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iospero
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Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

aaaa42 ha scritto:questo e il discorso di tsipras
parliamone ma con analisi documentate
http://radicalsocialismo.it/2015/08/21/ ... o-dimesso/
https://m.facebook.com/photo.php?fbid=4 ... &source=48

Come si può non accettare il discorso di Tsipras.
Purtroppo tra Davide e Golia oggi ha vinto il più forte, ma Tsipras ha avuto il merito di porre all'attenzione mondiale i problemi di questa Europa .
Perché pretendere che la Grecia da sola RIESCA A SCARDINARE QUESTA EUROPA germanocentrica ?
E' LA SINISTRA EUROPEA CHE DEVE SVEGLIARSI ,quindi dovrebbe diventare sempre più indispensabile un coordinamento europeo disposto a contrastare la situazione attuale.
iospero
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Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

TSIPRAS AIUTA LE SFIDE D’AUTUNNO
di Marco Revelli – 23 agosto 2015

Non mi stu­pi­sce che i media main­stream, a comin­ciare da Repub­blica e com­preso il Fatto quo­ti­diano, pre­sen­tino la deci­sione del Governo Tsi­pras di andare alle ele­zioni come una scon­fitta o addi­rit­tura la fine di quella espe­rienza. Non fanno che aspet­tar­selo da gen­naio e di dirlo in ogni occa­sione. Mi col­pi­sce piut­to­sto che tra di noi qual­cuno la pensi così, per lamen­tare un’esperienza finita o per get­tare la croce sul cedi­mento di luglio. Due posi­zioni che mi sem­brano entrambe orfane della politica.

Credo che chi la pensa così in realtà ignori del tutto il con­te­sto in cui la par­tita si gioca (quello euro­peo, segnato da un feroce rap­porto di forza), la dimen­sione dina­mica di essa (non c’è una mossa defi­ni­tiva, fine a se stessa, in cui si vince o si perde tutto, ma un qua­dro in movi­mento in cui la mossa di ognuno influi­sce sulle posi­zioni degli altri), la natura dei pro­ta­go­ni­sti in campo (si pensa dav­vero che Ale­xis Tsi­pras da eroe ome­rico sia diven­tato di colpo un rinun­cia­ta­rio o addi­rit­tura un «traditore»?).

Voglio allora dirlo nel modo più netto pos­si­bile: io credo che la deci­sione di andare a ele­zioni anti­ci­pate da parte del Governo di sini­stra greco sia un esem­pio di «Grande poli­tica». Anzi­ché per­dersi in alam­bic­chi e cam­pa­gne acqui­sti per rosic­chiare con­sensi tra le com­po­nenti di Syriza (com­prese quelle che hanno rifiu­tato il Con­gresso pun­tando alla scis­sione), Tsi­pras ha scelto di tagliare i nodi e di rivol­gersi all’elettorato greco come «sovrano», con una prova di spi­rito demo­cra­tico assente in tutte le altre classi poli­ti­che euro­pee, e insieme di corag­gio. Non si è dimesso per­ché «ha perso», ma per­ché «vuole vincere».

La ragione non solo tat­tica ma stra­te­gica delle dimis­sioni non è la «fine della sua mag­gio­ranza» — che pro­ba­bil­mente avrebbe potuto rag­gra­nel­lare in qual­che modo — ma al con­tra­rio il biso­gno di una più chiara e più forte mag­gio­ranza: la volontà di essere pronto, nelle migliori con­di­zioni pos­si­bili (cioè con una «pro­pria» mag­gio­ranza, coesa e deter­mi­nata) per le sfide d’autunno, che saranno dure e alte: la que­stione del debito in Europa — messa in agenda glo­bale gra­zie alla sua poli­tica -, la gestione della crisi sociale in Gre­cia, la neces­sità di allar­gare il fronte dell’opposizione al neo­li­be­ri­smo e all’austerità nello spa­zio euro­peo, fuori da ogni ten­ta­zione sovra­ni­sta o nazio­na­li­sta, con una poli­tica intel­li­gente, prag­ma­tica ed effi­cace (l’opposto dello sche­ma­ti­smo ideo­lo­gico dei suoi cri­tici, di destra e di sini­stra).
Lungi dall’arretrare o «riti­rarsi» a me sem­bra che passi all’offensiva, alzando la posta e quindi, di con­se­guenza, cer­cando di por­tare la pro­pria forza poli­tica all’altezza di essa.

