SOS ambiente-in Italia e nel mondo
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
“Imparare a vivere su un unico pianeta: Verso il Summit Rio+20”
- Roma 30 marzo Forum 21/3/2012 -
incontro con ACHIM STEINER sottosegretario Generale delle Nazioni Unite e Direttore esecutivo dell’UNEP
Nel suo unico appuntamento italiano prima del vertice ONU sullo Sviluppo Sostenibile di giugno, Steiner spiegherà perché la Green Economy
(a cui non a caso è dedicato l’omonimo rapporto 2011 dell’UNEP)
è la chiave di volta per riemergere dalla crisi economica mondiale e per riprogrammare, per noi e per le future generazioni, un’economia che non scinda il profitto da equità sociale e tutela dell’ambiente.
L’incontro, che anticipa i temi caldi in discussione al tavolo negoziale del vertice di Rio+20, rappresenta l’edizione 2012 della Aurelio Peccei Lecture, la lettura accademica intitolata all’indimenticabile fondatore del Club di Roma, organizzata da WWF Italia e Fondazione Aurelio Peccei.
http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?r ... &content=1
- Roma 30 marzo Forum 21/3/2012 -
incontro con ACHIM STEINER sottosegretario Generale delle Nazioni Unite e Direttore esecutivo dell’UNEP
Nel suo unico appuntamento italiano prima del vertice ONU sullo Sviluppo Sostenibile di giugno, Steiner spiegherà perché la Green Economy
(a cui non a caso è dedicato l’omonimo rapporto 2011 dell’UNEP)
è la chiave di volta per riemergere dalla crisi economica mondiale e per riprogrammare, per noi e per le future generazioni, un’economia che non scinda il profitto da equità sociale e tutela dell’ambiente.
L’incontro, che anticipa i temi caldi in discussione al tavolo negoziale del vertice di Rio+20, rappresenta l’edizione 2012 della Aurelio Peccei Lecture, la lettura accademica intitolata all’indimenticabile fondatore del Club di Roma, organizzata da WWF Italia e Fondazione Aurelio Peccei.
http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?r ... &content=1
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
Salviamo il futuro delle rinnovabili
Pubblicato il 16 aprile 2012
Il 18 aprile scendiamo in piazza per difendere il futuro delle energie pulite, rinnovabili, sicure.
Il mondo delle rinnovabili, le imprese nate in questi anni,
gli oltre 100mila nuovi occupati,
le Associazioni di settore e ambientaliste scenderanno in piazza per contrastare il pericolo di blocco del settore che si produrrà con i decreti sulle rinnovabili e sul quinto conto energia presentati recentemente dal Governo.
E perché non è accettabile che tali decisioni vengano prese senza un confronto trasparente e una seria analisi costi-benefici.
Soprattutto, chi protesterà chiede che le rinnovabili siano al centro del futuro energetico dell’Italia.
Invitiamo tutti a manifestare il 18 aprile a Roma
alle ore 11.00 in piazza Montecitorio
e ad aderire all’iniziativa scrivendo a:
energia@legambiente.it
(Aderisco alla manifestazione del 18 aprile - Salviamo il futuro delle rinnovabili).
Non fatevi ingannare dalla campagna mediatica che sta mettendo in luce solo i rischi
e gli impatti in bolletta delle forme alternative di energia e non i vantaggi per il Paese.
Leggi aumenti in bolletta e rinnovabili.
http://www.legambiente.it/contenuti/art ... innovabili
Pubblicato il 16 aprile 2012
Il 18 aprile scendiamo in piazza per difendere il futuro delle energie pulite, rinnovabili, sicure.
Il mondo delle rinnovabili, le imprese nate in questi anni,
gli oltre 100mila nuovi occupati,
le Associazioni di settore e ambientaliste scenderanno in piazza per contrastare il pericolo di blocco del settore che si produrrà con i decreti sulle rinnovabili e sul quinto conto energia presentati recentemente dal Governo.
E perché non è accettabile che tali decisioni vengano prese senza un confronto trasparente e una seria analisi costi-benefici.
Soprattutto, chi protesterà chiede che le rinnovabili siano al centro del futuro energetico dell’Italia.
Invitiamo tutti a manifestare il 18 aprile a Roma
alle ore 11.00 in piazza Montecitorio
e ad aderire all’iniziativa scrivendo a:
energia@legambiente.it
(Aderisco alla manifestazione del 18 aprile - Salviamo il futuro delle rinnovabili).
Non fatevi ingannare dalla campagna mediatica che sta mettendo in luce solo i rischi
e gli impatti in bolletta delle forme alternative di energia e non i vantaggi per il Paese.
Leggi aumenti in bolletta e rinnovabili.
http://www.legambiente.it/contenuti/art ... innovabili
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
Sicilia: 60% di elettricità da rinnovabili.
Il sole e il vento battono il petrolio e trascinano verso il basso il costo dell’elettricità. Certo per ora è solo un fotogramma di un film che ha un altro esito, ma è un fotogramma che fino a pochi anni fa non esisteva e che negli ultimi tempi si ripete con frequenza crescente. Il cameraman che ha scattato queste immagini del sistema Italia è qualificato. Si chiama Terna e le ha rese note oggi in un convegno organizzato dal Gse su una ricerca condotta da Althesys sui vantaggi delle fonti rinnovabili.
Tra le ore 13 e le 14 di Pasquetta, il 64% dell’energia prodotta in Italia è arrivata dalle rinnovabili. In Sicilia questa percentuale ha raggiunto il 94% e si è attestata sul 60% come media della giornata. Risultato: il prezzo dell’energia in Sicilia, nel momento di picco, era pari a 0.
Vale la pena riflettere anche su un secondo elemento, sempre offerto da Terna: per ogni punto percentuale in più di energia da fonti rinnovabili il prezzo dell’elettricità scende di 2 euro per megawattora.
Mettendo assieme questi elementi – e la loro somma che come ha ricordato l’amministratore delegato del Gse Nando Pasquali dà una media annua del 26% di elettricità da rinnovabili – si ha il quadro del vero dibattito che c’è dietro la guerra degli incentivi.
La posta in gioco non è un sostegno più o meno forte all’eolico piuttosto che al fotovoltaico o alle biomasse. La posta in gioco, come ripete puntualmente il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, è una rivoluzione del sistema energetico che prevede la progressiva riduzione sia dei fossili che delle grandi centrali per far spazio all’efficienza, alle rinnovabili, alla generazione distribuita, alle smart grid, alle case bioclimatiche, all’accumulo dell’energia attraverso vari sistemi (dall’idrogeno alle batterie delle auto elettriche). E’ un processo di portata epocale che vede la riallocazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro e di una quota importante del Pil.
Come in tutte le rivoluzioni ci saranno vincitori e perdenti. E’ comprensibile che chi oggi gioca in posizione oligopolista nel mercato dell’energia sia preoccupato dai cambiamenti. Ma visto che questi cambiamenti avvengono su scala globale (con un investimento attorno ai 250 miliardi di dollari in crescita anno dopo anno) frenare mentre il mondo accelera alla lunga non conviene a nessuno, nemmeno a chi pensa di guadagnare nell’immediato.
http://cianciullo.blogautore.repubblica ... nnovabili/
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quanto sopra su segnalazione di @amadeus..thanks ma'am.
Il sole e il vento battono il petrolio e trascinano verso il basso il costo dell’elettricità. Certo per ora è solo un fotogramma di un film che ha un altro esito, ma è un fotogramma che fino a pochi anni fa non esisteva e che negli ultimi tempi si ripete con frequenza crescente. Il cameraman che ha scattato queste immagini del sistema Italia è qualificato. Si chiama Terna e le ha rese note oggi in un convegno organizzato dal Gse su una ricerca condotta da Althesys sui vantaggi delle fonti rinnovabili.
