Renzi

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camillobenso
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Re: Renzi

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“Dovete morire prima”, adesso non è più una battuta

Scritto il 28/9/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni


«Il progetto di riduzione del capitale umano in eccedenza (ossia le persone in carne ed ossa) ha fatto un altro passo in avanti. Prima l’innalzamento dell’età pensionabile e adesso la riduzione drastica degli standard sanitari, non possono che produrre quell’abbassamento dell’aspettativa di vita che tante preoccupazioni suscita tra i tecnocrati del Fmi, dell’Ocse e dell’Unione Europea». Quello che fino a ieri si poteva già intuire, ora si sta trasformando in legge, scrive Sergio Cararo: la “fiction” sta diventando realtà, da quando il governo Renzi, attraverso il ministro Beatrice Lorenzin «ha calato le sue carte (o meglio i suoi tagli) sulle prestazione sanitarie». Quelle che saranno soggette a restrizioni salgono da 180 a 208 e riguardano tra l’altro odontoiatria, radiologia, prestazioni di laboratorio e non solo. Ai sindacati dei medici è giunta una lunga lista di prestazioni sotto la lente, con annesso il parere del Consiglio Superiore di Sanità. «Queste prestazioni, se ritenute non necessarie, saranno a pagamento da parte degli utenti, e se ritenute “inappropriate” prevederanno sanzioni contro i medici che le hanno prescritte».
I sanitari contestano la limitazione della loro libertà di agire secondo “scienza e coscienza”, mentre si attende il verdetto della conferenza Stato-Regioni. Secondo Massimo Cozza (Cgil Medici), «il fatto che il medico debba giustificare la prestazione rischia di non portare ad un risultato di qualità sulla salute». Sfogliando l’elenco delle prestazioni soggette a restrizione, scrive Cararo su “Contropiano”, si ricava subito l’idea che per le cure dentarie l’intero settore viene consegnato esclusivamente ai dentisti privati: sono infatti tutelati solo i minori di 14 anni e le persone ritenute vulnerabili a livello sociale o sanitario. Per colesterolo e trigliceridi, è previsto che l’esame sia eseguito «come screening in tutti i soggetti con più di 40 anni e nei soggetti con fattori di rischio cardiovascolare o familiarità per dislipidemia o eventi cardiovascolari precoci». Ma, in assenza di valori elevati o di interventi terapeutici, «l’esame è da ripetere a distanza di 5 anni», prima di poter essere nuovamente a carico del sistema sanitario nazionale. «In quei cinque anni, se si vuole controllare colesterolo e trigliceridi, ognuno dovrà pagare di tasca propria».
Per quanto riguarda invece la risonanza della colonna (cervicale, toracica, lombosacrale) le condizioni di erogabilità prevedono che vi sia una “condizione di dolore rachideo in assenza di coesistenti sindromi gravi di tipo neurologico o sistemico, resistente alla terapia, della durata di almeno 4 settimane; traumi recenti e fratture da compressione. In caso di negatività l’esame non deve essere ripetuto prima di 12 mesi”. Una risonanza muscolo-scheletrica (spalla, braccio, mano, gomito, ginocchio) sarà eseguita solo in caso di patologia traumatica acuta, di diagnosi radiologica incerta, di dolore persistente, nonché in fase post-chirurgica (complicanze) e di sospetta infiammazione. E in ogni caso, l’esame non sarà ripetibile prima di tre mesi. Tra le prestazioni col contagocce, anche i test genetici: rimangono a carico della sanità pubblica quelli a scopo di trapianto. Novità anche per i test allergologici e le immunizzazioni per allergia o per malattia autoimmune, che sono a carico del sistema sanitario solo se prescritti a seguito di visita specialistica allergologica o dermatologica.
«Siamo dunque di fronte ad una prospettiva pericolosa», scrive Cararo: «Riduzione delle cure per motivi economici oppure intenso ricorso alla sanità privata per chi può permetterselo». Emerge un paradosso vistoso: «Se si lavorerà più a lungo – e con la legge Fornero ormai in Italia sono stati battuti tutti i record – e ci si potrà curare di meno, è evidente come una quota crescente della popolazione “leverà le tende” dalla vita (e dai conti previdenziali) molto prima delle generazioni precedenti». Cararo non ha dubbi: «E’ l’eugenetica sociale, questa volta senza lager e fili spinati, semplicemente con leggi approvate in Parlamento e decise a Bruxelles». Mesi fa suscitò scandalo l’uscita di una donna che siede in un governo europeo, Rimante Salasevicuite, ministro della sanità della Lituania: meglio l’eutanasia, disse, piuttosto che cure troppo costose per chi non può permettersele. Sembrava una battuta, una macabra gaffe. Ma poi a darle manforte intervenne a più riprese il Fmi: l’età media si è troppo innalzata, gli anziani ancora in vita mettono in crisi i sistemi pensionistici. Ora arrivano i tagli sanitari del governo Renzi. Avanza, inesorabile, il piano oligarchico attuato con l’euro: colpire i cittadini tagliando lo Stato. Grandi sofferenze, ampiamente previste. E questo non è che l’inizio.

