Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzione?
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Gli italiani litigano tutti i giorni per i migranti, mettendo in atto la guerra dei poveri, aizzati anche dagli imprenditori dell'odio.
Caos migranti, il piano Soros-Cia per destabilizzare l’Europa
Scritto il 30/9/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
Proprio come le forze oscure della miliardaria rete di organizzazioni non governative della Central Intelligence Agency degli Stati Uniti e di George Soros, che complottarono per destabilizzare Medio Oriente e Nord Africa attraverso l’uso dei social media, realizzando la cosiddetta “primavera araba”, tali forze hanno aperto un nuovo capitolo sulla disfunzionalità globale facilitando il flusso di rifugiati e migranti economici da Medio Oriente, Asia e Africa all’Europa. Nel marzo 2011, il leader libico Muhammar Gheddafi predisse cosa sarebbe accaduto all’Europa se la stabilità del suo paese veniva minata dalle potenze occidentali. In un’intervista a “France 24”, Gheddafi predisse correttamente: «Ci sono milioni di neri che potrebbero attraversare il Mediterraneo per la Francia e l’Italia, e la Libia svolge un ruolo nella sicurezza nel Mediterraneo». Il figlio di Gheddafi, Sayf al-Islam Gheddafi, condannato a morte dal regime radicale che governa Tripoli, fece eco ai commenti del padre nella stessa intervista al notiziario francese. Sayf disse: «La Libia può diventare la Somalia del Nord Africa, del Mediterraneo. Vedrete i pirati in Sicilia, a Creta, a Lampedusa. Vedrete milioni di immigrati clandestini. Il terrore sarà vicino».
Come si è visto nei recenti avvenimenti, Sayf aveva proprio ragione. Infatti, per l’Europa, il terrore è letteralmente a fianco. Si stima che ben 4.000 jihadisti veterani degli olocausti terroristici in Siria, Iraq e Yemen, abbiano approfittato dell’assenza dei controlli sulle frontiere di Schengen dell’Unione europea per entrare o ritornare in Europa. Molti giovani “migranti” hanno iPhone, bancomat, diversi passaporti e molto contante, difficilmente ciò che ci si aspetta di trovare in possesso di veri profughi di guerra. Non solo gli africani hanno inondato l’Europa meridionale dopo aver attraversato in modo periglioso il Nord Africa, tra cui la Libia, ma i profughi siriani, per lo più creati dal trasferimento massiccio occidentale ai jihadisti siriani di armi catturate in Libia dopo il rovesciamento di Gheddafi, innescando la sanguinosa guerra civile siriana, fluiscono via mare e via terra nel cuore dell’Europa. Soros, che non è altro che un frontman miliardario dell’ancor più ricca famiglia di banchieri Rothschild dell’Europa occidentale, ha supervisionato la completa distruzione degli Stati nazionali nell’Europa sud-orientale, che oggi consentono l’accesso incondizionato dei migranti economici e dalla guerra civile da Siria, Iraq, Nord Africa, Africa sub-sahariana, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Birmania, Sri Lanka e altre nazioni del Terzo Mondo devastate da guerra e povertà.
Risultato dei programmi di reingegnerizzazione delle nazioni, Soros prima ha contribuito a distruggere la Repubblica socialista federativa di Jugoslavia, con l’aiuto attivo dell’Unione Europea e della Nato. Le sette repubbliche indipendenti che una volta costituivano la Jugoslavia, ora sono le principali vie di transito per decine di migliaia e prossimi centinaia di migliaia di migranti non europei. La Grecia, che soffre per l’austerità degli “avvoltoi” dei banchieri centrali e privati europei, tra cui Soros e i suoi mandanti Rothschild, difficilmente può affrontare il massiccio flusso di rifugiati. I banchieri si sono assicurati che la Grecia non possa nemmeno fornire i servizi sociali di base al proprio popolo, lasciando soli i profughi da zone di guerra e nazioni che soffrono del crollo di governi ed economia. La Macedonia, che continua a subire il tentativo di “rivoluzione colorata” in stile ucraino su concessione dei neocon dell’amministrazione Obama, come l’assistente del segretario di Stato per gli affari europei ed eurasiatici Victoria Nuland, non può trattenere l’invasione della massa di rifugiati dalla Grecia. Molti rifugiati sono trattati al confine greco-macedone con fastidio, ammucchiandosi in Macedonia e poi in Serbia.
I migranti hanno cercato ogni modo possibile per raggiungere le accoglienti Austria e Germania. I rifugiati a Budapest sommersero la stazione ferroviaria centrale, costringendo a chiuderla ai passeggeri, profughi che cercavano di raggiungere Austria e Germania, così come ungheresi e turisti. I rifugiati musulmani arrivati a Monaco di Baviera erano irritati dalla presenza per le strade di tedeschi e stranieri che celebrano l’annuale “Oktoberfest” bevendo birra. Già vi sono stati scontri per le strade tra celebranti l’Oktoberfest ubriachi e alcuni rifugiati musulmani che si oppongono alla presenza dell’alcol. I funzionari della città di Monaco di Baviera avevano detto che potevano ricevere solo 1000 nuovi rifugiati al giorno. La città ha visto il numero salire a 15.000 al giorno con circa il 90 per cento che non si registra presso le autorità locali, scomparendo per destinazioni sconosciute. Nelle città e nei paesi dell’Europa, i migranti appena arrivati dormono nei parchi e sui marciapiedi creando l’incubo della salute pubblica con feci umane nei parchi e puzza di urina permeare le pareti degli edifici.
La situazione è aggravata dal recente arrivo dei rifugiati siriani nel nord della Germania, che scambiano il velenoso fungo selvaggio “tappo della morte” per una varietà commestibile che cresce nel Mediterraneo orientale. Nonostante le avvertenze in arabo e curdo distribuite ai rifugiati, i profughi hanno ingerito i funghi velenosi, subendo vomito e diarrea incontrollabile, aggiungendo altro dilemma alla salute pubblica in Europa. E’ solo questione di tempo prima che le malattie trasmesse dai rifiuti umani, come colera e tifo fanno, facciano il loro trionfale ritorno nelle città d’Europa dalle pandemie mortali dello scorso millennio. La cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del Consiglio dell’Unione europea Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker hanno la responsabilità diretta dell’afflusso di oltre un milione di rifugiati politici ed economici nel cuore dell’Europa. Merkel non ha fatto segreto del desiderio di aggiungerli alle file dei lavoratori ospiti, “Gastarbeiter”. Tuttavia, come mostrato da altri lavoratori ospiti in Germania arrivati negli ultimi decenni, questi lavoratori non si considerano “ospiti” ma residenti permanenti e cittadini.
Nel frattempo, Tusk e Juncker, quest’ultimo originario del minuscolo Lussemburgo, hanno minacciato di multare i membri non comunitari Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda se non assorbono la loro quota di rifugiati, una percentuale dettata dagli “eurocrati” dell’Ue a Bruxelles. Anche se Tusk ha chiesto ai Paesi dell’Ue di aprire frontiere e tesorerie ai profughi, la sua nativa Polonia è reticente ad accettarne più di qualche centinaio. L’opposizione della Polonia si unisce a quella di Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia. Il successore di Juncker a primo ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel, primo capo europeo ad avere un matrimonio gay, ha accolto centinaia di rifugiati. Bettel crede nell’Europa senza frontiere e, quindi, come Merkel, Tusk e Juncker, è un eroe delle Ong finanziate da Soros che fanno dell’Europa un esperimento d’ingegneria sociale mortale. Molti lussemburghesi cercano qualcuno come Marine Le Pen in Francia per fermare il carrozzone dell’accoglienza dei rifugiati che minaccia di cancellare il Granducato del Lussemburgo.
