Renzi
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Re: Renzi
Di Verdini ce ne sono a josa in parlamento .erding ha scritto:Pessima!camillobenso ha scritto:erding ha scritto:La tela del ragno di Verdini
"Io sono un taxi che porta da Berlusconi a Matteo.
Così al potere altri 10 anni"
di TOMMASO CIRIACO
/la_tela_del_ragno_di_verdini_io_sono_un_taxi_che_porta_da_berlusconi_a_matteo_cosi_al_potere_altri_10_anni_-123763407/
Il parlamento la sede degli “”” onorevoli””” . Dove si legifera, dove si fanno le leggi, le regole per gli altri.
Si sta perdendo ogni più piccola traccia di legalità e di dignità.
Altro che la minaccia mussoliniana “ bivacco di manipoli” è solo luogo di meretriciato fatto con la massima spudoratezza.
Che idea avete di Verdini?
Giudicare lui e' come giudicare una larga fetta di questi " poco onorevoli".
Morto lui ne usciranno altri verdini poiche oramai e' questo l'andazzo politico.
Una grossa colpa di tutto questo ce l'ha anche la sinistra quella uscita dal PCI.
Costoro avevano ben capito come sarebbe andata a finire e per proteggere la loro poltrona su cui sedevano han immediatamente pensato alla "famiglia". Han subito creato PDS, DS e ora il PD.
Gia' allora INGRAO l'aveva capita e non son bastate le sue lacrime da vero uomo di sinistra e costituente a fermare queste passaggi a dir poco per niente di sinistra. Che sarebbero stati costoro senza questa poltrona? Nulla.
Quindi, qualora dovesse nascere una nuova sinistra attenti a costoro poiche sotto spoglie diverse potrebbero risalirci sopra. Non possiamo permettere loro di causare ancora danni. Se vogliono entrare ricomincino col fare gli attacchini e poi....si vedrà.
Questo dovrebbe valere per i vari Bersani finendo anche in quei piccoli rivoli di partito che per hanni non han saputo cogliere l'attimo fuggente che avrebbe fatto cose ben diverse.
In politica si puo' sbagliare, sicuramente, ma se di ripensamento si deve parlare, rifacciano la strada dall'inizio magare cominciando come ho detto sopra con l'attacchinaggio.
Non li possiamo ritrovare di nuovo a dirigere la diligenza!!!!
E' quello che ha fatto Grilllo e Podemos. Chi ha le mani "sporche" di inadeguatezza politica DEVE rimanere ai margini.
Deva fare la sua rieducazione politica!!!
Se facciamo ancora questo errore poi non possiamo darla colpa a costoro. Siamo NOI I COLPEVOLI
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Renzi
Il sindaco tenta l'operazione trasparenza. Dagli scontrini delle spese con la carta di credito del Campidoglio spuntano pranzi e cene in locali di alto livello. Il 26 dicembre 2013 in un ristorante a 200 metri dalla casa della madre. "Ero lì con dei giornalisti", assicura. Ma i titolari lo smentiscono. Anche Sant'Egidio, che si occupa di poveri, smentisce una cena a base di spaghetti all'aragosta da 263 euro. Dopo una simile vicenda, nel 2002, Marino lasciò la sua cattedra di Pittsburgh
La cena di Santo Stefano per sei in un ristorante a 200 metri dalla casa della madre. E un conto da 260 euro pagato con la carta di credito del Campidoglio. E non è il solo scontrino che fa alzare il ciglio. L’operazione trasparenza del sindaco Ignazio Marino, ancorché tardiva, al momento si rivela un boomerang. Riassunto. Assediato da ogni parte, il sindaco di Roma si ritrova a difendersi per le spese di viaggio a New York e da presunto “imbucato” ha deciso di passare al contrattacco. Così il primo cittadino della Capitale che annuncia la pubblicazione di tutti i rendiconti spesa della sua attività, unificati e accessibili ai cittadini. Ma solo dopo che il M5S ha messo le mani sui rendiconti depositando all’amministrazione un accesso agli atti con tanto di uso della forza, cioè chiamando i carabinieri.
