scandalo dieselgate
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scandalo dieselgate
Lo scandalo dieselgate della bmw è il classico esempio di come un'azienda monopolistica possa tenere in scacco intere democrazie,quindi se ne deduce che più la ricchezza è diffusa fra i cittadini e meglio è perche in un mercato interno concorrenziale dell'auto se un'azienda avesse truccato le emissioni le ricadute sarebbero limitate per la pluralità dei soggetti in campo.Altro aspetto è che si parla di software ma è solo il modo di eludere e di deviare dei grandi interessi sulla energia biologicamente compatibile con l'ambiente come le celle a idrogeno l'auto elettrica il fotovoltaico il materiale biodegradabile l'energia del vento da sfruttare sulle grandi arterie prodotta dal movimento delle auto,la differenziata la bonifica delle discariche la difesa dell'abitat naturaistico e il suo recupero il contrasto all'abusivismo
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Re: scandalo dieselgate
Ambiente & Veleni
Volkswagen e petrolieri, le bugie hanno le gambe corte
di Greenpeace | 25 settembre 2015
Video + articolo
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... e/2067998/
Volkswagen e petrolieri, le bugie hanno le gambe corte
di Greenpeace | 25 settembre 2015
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... e/2067998/
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Re: scandalo dieselgate
La vox populi
Niko • un giorno fa
Correva l'anno 2012 quando lessi un vostro articolo pieno di errori, omissioni, falsità sul rigasificatore di Livorno. Vi contattai per mettere a disposizione la mia competenza nel settore per fornirvi indicazioni più precise e aiutarvi a puntare il dito sulle cose che veramente non vanno in quell'impianto. Risultati: nessuno. Le balle, quando vi fanno comodo, piacciono anche a voi. Ridicoli.
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Vincenzo M • 2 giorni fa
sarebbe auspicabile che lo scandalo VW portasse ad una svolta verso le rinnovabili,l'elettrico ecc...ma la vedo ancora molto,ma molto difficile da percorrere questa strada...e nn certo x mancanza di conoscenze tecnologiche
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camillobenso Vincenzo M • 2 minuti fa Tieni duro, questo commento deve ancora essere approvato da Il Fatto Quotidiano.
In questi giorni sono in molti a tirare in ballo la vettura elettrica, comprese le autoità tedesce.
Solo che mancano i bilanci energetici. Non bastano di certo le rinnovabili e quiindi, l'energia per la ricarica deve pur essere prodotta in qualche punto. E lì le emissioni continueranno perchè i filtri costano e come nel caso dell'Ilva di Taranto si preferisce risparmiare sui filtri.
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Phabio Mocci • 2 giorni fa
Piccolo appunto: il petrolio non viene utilizzato soltanto per produrre energia, ma anche per produrre una moltitudine di oggetti... Come rimpiazzi TUTTA la plastica utilizzata nel mondo ad esempio?
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Aristonico • 2 giorni fa
"Chi costruisce automobili preferisce risparmiare in ricerca e
aggiornamento della filiera; chi estrae petrolio e lo commercializza ha
tutto da guadagnare da motori che consumano (e inquinano) di più. Il
medesimo interesse, la stessa strategia: mentire...."
Per la verità case automobilistiche "pure" avrebbero tutto l'interesse a separare i propri destini da quelli dei petrolieri, ma purtroppo tutte le case automobilistiche sono "imbastardite" da partecipazioni incrociate o da legami "massonici" con il mondo dei petrolieri, e quindi i risultati sono questi.
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noveparole • 2 giorni fa
Greenpeace non sarete mai credibili finché prenderete soldi da fondazioni legate ai giganti della finanza, petrolio e costruttori automobilistici.
Turner Foundation
Rockefeller Brothers Fund
John D. & Catherine T. MacArthur Foundation
V. Kann Rasmussen Foundation
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zioJay noveparole • un giorno fa
l'ho sentita già questa storia, ma non sono mai dico MAI riuscito a trovare conferme ufficiali.
tutti i siti che ne parlano fanno riferimento a un certo elenco di finanziamenti su un certo sito di una certa fondazione promossa da questi miliardari.
peccato che in quel posto esatto non c'è nessun riferimento a greenpeace o gente collegata a greenpeace.
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pierluigi • 2 giorni fa
Continua la mistificazione della realtà e la demagogia di PaceVerde, lobby internazionale dell'ambientalismo farlocco...
Domanda: le rinnovabili sono in grado di sostituire OGGI le fossili, in Italia e in tutto il mondo?
Risposta: ve la siete data da soli qui http://www.greenpeace.org/inte.... E la vostra risposta è stata NO: nel 2050 in Europa e in Italia avremo ancora bisogno di fossili per generare en.elettrica, per non parlare di trasporti, calore, ...
Poi, se ci sono delinquenti che barano sulle regole ben vengano le pene economiche, penali, reputazionali. Ma accomunare categorie industriali solo per fare "lobby" beh questo è veramente triste...
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zioJay pierluigi • un giorno fa
la mistificazione sta nel come hai posto il discorso:
"..le rinnovabili sono in grado di sostituire OGGI..:"
NO. oggi, no. ieri men che meno. ma oggi rispetto a ieri? e domani rispetto ad oggi?
e poi chi ha mai detto "sostituire"? attenzione, credo che non ci sia un solo esperto di energia al mondo che preveda in futuro una totale transizione alle rinnovabili. come del resto un declino del nucleare.
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Andrea F. • 2 giorni fa
Finché c'è un partito-maf1a come il pd al governo non c'è speranza, il pianeta è spacciato.
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paolo secondo Andrea F. • 2 giorni fa
Quale e' la connessione logica con l' articolo?
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Neperio Andrea F. • 2 giorni fa
E anche te non stai messo molto bene...
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pics • 2 giorni fa
Le bugie hanno le gambe corte come la vostra foto taroccata dopo i danni che avete provocato a Nazca? ahahahah :p
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Surak 2.03 • 2 giorni fa
*Correva il giugno 2011 quando una legione di sette bambini armati..*
insomma, state dicendo che l'uso propagandistico dei bambini l'avete iniziato voi di Greenpeacentology? Prima dell'Isis, prima dei trafficanti di uomini dalla siria..
Ed a proposito di balle e ridicola propaganda..oltre che di 2011.. quanti sono i morti per radiazioni a 4 anni di distanza ormai? Opss, sono ZERO, 0, punti, nessuno, nisba, nada... in compenso ci sono state migliaia di vittime da stress per l'evacuazione indotta dal terrorismo mediatico dell'informazione in cerca della vendita della copia in più e degli pseudo ecologisti in cerca di una tessera venduta in più.
Purtroppo nessuno di questi ultimi criminali pagherà per quelle morti (a differenza dei taroccatori di VW)
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Niko • un giorno fa
Correva l'anno 2012 quando lessi un vostro articolo pieno di errori, omissioni, falsità sul rigasificatore di Livorno. Vi contattai per mettere a disposizione la mia competenza nel settore per fornirvi indicazioni più precise e aiutarvi a puntare il dito sulle cose che veramente non vanno in quell'impianto. Risultati: nessuno. Le balle, quando vi fanno comodo, piacciono anche a voi. Ridicoli.