I paesi che hanno radicalizzato gli eserciti jihadisti in Siria e Iraq, in particolare Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Quwayt, hanno ritenuto opportuno non prendere nessun rifugiato dai combattimenti in Siria e Iraq. L’Arabia Saudita ha avuto il coraggio assoluto di offrire alla Germania la costruzione di 200 moschee per i rifugiati, dove viene solo predicato e insegnato la versione wahabita dell’Islam. Nel frattempo, vi sono prove che la Turchia esorti i rifugiati dalla Siria sul suo suolo ad unirsi all’esodo su carrette del mare verso l’avversaria Grecia. Tale mossa ha provocato la morte di molti bambini e donne, servita solo a commuovere gli europei del nord che hanno invitato migliaia di profughi nei loro paradisi sociali. La Turchia ha anche distribuito manuali ai migranti per istruirli su dove andare una volta giunti in Germania, per avere dal governo l’assistenza sociale. Proprio come si è visto con le rivoluzioni colorate dirette da Soros e Cia nei paesi arabi e Ucraina, il flusso di migranti è stato istruito via Twitter su dove c’erano controlli alle frontiere e come aggirarli. Tale direzione “esterna” ha guidato i profughi da Grecia, Macedonia, Serbia a Croazia e Slovenia, instradandosi verso le frontiere austriache e tedesche, evitando in tal modo le sempre più ostili Ungheria e Serbia. C’è già stata una scaramuccia al confine tra polizia croata di scorta a un treno carico di profughi al confine ungherese e le guardie di frontiera ungheresi.
Che siano neo-conservatrici e neo-liberisti, le politiche che hanno portato alla peggiore crisi dei rifugiati in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale hanno radice nei crogioli politici dei gruppi di facciata finanziati da George Soros e Cia in Europa e Stati Uniti. E’ solo questione di tempo prima che i loro ruoli in ciò che è avvenuto in Europa sia scoperto da nazionalisti di destra e di sinistra e che loro case editrici e siti web vadano in fiamme. Alla fine, gli europei si sveglieranno e scopriranno che la Russia s’è immunizzata dal flagello dei rifugiati evitando di frequentare l’Ue e le sue messinscene. Quando i migranti appena arrivati inizieranno a defecare, vomitare e urinare per le strade di Tallinn, Riga, Vilnius, Helsinki e Stoccolma, la Russia libra dalla crisi dei rifugiati non sembrerà così male, dopo tutto.
(Wayne Madsen, “Il piano Soros-Cia per destabilizzare l’Europa”, da “Strategic Culture” del 24 settembre 2015, ripreso da “Aurora”).
Caos migranti, il piano Soros-Cia per destabilizzare l’Europa
Scritto il 30/9/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
Proprio come le forze oscure della miliardaria rete di organizzazioni non governative della Central Intelligence Agency degli Stati Uniti e di George Soros, che complottarono per destabilizzare Medio Oriente e Nord Africa attraverso l’uso dei social media, realizzando la cosiddetta “primavera araba”, tali forze hanno aperto un nuovo capitolo sulla disfunzionalità globale facilitando il flusso di rifugiati e migranti economici da Medio Oriente, Asia e Africa all’Europa. Nel marzo 2011, il leader libico Muhammar Gheddafi predisse cosa sarebbe accaduto all’Europa se la stabilità del suo paese veniva minata dalle potenze occidentali. In un’intervista a “France 24”, Gheddafi predisse correttamente: «Ci sono milioni di neri che potrebbero attraversare il Mediterraneo per la Francia e l’Italia, e la Libia svolge un ruolo nella sicurezza nel Mediterraneo». Il figlio di Gheddafi, Sayf al-Islam Gheddafi, condannato a morte dal regime radicale che governa Tripoli, fece eco ai commenti del padre nella stessa intervista al notiziario francese. Sayf disse: «La Libia può diventare la Somalia del Nord Africa, del Mediterraneo. Vedrete i pirati in Sicilia, a Creta, a Lampedusa. Vedrete milioni di immigrati clandestini. Il terrore sarà vicino».
Come si è visto nei recenti avvenimenti, Sayf aveva proprio ragione. Infatti, per l’Europa, il terrore è letteralmente a fianco. Si stima che ben 4.000 jihadisti veterani degli olocausti terroristici in Siria, Iraq e Yemen, abbiano approfittato dell’assenza dei controlli sulle frontiere di Schengen dell’Unione europea per entrare o ritornare in Europa. Molti giovani “migranti” hanno iPhone, bancomat, diversi passaporti e molto contante, difficilmente ciò che ci si aspetta di trovare in possesso di veri profughi di guerra. Non solo gli africani hanno inondato l’Europa meridionale dopo aver attraversato in modo periglioso il Nord Africa, tra cui la Libia, ma i profughi siriani, per lo più creati dal trasferimento massiccio occidentale ai jihadisti siriani di armi catturate in Libia dopo il rovesciamento di Gheddafi, innescando la sanguinosa guerra civile siriana, fluiscono via mare e via terra nel cuore dell’Europa. Soros, che non è altro che un frontman miliardario dell’ancor più ricca famiglia di banchieri Rothschild dell’Europa occidentale, ha supervisionato la completa distruzione degli Stati nazionali nell’Europa sud-orientale, che oggi consentono l’accesso incondizionato dei migranti economici e dalla guerra civile da Siria, Iraq, Nord Africa, Africa sub-sahariana, Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Birmania, Sri Lanka e altre nazioni del Terzo Mondo devastate da guerra e povertà.
Risultato dei programmi di reingegnerizzazione delle nazioni, Soros prima ha contribuito a distruggere la Repubblica socialista federativa di Jugoslavia, con l’aiuto attivo dell’Unione Europea e della Nato. Le sette repubbliche indipendenti che una volta costituivano la Jugoslavia, ora sono le principali vie di transito per decine di migliaia e prossimi centinaia di migliaia di migranti non europei. La Grecia, che soffre per l’austerità degli “avvoltoi” dei banchieri centrali e privati europei, tra cui Soros e i suoi mandanti Rothschild, difficilmente può affrontare il massiccio flusso di rifugiati. I banchieri si sono assicurati che la Grecia non possa nemmeno fornire i servizi sociali di base al proprio popolo, lasciando soli i profughi da zone di guerra e nazioni che soffrono del crollo di governi ed economia. La Macedonia, che continua a subire il tentativo di “rivoluzione colorata” in stile ucraino su concessione dei neocon dell’amministrazione Obama, come l’assistente del segretario di Stato per gli affari europei ed eurasiatici Victoria Nuland, non può trattenere l’invasione della massa di rifugiati dalla Grecia. Molti rifugiati sono trattati al confine greco-macedone con fastidio, ammucchiandosi in Macedonia e poi in Serbia.
