SIRIA
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Re: SIRIA
Siria, “ribelli armati dagli Usa consegnano mezzi e munizioni ai jihadisti”
La notizia è stata confermata dal Dipartimento della Difesa americano e riguarda un gruppo d'élite sovvenzionato e formato dagli Usa con un esborso di 500 milioni di dollari, fortemente contestato in patria. L'operazione si è rivelata un fallimento e nel giro di pochi giorni la truppa selezionata è stata decimata, tra perdite sul campo, defezioni e rese
di Gianni Rosini | 26 settembre 2015
Il gruppo di ribelli siriani addestrati e armati dagli Stati Uniti ha consegnato mezzi e munizioni agli islamisti di Jabhat al-Nusra. Lo ha annunciato Jeff Davis, portavoce del Dipartimento di Difesa americano: “Purtroppo, abbiamo appreso che l’unità Nsf (New Syrian Forces) ha comunicato di avere consegnato sei camioncini e una parte delle munizioni di cui era in possesso a presunti esponenti del Fronte al-Nusra”. Poco meno del 25% della fornitura totale in mano a quello che doveva essere una sorta di gruppo d’élite è così finita in mano ai jihadisti. La notizia ha aumentato l’imbarazzo della Casa Bianca per un’operazione che da subito ha attirato numerose critiche a livello internazionale. I 500 milioni di dollari spesi hanno permesso a Washington di selezionare, addestrare e armare un gruppo di appena 60 combattenti, la maggior parte de quali sono stati rapiti, uccisi o sono fuggiti dopo pochi giorni dal loro rientro in Siria. Oggi, per “garantirsi una via di fuga”, i reduci di quel gruppo hanno ceduto mezzi e munizioni ai qaedisti siriani.
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Una minuziosa selezione dei ribelli moderati - Il piano della Casa Bianca, presentato circa un anno fa, prevedeva una lunga e minuziosa selezione di combattenti scelti tra le fila del Free Syrian Army, quelli che l’esecutivo americano ha definito “ribelli moderati”, attraverso lo studio dei profili psicologici. I test avevano l’obiettivo di evitare che uomini addestrati dagli Usa finissero a combattere per i jihadisti. L’idea, fortemente sponsorizzata da Barack Obama, necessitava di un investimento da 500 milioni di dollari per la formazione, si scoprì successivamente, di un corpo composto da circa 60 uomini. Un rapporto costi-benefici che da subito non ha convinto il Congresso americano, nonostante le forti pressioni del Presidente.
Dubbi dei senatori confermati dal flop sul campo - I dubbi dei senatori hanno trovato conferma nei primi risultati portati a casa dal gruppo di combattenti: dopo pochi giorni, la maggior parte di loro è stata rapita dalle forze islamiste dell’area, probabilmente dallo stesso Fronte al-Nusra, sono stati uccisi o sono fuggiti. Risultato: di quel corpo d’élite sono rimaste solo poche unità, le stesse che, oggi, hanno ceduto mezzi e munizioni agli islamisti comandati da Abu Muhammad al-Jawlani.
La notizia diffusa dal Pentagono rappresenta un altro flop dell’amministrazione americana nella gestione della guerra allo Stato Islamico in Siria e Iraq. La strategia dell’uso dei ribelli “moderati” come boots on the ground, truppe di terra, nel conflitto siriano si era dimostrata fallimentare già agli inizi della guerra civile. I servizi segreti statunitensi, britannici e turchi, con i finanziamenti provenienti dal Gollfo, hanno supportato e armato l’insurrezione contro il regime di Bashar al-Assad, come spiega Seymour Hersh in “The Red Line and the Rat Line”. Quelli che erano stati giudicati “ribelli moderati”, però, hanno conosciuto presto un periodo di sfaldamento, con centinaia di uomini, comandanti e battaglioni passati tra le fila di gruppi come Jabhat al-Nusra, prima, e Stato Islamico poi. Con loro anche le armi e i mezzi forniti dalle potenze occidentali.
Solo l’ultimo di una serie di errori. Ci sono precedenti - A un risultato simile ha portato il primo appoggio militare occidentale all’esercito iracheno che combatteva contro gli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi. I militari di Baghdad si sono presto dimostrati incapaci di frenare l’avanzata di Isis in Iraq e numerosi sono stati gli episodi di ritirata con abbandono di armi ed equipaggiamento. Forniture che, spesso, provenivano dagli eserciti della coalizione occidentale e che sono finite in mano ai gruppi fondamentalisti. La consegna del materiale da parte dei ribelli addestrati dagli Stati Uniti, che secondo il Comando Centrale Americano (Centcom) sarebbe avvenuta tra il 21 e il 22 settembre, è quindi solo l’ultimo di una serie di errori che hanno permesso a gruppi legati ad al-Qaeda o allo Stato Islamico di rifornirsi di armi provenienti dalle riserve degli stessi eserciti occidentali contro i quali stanno combattendo.
Twitter: @GianniRosini
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09 ... i/2070734/
La notizia è stata confermata dal Dipartimento della Difesa americano e riguarda un gruppo d'élite sovvenzionato e formato dagli Usa con un esborso di 500 milioni di dollari, fortemente contestato in patria. L'operazione si è rivelata un fallimento e nel giro di pochi giorni la truppa selezionata è stata decimata, tra perdite sul campo, defezioni e rese
di Gianni Rosini | 26 settembre 2015
Il gruppo di ribelli siriani addestrati e armati dagli Stati Uniti ha consegnato mezzi e munizioni agli islamisti di Jabhat al-Nusra. Lo ha annunciato Jeff Davis, portavoce del Dipartimento di Difesa americano: “Purtroppo, abbiamo appreso che l’unità Nsf (New Syrian Forces) ha comunicato di avere consegnato sei camioncini e una parte delle munizioni di cui era in possesso a presunti esponenti del Fronte al-Nusra”. Poco meno del 25% della fornitura totale in mano a quello che doveva essere una sorta di gruppo d’élite è così finita in mano ai jihadisti. La notizia ha aumentato l’imbarazzo della Casa Bianca per un’operazione che da subito ha attirato numerose critiche a livello internazionale. I 500 milioni di dollari spesi hanno permesso a Washington di selezionare, addestrare e armare un gruppo di appena 60 combattenti, la maggior parte de quali sono stati rapiti, uccisi o sono fuggiti dopo pochi giorni dal loro rientro in Siria. Oggi, per “garantirsi una via di fuga”, i reduci di quel gruppo hanno ceduto mezzi e munizioni ai qaedisti siriani.
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Una minuziosa selezione dei ribelli moderati - Il piano della Casa Bianca, presentato circa un anno fa, prevedeva una lunga e minuziosa selezione di combattenti scelti tra le fila del Free Syrian Army, quelli che l’esecutivo americano ha definito “ribelli moderati”, attraverso lo studio dei profili psicologici. I test avevano l’obiettivo di evitare che uomini addestrati dagli Usa finissero a combattere per i jihadisti. L’idea, fortemente sponsorizzata da Barack Obama, necessitava di un investimento da 500 milioni di dollari per la formazione, si scoprì successivamente, di un corpo composto da circa 60 uomini. Un rapporto costi-benefici che da subito non ha convinto il Congresso americano, nonostante le forti pressioni del Presidente.
Dubbi dei senatori confermati dal flop sul campo - I dubbi dei senatori hanno trovato conferma nei primi risultati portati a casa dal gruppo di combattenti: dopo pochi giorni, la maggior parte di loro è stata rapita dalle forze islamiste dell’area, probabilmente dallo stesso Fronte al-Nusra, sono stati uccisi o sono fuggiti. Risultato: di quel corpo d’élite sono rimaste solo poche unità, le stesse che, oggi, hanno ceduto mezzi e munizioni agli islamisti comandati da Abu Muhammad al-Jawlani.
La notizia diffusa dal Pentagono rappresenta un altro flop dell’amministrazione americana nella gestione della guerra allo Stato Islamico in Siria e Iraq. La strategia dell’uso dei ribelli “moderati” come boots on the ground, truppe di terra, nel conflitto siriano si era dimostrata fallimentare già agli inizi della guerra civile. I servizi segreti statunitensi, britannici e turchi, con i finanziamenti provenienti dal Gollfo, hanno supportato e armato l’insurrezione contro il regime di Bashar al-Assad, come spiega Seymour Hersh in “The Red Line and the Rat Line”. Quelli che erano stati giudicati “ribelli moderati”, però, hanno conosciuto presto un periodo di sfaldamento, con centinaia di uomini, comandanti e battaglioni passati tra le fila di gruppi come Jabhat al-Nusra, prima, e Stato Islamico poi. Con loro anche le armi e i mezzi forniti dalle potenze occidentali.