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Vincenzo M • 2 giorni fa
sarebbe auspicabile che lo scandalo VW portasse ad una svolta verso le rinnovabili,l'elettrico ecc...ma la vedo ancora molto,ma molto difficile da percorrere questa strada...e nn certo x mancanza di conoscenze tecnologiche
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camillobenso Vincenzo M • 2 minuti fa Tieni duro, questo commento deve ancora essere approvato da Il Fatto Quotidiano.
In questi giorni sono in molti a tirare in ballo la vettura elettrica, comprese le autoità tedesce.
Solo che mancano i bilanci energetici. Non bastano di certo le rinnovabili e quiindi, l'energia per la ricarica deve pur essere prodotta in qualche punto. E lì le emissioni continueranno perchè i filtri costano e come nel caso dell'Ilva di Taranto si preferisce risparmiare sui filtri.
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Phabio Mocci • 2 giorni fa
Piccolo appunto: il petrolio non viene utilizzato soltanto per produrre energia, ma anche per produrre una moltitudine di oggetti... Come rimpiazzi TUTTA la plastica utilizzata nel mondo ad esempio?
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Aristonico • 2 giorni fa
"Chi costruisce automobili preferisce risparmiare in ricerca e
aggiornamento della filiera; chi estrae petrolio e lo commercializza ha
tutto da guadagnare da motori che consumano (e inquinano) di più. Il
medesimo interesse, la stessa strategia: mentire...."
Per la verità case automobilistiche "pure" avrebbero tutto l'interesse a separare i propri destini da quelli dei petrolieri, ma purtroppo tutte le case automobilistiche sono "imbastardite" da partecipazioni incrociate o da legami "massonici" con il mondo dei petrolieri, e quindi i risultati sono questi.
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noveparole • 2 giorni fa
Greenpeace non sarete mai credibili finché prenderete soldi da fondazioni legate ai giganti della finanza, petrolio e costruttori automobilistici.
Turner Foundation
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V. Kann Rasmussen Foundation
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zioJay noveparole • un giorno fa
l'ho sentita già questa storia, ma non sono mai dico MAI riuscito a trovare conferme ufficiali.
tutti i siti che ne parlano fanno riferimento a un certo elenco di finanziamenti su un certo sito di una certa fondazione promossa da questi miliardari.
peccato che in quel posto esatto non c'è nessun riferimento a greenpeace o gente collegata a greenpeace.
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pierluigi • 2 giorni fa
Continua la mistificazione della realtà e la demagogia di PaceVerde, lobby internazionale dell'ambientalismo farlocco...
Domanda: le rinnovabili sono in grado di sostituire OGGI le fossili, in Italia e in tutto il mondo?
Risposta: ve la siete data da soli qui http://www.greenpeace.org/inte.... E la vostra risposta è stata NO: nel 2050 in Europa e in Italia avremo ancora bisogno di fossili per generare en.elettrica, per non parlare di trasporti, calore, ...
Poi, se ci sono delinquenti che barano sulle regole ben vengano le pene economiche, penali, reputazionali. Ma accomunare categorie industriali solo per fare "lobby" beh questo è veramente triste...
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zioJay pierluigi • un giorno fa
la mistificazione sta nel come hai posto il discorso:
"..le rinnovabili sono in grado di sostituire OGGI..:"
NO. oggi, no. ieri men che meno. ma oggi rispetto a ieri? e domani rispetto ad oggi?
e poi chi ha mai detto "sostituire"? attenzione, credo che non ci sia un solo esperto di energia al mondo che preveda in futuro una totale transizione alle rinnovabili. come del resto un declino del nucleare.
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Andrea F. • 2 giorni fa
Finché c'è un partito-maf1a come il pd al governo non c'è speranza, il pianeta è spacciato.
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paolo secondo Andrea F. • 2 giorni fa
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Neperio Andrea F. • 2 giorni fa
E anche te non stai messo molto bene...
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Le bugie hanno le gambe corte come la vostra foto taroccata dopo i danni che avete provocato a Nazca? ahahahah :p
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Surak 2.03 • 2 giorni fa
*Correva il giugno 2011 quando una legione di sette bambini armati..*
insomma, state dicendo che l'uso propagandistico dei bambini l'avete iniziato voi di Greenpeacentology? Prima dell'Isis, prima dei trafficanti di uomini dalla siria..
Ed a proposito di balle e ridicola propaganda..oltre che di 2011.. quanti sono i morti per radiazioni a 4 anni di distanza ormai? Opss, sono ZERO, 0, punti, nessuno, nisba, nada... in compenso ci sono state migliaia di vittime da stress per l'evacuazione indotta dal terrorismo mediatico dell'informazione in cerca della vendita della copia in più e degli pseudo ecologisti in cerca di una tessera venduta in più.
Purtroppo nessuno di questi ultimi criminali pagherà per quelle morti (a differenza dei taroccatori di VW)
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Re: scandalo dieselgate
Economia Occulta
Volkswagen, il gigante del capitalismo ha mentito ai suoi clienti. Avanti il prossimo
di Loretta Napoleoni | 27 settembre 2015
Lo scandalo della Volkswagen è un duro colpo al capitalismo industriale moderno, quello che secondo la teoria neo-liberista, rappresenta la spina dorsale della crescita economica. E quindi va difeso a spada tratta. Ma sarà difficile, se non impossibile, anche per i più accaniti neo-liberisti far passare il software che inganna i controlli sulle emissioni di diossido di nitrogeno come un errore casuale, un’alterazione non programmata. Qualcuno l’ha pensata, l’ha studiata, ha prodotto ed applicato ai motori diesel il software per imbrogliare le autorità competenti ed i consumatori. E dato che la catena di montaggio automobilista è un meccanismo complessissimo di orologeria industriale, dove tutto è computerizzato, bilanciato e verificato al millimetro, di certo il software fraudolento è stato approvato dal board della Volkswagen perché per applicato si è dovuta modificare la catena di montaggio.
Dunque, il simbolo del capitalismo industriale europeo dovrebbe andare in frantumi perché gestito da delinquenti, questa infatti la definizione corretta di chiunque fosse a conoscenza della frode. Ma succederà? Dopo la Toyota, la Volkswagen è la più grande produttrice di macchine al mondo. Con una forza lavoro internazionale di 590 mila operai produce 41.000 veicoli al giorno, venduti in 153 nazioni. Al momento 80 milioni di persone guidano una macchina della Volkswagen. Ma non basta, VW è proprietaria di altri marchi europei, ad esempio Audi, Seat, Škoda, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, Ducati. Far crollare questo impero vorrebbe dire dare un durissimo colpo all’industria automobilista europea, ne abbiamo già visto l’anteprima, con conseguenze disastrose sui mercati finanziari e sulla forza lavoro. Wolfsburg, nella bassa Sassonia, ad esempio, non è solo la città natale della Volkswagen, su una popolazione di 120 mila abitanti più della metà lavora per produrre le sue macchine.
