I Referendum di Civati.
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I Referendum di Civati.
I Referendum di Civati.
Written by Aldo Giannuli. Posted in Galassia Sinistra, Le analisi, Politica interna
“Possibile”, la creatura appena messa al mondo da Pippo Civati, ha iniziato già dal 1 luglio la raccolta delle firme necessarie per indire otto referendum, i più importanti dei quali riguardano riforma elettorale, job act e riforma della scuola. Cioè, in buona sostanza, le “riforme” (o meglio “controriforme”) attuate dal governo Renzi.
Dico subito che sottoscriverò i quesiti e che invito i miei lettori a fare altrettanto: non si può mancare ad un appuntamento antirenziano e poi, Civati mi sembra l’unico che può ancora avere qualche credibilità in tutta la banda che si muove (piuttosto scompostamente, in verità) nell’area fra Pd e M5s.
A proposito: non ho ancora capito se “Possibile” fa parte o no del cantiere Vendola-Ferrero-Fassina-Campanella o no e come si pone verso la coalizione sociale di Landini. Qui non si capisce più niente e si va avanti alla giornata: un giorno Vendola dice che vuole costruire un soggetto alternativo al Pd, dopo due giorni la Boldrini lancia un appello a Sel per confluire nel Pd, Landini sembra un semaforo c’è? “Ora Si, ora No, Ora Si, ora No”. E così via, vedremo.
Veniamo alle perplessità:
-sulla legge elettorale= i quesiti sono due, il primo tendente a restaurare il voto di preferenza per tutti ed abolendo le candidature bloccate dei capilista (e su questi nulla quaestio), il secondo che abroga in toto la legge. E realisticamente questo sarà bocciato immediatamente dalla Corte Costituzionale sulla base di una precedente giurisprudenza del 1992. La maggior perplessità è politica: in alcune occasioni, Civati ha lasciato intendere la propria preferenza per il vecchio Mattarellum che prevedeva collegi uninominali e listini bloccati il che, da un lato vanifica il voto di preferenza, dall’altro reintroduce inaccettabili logiche maggioritarie. La battaglia contro l’Italicum ha senso solo se ci si batte per il ritorno al proporzionale, il resto sono fesserie. Per cui mi lascia perplesso l’uso che potrebbe essere fatto di una eventuale vittoria.
-Job Act e scuola= questioni rilevanti su cui sono totalmente d’accordo, unico problema: siamo sicuri che siano in minoranza nel paese? Perché una vittoria del No finirebbe per fare un regalo enorme ai sostenitori di queste brutture legislative. A me sembra che la cosa sia un po’ prematura e se il conto è quello di “sommare varie minoranze” (per cui l’insegnante imbestialito per la controriforma della scuola poi vota si anche sul Job Act ed il lavoratore dipendente che non vuole il job Act poi vota si anche sulla scuola) le cose non sono così automatiche e potremmo andare ad una disillusione molto amara.
Infine una perplessità generale: questa dei referendum a grappolo è una vecchia tattica radicale che ha finito per ammazzare i referendum ai quali poi non andava a votare più nessuno. Il referendum per sua natura è monotematico e la presenza di più quesiti può funzionare se ce ne è uno guida (ad esempio nel 1987 quello sulla giustizia), ma anche in questo caso alla lunga il gioco non funziona. Qui il referendum guida dovrebbe essere quello sulla legge elettorale che forse può funzionare sulle preferenze ma che, se dovesse investire la legge nel suo complesso (in caso la Corte decidesse contro ogni previsione di ammetterlo) temo ci vedrebbe perdenti.
In realtà, con questo mazzo di referendum, Civati mette in questione tutte le riforme renziane, per cui chiama ad un plebiscito su Renzi più che su ogni singola legge, ma, anche qui, temo che l’iniziativa sia prematura.
Comunque, per ora firmiamoli, poi vedremo quanti ne saranno ammessi, quando si voterà e su cosa e vedremo il da farsi.
Aldo Giannuli
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Vedo però che gli interessati ai problemi della scuola non sono dello stesso parere sul referendum che li riguarda, una discussione in merito fra le parti forse sarebbe opportuna.