Solo l’ultimo di una serie di errori. Ci sono precedenti - A un risultato simile ha portato il primo appoggio militare occidentale all’esercito iracheno che combatteva contro gli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi. I militari di Baghdad si sono presto dimostrati incapaci di frenare l’avanzata di Isis in Iraq e numerosi sono stati gli episodi di ritirata con abbandono di armi ed equipaggiamento. Forniture che, spesso, provenivano dagli eserciti della coalizione occidentale e che sono finite in mano ai gruppi fondamentalisti. La consegna del materiale da parte dei ribelli addestrati dagli Stati Uniti, che secondo il Comando Centrale Americano (Centcom) sarebbe avvenuta tra il 21 e il 22 settembre, è quindi solo l’ultimo di una serie di errori che hanno permesso a gruppi legati ad al-Qaeda o allo Stato Islamico di rifornirsi di armi provenienti dalle riserve degli stessi eserciti occidentali contro i quali stanno combattendo.
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Re: SIRIA
LA VOX POPULI
adriac • tra 2 ore
Astuto l'Obama! Essendo premio Nobel per la pace non voleva iniziare la solita guerra di comodo. Così si è inventato i "ribelli moderati" che in un modo o nell'altro passano fondi (500 milioni di $ - ????) e armi ai nemici di Assad. Qualcosa mi fa venire in mente l'Ucraina...
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deniro1990 • tra 2 ore
Tranquilli l'obiettivo era appunto :
- rifornire i combattenti per la "libertà" dell'ISIS e fare un dispetto destabilizzante alla Russia , solo che essendo ormai ingestibile la situazione che ha distrutto un paese tranquillo fino a 4 anni fa , si ritrovano a sedersi al tavolo con speravano di "isolare" al livello mondiale (Russia).....
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Edu Latino • tra 2 ore
la santa alleanza "EEUU - ISRAELE- ARABIA SAUDITA " o pensate che l'isi è nato spontaneamente come i talebani??
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Elio • un'ora fa
La stragrande maggioranza dei combattenti dell'ISIS,sono di origine non araba o comunque arabi ,ma cresciuti in altra società diversa dalla loro dove il doppio gioco e l'ambiguità non è fondamentale come in quelle società,perciò con una mentalità diversa, mentre la popolazione locale è sempre la stessa,tipica di quel modo di vedere le cose alla loro maniera ,se posso non rischio,in sostanza non sono dei combattenti se non nel gruppo,nella massa ,ma presi singolarmente sono dei pavidi ecco perché preferiscono scappare invece di reagire ai soprusi di questi tagliagole come fanno i Curdi . I popoli arabi per uscire dal loro medioevo hanno bisogno di una rivoluzione popolare che parta dal basso e non le armi degli americani che hanno sempre un doppio scopo,toglierti dalla padella per metterti nella brace.
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ebetolo • 3 ore fa
Bene la buona notizia è che i ribelli moderati esistono e sono anche molto numerosi e decisi... no, perchè quando i Tg blateravano di "ribelli moderati mi sembrava quasi si riferissero ad al-nusra...e che non chiamassero queste verginelle "al-quaeda in Siria" solo per non fare andare in corto il cervello dei lobotomizzati...
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Giulio .CESARE • 3 ore fa
nessuno vuol morire per obama per gli usa? nemmeno a pagamento, dall'altra parte muoiono gratis .....
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URI • 4 ore fa
Ribelli moderati...... e che vuol dire??.... Me li immagino arrivano gli jihadisti e gli dicano.......... Signori miei è 70 anni che si vuol riformare le riforme non erano ancora nate e già dovevano essere riformate o siete con noi o contro di noi.... Contro di noi... tenete il camioncino allora......
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mapagolio • 4 ore fa
li hanno come al solito scelti giusti,sti americani ricadono sempre negli stessi errori
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Loris • 4 ore fa
Riferitomi da una conoscente che ha lavorato per l'ONU in Siria :
Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare,il caos e la barbarie regna ovunque è l'inferno sulla terra e naturalmente la popolazione inerme è l'agnello sacrificale della situazione.
In uno scenario alquanto complesso come quello mediorientale si innesta e prende vigore la ormai anacronistica e logorroica ma mai sopita guerra tra USA e Russia per il controllo dell'area .
Solo l'accordo tra le due parti potrebbe spazzare via l'Isis in breve tempo il resto è fuffa.
In ogni caso la stabilità di quei paesi rimane un'utopia .
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Marco Maria Mazzillo • 4 ore fa
Mi chiedo fino a che punto sia un errore e un risultato imprevisto, piuttosto che un escamotage per rifornire l'ISIS facendo finta di combatterlo. La presenza dell'ISIS, ingombrante quanto basta per le opinioni pubbliche occidentali, dà agli americani un solido pretesto per giustificare la propria, oltre che per trasformare l'occidente in uno stato di polizia.
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wrhearstIII • 5 ore fa
Chiunque con un briciolo di cervello ha gia' capito da tempo che le armi dell'ISIS arrivano dagli USA.
Del resto l'ISIS fa comodo solo agli USA, tutti gli altri paesi non li sopportano.
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richettienrico • 5 ore fa
Almeno insegnasse che dei fatti degli altri (stati) non ci si deve impicciare, ma lasciare che se la vedano tra loro!
Alla fine ci sarebbero meno morti e distruzioni, e le cose si concluderebbero velocemente.
Ma a qualcuno non va bene, perche' non ci guadagna.
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Primo Terzi • 5 ore fa
"Intelligence USA" è un ossimoro. Gli americani sono tra i popoli più ignoranti non solo sula geografia, ma anche sulla geopolitica. Questo gli ha permesso di fallire in tutte quello operazioni che non consistessero nell'esposizione di forza bruta militare (e anche in qualcuna di quelle, vedi Vietnam). Conoscendone TANTI, anche in posizioni apicali, sono sempre più convinto che prima o poi si autodistruggeranno da soli per pura stupidità.
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wrhearstIII Primo Terzi • 5 ore fa
Gli USA comandano il mondo, non li farei cosi' stupidi, anche se per motivi tattici qualche volta fanno finta di esserlo.
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Filippo Cardella • 5 ore fa
Putin però è ancora quello cattivo......
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Vi • 6 ore fa
Viva la Madre Russia
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Alessahdro • 6 ore fa
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. "Ribelle moderato" è fantastico. Ma scusate, sono decenni e decenni che i servizi americani finanziano sottobanco mercenari d'ogni risma per rovesciare governi a loro non graditi. È storia documentata con sentenze e condanne (Iran-Contras ad es.), quindi di cosa stiamo parlando esattamente? Quale sarebbe la pietra dello scandalo? È il loro modus operandi, decisamente codificato e ripetitivo.
Alla luce dei fatti sarebbe piuttosto da chiedersi perché molti hanno ancora gli occhi chiusi. Ecco, io questo non riesco a spiegarmelo.
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Laura • 6 ore fa
va beh lo poteva prevedere anche un bambino
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adc • 6 ore fa
Da 6 anni riscrivo lo stesso post, con cadenza sempre più ravvicinata, ma sempre più a ragion veduta.
L'ennesimo fallimento del guerrfondaio Premio Nobel per la Pace!!!!
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Ilorev • 7 ore fa
Capitooooooooo....ecco chi fornisce le armi a ISIS e al Al-Nusra....
Ecco perchè non vogliono il coinvolgimento dei Russi.
I falliti questa volta sono stati USAti.... Obama e Kerry gli.. Stanlio e Ollio del palcoscenico
Mondiale.......
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Filippo Cardella Ilorev • 5 ore fa
Questa volta?
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Kensho Ilorev • 6 ore fa
i non dormienti l'hanno capito da un bel pezzo
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Saif al Din • 7 ore fa
Ecco come le nuove leve dell'intelligence militare made in usa tentano penosamente di giustificare in qualche modo l'appoggio militare dell'america all'isis.... Cambiate i test d'ingresso, state diventando ridicoli !
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Marco Maria Mazzillo Saif al Din • 4 ore fa
ovvero, come penso anch'io, gli americani hanno previsto e pianificato che le armi finissero in ultima istanza all'ISIS?
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franco pellegrini • 9 ore fa
La politica estera usa e' una costosa parodia.L serie Brink non va molto lontana dalla realta'
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MasterWeb • 13 ore fa
500 millioni $ per 60 combattenti = 8 millioni e 300 mila $ per ogni combattente. che università era ???
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Immanuel • 14 ore fa
Altro premio Nobel subito.
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Aristonico • 14 ore fa
Vorrei ricordare a tutti la famosa frase di Mao:"il rivoluzionario può vincere solo se si può muovere in mezzo al popolo come un pesce nell'acqua".
Ora le forze filo-Assad possono contare (oltre che sull'apparato di forza del regime) anche sulla connivenza di quella parte della popolazione che appartiene alla minoranza degli Alawiti (da cui proviene Assad e che sono minoranza se si considera tutta la Siria, ma che sono compatta maggioranza in importanti zone del paese) ed inoltre sulla connivenza di quella parte dei Mussulmani e Cristiani Siriani che non ha nessuna voglia di finire sotto il dominio di uno stato "integralista islamico".
L'ISIS a sua volta può contare su quella parte del mondo Sunnita che non ha mai digerito il peso della maggioranza Scita in Irak ed il potere della minoranza Alawita (Sciti anch'essi) in Siria.
