Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzione?
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
…...LA PREVISIONE DEL PROF. AMADORI E’ UN EMBRIONE CHE STA PRENDENDO FORMA………
ORA DOPO ORA
Dal Tg7 delle 13,30.
Le autorità ungheresi danno il via libera al treno che i migranti credono vada in Germania, dopo averlo preso d'assalto, ma dopo pochi chilometri la polizia lo ferma e obbliga i passeggeri a trasferisi in un campo profughi.
Non ci vuole una grande immaginazione per supporre cosa avranno pensato in quel momento quei passeggeri,.........ma anche il resto di quell'Europa ancora civile.
ORA DOPO ORA
Dal Tg7 delle 13,30.
Le autorità ungheresi danno il via libera al treno che i migranti credono vada in Germania, dopo averlo preso d'assalto, ma dopo pochi chilometri la polizia lo ferma e obbliga i passeggeri a trasferisi in un campo profughi.
Non ci vuole una grande immaginazione per supporre cosa avranno pensato in quel momento quei passeggeri,.........ma anche il resto di quell'Europa ancora civile.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
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Budapest ferma treni, tensione con migranti
In migliaia accampati davanti stazione. Governo ungherese accusa Merkel
http://www.ansa.it/sito/videogallery/mo ... 988f5.html
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Budapest ferma treni, tensione con migranti
In migliaia accampati davanti stazione. Governo ungherese accusa Merkel
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
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La fattoria degli animali
Migranti, Orban avverte Berlino: “Tutti diretti in Germania, problema è tedesco”. Renzi: “Salvare chi rischia la vita”
Mondo
Il premier ungherese ha incontrato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: "Senza controllo severo sulle frontiere esterne, è inutile parlare di redistribuzione dei profughi". Migliaia di migranti sono tornati ad affollare la stazione di Budapest dopo che la polizia ha tolto il blocco e in centinaia hanno dato l’assalto ad un treno diretto alla frontiera ovest
di F. Q. | 3 settembre 2015
Articolo+ Video + Foto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... 2/10/#foto
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Migranti, Orban avverte Berlino: “Tutti diretti in Germania, problema è tedesco”. Renzi: “Salvare chi rischia la vita”
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Il premier ungherese ha incontrato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: "Senza controllo severo sulle frontiere esterne, è inutile parlare di redistribuzione dei profughi". Migliaia di migranti sono tornati ad affollare la stazione di Budapest dopo che la polizia ha tolto il blocco e in centinaia hanno dato l’assalto ad un treno diretto alla frontiera ovest
di F. Q. | 3 settembre 2015
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
il manifesto 29.8.15
Europa. Rifondarla con i migranti
La decisione di Merkel: io prendo i siriani, voi occupatevi di tutti gli altri
E se non cambiano le regole, ci devono pensare Grecia e Italia
Se è così è la prospettiva più disgregante per l’Unione
di Guido Viale
In coincidenza con le più recenti stragi di profughi di sicuro non le ultime la decisione di Angela Merkel di sospendere unilateralmente la convenzione di Dublino sui richiedenti asilo e di accogliere in Germania tutti i profughi siriani senza rispedirli nel paese del loro ingresso nell’Unione europea (Grecia, Italia e Ungheria) rappresenta un punto di svolta nel modo di rapportarsi al problema; insieme a molte ambiguità.
Innanzitutto è una decisione unilaterale con la quale Angela Merkel ribadisce chi comanda in Europa, senza bisogno di accordi con Commissione, Consiglio o Parlamento europeo; gli altri Stati membri, se vogliono, possono adeguarsi.
Poi Merkel ha fatto la sua scelta: accoglierà senza respingerli solo i profughi siriani. Certo oggi sono i più esposti a una delle tante guerre in corso; i più numerosi tra le nazionalità che cercano rifugio in Europa; ma presentano anche meno problemi di inserimento: hanno già molti parenti o conoscenze in Germania; quelli che hanno affrontato il viaggio per lo più appartengono a ceti professionali, sono istruiti ed erano abbastanza abbienti da potersi permettere spese di viaggio elevate. Ma sorge immediatamente un problema: quanti è disposta ad accoglierne?
Oltre a quelli che hanno già raggiunto l’Europa, i profughi siriani distribuiti tra Turchia, Libano, Iraq, Giordania ed Egitto sono oltre quattro milioni e altri sei milioni sono sfollati all’interno della Siria. Avere libero accesso in Germania potrebbe mettere in moto gran parte di coloro che finora non hanno avuto mezzi, informazioni o conoscenze sufficienti per decidersi ad affrontare il viaggio. Ma prima o poi proveranno a farlo. La Germania li accoglierà tutti?
Terzo: e gli altri? Quelli di altre nazionalità e altri paesi in guerra? Afghani, eritrei, somali, sudanesi del nord e del sud, yemeniti, tanto per cominciare. Poi, quelli che vengono dalla guerra, ma non sono originari di quei paesi, come i due milioni di lavoratori stranieri sorpresi in Libia dalla guerra contro Gheddafi. E poi, ancora, quelli provenienti da paesi non in guerra, ma esposti in ugual misura alle minacce di bande di ogni genere, come i nigeriani che fuggono da Boko Haram e gli abitanti di diversi altri paesi dell’Africa subsahariana. Sono tutte persone che per condizione sociale, istruzione, abitudini e, non ultimo, colore della pelle, presentano problemi di inserimento nei contesti sociali europei molto maggiori. Il fatto che la Germania apra le porte ai profughi siriani vuol dire che le chiude a tutti gli altri, di cui d’ora in poi dovranno farsi carico gli altri Stati dell’Unione? Magari spartendoseli per nazionalità, come ha fatto la Merkel? Gli afghani in un paese, gli eritrei in un altro, i nigeriani in un altro ancora?