I migranti hanno cercato ogni modo possibile per raggiungere le accoglienti Austria e Germania. I rifugiati a Budapest sommersero la stazione ferroviaria centrale, costringendo a chiuderla ai passeggeri, profughi che cercavano di raggiungere Austria e Germania, così come ungheresi e turisti. I rifugiati musulmani arrivati a Monaco di Baviera erano irritati dalla presenza per le strade di tedeschi e stranieri che celebrano l’annuale “Oktoberfest” bevendo birra. Già vi sono stati scontri per le strade tra celebranti l’Oktoberfest ubriachi e alcuni rifugiati musulmani che si oppongono alla presenza dell’alcol. I funzionari della città di Monaco di Baviera avevano detto che potevano ricevere solo 1000 nuovi rifugiati al giorno. La città ha visto il numero salire a 15.000 al giorno con circa il 90 per cento che non si registra presso le autorità locali, scomparendo per destinazioni sconosciute. Nelle città e nei paesi dell’Europa, i migranti appena arrivati dormono nei parchi e sui marciapiedi creando l’incubo della salute pubblica con feci umane nei parchi e puzza di urina permeare le pareti degli edifici.
La situazione è aggravata dal recente arrivo dei rifugiati siriani nel nord della Germania, che scambiano il velenoso fungo selvaggio “tappo della morte” per una varietà commestibile che cresce nel Mediterraneo orientale. Nonostante le avvertenze in arabo e curdo distribuite ai rifugiati, i profughi hanno ingerito i funghi velenosi, subendo vomito e diarrea incontrollabile, aggiungendo altro dilemma alla salute pubblica in Europa. E’ solo questione di tempo prima che le malattie trasmesse dai rifiuti umani, come colera e tifo fanno, facciano il loro trionfale ritorno nelle città d’Europa dalle pandemie mortali dello scorso millennio. La cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del Consiglio dell’Unione europea Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker hanno la responsabilità diretta dell’afflusso di oltre un milione di rifugiati politici ed economici nel cuore dell’Europa. Merkel non ha fatto segreto del desiderio di aggiungerli alle file dei lavoratori ospiti, “Gastarbeiter”. Tuttavia, come mostrato da altri lavoratori ospiti in Germania arrivati negli ultimi decenni, questi lavoratori non si considerano “ospiti” ma residenti permanenti e cittadini.
Nel frattempo, Tusk e Juncker, quest’ultimo originario del minuscolo Lussemburgo, hanno minacciato di multare i membri non comunitari Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda se non assorbono la loro quota di rifugiati, una percentuale dettata dagli “eurocrati” dell’Ue a Bruxelles. Anche se Tusk ha chiesto ai Paesi dell’Ue di aprire frontiere e tesorerie ai profughi, la sua nativa Polonia è reticente ad accettarne più di qualche centinaio. L’opposizione della Polonia si unisce a quella di Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia. Il successore di Juncker a primo ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel, primo capo europeo ad avere un matrimonio gay, ha accolto centinaia di rifugiati. Bettel crede nell’Europa senza frontiere e, quindi, come Merkel, Tusk e Juncker, è un eroe delle Ong finanziate da Soros che fanno dell’Europa un esperimento d’ingegneria sociale mortale. Molti lussemburghesi cercano qualcuno come Marine Le Pen in Francia per fermare il carrozzone dell’accoglienza dei rifugiati che minaccia di cancellare il Granducato del Lussemburgo.
I paesi che hanno radicalizzato gli eserciti jihadisti in Siria e Iraq, in particolare Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Quwayt, hanno ritenuto opportuno non prendere nessun rifugiato dai combattimenti in Siria e Iraq. L’Arabia Saudita ha avuto il coraggio assoluto di offrire alla Germania la costruzione di 200 moschee per i rifugiati, dove viene solo predicato e insegnato la versione wahabita dell’Islam. Nel frattempo, vi sono prove che la Turchia esorti i rifugiati dalla Siria sul suo suolo ad unirsi all’esodo su carrette del mare verso l’avversaria Grecia. Tale mossa ha provocato la morte di molti bambini e donne, servita solo a commuovere gli europei del nord che hanno invitato migliaia di profughi nei loro paradisi sociali. La Turchia ha anche distribuito manuali ai migranti per istruirli su dove andare una volta giunti in Germania, per avere dal governo l’assistenza sociale. Proprio come si è visto con le rivoluzioni colorate dirette da Soros e Cia nei paesi arabi e Ucraina, il flusso di migranti è stato istruito via Twitter su dove c’erano controlli alle frontiere e come aggirarli. Tale direzione “esterna” ha guidato i profughi da Grecia, Macedonia, Serbia a Croazia e Slovenia, instradandosi verso le frontiere austriache e tedesche, evitando in tal modo le sempre più ostili Ungheria e Serbia. C’è già stata una scaramuccia al confine tra polizia croata di scorta a un treno carico di profughi al confine ungherese e le guardie di frontiera ungheresi.
Che siano neo-conservatrici e neo-liberisti, le politiche che hanno portato alla peggiore crisi dei rifugiati in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale hanno radice nei crogioli politici dei gruppi di facciata finanziati da George Soros e Cia in Europa e Stati Uniti. E’ solo questione di tempo prima che i loro ruoli in ciò che è avvenuto in Europa sia scoperto da nazionalisti di destra e di sinistra e che loro case editrici e siti web vadano in fiamme. Alla fine, gli europei si sveglieranno e scopriranno che la Russia s’è immunizzata dal flagello dei rifugiati evitando di frequentare l’Ue e le sue messinscene. Quando i migranti appena arrivati inizieranno a defecare, vomitare e urinare per le strade di Tallinn, Riga, Vilnius, Helsinki e Stoccolma, la Russia libra dalla crisi dei rifugiati non sembrerà così male, dopo tutto.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Il caso
Le porte aperte dell'Europa
per i migranti (se sono ricchi)
Con un milione di euro
puoi comprare un passaporto
I migranti economici non sono tutti uguali, nemmeno per l'Unione europea: se sono sufficientemente facoltosi da potersi «comprare» una nazionalità, l'ingresso è rapido. E garantito
di Paolo Valentino
http://www.corriere.it/esteri/15_settem ... 99a2.shtml
Le porte aperte dell'Europa
per i migranti (se sono ricchi)
Con un milione di euro
puoi comprare un passaporto
I migranti economici non sono tutti uguali, nemmeno per l'Unione europea: se sono sufficientemente facoltosi da potersi «comprare» una nazionalità, l'ingresso è rapido. E garantito
di Paolo Valentino
http://www.corriere.it/esteri/15_settem ... 99a2.shtml
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Non occorre essere scienziati in sociologia ed antropologia per capire che sarebbe finita così.
Nell'era dei piazzisti di pentole bucate ed usate e dei caciaballeros a getto continuo non si arriva neppure a questo.
Non ci si impegna perchè non fa conquistare voti.
A qualcuno serve così.
^^^^^
4 ottobre 2015 | di Cosimo Caridi
Migranti, tensioni a Ventimiglia. NoBorder: “Con la frontiera chiusa, noi costretti a delinquere”
“Lasciateci passare, la strada è di tutti”. Più di 300 attivisti, italiani, francesi e richiedenti asilo, si sono dati appuntamento alla stazione di Ventimiglia, per mostrare solidarietà con i 150 profughi che giovedì scorso sono stati sgomberati dai Balzi Rossi. I manifestanti del presidio hanno tentato di raggiungere il centro di accoglienza della Croce Rossa. Gli agenti in tenuta antisommossa gli hanno però sbarrato la strada. “Se la polizia tiene chiuse le frontiere, noi senza documenti e senza lavoro cosa possiamo fare?” Urla un profugo al microfono e continua: “Ci spingono a rubare e a vendere la droga, cosa facciamo senza poter andar via e senza un lavoro?”. Le forze dell’ordine hanno sbarrato tutti gli accessi alla piazza, dopo alcuni momenti di tensione, gli attivisti hanno deciso di occupare il piazzale “se non ci fanno marciare per la città, vuol dire che resteremo qui a oltranza”
VIDEO
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/10/ ... re/421859/
Nell'era dei piazzisti di pentole bucate ed usate e dei caciaballeros a getto continuo non si arriva neppure a questo.