Pubblicità
Non è la prima volta che la Volkswagen si trova in una situazione drammatica. Fondata per volontà di Hitler nel 1937 e disegnata da Ferdinand Porsche, la prima macchina doveva essere l’utilitaria della classe media tedesca. Ma la guerra interruppe questo progetto e la Volkswagen produsse veicoli per l’esercito tedesco usando più di 15 mila schiavi provenienti dai vicini campi di concentramento. Nel 1998 i sopravvissuti finalmente ottennero compensazione per quel trattamento disumano. Nel 1945, la fabbrica, che era stata gravemente danneggiata dai bombardamenti, finì sotto il controllo dell’esercito britannico. Il maggiore Ivan Hirst convinse i suoi superiori a non distruggerla ma ad usarla nel contesto delle riparazioni di guerra. Nel 1949 venne restituita alla Germania. Da allora la sua crescita è stata spettacolare.
L’importanza odierna della Volkswagen nel contesto del capitalismo industriale europeo è confermata dal comportamento ‘protettivo’ nei suoi confronti da parte dei governi e della commissione europea. E’ dal 2013 che i verdi europei, Greenpeace e altri gruppi ambientalisti denunciano gli alti tassi di inquinamento prodotti dai motori diesel, tra cui quelli del gigante automobilistico tedesco, senza suscitare alcuna risposta. Nel 2013 perfino il Centro di ricerca congiunto della Commissione europea denunciò in uno studio la possibilità che i livelli di emissione della autovetture fossero truccati. Ma non successe nulla. A detta dei Verdi tedeschi l’ultima volta che il governo di Bonn è stato allertato riguardo alla possibilità che l’emissione delle macchine a diesel della Volkswagen fosse più alta di quanto dichiarato è stata a luglio di quest’anno, ma Berlino non è intervenuta, ha lasciato correre.
Tante dunque le connivenze politiche e tanta la corruzione. Nel 2014, secondo dati ufficiali raccolti da Greenpeace, i produttori di diesel, con in testa la Volkswagen hanno speso 18,5 milioni di euro attraverso 184 lobbisti a Bruxelles, chissà quante nuove autovetture sono state ‘regalate’ o ‘donate’.
C’è voluto l’intervento degli americani per scoperchiare il vaso di Pandora, a quanto pare gli europei erano ben intenzionati a lasciarlo chiuso. Ed adesso che lo scandalo è pubblico è iniziato il solito scaricabarile. La commissione sostiene che non è sua responsabilità controllare la qualità dei prodotti europei, nel tentativo di arginarne le conseguenze la Germania si è dichiarata pronta a far pulizia in casa propria. La Svizzera ha semplicemente sospeso l’importazione delle Volkswagen mentre negli altri Paesi europei si conducono controlli sistematici o sporadici per scoprire quali autovetture sono state truccate.
Rimane il problema di fondo: il gigante del capitalismo industriale europeo ha mentito ai suoi clienti. Se lo ha fatto la Volskwagen chiunque può farlo. Al di là dei sistemi di controllo stiamo toccando con mano la vera natura del capitale industriale, perché questa volta le banche e la finanza proprio non c’entrano. Ed ancora una volta il consumatore, il cittadino è vittima della frode.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... o/2071675/
Volkswagen, il gigante del capitalismo ha mentito ai suoi clienti. Avanti il prossimo
di Loretta Napoleoni | 27 settembre 2015
Lo scandalo della Volkswagen è un duro colpo al capitalismo industriale moderno, quello che secondo la teoria neo-liberista, rappresenta la spina dorsale della crescita economica. E quindi va difeso a spada tratta. Ma sarà difficile, se non impossibile, anche per i più accaniti neo-liberisti far passare il software che inganna i controlli sulle emissioni di diossido di nitrogeno come un errore casuale, un’alterazione non programmata. Qualcuno l’ha pensata, l’ha studiata, ha prodotto ed applicato ai motori diesel il software per imbrogliare le autorità competenti ed i consumatori. E dato che la catena di montaggio automobilista è un meccanismo complessissimo di orologeria industriale, dove tutto è computerizzato, bilanciato e verificato al millimetro, di certo il software fraudolento è stato approvato dal board della Volkswagen perché per applicato si è dovuta modificare la catena di montaggio.
Dunque, il simbolo del capitalismo industriale europeo dovrebbe andare in frantumi perché gestito da delinquenti, questa infatti la definizione corretta di chiunque fosse a conoscenza della frode. Ma succederà? Dopo la Toyota, la Volkswagen è la più grande produttrice di macchine al mondo. Con una forza lavoro internazionale di 590 mila operai produce 41.000 veicoli al giorno, venduti in 153 nazioni. Al momento 80 milioni di persone guidano una macchina della Volkswagen. Ma non basta, VW è proprietaria di altri marchi europei, ad esempio Audi, Seat, Škoda, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, Ducati. Far crollare questo impero vorrebbe dire dare un durissimo colpo all’industria automobilista europea, ne abbiamo già visto l’anteprima, con conseguenze disastrose sui mercati finanziari e sulla forza lavoro. Wolfsburg, nella bassa Sassonia, ad esempio, non è solo la città natale della Volkswagen, su una popolazione di 120 mila abitanti più della metà lavora per produrre le sue macchine.
Pubblicità
Non è la prima volta che la Volkswagen si trova in una situazione drammatica. Fondata per volontà di Hitler nel 1937 e disegnata da Ferdinand Porsche, la prima macchina doveva essere l’utilitaria della classe media tedesca. Ma la guerra interruppe questo progetto e la Volkswagen produsse veicoli per l’esercito tedesco usando più di 15 mila schiavi provenienti dai vicini campi di concentramento. Nel 1998 i sopravvissuti finalmente ottennero compensazione per quel trattamento disumano. Nel 1945, la fabbrica, che era stata gravemente danneggiata dai bombardamenti, finì sotto il controllo dell’esercito britannico. Il maggiore Ivan Hirst convinse i suoi superiori a non distruggerla ma ad usarla nel contesto delle riparazioni di guerra. Nel 1949 venne restituita alla Germania. Da allora la sua crescita è stata spettacolare.
L’importanza odierna della Volkswagen nel contesto del capitalismo industriale europeo è confermata dal comportamento ‘protettivo’ nei suoi confronti da parte dei governi e della commissione europea. E’ dal 2013 che i verdi europei, Greenpeace e altri gruppi ambientalisti denunciano gli alti tassi di inquinamento prodotti dai motori diesel, tra cui quelli del gigante automobilistico tedesco, senza suscitare alcuna risposta. Nel 2013 perfino il Centro di ricerca congiunto della Commissione europea denunciò in uno studio la possibilità che i livelli di emissione della autovetture fossero truccati. Ma non successe nulla. A detta dei Verdi tedeschi l’ultima volta che il governo di Bonn è stato allertato riguardo alla possibilità che l’emissione delle macchine a diesel della Volkswagen fosse più alta di quanto dichiarato è stata a luglio di quest’anno, ma Berlino non è intervenuta, ha lasciato correre.
Tante dunque le connivenze politiche e tanta la corruzione. Nel 2014, secondo dati ufficiali raccolti da Greenpeace, i produttori di diesel, con in testa la Volkswagen hanno speso 18,5 milioni di euro attraverso 184 lobbisti a Bruxelles, chissà quante nuove autovetture sono state ‘regalate’ o ‘donate’.
