Come se ne viene fuori ?
Re: Come se ne viene fuori ?
O dalla crisi si esce tutti assieme o non se ne esce affatto
Le cure anti-crisi
Crescita, parole e poche novità
Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 29 aprile 2012
Forse perchè il numero dei paesi europei ufficialmente in recessione cresce continuamente o forse perché si pensa che a Parigi possa cambiare qualcosa con le prossime elezioni, il fatto è che da qualche giorno non si sente altro che parlare di crescita. Questa è la parola magica di tutti i politici europei, a partire dalla signora Merkel che, fino a pochi giorni fa, inorridiva solo a sentirla nominare.
Certamente quando si ha una Grecia ormai ridotta alla fame, una Spagna con una disoccupazione al 24% , un Italia ufficialmente in recessione e perfino una Germania ferma al palo, qualsiasi persona di buon senso capisce che qualcosa vada fatto.
Se si cerca tuttavia di passare dalle parole alle proposte concrete di novità ne abbiamo ben poche.
La linea del rigore non muta, i bilanci pubblici debbono tendere all’equilibrio, le imposte non possono diminuire e il pareggio deve essere ottenuto solo tramite il magico e sempre indefinito taglio delle spese improduttive. Il tutto è molto saggio, doveroso e certamente capace di esiti straordinariamente positivi nel lungo periodo. Così come sagge sono le dodici misure di razionalizzazione dei mercati che la Commissione Europea ha intenzione di mettere sul tavolo per la prossima estate. Nel frattempo però l’economia continua la sua marcia indietro e i consumi, gli investimenti e i risparmi precipitano verso il basso.
Forse solo perché le cose vanno così male si è dovuto finalmente parlare di crescita: a questo punto non resta che cercare un accordo per metterla finalmente in atto.
Da un tale accordo siamo tuttavia lontani oggi come lo eravamo pochi giorni fa. Anche la proposta che Monti aveva ripetutamente avanzato, e che ha potuto con più forza ripetere in questi giorni, cioè di prevedere un trattamento particolare per gli investimenti nel conteggio del deficit, è stata accolta con diffuso scetticismo per paura che anche quest’innovazione possa diventare una scappatoia per sfuggire alle regole dell’austerità.
La musica del coro europeo è infatti cambiata ma la sostanza è ancora la stessa.
Il problema vero è che a nessun paese è permesso di cantare fuori dal coro perché se qualcuno, come ha fatto la Spagna, si azzarda a proporre di allungare i tempi di raggiungimento del pareggio di bilancio per tenere conto delle enormi difficoltà del presente, la speculazione internazionale corre subito all’assalto dei suoi buoni del tesoro, innalzando lo “spread” a livelli tali da metterne in ginocchio l’economia.
I paesi europei vivono infatti in libertà vigilata: la mancanza di solidarietà europea rende impossibile ogni iniziativa autonoma da parte delle politiche nazionali.
Se si vuole che la parola “crescita” abbia un significato, bisogna perciò che si passi ad un rafforzamento sostanzioso dei poteri della Banca Centrale Europea e all’emissione dei tanto citati “Eurobonds”. Mi rendo conto che ricordare ancora una volta queste misure può provocare un senso di stanchezza ma le evoluzioni dell’economia europea dimostrano che non vi è alternativa. O dalla crisi si esce tutti assieme, sostenuti da una forza comune che ci rende inattaccabili dalla speculazione internazionale, o non se ne esce affatto.
Il fatto che tutti parlino finalmente di crescita diventa tuttavia un elemento politico rilevante perché questa presa di coscienza è forse capace di spingere Francia, Italia e Spagna ad elaborare una strategia comune da proporre alla Germania con la necessaria forza e con le necessarie garanzie perché possa diventare una politica condivisa da parte di tutti i paesi europei. La lunghezza e la profondità della crisi hanno reso infatti evidente che una politica di austerità capace di preparare la crescita è possibile solo se ci mettiamo al riparo dalla sempre presente minaccia dell’innalzamento degli”spread”.
Gli Stati Uniti hanno un bilancio pubblico ed un risparmio privato imparagonabilmente peggiore della media dei paesi dell’Euro ma, con la forza della propria dimensione, hanno potuto impostare una politica che li sta facendo uscire ben prima di noi dalla crisi che loro stessi avevano provocato con un dissennato livello di consumo. Con una dissennatezza infinitamente superiore a quella che i mercati rimproverano oggi a noi europei.