In autunno si gio­che­ranno molte sfide in Europa e non solo. E si potranno pro­durre molti cam­bia­menti: nel Regno Unito, dove Cor­byn pro­mette di sep­pel­lire defi­ni­ti­va­mente la deso­lante ere­dità blai­riana, negli stessi Stati Uniti dove una can­di­da­tura socia­li­sta minac­cia da vicino la stra­po­tenza dei Clin­ton, in Spa­gna natu­ral­mente e in Por­to­gallo… I cri­tici di Tsi­pras fareb­bero bene a riflet­tere meglio piut­to­sto che sulle debo­lezze della sini­stra greca, sulle con­trad­di­zioni, ben più poten­zial­mente esplo­sive, dell’establishment euro­peo, appa­ren­te­mente onni­po­tente in realtà dai piedi d’argilla (a comin­ciare dalla Ger­ma­nia, tanto più dopo la «sin­drome cinese»).

E magari anche a capire, anzi­ché come ren­dere più acida la dam­na­tio memo­riae dell’esperienza greca, a come ren­dere più forte la nostra ini­zia­tiva, in Ita­lia e in Europa, in modo da non lasciare più a lungo Atene sola (tanto sola quanto fu lasciata Praga nel ’68, come è stato giu­sta­mente scritto).

da il manifesto del 23 agosto 2015
aaaa42
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Re: G R E C I A

Messaggio da aaaa42 »

caro iospero
io ho grande compassione per tsipras non lo ritengo un pagliaccio come Tony Blair
ma il suo intervento e di un balordo che va ad acqua.
se almeno ci fosse del ..vino.
io non do giudizio politici ma l analisi logica dell intervento non sta in piedi.
non c e il tempo per fare approfondimenti ma io una proposta al conte Camillo la vorrei fare.
dividiamo l intervento di tsipras in 3 o meglio in 5 parti e poi facciamo l analisi logica politica e vediamo caro iospero chi ha ragione.

la questione greca ci insegna che il periodo della canna politica come dice la compagna Castellina in Grecia e finito.
ora e il tempo della canna politica in Italia.
abbiamo un movimenti 5 stelle che tiene ad un buon livello e non e facile abbiamo 2 problemi Beppe grillo che non e un grado di scrivere e poco di leggere .
per scrivere un grande programma politico il problema Beppe e un grande problema.
Beppe grillo sembra Totò nella famosa lettera !!!
potremmo utilizzare Beppe grillo per trasformare in fumetti il nostro programma
e vai ....con la comunicazione.
oltra problema e il tizio ermetico con capellino.
e stato un leader del 68 roba da Mario capanna poi si e presentato a cuneo e a Pordenone con forza Italia locale comunque se non avesse strani soci sarebbe un precursore della grande alleanza sociale stile Grecia.
il movimento 5 stelle e un riferimento importante per una nuova rivoluzione sociale e poi abbiamo lo start up della grande coalizione sociale.
la spaccatura di syriza in 3 parti e dovuta al fatto che e finita la canna politica.
adesso la canna politica arriva in Italia con la coalizione sociale.
https://esseresinistra.wordpress.com/20 ... fe-greche/
iospero
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Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

aaaa42 scrive
caro iospero
io ho grande compassione per tsipras non lo ritengo un pagliaccio come Tony Blair
ma il suo intervento e di un balordo che va ad acqua.
se almeno ci fosse del ..vino.
io non do giudizio politici ma l analisi logica dell intervento non sta in piedi.
non c e il tempo per fare approfondimenti ma io una proposta al conte Camillo la vorrei fare.
dividiamo l intervento di tsipras in 3 o meglio in 5 parti e poi facciamo l analisi logica politica e vediamo caro iospero chi ha ragione
Chi avrà ragione ? lo diranno fra un po' di anni i risultati
camillobenso
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Re: G R E C I A