Written by Aldo Giannuli. Posted in Galassia Sinistra, Le analisi, Politica interna
“Possibile”, la creatura appena messa al mondo da Pippo Civati, ha iniziato già dal 1 luglio la raccolta delle firme necessarie per indire otto referendum, i più importanti dei quali riguardano riforma elettorale, job act e riforma della scuola. Cioè, in buona sostanza, le “riforme” (o meglio “controriforme”) attuate dal governo Renzi.
Dico subito che sottoscriverò i quesiti e che invito i miei lettori a fare altrettanto: non si può mancare ad un appuntamento antirenziano e poi, Civati mi sembra l’unico che può ancora avere qualche credibilità in tutta la banda che si muove (piuttosto scompostamente, in verità) nell’area fra Pd e M5s.
A proposito: non ho ancora capito se “Possibile” fa parte o no del cantiere Vendola-Ferrero-Fassina-Campanella o no e come si pone verso la coalizione sociale di Landini. Qui non si capisce più niente e si va avanti alla giornata: un giorno Vendola dice che vuole costruire un soggetto alternativo al Pd, dopo due giorni la Boldrini lancia un appello a Sel per confluire nel Pd, Landini sembra un semaforo c’è? “Ora Si, ora No, Ora Si, ora No”. E così via, vedremo.
Veniamo alle perplessità:
-sulla legge elettorale= i quesiti sono due, il primo tendente a restaurare il voto di preferenza per tutti ed abolendo le candidature bloccate dei capilista (e su questi nulla quaestio), il secondo che abroga in toto la legge. E realisticamente questo sarà bocciato immediatamente dalla Corte Costituzionale sulla base di una precedente giurisprudenza del 1992. La maggior perplessità è politica: in alcune occasioni, Civati ha lasciato intendere la propria preferenza per il vecchio Mattarellum che prevedeva collegi uninominali e listini bloccati il che, da un lato vanifica il voto di preferenza, dall’altro reintroduce inaccettabili logiche maggioritarie. La battaglia contro l’Italicum ha senso solo se ci si batte per il ritorno al proporzionale, il resto sono fesserie. Per cui mi lascia perplesso l’uso che potrebbe essere fatto di una eventuale vittoria.
-Job Act e scuola= questioni rilevanti su cui sono totalmente d’accordo, unico problema: siamo sicuri che siano in minoranza nel paese? Perché una vittoria del No finirebbe per fare un regalo enorme ai sostenitori di queste brutture legislative. A me sembra che la cosa sia un po’ prematura e se il conto è quello di “sommare varie minoranze” (per cui l’insegnante imbestialito per la controriforma della scuola poi vota si anche sul Job Act ed il lavoratore dipendente che non vuole il job Act poi vota si anche sulla scuola) le cose non sono così automatiche e potremmo andare ad una disillusione molto amara.
Infine una perplessità generale: questa dei referendum a grappolo è una vecchia tattica radicale che ha finito per ammazzare i referendum ai quali poi non andava a votare più nessuno. Il referendum per sua natura è monotematico e la presenza di più quesiti può funzionare se ce ne è uno guida (ad esempio nel 1987 quello sulla giustizia), ma anche in questo caso alla lunga il gioco non funziona. Qui il referendum guida dovrebbe essere quello sulla legge elettorale che forse può funzionare sulle preferenze ma che, se dovesse investire la legge nel suo complesso (in caso la Corte decidesse contro ogni previsione di ammetterlo) temo ci vedrebbe perdenti.
In realtà, con questo mazzo di referendum, Civati mette in questione tutte le riforme renziane, per cui chiama ad un plebiscito su Renzi più che su ogni singola legge, ma, anche qui, temo che l’iniziativa sia prematura.
Comunque, per ora firmiamoli, poi vedremo quanti ne saranno ammessi, quando si voterà e su cosa e vedremo il da farsi.
Aldo Giannuli
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Vedo però che gli interessati ai problemi della scuola non sono dello stesso parere sul referendum che li riguarda, una discussione in merito fra le parti forse sarebbe opportuna.
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Re: I Referendum di Civati.