Non ci si impegna perchè non fa conquistare voti.
A qualcuno serve così.
^^^^^
4 ottobre 2015 | di Cosimo Caridi
Migranti, tensioni a Ventimiglia. NoBorder: “Con la frontiera chiusa, noi costretti a delinquere”
“Lasciateci passare, la strada è di tutti”. Più di 300 attivisti, italiani, francesi e richiedenti asilo, si sono dati appuntamento alla stazione di Ventimiglia, per mostrare solidarietà con i 150 profughi che giovedì scorso sono stati sgomberati dai Balzi Rossi. I manifestanti del presidio hanno tentato di raggiungere il centro di accoglienza della Croce Rossa. Gli agenti in tenuta antisommossa gli hanno però sbarrato la strada. “Se la polizia tiene chiuse le frontiere, noi senza documenti e senza lavoro cosa possiamo fare?” Urla un profugo al microfono e continua: “Ci spingono a rubare e a vendere la droga, cosa facciamo senza poter andar via e senza un lavoro?”. Le forze dell’ordine hanno sbarrato tutti gli accessi alla piazza, dopo alcuni momenti di tensione, gli attivisti hanno deciso di occupare il piazzale “se non ci fanno marciare per la città, vuol dire che resteremo qui a oltranza”
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
il manifesto 8.10.15
La Ue prepara le espulsioni di massa
di Luca Fazio
Immigrazione. La bozza del documento che verrà discusso oggi a Bruxelles dai ministri degli Interni di 28 paesi conferma quanto rivelato dal quotidiano inglese The Times. Non viene indicata la cifra precisa delle persone da rimpatriare ma si ammette che bisognerà "ricorrere al trattenimento come misura legittima di ultima istanza per garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio". Chi scappa dalla fame o da una dittatura verrà prima internato e poi imbarcato a forza su un aereo. Per il ministro degli Interni Angelino Alfano questa per l'Italia sarà la "prossima battaglia"
Tremila morti in meno di dieci mesi e il flusso ininterrotto dei migranti spogliati anche dei più elementari diritti umani non sono abbastanza: il peggio deve ancora venire. Perché l’accoglienza dell’Europa, se così si può chiamare, è arrivata al capolinea. Comincia il lavoro sporco, un altro crimine contro l’umanità. Lo dice il “piano sul rimpatrio dei migranti economici” che i 28 ministri degli Interni discuteranno oggi al Consiglio Ue di Bruxelles. Chi non era ancora riuscito a mettere a fuoco il volto peggiore dell’Europa, o stentava a crederci, presto dovrà ricredersi.
Più che una rivelazione del quotidiano The Times è la bozza di un documento il cui obiettivo finale è noto almeno dallo scorso settembre, anche se il giornale inglese azzarda la cifra — già smentita — di 400 mila persone da rimpatriare nelle prossime settimane. Questo piano si reggerebbe anche sulla minaccia di ritirare gli aiuti ed eliminare gli accordi commerciali con quei paesi che si rifiuteranno di collaborare (fra cui Niger, Mali, Somalia, Etiopia ed Eritrea). Inoltre, gli stati europei potranno recludere in apposite strutture tutte le persone in attesa di essere espulse e imbarcate a forza. Le nuove prigioni si chiamano “hotspot”, sarà la riedizione di un film dell’orrore già visto con i centri di detenzione (1998, legge Turco-Napolitano). Ma questa volta sarà un kolossal. E non c’è smentita che tenga, tant’è che la Commissione Ue ieri si è limitata a dire che “non ci sono cifre, qualsiasi cifra dipenderà dall’efficacia con cui i paesi membri applicheranno le regole” (Mina Andreeva, portavoce dell’esecutivo Ue). Potrebbero essere di meno, ma anche di più.
Dunque la sceneggiatura è scritta e non si andrà tanto per il sottile. La premessa, come si legge nel documento in discussione, è che gli “stati membri devono fare di più in materia di rimpatrio”, anche perché un aumento dei respingimenti “dovrebbe fungere da deterrente per l’immigrazione irregolare”. Come tornare all’anno zero di ogni riflessione politica per gestire il fenomeno migratorio da paesi dove si muore per fame e per guerra. Per rimpatriare centinaia di migliaia di esseri umani, quelli già sbarcati e quelli che ogni giorno tenteranno la fortuna da qui ai prossimi anni, l’Europa dovrà “adottare tutte le misure necessarie”. Serviranno risorse adeguate per organizzare i viaggi di ritorno (deportazioni), per il personale che gestirà le prigioni e dovrà procedere alle complicatissime procedure di identificazione e per i poliziotti che accompagneranno i migranti che opporranno resistenza. Esagerazioni? Tutt’altro. Compreso — si ammette nella bozza del documento — “il ricorso al trattenimento come misura legittima di ultima istanza”, per “garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio”. Chi scappa dalla guerra verrà messo in prigione. Punto. Per quanto tempo? Ancora non si sa. Che sarà un inferno, invece, è facile prevederlo.
Gli stati membri, inoltre, sono “vivamente incoraggiati” a richiedere “in modo più sistematico i servizi attualmente offerti da Frontex”, l’agenzia Ue per la gestione delle frontiere esterne. Un’altra linea di intervento prevede la “cooperazione” con i paesi di origine e di transito. Sono dittature, paesi ridotti alla fame o situazioni impossibili da gestire, come il caos libico da dove partono quasi tutte le imbarcazioni verso l’Europa. Il caso dell’Italia è esemplare. Nel 2015 sono sbarcati in Italia circa 30 mila eritrei ed è davvero impensabile che si possa anche solo immaginare di rispedirli indietro in accordo con uno dei regimi più spietati del mondo, un paese dove quei pochi che hanno un lavoro guadagnano dieci euro al mese (i somali sono quasi 9 mila e i sudanesi poco meno di 7 mila).
Il compito però non sembra spaventare il ministro degli Interni Angelino Alfano che già parla di “irregolari”, parola chiave che servirà all’Europa per sbarazzarsi di migliaia di esseri umani impugnando il nuovo diritto internazionale razzista. “Quando i migranti arrivano in Italia — ha spiegato — in Italia si deve fare la prima scrematura tra migranti e profughi e gli irregolari devono essere rimpatriati. La politica dei rimpatri sarà la nostra prossima battaglia, perché se funzionerà avremo dato una risposta seria ed effettiva”. Anche per il mite ministro degli Esteri Paolo Gentiloni i rimpatri di massa in Africa sono cosa buona è giusta: “Ben venga una iniziativa dell’Ue, ci aspettiamo nelle prossime settimane anche stanziamenti, investimenti e impegni organizzativi”. Solo negli ultimi due giorni in Italia sono sbarcate 3.028 persone. Ci sarà tanto lavoro da fare.