Da 24 ore la contabilità dell’ufficio del sindaco riversa dunque scontrini e distinte per rimborsi. E non mancano quelli che provocano un qualche imbarazzo e sollevano richieste di chiarimenti, come racconta oggi il Corriere della Sera. In particolare una ricevuta da 260 euro per una cena che Marino ha consumato la sera del 26 dicembre 2013, pagata con una carta di credito a lui intestata ma “appoggiata” sui conti del Campidoglio, presso il ristorante “Antico Girarrosto Toscano” di via Campania, a Roma. Ristorante a due passi da via Veneto ma anche, fatalità vuole, a pochi metri dalla casa della madre di Marino, dove il sindaco va spesso. Il sindaco dichiara “sotto la sua responsabilità” che era lì per “una cena con alcuni rappresentanti della stampa per illustrare iniziative dell’amministrazione a carattere sociale per il periodo natalizio”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... a/2093117/
Ciao
Paolo11
La cena di Santo Stefano per sei in un ristorante a 200 metri dalla casa della madre. E un conto da 260 euro pagato con la carta di credito del Campidoglio. E non è il solo scontrino che fa alzare il ciglio. L’operazione trasparenza del sindaco Ignazio Marino, ancorché tardiva, al momento si rivela un boomerang. Riassunto. Assediato da ogni parte, il sindaco di Roma si ritrova a difendersi per le spese di viaggio a New York e da presunto “imbucato” ha deciso di passare al contrattacco. Così il primo cittadino della Capitale che annuncia la pubblicazione di tutti i rendiconti spesa della sua attività, unificati e accessibili ai cittadini. Ma solo dopo che il M5S ha messo le mani sui rendiconti depositando all’amministrazione un accesso agli atti con tanto di uso della forza, cioè chiamando i carabinieri.
Da 24 ore la contabilità dell’ufficio del sindaco riversa dunque scontrini e distinte per rimborsi. E non mancano quelli che provocano un qualche imbarazzo e sollevano richieste di chiarimenti, come racconta oggi il Corriere della Sera. In particolare una ricevuta da 260 euro per una cena che Marino ha consumato la sera del 26 dicembre 2013, pagata con una carta di credito a lui intestata ma “appoggiata” sui conti del Campidoglio, presso il ristorante “Antico Girarrosto Toscano” di via Campania, a Roma. Ristorante a due passi da via Veneto ma anche, fatalità vuole, a pochi metri dalla casa della madre di Marino, dove il sindaco va spesso. Il sindaco dichiara “sotto la sua responsabilità” che era lì per “una cena con alcuni rappresentanti della stampa per illustrare iniziative dell’amministrazione a carattere sociale per il periodo natalizio”.
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Re: Renzi
Marino, cene di lusso tra le spese del sindaco di Roma. “Qui con la famiglia”
Il sindaco tenta l'operazione trasparenza. Dagli scontrini delle spese con la carta di credito del Campidoglio spuntano pranzi e cene in locali di alto livello. Il 26 dicembre 2013 in un ristorante a 200 metri dalla casa della madre. "Ero lì con dei giornalisti", assicura. Ma i titolari lo smentiscono. Anche Sant'Egidio, che si occupa di poveri, smentisce una cena a base di spaghetti all'aragosta da 263 euro. Dopo una simile vicenda, nel 2002, Marino lasciò la sua cattedra di Pittsburgh
La cena di Santo Stefano per sei in un ristorante a 200 metri dalla casa della madre. E un conto da 260 euro pagato con la carta di credito del Campidoglio. E non è il solo scontrino che fa alzare il ciglio. L’operazione trasparenza del sindaco Ignazio Marino, ancorché tardiva, al momento si rivela un boomerang. Riassunto. Assediato da ogni parte, il sindaco di Roma si ritrova a difendersi per le spese di viaggio a New York e da presunto “imbucato” ha deciso di passare al contrattacco. Così il primo cittadino della Capitale che annuncia la pubblicazione di tutti i rendiconti spesa della sua attività, unificati e accessibili ai cittadini. Ma solo dopo che il M5S ha messo le mani sui rendiconti depositando all’amministrazione un accesso agli atti con tanto di uso della forza, cioè chiamando i carabinieri.