Messaggio da camillobenso »

aaaa42 ha scritto:caro iospero
io ho grande compassione per tsipras non lo ritengo un pagliaccio come Tony Blair
ma il suo intervento e di un balordo che va ad acqua.
se almeno ci fosse del ..vino.
io non do giudizio politici ma l analisi logica dell intervento non sta in piedi.
non c e il tempo per fare approfondimenti ma io una proposta al conte Camillo la vorrei fare.
dividiamo l intervento di tsipras in 3 o meglio in 5 parti e poi facciamo l analisi logica politica e vediamo caro iospero chi ha ragione.

la questione greca ci insegna che il periodo della canna politica come dice la compagna Castellina in Grecia e finito.
ora e il tempo della canna politica in Italia.
abbiamo un movimenti 5 stelle che tiene ad un buon livello e non e facile abbiamo 2 problemi Beppe grillo che non e un grado di scrivere e poco di leggere .
per scrivere un grande programma politico il problema Beppe e un grande problema.
Beppe grillo sembra Totò nella famosa lettera !!!
potremmo utilizzare Beppe grillo per trasformare in fumetti il nostro programma
e vai ....con la comunicazione.
oltra problema e il tizio ermetico con capellino.
e stato un leader del 68 roba da Mario capanna poi si e presentato a cuneo e a Pordenone con forza Italia locale comunque se non avesse strani soci sarebbe un precursore della grande alleanza sociale stile Grecia.
il movimento 5 stelle e un riferimento importante per una nuova rivoluzione sociale e poi abbiamo lo start up della grande coalizione sociale.
la spaccatura di syriza in 3 parti e dovuta al fatto che e finita la canna politica.
adesso la canna politica arriva in Italia con la coalizione sociale.
https://esseresinistra.wordpress.com/20 ... fe-greche/

Caro antò, la citazione "canna politica" politica la sento per la prima volta. Intuisco cosa voglia dire, ma esattamente cosa significa?
aaaa42
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Re: G R E C I A

Messaggio da aaaa42 »

non lo so compagno erede conte Camillo lo dovresti chiedere alla compagna onorevole Castellina per come ho capito io l'onorevole Castellina volo da Atene a salonicco con tsipras ha mangiato un kg di bacalo 2 kg di olive ha bevuto un po di vino greco rigorosamente bianco un ettolitro di formaggio feta e poi rivolta a tsipras ha detto 'qui ci stiamo facendo una canna politica'
iospero
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Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

da il F.Q
Grecia, Syriza crolla nei sondaggi: il partito di Tsipras giù dal 42,5% al 23%

La prima rilevazione dopo le dimissioni del premier vede la sua formazione crollare di quasi venti punti. Scivolone anche rispetto al 36,6% ottenuto alle elezioni dello scorso gennaio. La distanza rispetto a Nuova Democrazia scende a 3,5 punti. Unità popolare, nato dalla scissione dei deputati ribelli di Syriza, ha il 3,5%
di F. Q. | 28 agosto 2015

Syriza resta primo partito, ma crolla nei sondaggi. Dopo le dimissioni di Alexis Tsipras da premier e il varo di un governo tecnico guidato dalla presidente della Corte suprema Vassilikì Thanos, la prima rilevazione sulle intenzioni di voto vede la sua formazione crollare dal 42,5% di luglio al 23%. Uno scivolone notevole anche rispetto al 36,6% ottenuto alle elezioni di gennaio. Il nuovo dato è stato diffuso dal quotidiano Efymerida ton Syntakton, in vista delle elezioni che dovrebbero tenersi il 20 settembre.