Cerchiamo quindi di trarre vantaggio dal fatto che la parola “crescita” è ormai condivisa a Roma come a Berlino per prendere le decisioni di cui anche la Germania ha bisogno per uscire da una crisi che sta ormai snervando le strutture più profonde delle nostre società. Solo queste semplici azioni di politica comune potranno infatti rendere tollerabile quella disciplina di lungo periodo di cui i paesi europei hanno bisogno per non perdere le conquiste del passato. Anche se dobbiamo riconoscere che nessun paese può adottare una politica Keynesiana in modo solitario, con altrettanta franchezza dobbiamo infatti ammettere che un po’ di Keynesianismo solidale conviene a tutti.
Le cure anti-crisi
Crescita, parole e poche novità
Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 29 aprile 2012
Forse perchè il numero dei paesi europei ufficialmente in recessione cresce continuamente o forse perché si pensa che a Parigi possa cambiare qualcosa con le prossime elezioni, il fatto è che da qualche giorno non si sente altro che parlare di crescita. Questa è la parola magica di tutti i politici europei, a partire dalla signora Merkel che, fino a pochi giorni fa, inorridiva solo a sentirla nominare.
Certamente quando si ha una Grecia ormai ridotta alla fame, una Spagna con una disoccupazione al 24% , un Italia ufficialmente in recessione e perfino una Germania ferma al palo, qualsiasi persona di buon senso capisce che qualcosa vada fatto.
Se si cerca tuttavia di passare dalle parole alle proposte concrete di novità ne abbiamo ben poche.
La linea del rigore non muta, i bilanci pubblici debbono tendere all’equilibrio, le imposte non possono diminuire e il pareggio deve essere ottenuto solo tramite il magico e sempre indefinito taglio delle spese improduttive. Il tutto è molto saggio, doveroso e certamente capace di esiti straordinariamente positivi nel lungo periodo. Così come sagge sono le dodici misure di razionalizzazione dei mercati che la Commissione Europea ha intenzione di mettere sul tavolo per la prossima estate. Nel frattempo però l’economia continua la sua marcia indietro e i consumi, gli investimenti e i risparmi precipitano verso il basso.
Forse solo perché le cose vanno così male si è dovuto finalmente parlare di crescita: a questo punto non resta che cercare un accordo per metterla finalmente in atto.
Da un tale accordo siamo tuttavia lontani oggi come lo eravamo pochi giorni fa. Anche la proposta che Monti aveva ripetutamente avanzato, e che ha potuto con più forza ripetere in questi giorni, cioè di prevedere un trattamento particolare per gli investimenti nel conteggio del deficit, è stata accolta con diffuso scetticismo per paura che anche quest’innovazione possa diventare una scappatoia per sfuggire alle regole dell’austerità.
La musica del coro europeo è infatti cambiata ma la sostanza è ancora la stessa.
Il problema vero è che a nessun paese è permesso di cantare fuori dal coro perché se qualcuno, come ha fatto la Spagna, si azzarda a proporre di allungare i tempi di raggiungimento del pareggio di bilancio per tenere conto delle enormi difficoltà del presente, la speculazione internazionale corre subito all’assalto dei suoi buoni del tesoro, innalzando lo “spread” a livelli tali da metterne in ginocchio l’economia.
I paesi europei vivono infatti in libertà vigilata: la mancanza di solidarietà europea rende impossibile ogni iniziativa autonoma da parte delle politiche nazionali.
Se si vuole che la parola “crescita” abbia un significato, bisogna perciò che si passi ad un rafforzamento sostanzioso dei poteri della Banca Centrale Europea e all’emissione dei tanto citati “Eurobonds”. Mi rendo conto che ricordare ancora una volta queste misure può provocare un senso di stanchezza ma le evoluzioni dell’economia europea dimostrano che non vi è alternativa. O dalla crisi si esce tutti assieme, sostenuti da una forza comune che ci rende inattaccabili dalla speculazione internazionale, o non se ne esce affatto.
Il fatto che tutti parlino finalmente di crescita diventa tuttavia un elemento politico rilevante perché questa presa di coscienza è forse capace di spingere Francia, Italia e Spagna ad elaborare una strategia comune da proporre alla Germania con la necessaria forza e con le necessarie garanzie perché possa diventare una politica condivisa da parte di tutti i paesi europei. La lunghezza e la profondità della crisi hanno reso infatti evidente che una politica di austerità capace di preparare la crescita è possibile solo se ci mettiamo al riparo dalla sempre presente minaccia dell’innalzamento degli”spread”.