Tra le ore 13 e le 14 di Pasquetta, il 64% dell’energia prodotta in Italia è arrivata dalle rinnovabili. In Sicilia questa percentuale ha raggiunto il 94% e si è attestata sul 60% come media della giornata. Risultato: il prezzo dell’energia in Sicilia, nel momento di picco, era pari a 0.
Vale la pena riflettere anche su un secondo elemento, sempre offerto da Terna: per ogni punto percentuale in più di energia da fonti rinnovabili il prezzo dell’elettricità scende di 2 euro per megawattora.
Mettendo assieme questi elementi – e la loro somma che come ha ricordato l’amministratore delegato del Gse Nando Pasquali dà una media annua del 26% di elettricità da rinnovabili – si ha il quadro del vero dibattito che c’è dietro la guerra degli incentivi.
La posta in gioco non è un sostegno più o meno forte all’eolico piuttosto che al fotovoltaico o alle biomasse. La posta in gioco, come ripete puntualmente il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, è una rivoluzione del sistema energetico che prevede la progressiva riduzione sia dei fossili che delle grandi centrali per far spazio all’efficienza, alle rinnovabili, alla generazione distribuita, alle smart grid, alle case bioclimatiche, all’accumulo dell’energia attraverso vari sistemi (dall’idrogeno alle batterie delle auto elettriche). E’ un processo di portata epocale che vede la riallocazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro e di una quota importante del Pil.
Come in tutte le rivoluzioni ci saranno vincitori e perdenti. E’ comprensibile che chi oggi gioca in posizione oligopolista nel mercato dell’energia sia preoccupato dai cambiamenti. Ma visto che questi cambiamenti avvengono su scala globale (con un investimento attorno ai 250 miliardi di dollari in crescita anno dopo anno) frenare mentre il mondo accelera alla lunga non conviene a nessuno, nemmeno a chi pensa di guadagnare nell’immediato.
http://cianciullo.blogautore.repubblica ... nnovabili/
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quanto sopra su segnalazione di @amadeus..thanks ma'am.
Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
IL RACCONTO
Gli alberi perduti nel silenzio di Milano
Hai un solo modo per rimediare: rivestire di verde la strada
con un giardino dorato Ho letto dei platani abbattuti vicino
alla Stazione e mi chiedo: Giuliano, sei stato tu?
Ho letto una segnalazione sconcertante attraverso la rubrica curata da Isabella Bossi Fedrigotti sull'inserto milanese del Corriere della Sera da parte di Francesco Rossi, un ragazzo che trovandosi casualmente a passare nei pressi della Stazione Centrale, ha assistito all'ennesimo SCEMPIO milanese. «Mi soffermo - racconta il ragazzo - e vedo oltre una recinzione di cantiere, una fila sterminata di tronchi di ALBERI segati di netto alla base. Alcuni di questi secolari, il cui tronco misura oltre un metro di diametro. Non ho potuto fare a meno di fotografare l'orribile gesto, quasi come per chiedere aiuto almeno all'immagine di ciò che la mia macchina stava impressionando. Oltre a non realizzare nuovo verde come si dovrebbe» - dice amareggiato il ragazzo - «si continua a distruggere l'esistente con più di 100 anni di vita. Mi domando - insiste il ragazzo - chi ha autorizzato questa distruzione sotto gli occhi di tutti quei milanesi che come degli "IGNAVI" hanno fatto finta di non vedere una simile violenza».
Vedo le foto che ha scattato quel ragazzo e non posso crederci. Non posso credere che quel Sindaco con la faccia da bambino abbia potuto dare un ordine del genere. Anzi non ci credo. Giuliano sei stato tu?... No, dimmelo se sei stato tu, perché hai solo un modo per rimediare. Certo la SVISTA è madornale, se veramente è stata una svista, e comunque i milanesi sarebbero pronti a perdonarti se tu, nel luogo dove è avvenuto lo SCEMPIO, mettessi in atto ciò che nessun Sindaco ha mai avuto il coraggio di fare e che diventerebbe il più bel messaggio contro la CEMENTIFICAZIONE ARMATA. La cosa da fare nella zona martoriata, bada bene, non solo nello spazio dove c'è stata la strage dei Platani (la vendetta contro l'involontario peccato di promiscuità) richiede qualcosa in più. Qualcosa che a questo punto coinvolga per intero la strada incriminata, ove per tutta la sua larghezza, dal muro della stazione a quello del palazzo di fronte e quindi per tutta la sua lunghezza, sia rivestita di VERDE, dove né i pullman né le macchine potranno avere accesso. Con una pista ciclabile di colore arancione dai bordi viola chiaro, che per la gioia dei passanti diventerebbe il «Giardino dorato» dei bambini. Quei bambini a cui la città del cemento proibisce di giocare.
Mi rendo conto di ciò che ti chiedo, lo so non è facile. E forse anche in questo caso, come si usa dire, non tutti i mali vengono per nuocere. Il sacrificio di quei Platani potrebbe diventare il grande richiamo di una svolta importante che solo un Sindaco può fare. Un Sindaco che non ha paura anche se rischia di essere cacciato. La confusione nella quale si trova non soltanto l'Italia, ma l'intero pianeta, è tale che non possiamo più aspettare caro Giuliano. Un pensiero che ormai coltivo da tempo e che stranamente sembra essere certificato da una stupenda frase che avevo letto su un libro di cui ora non ricordo il titolo, ma che mi colpì a tal punto che la imparai a memoria: «Nulla, eccetto il cuore egoistico dell'uomo, vive solo per sé. Né l'uccello che fende l'aria né l'animale che si muove sul terreno: tutti si rendono utili ad altre vite. Non vi è foglia della foresta o umile filo d'erba che non svolga il suo compito. Ogni albero, arbusto o foglia elabora e trasmette quegli elementi di vita senza i quali non potrebbero sussistere né uomini né animali» .
Ecco una cosa per la quale l'uomo moderno ha smarrito la strada. Il senso della bellezza. Quella bellezza che ci tiene in vita solo se ci rendiamo utili ad altre vite. Caro Giuliano, a chiederti questo piccolo sacrificio colorato di verde non sono soltanto io e neanche le tante vite che abitano a Milano, forse ancora non ti sei accorto, ma è l'intero paese che da tempo attende che qualcuno da qualche parte dell'Italia abbia la Beata sfrontatezza di metterci la faccia su un gesto che potrebbe sigillare l'INIZIO del cambiamento.
Quel cambiamento che ci distoglie dal cancro del cemento utilizzato solo per fare soldi. Quel cambiamento che ci accomuna nella BELLEZZA dei paesaggi dove persino l'economia, in funzione di ESSA, può rifiorire. Poveri illusi quei governatori e politici che credono nel miracolo economico. Le cose andranno sempre peggio perché nessuno ha il coraggio di rivoltare le tasche e scuotere la polvere che ha corrotto l'intero vestito.
I discorsi ormai si accavallano in preda a uno stato confusionale in un turbinio di nomi e nomignoli che sembrano aver perso il senso del loro significato. Politica, Spread, Antipolitica, Rimborso, Finanziamento. Ognuno si accalora per avere il primato di chi ce lo spiega PEGGIO.