Da 21 punti di vantaggio rispetto a Nuova Democrazia, Syriza è sceso a soli 3,5 punti in più. I conservatori hanno il 19,5%, meno rispetto al 27,8% di gennaio e al 21,5% di luglio. Al terzo posto resta l’estrema destra di Alba dorata, con il 6,5%. Seguono i comunisti del Kke con il 5%, i socialdemocratici del Pasok con il 4% e i centristi di To Potami con il 4%. Unità popolare, nato dalla scissione dell’ala radicale di Syriza, conta il 3,5% delle intenzioni di voto. La Unione di centro, che finora non ha mai superato la soglia del 3%, ottiene proprio questa percentuale nei sondaggi.

Si attende intanto che il presidente Prokopis Pavlopulos annunci la convocazione delle elezioni. Fino a quel momento il Paese sarà guidato da un governo ad interim, con a capo Thanou, che ha giurato ieri. Oggi è previsto il giuramento dei ministri.

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Non è certo ciò che prevedeva Tsipras, speriamo che le cose cambino
iospero
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Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

NOTA DELLA SEGRETERIA POLITICA DI SYRIZA SUI RECENTI SVILUPPI POLITICI IN GRECIA


A tutti i partiti della Sinistra Europea
A tutti i partiti di sinistra e progressisti, amici e fraterni

Atene, 26 agosto 2015

Cari compagni e amici,

il 20 agosto il primo ministro greco, il compagno Alexis Tsipras, in un discorso alla nazione ha annunciato le sue dimissioni e ha chiesto al Presidente della Repubblica di avviare il processo costituzionale per le elezioni anticipate (da tenersi possibilmente il 20 settembre). Lo stesso giorno il compagno Tsipras si è recato dal Presidente della Repubblica greca Pavlopoulos e ha ufficialmente rassegnato le sue dimissioni.

Il giorno dopo, 25 membri del gruppo parlamentare di Syriza (la maggior parte dei quali appartenenti alla “Piattaforma di Sinistra di Syriza”) hanno ufficialmente dichiarato di formare un nuovo gruppo parlamentare e un nuovo partito con il nome di “Unità Popolare”, guidato da Panagiotis Lafazanis, ex ministro della Ricostruzione produttiva. Nello stesso giorno, altri quattro parlamentari di Syriza hanno dichiarato di voler essere indipendenti.

Questa scissione era stata premeditata ben prima dell’annuncio delle elezioni anticipate dai suoi fautori. La loro decisione emerse chiaramente dopo la chiusura del gravoso accordo a Bruxelles, quando formarono comitati contro la politica del governo in collaborazione con i membri di gruppi e organizzazioni della sinistra extra-parlamentare. Inoltre, a livello istituzionale, fu chiara attraverso la decisione di votare contro l’accordo in Parlamento e di lasciare la coalizione governativa (che aveva162 seggi dopo il verdetto popolare del 25 gennaio) con meno di 120 seggi, quelli necessari, secondo la Costituzione greca, per presentare un governo di minoranza.

Purtroppo, dai primi momenti di esistenza di Unità Popolare, SYRIZA sembra essere il loro unico rivale. Questa feroce e immorale rivalità contro compagni con i quali avevano condiviso lotte e aspirazioni comuni fino a pochi giorni fa, viene fortemente propagandata con la loro presenza sproporzionata sui mezzi di comunicazione privati, che mirano alla sconfitta elettorale di Syriza.

Il nostro governo è ora accusato, da parte di chi ha scelto di dividere il nostro partito, per aver ceduto alla dottrina TINA (“There Is No Alternative” – Non c’è alternativa).