Poi ci sono i profughi cosiddetti ambientali ed economici: quelli che non hanno diritto all’accoglienza e vanno rimpatriati, anche se spesso provengono da prove, nei loro paesi di origine e durante il loro viaggio, altrettanto dure di quelle affrontate dai profughi siriani. Nell’annunciare la sua decisione la Merkel ha fatto capire che lei la sua parte l’ha fatta. Il resto tocca agli altri. Quel "resto" è, tra l’altro, l’approntamento dei cosiddetti hot spot per identificare e selezionare i nuovi arrivati e gestire il respingimento di chi non ha diritto all’asilo in base ai requisiti indicati dalla convenzione di Dublino, che la Germania ora non applica, ma neanche contesta.
A esser chiamate in causa sono sostanzialmente Italia e Grecia (ma la Grecia è stata esentata dal trattenere i richiedenti asilo, anche se identificati, per le devastanti condizioni economiche a cui l’hanno ridotta i tre memoranda cucinati dall’Europa). In altre parole, ad ora – cioè con la sospensione unilaterale di Dublino 3 – la decisione della Merkel suona così: io mi prendo i siriani, voi occupatevi di tutti gli altri. E se non cambiano le regole, ad accoglierli o a respingerli ci devono pensare Grecia e Italia, eventualmente sovvenzionate con qualche fondo europeo aggiuntivo. Se così è, prospettiva più disgregante per l’Unione non potrebbe esserci.
Tutto rimanda ai criteri da adottare per svolgere un’operazione impossibile: distinguere i "profughi" dai "migranti economici" in base alla classificazione in "sicuri" e "insicuri" dei paesi di provenienza. E’ il succo della proposta contenuta in un articolo del Presidente della Commissione Jean Claude Junker pubblicato da alcuni giornali europei : nella prima parte del testo, che ha riscosso molto successo, si deplorano i muri che l’Europa sta costruendo ovunque, la negazione della sua ispirazione originaria. Ma ai muri di mattoni, reti metalliche e filo spinato Junker vuole sostituire una barriera di pratiche burocratiche finalizzate al respingimento di chiunque provenga da un paese "sicuro". Ma chi decide se un paese è sicuro? Bruxelles o chi sta cercando di scapparne? Può essere sicuro un paese dove si muore di fame e di sete, anche a causa dei cambiamenti climatici e del saccheggio delle multinazionali? O dove vigono lo schiavismo, infibulazione, lapidazione o discriminazioni etniche? E le persone che cercano in Europa un rifugio da queste situazioni sono forse meno bisognose di chi fugge da un guerra? A parziale riduzione dei dubbi suscitati dall’annuncio di Angela Merkel, un articolo di Sigmar Gabriel, vice-cancelliere, e Walter Steinmaier, ministro degli esteri della Germania (due figure poco affidabili: sono stati tra i più accesi persecutori della Grecia di Tsipras nel corso del recente negoziato) lascia intendere, per lo meno in termini generali, che il problema profughi è per forza di cose diventato centrale per l’Europa. L’articolo enuncia dieci punti di un "Codice comune" su immigrazione e asilo
politico:
1. Occorre garantire ai profughi «condizioni dignitose» di accoglienza con gli stessi standard in tutta l’Unione; 2. Lo status di asilo per i rifugiati deve essere valido in tutta l’Ue; 3. E’ necessaria un’equa distribuzione dei rifugiati tra tutti i paesi dell’Europa – con quote proporzionali alle loro capacità senza scaricarne il peso solo su alcuni di essi; in particolare su quelli di arrivo; 4. Occorre una gestione comune delle frontiere, soprattutto per quanto riguarda la registrazione dei rifugiati; 5. Occorre fornire aiuti ai paesi oggi maggiormente sotto pressione, come Grecia e Italia; 6. Il Mediterraneo non deve rimanere un cimitero di rifugiati; 7. Nel «lungo periodo» (???) occorre che coloro che hanno diritto all’asilo facciano ritorno nei loro paesi, che devono predisporre la loro riammissione; gli aiuti tecnici e finanziari a loro destinati devono essere subordinati a questa condizione. 8. Vanno distinti gli stati sicuri da quelli insicuri; 9. La Germania ha bisogno di una legge sull’immigrazione distinta da quella che regolamenta l’asilo; 10. La stabilizzazione dei paesi «in declino» e il contenimento di guerre e violenze devono andare di pari passo con gli sforzi per promuovere lo sviluppo economico nei paesi di origine dei profughi. «Questo – scrivono è il principale ambito politico in cui promuovere il progetto dell’integrazione europea».
Che cosa manca? Niente (le parole sono condivisibili) e tutto: il come realizzarle. Nell’immediato, manca la proposta di creare subito dei corridoi umanitari per evitare i pericoli del viaggio (o si devono accogliere solo quelli che ce l’hanno fatta?). Poi manca l’indicazione dei mezzi per accogliere milioni di profughi (di ogni genere): per non creare risentimento nella popolazione autoctona, occorre garantire reddito e lavoro a tutti quelli che ne sono privi: cioè, fine dell’austerity, reddito garantito e piani generali del lavoro per tutti. Infine manca il nesso fondamentale – tutto ancora da definire tra politiche di accoglienza adeguate alla dimensione epocale del fenomeno e costruzione di una politica estera dell’Europa ispirata al disarmo e alla pace e rivolta alle aree e degli Stati da cui provengono i profughi.
Europa. Rifondarla con i migranti
La decisione di Merkel: io prendo i siriani, voi occupatevi di tutti gli altri
E se non cambiano le regole, ci devono pensare Grecia e Italia
Se è così è la prospettiva più disgregante per l’Unione
di Guido Viale
In coincidenza con le più recenti stragi di profughi di sicuro non le ultime la decisione di Angela Merkel di sospendere unilateralmente la convenzione di Dublino sui richiedenti asilo e di accogliere in Germania tutti i profughi siriani senza rispedirli nel paese del loro ingresso nell’Unione europea (Grecia, Italia e Ungheria) rappresenta un punto di svolta nel modo di rapportarsi al problema; insieme a molte ambiguità.