Mentre invece basterebbe fermarsi. Anche se questo, da principio, ci può costare in sacrifici e perdite di denaro. Che non sono certo quei sacrifici che ci impone il Governo Monti quando commette il grave errore di aumentare l'unica cosa che invece dovrebbe essere drasticamente abbassata. Le tasse. «Ma aumenta il debito pubblico» dice lui, può darsi. Ma forse è arrivato il momento di fregarsene. Nel senso che bisogna pensare una cosa alla volta. Il costo attuale delle tasse blocca gli investimenti delle piccole e medie imprese, impedisce al cittadino di spendere, di consumare e la famosa crescita tanto invocata anche dalle formiche non potrà che recedere. Certo, abbassando le tasse il debito pubblico aumenta, in quanto lo Stato si scontra non solo con i problemi che comportano una minore entrata nelle casse dello Stato, ma soprattutto si scontra con quell'arco di TEMPO necessario affinché gli italiani, tutti insieme, raggiungano le condizioni di normale regime per tornare a spendere e consumare. A quel punto il debito pubblico non può che diminuire. Perché se si spende di più significa che si guadagna di più: e se si guadagna di più anche lo Stato incasserà di più.
Ciao Giuliano, hai l'opportunità di mettere la sveglia dove l'ora ancora non è in ritardo. Lo stesso gesto fatto fra qualche tempo, potrebbe non avere la stessa forza.
Adriano Celentano
21 aprile 2012 | 8:21
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 6341.shtml
Gli alberi perduti nel silenzio di Milano
Hai un solo modo per rimediare: rivestire di verde la strada
con un giardino dorato Ho letto dei platani abbattuti vicino
alla Stazione e mi chiedo: Giuliano, sei stato tu?
Ho letto una segnalazione sconcertante attraverso la rubrica curata da Isabella Bossi Fedrigotti sull'inserto milanese del Corriere della Sera da parte di Francesco Rossi, un ragazzo che trovandosi casualmente a passare nei pressi della Stazione Centrale, ha assistito all'ennesimo SCEMPIO milanese. «Mi soffermo - racconta il ragazzo - e vedo oltre una recinzione di cantiere, una fila sterminata di tronchi di ALBERI segati di netto alla base. Alcuni di questi secolari, il cui tronco misura oltre un metro di diametro. Non ho potuto fare a meno di fotografare l'orribile gesto, quasi come per chiedere aiuto almeno all'immagine di ciò che la mia macchina stava impressionando. Oltre a non realizzare nuovo verde come si dovrebbe» - dice amareggiato il ragazzo - «si continua a distruggere l'esistente con più di 100 anni di vita. Mi domando - insiste il ragazzo - chi ha autorizzato questa distruzione sotto gli occhi di tutti quei milanesi che come degli "IGNAVI" hanno fatto finta di non vedere una simile violenza».
Vedo le foto che ha scattato quel ragazzo e non posso crederci. Non posso credere che quel Sindaco con la faccia da bambino abbia potuto dare un ordine del genere. Anzi non ci credo. Giuliano sei stato tu?... No, dimmelo se sei stato tu, perché hai solo un modo per rimediare. Certo la SVISTA è madornale, se veramente è stata una svista, e comunque i milanesi sarebbero pronti a perdonarti se tu, nel luogo dove è avvenuto lo SCEMPIO, mettessi in atto ciò che nessun Sindaco ha mai avuto il coraggio di fare e che diventerebbe il più bel messaggio contro la CEMENTIFICAZIONE ARMATA. La cosa da fare nella zona martoriata, bada bene, non solo nello spazio dove c'è stata la strage dei Platani (la vendetta contro l'involontario peccato di promiscuità) richiede qualcosa in più. Qualcosa che a questo punto coinvolga per intero la strada incriminata, ove per tutta la sua larghezza, dal muro della stazione a quello del palazzo di fronte e quindi per tutta la sua lunghezza, sia rivestita di VERDE, dove né i pullman né le macchine potranno avere accesso. Con una pista ciclabile di colore arancione dai bordi viola chiaro, che per la gioia dei passanti diventerebbe il «Giardino dorato» dei bambini. Quei bambini a cui la città del cemento proibisce di giocare.
Mi rendo conto di ciò che ti chiedo, lo so non è facile. E forse anche in questo caso, come si usa dire, non tutti i mali vengono per nuocere. Il sacrificio di quei Platani potrebbe diventare il grande richiamo di una svolta importante che solo un Sindaco può fare. Un Sindaco che non ha paura anche se rischia di essere cacciato. La confusione nella quale si trova non soltanto l'Italia, ma l'intero pianeta, è tale che non possiamo più aspettare caro Giuliano. Un pensiero che ormai coltivo da tempo e che stranamente sembra essere certificato da una stupenda frase che avevo letto su un libro di cui ora non ricordo il titolo, ma che mi colpì a tal punto che la imparai a memoria: «Nulla, eccetto il cuore egoistico dell'uomo, vive solo per sé. Né l'uccello che fende l'aria né l'animale che si muove sul terreno: tutti si rendono utili ad altre vite. Non vi è foglia della foresta o umile filo d'erba che non svolga il suo compito. Ogni albero, arbusto o foglia elabora e trasmette quegli elementi di vita senza i quali non potrebbero sussistere né uomini né animali» .
Ecco una cosa per la quale l'uomo moderno ha smarrito la strada. Il senso della bellezza. Quella bellezza che ci tiene in vita solo se ci rendiamo utili ad altre vite. Caro Giuliano, a chiederti questo piccolo sacrificio colorato di verde non sono soltanto io e neanche le tante vite che abitano a Milano, forse ancora non ti sei accorto, ma è l'intero paese che da tempo attende che qualcuno da qualche parte dell'Italia abbia la Beata sfrontatezza di metterci la faccia su un gesto che potrebbe sigillare l'INIZIO del cambiamento.
Quel cambiamento che ci distoglie dal cancro del cemento utilizzato solo per fare soldi. Quel cambiamento che ci accomuna nella BELLEZZA dei paesaggi dove persino l'economia, in funzione di ESSA, può rifiorire. Poveri illusi quei governatori e politici che credono nel miracolo economico. Le cose andranno sempre peggio perché nessuno ha il coraggio di rivoltare le tasche e scuotere la polvere che ha corrotto l'intero vestito.
I discorsi ormai si accavallano in preda a uno stato confusionale in un turbinio di nomi e nomignoli che sembrano aver perso il senso del loro significato. Politica, Spread, Antipolitica, Rimborso, Finanziamento. Ognuno si accalora per avere il primato di chi ce lo spiega PEGGIO.
Mentre invece basterebbe fermarsi. Anche se questo, da principio, ci può costare in sacrifici e perdite di denaro. Che non sono certo quei sacrifici che ci impone il Governo Monti quando commette il grave errore di aumentare l'unica cosa che invece dovrebbe essere drasticamente abbassata. Le tasse. «Ma aumenta il debito pubblico» dice lui, può darsi. Ma forse è arrivato il momento di fregarsene. Nel senso che bisogna pensare una cosa alla volta. Il costo attuale delle tasse blocca gli investimenti delle piccole e medie imprese, impedisce al cittadino di spendere, di consumare e la famosa crescita tanto invocata anche dalle formiche non potrà che recedere. Certo, abbassando le tasse il debito pubblico aumenta, in quanto lo Stato si scontra non solo con i problemi che comportano una minore entrata nelle casse dello Stato, ma soprattutto si scontra con quell'arco di TEMPO necessario affinché gli italiani, tutti insieme, raggiungano le condizioni di normale regime per tornare a spendere e consumare. A quel punto il debito pubblico non può che diminuire. Perché se si spende di più significa che si guadagna di più: e se si guadagna di più anche lo Stato incasserà di più.
Ciao Giuliano, hai l'opportunità di mettere la sveglia dove l'ora ancora non è in ritardo. Lo stesso gesto fatto fra qualche tempo, potrebbe non avere la stessa forza.
Adriano Celentano
21 aprile 2012 | 8:21
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 6341.shtml
Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
22/04/2012 -
Earth Day 2012,
Robert Kennedy Jr: "Altro che ambiente, questa è una battaglia per la democrazia"
«Le guerre più sanguinose degli ultimi 50 anni si sono combattute per l’acqua.