C’è voluto l’intervento degli americani per scoperchiare il vaso di Pandora, a quanto pare gli europei erano ben intenzionati a lasciarlo chiuso. Ed adesso che lo scandalo è pubblico è iniziato il solito scaricabarile. La commissione sostiene che non è sua responsabilità controllare la qualità dei prodotti europei, nel tentativo di arginarne le conseguenze la Germania si è dichiarata pronta a far pulizia in casa propria. La Svizzera ha semplicemente sospeso l’importazione delle Volkswagen mentre negli altri Paesi europei si conducono controlli sistematici o sporadici per scoprire quali autovetture sono state truccate.
Rimane il problema di fondo: il gigante del capitalismo industriale europeo ha mentito ai suoi clienti. Se lo ha fatto la Volskwagen chiunque può farlo. Al di là dei sistemi di controllo stiamo toccando con mano la vera natura del capitale industriale, perché questa volta le banche e la finanza proprio non c’entrano. Ed ancora una volta il consumatore, il cittadino è vittima della frode.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... o/2071675/
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Re: scandalo dieselgate
Sul mercato è caos-omologazioni nei test reali si salva un’auto su sei
(VALERIO BERRUTI PAOLO GRISERI)
27/09/2015 di triskel182
https://triskel182.wordpress.com/2015/0 ... o-griseri/
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Re: scandalo dieselgate
″Volkswagen, lettera ai concessionari italiani: “Stop vendite auto diesel Euro5
Fatti a motore
La decisione in una lettera della filiale italiana del gruppo automobilistico, pubblicata dal Corriere della Sera, presa a scopo precauzionale, in attesa di decisioni da parte della casa madre. Intanto il ministro Delrio esprime indignazione per "l'incredibile inganno" e promette controlli accurati
di F. Q. | 27 settembre 2015
Volkswagen Italia sospende la vendita, l’immatricolazione e la consegna di tutti i veicoli con il motore diesel Euro5 finito al centro dello scandalo. Una lettera di Volkswagen Group Italia ai concessionari Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, e Veicololi commericali – pubblicata domenica 27 settembre dal Corriere della Sera – conferma una decisione che era nell’aria da giorni: “In attesa di ricevere chiarimenti e dettagli da parte di Volkswagen Group Ag su modelli e cilindrate eventualmente interessati – si legge in un passaggio chiave della lettera -, come misura precauzionale, vi preghiamo di sospendere – con effetto immediato – la vendita e/o immatricolazione e/o consegna dei soli veicoli equipaggati con motori diesel euro5 tipo EA 189“. La decisione riguarda circa 40 mila autovetture e i modelli coinvolti sarebbero in tutto 19: sette con il marchio Audi (A3, A4, A5, A6, TT, Q3 e Q5); tre con il marchio Seat (Leon, Altea e Superb); sei per Volkswagen (Maggiolino, Sharan, Touran, Golf, Passat e Tiguan); e tre con il marchio Skoda (Yeti, Octavia e Superb). Nonostante da settembre a listino ci siano solo automobili Euro 6, infatti, ai concessionari è permesso vendere le Euro 5 prodotte fino allo scorso giugno.
Il blocco in Italia segue di un giorno quello imposto (dall’autorità competente) in Svizzera. La sensazione, ora, è che anche altri paesi possano seguire la stessa strada. Intanto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, intervistato da La Stampa, ha detto di voler conoscere nel dettaglio “quante e quali auto vendute in Italia hanno montato questo dispositivo e questo software” e ha confermato quanto già affermato nei giorni scorsi: “l’Italia farà partire dei controlli a campione su tutte le vetture vendute in Italia, senza aspettare i dati che pure abbiamo richiesto sia alla Volkswagen che all’autorità di omologazione”. Il test, spiega, sarà effettuato “su un migliaio di vetture per avere un risultato significativo. Ognuno costa circa 8 mila euro, ma ne vale la pena. Avremo i risultati tra due o tre mesi, e capiremo se le emissioni sono nei limiti, e se qualcuno ha cercato di fare il furbo”.
Nel caso della Volkswagen “si è usata una metodologia che inganna anche le autorità che devono svolgere i controlli – dice il ministro -. Siamo indignati: oltre a essere stata una truffa e un inganno gravissimi, qui si rischia di rompere la fiducia tra produttori e cittadini”. Delrio rimarca che “se viene meno la fiducia investono meno e consumano meno” e che “l’Italia è coinvolta anche perché l’industria automobilistica è un industria europea e un mercato globale. Volkswagen monta componenti italiane” e “non dobbiamo gioire se l’industria tedesca va in crisi”. Delrio spiega che nessuno poteva immaginare “questo incredibile inganno” ma che era già stato deciso “a livello europeo di cambiare le regole dei test sulle emissioni “non solo in laboratorio, ma anche su strada”: le nuove regole andranno a regime dal 2017.
Intanto Daimler ha scritto a circa 11mila possessori di van Mercedes Sprinter per un update del software collegato al sistema di emissioni, in modo da prevenire “possibili inconvenienti con autorità e controllori”. Lo riporta il Welt Am Sonntag, ma la società replica che il richiamo a partire da giugno scorso “non ha assolutamente niente a che vedere con gli attuali problemi Volkswagen”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... 5/2071688/
Fatti a motore
La decisione in una lettera della filiale italiana del gruppo automobilistico, pubblicata dal Corriere della Sera, presa a scopo precauzionale, in attesa di decisioni da parte della casa madre. Intanto il ministro Delrio esprime indignazione per "l'incredibile inganno" e promette controlli accurati
di F. Q. | 27 settembre 2015
Volkswagen Italia sospende la vendita, l’immatricolazione e la consegna di tutti i veicoli con il motore diesel Euro5 finito al centro dello scandalo. Una lettera di Volkswagen Group Italia ai concessionari Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, e Veicololi commericali – pubblicata domenica 27 settembre dal Corriere della Sera – conferma una decisione che era nell’aria da giorni: “In attesa di ricevere chiarimenti e dettagli da parte di Volkswagen Group Ag su modelli e cilindrate eventualmente interessati – si legge in un passaggio chiave della lettera -, come misura precauzionale, vi preghiamo di sospendere – con effetto immediato – la vendita e/o immatricolazione e/o consegna dei soli veicoli equipaggati con motori diesel euro5 tipo EA 189“. La decisione riguarda circa 40 mila autovetture e i modelli coinvolti sarebbero in tutto 19: sette con il marchio Audi (A3, A4, A5, A6, TT, Q3 e Q5); tre con il marchio Seat (Leon, Altea e Superb); sei per Volkswagen (Maggiolino, Sharan, Touran, Golf, Passat e Tiguan); e tre con il marchio Skoda (Yeti, Octavia e Superb). Nonostante da settembre a listino ci siano solo automobili Euro 6, infatti, ai concessionari è permesso vendere le Euro 5 prodotte fino allo scorso giugno.