@ iospero
Il tuo nick e' tutto un programma per cui continuo a considerare molto positiva la tua speranza purtroppo arrivati a questo punto e vedendo la piccolezza che abbiamo davanti anche a sinistra non posso vedere il bicchiere mezzo pieno come lo vedi te.
La disillusione non la si puo recuperare col semplice atti di versare la parte mancante nel bicciere.
Questa non la possono fare quei pochi che ora vorrebbero cambiare le cose anche per il semplice fatto che fino ad ora si son dimostrati anche loro dei piccoli politici.
Che possiamo aspettarci da costoro che per anni hanno vissuto all'inreno del "sistema" che ora vorrebbero cambiare?
Se avessero avuto lungimiranza avrebbero capito subito come il tutto sarebbe andato a finire.
Ci si son sguazzati dentro fino a che si son sentiti emarginati materialmente magari sapendo che alle prossime elezioni non sarebbero piu stati proposti.
Ci si puo fidare ancora una volta di questi?
Io sinceramente non me la sento di mettere la mano sul fuoco.
Non intendo farmi infinocchiare ancora una volta. Basta!!
E allora che facciamo, diresti.
Certo, questo e' il grosso problema che abbiamo davanti e su questo si son spesi calamai di inchiostro per proporre alternative.
Alternative sempre proposte pero dai soliti intellettualoidi di "sinistra" da 3 soldi che sempre ci han fottuto..
Ora che il tutto debba ripartire dal basso deve essere un'imperativo ma come visto il degrado populistico che impera anche nella base?
Sinceramente non so che dire.
Aspetto e se posso do il mio contributo ogni qualvolta mi ci si presenta qualcosa di nuovo.
A questo punto posso dirti che non me la sento di demonizzare il popolo dei grillini poiche ne conosco parecchi e in parecchi di questi rivedo anche parte della mia gioventu.
Sto attento a tutto quello che mi si ripresenta come nuovo e per dirla tutta, non demonizzo nemmeno il popolo della lega poiche in questo vedo anche la parte positiva che certamente non e' quella di Salvini e co.
un salutone come al solito da Juan
Il tuo nick e' tutto un programma per cui continuo a considerare molto positiva la tua speranza purtroppo arrivati a questo punto e vedendo la piccolezza che abbiamo davanti anche a sinistra non posso vedere il bicchiere mezzo pieno come lo vedi te.
La disillusione non la si puo recuperare col semplice atti di versare la parte mancante nel bicciere.
Questa non la possono fare quei pochi che ora vorrebbero cambiare le cose anche per il semplice fatto che fino ad ora si son dimostrati anche loro dei piccoli politici.
Che possiamo aspettarci da costoro che per anni hanno vissuto all'inreno del "sistema" che ora vorrebbero cambiare?
Se avessero avuto lungimiranza avrebbero capito subito come il tutto sarebbe andato a finire.
Ci si son sguazzati dentro fino a che si son sentiti emarginati materialmente magari sapendo che alle prossime elezioni non sarebbero piu stati proposti.
Ci si puo fidare ancora una volta di questi?
Io sinceramente non me la sento di mettere la mano sul fuoco.
Non intendo farmi infinocchiare ancora una volta. Basta!!
E allora che facciamo, diresti.
Certo, questo e' il grosso problema che abbiamo davanti e su questo si son spesi calamai di inchiostro per proporre alternative.
Alternative sempre proposte pero dai soliti intellettualoidi di "sinistra" da 3 soldi che sempre ci han fottuto..
Ora che il tutto debba ripartire dal basso deve essere un'imperativo ma come visto il degrado populistico che impera anche nella base?
Sinceramente non so che dire.
Aspetto e se posso do il mio contributo ogni qualvolta mi ci si presenta qualcosa di nuovo.
A questo punto posso dirti che non me la sento di demonizzare il popolo dei grillini poiche ne conosco parecchi e in parecchi di questi rivedo anche parte della mia gioventu.
Sto attento a tutto quello che mi si ripresenta come nuovo e per dirla tutta, non demonizzo nemmeno il popolo della lega poiche in questo vedo anche la parte positiva che certamente non e' quella di Salvini e co.
un salutone come al solito da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: I Referendum di Civati.