Da 24 ore la contabilità dell’ufficio del sindaco riversa dunque scontrini e distinte per rimborsi. E non mancano quelli che provocano un qualche imbarazzo e sollevano richieste di chiarimenti, come racconta oggi il Corriere della Sera. In particolare una ricevuta da 260 euro per una cena che Marino ha consumato la sera del 26 dicembre 2013, pagata con una carta di credito a lui intestata ma “appoggiata” sui conti del Campidoglio, presso il ristorante “Antico Girarrosto Toscano” di via Campania, a Roma. Ristorante a due passi da via Veneto ma anche, fatalità vuole, a pochi metri dalla casa della madre di Marino, dove il sindaco va spesso. Il sindaco dichiara “sotto la sua responsabilità” che era lì per “una cena con alcuni rappresentanti della stampa per illustrare iniziative dell’amministrazione a carattere sociale per il periodo natalizio”.
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La cena di Santo Stefano per sei in un ristorante a 200 metri dalla casa della madre. E un conto da 260 euro pagato con la carta di credito del Campidoglio. E non è il solo scontrino che fa alzare il ciglio. L’operazione trasparenza del sindaco Ignazio Marino, ancorché tardiva, al momento si rivela un boomerang. Riassunto. Assediato da ogni parte, il sindaco di Roma si ritrova a difendersi per le spese di viaggio a New York e da presunto “imbucato” ha deciso di passare al contrattacco. Così il primo cittadino della Capitale che annuncia la pubblicazione di tutti i rendiconti spesa della sua attività, unificati e accessibili ai cittadini. Ma solo dopo che il M5S ha messo le mani sui rendiconti depositando all’amministrazione un accesso agli atti con tanto di uso della forza, cioè chiamando i carabinieri.
Da 24 ore la contabilità dell’ufficio del sindaco riversa dunque scontrini e distinte per rimborsi. E non mancano quelli che provocano un qualche imbarazzo e sollevano richieste di chiarimenti, come racconta oggi il Corriere della Sera. In particolare una ricevuta da 260 euro per una cena che Marino ha consumato la sera del 26 dicembre 2013, pagata con una carta di credito a lui intestata ma “appoggiata” sui conti del Campidoglio, presso il ristorante “Antico Girarrosto Toscano” di via Campania, a Roma. Ristorante a due passi da via Veneto ma anche, fatalità vuole, a pochi metri dalla casa della madre di Marino, dove il sindaco va spesso. Il sindaco dichiara “sotto la sua responsabilità” che era lì per “una cena con alcuni rappresentanti della stampa per illustrare iniziative dell’amministrazione a carattere sociale per il periodo natalizio”.
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Re: Renzi
Il pluri-imputato Denis Verdini va all’incasso
“Voterei volentieri la riforma della Giustizia”
Il senatore di Ala, stampella del governo nel voto sulle riforme, intervistato da Maria Latella su Sky Tg 24
“Interrompere deriva mediatico-giudiziaria”. E avvisa: “Ricordo che al Senato non c’è maggioranza”
“Voterei volentieri la riforma della Giustizia”
Il senatore di Ala, stampella del governo nel voto sulle riforme, intervistato da Maria Latella su Sky Tg 24
“Interrompere deriva mediatico-giudiziaria”. E avvisa: “Ricordo che al Senato non c’è maggioranza”
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Re: Renzi
The primitivs e gli stomaci da struzzo degli ex di sinistra della "sinistra" dem.
Digeriscono tutto.
La coppia Renzi-Verdini esce dalla clandestinità
Renzi non canta, ma non si mostra neppure commosso dalle improvvise coliche antiverdiniane del suo partito.Dal canto suo Denis Verdini spiega al tormentato Bersani che non ha nessuna intenzione di invadergli "il giardino di casa"
Laura Cesaretti - Lun, 05/10/2015 - 08:00
I due, va detto, si cavano d'impaccio con grande presenza di spirito, e non risparmiano ironie agli scandalizzati critici di oggi (gli stessi, ricorda il premier, che con Verdini & Co qualche tempo fa ci avevano fatto addirittura un paio di governi, da Monti a Letta, e senza troppe ambasce morali).