Innanzitutto è una decisione unilaterale con la quale Angela Merkel ribadisce chi comanda in Europa, senza bisogno di accordi con Commissione, Consiglio o Parlamento europeo; gli altri Stati membri, se vogliono, possono adeguarsi.
Poi Merkel ha fatto la sua scelta: accoglierà senza respingerli solo i profughi siriani. Certo oggi sono i più esposti a una delle tante guerre in corso; i più numerosi tra le nazionalità che cercano rifugio in Europa; ma presentano anche meno problemi di inserimento: hanno già molti parenti o conoscenze in Germania; quelli che hanno affrontato il viaggio per lo più appartengono a ceti professionali, sono istruiti ed erano abbastanza abbienti da potersi permettere spese di viaggio elevate. Ma sorge immediatamente un problema: quanti è disposta ad accoglierne?
Oltre a quelli che hanno già raggiunto l’Europa, i profughi siriani distribuiti tra Turchia, Libano, Iraq, Giordania ed Egitto sono oltre quattro milioni e altri sei milioni sono sfollati all’interno della Siria. Avere libero accesso in Germania potrebbe mettere in moto gran parte di coloro che finora non hanno avuto mezzi, informazioni o conoscenze sufficienti per decidersi ad affrontare il viaggio. Ma prima o poi proveranno a farlo. La Germania li accoglierà tutti?
Terzo: e gli altri? Quelli di altre nazionalità e altri paesi in guerra? Afghani, eritrei, somali, sudanesi del nord e del sud, yemeniti, tanto per cominciare. Poi, quelli che vengono dalla guerra, ma non sono originari di quei paesi, come i due milioni di lavoratori stranieri sorpresi in Libia dalla guerra contro Gheddafi. E poi, ancora, quelli provenienti da paesi non in guerra, ma esposti in ugual misura alle minacce di bande di ogni genere, come i nigeriani che fuggono da Boko Haram e gli abitanti di diversi altri paesi dell’Africa subsahariana. Sono tutte persone che per condizione sociale, istruzione, abitudini e, non ultimo, colore della pelle, presentano problemi di inserimento nei contesti sociali europei molto maggiori. Il fatto che la Germania apra le porte ai profughi siriani vuol dire che le chiude a tutti gli altri, di cui d’ora in poi dovranno farsi carico gli altri Stati dell’Unione? Magari spartendoseli per nazionalità, come ha fatto la Merkel? Gli afghani in un paese, gli eritrei in un altro, i nigeriani in un altro ancora?
Poi ci sono i profughi cosiddetti ambientali ed economici: quelli che non hanno diritto all’accoglienza e vanno rimpatriati, anche se spesso provengono da prove, nei loro paesi di origine e durante il loro viaggio, altrettanto dure di quelle affrontate dai profughi siriani. Nell’annunciare la sua decisione la Merkel ha fatto capire che lei la sua parte l’ha fatta. Il resto tocca agli altri. Quel "resto" è, tra l’altro, l’approntamento dei cosiddetti hot spot per identificare e selezionare i nuovi arrivati e gestire il respingimento di chi non ha diritto all’asilo in base ai requisiti indicati dalla convenzione di Dublino, che la Germania ora non applica, ma neanche contesta.
A esser chiamate in causa sono sostanzialmente Italia e Grecia (ma la Grecia è stata esentata dal trattenere i richiedenti asilo, anche se identificati, per le devastanti condizioni economiche a cui l’hanno ridotta i tre memoranda cucinati dall’Europa). In altre parole, ad ora – cioè con la sospensione unilaterale di Dublino 3 – la decisione della Merkel suona così: io mi prendo i siriani, voi occupatevi di tutti gli altri. E se non cambiano le regole, ad accoglierli o a respingerli ci devono pensare Grecia e Italia, eventualmente sovvenzionate con qualche fondo europeo aggiuntivo. Se così è, prospettiva più disgregante per l’Unione non potrebbe esserci.
Tutto rimanda ai criteri da adottare per svolgere un’operazione impossibile: distinguere i "profughi" dai "migranti economici" in base alla classificazione in "sicuri" e "insicuri" dei paesi di provenienza. E’ il succo della proposta contenuta in un articolo del Presidente della Commissione Jean Claude Junker pubblicato da alcuni giornali europei : nella prima parte del testo, che ha riscosso molto successo, si deplorano i muri che l’Europa sta costruendo ovunque, la negazione della sua ispirazione originaria. Ma ai muri di mattoni, reti metalliche e filo spinato Junker vuole sostituire una barriera di pratiche burocratiche finalizzate al respingimento di chiunque provenga da un paese "sicuro". Ma chi decide se un paese è sicuro? Bruxelles o chi sta cercando di scapparne? Può essere sicuro un paese dove si muore di fame e di sete, anche a causa dei cambiamenti climatici e del saccheggio delle multinazionali? O dove vigono lo schiavismo, infibulazione, lapidazione o discriminazioni etniche? E le persone che cercano in Europa un rifugio da queste situazioni sono forse meno bisognose di chi fugge da un guerra? A parziale riduzione dei dubbi suscitati dall’annuncio di Angela Merkel, un articolo di Sigmar Gabriel, vice-cancelliere, e Walter Steinmaier, ministro degli esteri della Germania (due figure poco affidabili: sono stati tra i più accesi persecutori della Grecia di Tsipras nel corso del recente negoziato) lascia intendere, per lo meno in termini generali, che il problema profughi è per forza di cose diventato centrale per l’Europa. L’articolo enuncia dieci punti di un "Codice comune" su immigrazione e asilo
politico:
1. Occorre garantire ai profughi «condizioni dignitose» di accoglienza con gli stessi standard in tutta l’Unione; 2. Lo status di asilo per i rifugiati deve essere valido in tutta l’Ue; 3. E’ necessaria un’equa distribuzione dei rifugiati tra tutti i paesi dell’Europa – con quote proporzionali alle loro capacità senza scaricarne il peso solo su alcuni di essi; in particolare su quelli di arrivo; 4. Occorre una gestione comune delle frontiere, soprattutto per quanto riguarda la registrazione dei rifugiati; 5. Occorre fornire aiuti ai paesi oggi maggiormente sotto pressione, come Grecia e Italia; 6. Il Mediterraneo non deve rimanere un cimitero di rifugiati; 7. Nel «lungo periodo» (???) occorre che coloro che hanno diritto all’asilo facciano ritorno nei loro paesi, che devono predisporre la loro riammissione; gli aiuti tecnici e finanziari a loro destinati devono essere subordinati a questa condizione. 8. Vanno distinti gli stati sicuri da quelli insicuri; 9. La Germania ha bisogno di una legge sull’immigrazione distinta da quella che regolamenta l’asilo; 10. La stabilizzazione dei paesi «in declino» e il contenimento di guerre e violenze devono andare di pari passo con gli sforzi per promuovere lo sviluppo economico nei paesi di origine dei profughi. «Questo – scrivono è il principale ambito politico in cui promuovere il progetto dell’integrazione europea».