Vedi pancho non si tratta di essere ottimisti o pessimisti, nell'articolo di
Aldo Giannulli alla fine si concude dicendo Comunque, "per ora firmiamoli, poi vedremo quanti ne saranno ammessi, quando si voterà e su cosa e vedremo il da farsi"
Giustamente fa notare l'articolista che non si capisce più niente
non ho ancora capito se “Possibile” fa parte o no del cantiere Vendola-Ferrero-Fassina-Campanella o no e come si pone verso la coalizione sociale di Landini. Qui non si capisce più niente e si va avanti alla giornata: un giorno Vendola dice che vuole costruire un soggetto alternativo al Pd, dopo due giorni la Boldrini lancia un appello a Sel per confluire nel Pd, Landini sembra un semaforo c’è? “Ora Si, ora No, Ora Si, ora No”. E così via, vedremo.
Io personalmente valuto positivamente i personaggi che si muovono per dar vita a un nuovo soggetto politico a sinistra e finora non ho visto tornaconti personali, ma passione politica .
Ritengo più che necessario dare rappresentanza ai milioni di cittadini che non vedono più nel PD
un'anima di sinistra, perciò non mi resta che sperare che decidano insieme e nel migliore dei modi
di dare voce a ciò che parte dal basso , similmente a quanto avviene nel M5S.
A proposito del M5S , se Grillo e Casaleggio continuano a fare un passo indietro e il movimento continua a sentire il polso della base, credo si possa bene sperare.
un saluto cordiale
Aldo Giannulli alla fine si concude dicendo Comunque, "per ora firmiamoli, poi vedremo quanti ne saranno ammessi, quando si voterà e su cosa e vedremo il da farsi"
Giustamente fa notare l'articolista che non si capisce più niente
non ho ancora capito se “Possibile” fa parte o no del cantiere Vendola-Ferrero-Fassina-Campanella o no e come si pone verso la coalizione sociale di Landini. Qui non si capisce più niente e si va avanti alla giornata: un giorno Vendola dice che vuole costruire un soggetto alternativo al Pd, dopo due giorni la Boldrini lancia un appello a Sel per confluire nel Pd, Landini sembra un semaforo c’è? “Ora Si, ora No, Ora Si, ora No”. E così via, vedremo.
Io personalmente valuto positivamente i personaggi che si muovono per dar vita a un nuovo soggetto politico a sinistra e finora non ho visto tornaconti personali, ma passione politica .
Ritengo più che necessario dare rappresentanza ai milioni di cittadini che non vedono più nel PD
un'anima di sinistra, perciò non mi resta che sperare che decidano insieme e nel migliore dei modi
di dare voce a ciò che parte dal basso , similmente a quanto avviene nel M5S.
A proposito del M5S , se Grillo e Casaleggio continuano a fare un passo indietro e il movimento continua a sentire il polso della base, credo si possa bene sperare.
un saluto cordiale
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Re: I Referendum di Civati.
in un sistema maggioritario o maggioritario alla fonzi un governo maggioritario che nessuno ha votato la partecipazione ai processi legislativi tramite il parlamento o il parlamento com luogo di mediazioni di interessi viene meno.
in questo contesto una strategia referendaria e inevitabile. io ho firmato.
in questo contesto una strategia referendaria e inevitabile. io ho firmato.
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Re: I Referendum di Civati.
MISSIONE “POSSIBILE” – IL COAST TO COAST DI CIVATI &C. CONTRO L’ITALICUME E TRIVELLE
Entro il 30 settembre bisogna raccogliere 500mila adesioni: l’estate ai banchetti della sinistra anti-Renzi. Di Paola ZancaMISSIONE “POSSIBILE” – IL COAST TO COAST DI CIVATI &C. CONTRO L’ITALICUME E TRIVELLE
Entro il 30 settembre bisogna raccogliere 500mila adesioni: l’estate ai banchetti della sinistra anti-Renzi. Di Paola Zanca
Entro il 30 settembre bisogna raccogliere 500mila adesioni: l’estate ai banchetti della sinistra anti-Renzi. Di Paola ZancaMISSIONE “POSSIBILE” – IL COAST TO COAST DI CIVATI &C. CONTRO L’ITALICUME E TRIVELLE
Entro il 30 settembre bisogna raccogliere 500mila adesioni: l’estate ai banchetti della sinistra anti-Renzi. Di Paola Zanca
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Re: I Referendum di Civati.
