, Corte d’Appello firma la scarcerazione per figlio boss
I carabinieri consegnano il permesso
Il provvedimento trasmesso alla tenenza dei carabinieri di Ciampino 24 ore prima delle esequie. La banda musicale che ha suonato alla cerimonia diretta da ex militare Arma
di Alessandro Fulloni
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... fa34.shtml
NEI PAESI CIVILI DELL'EUROPA IN DISARMO IL MINISTRO DEGLI INTERNI AVREBBE GIA' DATO LE DIMISSIONI.
Ma questo ha smesso da anni di essere un Paese civile.
Tanto più che le dimissioni del ministro degli Interni provocherebbe la del governo.
Ma dato che il figlio segreto di Vanna Marchi non intende abbandonare Palazzo Chigi, tutta la sceneggiata all'italiana continua tranquillamente.
Ovviamente fa parte della sceneggiata punire i responsabili minori.
All'elicotterista è stata tolta la licenza.
Siamo perenne fermi all'italietta di Totò e di Alberto Sordi.
Uno scandalo nazionale con immediate ripercussioni internazionali.
La notizia era presente nella stessa giornata sulla hp del New York Times.
L’Italia malconcia ne esce ancora più malconcia.
La giornata del dopo funerale show, si dimostra peggiore del giorno prima.
Non so, ….non ho visto, e se c’ero dormivo.
Ne viene fuori un quadro desolante dove si constata che lo Stato non esiste più.
Ma dal punto di vista militare il quadro è ancora più allarmnte. Quelli dell’Isis si fregano le mani con un nemico di questo genere a maglie larghe penetrabile come un coltello che affonda nel burro.
^^^^^^^
Dal Corriere della Sera.
il caso
Funerali Casamonica, Corte d’Appello firma la scarcerazione per figlio boss
I carabinieri consegnano il permesso
Il provvedimento trasmesso alla tenenza dei carabinieri di Ciampino 24 ore prima delle esequie. La banda musicale che ha suonato alla cerimonia diretta da ex militare Arma
di Alessandro Fulloni
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... fa34.shtml
NEI PAESI CIVILI DELL'EUROPA IN DISARMO IL MINISTRO DEGLI INTERNI AVREBBE GIA' DATO LE DIMISSIONI.
Ma questo ha smesso da anni di essere un Paese civile.
Tanto più che le dimissioni del ministro degli Interni provocherebbe la del governo.
Ma dato che il figlio segreto di Vanna Marchi non intende abbandonare Palazzo Chigi, tutta la sceneggiata all'italiana continua tranquillamente.
Ovviamente fa parte della sceneggiata punire i responsabili minori.
All'elicotterista è stata tolta la licenza.
Siamo perenne fermi all'italietta di Totò e di Alberto Sordi.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
Lo spettacolo osceno continua nei talk.
Nessuno sapeva.
Ma per tumulare la salma occorre dare comunicazione al Comune che deve procedere in tal senso.
Anche il parroco entra commedia all'italiana.
E' stato minacciato dal clan o ha ricevuto una lauta donazione, per i poveri(parroci) della parrocchia?
Quella dichiarazione: "Comunque,..lo rifarei", grida vendetta.
In questo Paese non siamo alla frutta, ma all'ultimo stadio dell'ammazza caffè.
E' uno Stato da rifondare completamente da cima a fondo.
Per fare velocemente, chi è in collegamento con l'Altissimo, chieda un rapido secondo Diluvio Universale. Magari solo per lo stivale.
Nessuno sapeva.
Ma per tumulare la salma occorre dare comunicazione al Comune che deve procedere in tal senso.
Anche il parroco entra commedia all'italiana.
E' stato minacciato dal clan o ha ricevuto una lauta donazione, per i poveri(parroci) della parrocchia?
Quella dichiarazione: "Comunque,..lo rifarei", grida vendetta.
In questo Paese non siamo alla frutta, ma all'ultimo stadio dell'ammazza caffè.
E' uno Stato da rifondare completamente da cima a fondo.
Per fare velocemente, chi è in collegamento con l'Altissimo, chieda un rapido secondo Diluvio Universale. Magari solo per lo stivale.
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Re: Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
Caro Camillobenso no non poteva essere considerata come semplice notizia di folclore.Era iniziata come una notizia di folklore romano dovuto all’ostentazione di potenza da parte di un clan mafioso operante nella capitale, non rendendosi conto di cosa avrebbe provocato.
Il fatto terribilmente serio, disegna alla perfezione gli specifici mali italiani,
l'insana commistione tra i vari e veri poteri.
Il potere mafioso, quello politico (nel senso più deteriore), quello burocratico e
non ultimo quello delle gerarchie cattoliche.
Come credente vorrei una Chiesa sempre aperta anche per il peggior peccatore
e per tutti coloro che cercano, con umiltà, il perdono e la serenità.
Non certo per chi ne vuol fare uno strumento di ostentazione e di potere.
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Re: Mah... quanti padrini ci sono in Italia!?
In 13 anni di forum non mi era mai capitato di fare i riassunti. Ma c’é sempre una prima volta. L’articolo di Caselli sul Fatto non è presente in rete e di conseguenza devo fare il riassunto.