Anzi, l'ex braccio destro di Berlusconi si esibisce anche in una sarcastica serenata alla minoranza Pd, sulle note di «La Lontananza» di Modugno: «La maggioranza, sai, è come il vento, che rischia di finire in Migliavacca, quando Gotor si sveglia e poi si inc...». Un colpo al cuore per il sensibile bersaniano Alfredo D'Attorre, che geme: «Siamo ormai alla demolizione anche simbolica dell'eredità dell'Ulivo».
Matteo Renzi non canta, ma non si mostra neppure commosso dalle improvvise coliche antiverdiniane del suo partito: «I senatori che stanno con Verdini avevano votato le riforme anche l'altra volta: l'incoerenza non è di chi le vota oggi, ma di chi ha cambiato idea. Credo che il gruppo di Ala stia facendo una scelta utile per l'Italia, chi appoggia le riforme per me sta aiutando il Paese». Mentre a destra, tiene a sottolineare, c'è una situazione di «grande crisi e frammentazione, Lega inclusa dove Salvini e Maroni discutono animatamente tra loro. Ma se la destra è divisa e spezzettata è un problema per Berlusconi, è ingiusto e ingeneroso porlo ai senatori verdiniani e dirgli che non devono più votare le riforme».
Dal canto suo Denis Verdini spiega al tormentato Bersani che non ha nessuna intenzione di invadergli «il giardino di casa», come denuncia l'ex leader Pd: «Gli amici del Pd che ora dicono che i nostri voti puzzano devono stare tranquilli. Con il Pd non abbiamo nulla a che spartire, non intendiamo entrare. Vogliamo dare una scossa alla politica italiana», dice. Quanto a Renzi, spiega, «non ci siamo scelti», ma visto che «al Senato non c'è una maggioranza» le coalizioni sono necessarie: «Con il premier c'è una situazione nuova a sinistra: non ha un atteggiamento becero, a volte è anche liberista, forse è solo un po' in ritardo nelle riforme». Ad esempio quelle su «fisco e giustizia», che l'ex azzurro dice di voler sostenere. Sul caso Barani è molto netto: «È una persona per bene. Ma se ha fatto il gestaccio ha sbagliato e su questo non ci sono dubbi. Lo si vedrà dalle immagini». Ma il «tenore della discussione» in Parlamento è diventato «una cosa vergognosa», e dai parlamentari di Cinque Stelle «ho sentito con le mie orecchie, più volte, insulti sessisti pesanti rivolti alle ministre». Ognuno quindi si occupi delle proprie travi, grillini inclusi, perché «quando il livello si abbassa troppo, poi è difficile stabilire dove sta il limite». L'ultima battuta, citando Renzi, è per chi nel Pd si agita contro di lui: «Il mostro di Lochness non esiste quindi neppure il mostro Verdini. C'è Verdini».
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78950.html
Digeriscono tutto.
La coppia Renzi-Verdini esce dalla clandestinità
Renzi non canta, ma non si mostra neppure commosso dalle improvvise coliche antiverdiniane del suo partito.Dal canto suo Denis Verdini spiega al tormentato Bersani che non ha nessuna intenzione di invadergli "il giardino di casa"
Laura Cesaretti - Lun, 05/10/2015 - 08:00
I due, va detto, si cavano d'impaccio con grande presenza di spirito, e non risparmiano ironie agli scandalizzati critici di oggi (gli stessi, ricorda il premier, che con Verdini & Co qualche tempo fa ci avevano fatto addirittura un paio di governi, da Monti a Letta, e senza troppe ambasce morali).
Anzi, l'ex braccio destro di Berlusconi si esibisce anche in una sarcastica serenata alla minoranza Pd, sulle note di «La Lontananza» di Modugno: «La maggioranza, sai, è come il vento, che rischia di finire in Migliavacca, quando Gotor si sveglia e poi si inc...». Un colpo al cuore per il sensibile bersaniano Alfredo D'Attorre, che geme: «Siamo ormai alla demolizione anche simbolica dell'eredità dell'Ulivo».