La realtà dei fatti è che Alexis Tsipras e il governo non hanno mai affermato che le misure che sono stati costretti a firmare fossero compatibili con il nostro programma e con i nostri valori o che fossero positive per il paese; piuttosto, Tsipras le ha pubblicamente considerate recessive e dannose.
Siamo stati costretti a firmare l’accordo sotto la pressione di un vero e proprio ricatto: l’immediato e incontrollato default della Grecia e la liquidazione delle banche greche, che porterebbe alla perdita dei depositi del popolo greco (la maggior parte dei depositi che rimangono nelle banche greche appartiene a piccoli e medi investitori, dato che i ricchi hanno già trasferito i loro soldi all’estero).

A questo punto, dobbiamo essere chiari e dire la verità al popolo:
– un’ “uscita concordata” dalla zona euro (una proposta fatta sia da Schauble sia dall’ex “Piattaforma di sinistra” di SYRIZA-ora “Unità Popolare”) e il ritorno alla moneta nazionale di un paese che non ha né una grande base produttiva (come l’Argentina quando dichiarò il default) né considerevoli riserve di valuta estera nella sua Banca nazionale, porterebbe automaticamente a:

- la necessità di una svalutazione immediata della nuova moneta nazionale (molti analisti internazionali la stimano intorno al 40% -50%), il che significherebbe una perdita immediata e brutale dei redditi di salariati e pensionati.

- la necessità immediata di un nuovo prestito, che dovrebbe provenire sia dalla UE-BCE o dal Fondo monetario internazionale o da entrambi, dal momento che tutti i possibili alternativi partner di finanziamento – nei nostri colloqui paralleli durante i negoziati – hanno sottolineato la necessità di un accordo all’interno della zona euro come una precondizione per iniziare una discussione sulla futura assistenza finanziaria. Questo nuovo prestito concesso dagli stessi creditori sarebbe ancora accompagnato da un nuovo memorandum.

Purtroppo, per motivi di sopravvivenza politica, i nostri ex compagni non riconoscono l’esistenza del ricatto di cui sopra, pur non riuscendo a presentare un piano concreto alternativo e coerente per una cosiddetta “uscita popolare” dall’Euro. Dopo aver per sei mesi preso parte alle posizioni governative e ad alto livello ministeriale, hanno improvvisamente scoperto che i loro compagni sono diventati in una notte “traditori” o “sostenitori del memorandum”. La loro decisione di dividere la maggioranza di governo ci ha indotto a scegliere la strada delle elezioni straordinarie, dal momento che per noi sarebbe politicamente devastante dipendere in Parlamento dai voti dei partiti del vecchio establishment neoliberale (Nuova Democrazia, Potami, PASOK).

Cosa succede ora?

C’è in effetti un’alternativa, quella sostenuta dal governo. La Sinistra è un potere sociale e politico che si batte costantemente per cambiare la realtà, senza “fuggire” da essa, e la sua dinamica è direttamente collegata alle esigenze, alle aspirazioni e ai valori degli strati popolari della società. Senza tentare di nascondere i nostri errori e problemi, abbiamo un compito difficile ma significativo dinnanzi a noi.

La nostra massima priorità è quella di evitare una catastrofe sociale e attenuare le conseguenze del gravoso accordo sui settori più deboli della popolazione. Al fine di raggiungere questo obiettivo, stiamo elaborando un programma governativo che prevede contromisure sociali, coerente con la legislazione pro-sociale degli ultimi sette mesi, e allo stesso tempo intensifica la nostra lotta contro l’evasione fiscale, la corruzione, il commercio illegale, etc. Nello stesso tempo, come previsto nell’accordo, spingiamo verso la trattativa finale sulla questione strategica del debito.
La precondizione fondamentale per raggiungere tali obiettivi e lavorare a un piano per superare l’attuale difficile situazione, è la vittoria di Syriza alle prossime elezioni, in modo da continuare la lotta per lo smantellamento del vecchio establishment e la sopravvivenza della maggioranza sociale, anche nell’attuale vincolante quadro di controllo. Noi di sinistra non abbiamo il diritto di abbandonare il nostro paese nelle mani dei criminali politici che hanno distrutto e saccheggiato il nostro popolo negli ultimi decenni.