«Il progetto di riduzione del capitale umano in eccedenza (ossia le persone in carne ed ossa) ha fatto un altro passo in avanti. Prima l’innalzamento dell’età pensionabile e adesso la riduzione drastica degli standard sanitari, non possono che produrre quell’abbassamento dell’aspettativa di vita che tante preoccupazioni suscita tra i tecnocrati del Fmi, dell’Ocse e dell’Unione Europea». Quello che fino a ieri si poteva già intuire, ora si sta trasformando in legge, scrive Sergio Cararo: la “fiction” sta diventando realtà, da quando il governo Renzi, attraverso il ministro Beatrice Lorenzin «ha calato le sue carte (o meglio i suoi tagli) sulle prestazione sanitarie». Quelle che saranno soggette a restrizioni salgono da 180 a 208 e riguardano tra l’altro odontoiatria, radiologia, prestazioni di laboratorio e non solo. Ai sindacati dei medici è giunta una lunga lista di prestazioni sotto la lente, con annesso il parere del Consiglio Superiore di Sanità. «Queste prestazioni, se ritenute non necessarie, saranno a pagamento da parte degli utenti, e se ritenute “inappropriate” prevederanno sanzioni contro i medici che le hanno prescritte».

I sanitari contestano la limitazione della loro libertà di agire secondo “scienza e coscienza”, mentre si attende il verdetto della conferenza Stato-Regioni. Secondo Massimo Cozza (Cgil Medici), «il fatto che il medico debba giustificare la prestazione Ospedalerischia di non portare ad un risultato di qualità sulla salute». Sfogliando l’elenco delle prestazioni soggette a restrizione, scrive Cararo su “Contropiano”, si ricava subito l’idea che per le cure dentarie l’intero settore viene consegnato esclusivamente ai dentisti privati: sono infatti tutelati solo i minori di 14 anni e le persone ritenute vulnerabili a livello sociale o sanitario. Per colesterolo e trigliceridi, è previsto che l’esame sia eseguito «come screening in tutti i soggetti con più di 40 anni e nei soggetti con fattori di rischio cardiovascolare o familiarità per dislipidemia o eventi cardiovascolari precoci». Ma, in assenza di valori elevati o di interventi terapeutici, «l’esame è da ripetere a distanza di 5 anni», prima di poter essere nuovamente a carico del sistema sanitario nazionale. «In quei cinque anni, se si vuole controllare colesterolo e trigliceridi, ognuno dovrà pagare di tasca propria».

Per quanto riguarda invece la risonanza della colonna (cervicale, toracica, lombosacrale) le condizioni di erogabilità prevedono che vi sia una “condizione di dolore rachideo in assenza di coesistenti sindromi gravi di tipo neurologico o sistemico, resistente alla terapia, della durata di almeno 4 settimane; traumi recenti e fratture da compressione. In caso di negatività l’esame non deve essere ripetuto prima di 12 mesi”. Una risonanza muscolo-scheletrica (spalla, braccio, mano, gomito, ginocchio) sarà eseguita solo in caso di patologia traumatica acuta, di diagnosi radiologica incerta, di dolore persistente, nonché in fase post-chirurgica (complicanze) e di sospetta infiammazione. E in ogni caso, l’esame non sarà ripetibile prima di tre mesi. Tra le prestazioni col contagocce, anche i test genetici: rimangono a carico della sanità pubblica Beatrice Lorenzin e Matteo Renziquelli a scopo di trapianto. Novità anche per i test allergologici e le immunizzazioni per allergia o per malattia autoimmune, che sono a carico del sistema sanitario solo se prescritti a seguito di visita specialistica allergologica o dermatologica.

«Siamo dunque di fronte ad una prospettiva pericolosa», scrive Cararo: «Riduzione delle cure per motivi economici oppure intenso ricorso alla sanità privata per chi può permetterselo». Emerge un paradosso vistoso: «Se si lavorerà più a lungo – e con la legge Fornero ormai in Italia sono stati battuti tutti i record – e ci si potrà curare di meno, è evidente come una quota crescente della popolazione “leverà le tende” dalla vita (e dai conti previdenziali) molto prima delle generazioni precedenti». Cararo non ha dubbi: «E’ l’eugenetica sociale, questa volta senza lager e fili spinati, semplicemente con leggi approvate in Parlamento e decise a Bruxelles». Mesi fa suscitò scandalo l’uscita di una donna che siede in un governo europeo, Rimante Salasevicuite, ministro della sanità della Lituania: meglio l’eutanasia, disse, piuttosto che cure troppo costose per chi non può permettersele. Sembrava una battuta, una macabra gaffe. Ma poi a darle manforte intervenne a più riprese il Fmi: l’età media si è troppo innalzata, gli anziani ancora in vita mettono in crisi i sistemi pensionistici. Ora arrivano i tagli sanitari del governo Renzi. Avanza, inesorabile, il piano oligarchico attuato con l’euro: colpire i cittadini tagliando lo Stato. Grandi sofferenze, ampiamente previste. E questo non è che l’inizio
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Re: Renzi