E con il petrolio finanziamo l’una e l’altra parte in causa nella guerra al terrorismo»
PAOLO MASTROLILLI
NEW YORK
Certe cose hanno radici profonde: «Quando ero bambino - racconta Robert Kennedy junior - mio padre mi portava in kayak nei posti più belli d’America. Non dimenticherò mai un viaggio che facemmo insieme, scendendo lungo il fiume Colorado».
Suo padre Bob fu ucciso a Los Angeles quando lui aveva quattordici anni e Robert da grande è diventato un ambientalista che si batte prima di tutto per la difesa dell’acqua: «Ci sono cresciuto dentro, anche quando passavamo le estati con tutta la famiglia a Cape Cod. È una passione».
Lei è presidente della Waterkeeper Alliance, con cui state salvando fiumi, laghi e comunità marine di mezza America: non c’è anche una motivazione politica?
«Negli Stati Uniti diciamo che il whiskey serve per bere, e l’acqua per fare la guerra. Forse il grande pubblico non se n’è accorto, perché i media ne parlano poco, ma alcune delle guerre più sanguinose degli ultimi cinquant’anni sono state combattute per il controllo di questa risorsa essenziale».
Continuiamo a sprecarla?
«Le faccio un esempio. In questo momento mi trovo in mezzo al deserto tra Las Vegas e Los Angeles, perché stiamo costruendo una centrale elettrica ad energia solare. L’acqua con cui ho fatto la doccia stamattina veniva dal fiume Colorado, e probabilmente era già stata purificata e riciclata cinque o sei volte. Questo utilizzo delle risorse è intelligente, ma il problema è che prendendo dal fiume l’acqua per alimentare un’intera città nel deserto, il Colorado ormai non riesce più ad arrivare all’oceano. Nel Mar di Cortez, dove sfociava all’epoca del viaggio con mio padre, c’era una magnifica specie di delfino che l’anno scorso si è estinta. Per sopravvivere aveva bisogno dell’acqua del fiume, ma noi uomini gliel’abbiamo tolta. Quando si violenta la natura, c’è sempre un prezzo da pagare».
Cioè?
«Se continueremo così, fra trent’anni metà delle specie animali esistenti oggi saranno estinte. Lei mi dirà che a poche persone importa la sorte del delfino nel Mar di Cortez, ma io le rispondo che la stragrande maggioranza degli esseri umani non andrà mai al Louvre per vedere la Gioconda: se però domani il dipinto più famoso di Leonardo bruciasse, diventeremmo tutti più poveri».
Le sembra una ragione sufficiente per convincere gli uomini a cambiare abitudini?
«Per alcuni sì. Agli altri dico che un americano su sei è contaminato e ha problemi di salute, a causa dell’inquinamento dell’acqua con il mercurio. Dico che gli attacchi di asma si sono moltiplicati negli ultimi anni, a causa dell’uso del carbone e di altri combustibili fossili. Dico che bruciare il petrolio produce il riscaldamento globale, che non sta spingendo verso l’estinzione solo gli animali, ma minaccia anche noi uomini perché riduce le risorse idriche a disposizione. Se ci fosse qualcuno ancora non convinto, mi rivolgerei ai patrioti americani con questo argomento: lo sapete che stiamo finanziando entrambe le parti impegnate nella guerra al terrorismo? Da un lato, infatti, diamo al Pentagono i soldi per interventi come l’Iraq e l’Afghanistan, che servono solo a garantirci l’accesso ai paesi dove si estrae il greggio; dall’altro, spendiamo un miliardo al giorno per acquistare il petrolio da questi stessi paesi, e una buona parte dei soldi finisce poi nelle tasche di chi ci attacca. Finanziamo nazioni che non condividono i valori su cui si basano gli Stati Uniti, e poi per difenderci dobbiamo fare guerre, torturare persone, incarcerare avversari, e farci nemici in tutto il mondo».
Quale alternativa suggerisce?
«Le ho detto che con la compagnia di venture capital VantagePoint stiamo costruendo nel deserto tra Nevada e Arizona una centrale elettrica fotovoltaica da 2,7 gigawatt. Realizzarla costa quindici volte in meno di un impianto nucleare, e ancora meno che far funzionare quelli alimentati a carbone o petrolio, perché il sole sorge gratis ogni giorno. La rivista “Scientific American” ha pubblicato uno studio, secondo cui se costruissimo una centrale di questo tipo lunga 75 miglia per 75, produrremmo energia sufficiente a coprire l’intero fabbisogno degli Usa. Naturalmente non sarebbe un progetto ragionevole, perché basterebbe una giornata nuvolosa per provocare un black-out nazionale. Ma il punto è che, diversificando, abbiamo abbastanza fonti alternative, solari, eoliche, idriche, per fare a meno dei combustibili fossili tradizionali e del nucleare. Gli Usa non lo vogliono capire, ma sa chi invece ci è arrivato? La Cina, che investe 750 miliardi all’anno nelle rinnovabili perché sa che sono il futuro».
È questo il messaggio centrale del suo Earth Day?
«No, il messaggio centrale è che non si tratta di una battaglia per l’ambiente, ma per la democrazia. Se fossimo davvero un Paese governato dal popolo, queste soluzioni logiche sarebbero operative da tempo. Invece il governo è ostaggio delle potenti lobby del petrolio e del carbone, che resistono al cambiamento. La nostra democrazia è rotta, e non potremo salvarci fino a quando non l’avremo aggiustata».
http://www3.lastampa.it/focus/earth-day ... tp/451210/
Earth Day 2012,
Robert Kennedy Jr: "Altro che ambiente, questa è una battaglia per la democrazia"
«Le guerre più sanguinose degli ultimi 50 anni si sono combattute per l’acqua.
E con il petrolio finanziamo l’una e l’altra parte in causa nella guerra al terrorismo»
PAOLO MASTROLILLI
NEW YORK
Certe cose hanno radici profonde: «Quando ero bambino - racconta Robert Kennedy junior - mio padre mi portava in kayak nei posti più belli d’America. Non dimenticherò mai un viaggio che facemmo insieme, scendendo lungo il fiume Colorado».
Suo padre Bob fu ucciso a Los Angeles quando lui aveva quattordici anni e Robert da grande è diventato un ambientalista che si batte prima di tutto per la difesa dell’acqua: «Ci sono cresciuto dentro, anche quando passavamo le estati con tutta la famiglia a Cape Cod. È una passione».
Lei è presidente della Waterkeeper Alliance, con cui state salvando fiumi, laghi e comunità marine di mezza America: non c’è anche una motivazione politica?
«Negli Stati Uniti diciamo che il whiskey serve per bere, e l’acqua per fare la guerra. Forse il grande pubblico non se n’è accorto, perché i media ne parlano poco, ma alcune delle guerre più sanguinose degli ultimi cinquant’anni sono state combattute per il controllo di questa risorsa essenziale».
Continuiamo a sprecarla?
«Le faccio un esempio. In questo momento mi trovo in mezzo al deserto tra Las Vegas e Los Angeles, perché stiamo costruendo una centrale elettrica ad energia solare. L’acqua con cui ho fatto la doccia stamattina veniva dal fiume Colorado, e probabilmente era già stata purificata e riciclata cinque o sei volte. Questo utilizzo delle risorse è intelligente, ma il problema è che prendendo dal fiume l’acqua per alimentare un’intera città nel deserto, il Colorado ormai non riesce più ad arrivare all’oceano. Nel Mar di Cortez, dove sfociava all’epoca del viaggio con mio padre, c’era una magnifica specie di delfino che l’anno scorso si è estinta. Per sopravvivere aveva bisogno dell’acqua del fiume, ma noi uomini gliel’abbiamo tolta. Quando si violenta la natura, c’è sempre un prezzo da pagare».