Ma i cosidetti "ribelli moderati" filo-Americani su quale popolo possono contare "per muoversi come un pesce nell'acqua"?
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andrea2741970 Aristonico • 2 ore fa
Ma, soprattutto mi domando, chi mai vorrà morire per una Siria con Assad?
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Marco Maria Mazzillo Aristonico • 4 ore fa
più che nell'acqua, nuotano nel petrolio!
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fabiano199916 • 14 ore fa
Che sia stata una serie di 'errori' intenzionali? Che sia stato un progetto destinato a fallire?
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martin • 15 ore fa
ne ha fatte di cavolate obama.ma in iraq invece di lasciare fare agli iracheni e agli iraniani (che hanno avuto scarsi risultati) non poteva inviare le truppe che almeno coordinassero supporto aereo e truppa ? ma i consiglieri di Obama chi cavolo sono ?comincio a capire perché alcuni militari usa non vedono di buon occhio i consiglieri civili.
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Jek0 martin • 3 ore fa
non preoccupatevi ci penseranno russi,cinesi e iraniani a mettere i puntini sulle i
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martin Jek0 • 28 minuti fa
i cinesi che c'entrano ?eh sto vedendo i grandi risultati iraniani in iraq hanno portato il conflitto ad una situazione di stallo.senza un accordo in siria russia ed iran non risolveranno nulla
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Vincenzo silvidii martin • 4 ore fa
Ahhh, allora ogni tanto ci arrivi a capire qualcosa.
I consiglieri civili sono i politici che pensano in termini " politici".
Non sono loro che scelgono la tattica sul campo ma la linea da seguire.
Le truppe di cui parli tu, e cioè truppe scelte esploratori e quant'altro che operano sul campo, in irak ci sono da più di dieci anni. Il punto è questo: che politicamente vogliono la caduta di assad per cui non vogliono fare fuori l'isis e non hanno agito con fermezza.
Obama ha anche consiglieri militari, loro scelgono la strategia militare non quella politica.
È anche da dire che questi bigotti americani usano tattiche vecchie per infiltrare agenti in territorio nemico e gli altri hanno imparato ormai: non sono moca intelligenti solo gli americani e dall altra parte ci sono uomini addestrati da loro, come lo fu un tale bin laden
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martin Vincenzo silvidii • 3 ore fa
aspetta se i militari consigliano una cosa e i civili un altra poi sta ad obama decidere e non è nemmeno la prima volta che i militari si lamentano delle scelte fatte.ricordi cosa pensava il generale Mcchrystal di obama ?
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Vincenzo silvidii martin • 2 ore fa
I militari seguono gli ordini della politica, e deve essere così perché se lasci fare ai militari loro hanno una sola soluzione: distruggere ed ammazzare.
I militari, sommariamente, sanno solo capire e fare la guerra.
Quello che pensa il generale a me non interessa perché so quello che pensa obama: di non fare la guerra all isis perché non gli interessa la pace, deve destabilizzare l area. Basta finito.
Questa politica è ormai evidente!
Ripeto: se gli americani volevano fare la guerra all isis, lo avrebbero già fatto e vinto con o senza il generale mccrysthal.
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martin Vincenzo silvidii • 34 minuti fa
no obama semplicemente non voleva trovarsi come bush,ed in parte ha sbagliato
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Gabriele67 • 16 ore fa
Come sempre. Dove pensate che le prendano le armi, quelli dell'ISIS?
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enricodiba • 16 ore fa
Ormai anche i sassi hanno capito che gli usa stanno armando isis e questo è statp fatto di proposito.
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cimperat • 17 ore fa
Gli americani non sono nuovi ad armare islamisti fanatici, anche se questa volta indirettamente.
L'hanno già fatto 30 anni fa in Afghanistan, miliardi di dollari per dei barbuti credenti del nulla e nemici della libertà della donna, fanatici mossi da una fatwa saudita santificata da Washington nel 1980. Tra quei barbuti c'era tra gli altri un certo Osama Bin Laden.
Ci sarà un tempo in cui sui libri di Storia si scriverà con oggettività delle responsabilità americane del caos odierno, caos che ha la radice proprio in quegli anni.
Saluti "reds" a progetto.
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ginobonatesta (0ccfec30) • 17 ore fa
Ora ci sarà una nuova fornitura di ribelli anti Assad, di armi, mezzi e munizioni, l'importante che gli arsenali USA continuino a ridurre le lore riserve e le industrie interne continuino la produzione a ritmi sostenuti. Le lobbies statunitensi che si eleggono i presidenti, repubblicani o democratici che siano, impongono le loro strategie che quasi mai coincidono con gli interessi generali. Al momento l'unico bilanciamento della situazione che possa portare a una guerra vera contro l'isis, non come la Turchia che con quella scusa sta annientando i Curdi che noi occidente ufficialmente sosteniamo, è l'intervento chiaro e massiccio della Russia di Putin contro gli uomini di Al-Baghdadi e a favore di Assad anche facendo di necessità virtù, con buona pace, questa volta di USA, Uk, Francia con l'Italia al traino come al solito.
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Bella di Giorno • 17 ore fa
come no... e noi dovremmo crederci. Uno va al casinò, gioca a poker e fa finta di perdere per mettere nelle mani dell'avversario la somma che aveva pattuito coll'avversario stesso. Ma si chiama perdita al gioco e la faccia è salva.
Come no! Forse possono crederci masse analfabete di americani (o anche europee), ma il gioco è talmente evidente e sfruttato che perfino nei film di James Bond non lo usano più.
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Gianfranco Bella di Giorno • 7 ore fa
e' un gomblotto!
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Luigi Gigio • 17 ore fa
gi americani, o meglio gli yankee, se non ci fossero bisognerebbe inventarseli.
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Cesare Goffredo Granese • 18 ore fa
Gli interessi leciti dell'occidente, cioè quelli legati al mantenimento dei nostri valori positivi di libertà individuale ed elevato benessere delle masse, sarebbero stati protetti dal sostegno di governi,anche se purtroppo non democratici,ma almeno laici,lontani dall'islamismo estremo. L'eliminazione di Saddam Ussein e Gheddafi è stato un errore gravissimo e quella di Assad lo sarebbe ancor di più, perché consegnerebbe tutta l'area nelle mani dell'Isis. I comportamenti degli Usa e della Turchia sono, da questo punto di vista incomprensibili, a meno che i loro progetti segreti siano fuorviati dagli interessi inconfessabili di gruppi di pressione economici e finanziari.
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Gianfranco Cesare Goffredo Granese • 7 ore fa
la situazione in Siria e' complessa, e gli USA hanno toppato ma non sono gli unici colpevoli. Non dimentichiamo che sono stati gli europei a coinvolgere gli USA in questa primavera araba. Andava gestita dall'EU...ma siccome siamo incapaci abbiamo tirato dentro gli USA che entrano in una situazione come un elefante in un negozio di cristalli. Per il resto nessun complotto, la situazione odierna e' assolutamente contro gli interessi USA: Iran, Russia e Hezbollah che sono piu' forti in medio oriente di quanto lo siano mai stati.
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Bella di Giorno Cesare Goffredo Granese • 17 ore fa
incomprensibili... al contrario! Sono perfettamente comprensibili. Sono maldestri, ecco.
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Sidereus • 18 ore fa
Meno male che c'è PsicoVladimir a rompere le ossa ai barbuti dell'ISIS e a battersi per la libertà di tutti e la prosperità di Santa Madre Russia. Naturalmente quando non è impegnato in clinica per le infrasettimanali sedute di igiene mentale.
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òstrik @ Sidereus • 5 ore fa
psico sarai tu siderus....in quale clinica sei di casa????
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adriac • tra 2 ore
Astuto l'Obama! Essendo premio Nobel per la pace non voleva iniziare la solita guerra di comodo. Così si è inventato i "ribelli moderati" che in un modo o nell'altro passano fondi (500 milioni di $ - ????) e armi ai nemici di Assad. Qualcosa mi fa venire in mente l'Ucraina...
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deniro1990 • tra 2 ore
Tranquilli l'obiettivo era appunto :
- rifornire i combattenti per la "libertà" dell'ISIS e fare un dispetto destabilizzante alla Russia , solo che essendo ormai ingestibile la situazione che ha distrutto un paese tranquillo fino a 4 anni fa , si ritrovano a sedersi al tavolo con speravano di "isolare" al livello mondiale (Russia).....
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Edu Latino • tra 2 ore
la santa alleanza "EEUU - ISRAELE- ARABIA SAUDITA " o pensate che l'isi è nato spontaneamente come i talebani??
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Elio • un'ora fa
La stragrande maggioranza dei combattenti dell'ISIS,sono di origine non araba o comunque arabi ,ma cresciuti in altra società diversa dalla loro dove il doppio gioco e l'ambiguità non è fondamentale come in quelle società,perciò con una mentalità diversa, mentre la popolazione locale è sempre la stessa,tipica di quel modo di vedere le cose alla loro maniera ,se posso non rischio,in sostanza non sono dei combattenti se non nel gruppo,nella massa ,ma presi singolarmente sono dei pavidi ecco perché preferiscono scappare invece di reagire ai soprusi di questi tagliagole come fanno i Curdi . I popoli arabi per uscire dal loro medioevo hanno bisogno di una rivoluzione popolare che parta dal basso e non le armi degli americani che hanno sempre un doppio scopo,toglierti dalla padella per metterti nella brace.