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Babbo Renzi per il maxi appalto puntava sui big della Margherita

Tra le anomalie della società svuotata e poi ceduta dal padre dei Renzi non ci sono solo lo "strano" mutuo ottenuto dal babbo di Matteo e l'accusa di bancarotta fraudolenta per cui i due sono indagati. Ora salta fuori anche una presunta pressione politica


Gian Maria De Francesco Massimo Malpica - Lun, 28/09/2015 - 08:04



Tra le anomalie dell'affaire Chil Post, la società svuotata e poi ceduta dal padre del premier, Tiziano Renzi, all'imprenditore genovese Mariano Massone (e poi fallita), non ci sono solo lo «strano» mutuo ottenuto dal babbo di Matteo e l'accusa di bancarotta fraudolenta per cui i due sono indagati.

Ora salta fuori anche una presunta pressione politica. Protagonisti dell'ennesimo capitolo sono sempre Renzi senior e Massone, ma a raccontare questa vicenda ai pm, il 26 luglio 2014, è un ex collaboratore dell'imprenditore ligure, Filippo Fronterre.

L'uomo discute con i magistrati dei rapporti tra il suo ex datore di lavoro e Tiziano Renzi, sostenendo tra l'altro che Chil Post, anche dopo la cessione, fosse ancora «gestita finanziariamente» dalla moglie di Renzi senior, perché i conti correnti dell'azienda «erano accesi presso Rignano e gestiti dalla famiglia Renzi/Bovoli e non di certo dalla famiglia Massone/Gambino». Poi Fronterre mette a verbale che Massone gli avrebbe riferito che, nel 2009, «aveva sollecitato l'amico Renzi Tiziano a intercedere attraverso alcune figure politiche tra le quali l'ex ministro Fioroni e l'ex presidente del Senato Marini affinché la società Chil Post srl del Renzi potesse ottenere l'aggiudicazione del sub appalto della distribuzione delle Pagine Gialle». Se vi siano poi state le pressioni su Franco Marini e Giuseppe Fioroni che Massone avrebbe caldeggiato a Renzi non è dato sapere. Ma di certo la distribuzione delle Pagine Gialle è un business molto caro a Massone, che in passato vi si era già dedicato. Lo stesso Fronterre in un altro esposto racconta come l'«alleanza» tra le galassie societarie di Massone e Renzi aveva permesso, nel 2008, di realizzare affari per «oltre 12 milioni di euro, con nomi anche prestigiosi quali Tnt Post di Milano, per la distribuzione delle Pagine Gialle, a sua volta avute in appalto da Seat spa(...)».

Lo stesso Renzi, interrogato, accenna ai propri interessi per la distribuzione delle Pagine Gialle negli anni successivi al 2009, data del racconto de relato di Fronterre. Nel verbale dell'8 ottobre 2014 i pm fanno notare al babbo del premier che la Tnt (società che «subappaltava» la distribuzione degli elenchi) era cliente di Chil Post nel 2010 (anno in cui Renzi poi la «svuota» e la cede a Massone), mentre nel 2011 diventa cliente di Eventi6, società alla quale Renzi senior aveva ceduto il più lucroso ramo d'azienda della Chil Post. Renzi spiega: «Tnt Post Italia è passata integralmente a Eventi6 perché tale struttura aveva i requisiti tecnico finanziari per supportare le specifiche dettate dal committente Poste Italiane». Poi aggiunge che, comunque, Chil Promozioni (divenuta Eventi6) «aveva interesse a non apparire partner commerciale di Tnt perché volevamo tentare di accreditarci con Postel per la distribuzione di Pagine Gialle».

Oltre al «giallo» delle pressioni politiche, dalle carte vien fuori un altro link tra Massone e il cerchio magico di Renzi. Patrizio Donnini, spin doctor renziano e amico del premier, era in rapporti d'affari con Mirko Provenzano, collaboratore di Massone. Alla Direkta di Provenzano, Donnini, tramite le sue società Web&Press (che ha curato la campagna elettorale del premier, e che fu finanziata per 36mila euro dall'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi) e Soluzione Grafica, cede in affitto il free press renziano Il Reporter , per 250mila euro di finanziamento, erogato il 31 agosto 2012. Quattro mesi dopo, Direkta cede parte del credito del finanziamento (170mila euro) alla Eventi6 di Renzi. Ma quel credito è carta straccia: Donnini, a ottobre 2012, aveva sciolto Soluzione Grafica. Chissà se il babbo di Matteo lo sapeva.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 76238.html
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Re: Renzi

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"L'aria che tira" di oggi volge al termine. E, brevemente hanno commentato quanto accaduto ieri con questo titolo:

RENZI PARLA ALL'ONU E SALTA LA LUCE TRE VOLTE.