Matteo Renzi non canta, ma non si mostra neppure commosso dalle improvvise coliche antiverdiniane del suo partito: «I senatori che stanno con Verdini avevano votato le riforme anche l'altra volta: l'incoerenza non è di chi le vota oggi, ma di chi ha cambiato idea. Credo che il gruppo di Ala stia facendo una scelta utile per l'Italia, chi appoggia le riforme per me sta aiutando il Paese». Mentre a destra, tiene a sottolineare, c'è una situazione di «grande crisi e frammentazione, Lega inclusa dove Salvini e Maroni discutono animatamente tra loro. Ma se la destra è divisa e spezzettata è un problema per Berlusconi, è ingiusto e ingeneroso porlo ai senatori verdiniani e dirgli che non devono più votare le riforme».
Dal canto suo Denis Verdini spiega al tormentato Bersani che non ha nessuna intenzione di invadergli «il giardino di casa», come denuncia l'ex leader Pd: «Gli amici del Pd che ora dicono che i nostri voti puzzano devono stare tranquilli. Con il Pd non abbiamo nulla a che spartire, non intendiamo entrare. Vogliamo dare una scossa alla politica italiana», dice. Quanto a Renzi, spiega, «non ci siamo scelti», ma visto che «al Senato non c'è una maggioranza» le coalizioni sono necessarie: «Con il premier c'è una situazione nuova a sinistra: non ha un atteggiamento becero, a volte è anche liberista, forse è solo un po' in ritardo nelle riforme». Ad esempio quelle su «fisco e giustizia», che l'ex azzurro dice di voler sostenere. Sul caso Barani è molto netto: «È una persona per bene. Ma se ha fatto il gestaccio ha sbagliato e su questo non ci sono dubbi. Lo si vedrà dalle immagini». Ma il «tenore della discussione» in Parlamento è diventato «una cosa vergognosa», e dai parlamentari di Cinque Stelle «ho sentito con le mie orecchie, più volte, insulti sessisti pesanti rivolti alle ministre». Ognuno quindi si occupi delle proprie travi, grillini inclusi, perché «quando il livello si abbassa troppo, poi è difficile stabilire dove sta il limite». L'ultima battuta, citando Renzi, è per chi nel Pd si agita contro di lui: «Il mostro di Lochness non esiste quindi neppure il mostro Verdini. C'è Verdini».
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78950.html
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Re: Renzi
Che idea avete di Verdini?
Pessima!
Di Verdini ce ne sono a josa in parlamento .
Giudicare lui e' come giudicare una larga fetta di questi " poco onorevoli".
Morto lui ne usciranno altri verdini poiche oramai e' questo l'andazzo politico.
Una grossa colpa di tutto questo ce l'ha anche la sinistra quella uscita dal PCI.
Costoro avevano ben capito come sarebbe andata a finire e per proteggere la loro poltrona su cui sedevano han immediatamente pensato alla "famiglia". Han subito creato PDS, DS e ora il PD.
Gia' allora INGRAO l'aveva capita e non son bastate le sue lacrime da vero uomo di sinistra e costituente a fermare queste passaggi a dir poco per niente di sinistra. Che sarebbero stati costoro senza questa poltrona? Nulla.
Quindi, qualora dovesse nascere una nuova sinistra attenti a costoro poiche sotto spoglie diverse potrebbero risalirci sopra. Non possiamo permettere loro di causare ancora danni. Se vogliono entrare ricomincino col fare gli attacchini e poi....si vedrà.
Questo dovrebbe valere per i vari Bersani finendo anche in quei piccoli rivoli di partito che per hanni non han saputo cogliere l'attimo fuggente che avrebbe fatto cose ben diverse.
In politica si puo' sbagliare, sicuramente, ma se di ripensamento si deve parlare, rifacciano la strada dall'inizio magare cominciando come ho detto sopra con l'attacchinaggio.