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ebetolo • 3 ore fa
Bene la buona notizia è che i ribelli moderati esistono e sono anche molto numerosi e decisi... no, perchè quando i Tg blateravano di "ribelli moderati mi sembrava quasi si riferissero ad al-nusra...e che non chiamassero queste verginelle "al-quaeda in Siria" solo per non fare andare in corto il cervello dei lobotomizzati...
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Giulio .CESARE • 3 ore fa
nessuno vuol morire per obama per gli usa? nemmeno a pagamento, dall'altra parte muoiono gratis .....
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URI • 4 ore fa
Ribelli moderati...... e che vuol dire??.... Me li immagino arrivano gli jihadisti e gli dicano.......... Signori miei è 70 anni che si vuol riformare le riforme non erano ancora nate e già dovevano essere riformate o siete con noi o contro di noi.... Contro di noi... tenete il camioncino allora......
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mapagolio • 4 ore fa
li hanno come al solito scelti giusti,sti americani ricadono sempre negli stessi errori
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Loris • 4 ore fa
Riferitomi da una conoscente che ha lavorato per l'ONU in Siria :
Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare,il caos e la barbarie regna ovunque è l'inferno sulla terra e naturalmente la popolazione inerme è l'agnello sacrificale della situazione.
In uno scenario alquanto complesso come quello mediorientale si innesta e prende vigore la ormai anacronistica e logorroica ma mai sopita guerra tra USA e Russia per il controllo dell'area .
Solo l'accordo tra le due parti potrebbe spazzare via l'Isis in breve tempo il resto è fuffa.
In ogni caso la stabilità di quei paesi rimane un'utopia .
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Marco Maria Mazzillo • 4 ore fa
Mi chiedo fino a che punto sia un errore e un risultato imprevisto, piuttosto che un escamotage per rifornire l'ISIS facendo finta di combatterlo. La presenza dell'ISIS, ingombrante quanto basta per le opinioni pubbliche occidentali, dà agli americani un solido pretesto per giustificare la propria, oltre che per trasformare l'occidente in uno stato di polizia.
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wrhearstIII • 5 ore fa
Chiunque con un briciolo di cervello ha gia' capito da tempo che le armi dell'ISIS arrivano dagli USA.
Del resto l'ISIS fa comodo solo agli USA, tutti gli altri paesi non li sopportano.
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richettienrico • 5 ore fa
Almeno insegnasse che dei fatti degli altri (stati) non ci si deve impicciare, ma lasciare che se la vedano tra loro!
Alla fine ci sarebbero meno morti e distruzioni, e le cose si concluderebbero velocemente.
Ma a qualcuno non va bene, perche' non ci guadagna.
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Primo Terzi • 5 ore fa
"Intelligence USA" è un ossimoro. Gli americani sono tra i popoli più ignoranti non solo sula geografia, ma anche sulla geopolitica. Questo gli ha permesso di fallire in tutte quello operazioni che non consistessero nell'esposizione di forza bruta militare (e anche in qualcuna di quelle, vedi Vietnam). Conoscendone TANTI, anche in posizioni apicali, sono sempre più convinto che prima o poi si autodistruggeranno da soli per pura stupidità.
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wrhearstIII Primo Terzi • 5 ore fa
Gli USA comandano il mondo, non li farei cosi' stupidi, anche se per motivi tattici qualche volta fanno finta di esserlo.
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Filippo Cardella • 5 ore fa
Putin però è ancora quello cattivo......
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Vi • 6 ore fa
Viva la Madre Russia
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Alessahdro • 6 ore fa
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. "Ribelle moderato" è fantastico. Ma scusate, sono decenni e decenni che i servizi americani finanziano sottobanco mercenari d'ogni risma per rovesciare governi a loro non graditi. È storia documentata con sentenze e condanne (Iran-Contras ad es.), quindi di cosa stiamo parlando esattamente? Quale sarebbe la pietra dello scandalo? È il loro modus operandi, decisamente codificato e ripetitivo.
Alla luce dei fatti sarebbe piuttosto da chiedersi perché molti hanno ancora gli occhi chiusi. Ecco, io questo non riesco a spiegarmelo.
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Laura • 6 ore fa
va beh lo poteva prevedere anche un bambino
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adc • 6 ore fa
Da 6 anni riscrivo lo stesso post, con cadenza sempre più ravvicinata, ma sempre più a ragion veduta.
L'ennesimo fallimento del guerrfondaio Premio Nobel per la Pace!!!!
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Ilorev • 7 ore fa
Capitooooooooo....ecco chi fornisce le armi a ISIS e al Al-Nusra....
Ecco perchè non vogliono il coinvolgimento dei Russi.
I falliti questa volta sono stati USAti.... Obama e Kerry gli.. Stanlio e Ollio del palcoscenico
Mondiale.......
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Filippo Cardella Ilorev • 5 ore fa
Questa volta?
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Kensho Ilorev • 6 ore fa
i non dormienti l'hanno capito da un bel pezzo
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Saif al Din • 7 ore fa
Ecco come le nuove leve dell'intelligence militare made in usa tentano penosamente di giustificare in qualche modo l'appoggio militare dell'america all'isis.... Cambiate i test d'ingresso, state diventando ridicoli !
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Marco Maria Mazzillo Saif al Din • 4 ore fa
ovvero, come penso anch'io, gli americani hanno previsto e pianificato che le armi finissero in ultima istanza all'ISIS?
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franco pellegrini • 9 ore fa
La politica estera usa e' una costosa parodia.L serie Brink non va molto lontana dalla realta'
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MasterWeb • 13 ore fa
500 millioni $ per 60 combattenti = 8 millioni e 300 mila $ per ogni combattente. che università era ???
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Immanuel • 14 ore fa
Altro premio Nobel subito.
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Aristonico • 14 ore fa
Vorrei ricordare a tutti la famosa frase di Mao:"il rivoluzionario può vincere solo se si può muovere in mezzo al popolo come un pesce nell'acqua".
Ora le forze filo-Assad possono contare (oltre che sull'apparato di forza del regime) anche sulla connivenza di quella parte della popolazione che appartiene alla minoranza degli Alawiti (da cui proviene Assad e che sono minoranza se si considera tutta la Siria, ma che sono compatta maggioranza in importanti zone del paese) ed inoltre sulla connivenza di quella parte dei Mussulmani e Cristiani Siriani che non ha nessuna voglia di finire sotto il dominio di uno stato "integralista islamico".
L'ISIS a sua volta può contare su quella parte del mondo Sunnita che non ha mai digerito il peso della maggioranza Scita in Irak ed il potere della minoranza Alawita (Sciti anch'essi) in Siria.
Ma i cosidetti "ribelli moderati" filo-Americani su quale popolo possono contare "per muoversi come un pesce nell'acqua"?
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andrea2741970 Aristonico • 2 ore fa
Ma, soprattutto mi domando, chi mai vorrà morire per una Siria con Assad?
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Marco Maria Mazzillo Aristonico • 4 ore fa
più che nell'acqua, nuotano nel petrolio!
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fabiano199916 • 14 ore fa
Che sia stata una serie di 'errori' intenzionali? Che sia stato un progetto destinato a fallire?
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martin • 15 ore fa
ne ha fatte di cavolate obama.ma in iraq invece di lasciare fare agli iracheni e agli iraniani (che hanno avuto scarsi risultati) non poteva inviare le truppe che almeno coordinassero supporto aereo e truppa ? ma i consiglieri di Obama chi cavolo sono ?comincio a capire perché alcuni militari usa non vedono di buon occhio i consiglieri civili.
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Jek0 martin • 3 ore fa
non preoccupatevi ci penseranno russi,cinesi e iraniani a mettere i puntini sulle i
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martin Jek0 • 28 minuti fa
i cinesi che c'entrano ?eh sto vedendo i grandi risultati iraniani in iraq hanno portato il conflitto ad una situazione di stallo.senza un accordo in siria russia ed iran non risolveranno nulla
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Vincenzo silvidii martin • 4 ore fa
Ahhh, allora ogni tanto ci arrivi a capire qualcosa.
I consiglieri civili sono i politici che pensano in termini " politici".
Non sono loro che scelgono la tattica sul campo ma la linea da seguire.
Le truppe di cui parli tu, e cioè truppe scelte esploratori e quant'altro che operano sul campo, in irak ci sono da più di dieci anni. Il punto è questo: che politicamente vogliono la caduta di assad per cui non vogliono fare fuori l'isis e non hanno agito con fermezza.
Obama ha anche consiglieri militari, loro scelgono la strategia militare non quella politica.