Segno del destino?????

Tecnicamente non comprendo perché in data 27 settembre 2015, un palazzo come quello dell'Onu non sia dotato di gruppi di continuità.

Totalmente inconcepibile, oppure è stato voluto????
Ultima modifica di camillobenso il 28/09/2015, 13:55, modificato 1 volta in totale.
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Re: Renzi

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Renzi ha un sosia: è il diacono di Papa Francesco

La somiglianza tra il Presidente del Consiglio e il maestro del coro apparso durante la Messa del pontefice a Filadelfia è davvero impressionante. E la foto del "gemello" del premier spopola su Twitter


Joni Scarpolini - Dom, 27/09/2015 - 23:41

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 76179.html
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Re: Renzi

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Poteri
Vedi Renzi e poi lavori: il trionfo dei fedelissimi
L’ex deputata Paola Concia nel cda di Firenze Fiera. Il figlio dell’ammiraglio al ministero. I leopoldini che fanno affari d’oro. Ecco come gli amici di Renzi occupano posti importanti


di Emiliano Fittipaldi
28 settembre 2015


Anna Paola Concia un anno fa ne era certa: «Basta, con l’Italia ho chiuso, me ne vado in Germania». Attivista per i diritti civili Lgbt e leopoldina della prima ora, si sfogava dopo aver perso il seggio alle elezioni del 2013. Ora, forse, tornerà a casa un po’ più spesso: qualche giorno fa è stata infatti nominata membro del cda di una società controllata da Comune e Camera di Commercio di Firenze, Firenze Fiera. Su pressioni, dicono i maligni, di Renzi in persona.

Matteo di certo gli amici non li molla mai. I renzomandati oggi sbucano ovunque, un esercito - come raccontato dall’inchiesta di copertina della scorsa settimana - che sta occupando poltrone e posti di potere da Aosta a Caltanissetta. Alcuni di loro sono bravi, qualcuno bravissimo. Molti altri sembrano invece essere arrivati in cima più che per meriti individuali grazie alla vicinanza con il capo.



«Prendo solo i migliori», ripete sempre il premier. Ma è un fatto che i suoi amici sono statisticamente avvantaggiati sulla concorrenza, al di là della lunghezza dei loro curriculum. Prendiamo Andrea Bacci, uomo d’affari e un tempo socio del padre di Renzi: appena ristrutturata la villa di Pontassieve dell’allora presidente della Provincia, fu assunto come manager dalla Florence multimedia, società partecipata dall’ente. E se un altro amico industriale, Gabriele Beni, dopo aver regalato alla sua fondazione Open 25 mila euro s’è ritrovato qualche mese fa vicepresidente dell’Ismea, società del ministero dell’Agricoltura, la kermesse della renzianissima Leopolda ha portato fortuna anche a Gabriele De Giorgi, figlio del capo di stato maggiore della marina militare.

Per anni assistente parlamentare, De Giorgi nel giugno del 2013 è riuscito a fare il primo salto, e diventare segretario particolare del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. Un magistrato nominato nel governo Letta su «indicazione derivante da Renzi basata su ragioni di conoscenza, di affetto, di amicizia», come lui stesso ammise candidamente in tv. Manzione ha assunto come suo braccio destro De Giorgi: il figlio dell’ammiraglio sarà certamente capace, ma i rosiconi fanno notare che qualche mese prima della nomina aveva coordinato con il futuro direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi il comitato di Renzi per le primarie 2012. De Giorgi ha anche fondato “I Patrioti del Pd”, una specie di think-tank che vuol far battere l’orgoglio nazionale anche nei cuori della sinistra.

Qualche altro leopoldino doc non ha avuto incarichi politici, ma la sua carriera ha preso ugualmente il volo. Come quella di Leonardo Bartoletti, che ha curato l’ufficio stampa della Leopolda 2012. Stesso anno in cui ha iscritto la sua società cooperativa Headline alla camera di commercio di Firenze: leggendo i bilanci si nota come negli ultimi due anni il fatturato sia quasi raddoppiato, arrivando a 400 mila euro, mentre l’attivo netto è passato da 50 mila ai 196 mila euro registrato a fine 2014. «Bartoletti è bravissimo», dice chi lo conosce bene. E nessuno ne dubita: riuscire a strappare contratti dal Comune di Firenze, da Firenze Fiera, dall’Orchestra da Camera Fiorentina (fondazione presieduta fino al 2009 da Rosa Maria De Giorgi, renzianissima diventata senatrice), da Toscana Promozione, Toscana Energia, dalla Festa dell’Unità 2015, dal Museo civico Novecento e altre società pubbliche come Casa spa, partecipata del comune oggi guidato dall’amico di Renzi Dario Nardella, non è davvero cosa da tutti.