Perché è una cosa giusta
28/08/2015 di triskel182
L’usanza di guardare al dito e non alla luna è uno dei difetti più antichi della politica nostrana e solo di recente si è, per fortuna, iniziato a metterla in discussione.
Sto parlando di quell’abitudine a giudicare non i contenuti ma chi li sostiene: schierandosi a favore o contro i contenuti in questione senza entrare nel merito, ma per pura simpatia o antipatia nei confronti del proponente.
È probabilmente questa (pessima) pratica il maggiore ostacolo che incontra la raccolta delle firme per otto referendum sui cui contenuti potrebbe trovarsi d’accordo una larga fetta dell’opinione pubblica: si propone infatti di abolire le parti più odiose del Jobs Act, quelle più antidemocratiche dell’Italicum e quelle più autoritarie della riforma della scuola, più altri sacrosanti quesiti sulle trivellazioni e le grandi opere.
A questa pagina il materiale informativo pubblicato dai proponenti: cioè dalla formazione politica di Pippo Civati, “Possibile”.
E qui viene appunto la questione di metodo e di pratiche a cui accennavo. Infatti ho incrociato, nei giorni scorsi, diverse persone che hanno arricciato il naso di fronte a questa iniziativa con la motivazione che si tratta dei “referendum di Civati”.
Il quale sta sulle scatole a molti piddini perché dal loro partito è polemicamente uscito; ma non è amato neppure da tanti grillini perché lui comunque grillino non è: e anzi collabora con alcuni fuoriusciti del Movimento; infine viene visto con sospetto pure da diversi esponenti della sminuzzata galassia a sinistra del Pd, dove si passa sempre parecchio tempo a farsi le scarpe a vicenda su questioni di leadership (o altre ancora più inutili) anziché collaborare nel merito.
Peccato, ecco.
Peccato che si ragioni così, dico.
Perché sono solidamente convinto che buonissima parte degli elettori del M5S, non pochi elettori del Pd, quasi tutti quelli della sinistra radicale – e pure moltissimi tra coloro che non votano – se avessero la buona idea di guardare i contenuti di quei referendum si troverebbero d’accordo: se non su tutti i quesiti, di certo su più d’uno.
C’è un mese per smettere di ragionare in questo modo cretino, insomma per firmare a favore di quei contenuti: qui la mappa dei banchetti e degli uffici.
Ah, per trasparenza, con Civati mi sono trovato e mi trovo anch’io talvolta in disaccordo, su diverse cose: ad esempio, non sono affatto sicuro che fare mille partitini ciascuno attorno al suo leader sia il modo migliore per costruire qualcosa di alternativo al presente. Ma ovviamente firmo gli otto referendum. Del resto li firmerei anche se li proponesse Grillo, il Papa o mia zia.
Li firmo insomma perché è una cosa giusta.
Da gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/
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Re: I Referendum di Civati.
... un confronto, penso, utile.
Festa del Fatto a Roma, Civati, Di Maio, Giachetti e Rodotà.
Un confronto su Costituzione, riforme e referendum
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... m/1994022/
Festa del Fatto a Roma, Civati, Di Maio, Giachetti e Rodotà.
Un confronto su Costituzione, riforme e referendum
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... m/1994022/
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Re: I Referendum di Civati.
Scuola, comitati riuniti a Bologna: “Referendum per abolire le riforme degli ultimi 20 anni, da Berlinguer a Renzi”
L'iniziativa è stata organizzata dal comitato Lip (Per una legge di iniziativa popolare sulla scuola) e ha visto la partecipazione di sindacati, esponenti politici (Sel e M5S) e coordinamento docenti di tutta Italia: "Vogliamo riunire le forze per una consultazione dal basso entro il 2017"
di David Marceddu | 7 settembre 2015- F.Q.