La Ue prepara le espulsioni di massa
di Luca Fazio
Immigrazione. La bozza del documento che verrà discusso oggi a Bruxelles dai ministri degli Interni di 28 paesi conferma quanto rivelato dal quotidiano inglese The Times. Non viene indicata la cifra precisa delle persone da rimpatriare ma si ammette che bisognerà "ricorrere al trattenimento come misura legittima di ultima istanza per garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio". Chi scappa dalla fame o da una dittatura verrà prima internato e poi imbarcato a forza su un aereo. Per il ministro degli Interni Angelino Alfano questa per l'Italia sarà la "prossima battaglia"
Tremila morti in meno di dieci mesi e il flusso ininterrotto dei migranti spogliati anche dei più elementari diritti umani non sono abbastanza: il peggio deve ancora venire. Perché l’accoglienza dell’Europa, se così si può chiamare, è arrivata al capolinea. Comincia il lavoro sporco, un altro crimine contro l’umanità. Lo dice il “piano sul rimpatrio dei migranti economici” che i 28 ministri degli Interni discuteranno oggi al Consiglio Ue di Bruxelles. Chi non era ancora riuscito a mettere a fuoco il volto peggiore dell’Europa, o stentava a crederci, presto dovrà ricredersi.
Più che una rivelazione del quotidiano The Times è la bozza di un documento il cui obiettivo finale è noto almeno dallo scorso settembre, anche se il giornale inglese azzarda la cifra — già smentita — di 400 mila persone da rimpatriare nelle prossime settimane. Questo piano si reggerebbe anche sulla minaccia di ritirare gli aiuti ed eliminare gli accordi commerciali con quei paesi che si rifiuteranno di collaborare (fra cui Niger, Mali, Somalia, Etiopia ed Eritrea). Inoltre, gli stati europei potranno recludere in apposite strutture tutte le persone in attesa di essere espulse e imbarcate a forza. Le nuove prigioni si chiamano “hotspot”, sarà la riedizione di un film dell’orrore già visto con i centri di detenzione (1998, legge Turco-Napolitano). Ma questa volta sarà un kolossal. E non c’è smentita che tenga, tant’è che la Commissione Ue ieri si è limitata a dire che “non ci sono cifre, qualsiasi cifra dipenderà dall’efficacia con cui i paesi membri applicheranno le regole” (Mina Andreeva, portavoce dell’esecutivo Ue). Potrebbero essere di meno, ma anche di più.
Dunque la sceneggiatura è scritta e non si andrà tanto per il sottile. La premessa, come si legge nel documento in discussione, è che gli “stati membri devono fare di più in materia di rimpatrio”, anche perché un aumento dei respingimenti “dovrebbe fungere da deterrente per l’immigrazione irregolare”. Come tornare all’anno zero di ogni riflessione politica per gestire il fenomeno migratorio da paesi dove si muore per fame e per guerra. Per rimpatriare centinaia di migliaia di esseri umani, quelli già sbarcati e quelli che ogni giorno tenteranno la fortuna da qui ai prossimi anni, l’Europa dovrà “adottare tutte le misure necessarie”. Serviranno risorse adeguate per organizzare i viaggi di ritorno (deportazioni), per il personale che gestirà le prigioni e dovrà procedere alle complicatissime procedure di identificazione e per i poliziotti che accompagneranno i migranti che opporranno resistenza. Esagerazioni? Tutt’altro. Compreso — si ammette nella bozza del documento — “il ricorso al trattenimento come misura legittima di ultima istanza”, per “garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio”. Chi scappa dalla guerra verrà messo in prigione. Punto. Per quanto tempo? Ancora non si sa. Che sarà un inferno, invece, è facile prevederlo.
Gli stati membri, inoltre, sono “vivamente incoraggiati” a richiedere “in modo più sistematico i servizi attualmente offerti da Frontex”, l’agenzia Ue per la gestione delle frontiere esterne. Un’altra linea di intervento prevede la “cooperazione” con i paesi di origine e di transito. Sono dittature, paesi ridotti alla fame o situazioni impossibili da gestire, come il caos libico da dove partono quasi tutte le imbarcazioni verso l’Europa. Il caso dell’Italia è esemplare. Nel 2015 sono sbarcati in Italia circa 30 mila eritrei ed è davvero impensabile che si possa anche solo immaginare di rispedirli indietro in accordo con uno dei regimi più spietati del mondo, un paese dove quei pochi che hanno un lavoro guadagnano dieci euro al mese (i somali sono quasi 9 mila e i sudanesi poco meno di 7 mila).
Il compito però non sembra spaventare il ministro degli Interni Angelino Alfano che già parla di “irregolari”, parola chiave che servirà all’Europa per sbarazzarsi di migliaia di esseri umani impugnando il nuovo diritto internazionale razzista. “Quando i migranti arrivano in Italia — ha spiegato — in Italia si deve fare la prima scrematura tra migranti e profughi e gli irregolari devono essere rimpatriati. La politica dei rimpatri sarà la nostra prossima battaglia, perché se funzionerà avremo dato una risposta seria ed effettiva”. Anche per il mite ministro degli Esteri Paolo Gentiloni i rimpatri di massa in Africa sono cosa buona è giusta: “Ben venga una iniziativa dell’Ue, ci aspettiamo nelle prossime settimane anche stanziamenti, investimenti e impegni organizzativi”. Solo negli ultimi due giorni in Italia sono sbarcate 3.028 persone. Ci sarà tanto lavoro da fare.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Quale altra alternativa ci può essere?camillobenso ha scritto:il manifesto 8.10.15
La Ue prepara le espulsioni di massa
di Luca Fazio
Immigrazione. La bozza del documento che verrà discusso oggi a Bruxelles dai ministri degli Interni di 28 paesi conferma quanto rivelato dal quotidiano inglese The Times. Non viene indicata la cifra precisa delle persone da rimpatriare ma si ammette che bisognerà "ricorrere al trattenimento come misura legittima di ultima istanza per garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio". Chi scappa dalla fame o da una dittatura verrà prima internato e poi imbarcato a forza su un aereo. Per il ministro degli Interni Angelino Alfano questa per l'Italia sarà la "prossima battaglia"
Tremila morti in meno di dieci mesi e il flusso ininterrotto dei migranti spogliati anche dei più elementari diritti umani non sono abbastanza: il peggio deve ancora venire. Perché l’accoglienza dell’Europa, se così si può chiamare, è arrivata al capolinea. Comincia il lavoro sporco, un altro crimine contro l’umanità. Lo dice il “piano sul rimpatrio dei migranti economici” che i 28 ministri degli Interni discuteranno oggi al Consiglio Ue di Bruxelles. Chi non era ancora riuscito a mettere a fuoco il volto peggiore dell’Europa, o stentava a crederci, presto dovrà ricredersi.
Più che una rivelazione del quotidiano The Times è la bozza di un documento il cui obiettivo finale è noto almeno dallo scorso settembre, anche se il giornale inglese azzarda la cifra — già smentita — di 400 mila persone da rimpatriare nelle prossime settimane. Questo piano si reggerebbe anche sulla minaccia di ritirare gli aiuti ed eliminare gli accordi commerciali con quei paesi che si rifiuteranno di collaborare (fra cui Niger, Mali, Somalia, Etiopia ed Eritrea). Inoltre, gli stati europei potranno recludere in apposite strutture tutte le persone in attesa di essere espulse e imbarcate a forza. Le nuove prigioni si chiamano “hotspot”, sarà la riedizione di un film dell’orrore già visto con i centri di detenzione (1998, legge Turco-Napolitano). Ma questa volta sarà un kolossal. E non c’è smentita che tenga, tant’è che la Commissione Ue ieri si è limitata a dire che “non ci sono cifre, qualsiasi cifra dipenderà dall’efficacia con cui i paesi membri applicheranno le regole” (Mina Andreeva, portavoce dell’esecutivo Ue). Potrebbero essere di meno, ma anche di più.