http://espresso.repubblica.it/attualita ... =HEF_RULLO
camillobenso
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Re: Renzi

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Il modello Matteo: stampa sottomessa Parlamento di venduti

Altro che bavaglio per la limitazione delle intercettazioni. Quando serve, quando si temono ritorsioni, il bavaglio i giornalisti se lo mettono da soli e volentieri

Alessandro Sallusti - Dom, 27/09/2015 - 16:41



Al suo ritorno sulla scena pubblica dopo un lungo periodo di silenzio, Silvio Berlusconi ha parlato di uno stato di «democrazia sospesa», riferendosi al fatto che abbiamo al governo un premier - per la terza volta consecutiva - non eletto dalla gente, ma nominato dal Quirinale in accordo con Stati esteri.

Non siamo di fronte a una ossessione del Cavaliere, che di questa sospensione è la prima vittima. Parliamo della madre di tutti i problemi, di un fenomeno che da Palazzo Chigi si sta diffondendo per contaminazione in tutti i capisaldi della democrazia. È sospesa, per esempio, la libera informazione. Per parlare solo di ciò che è accaduto negli ultimi giorni, grande stampa e dibattiti televisivi hanno bellamente ignorato che per Carlo De Benedetti - uno dei primi imprenditori e finanzieri italiani, nonché editore di La Repubblica e L'Espresso , sponsor di Renzi - sia stato richiesto il giudizio per disastro ambientale e omicidio colposo (i morti di amianto alla Olivetti di cui era presidente).

Lasciamo perdere cosa sarebbe successo se al posto dì De Benedetti ci fosse stato Silvio Berlusconi, inutile il paragone con il linciaggio mediatico dei Riva, padroni dell'Ilva di Taranto, portato avanti soprattutto da Repubblica . Peggio, per intenderci, sarebbe solo se i giornali tedeschi in questi giorni censurassero lo scandalo Volkswagen. E che dire del silenzio, direi censura - compiacente o dettata dalla paura di ritorsioni -, sull'inchiesta che vede al centro il padre di Matteo Renzi? Attenzione: qui si parla non solo di una truffa di mariuoli ai danni dello Stato, ma di un sistema di malaffare tra imprenditori, politici e banchieri per il quale qualsiasi altro povero cristo sarebbe già nelle patrie galere.

Altro che bavaglio per la limitazione delle intercettazioni. Quando serve, quando si temono ritorsioni, il bavaglio i giornalisti se lo mettono da soli e volentieri. Come nel fare passare per eroi della libertà quei parlamentari traditori che in queste ore si stanno vendendo a Renzi dopo essere stati scelti dagli elettori per opporsi al Pd. Per loro nessun «trattamento Scilipoti», il deputato linciato perché nel 2010 osò lasciare l'Idv per Forza Italia. Stampa di regime, Parlamento di venduti e sottomessi. È l'Italia di Renzi. Non sarà mai la nostra.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 76013.html



Valore assoluto: Silvio Berlusconi ha parlato di uno stato di «democrazia sospesa». In questo Berlusconi ha ragione. Ma è da tempo che la democrazia é sospesa.

Valore relativo: Questa affermazione Berlusconi avrebbe dovuto pronunciarla ai tempi del Nazareno.

Ma dato che in quel momento La Qualunque gli faceva comodo per gli affraracci suoi, Sirvio si è ben guardato dal pronunciarla.
erding
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Re: Renzi

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La tela del ragno di Verdini
"Io sono un taxi che porta da Berlusconi a Matteo.
Così al potere altri 10 anni"


di TOMMASO CIRIACO

ROMA. "Tutti mi chiedono cosa ci guadagnano a venire con me. Gli rispondo che sono il taxi. Vuoi rimanere al potere? Solo io ti conduco in dieci minuti da Berlusconi a Matteo". A pancia piena, in una saletta riservata di un noto ristorante del centro romano, davanti ai commensali più fedeli, Denis Verdini si sbottona. Spiega, chiarisce e disegna su un foglietto la sua tela. La "tela del ragno". Dove c'è un transfuga, là c'è l'ex macellaio toscano. Un tempo li portava in dote ad Arcore, oggi li serve su un piatto d'argento a Renzi. Sono già dodici senatori e undici deputati. E cresceranno. Siccome adora Pirandello, lo cita a memoria mentre seleziona prede: "Preferisco i personaggi in cerca d'autore". Promette l'eldorado, li seduce con l'ultima lettera inviata a Berlusconi. Che recitava: "Caro Silvio, la politica moderna è leadership. Prima c'eri tu, ora Renzi. Hai quasi ottant'anni e non puoi competere. Se non fai il padre nobile andrai a sbattere. Sarà lui a governare l'Italia per i prossimi dieci anni". E Verdini vuole partecipare al ballo: "Ho giurato a Matteo che costruiremo assieme il partito della nazione".