Il blocco in Italia segue di un giorno quello imposto (dall’autorità competente) in Svizzera. La sensazione, ora, è che anche altri paesi possano seguire la stessa strada. Intanto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, intervistato da La Stampa, ha detto di voler conoscere nel dettaglio “quante e quali auto vendute in Italia hanno montato questo dispositivo e questo software” e ha confermato quanto già affermato nei giorni scorsi: “l’Italia farà partire dei controlli a campione su tutte le vetture vendute in Italia, senza aspettare i dati che pure abbiamo richiesto sia alla Volkswagen che all’autorità di omologazione”. Il test, spiega, sarà effettuato “su un migliaio di vetture per avere un risultato significativo. Ognuno costa circa 8 mila euro, ma ne vale la pena. Avremo i risultati tra due o tre mesi, e capiremo se le emissioni sono nei limiti, e se qualcuno ha cercato di fare il furbo”.
Nel caso della Volkswagen “si è usata una metodologia che inganna anche le autorità che devono svolgere i controlli – dice il ministro -. Siamo indignati: oltre a essere stata una truffa e un inganno gravissimi, qui si rischia di rompere la fiducia tra produttori e cittadini”. Delrio rimarca che “se viene meno la fiducia investono meno e consumano meno” e che “l’Italia è coinvolta anche perché l’industria automobilistica è un industria europea e un mercato globale. Volkswagen monta componenti italiane” e “non dobbiamo gioire se l’industria tedesca va in crisi”. Delrio spiega che nessuno poteva immaginare “questo incredibile inganno” ma che era già stato deciso “a livello europeo di cambiare le regole dei test sulle emissioni “non solo in laboratorio, ma anche su strada”: le nuove regole andranno a regime dal 2017.
Intanto Daimler ha scritto a circa 11mila possessori di van Mercedes Sprinter per un update del software collegato al sistema di emissioni, in modo da prevenire “possibili inconvenienti con autorità e controllori”. Lo riporta il Welt Am Sonntag, ma la società replica che il richiamo a partire da giugno scorso “non ha assolutamente niente a che vedere con gli attuali problemi Volkswagen”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... 5/2071688/
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Re: scandalo dieselgate
Dieselgate Volkswagen, il caso delle auto a rischio di polizia e carabinieri La Seat, che fa parte del gruppo tedesco, ha vinto l’appalto per la fornitura delle vetture di servizio. Ma sono le Leon Tdi 150 cavalli, con i motori sotto accusa per le emissioni di Maurizio Donelli
http://motori.corriere.it/motori/attual ... 68c3.shtml
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Re: scandalo dieselgate
Dopo dieci giorni il Dieselgate si tinge di realismo.
Volkswagen, l’ex ad Winterkorn indagato. Il gruppo ai dipendenti: “Situazione drammatica, arduo riconquistare fiducia”
Numeri & News
La procura della Bassa Sassonia ha aperto un'indagine nei confronti dell'ex numero uno, che dato le dimissioni la scorsa settimana: l'ipotesi di reato è la frode. Intanto è stato reso noto che sono 2,1 milioni gli esemplari Audi coinvolti nello scandalo
di F. Q. | 28 settembre 2015
L’ex numero uno indagato per frode, quello nuovo che scrive ai dipendenti e prevede un futuro nerissimo, lo scandalo che si allarga e i consumatori che si ribellano. Volkswagen resta nella bufera e emergono nuovi particolari sulla truffa sui test per misurare le emissioni nociva. Il portavoce di Volkswagen Juergen de Graeve ha detto a Bloomberg che sono oltre 2,1 milioni nel mondo le Audi dotate del software in grado di truccare le rilevazioni. I modelli in questione sono A1, A3, A4, A5, A6, TT, Q3, Q5. Su 11 milioni di auto incriminate, oltre 1,4 milioni sono state vendute nella sola Europa occidentale, 577mila delle quali in Germania. Che il marchio di lusso del gruppo Volkswagen fosse invischiato nel diesel gate non è una novità assoluta, mentre lo è la portata del coinvolgimento. Lunedì, poi, si è saputo anche che la procura della Bassa Sassonia ha aperto un’indagine nei confronti dell’ex amministratore delegato Martin Winterkorn, che dato le dimissioni la scorsa settimana. L’inchiesta sarà concentrata su “accuse di frode nella vendita di auto con dati sulle emissioni manipolati”, ha fatto sapere la procura. I titoli Volkswagen hanno perso anche oggi più del 7% in borsa.
Il nuovo ad ai dipendenti: “Gruppo in situazione drammatica”
“Volkswagen è in una situazione drammatica. Sarà tutt’altro che facile ripristinare la reputazione della società e riconquistare la fiducia dei clienti” ha detto il nuovo a.d. di Volkswagen, Matthias Mueller, in una lettera al personale visionata da Reuters. Anche sulla testa del nuovo amministratore delegato pendono tutta una serie di interrogativi, a cominciare dalla sua adeguatezza al ruolo in un momento così delicato e in sostituzione del dimissionario Martin Winterkorn. “Lui ha fatto una carriera all’interno del sistema Vw, quindi come può essere credibile la promessa che tutto cambierà per il meglio a partire da ora? Questi dubbi stanno pesando sul titolo” ha detto Sascha Gommel, analista di Commerzbank.
Il governo tedesco: “Non eravamo a conoscenza dell’esistenza del software incriminato” - Volkswagen sta cercando di correre ai ripari, ma gli effetti negativi sono ben lungi dall’essere esauriti. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, i vertici di Wolfsburg hanno deciso di sospendere i responsabili della ricerca e sviluppo di Audi, Porsche e della casa madre, dopo che nei giorni scorsi era emerso che i test sulle emissioni negli Usa, poi risultati truccati, erano gestiti direttamente da ingegneri impiegati in Germania. Fin qui il fronte interno della vicenda. Fuori dagli uffici Volkswagen, invece, continuano gli attacchi al marchio. E mentre il ministero dei Trasporti tedesco ha smentito di essere stato a conoscenza dell’esistenza del software incriminato, un importatore di auto in Belgio ha comunicato il blocco della vendita di 3,2 milioni di vetture che potrebbero essere dotate del programma installato da Volkswagen per manipolare i dati. D’leteren Auto, storico operatore dell’import belga, ha definito la decisione “precauzionale” in attesa che la casa tedesca renda noto un elenco completo e dettagliato dei veicoli equipaggiati con il software (il documento dovrebbe arrivare la prossima settimana). Le auto interessate dalla misura dell’importatore sono le Euro5 con motore diesel EA 189. L’operatore import non ha voluto confermare il dato fornito la scorsa settimana dal ministro dell’Economia belga, Kris Peeters, che aveva parlato di 500mila vetture coinvolte nello scandalo nel Paese.