Gli Stati Uniti hanno un bilancio pubblico ed un risparmio privato imparagonabilmente peggiore della media dei paesi dell’Euro ma, con la forza della propria dimensione, hanno potuto impostare una politica che li sta facendo uscire ben prima di noi dalla crisi che loro stessi avevano provocato con un dissennato livello di consumo. Con una dissennatezza infinitamente superiore a quella che i mercati rimproverano oggi a noi europei.
Cerchiamo quindi di trarre vantaggio dal fatto che la parola “crescita” è ormai condivisa a Roma come a Berlino per prendere le decisioni di cui anche la Germania ha bisogno per uscire da una crisi che sta ormai snervando le strutture più profonde delle nostre società. Solo queste semplici azioni di politica comune potranno infatti rendere tollerabile quella disciplina di lungo periodo di cui i paesi europei hanno bisogno per non perdere le conquiste del passato. Anche se dobbiamo riconoscere che nessun paese può adottare una politica Keynesiana in modo solitario, con altrettanta franchezza dobbiamo infatti ammettere che un po’ di Keynesianismo solidale conviene a tutti.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Richiesta di parere del forum
A volte è veramente difficile distinguere quando un quotidiano pubblica notizie mirate alla sua funzione, la vendita di news, dalla genuina informazione di quanto realmente accade.
Resta comunque il fatto che il fatidico appuntamento di maggio con le elezioni amministrative è infine arrivato.
Potremmo quindi essere alla vigilia di una fase turbolenta della vita del nostro Paese.
A pagina 3 de La Repubblica di stamani, possiamo leggere l’articolo di Francesco Bei, dal titolo:
Ma ora il Pdl è tentato dalla rottura.
“Basta appoggio incondizionato”
Il premier: così distruggete tutto, disastroso votare a ottobre.
Sostiene Bei:
E oramai anche Monti, che fino all’ultimo ha voluto credere alle parole di Berlusconi, ha capito che davvero potrebbe precipitare tutto prima del tempo e portare il voto a ottobre.
Uno scenario che il Professore, nelle sue conversazioni private, considera come un vero attentato all’Italia.
Nel mezzo di delicate e faticose trattative per convincere la Germania sulla crescita, con i mercati ancora ipersensibili, a un passo dalla svolta se Hollande dovesse vincere in Francia, la crisi di governo italiana riporterebbe indietro le lancette allo scorso novembre. Al quasi default. <<Il Pdl – è il ragionamento del premier – può distruggere in un secondo la credibilità che abbiamo riconquistato a caro prezzo>>
La tragedia italiana continua sotto il peso dell’irresponsabilità di tutta la sua classe dirigente, a cominciare dal Capo dello Stato che gode di un ingiusto consenso popolare.
Mario Monti non è certamente responsabile della situazione che ha ereditato, ma dovrebbe avere il coraggio civile di ammettere che ha gestito malissimo il dopo Berlusconi. In parte non tutto dipende da lui, ma una buona parte si.
Giavazzi, due giorni fa ha elogiato il comportamento di Monti che ascolta anche chi gli si oppone,…ma non credo che Monti ammetterà mai i suoi errori di fondo.
La situazione italiana è sempre più simile a quella greca che in questi ultimi anni ha visto succedersi governi di alterno colore sino ad arrivare all’uomo del potere europeo, senza ottenere sensibili cambiamenti in positivo.
Noi abbiamo evitato la fase negativa dei governi di alterno colore e siamo passati direttamente al governo dell’uomo legato al potere europeo, alla Trilaterale e all’associazione privata che governa il mondo.
I risultati sono egualmente pessimi, perché pessime sono state le premesse, e dove in realtà nessuno intende veramente risolvere i problemi dell’Italia, un Italia rasa al suolo che si differenzia solo da quella del 1945 per non avere le case e le città distrutte dai bombardamenti anglo-americani.
La domanda quindi è: “Cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni,..nelle prossime settimane, se il quadro è quello che prefigura Francesco Bei e che io condivido???”
Scrive ancora Bei:
L’ex capo dell’esecutivo aspetta risposte su Rai, frequenze tv e concussione (ma anche si aspetta un aiuto concreto sul caso Rubi-ndt).