Affrettatevi - avverte quando incontra le sue vittime - restano solo posti in piedi. Ma cosa promette Verdini per convincerne così tante? "Posti di governo o presidenze di commissione no - ragiona Maurizio Gasparri, mentre Forza Italia si dissangua goccia dopo goccia - sarebbe troppo plateale. Piuttosto, una poltrona in qualche cda minore, ente o regione, o una nomina a commissario liquidatore. Nessuno se ne accorge. Niente di illegale, eh, solo miserie". Però è un metodo. Un sistema che in questa fase raggiunge tutti gli obiettivi. Via Poli 29, Roma centro. Da qualche giorno l'ascensore del palazzo fa su e giù a un ritmo insolito. Ferma sempre al quarto piano, dove lavora Verdini. Due rampe più in basso, da una dé pendance della Regione Campania, si affaccia Bruno Cesario. Napoletano, nel gruppo dei Responsabili nel 2010 e oggi al fianco di Vincenzo De Luca. "Ah, Denis... Se passa con lui la metà dei parlamentari che vedo entrare da quel portone, di FI resterà ben poco ". Il piano è inclinato: "E chi ci ferma? - assicura Verdini - Al Senato diventeremo presto quindici ". Il prossimo è Giuseppe Ruvolo (Gal). Alla Camera l'obiettivo è quota venti. I conti li tiene direttamente con Luca Lotti: si intendono a meraviglia. C'è una linea diretta tra i due. Stessa musica con Renzi, chiamato affettuosamente "Matteuccio". Quando è bloccato a Firenze - l'ultima volta venerdì - invia Lucio Barani da Lotti a Palazzo Chigi.

La strategia del ragno ispira l'ex factotum repubblicano. Tesse la tela usando un database ereditato dai gloriosi tempi alla corte del Cavaliere. Nomi, numeri, dettagli della galassia berlusconiana. Con uno schema che funziona alla grandissima. Trilla il cellulare del peone: "Sono Denis, posso offrirti un caffè?". L'appuntamento è ai tavolini del caffè Ciampini, a due passi da Montecitorio. E tutti accettano. "Lo sa perché? - racconta sempre Gasparri - Perché a tutti dice: "Icché tu voi? Che problema c'hai? Dì a me..."". A furia di dire a lui, l'Alleanza liberpopolare ha dovuto contattare il questore del Senato: "Non abbiamo spazio, ci servono altre due stanze". Detto, fatto: due nuovi uffici a Palazzo Giustiniani. Nel suo mirino c'è in primo luogo Berlusconi: vuole sfilargli le truppe, non ha digerito il dominio delle "ragazzine" del cerchio magico. "Ormai - picchia Vincenzo D'Anna - comandava la servitù". Se gli azzurri attaccano, i verdiniani rispondono. E i toni sono quelli che sono: "Gli amici di FI usino cautela parlando di Denis. È galantuomo, conosce la loro biografia e mantiene riserbo ", sibila l'ex ministro siciliano Saverio Romano.

Il parquet del quartier generale scricchiola quando passa. Si è messo a dieta e ha sostituito le cravatte troppo colorate, ma resta ingombrante. E lo sa: "Non posso stare in prima fila". Troppo berlusconiano per succedere a Silvio. L'ha ripetuto anche a Fitto: "Sii onesto con te stesso, nessun ministro di Berlusconi potrà guidare i moderati". E infatti sogna di lanciare con una convention un contenitore di centro, affidandolo a un leader non compromesso col ventennio di Arcore. "Quando ci penso - confida - mi vengono in mente Casini o Rutelli con vent'anni di meno".

Verdini odia la luce dei riflettori. Le trame preferiscono l'ombra. Telefona a Renzi, a Lotti, a Fedele Confalonieri con il quale condivide l'afflato governativo. Al cellulare gioca il suo risiko. Da sempre: "La sera prima della caduta di Berlusconi, nel 2011 - ricorda Antonio Buonfiglio, che non cedette al pressing - mi squilla il telefonino. Era Verdini. Stacco. Sa, sono cattolico e peccatore, preferisco non mettermi alla prova...". Questa volta è diverso. Non deve neanche insistere troppo. "Renzi è un ragazzo in gamba - ammette il senatore Domenico Auricchio - e noi siamo la sua "Ala destra"". I centurioni del leader, se vale la battuta del verdiniano Luca D'Alessandro che quando avvista Lorenzo Guerini alla Camera, si fa scappare una battuta: "Ecco il nostro vicesegretario... ".