Partita la prima class action negli Stati Uniti. Il ministro Delrio: “Possibile anche da noi” - Negli Stati Uniti, intanto, è partita la prima class action contro Volkswagen. A muoverla – riferisce l’Handelsblatt - è un fondo pensionistico del Michigan che ha deciso di rappresentare in giudizio una serie di investitori, che ritengono di aver pagato prezzi artificialmente gonfiati per investire in Volkswagen, visti livelli di emissione dei gas di scarico manipolati. E di aver perso così centinaia di milioni di dollari. Il quotidiano parla anche di 80 cause dei consumatori statunitensi contro la casa automobilistica tedesca. Iniziative replicabili anche in Italia? “E’ possibile, non si può prevedere, è certamente possibile” ha detto il ministro per le Infrastrutture e trasporti Graziano Delrio. In realtà qualcosa già bolle in pentola. Il Codacons, infatti, ha già raccolto oltre 12mila pre adesioni su tutto il territorio nazionale da parte di proprietari di auto diesel del marchio tedesco e sta ultimando l’atto di citazione contro la casa automobilistica tedesca, che verrà formalmente presentato nelle prossime ore. “Tecnicamente, l’azione collettiva mira a far riconoscere sia il danno contrattuale, legato alla vendita di un bene (l’automobile) avente caratteristiche diverse da quelle promesse – ha detto Carlo Rienzi, presidente dell’associazione dei consumatori – sia quello extracontrattuale, per essere stato l’automobilista indotto a diffondere sostanze tossiche vietate nell’aria, contribuendo a sua insaputa all’inquinamento atmosferico“.
Lo studio: anche altre case in Ue truccano i test sulle emissioni - Alcune macchine nuove, tra cui Mercedes classe A,C e E, Bmw serie 5 e Peugeot 308, consumano circa il 50% di benzina in più rispetto a quanto dichiarato dai risultati di laboratorio diffusi dalle marche stesse. Lo rende noto l’organizzazione Transport & Enviroment sulla base di loro test su strada. Secondo questo studio, la differenza tra le performance reali e quelle ufficiali è talmente rilevante che è difficile da spiegare secondo gli standard comuni, per cui non si può escludere la manipolazione dei test stessi. Anche se questa ricerca – sottolinea lo studio – non ha dimostrato la presenza di ‘dispositivi specifici‘ in grado di falsificare i dati, simili a quelli utilizzati da Volkswagen, tuttavia, raccomanda sempre la stessa ricerca, i governi europei dovrebbero estendere i loro controlli dai software per la misurazione delle emissioni a eventuali manipolazioni circa il reale consumo delle auto.
Volkswagen, l’ex ad Winterkorn indagato. Il gruppo ai dipendenti: “Situazione drammatica, arduo riconquistare fiducia”
Numeri & News
La procura della Bassa Sassonia ha aperto un'indagine nei confronti dell'ex numero uno, che dato le dimissioni la scorsa settimana: l'ipotesi di reato è la frode. Intanto è stato reso noto che sono 2,1 milioni gli esemplari Audi coinvolti nello scandalo
di F. Q. | 28 settembre 2015
L’ex numero uno indagato per frode, quello nuovo che scrive ai dipendenti e prevede un futuro nerissimo, lo scandalo che si allarga e i consumatori che si ribellano. Volkswagen resta nella bufera e emergono nuovi particolari sulla truffa sui test per misurare le emissioni nociva. Il portavoce di Volkswagen Juergen de Graeve ha detto a Bloomberg che sono oltre 2,1 milioni nel mondo le Audi dotate del software in grado di truccare le rilevazioni. I modelli in questione sono A1, A3, A4, A5, A6, TT, Q3, Q5. Su 11 milioni di auto incriminate, oltre 1,4 milioni sono state vendute nella sola Europa occidentale, 577mila delle quali in Germania. Che il marchio di lusso del gruppo Volkswagen fosse invischiato nel diesel gate non è una novità assoluta, mentre lo è la portata del coinvolgimento. Lunedì, poi, si è saputo anche che la procura della Bassa Sassonia ha aperto un’indagine nei confronti dell’ex amministratore delegato Martin Winterkorn, che dato le dimissioni la scorsa settimana. L’inchiesta sarà concentrata su “accuse di frode nella vendita di auto con dati sulle emissioni manipolati”, ha fatto sapere la procura. I titoli Volkswagen hanno perso anche oggi più del 7% in borsa.
Il nuovo ad ai dipendenti: “Gruppo in situazione drammatica”
“Volkswagen è in una situazione drammatica. Sarà tutt’altro che facile ripristinare la reputazione della società e riconquistare la fiducia dei clienti” ha detto il nuovo a.d. di Volkswagen, Matthias Mueller, in una lettera al personale visionata da Reuters. Anche sulla testa del nuovo amministratore delegato pendono tutta una serie di interrogativi, a cominciare dalla sua adeguatezza al ruolo in un momento così delicato e in sostituzione del dimissionario Martin Winterkorn. “Lui ha fatto una carriera all’interno del sistema Vw, quindi come può essere credibile la promessa che tutto cambierà per il meglio a partire da ora? Questi dubbi stanno pesando sul titolo” ha detto Sascha Gommel, analista di Commerzbank.
Il governo tedesco: “Non eravamo a conoscenza dell’esistenza del software incriminato” - Volkswagen sta cercando di correre ai ripari, ma gli effetti negativi sono ben lungi dall’essere esauriti. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, i vertici di Wolfsburg hanno deciso di sospendere i responsabili della ricerca e sviluppo di Audi, Porsche e della casa madre, dopo che nei giorni scorsi era emerso che i test sulle emissioni negli Usa, poi risultati truccati, erano gestiti direttamente da ingegneri impiegati in Germania. Fin qui il fronte interno della vicenda. Fuori dagli uffici Volkswagen, invece, continuano gli attacchi al marchio. E mentre il ministero dei Trasporti tedesco ha smentito di essere stato a conoscenza dell’esistenza del software incriminato, un importatore di auto in Belgio ha comunicato il blocco della vendita di 3,2 milioni di vetture che potrebbero essere dotate del programma installato da Volkswagen per manipolare i dati. D’leteren Auto, storico operatore dell’import belga, ha definito la decisione “precauzionale” in attesa che la casa tedesca renda noto un elenco completo e dettagliato dei veicoli equipaggiati con il software (il documento dovrebbe arrivare la prossima settimana). Le auto interessate dalla misura dell’importatore sono le Euro5 con motore diesel EA 189. L’operatore import non ha voluto confermare il dato fornito la scorsa settimana dal ministro dell’Economia belga, Kris Peeters, che aveva parlato di 500mila vetture coinvolte nello scandalo nel Paese.
Partita la prima class action negli Stati Uniti. Il ministro Delrio: “Possibile anche da noi” - Negli Stati Uniti, intanto, è partita la prima class action contro Volkswagen. A muoverla – riferisce l’Handelsblatt - è un fondo pensionistico del Michigan che ha deciso di rappresentare in giudizio una serie di investitori, che ritengono di aver pagato prezzi artificialmente gonfiati per investire in Volkswagen, visti livelli di emissione dei gas di scarico manipolati. E di aver perso così centinaia di milioni di dollari. Il quotidiano parla anche di 80 cause dei consumatori statunitensi contro la casa automobilistica tedesca. Iniziative replicabili anche in Italia? “E’ possibile, non si può prevedere, è certamente possibile” ha detto il ministro per le Infrastrutture e trasporti Graziano Delrio. In realtà qualcosa già bolle in pentola. Il Codacons, infatti, ha già raccolto oltre 12mila pre adesioni su tutto il territorio nazionale da parte di proprietari di auto diesel del marchio tedesco e sta ultimando l’atto di citazione contro la casa automobilistica tedesca, che verrà formalmente presentato nelle prossime ore. “Tecnicamente, l’azione collettiva mira a far riconoscere sia il danno contrattuale, legato alla vendita di un bene (l’automobile) avente caratteristiche diverse da quelle promesse – ha detto Carlo Rienzi, presidente dell’associazione dei consumatori – sia quello extracontrattuale, per essere stato l’automobilista indotto a diffondere sostanze tossiche vietate nell’aria, contribuendo a sua insaputa all’inquinamento atmosferico“.