Per vincere questa battaglia, stiamo invitando tutti i membri e gli amici di SYRIZA dentro e fuori il nostro Paese a fare di tutto per aumentare la nostra solidarietà e unità, per vivere all’altezza delle aspettative e dei doveri storici che abbiamo intrapreso verso il popolo greco e i popoli d’Europa.
Noi entreremo nella battaglia elettorale con tutta la nostra forza e determinazione, convinti che la finestra della speranza non sia chiusa e che – attraverso la nostra lotta comune per l’ampliamento socio-politico del fronte europeo contro l’austerity- possiamo approfondire le crepe che si sono aperte nella costruzione neoliberista. I nostri rivali, i rappresentanti dell’establishment autoritario neoliberista, potrebbero aver vinto una battaglia, ma la guerra continua.

Con il nostro più caloroso, fraterno saluto,

Yiannis Bournous – Membro della segreteria politica di SYRIZA
Responsabile della politica europea, relazioni internazionali, politica estera e di difesa, diaspora greca.
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Re: G R E C I A

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Il Sole 1.9.15
Grecia. A rischio la scommessa di Tsipras
I sondaggi danno Syriza in calo e in recupero i conservatori di Nea Dimokratia di Meimarakis
di Vittorio Da Rold

In vista del voto del 20 settembre non si può escludere una Grande coalizione
«Chi vuole piangere può piangere -ha detto il premier Alexis Tsipras- chi vuole andarsene può andarsene. Noi andiamo avanti, solo avanti». E proprio «solo avanti» sarà lo slogan di Syriza nella campagna elettorale del partito del premier che però nei sondaggi, pur restando in testa in vista delle elezioni anticipate del 20 settembre, è in forte calo rispetto al voto di gennaio. Secondo quattro rilevamenti rispettivamente della società Kapa per conto del quotidiano di centro-sinistra To Vima, dell’Università di Macedonia per conto di Skai tv e del quotidiano conservatore Kathimerini, della Metron Analysis per conto del quotidiano Parapolitica e della società Mrb per conto di Agorà, Syriza è collocato in un range tra 27,3 e 22,2% (al voto di gennaio era al 36,34%), mentre i conservatori di Nuova Democrazia sono posizionati in un range tra 24,2 e 21,2 (27,8% a gennaio). Gli indecisi sono tra il 16,9% e il 13,2 per cento.
Certo Alexis Tsipras rimane il leader più popolare (41% rispetto però al 70%), seguito da Evangelos Meimarakis (3 4%) che in luglio ha assunto la guida ad interim di Nea Dimokratia.
Il primo ministro uscente si è dimesso il 20 agosto, per ottenere un mandato più forte con elezioni anticipate dopo la rivolta interna di una parte di Syriza contro gli accordi raggiunti con i creditori a Bruxelles.
I quattro sondaggi appena pubblicati fotografano però una situazione molto incerta con il rischio ingovernabilità. Con questi numeri, anche con il premio di maggioranza di 50 deputati che in Grecia spetta al primo partito, Syriza rischia di non poter governare da solo. Ma il premier Tsipras ha escluso di potersi alleare con i partiti dell’opposizione europeista: Nuova Democrazia, To Potami e Pasok. Mentre il suo alleato di governo, il partito conservatore Greci Indipendenti (Anel) di Panos Kammenos potrebbe non entrare in parlamento: quasi tutti i sondaggi gli assegnano una quota tra il 3 e l’1,7%, sotto la soglia minima necessaria del 3%.