È anche da dire che questi bigotti americani usano tattiche vecchie per infiltrare agenti in territorio nemico e gli altri hanno imparato ormai: non sono moca intelligenti solo gli americani e dall altra parte ci sono uomini addestrati da loro, come lo fu un tale bin laden
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martin Vincenzo silvidii • 3 ore fa
aspetta se i militari consigliano una cosa e i civili un altra poi sta ad obama decidere e non è nemmeno la prima volta che i militari si lamentano delle scelte fatte.ricordi cosa pensava il generale Mcchrystal di obama ?
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Vincenzo silvidii martin • 2 ore fa
I militari seguono gli ordini della politica, e deve essere così perché se lasci fare ai militari loro hanno una sola soluzione: distruggere ed ammazzare.
I militari, sommariamente, sanno solo capire e fare la guerra.
Quello che pensa il generale a me non interessa perché so quello che pensa obama: di non fare la guerra all isis perché non gli interessa la pace, deve destabilizzare l area. Basta finito.
Questa politica è ormai evidente!
Ripeto: se gli americani volevano fare la guerra all isis, lo avrebbero già fatto e vinto con o senza il generale mccrysthal.
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martin Vincenzo silvidii • 34 minuti fa
no obama semplicemente non voleva trovarsi come bush,ed in parte ha sbagliato
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Gabriele67 • 16 ore fa
Come sempre. Dove pensate che le prendano le armi, quelli dell'ISIS?
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enricodiba • 16 ore fa
Ormai anche i sassi hanno capito che gli usa stanno armando isis e questo è statp fatto di proposito.
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cimperat • 17 ore fa
Gli americani non sono nuovi ad armare islamisti fanatici, anche se questa volta indirettamente.
L'hanno già fatto 30 anni fa in Afghanistan, miliardi di dollari per dei barbuti credenti del nulla e nemici della libertà della donna, fanatici mossi da una fatwa saudita santificata da Washington nel 1980. Tra quei barbuti c'era tra gli altri un certo Osama Bin Laden.
Ci sarà un tempo in cui sui libri di Storia si scriverà con oggettività delle responsabilità americane del caos odierno, caos che ha la radice proprio in quegli anni.
Saluti "reds" a progetto.
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ginobonatesta (0ccfec30) • 17 ore fa
Ora ci sarà una nuova fornitura di ribelli anti Assad, di armi, mezzi e munizioni, l'importante che gli arsenali USA continuino a ridurre le lore riserve e le industrie interne continuino la produzione a ritmi sostenuti. Le lobbies statunitensi che si eleggono i presidenti, repubblicani o democratici che siano, impongono le loro strategie che quasi mai coincidono con gli interessi generali. Al momento l'unico bilanciamento della situazione che possa portare a una guerra vera contro l'isis, non come la Turchia che con quella scusa sta annientando i Curdi che noi occidente ufficialmente sosteniamo, è l'intervento chiaro e massiccio della Russia di Putin contro gli uomini di Al-Baghdadi e a favore di Assad anche facendo di necessità virtù, con buona pace, questa volta di USA, Uk, Francia con l'Italia al traino come al solito.
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Bella di Giorno • 17 ore fa
come no... e noi dovremmo crederci. Uno va al casinò, gioca a poker e fa finta di perdere per mettere nelle mani dell'avversario la somma che aveva pattuito coll'avversario stesso. Ma si chiama perdita al gioco e la faccia è salva.
Come no! Forse possono crederci masse analfabete di americani (o anche europee), ma il gioco è talmente evidente e sfruttato che perfino nei film di James Bond non lo usano più.
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Gianfranco Bella di Giorno • 7 ore fa
e' un gomblotto!
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Luigi Gigio • 17 ore fa
gi americani, o meglio gli yankee, se non ci fossero bisognerebbe inventarseli.
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Cesare Goffredo Granese • 18 ore fa
Gli interessi leciti dell'occidente, cioè quelli legati al mantenimento dei nostri valori positivi di libertà individuale ed elevato benessere delle masse, sarebbero stati protetti dal sostegno di governi,anche se purtroppo non democratici,ma almeno laici,lontani dall'islamismo estremo. L'eliminazione di Saddam Ussein e Gheddafi è stato un errore gravissimo e quella di Assad lo sarebbe ancor di più, perché consegnerebbe tutta l'area nelle mani dell'Isis. I comportamenti degli Usa e della Turchia sono, da questo punto di vista incomprensibili, a meno che i loro progetti segreti siano fuorviati dagli interessi inconfessabili di gruppi di pressione economici e finanziari.
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Gianfranco Cesare Goffredo Granese • 7 ore fa
la situazione in Siria e' complessa, e gli USA hanno toppato ma non sono gli unici colpevoli. Non dimentichiamo che sono stati gli europei a coinvolgere gli USA in questa primavera araba. Andava gestita dall'EU...ma siccome siamo incapaci abbiamo tirato dentro gli USA che entrano in una situazione come un elefante in un negozio di cristalli. Per il resto nessun complotto, la situazione odierna e' assolutamente contro gli interessi USA: Iran, Russia e Hezbollah che sono piu' forti in medio oriente di quanto lo siano mai stati.
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Bella di Giorno Cesare Goffredo Granese • 17 ore fa
incomprensibili... al contrario! Sono perfettamente comprensibili. Sono maldestri, ecco.
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Sidereus • 18 ore fa
Meno male che c'è PsicoVladimir a rompere le ossa ai barbuti dell'ISIS e a battersi per la libertà di tutti e la prosperità di Santa Madre Russia. Naturalmente quando non è impegnato in clinica per le infrasettimanali sedute di igiene mentale.
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òstrik @ Sidereus • 5 ore fa
psico sarai tu siderus....in quale clinica sei di casa????
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Re: SIRIA
http://www.difesaonline.it/mondo-milita ... crociatore
PUTIN PIÙ FORTE CHE MAI: I CINESI SCHIERANO LA PORTAEREI LIAONING ED UN INCROCIATORE DAVANTI ALLA COSTA SIRIANA
(di Franco Iacch) 27/09/15
Russia, Iran ed adesso la Cina. Putin ha formato una nuova “triplice alleanza” in Siria con i paesi storicamente vicini al Cremlino. Secondo quanto comunicato dal governo di Damasco, una nave da guerra cinese sarebbe in rotta verso la Siria: attualmente si troverebbe nel Mediterraneo. Questa informazione è stata però smentita dagli israeliani. Secondo l’agenzia di intelligence DEBKA, i cinesi avrebbero già schierato a ridosso delle coste siriana la portaerei Liaoning ed un incrociatore lanciamissili.
I cinesi non avrebbero ancora una capacità offensiva. Secondo gli analisti israeliani, infatti, il vettore attraccato al porto di Tartus è privo della sua componente aerea. Gli aerei da guerra giungeranno in Siria entro la metà di novembre, in volo attraverso l’Iran o trasportati dai cargo russi.
Se così fosse, ecco spiegata l’esigenza di stabilire una "cellula di coordinamento militare" a Baghdad. Secondo Debka, i cinesi starebbero allestendo una squadriglia di J-15, caccia multiruolo di quarta generazione, elicotteri antisom Z-18F e da allerta precoce Z-18J. Pechino schiererà infine mille soldati.
L’Iran, invece, ha in Siria oltre mille soldati appartenenti al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie per assistere gli Hezbollah a Zabadani. Putin da Vladivostok ha invocato la creazione di una coalizione contro lo Stato islamico: alla chiamata hanno risposto Cina ed Iran.
Fin dal 2011, le forze fedeli ad Assad combattono contro diversi gruppi di opposizione, alcuni dei quali estremisti radicali come il Fronte al-Nusra e lo Stato islamico. Dall'inizio della guerra in Siria, gli Stati Uniti hanno sostenuto l'opposizione siriana moderata, chiedendo le dimissioni di Assad. La Russia, invece, ha riconosciuto Assad come l'unica autorità legittima della Siria.
Mosca non sta solo cercando di sostenere il governo siriano, ma anche di espandere il proprio ruolo all'interno della Siria in modo che possa influenzare la scelta di un nuovo governo nel caso in cui Assad venisse spodestato. Mosca, in pochissime settimane, ha creato un perimetro difensivo avanzato (Tartus, Latakia, Istamo ed Al-Sanobar) da dove poter proiettare la loro potenza nella Regione.
La base navale di Tartus è ultimo avamposto russo nel Medio Oriente dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Sarebbe opportuno considerare un dato: la base di Tartus, sulla costa mediterranea della Siria e collegata al Bassel al-Assad International, aeroporto a sud di Latakia, è ormai protetto da cinque navi da guerra russe, tre cinesi e da almeno due sottomarini. E’ inespugnabile.
L'isolamento dell'Occidente nei confronti della Russia, a seguito delle sanzioni imposte dopo la vicenda Ucraina, ha in un certo senso autorizzato Putin ad agire senza alcun tipo di consenso internazionale. Anzi, proprio per i russi, riscoperti patriottici dopo la vicenda Ucraina, Putin è stato il solo ad allinearsi con il regime siriano in nome della lotta al terrorismo e l'estremismo.