59 milioni di italiani sono da 18 anni sotto il ricatto del cavalier banana di Hardcore e non sanno come farlo cessare. Se Monti cedesse ai ricatti, allora l’instabilità sopra descritta potrebbe rientrare e Monti verrebbe lasciato al suo posto fino al 2013.
A Bergamo per un disperato che minacciava un uomo all’interno di Equitalia sono state inviate le forse speciali,….e per il bucaniere che ricatta un intero Paese da 18 anni cosa si aspetta a inviare le forze speciali?
A volte è veramente difficile distinguere quando un quotidiano pubblica notizie mirate alla sua funzione, la vendita di news, dalla genuina informazione di quanto realmente accade.
Resta comunque il fatto che il fatidico appuntamento di maggio con le elezioni amministrative è infine arrivato.
Potremmo quindi essere alla vigilia di una fase turbolenta della vita del nostro Paese.
A pagina 3 de La Repubblica di stamani, possiamo leggere l’articolo di Francesco Bei, dal titolo:
Ma ora il Pdl è tentato dalla rottura.
“Basta appoggio incondizionato”
Il premier: così distruggete tutto, disastroso votare a ottobre.
Sostiene Bei:
E oramai anche Monti, che fino all’ultimo ha voluto credere alle parole di Berlusconi, ha capito che davvero potrebbe precipitare tutto prima del tempo e portare il voto a ottobre.
Uno scenario che il Professore, nelle sue conversazioni private, considera come un vero attentato all’Italia.
Nel mezzo di delicate e faticose trattative per convincere la Germania sulla crescita, con i mercati ancora ipersensibili, a un passo dalla svolta se Hollande dovesse vincere in Francia, la crisi di governo italiana riporterebbe indietro le lancette allo scorso novembre. Al quasi default. <<Il Pdl – è il ragionamento del premier – può distruggere in un secondo la credibilità che abbiamo riconquistato a caro prezzo>>
La tragedia italiana continua sotto il peso dell’irresponsabilità di tutta la sua classe dirigente, a cominciare dal Capo dello Stato che gode di un ingiusto consenso popolare.
Mario Monti non è certamente responsabile della situazione che ha ereditato, ma dovrebbe avere il coraggio civile di ammettere che ha gestito malissimo il dopo Berlusconi. In parte non tutto dipende da lui, ma una buona parte si.
Giavazzi, due giorni fa ha elogiato il comportamento di Monti che ascolta anche chi gli si oppone,…ma non credo che Monti ammetterà mai i suoi errori di fondo.
La situazione italiana è sempre più simile a quella greca che in questi ultimi anni ha visto succedersi governi di alterno colore sino ad arrivare all’uomo del potere europeo, senza ottenere sensibili cambiamenti in positivo.
Noi abbiamo evitato la fase negativa dei governi di alterno colore e siamo passati direttamente al governo dell’uomo legato al potere europeo, alla Trilaterale e all’associazione privata che governa il mondo.
I risultati sono egualmente pessimi, perché pessime sono state le premesse, e dove in realtà nessuno intende veramente risolvere i problemi dell’Italia, un Italia rasa al suolo che si differenzia solo da quella del 1945 per non avere le case e le città distrutte dai bombardamenti anglo-americani.
La domanda quindi è: “Cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni,..nelle prossime settimane, se il quadro è quello che prefigura Francesco Bei e che io condivido???”
Scrive ancora Bei:
L’ex capo dell’esecutivo aspetta risposte su Rai, frequenze tv e concussione (ma anche si aspetta un aiuto concreto sul caso Rubi-ndt).
59 milioni di italiani sono da 18 anni sotto il ricatto del cavalier banana di Hardcore e non sanno come farlo cessare. Se Monti cedesse ai ricatti, allora l’instabilità sopra descritta potrebbe rientrare e Monti verrebbe lasciato al suo posto fino al 2013.
A Bergamo per un disperato che minacciava un uomo all’interno di Equitalia sono state inviate le forse speciali,….e per il bucaniere che ricatta un intero Paese da 18 anni cosa si aspetta a inviare le forze speciali?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Effettivamente ora, proprio perché disperato, è più pericoloso che mai.
I famosi colpi di coda ,che tanto ci aspettavamo, ancora non si sono visti.