Cioè?
«Se continueremo così, fra trent’anni metà delle specie animali esistenti oggi saranno estinte. Lei mi dirà che a poche persone importa la sorte del delfino nel Mar di Cortez, ma io le rispondo che la stragrande maggioranza degli esseri umani non andrà mai al Louvre per vedere la Gioconda: se però domani il dipinto più famoso di Leonardo bruciasse, diventeremmo tutti più poveri».
Le sembra una ragione sufficiente per convincere gli uomini a cambiare abitudini?
«Per alcuni sì. Agli altri dico che un americano su sei è contaminato e ha problemi di salute, a causa dell’inquinamento dell’acqua con il mercurio. Dico che gli attacchi di asma si sono moltiplicati negli ultimi anni, a causa dell’uso del carbone e di altri combustibili fossili. Dico che bruciare il petrolio produce il riscaldamento globale, che non sta spingendo verso l’estinzione solo gli animali, ma minaccia anche noi uomini perché riduce le risorse idriche a disposizione. Se ci fosse qualcuno ancora non convinto, mi rivolgerei ai patrioti americani con questo argomento: lo sapete che stiamo finanziando entrambe le parti impegnate nella guerra al terrorismo? Da un lato, infatti, diamo al Pentagono i soldi per interventi come l’Iraq e l’Afghanistan, che servono solo a garantirci l’accesso ai paesi dove si estrae il greggio; dall’altro, spendiamo un miliardo al giorno per acquistare il petrolio da questi stessi paesi, e una buona parte dei soldi finisce poi nelle tasche di chi ci attacca. Finanziamo nazioni che non condividono i valori su cui si basano gli Stati Uniti, e poi per difenderci dobbiamo fare guerre, torturare persone, incarcerare avversari, e farci nemici in tutto il mondo».
Quale alternativa suggerisce?
«Le ho detto che con la compagnia di venture capital VantagePoint stiamo costruendo nel deserto tra Nevada e Arizona una centrale elettrica fotovoltaica da 2,7 gigawatt. Realizzarla costa quindici volte in meno di un impianto nucleare, e ancora meno che far funzionare quelli alimentati a carbone o petrolio, perché il sole sorge gratis ogni giorno. La rivista “Scientific American” ha pubblicato uno studio, secondo cui se costruissimo una centrale di questo tipo lunga 75 miglia per 75, produrremmo energia sufficiente a coprire l’intero fabbisogno degli Usa. Naturalmente non sarebbe un progetto ragionevole, perché basterebbe una giornata nuvolosa per provocare un black-out nazionale. Ma il punto è che, diversificando, abbiamo abbastanza fonti alternative, solari, eoliche, idriche, per fare a meno dei combustibili fossili tradizionali e del nucleare. Gli Usa non lo vogliono capire, ma sa chi invece ci è arrivato? La Cina, che investe 750 miliardi all’anno nelle rinnovabili perché sa che sono il futuro».
È questo il messaggio centrale del suo Earth Day?
«No, il messaggio centrale è che non si tratta di una battaglia per l’ambiente, ma per la democrazia. Se fossimo davvero un Paese governato dal popolo, queste soluzioni logiche sarebbero operative da tempo. Invece il governo è ostaggio delle potenti lobby del petrolio e del carbone, che resistono al cambiamento. La nostra democrazia è rotta, e non potremo salvarci fino a quando non l’avremo aggiustata».
http://www3.lastampa.it/focus/earth-day ... tp/451210/
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
Quello che sta succedendo nella produzione di energia da fonti rinnovabili è GRAVE ed è grave l'assenza di informazione all'opinione pubblica sulla riduzione dei finanziamenti da parte del governo Monti, da 9 miliardi a 6...6,5 miliardi l'anno per il fotovoltaico per incrementare a 2,5...3 le altre forme idroelettrico, gas, biomasse..
Questi aiuti governativi andavano verso i privati e le piccole e medie aziende. Ora con il nuovo decreto hanno tirato dentro la produzione integrata da gas e biomasse, quindi rientra anche Enel a spartirsi la torta.
da un articolo apparso su Avvenire:
Da quando? La "scaletta" prevede due scadenze diverse: il nuovo sistema entrerà in vigore al superamento (previsto fra luglio e ottobre prossimi) della soglia di 6 miliardi di aiuti pubblici per il fotovoltaico da energia solare, che dovrebbe stabilizzarsi poi sui 6,5 l’anno; e il 1° gennaio 2013 per il non fotovoltaico (idroelettrico, geotermico, eolico, da biomasse e biogas), che assorbirà gran parte dei nuovi incentivi (2,5 su 3 miliardi). Questo proprio per suddividerli in modo più bilanciato senza avvantaggiare troppo il fotovoltaico, dove siamo già il secondo mercato mondiale dopo la Germania e abbiamo prodotto nel 2011 6 volte tanto l’energia fabbricata negli Usa. In generale si tenderà a un maggior allineamento degli incentivi rispetto alla media Ue: a esempio, quelli sui mini-impianti a energia solare caleranno da 352 a 237 euro a Mwh, rispetto ai 224 del Regno Unito (in corso di revisione) e ai 110 della Germania.
La scommessa forte è però quella sullo stop alle impennate delle tariffe in bolletta. «Non ci saranno più "effetti-gradino" verso l’alto, ma una stabilizzazione degli effetti», ha detto Passera. I tecnici hanno spiegato che il "segreto" sarà un «più equilibrato sistema di pianificazione dei volumi e delle quantità», tale da consentire una crescita degli impianti autorizzati in linea con lo sviluppo dei costi tecnologici (finora il fotovoltaico è cresciuto tantissimo e, ha sottolineato Clini, lo ha fatto «alimentando le tecnologie importate e senza favorire gli investimenti nazionali»). Per le procedure amministrative, sarà introdotto un sistema di aste al ribasso per i grandi impianti (superiori a 5 MV) e tramite registri di prenotazione per quelli medio-piccoli (sono invece esclusi dai registri i micro-impianti domestici). L’intero impianto, malgrado la scelta in teoria pro-rinnovabili, non soddisfa però i Verdi: per il leader Bonelli «il governo si conferma nemico dell’innovazione nell’energia». Per finire, Passera ha poi confermato il possibile arrivo di una "carbon tax" per le imprese: «Noi ci crediamo, è nella delega fiscale».[/size]
Anche noi in questo forum dobbiamo reagire.
Un altra costa che sta emergendo è che la tariffa bioraria che doveva garantire un risparmio a coloro che usavano l'elettricità di sera, adesso si è ribaltata, perchè le rinnovabili solare, ed in parte l'eolico producono di giorno mentre le tradizionali agiscono di sera. Siccome i produttori vedono un minor consumo totale la sera rispetto al giorno, quelle imprese che agiscono di sera sono svantaggiate, per cui sembra che gli sia stato riconosciuto un "overprice" sovraprezzo che ovviamente viene scaricato sul consumatore.
Tutto questo avviene senza che nessuno ne sappia niente tranne che un buon articolo di Enrico Mughetti sul ilsole24ore.
C'è stata una manifestazione giorni fa davanti Montecitorio con gli addetti al settore incavolati.
Pensare che in Sicilia si produce il 60% del fabbisogno isolano con le rinnovabili, intanto paghiamo tutti quanti, isolani compresi, la più cara bolletta d'Europa.