Dunque la sceneggiatura è scritta e non si andrà tanto per il sottile. La premessa, come si legge nel documento in discussione, è che gli “stati membri devono fare di più in materia di rimpatrio”, anche perché un aumento dei respingimenti “dovrebbe fungere da deterrente per l’immigrazione irregolare”. Come tornare all’anno zero di ogni riflessione politica per gestire il fenomeno migratorio da paesi dove si muore per fame e per guerra. Per rimpatriare centinaia di migliaia di esseri umani, quelli già sbarcati e quelli che ogni giorno tenteranno la fortuna da qui ai prossimi anni, l’Europa dovrà “adottare tutte le misure necessarie”. Serviranno risorse adeguate per organizzare i viaggi di ritorno (deportazioni), per il personale che gestirà le prigioni e dovrà procedere alle complicatissime procedure di identificazione e per i poliziotti che accompagneranno i migranti che opporranno resistenza. Esagerazioni? Tutt’altro. Compreso — si ammette nella bozza del documento — “il ricorso al trattenimento come misura legittima di ultima istanza”, per “garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio”. Chi scappa dalla guerra verrà messo in prigione. Punto. Per quanto tempo? Ancora non si sa. Che sarà un inferno, invece, è facile prevederlo.
Gli stati membri, inoltre, sono “vivamente incoraggiati” a richiedere “in modo più sistematico i servizi attualmente offerti da Frontex”, l’agenzia Ue per la gestione delle frontiere esterne. Un’altra linea di intervento prevede la “cooperazione” con i paesi di origine e di transito. Sono dittature, paesi ridotti alla fame o situazioni impossibili da gestire, come il caos libico da dove partono quasi tutte le imbarcazioni verso l’Europa. Il caso dell’Italia è esemplare. Nel 2015 sono sbarcati in Italia circa 30 mila eritrei ed è davvero impensabile che si possa anche solo immaginare di rispedirli indietro in accordo con uno dei regimi più spietati del mondo, un paese dove quei pochi che hanno un lavoro guadagnano dieci euro al mese (i somali sono quasi 9 mila e i sudanesi poco meno di 7 mila).
Il compito però non sembra spaventare il ministro degli Interni Angelino Alfano che già parla di “irregolari”, parola chiave che servirà all’Europa per sbarazzarsi di migliaia di esseri umani impugnando il nuovo diritto internazionale razzista. “Quando i migranti arrivano in Italia — ha spiegato — in Italia si deve fare la prima scrematura tra migranti e profughi e gli irregolari devono essere rimpatriati. La politica dei rimpatri sarà la nostra prossima battaglia, perché se funzionerà avremo dato una risposta seria ed effettiva”. Anche per il mite ministro degli Esteri Paolo Gentiloni i rimpatri di massa in Africa sono cosa buona è giusta: “Ben venga una iniziativa dell’Ue, ci aspettiamo nelle prossime settimane anche stanziamenti, investimenti e impegni organizzativi”. Solo negli ultimi due giorni in Italia sono sbarcate 3.028 persone. Ci sarà tanto lavoro da fare.
Ora che abbiamo tirato il sasso non possiamo cavarcela col solo tirare indietro il braccio.
Sono soluzioni semplici ed inevitabili per chi non vuole addentrarsi nel problema vero.
Ma siamo proprio sicuri che anche noi vorremmo fosse risolto affrontando alla base il problema e tutto sommato ci conviene cosi'?
Un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
pancho ha scritto:Quale altra alternativa ci può essere?camillobenso ha scritto:il manifesto 8.10.15
La Ue prepara le espulsioni di massa
di Luca Fazio
Immigrazione. La bozza del documento che verrà discusso oggi a Bruxelles dai ministri degli Interni di 28 paesi conferma quanto rivelato dal quotidiano inglese The Times. Non viene indicata la cifra precisa delle persone da rimpatriare ma si ammette che bisognerà "ricorrere al trattenimento come misura legittima di ultima istanza per garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio". Chi scappa dalla fame o da una dittatura verrà prima internato e poi imbarcato a forza su un aereo. Per il ministro degli Interni Angelino Alfano questa per l'Italia sarà la "prossima battaglia"
Tremila morti in meno di dieci mesi e il flusso ininterrotto dei migranti spogliati anche dei più elementari diritti umani non sono abbastanza: il peggio deve ancora venire. Perché l’accoglienza dell’Europa, se così si può chiamare, è arrivata al capolinea. Comincia il lavoro sporco, un altro crimine contro l’umanità. Lo dice il “piano sul rimpatrio dei migranti economici” che i 28 ministri degli Interni discuteranno oggi al Consiglio Ue di Bruxelles. Chi non era ancora riuscito a mettere a fuoco il volto peggiore dell’Europa, o stentava a crederci, presto dovrà ricredersi.
Più che una rivelazione del quotidiano The Times è la bozza di un documento il cui obiettivo finale è noto almeno dallo scorso settembre, anche se il giornale inglese azzarda la cifra — già smentita — di 400 mila persone da rimpatriare nelle prossime settimane. Questo piano si reggerebbe anche sulla minaccia di ritirare gli aiuti ed eliminare gli accordi commerciali con quei paesi che si rifiuteranno di collaborare (fra cui Niger, Mali, Somalia, Etiopia ed Eritrea). Inoltre, gli stati europei potranno recludere in apposite strutture tutte le persone in attesa di essere espulse e imbarcate a forza. Le nuove prigioni si chiamano “hotspot”, sarà la riedizione di un film dell’orrore già visto con i centri di detenzione (1998, legge Turco-Napolitano). Ma questa volta sarà un kolossal. E non c’è smentita che tenga, tant’è che la Commissione Ue ieri si è limitata a dire che “non ci sono cifre, qualsiasi cifra dipenderà dall’efficacia con cui i paesi membri applicheranno le regole” (Mina Andreeva, portavoce dell’esecutivo Ue). Potrebbero essere di meno, ma anche di più.
Dunque la sceneggiatura è scritta e non si andrà tanto per il sottile. La premessa, come si legge nel documento in discussione, è che gli “stati membri devono fare di più in materia di rimpatrio”, anche perché un aumento dei respingimenti “dovrebbe fungere da deterrente per l’immigrazione irregolare”. Come tornare all’anno zero di ogni riflessione politica per gestire il fenomeno migratorio da paesi dove si muore per fame e per guerra. Per rimpatriare centinaia di migliaia di esseri umani, quelli già sbarcati e quelli che ogni giorno tenteranno la fortuna da qui ai prossimi anni, l’Europa dovrà “adottare tutte le misure necessarie”. Serviranno risorse adeguate per organizzare i viaggi di ritorno (deportazioni), per il personale che gestirà le prigioni e dovrà procedere alle complicatissime procedure di identificazione e per i poliziotti che accompagneranno i migranti che opporranno resistenza. Esagerazioni? Tutt’altro. Compreso — si ammette nella bozza del documento — “il ricorso al trattenimento come misura legittima di ultima istanza”, per “garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio”. Chi scappa dalla guerra verrà messo in prigione. Punto. Per quanto tempo? Ancora non si sa. Che sarà un inferno, invece, è facile prevederlo.