Ma arriveranno. E purtroppo le forze speciali nessuno la manderà mai.
I famosi colpi di coda ,che tanto ci aspettavamo, ancora non si sono visti.
Ma arriveranno. E purtroppo le forze speciali nessuno la manderà mai.
Re: Come se ne viene fuori ?
GOVERNO
Casini: «Dopo il voto chiedo
un chiarimento a Bersani-Berlusconi»
Il leader dell'Udc: «Dicano se vogliono continuare a sostenere Monti oppure no». Bersani: «Noi non tramiano»
MILANO - «Chiederò un appuntamento a Bersani e a Berlusconi per sapere se vogliono sostenere il governo e vogliono andare avanti o se ogni giorno vogliono trovare un modo per distinguersi. Finiamo la campagna elettorale, poi parliamo seriamente di tutto». Parole del leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, che a margine del suo intervento al congresso nazionale delle Acli, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento a proposito delle ultime notizie relative all'Imu. Poi su Twitter ha precisato: «Ho detto Berlusconi, leggasi "Berlusconi-Alfano"».
BERSANI - Pier Luigi Bersani ha replicato nel giro di pochi minuti: «Vedo che anche Casini si dedica alla pretattica. Noi non partecipiamo». «Non siamo gente che trama alle spalle - ha assicurato il segretario del Pd - per noi si va al 2013. Chi ha intenzioni diverse non ce le attribuisca».
«DEMAGOGIA FISCALE» - «Io mi rendo conto di essere in minoranza - aveva detto in precedenza Casini - ma ormai è il mio destino, in minoranza con Prodi, in minoranza con Berlusconi, resterò in minoranza anche adesso. Ma - aveva aggiunto - io le promesse e la demagogia fiscale ritengo che siano un tumore per il nostro paese». «Io credo - ha aggiunto - che bisogna continuare a rafforzare lo sforzo di Monti. Se ci fosse meno evasione ci sarebbe una pressione fiscale più compatibile per tutti. Per cui - ha sottolineato - la prima cosa è la lotta all'evasione fiscale. La seconda, se dalla lotta all'evasione si avrà un extragettito, se la ripresa dell'economia funzionerà, ci sarà un alleggerimento della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Ma oggi - ha concluso il leader dell'Udc - non è il momento delle promesse demagogiche con le quali questo paese è arrivato dove è, cioè vicino alla Grecia non solo geograficamente».
CICCHITTO - Anche Fabrizio Cicchitto (Pdl) , in una lunga nota, conferma l'intenzione già di Casini: «È evidente che, finite le elezioni amministrative, bisognerà riflettere su tutto in modo serio proprio per senso di responsabilità».
Redazione Online
5 maggio 2012 | 14:14
http://www.corriere.it/politica/12_magg ... 8d5e.shtml
Casini: «Dopo il voto chiedo
un chiarimento a Bersani-Berlusconi»
Il leader dell'Udc: «Dicano se vogliono continuare a sostenere Monti oppure no». Bersani: «Noi non tramiano»
MILANO - «Chiederò un appuntamento a Bersani e a Berlusconi per sapere se vogliono sostenere il governo e vogliono andare avanti o se ogni giorno vogliono trovare un modo per distinguersi. Finiamo la campagna elettorale, poi parliamo seriamente di tutto». Parole del leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, che a margine del suo intervento al congresso nazionale delle Acli, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un commento a proposito delle ultime notizie relative all'Imu. Poi su Twitter ha precisato: «Ho detto Berlusconi, leggasi "Berlusconi-Alfano"».
BERSANI - Pier Luigi Bersani ha replicato nel giro di pochi minuti: «Vedo che anche Casini si dedica alla pretattica. Noi non partecipiamo». «Non siamo gente che trama alle spalle - ha assicurato il segretario del Pd - per noi si va al 2013. Chi ha intenzioni diverse non ce le attribuisca».
«DEMAGOGIA FISCALE» - «Io mi rendo conto di essere in minoranza - aveva detto in precedenza Casini - ma ormai è il mio destino, in minoranza con Prodi, in minoranza con Berlusconi, resterò in minoranza anche adesso. Ma - aveva aggiunto - io le promesse e la demagogia fiscale ritengo che siano un tumore per il nostro paese». «Io credo - ha aggiunto - che bisogna continuare a rafforzare lo sforzo di Monti. Se ci fosse meno evasione ci sarebbe una pressione fiscale più compatibile per tutti. Per cui - ha sottolineato - la prima cosa è la lotta all'evasione fiscale. La seconda, se dalla lotta all'evasione si avrà un extragettito, se la ripresa dell'economia funzionerà, ci sarà un alleggerimento della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Ma oggi - ha concluso il leader dell'Udc - non è il momento delle promesse demagogiche con le quali questo paese è arrivato dove è, cioè vicino alla Grecia non solo geograficamente».