Non li possiamo ritrovare di nuovo a dirigere la diligenza!!!!
E' quello che ha fatto Grilllo e Podemos. Chi ha le mani "sporche" di inadeguatezza politica DEVE rimanere ai margini.
Deva fare la sua rieducazione politica!!!
Se facciamo ancora questo errore poi non possiamo darla colpa a costoro. Siamo NOI I COLPEVOLI
un salutone
pancho
E' vero che siamo noi i colpevoli perché ci limitiamo a concepire la democrazia come la sola possibilità di eleggere i capi.
Ma poi ce ne sbattiamo regolarmente e di conseguenza lamentiamo.
Proviamo a fare un pò di sociologia ed antropologia.
La domanda sorge spontanea: PERCHE'?
Pessima!
Di Verdini ce ne sono a josa in parlamento .
Giudicare lui e' come giudicare una larga fetta di questi " poco onorevoli".
Morto lui ne usciranno altri verdini poiche oramai e' questo l'andazzo politico.
Una grossa colpa di tutto questo ce l'ha anche la sinistra quella uscita dal PCI.
Costoro avevano ben capito come sarebbe andata a finire e per proteggere la loro poltrona su cui sedevano han immediatamente pensato alla "famiglia". Han subito creato PDS, DS e ora il PD.
Gia' allora INGRAO l'aveva capita e non son bastate le sue lacrime da vero uomo di sinistra e costituente a fermare queste passaggi a dir poco per niente di sinistra. Che sarebbero stati costoro senza questa poltrona? Nulla.
Quindi, qualora dovesse nascere una nuova sinistra attenti a costoro poiche sotto spoglie diverse potrebbero risalirci sopra. Non possiamo permettere loro di causare ancora danni. Se vogliono entrare ricomincino col fare gli attacchini e poi....si vedrà.
Questo dovrebbe valere per i vari Bersani finendo anche in quei piccoli rivoli di partito che per hanni non han saputo cogliere l'attimo fuggente che avrebbe fatto cose ben diverse.
In politica si puo' sbagliare, sicuramente, ma se di ripensamento si deve parlare, rifacciano la strada dall'inizio magare cominciando come ho detto sopra con l'attacchinaggio.
Non li possiamo ritrovare di nuovo a dirigere la diligenza!!!!
E' quello che ha fatto Grilllo e Podemos. Chi ha le mani "sporche" di inadeguatezza politica DEVE rimanere ai margini.
Deva fare la sua rieducazione politica!!!
Se facciamo ancora questo errore poi non possiamo darla colpa a costoro. Siamo NOI I COLPEVOLI
un salutone
pancho
E' vero che siamo noi i colpevoli perché ci limitiamo a concepire la democrazia come la sola possibilità di eleggere i capi.
Ma poi ce ne sbattiamo regolarmente e di conseguenza lamentiamo.
Proviamo a fare un pò di sociologia ed antropologia.
La domanda sorge spontanea: PERCHE'?
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Re: Renzi
Alessandro Sallusti non si rende conto di essersi messo in un pasticcio.
Le “deficienze” che attribuisce a Renzi sono vere e credibili, tanto che si possono condividere anche a sinistra.
Ma quindi viene spontaneo chiederci: “Ma allora Sallusti ci vede? Non è cieco. E sa anche raccontare i fatti da giornalista, come dovrebbe fare qualsiasi giornalista che si definisce tale."
Ma nello stesso tempo sorge spontanea la domanda: “Si sarebbe comportato allo stesso modo se il patto del Nazareno fosse decollato?”
Io credo di no. Perché per vent’anni non ha mai visto le magagne del suo padrone.
La realtà dei fatti è sempre stata raccontata in modo distorto per non danneggiare minimamente Silvietto e la sua azione di governo o di opposizione, a secondo dei periodi.
Confermando che la politica è tutta interessi e convenienze.
E allora sotto. Che ti dò che ti dò. Via con la disinformazione. Tanto è ferma e consolidata convinzione di tutte le caste che gli italioti si bevono di tutto e di più.
Basta saper raccontare bene le super cazzole.