QUEL FUNERALE UMILIA LO STATO E LA CHIESA
Di Giancarlo Caselli
Di sicuro il clan dei Casamonica non era anonimo. Già prima di Mafia Capitale L’Espresso gli aveva dedicato una copertina ed un articolo dettagliato definendoli “Re di Roma”. Un funerale una volta di più per affermare la loro potenza arrogante.
Oltre alla carrozza barocca con i cavalli impennacchiati un corteo di 200 macchine con suv a profusione per le corone.
600 persone in gramaglie e un quartiere bloccato per ore. Eliccottero e fanfara. La rolls royce per accompagnare la salma al Verano.
Il funerale non è stato solo un show ma un’affermazione della supremazia della mafia sullo Stato.
Una prova di forza della mafia sullo Stato, umiliandolo.
Ma anche la chiesa è stata umiliata.
Non solo per l’esposizione della gigantografia di Casamonica vestito in bianco da Papa con tanto di croce al collo, ma soprattutto perché si è consentito alla mafia di coltivare una sacralità atea mediante i riti vuoti di un cattolicesimo fatto di devozioni ipocrite, confraternite, sotto una crosta di falsa devozione.
Contrastando le parole di Papa Francesco che la mafia è un male che va combattuto, che va allontanato, che bisogna dire di no. Non in comunione con Dio e quindi vanno scomunicati.
Non un gesto fuori posto e un’omelia neutra che cancella la direttiva di Francesco, che umilia la Chiesa, affinché sia reciso ogni rapporto con i boss.
Caselli chiede poi al vicariato di spiegare la negazione del servizio funebre a Welby e non vede la discomunione con un’ostentazione di una muscolatura tipicamente mafiosa.
^^^^^^^^^
Commento.
E’ piuttosto risibile che il parroco non sapesse chi sono i Casamonica che dominano il quartiere con le attività a carattere criminale.
Come è sconcertante il dichiarare che lo rifarebbe.
Parroco, minacciato, corrotto, o colluso?
Al massimo giustificabile sulle minacce. La sacralità della vita vale anche per i preti credenti.
L'accenno di Caselli a Welby e al vicariato, mette in evidenza i limiti di una religione elaborata dagli uomini, e che la ragione spinge a sottolineare che se esiste un Dio, tra l'altro Creatore, non può essere così ottuso come i sacerdoti del vicariato.
La celebrazione della sofferenza come dono a Dio, non regge molto.
Prendiamo Silvietto. Gli auguriamo un trapasso sereno senza sofferenze, e se questo avviene, possiamo dire che la vita se l'è goduta, senza bisogno di soffrire.
QUEL FUNERALE UMILIA LO STATO E LA CHIESA
Di Giancarlo Caselli
Di sicuro il clan dei Casamonica non era anonimo. Già prima di Mafia Capitale L’Espresso gli aveva dedicato una copertina ed un articolo dettagliato definendoli “Re di Roma”. Un funerale una volta di più per affermare la loro potenza arrogante.
Oltre alla carrozza barocca con i cavalli impennacchiati un corteo di 200 macchine con suv a profusione per le corone.
600 persone in gramaglie e un quartiere bloccato per ore. Eliccottero e fanfara. La rolls royce per accompagnare la salma al Verano.
Il funerale non è stato solo un show ma un’affermazione della supremazia della mafia sullo Stato.
Una prova di forza della mafia sullo Stato, umiliandolo.
Ma anche la chiesa è stata umiliata.
Non solo per l’esposizione della gigantografia di Casamonica vestito in bianco da Papa con tanto di croce al collo, ma soprattutto perché si è consentito alla mafia di coltivare una sacralità atea mediante i riti vuoti di un cattolicesimo fatto di devozioni ipocrite, confraternite, sotto una crosta di falsa devozione.
Contrastando le parole di Papa Francesco che la mafia è un male che va combattuto, che va allontanato, che bisogna dire di no. Non in comunione con Dio e quindi vanno scomunicati.
Non un gesto fuori posto e un’omelia neutra che cancella la direttiva di Francesco, che umilia la Chiesa, affinché sia reciso ogni rapporto con i boss.
Caselli chiede poi al vicariato di spiegare la negazione del servizio funebre a Welby e non vede la discomunione con un’ostentazione di una muscolatura tipicamente mafiosa.
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Commento.
E’ piuttosto risibile che il parroco non sapesse chi sono i Casamonica che dominano il quartiere con le attività a carattere criminale.
Come è sconcertante il dichiarare che lo rifarebbe.
Parroco, minacciato, corrotto, o colluso?
Al massimo giustificabile sulle minacce. La sacralità della vita vale anche per i preti credenti.
L'accenno di Caselli a Welby e al vicariato, mette in evidenza i limiti di una religione elaborata dagli uomini, e che la ragione spinge a sottolineare che se esiste un Dio, tra l'altro Creatore, non può essere così ottuso come i sacerdoti del vicariato.
La celebrazione della sofferenza come dono a Dio, non regge molto.
Prendiamo Silvietto. Gli auguriamo un trapasso sereno senza sofferenze, e se questo avviene, possiamo dire che la vita se l'è goduta, senza bisogno di soffrire.
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