Gli Stati Uniti, invece, sarebbero coloro che avrebbero facilitato l'ascesa dello Stato islamico con il fallimento della loro strategia. Mosca, infatti, non fa parte della coalizione internazionale contro l'Isis.
Ci si chiede, adesso, chi potrebbe opporsi alle iniziative della coalizione russo-cinese. La risposta è semplice: nessuno.
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Ciao
Paolo11
PUTIN PIÙ FORTE CHE MAI: I CINESI SCHIERANO LA PORTAEREI LIAONING ED UN INCROCIATORE DAVANTI ALLA COSTA SIRIANA
(di Franco Iacch) 27/09/15
Russia, Iran ed adesso la Cina. Putin ha formato una nuova “triplice alleanza” in Siria con i paesi storicamente vicini al Cremlino. Secondo quanto comunicato dal governo di Damasco, una nave da guerra cinese sarebbe in rotta verso la Siria: attualmente si troverebbe nel Mediterraneo. Questa informazione è stata però smentita dagli israeliani. Secondo l’agenzia di intelligence DEBKA, i cinesi avrebbero già schierato a ridosso delle coste siriana la portaerei Liaoning ed un incrociatore lanciamissili.
I cinesi non avrebbero ancora una capacità offensiva. Secondo gli analisti israeliani, infatti, il vettore attraccato al porto di Tartus è privo della sua componente aerea. Gli aerei da guerra giungeranno in Siria entro la metà di novembre, in volo attraverso l’Iran o trasportati dai cargo russi.
Se così fosse, ecco spiegata l’esigenza di stabilire una "cellula di coordinamento militare" a Baghdad. Secondo Debka, i cinesi starebbero allestendo una squadriglia di J-15, caccia multiruolo di quarta generazione, elicotteri antisom Z-18F e da allerta precoce Z-18J. Pechino schiererà infine mille soldati.
L’Iran, invece, ha in Siria oltre mille soldati appartenenti al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie per assistere gli Hezbollah a Zabadani. Putin da Vladivostok ha invocato la creazione di una coalizione contro lo Stato islamico: alla chiamata hanno risposto Cina ed Iran.
Fin dal 2011, le forze fedeli ad Assad combattono contro diversi gruppi di opposizione, alcuni dei quali estremisti radicali come il Fronte al-Nusra e lo Stato islamico. Dall'inizio della guerra in Siria, gli Stati Uniti hanno sostenuto l'opposizione siriana moderata, chiedendo le dimissioni di Assad. La Russia, invece, ha riconosciuto Assad come l'unica autorità legittima della Siria.
Mosca non sta solo cercando di sostenere il governo siriano, ma anche di espandere il proprio ruolo all'interno della Siria in modo che possa influenzare la scelta di un nuovo governo nel caso in cui Assad venisse spodestato. Mosca, in pochissime settimane, ha creato un perimetro difensivo avanzato (Tartus, Latakia, Istamo ed Al-Sanobar) da dove poter proiettare la loro potenza nella Regione.
La base navale di Tartus è ultimo avamposto russo nel Medio Oriente dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Sarebbe opportuno considerare un dato: la base di Tartus, sulla costa mediterranea della Siria e collegata al Bassel al-Assad International, aeroporto a sud di Latakia, è ormai protetto da cinque navi da guerra russe, tre cinesi e da almeno due sottomarini. E’ inespugnabile.
L'isolamento dell'Occidente nei confronti della Russia, a seguito delle sanzioni imposte dopo la vicenda Ucraina, ha in un certo senso autorizzato Putin ad agire senza alcun tipo di consenso internazionale. Anzi, proprio per i russi, riscoperti patriottici dopo la vicenda Ucraina, Putin è stato il solo ad allinearsi con il regime siriano in nome della lotta al terrorismo e l'estremismo.
Gli Stati Uniti, invece, sarebbero coloro che avrebbero facilitato l'ascesa dello Stato islamico con il fallimento della loro strategia. Mosca, infatti, non fa parte della coalizione internazionale contro l'Isis.
Ci si chiede, adesso, chi potrebbe opporsi alle iniziative della coalizione russo-cinese. La risposta è semplice: nessuno.
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Re: SIRIA
RUSSIA, LA FEROCIA DELL'ORSO: IN PRODUZIONE I TRENI DELLA MORTE
(di Franco Iacch) 28/09/15
Se non fosse la verità, potrebbe far parte della trama di un film di James Bond. Ed in effetti in pochi sanno che l’URSS, durante la Guerra Fredda, aveva in servizio dodici “treni fantasma” (foto) chiamati “Combat Railway Missile Complex” ed equipaggiati con tre lanciamissili balistici. Per la prima volta dal 2005, anno in cui è stato paventato il possibile riutilizzo del sistema deterrente, il Cremlino ha dato il via alla produzione dei nuovi “treni della morte”. La notizia è stata diramata dall’agenzia Sputnik, citando fonti del governo.
Nel 1969 l’Unione Sovietica, in risposta alla potenza nucleare dei sottomarini USA, schierò sull’intero territorio dodici treni atomici perfettamente camuffati e che, di fatto, annullarono la rilevazione satellitare militare americana. Il concetto del “Nuke Train” è una proiezione speculare terrestre del servizio deterrente balistico svolto dai sottomarini: i treni, però, sono molto meno costosi. Dato che era impossibile determinare con precisione il luogo da dove avrebbero potuto lanciare i missili, i convogli (praticamente impossibili da identificare) sono stati soprannominati come "treni della morte" o “treni fantasma". I “Barguzin” sono stati radiati dal servizio nel 1993.
Aggiungono dalle industrie militari che stanno curando il progetto dei treni della morte di nuova generazione: “Sarà impossibile rilevare un treno nucleare. Utilizzeranno le stesse automotrici del trasporto civile ed i convogli saranno identici a quelli refrigerati in servizio. A differenza dei precedenti treni saranno in grado di lanciare da qualsiasi punto del nostro paese, da qualsiasi punto della nostra sterminata ferrovia. Non sarà necessario alcun rinforzo in acciaio così come avvenuto per le unità precedenti”.
I treni della morte di Putin
La nuova piattaforma ferroviaria nucleare avrà una potenza devastante. Ogni treno sarà armato con sei missili RS-24, ognuno in grado di trasportare quattro testate MIRV (verosimilmente MARV dal sesto treno in poi). Ogni convoglio potrà lanciare 24 testate termonucleari a rientro multiplo indipendente. Ciò significa che un solo treno potrebbe essere in grado di bersagliare 24 città. L’RS-24 ‘Yars’ (nome in codice Nato SS-29) è un missile balistico intercontinentale di quinta generazione. E’ una versione aggiornata del missile balistico ‘Topol-M’ ed è stato testato ed ufficialmente presentato nel 2007, in risposta all’installazione dello scudo missilistico della Nato in Polonia.
L’RS-24 è in grado di colpire bersagli ad una distanza massima di dodici mila chilometri con un errore di 50 metri. E’ uno degli ICBM più veloci del mondo, con un’accelerazione finale di oltre 20 mach. I nuovi treni potranno resistere all’onda d’urto di una testata nucleare e saranno in grado di percorrere fino a mille chilometri al giorno alla velocità di 100 chilometri con un’autonomia di un mese.
Mosca avrebbe già messo in produzione cinque “treni della morte”.
http://www.difesaonline.it/mondo-milita ... ella-morte
--------------
Ciao
Paolo11
(di Franco Iacch) 28/09/15
Se non fosse la verità, potrebbe far parte della trama di un film di James Bond. Ed in effetti in pochi sanno che l’URSS, durante la Guerra Fredda, aveva in servizio dodici “treni fantasma” (foto) chiamati “Combat Railway Missile Complex” ed equipaggiati con tre lanciamissili balistici. Per la prima volta dal 2005, anno in cui è stato paventato il possibile riutilizzo del sistema deterrente, il Cremlino ha dato il via alla produzione dei nuovi “treni della morte”. La notizia è stata diramata dall’agenzia Sputnik, citando fonti del governo.
Nel 1969 l’Unione Sovietica, in risposta alla potenza nucleare dei sottomarini USA, schierò sull’intero territorio dodici treni atomici perfettamente camuffati e che, di fatto, annullarono la rilevazione satellitare militare americana. Il concetto del “Nuke Train” è una proiezione speculare terrestre del servizio deterrente balistico svolto dai sottomarini: i treni, però, sono molto meno costosi. Dato che era impossibile determinare con precisione il luogo da dove avrebbero potuto lanciare i missili, i convogli (praticamente impossibili da identificare) sono stati soprannominati come "treni della morte" o “treni fantasma". I “Barguzin” sono stati radiati dal servizio nel 1993.
Aggiungono dalle industrie militari che stanno curando il progetto dei treni della morte di nuova generazione: “Sarà impossibile rilevare un treno nucleare. Utilizzeranno le stesse automotrici del trasporto civile ed i convogli saranno identici a quelli refrigerati in servizio. A differenza dei precedenti treni saranno in grado di lanciare da qualsiasi punto del nostro paese, da qualsiasi punto della nostra sterminata ferrovia. Non sarà necessario alcun rinforzo in acciaio così come avvenuto per le unità precedenti”.