La regola è lavorare nel retrobottega, ma l'eccezione è di queste ore. Interverrà in Aula prima del voto finale sulle riforme, poi inizierà ad accettare gli inviti nei talk show. Vuole riverniciare il vecchio mondo del berlusconismo, per poi legarlo strutturalmente a un Pd senza comunisti. Partito della Nazione e un'alleanza stabile. Serve però un premio di coalizione, e Verdini promette: "L'Italicum cambierà, ma solo nel 2017". Chissà se Renzi vorrà davvero caricarsi di questo fardello. Oggi intanto volerà a Salerno per la festa di Scelta civica, con cui flirta. Sarà al fianco di Guerini e Boschi. Un piede nel salotto buono del renzismo, insomma. Una metamorfosi. Che un altro fedelissimo acquisito come D'Anna smentisce. "Suo papà racconta- lo rinchiudeva in biblioteca. Ama Max Weber, Guicciardini e Dante. Non è un macellaio. Tiene solo un profilo basso". Quello del ragno. "Del resto - chiude la cena Verdini - io sono amico di chi conta. E sfrutto questa fortuna "

http://www.repubblica.it/politica/2015/ ... 123763407/

Il parlamento la sede degli “”” onorevoli””” . Dove si legifera, dove si fanno le leggi, le regole per gli altri.
Si sta perdendo ogni più piccola traccia di legalità e di dignità.
Altro che la minaccia mussoliniana “ bivacco di manipoli” è solo luogo di meretriciato fatto con la massima spudoratezza.
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Re: Renzi

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erding ha scritto:La tela del ragno di Verdini
"Io sono un taxi che porta da Berlusconi a Matteo.
Così al potere altri 10 anni"


di TOMMASO CIRIACO

ROMA. "Tutti mi chiedono cosa ci guadagnano a venire con me. Gli rispondo che sono il taxi. Vuoi rimanere al potere? Solo io ti conduco in dieci minuti da Berlusconi a Matteo". A pancia piena, in una saletta riservata di un noto ristorante del centro romano, davanti ai commensali più fedeli, Denis Verdini si sbottona. Spiega, chiarisce e disegna su un foglietto la sua tela. La "tela del ragno". Dove c'è un transfuga, là c'è l'ex macellaio toscano. Un tempo li portava in dote ad Arcore, oggi li serve su un piatto d'argento a Renzi. Sono già dodici senatori e undici deputati. E cresceranno. Siccome adora Pirandello, lo cita a memoria mentre seleziona prede: "Preferisco i personaggi in cerca d'autore". Promette l'eldorado, li seduce con l'ultima lettera inviata a Berlusconi. Che recitava: "Caro Silvio, la politica moderna è leadership. Prima c'eri tu, ora Renzi. Hai quasi ottant'anni e non puoi competere. Se non fai il padre nobile andrai a sbattere. Sarà lui a governare l'Italia per i prossimi dieci anni". E Verdini vuole partecipare al ballo: "Ho giurato a Matteo che costruiremo assieme il partito della nazione".

Affrettatevi - avverte quando incontra le sue vittime - restano solo posti in piedi. Ma cosa promette Verdini per convincerne così tante? "Posti di governo o presidenze di commissione no - ragiona Maurizio Gasparri, mentre Forza Italia si dissangua goccia dopo goccia - sarebbe troppo plateale. Piuttosto, una poltrona in qualche cda minore, ente o regione, o una nomina a commissario liquidatore. Nessuno se ne accorge. Niente di illegale, eh, solo miserie". Però è un metodo. Un sistema che in questa fase raggiunge tutti gli obiettivi. Via Poli 29, Roma centro. Da qualche giorno l'ascensore del palazzo fa su e giù a un ritmo insolito. Ferma sempre al quarto piano, dove lavora Verdini. Due rampe più in basso, da una dé pendance della Regione Campania, si affaccia Bruno Cesario. Napoletano, nel gruppo dei Responsabili nel 2010 e oggi al fianco di Vincenzo De Luca. "Ah, Denis... Se passa con lui la metà dei parlamentari che vedo entrare da quel portone, di FI resterà ben poco ". Il piano è inclinato: "E chi ci ferma? - assicura Verdini - Al Senato diventeremo presto quindici ". Il prossimo è Giuseppe Ruvolo (Gal). Alla Camera l'obiettivo è quota venti. I conti li tiene direttamente con Luca Lotti: si intendono a meraviglia. C'è una linea diretta tra i due. Stessa musica con Renzi, chiamato affettuosamente "Matteuccio". Quando è bloccato a Firenze - l'ultima volta venerdì - invia Lucio Barani da Lotti a Palazzo Chigi.