Abrogare tutte le riforme degli ultimi venti anni: da quelle del ministro Berlinguer alla cosiddetta Buona scuola targata Matteo Renzi e Stefania Giannini. È un referendum, da organizzare verosimilmente per il 2016-2017, l’obiettivo della due giorni di Bologna, organizzata dal comitato Lip (Per una legge di iniziativa popolare sulla scuola). “Dalla legge sulla parità scolastica voluta da Luigi Berlinguer, tutte le riforme successive sono andate nella direzione di privatizzare il più possibile: aiutare le scuole private già esistenti con sostegni economici e togliere alla pubblica, questo è stato il segno costante e coerente”, spiega a ilfattoquotidiano.it Giovanni Cocchi, uno degli animatori del comitato. “Lo vediamo anche con il governo Renzi: lo school bonus, la ventilata detrazione fiscale, sono idee di questo segno”.
Tuttavia sulla scelta referendaria qualche dubbio c’è ancora in seno al comitato, che fino a due mesi fa aveva lottato contro la riforma della Buona scuola poi passata a colpi di voti di fiducia in parlamento. La paura che serpeggia tra i docenti è quella dell’astensionismo. E un flop alle urne significherebbe la fine di ogni opposizione alle politiche scolastiche del governo. “Raccogliere le firme non è difficile – spiega Cocchi – ma raggiungere un quorum e vincere no. Prima di tutto dobbiamo fare in modo che questa non sia vissuta come una consultazione a difesa della categoria o di presunti privilegi degli insegnanti: altrimenti non andremmo lontano e non trasmetteremmo il messaggio giusto. Non è una questione che riguarda noi, il nostro stipendio o la nostra paura di essere giudicati. Il messaggio dovrà essere quello di abrogare una legge che crea diversità tra scuola e scuola”.
Pubblicità
Non è un caso che all’incontro di Bologna siano stati invitati la Fiom- Cgil, l’associazione Libertà e Giustizia, il Comitato per l’acqua bene comune. E all’incontro c’erano politici di Sinistra ecologia e libertà, del Movimento 5 stelle. Per portare la gente al voto e scongiurare un astensionismo di massa, per ripetere l’affluenza massiccia alle urne del 2011, potrebbe essere necessario avere più quesiti e non solo quello sulla scuola. Del resto già nei mesi scorsi il segretario dei metalmeccanici Cgil Maurizio Landini aveva lanciato l’idea di un referendum abrogativo sull’altra legge cardine del governo di Matteo Renzi: il Jobs act. “Purtroppo le leggi di questo governo vanno verso la logica dell’uomo solo al comando della mancanza di controllo”, ribadisce Cocchi. Che tuttavia non sembra avere fretta: “Siccome nessuno ci corre dietro, da qui al settembre 2016, l’obiettivo è di istruire il percorso referendario e ritrovarsi alla fine dell’inverno per decidere se si sono create le condizioni giuste per andare avanti. A quel punto la raccolta delle firme sarà in primavera. E ne vorremo raccogliere tante”.
Infine Cocchi torna sulla questione dei migliaia di insegnanti che in questi giorni sono costretti a emigrare in altre regioni, lontano da casa, per ottenere una stabilizzazione: “Era possibile, tramite un numero maggiori di assunzioni programmate risolvere la cosa in due o tre anni senza dovere chiedere sacrifici disumani a queste persone. Le cattedre vicino a casa ci sono sempre state e sono quelle che questi insegnanti ricoprivano fino allo scorso anno”.
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Ma sono a conoscenza che esistono già le proèposte referendarie di " POSSIBILE" ?
L'iniziativa è stata organizzata dal comitato Lip (Per una legge di iniziativa popolare sulla scuola) e ha visto la partecipazione di sindacati, esponenti politici (Sel e M5S) e coordinamento docenti di tutta Italia: "Vogliamo riunire le forze per una consultazione dal basso entro il 2017"
di David Marceddu | 7 settembre 2015- F.Q.