I treni della morte di Putin
La nuova piattaforma ferroviaria nucleare avrà una potenza devastante. Ogni treno sarà armato con sei missili RS-24, ognuno in grado di trasportare quattro testate MIRV (verosimilmente MARV dal sesto treno in poi). Ogni convoglio potrà lanciare 24 testate termonucleari a rientro multiplo indipendente. Ciò significa che un solo treno potrebbe essere in grado di bersagliare 24 città. L’RS-24 ‘Yars’ (nome in codice Nato SS-29) è un missile balistico intercontinentale di quinta generazione. E’ una versione aggiornata del missile balistico ‘Topol-M’ ed è stato testato ed ufficialmente presentato nel 2007, in risposta all’installazione dello scudo missilistico della Nato in Polonia.
L’RS-24 è in grado di colpire bersagli ad una distanza massima di dodici mila chilometri con un errore di 50 metri. E’ uno degli ICBM più veloci del mondo, con un’accelerazione finale di oltre 20 mach. I nuovi treni potranno resistere all’onda d’urto di una testata nucleare e saranno in grado di percorrere fino a mille chilometri al giorno alla velocità di 100 chilometri con un’autonomia di un mese.
Mosca avrebbe già messo in produzione cinque “treni della morte”.
http://www.difesaonline.it/mondo-milita ... ella-morte
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Paolo11
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Re: SIRIA
Riparto dall'inizio, oggi 8milioni di siriani su di una popolazione di circa 23miluoni sono rifugiati in altri paesi un po' per sfuggire all'ISIS , un po' per intolleranza al regime di ASSAD.
Io mi chiedo : ma non sarebbe auspicabile che i siriani facessero un governo in esilio per contrastare entrambi
come fecero i francesi nell'ultimo conflitto mondiale ?
Putin non fa forse riferimento alla coalizione contro il nazismo ? e allora dovrebbe prendere in considerazione anche la voce dei siriani in esilio che oggi non esiste.
Io mi chiedo : ma non sarebbe auspicabile che i siriani facessero un governo in esilio per contrastare entrambi
come fecero i francesi nell'ultimo conflitto mondiale ?
Putin non fa forse riferimento alla coalizione contro il nazismo ? e allora dovrebbe prendere in considerazione anche la voce dei siriani in esilio che oggi non esiste.
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Re: SIRIA
TOTO' TRUFFA 2014
Forse qualcuno si arrabbierà.
Il caso
Siria, rapimento di Vanessa e Greta: fu pagato riscatto di 11 mln di euro
Uno dei rapitori avrebbe truffato i sui stessi complici intascando 5 milioni di dollari ed è stato condannato da un tribunale islamico locale
di Redazione Online
Articolo+Video
http://www.corriere.it/esteri/15_ottobr ... 2fd7.shtml
Forse qualcuno si arrabbierà.
Il caso
Siria, rapimento di Vanessa e Greta: fu pagato riscatto di 11 mln di euro
Uno dei rapitori avrebbe truffato i sui stessi complici intascando 5 milioni di dollari ed è stato condannato da un tribunale islamico locale
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Re: SIRIA
Il Medio oriente
Il rischio per la Siria
è un’altra «guerra per procura»
Le lezioni del Vietnam e dell’Afghanistan (ma anche di Iraq, Cecenia e Libano) non sembrano poter impedire il ripetersi di un confronto fra Usa e Russia per «interposti combattenti». Putin ha già usato la mano pesante, ma Obama tentenna ancora
di Guido Olimpio
WASHINGTON — La storia dovrebbe insegnare molto. Il Vietnam agli americani. L’Afghanistan ai sovietici e di nuovo agli americani. L’Iraq. La Cecenia. E prima ancora il Libano. Conflitti con la partecipazione diretta di superpotenze oppure guerre per procura. Lo scenario si ripropone per la Siria dove al duello regime-opposizione se ne sommano altri, come abbiamo raccontato pochi giorni fa. Ora ci si chiede se l’intervento russo non porterà a una risposta ancora più ampia degli sponsor dei ribelli.
Il gioco pesante di Putin (per mano sciita)
Mosca ha giocato pesante. Ha schierato il proprio contingente e stretto un’alleanza operativa con l’Iran. Putin non ha intenzione di coinvolgere troppi soldati, saranno i mullah a pensarci. Come? Con i pasdaran, gli Hezbollah libanesi e le migliaia di sciiti, rastrellati dall’Afghanistan all’Iraq. Una legione straniera che bilancia quella dei volontari islamisti. Esiste ma spesso si preferisce ignorare una presenza straniera - fondamentale - al fianco di Assad. Senza questa forza il presidente avrebbe avuto ancora più problemi. Gli esperti sono certi che a breve vi sarà un’offensiva tra Hama, Homs e Aleppo nella speranza di travolgere le posizioni degli insorti. È un’iniezione di fiducia, armi, capacità, che dovrà subire il test del campo.
La Turchia medita contromosse
Tutto questo ha colto in parte di sorpresa gli Stati Uniti e una serie di Stati coinvolti nella crisi. Per primi i turchi, quindi i sauditi e i qatarioti. Davanti alla minaccia che incombe sull’opposizione siriana che hanno finanziato e armato in questi quattro anni cosa faranno? Gli osservatori, pur tra le cautele, si aspettano una contromossa in un ambiente esplosivo come dimostrano le frizioni nei cieli tra caccia russi e turchi. Non è uno scherzo. Ankara, pochi giorni fa, ha chiesto agli americani uno sforzo maggiore, una richiesta specifica in favore degli oppositori della dittatura. Gli agenti che hanno operato sul campo hanno insistito sull’opportunità che si apre. I guerriglieri hanno dimostrato che se dotati di sistemi adeguati possono infliggere perdite pesanti: le forniture di missili anti-tank Tow (nella foto sotto) ma anche di apparati analoghi di progettazione russa o cinese hanno permesso di distruggere centinaia di mezzi.
Anche l’esercito russo può imbattersi in sorprese
Dunque l’arrivo di scorte e di lanciatori in gran numero può aumentare il volume di fuoco contro un dispositivo che non è apparso mai agile. Anche un esercito come quello russo, ben strutturato ma «nuovo» per il teatro siriano può imbattersi in sorprese. La coppia Assad-Putin vuole garantirsi il controllo dell’asse stradale Nord-Sud lungo l’arteria numero, quindi le città, e ovviamente difendere la costa attorno a Latakia e il corridoio alawita. I nemici però possono spingere su più fronti, compreso quello meridionale, nella regione di Daraa. Interessante, perché rappresenta un segnale, un articolo apparso sulla Cnn l’esperto saudita Nawaf Obaid ha ipotizzato un intervento aereo diretto del suo paese insieme ad un gruppo di paesi arabi contro l’esercito di Assad e gli Hezbollah. Passo che porterebbe ad uno scontro totale.
I timori Usa sulle armi ai ribelli
Ci si interroga in queste ore se gli amici dei ribelli faranno un ulteriore salto passando armi anti-aerei portatili. Il Qatar e i sauditi erano pronti a spedirli ma gli Stati Uniti si sono sempre opposti temendo che i missili potessero finire nelle mani di terroristi pronti a usarli contro un jet passeggeri. Un eventuale sfondamento da parte dei lealisti coperti dai Sukhoi russi farà cambiare idea alla Casa Bianca? Sembra difficile. E tornano alla memoria gli Stinger forniti dalla Cia ai mujaheddin afghani (nella foto sotto), ordigni che hanno inciso in modo profondo sulla guerra di allora distruggendo un gran numero di elicotteri dell’Armata Rossa. Fu un guerrigliero, Wahab Quanat, a sparare per primo su Hind nelle campagne di Jalalabad.
La campagna per ritirare gli Stinger
Con il ritiro sovietico la Cia ha fatto di tutto per recuperarli. Molti li ha acquistati, altri li ha messi fuori uso con uno stratagemma che siamo in grado di rivelare: ha fatto arrivare ai militanti delle batterie fallate, apparati indispensabili per l’uso del sistema. Azione necessaria per evitare il peggio e che rivela una preoccupazione mai passata a Washington. Difficile pensare che nella capitale cambino idea su un aspetto così importante per la sicurezza.
Spazi di manovra
Il quadro, spesso ambiguo e fumoso dello scacchiere siriano, permette comunque molte manovre. Diversi i fattori a favore. 1) I confini, poco controllabili e attraverso il quale passa di tutto. Dagli uomini alle armi. 2) La presenza di fazioni, brigate e sotto gruppi. 3) L’odio verso i russi: l’impegno di Mosca ha provocato reazioni e compattato alcune formazioni. 4) I militanti «ceceni» presenti nei ranghi della resistenza anti Assad: hanno conto aperto e magari trovano sponde interessate nei turchi.