Che cosa manca? Niente (le parole sono condivisibili) e tutto: il come realizzarle. Nell’immediato, manca la proposta di creare subito dei corridoi umanitari per evitare i pericoli del viaggio (o si devono accogliere solo quelli che ce l’hanno fatta?). Poi manca l’indicazione dei mezzi per accogliere milioni di profughi (di ogni genere): per non creare risentimento nella popolazione autoctona, occorre garantire reddito e lavoro a tutti quelli che ne sono privi: cioè, fine dell’austerity, reddito garantito e piani generali del lavoro per tutti. Infine manca il nesso fondamentale – tutto ancora da definire tra politiche di accoglienza adeguate alla dimensione epocale del fenomeno e costruzione di una politica estera dell’Europa ispirata al disarmo e alla pace e rivolta alle aree e degli Stati da cui provengono i profughi.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
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ORA DOPO ORA
Ungheria, tafferugli tra polizia e migranti
Lite Orban-Merkel. Lei: ‘Faccio ciò che è giusto’
I profughi si rifiutano di scendere dai treni. Budapest: ‘Colpa di Berlino’. Ue: 120mila da redistribuire
STORIA DI AYLAN, BIMBO IN FOTO-SIMBOLO. L’ONU: ‘ORRORE, MONDO INTERO TROVI UNA SOLUZIONE’
Mondo
Da una parte la tensione sui binari della stazione di Budapest con scontri veri e propri, per la prima volta, tra i migranti che vogliono partire per la Germania e le forze dell’ordine. Dall’altra la prosecuzione del duello tra Germania e Ungheria con il premier magiaro Viktor Orban che spiega che il “problema non è europeo, ma tedesco” e il suo braccio destro che ribadisce che il caos alla stazione della capitale è “conseguenza dell’incerta posizione” di Berlino. E poi la replica quasi immediata della cancelliera Angela Merkel: “La Germania fa ciò che è moralmente e giuridicamente dovuto. Né di più, né di meno”
^^^^^^^^^
Migranti in Ungheria non scendono da treni: scontri con polizia. Lite Budapest-Berlino. Merkel: ‘Faccio ciò che è giusto’
Bloccati i treni per la Germania: i profughi si rifiutano di scendere dai convogli. Tafferugli con le forze dell'ordine che cacciano anche i giornalisti. Orban: "E' colpa della Germania". La cancelliera: "Facciamo quello che è moralmente e giuridicamente dovuto". Quasi 200 migranti salvati in mare dalla Guardia costiera, un morto. Erdogan all'attacco: "L'Ue ha trasformato il Mediterraneo in una tomba"
di F. Q. | 3 settembre 2015
Articolo + Video
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... r/2004692/
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Lite Orban-Merkel. Lei: ‘Faccio ciò che è giusto’
I profughi si rifiutano di scendere dai treni. Budapest: ‘Colpa di Berlino’. Ue: 120mila da redistribuire
STORIA DI AYLAN, BIMBO IN FOTO-SIMBOLO. L’ONU: ‘ORRORE, MONDO INTERO TROVI UNA SOLUZIONE’
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Da una parte la tensione sui binari della stazione di Budapest con scontri veri e propri, per la prima volta, tra i migranti che vogliono partire per la Germania e le forze dell’ordine. Dall’altra la prosecuzione del duello tra Germania e Ungheria con il premier magiaro Viktor Orban che spiega che il “problema non è europeo, ma tedesco” e il suo braccio destro che ribadisce che il caos alla stazione della capitale è “conseguenza dell’incerta posizione” di Berlino. E poi la replica quasi immediata della cancelliera Angela Merkel: “La Germania fa ciò che è moralmente e giuridicamente dovuto. Né di più, né di meno”
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Migranti in Ungheria non scendono da treni: scontri con polizia. Lite Budapest-Berlino. Merkel: ‘Faccio ciò che è giusto’
Bloccati i treni per la Germania: i profughi si rifiutano di scendere dai convogli. Tafferugli con le forze dell'ordine che cacciano anche i giornalisti. Orban: "E' colpa della Germania". La cancelliera: "Facciamo quello che è moralmente e giuridicamente dovuto". Quasi 200 migranti salvati in mare dalla Guardia costiera, un morto. Erdogan all'attacco: "L'Ue ha trasformato il Mediterraneo in una tomba"
di F. Q. | 3 settembre 2015
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Ormea culpa
(Massimo Gramellini)
03/09/2015 di triskel182
Siamo arrivati al punto di mettere mano al portafogli pur di non vedere in faccia quegli stessi profughi che in foto ci fanno tanta tenerezza.