Augh
Questi aiuti governativi andavano verso i privati e le piccole e medie aziende. Ora con il nuovo decreto hanno tirato dentro la produzione integrata da gas e biomasse, quindi rientra anche Enel a spartirsi la torta.
da un articolo apparso su Avvenire:
Da quando? La "scaletta" prevede due scadenze diverse: il nuovo sistema entrerà in vigore al superamento (previsto fra luglio e ottobre prossimi) della soglia di 6 miliardi di aiuti pubblici per il fotovoltaico da energia solare, che dovrebbe stabilizzarsi poi sui 6,5 l’anno; e il 1° gennaio 2013 per il non fotovoltaico (idroelettrico, geotermico, eolico, da biomasse e biogas), che assorbirà gran parte dei nuovi incentivi (2,5 su 3 miliardi). Questo proprio per suddividerli in modo più bilanciato senza avvantaggiare troppo il fotovoltaico, dove siamo già il secondo mercato mondiale dopo la Germania e abbiamo prodotto nel 2011 6 volte tanto l’energia fabbricata negli Usa. In generale si tenderà a un maggior allineamento degli incentivi rispetto alla media Ue: a esempio, quelli sui mini-impianti a energia solare caleranno da 352 a 237 euro a Mwh, rispetto ai 224 del Regno Unito (in corso di revisione) e ai 110 della Germania.
La scommessa forte è però quella sullo stop alle impennate delle tariffe in bolletta. «Non ci saranno più "effetti-gradino" verso l’alto, ma una stabilizzazione degli effetti», ha detto Passera. I tecnici hanno spiegato che il "segreto" sarà un «più equilibrato sistema di pianificazione dei volumi e delle quantità», tale da consentire una crescita degli impianti autorizzati in linea con lo sviluppo dei costi tecnologici (finora il fotovoltaico è cresciuto tantissimo e, ha sottolineato Clini, lo ha fatto «alimentando le tecnologie importate e senza favorire gli investimenti nazionali»). Per le procedure amministrative, sarà introdotto un sistema di aste al ribasso per i grandi impianti (superiori a 5 MV) e tramite registri di prenotazione per quelli medio-piccoli (sono invece esclusi dai registri i micro-impianti domestici). L’intero impianto, malgrado la scelta in teoria pro-rinnovabili, non soddisfa però i Verdi: per il leader Bonelli «il governo si conferma nemico dell’innovazione nell’energia». Per finire, Passera ha poi confermato il possibile arrivo di una "carbon tax" per le imprese: «Noi ci crediamo, è nella delega fiscale».[/size]
Anche noi in questo forum dobbiamo reagire.
Un altra costa che sta emergendo è che la tariffa bioraria che doveva garantire un risparmio a coloro che usavano l'elettricità di sera, adesso si è ribaltata, perchè le rinnovabili solare, ed in parte l'eolico producono di giorno mentre le tradizionali agiscono di sera. Siccome i produttori vedono un minor consumo totale la sera rispetto al giorno, quelle imprese che agiscono di sera sono svantaggiate, per cui sembra che gli sia stato riconosciuto un "overprice" sovraprezzo che ovviamente viene scaricato sul consumatore.
Tutto questo avviene senza che nessuno ne sappia niente tranne che un buon articolo di Enrico Mughetti sul ilsole24ore.
C'è stata una manifestazione giorni fa davanti Montecitorio con gli addetti al settore incavolati.
Pensare che in Sicilia si produce il 60% del fabbisogno isolano con le rinnovabili, intanto paghiamo tutti quanti, isolani compresi, la più cara bolletta d'Europa.
Augh
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
AMBIENTE & VELENI | di Redazione Il Fatto Quotidiano | 22 aprile 2012
Giornata della Terra: in Italia crescono le foreste, ma spesso a danno dei terreni agricoli
I dati del Corpo Forestale dello Stato, diffusi da Coldiretti, dicono che negli ultimi vent'anni la superficie nazionale occupata da alberi è aumentata del 20 per cento, per un totale di 10 milioni 400 mila ettari. Un antidoto all'effetto serra e ai cambiamenti climatici. Ma parte dell'espansione avviene su campi un tempo coltivatiIn Italia ci sono sempre più foreste. Negli ultimi vent’anni la superficie nazionale occupata da alberi è aumentata di circa 1,7 milioni di ettari, segnando un più 20 per cento e raggiungendo un’estensione complessiva di oltre 10 milioni e 400 mila ettari. Una “good news” diffusa da Coldiretti in occasione della Giornata mondiale della terra, sulla base dei dati raccolti dal Corpo Forestale dello Stato. Anche se la “macchia verde” spesso si allarga in seguito all’abbandono di terreni coltivati.
Circa 12 miliardi di alberi coprono oltre un terzo della superficie nazionale (il 35 per cento) e costituiscono – sottolinea l’associazione di categoria degli agricoltori – il polmone verde dell’Italia con circa 200 alberi per ogni abitante. I boschi, infatti, assorbono anidride carbonica, il principale gas ad effetto serra, e sono fondamentali nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici in corso. La quantità di carbonio trattenuta nei tessuti, nei residui vegetali e nei suoli delle foreste, spiega Coldiretti, è pari a circa 1,2 miliardi di tonnellate, corrispondenti a 4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. I boschi hanno quindi un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto.
L’espansione “verde”, però, nasconde anche risvolti negativi: “Preoccupa che la crescita della superficie forestale avvenga in parte a danno dei terreni agricoli abbandonati”, precisa Coldiretti, “perché viene così persa superficie produttiva a fini alimentari, ma anche perché la crescita spontanea, dovuta principalmente all’abbandono delle aree rurali da parte dell’uomo, mette a rischio la sostenibilità del territorio per frane e incendi”.
Tra le regioni italiane più verdi spiccano le Marche, dove un terzo della superficie è coperta da boschi: 308 mila ettari, più del doppio rispetto agli anni Sessanta, quando gli ettari erano 140 mila. Gli alberi presenti, sottolinea Coldiretti Marche, sono in tutto 518 milioni, circa trecento a testa per ogni cittadini marchigiano.
Giornata della Terra: in Italia crescono le foreste, ma spesso a danno dei terreni agricoli
I dati del Corpo Forestale dello Stato, diffusi da Coldiretti, dicono che negli ultimi vent'anni la superficie nazionale occupata da alberi è aumentata del 20 per cento, per un totale di 10 milioni 400 mila ettari. Un antidoto all'effetto serra e ai cambiamenti climatici. Ma parte dell'espansione avviene su campi un tempo coltivatiIn Italia ci sono sempre più foreste. Negli ultimi vent’anni la superficie nazionale occupata da alberi è aumentata di circa 1,7 milioni di ettari, segnando un più 20 per cento e raggiungendo un’estensione complessiva di oltre 10 milioni e 400 mila ettari. Una “good news” diffusa da Coldiretti in occasione della Giornata mondiale della terra, sulla base dei dati raccolti dal Corpo Forestale dello Stato. Anche se la “macchia verde” spesso si allarga in seguito all’abbandono di terreni coltivati.
Circa 12 miliardi di alberi coprono oltre un terzo della superficie nazionale (il 35 per cento) e costituiscono – sottolinea l’associazione di categoria degli agricoltori – il polmone verde dell’Italia con circa 200 alberi per ogni abitante. I boschi, infatti, assorbono anidride carbonica, il principale gas ad effetto serra, e sono fondamentali nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici in corso. La quantità di carbonio trattenuta nei tessuti, nei residui vegetali e nei suoli delle foreste, spiega Coldiretti, è pari a circa 1,2 miliardi di tonnellate, corrispondenti a 4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. I boschi hanno quindi un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto.
L’espansione “verde”, però, nasconde anche risvolti negativi: “Preoccupa che la crescita della superficie forestale avvenga in parte a danno dei terreni agricoli abbandonati”, precisa Coldiretti, “perché viene così persa superficie produttiva a fini alimentari, ma anche perché la crescita spontanea, dovuta principalmente all’abbandono delle aree rurali da parte dell’uomo, mette a rischio la sostenibilità del territorio per frane e incendi”.
