Principi, diritti, doveri e quieto vivere.

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erding
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:55

Principi, diritti, doveri e quieto vivere.

Messaggio da erding »

Sembra che davvero non ci sia mai fine al peggio, ogni giorno ci sono nuove prepotenze, nuove illegalità e forzature ai regolamenti.
In nome di una efficienza, che poi risulta puntualmente farlocca, si violenta la verità, e a forza di millantare una legittimità falsa
ed una rappresentatività che non si ha si piegano le norme e le istituzioni. Tutto questo viene subìto dai più o per quieto vivere o per calcolo,
e la spudoratezza passa per coraggio e le cose... vanno come vanno.

Mi sono imbattuto in questo scritto di Francesco Alberoni del 1998 ma tuttora , a mio avviso, valido, interessante ed attuale.

Mai cedere a un prepotente per il "quieto vivere" di FRANCESCO ALBERONI

"L'ho fatto per quieto vivere". Chissa' quante volte avete sentito pronunciare questa frase da una persona mite,
che desiderava restare in buoni rapporti con tutti. Con i familiari, i fratelli, gli amici, i colleghi, e che ha acconsentito
alle richieste di un prepotente nella speranza che poi la lasciasse in pace. Invece questo cedimento e' stato solo l'inizio
di altre richieste, di altre prepotenze, di altre prevaricazioni. La maggior parte delle persone domanda cio' di cui ha bisogno.
Quando l'ha ottenuto e' contenta e ringrazia. Ma vi sono anche degli individui animati da una insaziabile brama di possedere,
di controllare, di dominare. Costoro, quando hanno ottenuto cio' che volevano, non si fermano, anzi aumentano le loro richieste.
Interpretano il vostro assenso come un segno di debolezza, come il via libera a ottenere di piu'. + molto difficile,
per le persone normali, capire la loro mentalita', rendersi conto che non si sazieranno mai, che ritengono gli sia tutto dovuto,
che non hanno il senso del limite. Non bisogna confondere questi personaggi prepotenti ed avidi con i grandi imprenditori,
i costruttori di imperi.
Costoro sognano, fanno dei progetti, e mobilitano uomini ed energie per realizzarli. Chiedono, ma per un fine preciso.
Vogliono essere seguiti, vogliono essere ubbiditi, ma per realizzare una meta. Le persone di cui parlo, invece, hanno
come unico scopo il dominio sugli altri. Piu' ottengono, piu' il loro io s'ingigantisce, e deborda su coloro che li circondano,
per impadronirsi della loro forza e crescere ancora di piu'. Che cosa vogliono veramente?
Vogliono possedere gli altri fino all'ultima fibra, tenerli nelle loro mani, avere il potere di terrorizzarli e farli soffrire.
Per riuscirci spezzano la loro volonta', li schiacciano, li umiliano, li costringono a compiere azioni ignobili, in modo da spingerli a disprezzarsi.
Sono comportamenti che abitualmente vediamo solo in guerra, nelle prigioni, nei campi di concentramento.
Dove i personaggi di questo tipo possono uscire allo scoperto, manifestare appieno la loro natura. Invece, nella vita normale,
sono controllati, circospetti, si travestono da agnelli, si nascondono dietro la menzogna e l'ipocrisia.
Per identificarli bisogna osservare attentamente i loro comportamenti, non farsi trarre in inganno dalla loro falsa gentilezza.
Allora vedrete che pretendono dai propri
collaboratori una ubbidienza cieca, che li tengono in un perpetuo stato di paura. Che considerano amici solo coloro che fanno il loro volere,
e si mettono a odiarli e a diffamarli non appena cessano di farlo. Che passano il loro tempo a manovrare, a istigare, a manipolare.
Che si circondano di spie, di delatori, di sicari e, se qualcuno cerca di affermare la propria autonomia, lo distruggono.
Guai, percio', a cedere alle richieste del prepotente "per quieto vivere". Perche' gli si da' piu' forza.
Egli puo' essere fermato solo da un no fermo, categorico, che gli faccia capire che non c'e' niente da fare e non ci sara' niente da fare
nemmeno nel futuro. E quando non c'e' un'autorita' che lo ferma, occorre che gli oppressi trovino il coraggio di ribellarsi, di coalizzarsi
per sfidarlo e vincerlo in una battaglia sindacale, legale, o politica, che gli tolga ogni speranza.

http://archiviostorico.corriere.it/1998 ... 0143.shtml
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Principi, diritti, doveri e quieto vivere.

Messaggio da camillobenso »

Mai cedere a un prepotente per il "quieto vivere" di FRANCESCO ALBERONI

"L'ho fatto per quieto vivere". Chissa' quante volte avete sentito pronunciare questa frase da una persona mite,
che desiderava restare in buoni rapporti con tutti. Con i familiari, i fratelli, gli amici, i colleghi, e che ha acconsentito
alle richieste di un prepotente nella speranza che poi la lasciasse in pace. Invece questo cedimento e' stato solo l'inizio
di altre richieste, di altre prepotenze, di altre prevaricazioni. La maggior parte delle persone domanda cio' di cui ha bisogno.
Quando l'ha ottenuto e' contenta e ringrazia. Ma vi sono anche degli individui animati da una insaziabile brama di possedere,
di controllare, di dominare. Costoro, quando hanno ottenuto cio' che volevano, non si fermano, anzi aumentano le loro richieste.
Interpretano il vostro assenso come un segno di debolezza, come il via libera a ottenere di piu'. + molto difficile,
per le persone normali, capire la loro mentalita', rendersi conto che non si sazieranno mai, che ritengono gli sia tutto dovuto,
che non hanno il senso del limite. Non bisogna confondere questi personaggi prepotenti ed avidi con i grandi imprenditori,
i costruttori di imperi.
Costoro sognano, fanno dei progetti, e mobilitano uomini ed energie per realizzarli. Chiedono, ma per un fine preciso.
Vogliono essere seguiti, vogliono essere ubbiditi, ma per realizzare una meta. Le persone di cui parlo, invece, hanno
come unico scopo il dominio sugli altri. Piu' ottengono, piu' il loro io s'ingigantisce, e deborda su coloro che li circondano,
per impadronirsi della loro forza e crescere ancora di piu'. Che cosa vogliono veramente?
Vogliono possedere gli altri fino all'ultima fibra, tenerli nelle loro mani, avere il potere di terrorizzarli e farli soffrire.
Per riuscirci spezzano la loro volonta', li schiacciano, li umiliano, li costringono a compiere azioni ignobili, in modo da spingerli a disprezzarsi.




In prima battuta, questo profilo tracciato da Alberon De' Alberoni, corrisponde esattamente al quella della organizzazioni mafiose.
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