Secondo il rilevamento i neonazisti di Alba Dorata rimangono il terzo partito con il 6,8%-5,5%, seguiti dal partito di centro To Potami (6-5,1%), i comunisti del Kke (6-4,5%), i socialisti del Pasok (4,5%-3,9). Ai ribelli di Syriza guidati da Lafazanis, che hanno formato il nuovo partito Unità Popolare andrebbe solo un sondaggio variante tra il 5-3,1%. Il parlamento greco conta 300 deputati e la ripartizione dei seggi dipende anche dal numero di partiti che supereranno la soglia di sbarramento del 3 per cento.
In questo quadro complesso che prevede un possibile governo di Grande coalizione per guidare il Paese il partito socialista greco Pasok e quello di Sinistra Democratica (Dimar) hanno annunciato di aver stretto nello scorso fine settimana un accordo di collaborazione per le prossime elezioni. L’annuncio è venuto solo un paio di giorni dopo che un portavoce del Pasok aveva rivelato che non era andato a buon fine un tentativo per raggiungere un accordo analogo con il Movimento dei Socialisti Democratici (Kadima) fondato e guidato dall'ex premier socialista George Papandreou. L’ex leader del Pasok, in dichiarazioni rese sabato scorso, ha attribuito la responsabilità del fallimento dell’intesa all’attuale dirigenza del partito socialista. Intanto, i sondaggi più recenti suggeriscono che il Pasok oltrepasserà la soglia di sbarramento del 3% per entrare in Parlamento. Il Pasok e il Dimar avevano già collaborato in un governo di coalizione tra il giugno 2012 e il giugno 2013, quando il Dimar uscì dall’esecutivo per protesta in seguito alla decisione dell’allora premier Antonis Samaras di Nea Dimokratia di chiudere con un blitz notturno della polizia la stazione televisiva pubblica Ert, poi riaperta da Tsipras.
Evidentemente il piano di Tsipras di spostarsi al centro, perdendo i “ribelli” anti-austerità alla sua sinistra guidati da Lafazanis, così da portare via i consensi al partito socialista non trova la strada spianata come sembrava in un primo momento. Anzi la perdita di un cinque per cento alla sua sinistra potrebbe essere fatale nel tentativo di guadagnare più di quel 36% di consensi che lo aveva premiato il 25 gennaio. Oggi Syriza si presenta come il partito dell’accordo con i creditori esattamente come i suoi ex concorrenti di centro-sinistra e centro-destra, con l’unica diversità affidata alla lotta alle oligarchie. Temi però che non scaldano i cuori di quell’elettorato centrista che dovrebbe compensare le perdite dei radicali di sinistra. Il rischio per Atene è l’ingovernabilità o la necessità di una Grande coalizione, o addirittura il ricorso a un nuovo voto dopo appena un mese dall’esito del voto anticipato. Peccato che sarebbe il quarto ricorso alle urne in nove mesi se si conta anche il referendum del 5 luglio, dall’esito poi disatteso dallo stesso Tsipras. Per questo la cancelliera tedesca, Angela Merkel, si è detta convinta che la Grecia attuerà le riforme promesse in cambio di nuovi aiuti malgrado le elezioni del 20 settembre.«Ritengo che la Grecia rispetterà i propri impegni», ha detto Merkel, premier di una Grande coalizione, parlando a Berlino.
iospero
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Re: G R E C I A

Messaggio da iospero »

Debito pubblico, appello di 19 economisti all’Onu. “Ristrutturazione o Francia può finire come la Grecia”

Varoufakis, Piketty, Galbraith e altri docenti chiedono all'Assemblea generale di votare sì il 10 settembre, quando si pronuncerà su nove principi di base da rispettare nel processo di ristrutturazione dei debiti sovrani: dalla sovranità nazionale alla parità di trattamento dei creditori. "Se fossero stati rispettati si sarebbero evitate le insidie ​​della crisi greca"
di Francesco De Palo | F.Q. 8 settembre 2015