Tra le regioni italiane più verdi spiccano le Marche, dove un terzo della superficie è coperta da boschi: 308 mila ettari, più del doppio rispetto agli anni Sessanta, quando gli ettari erano 140 mila. Gli alberi presenti, sottolinea Coldiretti Marche, sono in tutto 518 milioni, circa trecento a testa per ogni cittadini marchigiano.
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
se il mondo fosse abitato da sole 100 persone,
come sarebbero tra di loro divise ricchezza,povertà,istruzione,libertà ecc..ecc..
al link una serie di slide molto interessanti:
http://video.unita.it/immagini/mondo/Se ... 13873.html
come sarebbero tra di loro divise ricchezza,povertà,istruzione,libertà ecc..ecc..
al link una serie di slide molto interessanti:
http://video.unita.it/immagini/mondo/Se ... 13873.html
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
Variante di valico, i costruttori:
"Inutilizzabile l'autostrada del Sole"
Perizia choc della ditta Toto in procura a Bologna. Il summit dal prefetto: avanti ma con più monitoraggi.
Si va avanti.
Con precise condizioni e raccomandazioni, i lavori della galleria di Ripoli della Variante di valico continueranno.
Il responso degli esperti esterni chiamati dal prefetto Angelo Tranfaglia
- Bernardo De Bernardinis dell'Ispra e Fausto Guzzetti del Cnr -
è stato reso pubblico ieri in Prefettura.
I tecnici rassicurano, viene esclusa l'esistenza di un disastro ambientale, ma intanto Toto Costruzioni, che sta scavando al lato Sud della galleria e che già da un anno ha posto con forza il tema dei rischi di questi lavori, ha inviato in Procura una perizia-choc.
Una perizia nella quale si sostiene che la pressione di milioni di metri cubi di frana che incombe sulle strutture della galleria e che già ha modificato di alcuni centimetri l'assetto dell'opera, nel corso degli anni renderà del tutto inutilizzabile l'autostrada che corre dentro la galleria.
I tecnici di Ispra e Irpi del Cnr dovevano rispondere alle domande del prefetto sui rischi attuali per l'incolumità delle persone.
Il pericolo di collasso, seppure basso, c'è, ma viene escluso "un crollo repentino" dell'intero versante. Siccome il problema di cui si occupa il prefetto è soprattutto l'incolumità delle persone, i tecnici affermano che gli scavi, ora interrotti da Pasqua possono così riprendere, pur con alcune
novità.
I monitoraggi saranno estesi e soprattutto collegati ad un sistema di allarme permanente. A Ripoli verrà installato un presidio di Protezione Civile e gli abitanti saranno chiamati a collaborare.
I tecnici raccomandano anche l'introduzione di tecniche di scavo che possano dare meno "disturbo" alla frana.
http://bologna.repubblica.it/cronaca/20 ... ef=HREC1-8
------------------------------------------
questa è la preparazione dei nostri tecnici addetti alle opere pubbliche.
e poi vogliono scavare un tunnel in una montagna d'amianto per fare la TAV...ma vafff...
"Inutilizzabile l'autostrada del Sole"
Perizia choc della ditta Toto in procura a Bologna. Il summit dal prefetto: avanti ma con più monitoraggi.
Si va avanti.
Con precise condizioni e raccomandazioni, i lavori della galleria di Ripoli della Variante di valico continueranno.
Il responso degli esperti esterni chiamati dal prefetto Angelo Tranfaglia
- Bernardo De Bernardinis dell'Ispra e Fausto Guzzetti del Cnr -
è stato reso pubblico ieri in Prefettura.
I tecnici rassicurano, viene esclusa l'esistenza di un disastro ambientale, ma intanto Toto Costruzioni, che sta scavando al lato Sud della galleria e che già da un anno ha posto con forza il tema dei rischi di questi lavori, ha inviato in Procura una perizia-choc.
Una perizia nella quale si sostiene che la pressione di milioni di metri cubi di frana che incombe sulle strutture della galleria e che già ha modificato di alcuni centimetri l'assetto dell'opera, nel corso degli anni renderà del tutto inutilizzabile l'autostrada che corre dentro la galleria.
I tecnici di Ispra e Irpi del Cnr dovevano rispondere alle domande del prefetto sui rischi attuali per l'incolumità delle persone.
Il pericolo di collasso, seppure basso, c'è, ma viene escluso "un crollo repentino" dell'intero versante. Siccome il problema di cui si occupa il prefetto è soprattutto l'incolumità delle persone, i tecnici affermano che gli scavi, ora interrotti da Pasqua possono così riprendere, pur con alcune
novità.
I monitoraggi saranno estesi e soprattutto collegati ad un sistema di allarme permanente. A Ripoli verrà installato un presidio di Protezione Civile e gli abitanti saranno chiamati a collaborare.
I tecnici raccomandano anche l'introduzione di tecniche di scavo che possano dare meno "disturbo" alla frana.
http://bologna.repubblica.it/cronaca/20 ... ef=HREC1-8
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questa è la preparazione dei nostri tecnici addetti alle opere pubbliche.
e poi vogliono scavare un tunnel in una montagna d'amianto per fare la TAV...ma vafff...
Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
Il Giappone spegne tutti i reattori
si rompe il tabù dell'"atomo buono"
Con la disattivazione dell'ultima centrale nucleare rimasta in funzione si avvia il processo di revisione e manutenzione imposto al governo in seguito alla catastrofe di Fukushima dopo lo tsunami. Un'occasione per affrontare un grande nodo mai risolto dopo la catastrofe di Hiroshima: la sicurezza del nucleare anche per fini civili
di RENATA PISU
Giappone, spento l'ultimo reattore
da oggi il paese senza nucleare
A poco più di un anno dalla catastrofe del terremoto e di Fukushima, oggi in Giappone è stato spento l'ultimo reattore in attività su 54 totali. Un sospiro di sollievo, una chiavetta che gira, dei pulsanti premuti in rapida successione, e il mostro è stato messo fuori combattimento. La data potrebbe entrare nella storia a segnare la rinuncia del Giappone al nucleare, come chiede un'opinione pubblica sempre più vigile che ha costretto il governo a rispettare lo svolgimento di lavori di manutenzione, obbligatori ogni tredici mesi, per ogni impianto. A questo il governo ha acconsentito e le centrali sono state disattivate una alla volta.
Per il momento sembra che nessuna riaprirà per sopperire alla scarsità di energia che già si fa sentire in un paese dove l'atomo contribuisce per un terzo al fabbisogno totale. E' assai improbabile infatti che gli impianti già revisionati possano tornare in funzione perché le autorità locali non intendono rilasciare le autorizzazioni, nemmeno in località come Fukui dove erano operanti 14 centrali, l'area più nuclearizzata al mondo. Anche lì la maggioranza della popolazione si è dichiarata contraria al loro ripristino, nonostante il fatto che l'industria atomica abbia riversato miliardi di yen e migliaia di posti di lavoro sul territorio.
Nessuno vuole più un lavoro del genere e nessuno si fida più di generiche garanzie di sicurezza
perché il governo dopo la catastrofe di Fukushima ha continuato a fornire risposte esitanti contribuendo a elevare la sensazione diffusa di allarme senza osare la strada di un referendum "all'italiana ", come ha auspicato il Premio Nobel per la letteratura Kenzaburo Oe. E a rendere sempre meno credibili le rassicurazioni della agenzie statali per l'energia, ha contribuito lo scandalo della compagnia elettrica Kyushu che nel luglio 2011, a quattro mesi dalla tragedia dello Tsunami, ha tentato di manipolare l'opinione pubblica avvalendosi di suoi impiegati che partecipavano a riunioni pubbliche fingendosi comuni cittadini favorevoli al nucleare. Che il governo magari potrebbe anche abbandonare, sostenevano, ma non così all'improvviso, gradualmente entro il 2030.