CICCHITTO - Anche Fabrizio Cicchitto (Pdl) , in una lunga nota, conferma l'intenzione già di Casini: «È evidente che, finite le elezioni amministrative, bisognerà riflettere su tutto in modo serio proprio per senso di responsabilità».
Redazione Online
5 maggio 2012 | 14:14
http://www.corriere.it/politica/12_magg ... 8d5e.shtml
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
A volte i media impongono delle visuali completamente inappropriate. Il governo Monti lo hanno definito come il governo dei "tecnici" o dei "Professori".
Non era né l'uno e né l'altro. Quanto a Professori lasciano alquanto a desiderare ed hanno screditato la categoria, quanto a "tecnici" ,..idem.
Hanno dovuto chiamare dei veri tecnici per ottenere qualcosa.
D'altra parte non poteva essere diversamente perché questo governo è frutto dal "Patto delle catacombe", un governo che Casini Royale progettava da tempo come passaggio intermedio per rifare la Dc.
Quindi è meglio chiamarlo con il nome di chi lo ha fortemente voluto, il governo Casini.
Infatti, Pier, che nel frattempo ha sciolto l' U dc, non vuole assolutamente che tutto il giocattolo si rompa proprio adesso senza aver dato vita al Partito della Nazione, (la nueva Dc).
Chiaro che oggi strilla,...........non vuole trovarsi a metà del guado con un pugno di mosche in mano.....
Non era né l'uno e né l'altro. Quanto a Professori lasciano alquanto a desiderare ed hanno screditato la categoria, quanto a "tecnici" ,..idem.
Hanno dovuto chiamare dei veri tecnici per ottenere qualcosa.
D'altra parte non poteva essere diversamente perché questo governo è frutto dal "Patto delle catacombe", un governo che Casini Royale progettava da tempo come passaggio intermedio per rifare la Dc.
Quindi è meglio chiamarlo con il nome di chi lo ha fortemente voluto, il governo Casini.
Infatti, Pier, che nel frattempo ha sciolto l' U dc, non vuole assolutamente che tutto il giocattolo si rompa proprio adesso senza aver dato vita al Partito della Nazione, (la nueva Dc).
Chiaro che oggi strilla,...........non vuole trovarsi a metà del guado con un pugno di mosche in mano.....
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- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: Come se ne viene fuori ?
camillobenso ha scritto:Richiesta di parere del forum
il Pdl è tentato dalla rottura.
“Basta appoggio incondizionato”
...omissis...
La domanda quindi è:
“Cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni,..nelle prossime settimane,
se il quadro è quello che prefigura Francesco Bei e che io condivido???”
..omissis...
?
che il maniaco di Hardcore detenga ancora la golden share sul governo di Monti do Nascimiento,
ce lo dicevamo già quando scrivevamo sul vecchio forum (tra gli strali del solito noto...).
e "l'appoggio incondizionato" non c'è mai stato da parte dei bananas.
period.
anzi,
ora il maniaco forse è anche in posizione migliore ,perchè la faccia ce la mettono principalmente Monti ,
e Bersani per quanto riguarda la base elettorale del PD.
L'uomo del "burlesque" può quindi fare quello che sa meglio fare:
tramare,ricattare,minacciare e corrompere...e senza essere visto.
-ha minacciato la caduta immediata del governo se Monti avesse fatto la patrimoniale,pur annunciata ancor prima di insediarsi...