“Ieri l’Argentina, oggi la Grecia e domani forse la Francia: a ogni paese indebitato può essere impedita la ristrutturazione del debito, a dispetto del buon senso”. Così l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis dal suo blog anticipa l’appello all’Onu firmato sul Guardian da diciannove economisti tra cui, oltre all’eccentrico ex sodale di Tsipras, Thomas Piketty della School of Economics di Parigi, James Galbraith dell’University of Texas di Austin, Martin Guzman della Columbia University, Mariana Mazzucato dell’Università del Sussex, Gennaro Zezza del Levy Economics Institute e Giovanni Dosi della Scuola Superiore Sant’Anna. L’appello ruota intorno ai nove principi di base che sono stati proposti dal comitato istituito dall’Assemblea generale Onu per creare un quadro giuridico per la ristrutturazione dei debiti sovrani: sovranità nazionale, della buona fede, della trasparenza, dell’imparzialità e parità di trattamento, dell’immunità di uno stato sovrano, della legittimità, della redditività e della ristrutturazione a maggioranza. Principi che saranno votati dall’Assemblea stessa il prossimo 10 settembre.

“Se si fossero rispettati questi principi – scrivono i diciannove – si sarebbero evitate le insidie ​​della crisi greca, in cui i rappresentanti politici hanno ceduto alle richieste dei creditori nonostante la mancanza di logica economica e le conseguenze sociali disastrose”. Questa risoluzione è nell’interesse pubblico, continuano, deve essere sostenuta da tutti gli Stati europei e diventare un tema sottoposto a consultazione pubblica. La crisi greca, si legge nella lettera, ha chiarito che uno Stato di per sé non può negoziare a condizioni ragionevoli la ristrutturazione del proprio debito nel contesto politico attuale, nonostante questi debiti siano spesso insostenibili nel lungo termine. Nel corso dei negoziati andati in scena nella prima metà del 2015, la Grecia si è trovata di fronte a un ostinato rifiuto dei creditori internazionali di prendere in considerazione qualsiasi ristrutturazione, “nonostante questo rifiuto fosse in contraddizione con le raccomandazioni del Fondo monetario internazionale“.

Per queste ragioni, facendo riferimento all’esempio dell’Argentina e ai principi da rispettare nella ristrutturazione del debito pubblico, i 19 economisti suonano l’allarme, sostenendo che domani, dopo Buenos Aires e Atene, potrebbe toccare a Parigi. “Ogni paese indebitato può essere escluso dalla ristrutturazione del debito. La creazione di un quadro giuridico per la ristrutturazione del debito che consenta a ogni Stato di risolvere i suoi problemi di debito senza il rischio di collasso economico o di perdita di sovranità è una questione della massima urgenza per promuovere la stabilità finanziaria“. E il dramma greco, è la conclusione, mette in chiaro che non c’è tempo per esitare. “I finti negoziati di quest’estate hanno portato molti europei a rifugiarsi nel nazionalismo ed esprimere il loro disprezzo per le organizzazioni internazionali. Tuttavia, gli europei dovrebbero ribadire che i diritti democratici, nonostante le esigenze del mercato, sono il cuore della governance globale. Per questo invitiamo tutti gli Stati europei a votare a favore di questa risoluzione”.

A margine dell’appello Varoufakis riserva un’altra stoccata ai creditori internazionali. Dalle colonne del New York Times sottolinea che dall’inizio della crisi greca nel 2010 sono stati fatti dimettere tre premier, costretti ad adottare “insopportabili misure di austerità in cambio di un pacchetto di aiuti dalla Troika”. Il terzo dei quali “è un amico, il mio compagno di Alexis Tsipras”. Varoufakis, che ha deciso di non candidarsi alle prossime elezioni, insiste sul punto che Tsipras e il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble concordano con le posizioni del Fmi su un punto: che il nuovo maxi prestito non è sostenibile dalla Grecia.

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Mi sembra abbastanza chiaro che la vicenda di Tsipras in Grecia abbia sollevato un problema internazionale da risolvere al più presto e per questo oggi merita fiducia per le prossime elezioni.
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