I tentennamenti di Obama
Discorso più complicato per gli Stati Uniti. Una parte del Congresso vorrebbe un maggiore coinvolgimento. Donald Trump, dall’alto dei sondaggi che continuano a premiarlo tra i repubblicani, fa il cinico e dice «lasciamo che i siriani si scannino tra loro». Barack Obama può impartire un ordine segreto che dia via libera alla Cia, ma dovrà superare i suoi eterni dubbi verso un dossier che non lo ha mai entusiasmato. Tutti i tentativi di mettere insieme un nucleo di insorti affidabili sono finiti miseramente. Non ne hanno trovato a sufficienza, il processo di selezione è stato paralizzato da veti e sfiducia, quei pochi schierati sono stati neutralizzati. Potremmo definirlo un programma con il freno a mano tirato. Con iniziative oscillanti come l’intero approccio statunitense.
La Casa Bianca investirà nei curdi siriani
Adesso la Casa Bianca deve trovare risposte e le ultime news indicano che investirà ancora nei curdi siriani del movimento Ypg, gli eroi di Kobane (sotto, nella foto Reuters, una miliziana del Ypg con alcune donne yazide). Questo il piano: 5 mila insorti “arabi” si uniranno ai curdi ed avranno l’appoggio aereo della coalizione per avanzare verso Raqqa.
Ogni passo diventa un bilanciamento tra la voglia di reagire allo schiaffo di Putin e la necessità di stare lontano da compagni di viaggio che non gradisce. In uno degli ultimi discorsi, il presidente americano ha sostenuto che la missione in Siria potrebbe rivelarsi una «trappola» per Putin. D’accordo, è solo una frase. O forse no. Come sempre saranno i fatti a dirlo.
5 ottobre 2015 (modifica il 5 ottobre 2015 | 15:49)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/15_ottobr ... 2fd7.shtml
Il rischio per la Siria
è un’altra «guerra per procura»
Le lezioni del Vietnam e dell’Afghanistan (ma anche di Iraq, Cecenia e Libano) non sembrano poter impedire il ripetersi di un confronto fra Usa e Russia per «interposti combattenti». Putin ha già usato la mano pesante, ma Obama tentenna ancora
di Guido Olimpio
WASHINGTON — La storia dovrebbe insegnare molto. Il Vietnam agli americani. L’Afghanistan ai sovietici e di nuovo agli americani. L’Iraq. La Cecenia. E prima ancora il Libano. Conflitti con la partecipazione diretta di superpotenze oppure guerre per procura. Lo scenario si ripropone per la Siria dove al duello regime-opposizione se ne sommano altri, come abbiamo raccontato pochi giorni fa. Ora ci si chiede se l’intervento russo non porterà a una risposta ancora più ampia degli sponsor dei ribelli.
Il gioco pesante di Putin (per mano sciita)
Mosca ha giocato pesante. Ha schierato il proprio contingente e stretto un’alleanza operativa con l’Iran. Putin non ha intenzione di coinvolgere troppi soldati, saranno i mullah a pensarci. Come? Con i pasdaran, gli Hezbollah libanesi e le migliaia di sciiti, rastrellati dall’Afghanistan all’Iraq. Una legione straniera che bilancia quella dei volontari islamisti. Esiste ma spesso si preferisce ignorare una presenza straniera - fondamentale - al fianco di Assad. Senza questa forza il presidente avrebbe avuto ancora più problemi. Gli esperti sono certi che a breve vi sarà un’offensiva tra Hama, Homs e Aleppo nella speranza di travolgere le posizioni degli insorti. È un’iniezione di fiducia, armi, capacità, che dovrà subire il test del campo.
La Turchia medita contromosse
Tutto questo ha colto in parte di sorpresa gli Stati Uniti e una serie di Stati coinvolti nella crisi. Per primi i turchi, quindi i sauditi e i qatarioti. Davanti alla minaccia che incombe sull’opposizione siriana che hanno finanziato e armato in questi quattro anni cosa faranno? Gli osservatori, pur tra le cautele, si aspettano una contromossa in un ambiente esplosivo come dimostrano le frizioni nei cieli tra caccia russi e turchi. Non è uno scherzo. Ankara, pochi giorni fa, ha chiesto agli americani uno sforzo maggiore, una richiesta specifica in favore degli oppositori della dittatura. Gli agenti che hanno operato sul campo hanno insistito sull’opportunità che si apre. I guerriglieri hanno dimostrato che se dotati di sistemi adeguati possono infliggere perdite pesanti: le forniture di missili anti-tank Tow (nella foto sotto) ma anche di apparati analoghi di progettazione russa o cinese hanno permesso di distruggere centinaia di mezzi.
Anche l’esercito russo può imbattersi in sorprese
Dunque l’arrivo di scorte e di lanciatori in gran numero può aumentare il volume di fuoco contro un dispositivo che non è apparso mai agile. Anche un esercito come quello russo, ben strutturato ma «nuovo» per il teatro siriano può imbattersi in sorprese. La coppia Assad-Putin vuole garantirsi il controllo dell’asse stradale Nord-Sud lungo l’arteria numero, quindi le città, e ovviamente difendere la costa attorno a Latakia e il corridoio alawita. I nemici però possono spingere su più fronti, compreso quello meridionale, nella regione di Daraa. Interessante, perché rappresenta un segnale, un articolo apparso sulla Cnn l’esperto saudita Nawaf Obaid ha ipotizzato un intervento aereo diretto del suo paese insieme ad un gruppo di paesi arabi contro l’esercito di Assad e gli Hezbollah. Passo che porterebbe ad uno scontro totale.
I timori Usa sulle armi ai ribelli
Ci si interroga in queste ore se gli amici dei ribelli faranno un ulteriore salto passando armi anti-aerei portatili. Il Qatar e i sauditi erano pronti a spedirli ma gli Stati Uniti si sono sempre opposti temendo che i missili potessero finire nelle mani di terroristi pronti a usarli contro un jet passeggeri. Un eventuale sfondamento da parte dei lealisti coperti dai Sukhoi russi farà cambiare idea alla Casa Bianca? Sembra difficile. E tornano alla memoria gli Stinger forniti dalla Cia ai mujaheddin afghani (nella foto sotto), ordigni che hanno inciso in modo profondo sulla guerra di allora distruggendo un gran numero di elicotteri dell’Armata Rossa. Fu un guerrigliero, Wahab Quanat, a sparare per primo su Hind nelle campagne di Jalalabad.
La campagna per ritirare gli Stinger
Con il ritiro sovietico la Cia ha fatto di tutto per recuperarli. Molti li ha acquistati, altri li ha messi fuori uso con uno stratagemma che siamo in grado di rivelare: ha fatto arrivare ai militanti delle batterie fallate, apparati indispensabili per l’uso del sistema. Azione necessaria per evitare il peggio e che rivela una preoccupazione mai passata a Washington. Difficile pensare che nella capitale cambino idea su un aspetto così importante per la sicurezza.
Spazi di manovra
Il quadro, spesso ambiguo e fumoso dello scacchiere siriano, permette comunque molte manovre. Diversi i fattori a favore. 1) I confini, poco controllabili e attraverso il quale passa di tutto. Dagli uomini alle armi. 2) La presenza di fazioni, brigate e sotto gruppi. 3) L’odio verso i russi: l’impegno di Mosca ha provocato reazioni e compattato alcune formazioni. 4) I militanti «ceceni» presenti nei ranghi della resistenza anti Assad: hanno conto aperto e magari trovano sponde interessate nei turchi.
I tentennamenti di Obama
Discorso più complicato per gli Stati Uniti. Una parte del Congresso vorrebbe un maggiore coinvolgimento. Donald Trump, dall’alto dei sondaggi che continuano a premiarlo tra i repubblicani, fa il cinico e dice «lasciamo che i siriani si scannino tra loro». Barack Obama può impartire un ordine segreto che dia via libera alla Cia, ma dovrà superare i suoi eterni dubbi verso un dossier che non lo ha mai entusiasmato. Tutti i tentativi di mettere insieme un nucleo di insorti affidabili sono finiti miseramente. Non ne hanno trovato a sufficienza, il processo di selezione è stato paralizzato da veti e sfiducia, quei pochi schierati sono stati neutralizzati. Potremmo definirlo un programma con il freno a mano tirato. Con iniziative oscillanti come l’intero approccio statunitense.
La Casa Bianca investirà nei curdi siriani
Adesso la Casa Bianca deve trovare risposte e le ultime news indicano che investirà ancora nei curdi siriani del movimento Ypg, gli eroi di Kobane (sotto, nella foto Reuters, una miliziana del Ypg con alcune donne yazide). Questo il piano: 5 mila insorti “arabi” si uniranno ai curdi ed avranno l’appoggio aereo della coalizione per avanzare verso Raqqa.
Ogni passo diventa un bilanciamento tra la voglia di reagire allo schiaffo di Putin e la necessità di stare lontano da compagni di viaggio che non gradisce. In uno degli ultimi discorsi, il presidente americano ha sostenuto che la missione in Siria potrebbe rivelarsi una «trappola» per Putin. D’accordo, è solo una frase. O forse no. Come sempre saranno i fatti a dirlo.
5 ottobre 2015 (modifica il 5 ottobre 2015 | 15:49)
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