Lo studio: anche altre case in Ue truccano i test sulle emissioni - Alcune macchine nuove, tra cui Mercedes classe A,C e E, Bmw serie 5 e Peugeot 308, consumano circa il 50% di benzina in più rispetto a quanto dichiarato dai risultati di laboratorio diffusi dalle marche stesse. Lo rende noto l’organizzazione Transport & Enviroment sulla base di loro test su strada. Secondo questo studio, la differenza tra le performance reali e quelle ufficiali è talmente rilevante che è difficile da spiegare secondo gli standard comuni, per cui non si può escludere la manipolazione dei test stessi. Anche se questa ricerca – sottolinea lo studio – non ha dimostrato la presenza di ‘dispositivi specifici‘ in grado di falsificare i dati, simili a quelli utilizzati da Volkswagen, tuttavia, raccomanda sempre la stessa ricerca, i governi europei dovrebbero estendere i loro controlli dai software per la misurazione delle emissioni a eventuali manipolazioni circa il reale consumo delle auto.
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Re: scandalo dieselgate
La vox populi
ConteZero76 • 7 minuti fa
Nei paesi cattolici c'è la tendenza a fare i piagnoni: a tirare fuori i panni sporchi ed a dipingersi sempre come peggio di quelli che si è.
Nei paesi protestanti è il contrario, e si cerca sempre d'apparire al meglio (connivenze incluse).
La sudditanza psicologica (e parlo dei tanti che detestano i tedeschi perché li vedono come "freddi", "precisissimi" e via dicendo) viene proprio da lì.
I "nordici" sono semplicemente più riservati e tendono a "fare squadra" mentre noi "popoli del sud" siamo più portati a piangerci addosso ed a spaccarci in fazioni per la qualsiasi.
Tolto questo siamo uguali: fallibili tutti.
Per il resto io oggi una VW la comprerei ad occhi chiusi.
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disqus_dq3UEVN2QW • 15 minuti fa
Il motore del 2000 sarà bello e lucente
Sarà veloce e silenzioso, sarà un motore delicato
Avrà lo scarico calibrato e un odore che non inquina
Lo potrà respirare un bambino o una bambina.
[lucio dalla - il motore del 2000]
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ItalianUser • 25 minuti fa
Comunque non è vero che questa vicenda prova quanto siamo uguali, se mai prova ancora quanto siamo diversi.
Certo tutti gli uomini possono rivelarsi disonesti, ma non tutti possono rivelarsi facce di bronzo come gli Italiani.
Fosse successo qui il CEO si sarebbe detto vittima "della macchina del fango" e certo mai si sarebbe dimesso, l'azienda avrebbe gridato al complotto orchestrato verso l'UNICA casa costruttrice "che tiene all'ambiente" e chiesto i danni perfino ai giornalisti.
L'unico uguale sarebbe stato il governo: "noi non ne sapevamo niente!"
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boubakar • 36 minuti fa
Danni, solo danni, per nulla.
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bimbo bamba • 39 minuti fa
adesso, per rappresaglia, verrà il turno delle case automobilistiche Usa e UK
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mario capella vigna • un'ora fa
Questo è il segreto di pulcinella : tutti sapevamo ed ora ci scandalizziamo , Totò avrebbe chiesto , siamo uomini o caporali?i
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achille ferroni • un'ora fa
certo che a marpionne a sentire di vendite di due milioni di sole audi diesel sarà venuto un travaso di bile , viste le vendite di lancia e alfa
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La Divina Dany • un'ora fa
la commerzbank...allora si che siamo sicuri!
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ConteZero76 • 7 minuti fa
Nei paesi cattolici c'è la tendenza a fare i piagnoni: a tirare fuori i panni sporchi ed a dipingersi sempre come peggio di quelli che si è.
Nei paesi protestanti è il contrario, e si cerca sempre d'apparire al meglio (connivenze incluse).
La sudditanza psicologica (e parlo dei tanti che detestano i tedeschi perché li vedono come "freddi", "precisissimi" e via dicendo) viene proprio da lì.
I "nordici" sono semplicemente più riservati e tendono a "fare squadra" mentre noi "popoli del sud" siamo più portati a piangerci addosso ed a spaccarci in fazioni per la qualsiasi.
Tolto questo siamo uguali: fallibili tutti.
Per il resto io oggi una VW la comprerei ad occhi chiusi.
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disqus_dq3UEVN2QW • 15 minuti fa
Il motore del 2000 sarà bello e lucente
Sarà veloce e silenzioso, sarà un motore delicato
Avrà lo scarico calibrato e un odore che non inquina
Lo potrà respirare un bambino o una bambina.
[lucio dalla - il motore del 2000]
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ItalianUser • 25 minuti fa
Comunque non è vero che questa vicenda prova quanto siamo uguali, se mai prova ancora quanto siamo diversi.
Certo tutti gli uomini possono rivelarsi disonesti, ma non tutti possono rivelarsi facce di bronzo come gli Italiani.
Fosse successo qui il CEO si sarebbe detto vittima "della macchina del fango" e certo mai si sarebbe dimesso, l'azienda avrebbe gridato al complotto orchestrato verso l'UNICA casa costruttrice "che tiene all'ambiente" e chiesto i danni perfino ai giornalisti.
L'unico uguale sarebbe stato il governo: "noi non ne sapevamo niente!"
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boubakar • 36 minuti fa
Danni, solo danni, per nulla.
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bimbo bamba • 39 minuti fa
adesso, per rappresaglia, verrà il turno delle case automobilistiche Usa e UK
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mario capella vigna • un'ora fa
Questo è il segreto di pulcinella : tutti sapevamo ed ora ci scandalizziamo , Totò avrebbe chiesto , siamo uomini o caporali?i
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achille ferroni • un'ora fa
certo che a marpionne a sentire di vendite di due milioni di sole audi diesel sarà venuto un travaso di bile , viste le vendite di lancia e alfa
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La Divina Dany • un'ora fa
la commerzbank...allora si che siamo sicuri!