^^^^^^^^
Matteo, il fattore c. e lo scoglio del sindaco Marino
Fuori dai confini, dove non basta la fortuna ma serve ben altro, continua invece il disastro
Alessandro Sallusti - Ven, 02/10/2015 - 15:22
Non vogliamo passare per degli ossessionati da Matteo Renzi. Anzi, da ieri la sua riforma del Senato, sia pure con imbrogli procedurali, si sta avviando alla seconda approvazione (ne servono quattro).
Il fine, secondo lui, giustifica i mezzi, e lui non si fa alcun problema a usare quelli banditeschi.
Il governo sta pure incassando alcuni timidi segnali se non di ripresa almeno di arresto della caduta.
Piccoli «zero virgola» in più che il premier venditore è abilissimo a spacciare per grandi successi.
Poco importa che non siano neppure farina del suo sacco ma conseguenza della congiuntura internazionale favorevole. Ci sono, e questo basta.
Il premier è più fortunato che bravo. Sul fronte interno tutto gli gira a favore: i soldi di Draghi, l'interdizione di Berlusconi, la conseguente crisi con sfaldamento del centrodestra, le paure dei suoi di perdere il posto. Si chiama «fattore c.» (lui ne è dotato in abbondanza) ed è lo strumento con cui ha domato Parlamento e partito.
Fuori dai confini, dove non basta la fortuna ma serve ben altro, continua invece il disastro.
È talmente un peso piuma che la settimana scorsa non è stato invitato al vertice europeo sulla Libia.
Due giorni fa ha parlato sì all'assemblea dell'Onu, ma in una sala deserta: «Renzi chi?» si sono chiesti i delegati prima di darsi alla ricreazione. (Le fotografie sono state pubblicate su Il Fatto Quotidiano-ndt, ma dato che siamo in un regime l'Eiar non mostrato la sala quasi vuot quando parlava La Qualunque)
E ieri la Merkel gli ha scippato pure il regista della crisi libica: il commissario europeo che dovrà sovrintendere a quell'area sarà infatti tedesco e non italiano come chiesto – con molte ragioni – dal nostro premier.
Tornando alle questioni domestiche, c'è però una crepa nel «fattore c.», che sta diventando una voragine.
Parliamo del caso Roma. Ieri il sindaco Marino, non contento dei guai già combinati, in poche ore ha detto nell'ordine: il Papa non capisce nulla e dovrebbe prendere lezioni da lui, il prefetto Gabrielli è una sua badante, Alfio Marchini è una specie di fascista di ritorno (si è beccato pure una querela).
L'uomo è talmente fuori controllo, e fuori di testa, che ci sta diventando simpatico.
Anche perché sta trascinando nel ridicolo il suo partito, il Pd, e il suo segretario, Matteo Renzi, che lo devono lasciare al suo posto pena elezioni anticipate e sicuro disastro elettorale della sinistra.
Sul caso Marino, Renzi sta perdendo non solo voti a Roma ma pure la faccia. Lasciare la capitale in mano a questo tontolone è la prova che Renzi non ha a cuore la dignità del Paese e il bene della cosa pubblica. L'unica cosa che gli interessa è il suo «c.», senza fattore.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78213.html
Le “deficienze” che attribuisce a Renzi sono vere e credibili, tanto che si possono condividere anche a sinistra.
Ma quindi viene spontaneo chiederci: “Ma allora Sallusti ci vede? Non è cieco. E sa anche raccontare i fatti da giornalista, come dovrebbe fare qualsiasi giornalista che si definisce tale."
Ma nello stesso tempo sorge spontanea la domanda: “Si sarebbe comportato allo stesso modo se il patto del Nazareno fosse decollato?”
Io credo di no. Perché per vent’anni non ha mai visto le magagne del suo padrone.
La realtà dei fatti è sempre stata raccontata in modo distorto per non danneggiare minimamente Silvietto e la sua azione di governo o di opposizione, a secondo dei periodi.
Confermando che la politica è tutta interessi e convenienze.
E allora sotto. Che ti dò che ti dò. Via con la disinformazione. Tanto è ferma e consolidata convinzione di tutte le caste che gli italioti si bevono di tutto e di più.