La strategia del ragno ispira l'ex factotum repubblicano. Tesse la tela usando un database ereditato dai gloriosi tempi alla corte del Cavaliere. Nomi, numeri, dettagli della galassia berlusconiana. Con uno schema che funziona alla grandissima. Trilla il cellulare del peone: "Sono Denis, posso offrirti un caffè?". L'appuntamento è ai tavolini del caffè Ciampini, a due passi da Montecitorio. E tutti accettano. "Lo sa perché? - racconta sempre Gasparri - Perché a tutti dice: "Icché tu voi? Che problema c'hai? Dì a me..."". A furia di dire a lui, l'Alleanza liberpopolare ha dovuto contattare il questore del Senato: "Non abbiamo spazio, ci servono altre due stanze". Detto, fatto: due nuovi uffici a Palazzo Giustiniani. Nel suo mirino c'è in primo luogo Berlusconi: vuole sfilargli le truppe, non ha digerito il dominio delle "ragazzine" del cerchio magico. "Ormai - picchia Vincenzo D'Anna - comandava la servitù". Se gli azzurri attaccano, i verdiniani rispondono. E i toni sono quelli che sono: "Gli amici di FI usino cautela parlando di Denis. È galantuomo, conosce la loro biografia e mantiene riserbo ", sibila l'ex ministro siciliano Saverio Romano.

Il parquet del quartier generale scricchiola quando passa. Si è messo a dieta e ha sostituito le cravatte troppo colorate, ma resta ingombrante. E lo sa: "Non posso stare in prima fila". Troppo berlusconiano per succedere a Silvio. L'ha ripetuto anche a Fitto: "Sii onesto con te stesso, nessun ministro di Berlusconi potrà guidare i moderati". E infatti sogna di lanciare con una convention un contenitore di centro, affidandolo a un leader non compromesso col ventennio di Arcore. "Quando ci penso - confida - mi vengono in mente Casini o Rutelli con vent'anni di meno".

Verdini odia la luce dei riflettori. Le trame preferiscono l'ombra. Telefona a Renzi, a Lotti, a Fedele Confalonieri con il quale condivide l'afflato governativo. Al cellulare gioca il suo risiko. Da sempre: "La sera prima della caduta di Berlusconi, nel 2011 - ricorda Antonio Buonfiglio, che non cedette al pressing - mi squilla il telefonino. Era Verdini. Stacco. Sa, sono cattolico e peccatore, preferisco non mettermi alla prova...". Questa volta è diverso. Non deve neanche insistere troppo. "Renzi è un ragazzo in gamba - ammette il senatore Domenico Auricchio - e noi siamo la sua "Ala destra"". I centurioni del leader, se vale la battuta del verdiniano Luca D'Alessandro che quando avvista Lorenzo Guerini alla Camera, si fa scappare una battuta: "Ecco il nostro vicesegretario... ".

La regola è lavorare nel retrobottega, ma l'eccezione è di queste ore. Interverrà in Aula prima del voto finale sulle riforme, poi inizierà ad accettare gli inviti nei talk show. Vuole riverniciare il vecchio mondo del berlusconismo, per poi legarlo strutturalmente a un Pd senza comunisti. Partito della Nazione e un'alleanza stabile. Serve però un premio di coalizione, e Verdini promette: "L'Italicum cambierà, ma solo nel 2017". Chissà se Renzi vorrà davvero caricarsi di questo fardello. Oggi intanto volerà a Salerno per la festa di Scelta civica, con cui flirta. Sarà al fianco di Guerini e Boschi. Un piede nel salotto buono del renzismo, insomma. Una metamorfosi. Che un altro fedelissimo acquisito come D'Anna smentisce. "Suo papà racconta- lo rinchiudeva in biblioteca. Ama Max Weber, Guicciardini e Dante. Non è un macellaio. Tiene solo un profilo basso". Quello del ragno. "Del resto - chiude la cena Verdini - io sono amico di chi conta. E sfrutto questa fortuna "

http://www.repubblica.it/politica/2015/ ... 123763407/

Il parlamento la sede degli “”” onorevoli””” . Dove si legifera, dove si fanno le leggi, le regole per gli altri.
Si sta perdendo ogni più piccola traccia di legalità e di dignità.
Altro che la minaccia mussoliniana “ bivacco di manipoli” è solo luogo di meretriciato fatto con la massima spudoratezza.


Che idea avete di Verdini?
erding
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Re: Renzi

Messaggio da erding »

camillobenso ha scritto:
erding ha scritto:La tela del ragno di Verdini
"Io sono un taxi che porta da Berlusconi a Matteo.
Così al potere altri 10 anni"


di TOMMASO CIRIACO

/la_tela_del_ragno_di_verdini_io_sono_un_taxi_che_porta_da_berlusconi_a_matteo_cosi_al_potere_altri_10_anni_-123763407/

Il parlamento la sede degli “”” onorevoli””” . Dove si legifera, dove si fanno le leggi, le regole per gli altri.
Si sta perdendo ogni più piccola traccia di legalità e di dignità.
Altro che la minaccia mussoliniana “ bivacco di manipoli” è solo luogo di meretriciato fatto con la massima spudoratezza.


Che idea avete di Verdini?
Pessima!
pancho
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Re: Renzi

Messaggio da pancho »

Ops
Ultima modifica di pancho il 02/10/2015, 14:25, modificato 1 volta in totale.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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