Gli stati membri, inoltre, sono “vivamente incoraggiati” a richiedere “in modo più sistematico i servizi attualmente offerti da Frontex”, l’agenzia Ue per la gestione delle frontiere esterne. Un’altra linea di intervento prevede la “cooperazione” con i paesi di origine e di transito. Sono dittature, paesi ridotti alla fame o situazioni impossibili da gestire, come il caos libico da dove partono quasi tutte le imbarcazioni verso l’Europa. Il caso dell’Italia è esemplare. Nel 2015 sono sbarcati in Italia circa 30 mila eritrei ed è davvero impensabile che si possa anche solo immaginare di rispedirli indietro in accordo con uno dei regimi più spietati del mondo, un paese dove quei pochi che hanno un lavoro guadagnano dieci euro al mese (i somali sono quasi 9 mila e i sudanesi poco meno di 7 mila).
Il compito però non sembra spaventare il ministro degli Interni Angelino Alfano che già parla di “irregolari”, parola chiave che servirà all’Europa per sbarazzarsi di migliaia di esseri umani impugnando il nuovo diritto internazionale razzista. “Quando i migranti arrivano in Italia — ha spiegato — in Italia si deve fare la prima scrematura tra migranti e profughi e gli irregolari devono essere rimpatriati. La politica dei rimpatri sarà la nostra prossima battaglia, perché se funzionerà avremo dato una risposta seria ed effettiva”. Anche per il mite ministro degli Esteri Paolo Gentiloni i rimpatri di massa in Africa sono cosa buona è giusta: “Ben venga una iniziativa dell’Ue, ci aspettiamo nelle prossime settimane anche stanziamenti, investimenti e impegni organizzativi”. Solo negli ultimi due giorni in Italia sono sbarcate 3.028 persone. Ci sarà tanto lavoro da fare.
Ora che abbiamo tirato il sasso non possiamo cavarcela col solo tirare indietro il braccio.
Sono soluzioni semplici ed inevitabili per chi non vuole addentrarsi nel problema vero.
Ma siamo proprio sicuri che anche noi vorremmo fosse risolto affrontando alla base il problema e tutto sommato ci conviene cosi'?
Un salutone
La risposta è certamente complessa e forse...... lunga.
Mi toccherà fare una spremuta di camomillo.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
1) Quando si affrontano questi tipi di problemi della società umana, non si può non prescindere dalla premessa filosofica di quanto abbiamo compreso del significato della vita. Ma soprattutto è importante la concezione del post mortem.
Solo i buddisti credono nella reincarnazione. Dal Grande Fratello (la rete):
“Nel 1983 un'inchiesta ha permesso di stabilire che il 25 per cento degli europei crede nella reincarnazione.”
Gli ebrei.
Da:
Gli Ebrei Credono nella Vita Dopo la Morte?
Non c’è nulla dopo la vita perché la vita non finisce mai, piuttosto si eleva ed arriva sempre più in alto. Infatti, l’anima viene liberata dal corpo e si riavvicina sempre di più alla sua fonte.
La Torà allude a ciò numerose volte, ad esempio descrivendo la morte di Avrahàm come l'"andare a riposare con i suoi avi" ed espressioni simili. Il Talmùd descrive le esperienze di numerose persone che hanno fatto il viaggio di andata e ritorno. Testi classici quali il Maavòr Yabòk descrivono il processo di entrata nel mondo superiore come un riflesso delle esperienze del’anima mentre era ancora dentro al corpo. Per cui, se l’anima era immersa in piaceri materiali ella prova il dolore di esserne strappata via affinché possa provare il piacere infinitamente più elevato di crogiolarsi nella luce Divina. Se essa è macchiata e ferita da azioni che l’hanno separata dalla sua vera natura mentre era giù mondo terreno, è necessario che sia sanata e purificata.
D’altronde, le buone azioni che l'anima ha compiuto e la saggezza che essa ha acquisito durante la sua missione terrena fungono da protezione per il suo viaggio verso l’alto.
Lo Zòhar scrive che se non fosse per l’intercessione delle anime pure in cielo, il nostro mondo non potrebbe durare neanche un momento. Le nostre vite subiscono l’impatto del lavoro dei nostri antenati nell’altro mondo... sì, la nonna continua a prendersi cura di noi.
Ci si pone la seguente domanda: perché mai queste anime, che godono della luce Divina, si devono preoccupare di ciò che accade nella nostra vita mondana quaggiù? La risposta sta nel fatto che esse percepiscono la verità che ci sfugge mentre siamo qui: ovvero che questo mondo inferiore e materiale è al centro del motivo per il quale il Signore ha creato tutto ciò che esiste.
È per questo che, alla fine, tutte le anime torneranno nei loro corpi fisici, in questo mondo. Che ciò accada subito, con l'arrivo immediato del Mashiach.
Rav Tzvi Freeman per gentile concessione di Chabad.org, pubblicato in PensieridiTora.it
Da Pensieri di Torà, una pubblicazione settimanale pubblicata da Chabad a Viale Libia Roma
CONTINUA
Solo i buddisti credono nella reincarnazione. Dal Grande Fratello (la rete):
“Nel 1983 un'inchiesta ha permesso di stabilire che il 25 per cento degli europei crede nella reincarnazione.”
Gli ebrei.
Da:
Gli Ebrei Credono nella Vita Dopo la Morte?
Non c’è nulla dopo la vita perché la vita non finisce mai, piuttosto si eleva ed arriva sempre più in alto. Infatti, l’anima viene liberata dal corpo e si riavvicina sempre di più alla sua fonte.
La Torà allude a ciò numerose volte, ad esempio descrivendo la morte di Avrahàm come l'"andare a riposare con i suoi avi" ed espressioni simili. Il Talmùd descrive le esperienze di numerose persone che hanno fatto il viaggio di andata e ritorno. Testi classici quali il Maavòr Yabòk descrivono il processo di entrata nel mondo superiore come un riflesso delle esperienze del’anima mentre era ancora dentro al corpo. Per cui, se l’anima era immersa in piaceri materiali ella prova il dolore di esserne strappata via affinché possa provare il piacere infinitamente più elevato di crogiolarsi nella luce Divina. Se essa è macchiata e ferita da azioni che l’hanno separata dalla sua vera natura mentre era giù mondo terreno, è necessario che sia sanata e purificata.
D’altronde, le buone azioni che l'anima ha compiuto e la saggezza che essa ha acquisito durante la sua missione terrena fungono da protezione per il suo viaggio verso l’alto.
Lo Zòhar scrive che se non fosse per l’intercessione delle anime pure in cielo, il nostro mondo non potrebbe durare neanche un momento. Le nostre vite subiscono l’impatto del lavoro dei nostri antenati nell’altro mondo... sì, la nonna continua a prendersi cura di noi.
Ci si pone la seguente domanda: perché mai queste anime, che godono della luce Divina, si devono preoccupare di ciò che accade nella nostra vita mondana quaggiù? La risposta sta nel fatto che esse percepiscono la verità che ci sfugge mentre siamo qui: ovvero che questo mondo inferiore e materiale è al centro del motivo per il quale il Signore ha creato tutto ciò che esiste.
È per questo che, alla fine, tutte le anime torneranno nei loro corpi fisici, in questo mondo. Che ciò accada subito, con l'arrivo immediato del Mashiach.
Rav Tzvi Freeman per gentile concessione di Chabad.org, pubblicato in PensieridiTora.it
Da Pensieri di Torà, una pubblicazione settimanale pubblicata da Chabad a Viale Libia Roma
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
I Mormoni
Il Mormonismo è una sètta? In che cosa credono i Mormoni?