Abrogare tutte le riforme degli ultimi venti anni: da quelle del ministro Berlinguer alla cosiddetta Buona scuola targata Matteo Renzi e Stefania Giannini. È un referendum, da organizzare verosimilmente per il 2016-2017, l’obiettivo della due giorni di Bologna, organizzata dal comitato Lip (Per una legge di iniziativa popolare sulla scuola). “Dalla legge sulla parità scolastica voluta da Luigi Berlinguer, tutte le riforme successive sono andate nella direzione di privatizzare il più possibile: aiutare le scuole private già esistenti con sostegni economici e togliere alla pubblica, questo è stato il segno costante e coerente”, spiega a ilfattoquotidiano.it Giovanni Cocchi, uno degli animatori del comitato. “Lo vediamo anche con il governo Renzi: lo school bonus, la ventilata detrazione fiscale, sono idee di questo segno”.
Tuttavia sulla scelta referendaria qualche dubbio c’è ancora in seno al comitato, che fino a due mesi fa aveva lottato contro la riforma della Buona scuola poi passata a colpi di voti di fiducia in parlamento. La paura che serpeggia tra i docenti è quella dell’astensionismo. E un flop alle urne significherebbe la fine di ogni opposizione alle politiche scolastiche del governo. “Raccogliere le firme non è difficile – spiega Cocchi – ma raggiungere un quorum e vincere no. Prima di tutto dobbiamo fare in modo che questa non sia vissuta come una consultazione a difesa della categoria o di presunti privilegi degli insegnanti: altrimenti non andremmo lontano e non trasmetteremmo il messaggio giusto. Non è una questione che riguarda noi, il nostro stipendio o la nostra paura di essere giudicati. Il messaggio dovrà essere quello di abrogare una legge che crea diversità tra scuola e scuola”.
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Non è un caso che all’incontro di Bologna siano stati invitati la Fiom- Cgil, l’associazione Libertà e Giustizia, il Comitato per l’acqua bene comune. E all’incontro c’erano politici di Sinistra ecologia e libertà, del Movimento 5 stelle. Per portare la gente al voto e scongiurare un astensionismo di massa, per ripetere l’affluenza massiccia alle urne del 2011, potrebbe essere necessario avere più quesiti e non solo quello sulla scuola. Del resto già nei mesi scorsi il segretario dei metalmeccanici Cgil Maurizio Landini aveva lanciato l’idea di un referendum abrogativo sull’altra legge cardine del governo di Matteo Renzi: il Jobs act. “Purtroppo le leggi di questo governo vanno verso la logica dell’uomo solo al comando della mancanza di controllo”, ribadisce Cocchi. Che tuttavia non sembra avere fretta: “Siccome nessuno ci corre dietro, da qui al settembre 2016, l’obiettivo è di istruire il percorso referendario e ritrovarsi alla fine dell’inverno per decidere se si sono create le condizioni giuste per andare avanti. A quel punto la raccolta delle firme sarà in primavera. E ne vorremo raccogliere tante”.
Infine Cocchi torna sulla questione dei migliaia di insegnanti che in questi giorni sono costretti a emigrare in altre regioni, lontano da casa, per ottenere una stabilizzazione: “Era possibile, tramite un numero maggiori di assunzioni programmate risolvere la cosa in due o tre anni senza dovere chiedere sacrifici disumani a queste persone. Le cattedre vicino a casa ci sono sempre state e sono quelle che questi insegnanti ricoprivano fino allo scorso anno”.
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Ma sono a conoscenza che esistono già le proèposte referendarie di " POSSIBILE" ?
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Re: I Referendum di Civati.
non sono riuscito a trovare il resoconto del confronto ma solo l'annuncioerding ha scritto:... un confronto, penso, utile.
Festa del Fatto a Roma, Civati, Di Maio, Giachetti e Rodotà.
Un confronto su Costituzione, riforme e referendum
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... m/1994022/
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Re: I Referendum di Civati.
Buon giorno, cosa intendi per resoconto?iospero ha scritto:non sono riuscito a trovare il resoconto del confronto ma solo l'annuncioerding ha scritto:... un confronto, penso, utile.
Festa del Fatto a Roma, Civati, Di Maio, Giachetti e Rodotà.
Un confronto su Costituzione, riforme e referendum
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... m/1994022/
Al link che ho segnalato c'è un video di 1:23:56 sul tema citato con uno straordinario Rodotà.
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