Succede a Ormea, civilissimo paese in provincia di Cuneo, dove i commercianti si dichiarano disposti a una colletta per dare a un albergatore i cinquantamila euro che altrimenti riceverebbe dallo Stato per ospitare trenta derelitti.
Trattandosi di un altro passo, e neanche tanto piccolo, in direzione dell’abisso, non si può definirlo che inaccettabile. Però è abbastanza comprensibile.
Trenta persone di un altro mondo trapiantate in blocco nel cuore di una comunità di millecinquecento anime provocano uno sconvolgimento di abitudini e danneggiano il turismo, principale fonte di sostentamento della zona.
Accogliere chi scappa da guerra e fame resta fuori discussione (aiutarli a casa loro è un vasto programma e nel frattempo quale sarebbe l’alternativa, ucciderli tutti?).
Ma non può neanche tradursi in un danno per gli «accoglienti». I quali non sono razzisti. Sono semplicemente gelosi del benessere raggiunto.
La soluzione ideale non ce l’ha nessuno, però il buon senso suggerisce di attutire l’impatto di una migrazione inevitabile, diluendone il peso.
Se invece di concentrare i profughi in un unico luogo, li si distribuisse su un territorio più vasto, si otterrebbe l’effetto immediato di ridurre l’allarme sociale e quello altrettanto importante di non considerare più i migranti come un esercito di invasori, ma come un insieme di individui.
E si sa che la miseria di un gruppo spaventa, mentre quella di un singolo commuove.
Da La Stampa del 03/09/2015.
(Massimo Gramellini)
03/09/2015 di triskel182
Siamo arrivati al punto di mettere mano al portafogli pur di non vedere in faccia quegli stessi profughi che in foto ci fanno tanta tenerezza.
Succede a Ormea, civilissimo paese in provincia di Cuneo, dove i commercianti si dichiarano disposti a una colletta per dare a un albergatore i cinquantamila euro che altrimenti riceverebbe dallo Stato per ospitare trenta derelitti.
Trattandosi di un altro passo, e neanche tanto piccolo, in direzione dell’abisso, non si può definirlo che inaccettabile. Però è abbastanza comprensibile.
Trenta persone di un altro mondo trapiantate in blocco nel cuore di una comunità di millecinquecento anime provocano uno sconvolgimento di abitudini e danneggiano il turismo, principale fonte di sostentamento della zona.
Accogliere chi scappa da guerra e fame resta fuori discussione (aiutarli a casa loro è un vasto programma e nel frattempo quale sarebbe l’alternativa, ucciderli tutti?).
Ma non può neanche tradursi in un danno per gli «accoglienti». I quali non sono razzisti. Sono semplicemente gelosi del benessere raggiunto.
La soluzione ideale non ce l’ha nessuno, però il buon senso suggerisce di attutire l’impatto di una migrazione inevitabile, diluendone il peso.
Se invece di concentrare i profughi in un unico luogo, li si distribuisse su un territorio più vasto, si otterrebbe l’effetto immediato di ridurre l’allarme sociale e quello altrettanto importante di non considerare più i migranti come un esercito di invasori, ma come un insieme di individui.
E si sa che la miseria di un gruppo spaventa, mentre quella di un singolo commuove.
Da La Stampa del 03/09/2015.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Stamani all'Ipercop CentroSarca, ho incontrato un uomo che conoscevo di vista da almeno 50 anni, ma che non avevo mai avuto occasione di scambiare due parole.
Lo avevo visto in ambienti della sinistra e per questo motivo oggi l'ho fermato per chiedere il suo parere sulla situazione in generale, sinistra compresa.
Quando ha accennato di essere dell'Anpi, gli ho fatto presente che negli ultimi 15 anni parlando con chi aveva partecipato alla Resistenza nel 1944, mi avevano confermato che se avessero saputo come sarebbe andata 60 anni dopo, pensando a chi all'alba della vita ci rimesso la pelle per un mondo migliore, non si sarebbero di certo impegnati.
Anche quest'uomo di origine piemontese, dalle sue parti, ha registrato le stesse convinzioni da parte di chi ha partecipato alla guerra di liberazione.
Riesco quindi a comprendere che Hollande si rifiuti di mandare sul terreno giovani francesi a morire.
Morire per cosa????? Per l'Isis?????
La vita è una sola, comunque la si pensi, ad eccezione dei buddisti, che credono nella reincarnazione.
Ma nello stesso tempo dobbiamo prendere in considerazione i siriani.
Da una parte hanno Assad che non ha esitato a gassificarli. Alle porte hanno l'Isis. E dal cielo hanno gli occidentali che sganciano bombe.
E' da folli rimanere in quell'area.
annuncio
Hollande «Pronti raid anti-Isis»
Roma si sfila: “Italia non parteciperà”
Il premier: «Non parteciperemo, non servono iniziative spot». Aumenta l’offensiva franco-britannica contro lo Stato Islamico. Cameron: «Uccisi due estremisti con drone»
di Redazione Online
http://www.corriere.it/esteri/15_settem ... eae0.shtml
Lo avevo visto in ambienti della sinistra e per questo motivo oggi l'ho fermato per chiedere il suo parere sulla situazione in generale, sinistra compresa.
Quando ha accennato di essere dell'Anpi, gli ho fatto presente che negli ultimi 15 anni parlando con chi aveva partecipato alla Resistenza nel 1944, mi avevano confermato che se avessero saputo come sarebbe andata 60 anni dopo, pensando a chi all'alba della vita ci rimesso la pelle per un mondo migliore, non si sarebbero di certo impegnati.
Anche quest'uomo di origine piemontese, dalle sue parti, ha registrato le stesse convinzioni da parte di chi ha partecipato alla guerra di liberazione.
Riesco quindi a comprendere che Hollande si rifiuti di mandare sul terreno giovani francesi a morire.