E' contro questo atteggiamento , "subdolo e tentennante", come ha detto la famosa scrittrice Harumi Setouchi, la novantenne monaca buddista nota in Italia per il suo romanzo "La virtù femminile", che centinaia e centinaia di persone, e lei è con loro, digiunano a Tokyo di fronte al Ministero del Commercio e dell'industria. Non vogliono che sia riattivata nemmeno una centrale, né oggi né in futuro. "Non ho mai visto il Giappone in condizioni peggiori" ha detto ieri Harumi Setouchi che ha conosciuto anche il Giappone del dopo Hiroshima e che quindi osa il raffronto tra catastrofi provocate dal nucleare che si è voluto ignorare: eppure, per forza, il nome Fukushima evoca quello di Hiroshima, ma è come se l'atomo "buono" , quello per uso civile, niente abbia a che fare con quello della bomba.
Da più parti in Giappone la gente comune chiede che il tabù che grava sulla catastrofe atomica venga finalmente rimosso: il paese è stato il primo a conoscere la morte per atomo "cattivo", come è stato il secondo, dopo Cernobyl, a subire le disastrose conseguenze dell'atomo "buono". Di Cernobyl in Giappone si parlò molto poco all'epoca, era un disastro dovuto alla pessima conduzione delle centrali sovietiche: da noi tutto è meglio, tutto è sicuro e perfetto, vantava il governo. Ora nessuno lo crede più, a Tokyo e in altre città sono in corso manifestazioni per dire un no definitivo al nucleare. Il Giappone si trova ad essere il primo e l'unico paese che potrebbe proporre con forza, purtroppo per diretta conoscenza, la messa al bando del nucleare. Sarebbe l'occasione per catapultare al primo posto della graduatoria della civiltà, quella vera e umana, non quella produttiva e tecnologica, un popolo che ha dato formidabili prove di resistenza e di coerenza ma che è sempre rimasto nell'ombra ogni qual volta si è trattato di far sentire la propria voce in difesa delle grandi cause, come se fosse ancora marchiato dalla colpa di una scelta sciagurata ( Pearl Harbour) e non osasse rialzare la testa. Il rifiuto dell'atomo, che è stato la sua disumana punizione, potrebbe oggi essere occasione di riscossa in nome di una umanità che forse, si spera, è cambiata: uscire dal nucleare in nome di Hiroshima e Fukushima. Sarebbe bello, sarebbe la fine di un cerchio vizioso..
(05 maggio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
si rompe il tabù dell'"atomo buono"
Con la disattivazione dell'ultima centrale nucleare rimasta in funzione si avvia il processo di revisione e manutenzione imposto al governo in seguito alla catastrofe di Fukushima dopo lo tsunami. Un'occasione per affrontare un grande nodo mai risolto dopo la catastrofe di Hiroshima: la sicurezza del nucleare anche per fini civili
di RENATA PISU
Giappone, spento l'ultimo reattore
da oggi il paese senza nucleare
A poco più di un anno dalla catastrofe del terremoto e di Fukushima, oggi in Giappone è stato spento l'ultimo reattore in attività su 54 totali. Un sospiro di sollievo, una chiavetta che gira, dei pulsanti premuti in rapida successione, e il mostro è stato messo fuori combattimento. La data potrebbe entrare nella storia a segnare la rinuncia del Giappone al nucleare, come chiede un'opinione pubblica sempre più vigile che ha costretto il governo a rispettare lo svolgimento di lavori di manutenzione, obbligatori ogni tredici mesi, per ogni impianto. A questo il governo ha acconsentito e le centrali sono state disattivate una alla volta.
Per il momento sembra che nessuna riaprirà per sopperire alla scarsità di energia che già si fa sentire in un paese dove l'atomo contribuisce per un terzo al fabbisogno totale. E' assai improbabile infatti che gli impianti già revisionati possano tornare in funzione perché le autorità locali non intendono rilasciare le autorizzazioni, nemmeno in località come Fukui dove erano operanti 14 centrali, l'area più nuclearizzata al mondo. Anche lì la maggioranza della popolazione si è dichiarata contraria al loro ripristino, nonostante il fatto che l'industria atomica abbia riversato miliardi di yen e migliaia di posti di lavoro sul territorio.
Nessuno vuole più un lavoro del genere e nessuno si fida più di generiche garanzie di sicurezza
perché il governo dopo la catastrofe di Fukushima ha continuato a fornire risposte esitanti contribuendo a elevare la sensazione diffusa di allarme senza osare la strada di un referendum "all'italiana ", come ha auspicato il Premio Nobel per la letteratura Kenzaburo Oe. E a rendere sempre meno credibili le rassicurazioni della agenzie statali per l'energia, ha contribuito lo scandalo della compagnia elettrica Kyushu che nel luglio 2011, a quattro mesi dalla tragedia dello Tsunami, ha tentato di manipolare l'opinione pubblica avvalendosi di suoi impiegati che partecipavano a riunioni pubbliche fingendosi comuni cittadini favorevoli al nucleare. Che il governo magari potrebbe anche abbandonare, sostenevano, ma non così all'improvviso, gradualmente entro il 2030.
E' contro questo atteggiamento , "subdolo e tentennante", come ha detto la famosa scrittrice Harumi Setouchi, la novantenne monaca buddista nota in Italia per il suo romanzo "La virtù femminile", che centinaia e centinaia di persone, e lei è con loro, digiunano a Tokyo di fronte al Ministero del Commercio e dell'industria. Non vogliono che sia riattivata nemmeno una centrale, né oggi né in futuro. "Non ho mai visto il Giappone in condizioni peggiori" ha detto ieri Harumi Setouchi che ha conosciuto anche il Giappone del dopo Hiroshima e che quindi osa il raffronto tra catastrofi provocate dal nucleare che si è voluto ignorare: eppure, per forza, il nome Fukushima evoca quello di Hiroshima, ma è come se l'atomo "buono" , quello per uso civile, niente abbia a che fare con quello della bomba.
Da più parti in Giappone la gente comune chiede che il tabù che grava sulla catastrofe atomica venga finalmente rimosso: il paese è stato il primo a conoscere la morte per atomo "cattivo", come è stato il secondo, dopo Cernobyl, a subire le disastrose conseguenze dell'atomo "buono". Di Cernobyl in Giappone si parlò molto poco all'epoca, era un disastro dovuto alla pessima conduzione delle centrali sovietiche: da noi tutto è meglio, tutto è sicuro e perfetto, vantava il governo. Ora nessuno lo crede più, a Tokyo e in altre città sono in corso manifestazioni per dire un no definitivo al nucleare. Il Giappone si trova ad essere il primo e l'unico paese che potrebbe proporre con forza, purtroppo per diretta conoscenza, la messa al bando del nucleare. Sarebbe l'occasione per catapultare al primo posto della graduatoria della civiltà, quella vera e umana, non quella produttiva e tecnologica, un popolo che ha dato formidabili prove di resistenza e di coerenza ma che è sempre rimasto nell'ombra ogni qual volta si è trattato di far sentire la propria voce in difesa delle grandi cause, come se fosse ancora marchiato dalla colpa di una scelta sciagurata ( Pearl Harbour) e non osasse rialzare la testa. Il rifiuto dell'atomo, che è stato la sua disumana punizione, potrebbe oggi essere occasione di riscossa in nome di una umanità che forse, si spera, è cambiata: uscire dal nucleare in nome di Hiroshima e Fukushima. Sarebbe bello, sarebbe la fine di un cerchio vizioso..
(05 maggio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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