-continuerà a minacciare di togliere la fiducia al governo,se Monti farà l'asta sulle frequenze TV e se non risolverà i suoi personali problemi giudiziari...
per cui dipende tutto da quanto Monti si lascerà ancora ricattare
(...il mago do Nascimiento mi pare molto ben disposto eh...che pure lui è di destra...)
e da quanto Bersani vorrà ancora continuare a mandar giù dei rospi e dei provvedimenti che sono principalmente contro la base elettorale del csx.
e personalmente sapete bene che io dico che si doveva votare a marzo 2012 fin da quando si scriveva sul vecchio forum
(sempre tra gli strali + le offese del solito noto...).
anche perchè,francamente ,
se l'economia del paese continua a scivolare su questa china rovinosa che ha imboccato,
non credo che a dicembre 2012 lo "spread" tanto caro a questo governo di Banchieri Mannari,
sarà poi tanto distante da quota 600:
cioè come lo lasciò nel dicembre 2011 il nostro primo ministro "Re Sciaboletta" prima di passare il testimone a Monti-Badoglio.
e sicuramente,con un governo di csx già insiediato
(e con il voto a marzo 2012 li avremmo fatti flambè tutti, i bananas...)
...magari la manovra e i sacrifici richiesti dal mago Monti do Nascimiento,
e che tutti dovevamo fare,questo è ed era scontato vista la situazione in cui ci trovavamo,
poteva essere impostata e modulata in questo modo:
************************************************************
"Io non sono un socialista.
Non ho nulla contro i soldi, tantomeno odio i ricchi.
Voglio solo che paghino più tasse del ceto medio."
Paul Krugman, premio Nobel per l’Economia, 4 maggio 2012
http://www.unita.it/la-striscia-rossa
***************************************************************
anche perchè questo è un premio Nobel...e di sicuro a Monti do Nascimiento ,che non lo sarà mai,c'ha molto da insegnare.
aloha.
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: Come se ne viene fuori ?
Perchè non rendere possibile l'impossibile ?
Cioè ,senza cedere ai ricatti di Berlusconi, se lui vuole rompere lo faccia , si vada alle elezioni in autunno , e Bersani con il centrosinistra, secondo gli attuali sondaggi in vantaggio, chiedano a Monti di rimanere in carica fino a fine 2013 per completare l'opera iniziata e con un parlamento a maggioranza di centrosinistra. Alla fine anche a Idv e SEL potrebbe convenire.
Cioè ,senza cedere ai ricatti di Berlusconi, se lui vuole rompere lo faccia , si vada alle elezioni in autunno , e Bersani con il centrosinistra, secondo gli attuali sondaggi in vantaggio, chiedano a Monti di rimanere in carica fino a fine 2013 per completare l'opera iniziata e con un parlamento a maggioranza di centrosinistra. Alla fine anche a Idv e SEL potrebbe convenire.
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
LA VOGLIA DEL CAVALIERE PASSARE ALL`OPPOSIZIONE
di Francesco Bei - La Repubblica
http://tweb.interno.it/pressreview/newWinPDF.php
di Francesco Bei - La Repubblica
http://tweb.interno.it/pressreview/newWinPDF.php
-
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- Iscritto il: 21/02/2012, 22:08
Re: Come se ne viene fuori ?
iospero,iospero ha scritto:Perchè non rendere possibile l'impossibile ?
Cioè ,senza cedere ai ricatti di Berlusconi, se lui vuole rompere lo faccia , si vada alle elezioni in autunno , e Bersani con il centrosinistra, secondo gli attuali sondaggi in vantaggio, chiedano a Monti di rimanere in carica fino a fine 2013 per completare l'opera iniziata e con un parlamento a maggioranza di centrosinistra. Alla fine anche a Idv e SEL potrebbe convenire.
la tua soluzione mi sembra bislacco:
da un canto si vuole andare ad elezione anticipate per far vincere il cx eppoi appena insediato in parlamento si da l'incarico a Monti, uomo di sicura destra, per portare a compimento l'opera di distruzione dello stato sociale, e dei diritti dei lavoratori.
iospero, scusami ...... ma iononticapisco.
Ho detto! Augh
Ultima modifica di Joblack il 05/05/2012, 22:00, modificato 1 volta in totale.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
Re: Come se ne viene fuori ?
una consistente parte di me invidia questo ottimismo .shiloh ha scritto:
e sicuramente,con un governo di csx già insiediato
(e con il voto a marzo 2012 li avremmo fatti flambè tutti, i bananas...)
...magari la manovra e i sacrifici richiesti dal mago Monti do Nascimiento,
e che tutti dovevamo fare,questo è ed era scontato vista la situazione in cui ci trovavamo,
poteva essere impostata e modulata in questo modo.....
purtroppo però prevale l'altra .
anche io sono in ostaggio delle minoranze.
Chi c’è in linea
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