Morire per cosa????? Per l'Isis?????
La vita è una sola, comunque la si pensi, ad eccezione dei buddisti, che credono nella reincarnazione.
Ma nello stesso tempo dobbiamo prendere in considerazione i siriani.
Da una parte hanno Assad che non ha esitato a gassificarli. Alle porte hanno l'Isis. E dal cielo hanno gli occidentali che sganciano bombe.
E' da folli rimanere in quell'area.
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Hollande «Pronti raid anti-Isis»
Roma si sfila: “Italia non parteciperà”
Il premier: «Non parteciperemo, non servono iniziative spot». Aumenta l’offensiva franco-britannica contro lo Stato Islamico. Cameron: «Uccisi due estremisti con drone»
di Redazione Online
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
A Roma sono specializzati per fare le cose con il lato .
Tg7 - Ore 20,00.
L'assessore dichiara:
"Va bene la solidarietà dell'accoglienza ma Milano non ce la fa più,.......provino ad inviarne in altre città"
Inevitabile perché esiste un limite dimensionale.
^^
Il governo doveva occuparsene da quando si è installato, 18 mesi fa.
Ma La Qualunque pensava solo a consolidare il suo potere.
Prima lui e poi gli altri.
Se De Gasperi e gli altri negli anni 40 si fossero comportati com questi piazzisti da 4 soldi, noi non saremmo mai cresciuti ma saremmo rimasti al livello del Burundi.
Tg7 - Ore 20,00.
L'assessore dichiara:
"Va bene la solidarietà dell'accoglienza ma Milano non ce la fa più,.......provino ad inviarne in altre città"
Inevitabile perché esiste un limite dimensionale.
^^
Il governo doveva occuparsene da quando si è installato, 18 mesi fa.
Ma La Qualunque pensava solo a consolidare il suo potere.
Prima lui e poi gli altri.
Se De Gasperi e gli altri negli anni 40 si fossero comportati com questi piazzisti da 4 soldi, noi non saremmo mai cresciuti ma saremmo rimasti al livello del Burundi.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Devono aver fatto il conto senza l'oste.
Con i bombardamenti saranno di più quelli che decidono di scappare.
La Merkel deve aver fatto solo propaganda senza calcolare le conseguenze.
Onu: “Senza aiuti 4 milioni di siriani verso Ue”
Berlino stanzia sei miliardi per l’accoglienza
Il portavoce Moeller invoca sostegno per Giordania, Libano e Turchia, che ospitano profughi di guerra
Merkel: “Integriamoli”, ma scattano raid neonazi. Ue verso accordo: “60% in Germania, Francia e Spagna”
Mondo
L’allarme del capo dell’ufficio di Ginevra delle Nazioni Unite Michael Moeller: nuova ondata migratoria se la comunità internazionale non fornirà sostegno e aiuti ai tre paesi confinanti con la Siria, primo approdo di chi fugge dal Paese in guerra (leggi). Intanto la cancelliera Merkel dispone un piano straordinario di interventi: tre miliardi andranno agli enti locali impegnati nell’accoglienza. In vista del vertice del 14 settembre, El País anticipa il piano Ue sulle quote
^^
Migranti, Onu: “Senza aiuti 4 milioni di profughi pronti a partire dalla Siria”
Mondo
L'allarme del capo dell'ufficio di Ginevra delle Nazioni Unite Michael Moeller: nuova ondata migratoria se la comunità internazionale non fornirà sostegno e aiuti ai tre paesi confinanti con la Siria - e cioè Giordania, Libano e Turchia - dove ora vivono
di F. Q. | 7 settembre 2015
Quattro milioni di profughi pronti a lasciare la Siria e i Paesi vicini per arrivare in Europa.
Non si ferma l’emergenza migranti.
Nel giorno in cui la commissione Europea prepara la sua proposta di ripartizione profughi da avanzare ai Paesi dell’Unione, il capo dell’ufficio di Ginevra delle Nazioni Unite Michael Moeller avverte: almeno 4 milioni di profughi sono pronti a partire e arrivare in Europa se la comunità internazionale non fornirà sostegno e aiuti ai tre paesi confinanti con la Siria – e cioè Giordania, Libano e Turchia – dove ora vivono.
Numeri più alti invece quelli forniti Staffan de Mistura, inviato speciale Onu, in una conferenza stampa dopo un incontro con l’alto rappresentante Federica Mogherini. “Con 7,6 milioni di sfollati, di cui uno in più solo nel 2015 la crisi dei rifugiati siriani è la maggiore al mondo oggi e potrebbe diventare il più grande caso della storia”, ha detto l’ex viceministro degli Esteri. “Le persone in stato di bisogno sono invece 12,2 milioni, con l’80% della popolazione che attualmente vive in povertà”. De Mistura ha spiegato che a fuggire del Paese sono gli appartenenti alla “classe media del paese” e partono “perché dopo 5 anni di guerra hanno perso la speranza“.
Proprio oggi sulla stampa spagnola sono state anticipate le proposte della commissione Europea in vista del vertice straordinario del prossimo 14 settembre, quando i paesi dell’Unione dovranno definire un piano d’azione per affrontare la crisi umanitaria in corso. A Germania, Francia e Spagna sarà proposto di accogliere circa il 60% dei 120 mila rifugiati presenti in Italia, Grecia e Ungheria: nell’ordine 31.433 a Berlino, 24.031 a Parigi e 14.931 a Madrid.