Basta saper raccontare bene le super cazzole.
^^^^^^^^
Matteo, il fattore c. e lo scoglio del sindaco Marino
Fuori dai confini, dove non basta la fortuna ma serve ben altro, continua invece il disastro
Alessandro Sallusti - Ven, 02/10/2015 - 15:22
Non vogliamo passare per degli ossessionati da Matteo Renzi. Anzi, da ieri la sua riforma del Senato, sia pure con imbrogli procedurali, si sta avviando alla seconda approvazione (ne servono quattro).
Il fine, secondo lui, giustifica i mezzi, e lui non si fa alcun problema a usare quelli banditeschi.
Il governo sta pure incassando alcuni timidi segnali se non di ripresa almeno di arresto della caduta.
Piccoli «zero virgola» in più che il premier venditore è abilissimo a spacciare per grandi successi.
Poco importa che non siano neppure farina del suo sacco ma conseguenza della congiuntura internazionale favorevole. Ci sono, e questo basta.
Il premier è più fortunato che bravo. Sul fronte interno tutto gli gira a favore: i soldi di Draghi, l'interdizione di Berlusconi, la conseguente crisi con sfaldamento del centrodestra, le paure dei suoi di perdere il posto. Si chiama «fattore c.» (lui ne è dotato in abbondanza) ed è lo strumento con cui ha domato Parlamento e partito.
Fuori dai confini, dove non basta la fortuna ma serve ben altro, continua invece il disastro.
È talmente un peso piuma che la settimana scorsa non è stato invitato al vertice europeo sulla Libia.
Due giorni fa ha parlato sì all'assemblea dell'Onu, ma in una sala deserta: «Renzi chi?» si sono chiesti i delegati prima di darsi alla ricreazione. (Le fotografie sono state pubblicate su Il Fatto Quotidiano-ndt, ma dato che siamo in un regime l'Eiar non mostrato la sala quasi vuot quando parlava La Qualunque)
E ieri la Merkel gli ha scippato pure il regista della crisi libica: il commissario europeo che dovrà sovrintendere a quell'area sarà infatti tedesco e non italiano come chiesto – con molte ragioni – dal nostro premier.
Tornando alle questioni domestiche, c'è però una crepa nel «fattore c.», che sta diventando una voragine.
Parliamo del caso Roma. Ieri il sindaco Marino, non contento dei guai già combinati, in poche ore ha detto nell'ordine: il Papa non capisce nulla e dovrebbe prendere lezioni da lui, il prefetto Gabrielli è una sua badante, Alfio Marchini è una specie di fascista di ritorno (si è beccato pure una querela).
L'uomo è talmente fuori controllo, e fuori di testa, che ci sta diventando simpatico.
Anche perché sta trascinando nel ridicolo il suo partito, il Pd, e il suo segretario, Matteo Renzi, che lo devono lasciare al suo posto pena elezioni anticipate e sicuro disastro elettorale della sinistra.
Sul caso Marino, Renzi sta perdendo non solo voti a Roma ma pure la faccia. Lasciare la capitale in mano a questo tontolone è la prova che Renzi non ha a cuore la dignità del Paese e il bene della cosa pubblica. L'unica cosa che gli interessa è il suo «c.», senza fattore.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78213.html
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Re: Renzi
Tappatevi per benino in casa e procuratevi un gommone, perché è in arrivo un ciclone come in Francia.
Appena disponibile pubblicherò la puntata in onda in questo momento su la 7-
SGARBI HA DICHIARATO CHE SIAMO IN UN REGIME E CHE LA QUALUNQUE E' IL PRIMO POLITICO A COMPORTARSI COME MUSSOLINI.
SIAMO ALL'INTERNO DI UNA DEMOCRAZIA MASCHERATA.
Condivido totalmente e mi meraviglio che a destra vedano la stessa cosa.
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SGARBI HA DICHIARATO CHE SIAMO IN UN REGIME E CHE LA QUALUNQUE E' IL PRIMO POLITICO A COMPORTARSI COME MUSSOLINI.
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