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Re: scandalo dieselgate
Caso Volkswagen, ingegneri ammettono: “I motori erano pronti, la produzione non poteva essere interrotta”
Economia
Dipendenti del gruppo intervistati dalla Bild rivelano che il diesel EA 189 aveva emissioni superiori alla norma ma ridurle avrebbe comportato costi aggiuntivi. A quel punto l'ex capo del dipartimento progetto e sviluppo Ulrich Hackenberg, sospeso una settimana fa, ha ordinato di installare il software truffaldino
di Tonino Bucci | 4 ottobre 2015
Non si allenta la pressione su Volkswagen. Anche quella dei clienti che si sentono truffati e in questi giorni prendono d’assalto i centralini dei concessionari. Chi per disdire l’acquisto, chi per sfogarsi. Il gruppo tedesco non ha risposte chiare e, per il momento, si limita a diffondere i risultati dell’indagine di una commissione interna. Ma la novità è che ora gli ingegneri Volkswagen cominciano a parlare e a confermare. L’ormai famigerato software escogitato dal marchio automobilistico per alterare i valori delle emissioni diesel è stato installato nei motori incriminati fin dal 2008, secondo quanto riferisce l’edizione domenicale del quotidiano tedesco Bild. In quell’anno la Volkswagen si apprestava a lanciare nelle catene di produzione il motore diesel EA 189, in fase di di progettazione già dal 2005. E i tecnici dell’azienda non sono stati in grado di trovare soluzioni alternative per mantenere i gas di scarico nella norma senza sforare i costi previsti negli investimenti messi in cantiere. A quel punto, riferisce la Bild, l’azienda prese la decisione di utilizzare un software-truffa per non dover interrompere la produzione del motore sul quale aveva già puntato molto. I veicoli diesel che montano il motore manipolato sono stati venduti in tutto il mondo: solo in Germania è presente in 2,8 milioni di automobili.
Il quotidiano tedesco rimane però ambiguo su chi abbia dato la consegna di installare il software. Gli ingegneri della casa ascoltati dall’azienda nell’indagine interna in corso attribuiscono le responsabilità all’ex capo del dipartimento progetto e sviluppo, Ulrich Hackenberg. Secondo loro il manager Audi e VW non solo era a conoscenza della truffa, ma ha dato persino l’ordine di procedere. Sarebbe stato lui dunque a prendere la decisione. Rimangono però molti dubbi e incongruenze. Primo, l’affidabilità dell’organismo interno (Interne Revision) che ha il compito di sorvegliare e verificare l’attività dell’azienda. Quale efficacia e indipendenza può avere una commissione che, a suo dire, in tutti questi anni è rimasta all’oscuro della truffa? Possibile che chi aveva l’incarico di controllare non si sia accorto della produzione di milioni di veicoli fuori norma? Secondo, Hackenberg è stato sospeso appena una settimana fa dal proprio incarico, prima che fossero resi noti i risultati dell’indagine interna. Il manager, almeno per ora, non risponde alle accuse nei propri confronti.
I vertici Volkswagen promettono a breve un aggiornamento del software installato nei motori diesel da 2 litri sui modelli esportati negli Usa che utilizzano, per inciso, tecnologia informatica Bosch. Nei motori più piccoli, invece, i tedeschi hanno applicato un altro software, acquistato dalla Continental. La casa produttrice ha già declinato ogni responsabilità e afferma di non sapere nulla di un eventuale abuso del software venduto. “Il software che abbiamo consegnato noi non era in grado di manipolare i valori delle emissioni”. Dunque sarebbe stata la Volkswagen di propria iniziativa a modificarlo per fargli svolgere un compito diverso da quello concepito dalla casa produttrice. A ogni modo, per i modelli nei quali è presente la tecnologia informatica Continental non basterebbe un update. Si parla di modifiche al motore complesse e costose. L’unica cosa certa, come ha ammesso il nuovo responsabile del consiglio di sorveglianza della Volkswagen, Hans Dieter Pötsch, è che “l’azienda si trova in una crisi che mette a rischio la sua esistenza”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... a/2093744/
Economia
Dipendenti del gruppo intervistati dalla Bild rivelano che il diesel EA 189 aveva emissioni superiori alla norma ma ridurle avrebbe comportato costi aggiuntivi. A quel punto l'ex capo del dipartimento progetto e sviluppo Ulrich Hackenberg, sospeso una settimana fa, ha ordinato di installare il software truffaldino
di Tonino Bucci | 4 ottobre 2015
Non si allenta la pressione su Volkswagen. Anche quella dei clienti che si sentono truffati e in questi giorni prendono d’assalto i centralini dei concessionari. Chi per disdire l’acquisto, chi per sfogarsi. Il gruppo tedesco non ha risposte chiare e, per il momento, si limita a diffondere i risultati dell’indagine di una commissione interna. Ma la novità è che ora gli ingegneri Volkswagen cominciano a parlare e a confermare. L’ormai famigerato software escogitato dal marchio automobilistico per alterare i valori delle emissioni diesel è stato installato nei motori incriminati fin dal 2008, secondo quanto riferisce l’edizione domenicale del quotidiano tedesco Bild. In quell’anno la Volkswagen si apprestava a lanciare nelle catene di produzione il motore diesel EA 189, in fase di di progettazione già dal 2005. E i tecnici dell’azienda non sono stati in grado di trovare soluzioni alternative per mantenere i gas di scarico nella norma senza sforare i costi previsti negli investimenti messi in cantiere. A quel punto, riferisce la Bild, l’azienda prese la decisione di utilizzare un software-truffa per non dover interrompere la produzione del motore sul quale aveva già puntato molto. I veicoli diesel che montano il motore manipolato sono stati venduti in tutto il mondo: solo in Germania è presente in 2,8 milioni di automobili.
Il quotidiano tedesco rimane però ambiguo su chi abbia dato la consegna di installare il software. Gli ingegneri della casa ascoltati dall’azienda nell’indagine interna in corso attribuiscono le responsabilità all’ex capo del dipartimento progetto e sviluppo, Ulrich Hackenberg. Secondo loro il manager Audi e VW non solo era a conoscenza della truffa, ma ha dato persino l’ordine di procedere. Sarebbe stato lui dunque a prendere la decisione. Rimangono però molti dubbi e incongruenze. Primo, l’affidabilità dell’organismo interno (Interne Revision) che ha il compito di sorvegliare e verificare l’attività dell’azienda. Quale efficacia e indipendenza può avere una commissione che, a suo dire, in tutti questi anni è rimasta all’oscuro della truffa? Possibile che chi aveva l’incarico di controllare non si sia accorto della produzione di milioni di veicoli fuori norma? Secondo, Hackenberg è stato sospeso appena una settimana fa dal proprio incarico, prima che fossero resi noti i risultati dell’indagine interna. Il manager, almeno per ora, non risponde alle accuse nei propri confronti.
I vertici Volkswagen promettono a breve un aggiornamento del software installato nei motori diesel da 2 litri sui modelli esportati negli Usa che utilizzano, per inciso, tecnologia informatica Bosch. Nei motori più piccoli, invece, i tedeschi hanno applicato un altro software, acquistato dalla Continental. La casa produttrice ha già declinato ogni responsabilità e afferma di non sapere nulla di un eventuale abuso del software venduto. “Il software che abbiamo consegnato noi non era in grado di manipolare i valori delle emissioni”. Dunque sarebbe stata la Volkswagen di propria iniziativa a modificarlo per fargli svolgere un compito diverso da quello concepito dalla casa produttrice. A ogni modo, per i modelli nei quali è presente la tecnologia informatica Continental non basterebbe un update. Si parla di modifiche al motore complesse e costose. L’unica cosa certa, come ha ammesso il nuovo responsabile del consiglio di sorveglianza della Volkswagen, Hans Dieter Pötsch, è che “l’azienda si trova in una crisi che mette a rischio la sua esistenza”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... a/2093744/
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