Seguono, nella proposta della commissione Europea, la Polonia, con 9.287 rifugiati, pari al 7,7% del totale. Quindi l’Olanda (7,214), laRomania (4,646), il Belgio (4564), l’Austria (3,640) e ilPortogallo (3,074). A parte la Polonia, che nelle ultime settimane ha ammorbidito la sua posizione, Bruxelles ha ridotto di molto la quota di rifugiati da assegnare alla Repubblica Ceca (2978), alla Slovacchia (1,502). Infine, quanto all’Ungheria, è stata dispensata dall’accoglimento di rifugiati. Saranno 15.600, invece, i richiedenti asilo che saranno ricollocati dall’Italia, sui 120mila previsti dalla nuova proposta della Commissione Ue. I 15.600 si aggiungono ai 24mila del precedente schema di maggio. Il totale di ricollocamenti dall’Italia per le due proposte è di 39.600 profughi su 160mila. L’ammontare di 120mila migranti da ricollocare, secondo i calcoli della Commissione, rappresenta appena il 36% degli ingressi che si sono registrati in Italia, Grecia e Ungheria. Il piano costa alle casse dell’Unione 780 milioni di euro.
Fuori classifica” invece il Regno Unito che accoglierà altri 20mila rifugiati siriani, provenienti dai campi profughi delle Nazioni Unite, fino al 2020.”Manterremo il nostro approccio di prendere i rifugiati direttamente dai campi”, ha spiegato il premier britannico David Cameron, nel suo intervento in Parlamento in cui ha ignorato ancora una volta gli appelli perché il suo Paese aderisca alla redistribuzione dei profughi già in territorio europeo.
E mentre l’Europa cerca di fare fronte all’emergenza, gli Stati Uniti si apprestano ad aumentare sostegno ai ribelli che combattono l’Isis in Siria. Fonti del Pentagono parlano di un aumento del numero di ribelli da addestrare in Turchia e in Giordania per poi dispiegarli in zone della Siria dove possano godere di un maggior sostegno rispetto al passato. Previsto anche un aumento degli sforzi sul fronte della raccolta di informazioni sul terreno da parte dell’intelligence: informazioni da fare avere poi ai ribelli.
Proprio oggi la Francia ha annunciato di aver dato il via a voli di ricognizione sul territorio siriano, già da domani. “Ho chiesto al ministro della Difesa – ha spiegato il presidente Françoise Hollande– di organizzare voli di ricognizione sulla Siria, in vista di eventuali raid contro lo Stato islamico.
In Siria vogliamo sapere cosa si prepara contro di noi e cosa si fa contro la popolazione siriana.
Per questo ho deciso di organizzare questi voli di ricognizione, in collegamento con la coalizione.
Secondo le informazioni che raccoglieremo potremo condurre dei raid”.
La guerra all’Isis , in pratica, torna prepotentemente tra le possibilità vagliate dalla comunità internazionale.
Il premier Matteo Renzi, però, intervenendo a Porta a Porta ha annunciato: ” L’Italia non partecipa a iniziative che Francia e Inghilterra hanno annunciato di studiare. In Siria c’è un presidente, Bashar al Assad, che controlla una parte del territorio”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... a/2015837/
Con i bombardamenti saranno di più quelli che decidono di scappare.
La Merkel deve aver fatto solo propaganda senza calcolare le conseguenze.
Onu: “Senza aiuti 4 milioni di siriani verso Ue”
Berlino stanzia sei miliardi per l’accoglienza
Il portavoce Moeller invoca sostegno per Giordania, Libano e Turchia, che ospitano profughi di guerra
Merkel: “Integriamoli”, ma scattano raid neonazi. Ue verso accordo: “60% in Germania, Francia e Spagna”
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L’allarme del capo dell’ufficio di Ginevra delle Nazioni Unite Michael Moeller: nuova ondata migratoria se la comunità internazionale non fornirà sostegno e aiuti ai tre paesi confinanti con la Siria, primo approdo di chi fugge dal Paese in guerra (leggi). Intanto la cancelliera Merkel dispone un piano straordinario di interventi: tre miliardi andranno agli enti locali impegnati nell’accoglienza. In vista del vertice del 14 settembre, El País anticipa il piano Ue sulle quote
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Migranti, Onu: “Senza aiuti 4 milioni di profughi pronti a partire dalla Siria”
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L'allarme del capo dell'ufficio di Ginevra delle Nazioni Unite Michael Moeller: nuova ondata migratoria se la comunità internazionale non fornirà sostegno e aiuti ai tre paesi confinanti con la Siria - e cioè Giordania, Libano e Turchia - dove ora vivono
di F. Q. | 7 settembre 2015
Quattro milioni di profughi pronti a lasciare la Siria e i Paesi vicini per arrivare in Europa.
Non si ferma l’emergenza migranti.
Nel giorno in cui la commissione Europea prepara la sua proposta di ripartizione profughi da avanzare ai Paesi dell’Unione, il capo dell’ufficio di Ginevra delle Nazioni Unite Michael Moeller avverte: almeno 4 milioni di profughi sono pronti a partire e arrivare in Europa se la comunità internazionale non fornirà sostegno e aiuti ai tre paesi confinanti con la Siria – e cioè Giordania, Libano e Turchia – dove ora vivono.
Numeri più alti invece quelli forniti Staffan de Mistura, inviato speciale Onu, in una conferenza stampa dopo un incontro con l’alto rappresentante Federica Mogherini. “Con 7,6 milioni di sfollati, di cui uno in più solo nel 2015 la crisi dei rifugiati siriani è la maggiore al mondo oggi e potrebbe diventare il più grande caso della storia”, ha detto l’ex viceministro degli Esteri. “Le persone in stato di bisogno sono invece 12,2 milioni, con l’80% della popolazione che attualmente vive in povertà”. De Mistura ha spiegato che a fuggire del Paese sono gli appartenenti alla “classe media del paese” e partono “perché dopo 5 anni di guerra hanno perso la speranza“.
Proprio oggi sulla stampa spagnola sono state anticipate le proposte della commissione Europea in vista del vertice straordinario del prossimo 14 settembre, quando i paesi dell’Unione dovranno definire un piano d’azione per affrontare la crisi umanitaria in corso. A Germania, Francia e Spagna sarà proposto di accogliere circa il 60% dei 120 mila rifugiati presenti in Italia, Grecia e Ungheria: nell’ordine 31.433 a Berlino, 24.031 a Parigi e 14.931 a Madrid.
Seguono, nella proposta della commissione Europea, la Polonia, con 9.287 rifugiati, pari al 7,7% del totale. Quindi l’Olanda (7,214), laRomania (4,646), il Belgio (4564), l’Austria (3,640) e ilPortogallo (3,074). A parte la Polonia, che nelle ultime settimane ha ammorbidito la sua posizione, Bruxelles ha ridotto di molto la quota di rifugiati da assegnare alla Repubblica Ceca (2978), alla Slovacchia (1,502). Infine, quanto all’Ungheria, è stata dispensata dall’accoglimento di rifugiati. Saranno 15.600, invece, i richiedenti asilo che saranno ricollocati dall’Italia, sui 120mila previsti dalla nuova proposta della Commissione Ue. I 15.600 si aggiungono ai 24mila del precedente schema di maggio. Il totale di ricollocamenti dall’Italia per le due proposte è di 39.600 profughi su 160mila. L’ammontare di 120mila migranti da ricollocare, secondo i calcoli della Commissione, rappresenta appena il 36% degli ingressi che si sono registrati in Italia, Grecia e Ungheria. Il piano costa alle casse dell’Unione 780 milioni di euro.
Fuori classifica” invece il Regno Unito che accoglierà altri 20mila rifugiati siriani, provenienti dai campi profughi delle Nazioni Unite, fino al 2020.”Manterremo il nostro approccio di prendere i rifugiati direttamente dai campi”, ha spiegato il premier britannico David Cameron, nel suo intervento in Parlamento in cui ha ignorato ancora una volta gli appelli perché il suo Paese aderisca alla redistribuzione dei profughi già in territorio europeo.
E mentre l’Europa cerca di fare fronte all’emergenza, gli Stati Uniti si apprestano ad aumentare sostegno ai ribelli che combattono l’Isis in Siria. Fonti del Pentagono parlano di un aumento del numero di ribelli da addestrare in Turchia e in Giordania per poi dispiegarli in zone della Siria dove possano godere di un maggior sostegno rispetto al passato. Previsto anche un aumento degli sforzi sul fronte della raccolta di informazioni sul terreno da parte dell’intelligence: informazioni da fare avere poi ai ribelli.
Proprio oggi la Francia ha annunciato di aver dato il via a voli di ricognizione sul territorio siriano, già da domani. “Ho chiesto al ministro della Difesa – ha spiegato il presidente Françoise Hollande– di organizzare voli di ricognizione sulla Siria, in vista di eventuali raid contro lo Stato islamico.
In Siria vogliamo sapere cosa si prepara contro di noi e cosa si fa contro la popolazione siriana.
Per questo ho deciso di organizzare questi voli di ricognizione, in collegamento con la coalizione.
Secondo le informazioni che raccoglieremo potremo condurre dei raid”.
La guerra all’Isis , in pratica, torna prepotentemente tra le possibilità vagliate dalla comunità internazionale.
Il premier Matteo Renzi, però, intervenendo a Porta a Porta ha annunciato: ” L’Italia non partecipa a iniziative che Francia e Inghilterra hanno annunciato di studiare. In Siria c’è un presidente, Bashar al Assad, che controlla una parte del territorio”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... a/2015837/
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Come già scritto qualche giorno fa, i giornali della destra stanno conducendo una loro campagna elettorale usata cavalcando il tema dell'immigrazione.
Salvini si reca di prima mattina in chiesa per non essere visto, e va pregare affinchè gli immigrati arrivino a vagonate. Poi dalle 08,00 in avanti va in mezzo al pubblico per fare propaganda contro gli immigrati.
Ma al di là di questa strumentalizzazione evidente, i problemi reali esistono.
I politici si sono dimenticati degli ultimi. In questo caso dei terremotati, in quanto non portano voti.
Queste storie quotidiane esistono e non averle risolte per tempo diventano miscela esplosiva con la presenza degli immigrati.
Questi giovanotti quarantenni, di professione "piazzisti da 4 soldi", che un tempo hanno partecipato alle gare televisive allora in voga, oggi credono di partecipare al nuovo gioco:
"Specchio, specchio delle mie brame chi è il più pirla del reame?????"
10:3207 Set
Terremotato vuol darsi fuoco:
"Gli immigrati comodi in casa
E io devo dormire per strada"
Giuseppe De Lorenzo
Dopo il terremoto del 2012 è stato sfrattato dai moduli abitativi provvisori. Per protesta si è cosparso di benzina in municipio: "Nessuno di questi immigrati dorme per strada"
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 67633.html
Salvini si reca di prima mattina in chiesa per non essere visto, e va pregare affinchè gli immigrati arrivino a vagonate. Poi dalle 08,00 in avanti va in mezzo al pubblico per fare propaganda contro gli immigrati.
Ma al di là di questa strumentalizzazione evidente, i problemi reali esistono.
I politici si sono dimenticati degli ultimi. In questo caso dei terremotati, in quanto non portano voti.
Queste storie quotidiane esistono e non averle risolte per tempo diventano miscela esplosiva con la presenza degli immigrati.
Questi giovanotti quarantenni, di professione "piazzisti da 4 soldi", che un tempo hanno partecipato alle gare televisive allora in voga, oggi credono di partecipare al nuovo gioco:
"Specchio, specchio delle mie brame chi è il più pirla del reame?????"
10:3207 Set
Terremotato vuol darsi fuoco:
"Gli immigrati comodi in casa
E io devo dormire per strada"
Giuseppe De Lorenzo
Dopo il terremoto del 2012 è stato sfrattato dai moduli abitativi provvisori. Per protesta si è cosparso di benzina in municipio: "Nessuno di questi immigrati dorme per strada"
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 67633.html
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