Domanda: "Il Mormonismo è una sètta? In che cosa credono i Mormoni?"
Risposta: La religione mormone fu fondata meno di duecento anni fa da un uomo di nome Joseph Smith. Egli affermava di aver ricevuto una visita personale da parte di Dio Padre e di Gesù Cristo, e disse a tutte le chiese che i loro credi erano un abominio. Joseph aveva intenzione di imporre una religione nuova di zecca che pretendesse di essere “l’unica vera chiesa sulla terra”. Il problema del Mormonismo è che esso contraddice, modifica e va al di là della Bibbia. I cristiani non hanno alcun motivo di credere che la Bibbia non sia vera e adeguata. Credere e confidare davvero in Dio significa credere nella Sua Parola. E tutta la Scrittura è ispirata da Dio, il che significa che proviene da Lui (2 Timoteo 3:16).
I mormoni credono che vi siano effettivamente quattro fonti di parole divinamente ispirate, anziché una soltanto. 1) La Bibbia “per quanto sia tradotta correttamente”. Quali versetti siano tradotti scorrettamente non è sempre detto chiaramente. 2) Il Libro di Mormon fu “tradotto” da Smith e pubblicato nel 1830. Smith affermava che fosse “il libro più corretto” sulla terra e che una persona potesse avvicinarsi maggiormente a Dio seguendone i precetti, “più di qualunque altro libro”. 3) I Mormoni considerano La Dottrina e i Patti una sorta di Bibbia; tale libro contiene una collezione di moderne rivelazioni relative alla “Chiesa di Gesù Cristo come è stata restaurata”. 4) La Perla di Gran Prezzo è considerato dai Mormoni un testo per “chiarire” le dottrine e gli insegnamenti che furono persi dalla Bibbia e aggiunge le proprie informazioni riguardo alla creazione della terra.
I mormoni credono le seguenti cose su Dio: che Egli non è stato sempre l’Essere Supremo dell’universo, ma ha raggiunto la Sua posizione mediante una vita giusta e uno sforzo persistente. Essi credono che Dio Padre abbia “un corpo di carne e di ossa altrettanto tangibile quanto quello dell’uomo”. Sebbene abbandonato dai moderni leader mormoni, Brigham Young insegnava che Adamo fosse effettivamente Dio e il padre di Gesù Cristo. I cristiani sanno questo di Dio: esiste un unico vero Dio (Deuteronomio 6:4; Isaia 43:10; 44:6-8), che è sempre stato e sempre sarà (Deuteronomio 33:27; Salmi 90:2, 1 Timoteo 1:17) e che non fu creato, ma è il Creatore (Genesi 1; Salmi 24:1; Isaia 37:16). Egli è perfetto e nessun altro è pari a Lui (Salmi 86:8; Isaia 40:25). Dio Padre non è un uomo, né lo è mai stato (Numeri 23:19; 1 Samuele 15:29; Osea 11:9). Egli è Spirito (Giovanni 4:24), e lo Spirito non è fatto di carne e ossa (Luca 24:39).
I mormoni credono che vi siano diversi livelli o regni dopo la morte: il Regno Celestiale, il Regno Terrestre, il Regno Telestiale e le tenebre di fuori. Dove finiranno gli uomini dipende da cosa essi credono e fanno in questa vita mortale. La Bibbia ci dice che dopo la morte andiamo in cielo o all’inferno a seconda che abbiamo avuto fede in Gesù o no. Partire dal corpo come credenti significa abitare con il Signore (2 Corinzi 5:6-8). I non credenti sono mandati all’inferno, ovvero nel soggiorno dei morti (Luca 16:22-23). Quando Gesù verrà per la seconda volta, riceveremo corpi nuovi (1 Corinzi 15:50-54). Ci saranno un nuovo cielo e una nuova terra per i credenti (Apocalisse 21:1), e i non credenti saranno gettati nell’eterno stagno di fuoco (Apocalisse 20:11-15). Non ci sarà una seconda possibilità di redenzione dopo la morte (Ebrei 9:27).
I leader mormoni hanno insegnato che l’incarnazione di Gesù fu il risultato di un rapporto fisico fra Dio Padre e Maria. Essi credono che Gesù sia Dio, ma che anche qualunque essere umano possa diventarlo. Storicamente, i cristiani hanno insegnato che Dio è trino e che esiste eternamente come Padre, Figlio e Spirito Santo (Matteo 28:19). Nessuno può raggiungere la posizione di Dio: solo Lui è santo (1 Samuele 2:2). Noi possiamo soltanto essere resi santi al cospetto di Dio mediante la fede in Lui (1 Corinzi 1:2). Gesù è l’unigenito Figlio di Dio (Giovanni 3:16) ed è l’unico che abbia mai vissuto una vita senza peccato e innocente e che adesso abbia il massimo posto d’onore in cielo (Ebrei 7:26). Gesù e Dio sono uno nell’essenza, essendo Gesù l’unico Essere che sia mai esistito prima della nascita fisica (Giovanni 1:1-8; 8:56). Gesù diede Se stesso per noi in sacrificio, e Dio Lo risuscitò dai morti: un giorno tutti confesseranno che Gesù Cristo è il Signore (Filippesi 2:6-11). Gesù ci dice che è impossibile andare in cielo mediante le nostre opere, ma che è possibile soltanto con la fede in Lui (Matteo 19:26) e che molti non Lo sceglieranno: “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa” (Matteo 7:13). Tutti meritiamo il castigo eterno per i nostri peccati, ma l’amore e la grazia infiniti di Dio ci hanno provveduto una via di scampo: “Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).
Esiste chiaramente soltanto un modo per ricevere la salvezza: conoscere Dio e Suo Figlio, Gesù (Giovanni 17:3). Essa non si consegue mediante le opere, ma per fede (Romani 1:17; 3:28). Quando avremo questa fede, saremo automaticamente ubbidienti alle leggi di Dio e ci faremo battezzare per amore nei Suoi confronti, non perché questo sia un requisito per la salvezza. Noi possiamo ricevere questo dono a prescindere da chi siamo o da cosa abbiamo fatto (Romani 3:22). “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). Sebbene siano solitamente persone amichevoli, amorevoli e gentili, i mormoni fanno parte di una falsa religione che distorce la natura di Dio, la Persona di Gesù Cristo e i mezzi della salvezza.
Il Mormonismo è una sètta? In che cosa credono i Mormoni?
Domanda: "Il Mormonismo è una sètta? In che cosa credono i Mormoni?"
Risposta: La religione mormone fu fondata meno di duecento anni fa da un uomo di nome Joseph Smith. Egli affermava di aver ricevuto una visita personale da parte di Dio Padre e di Gesù Cristo, e disse a tutte le chiese che i loro credi erano un abominio. Joseph aveva intenzione di imporre una religione nuova di zecca che pretendesse di essere “l’unica vera chiesa sulla terra”. Il problema del Mormonismo è che esso contraddice, modifica e va al di là della Bibbia. I cristiani non hanno alcun motivo di credere che la Bibbia non sia vera e adeguata. Credere e confidare davvero in Dio significa credere nella Sua Parola. E tutta la Scrittura è ispirata da Dio, il che significa che proviene da Lui (2 Timoteo 3:16).
I mormoni credono che vi siano effettivamente quattro fonti di parole divinamente ispirate, anziché una soltanto. 1) La Bibbia “per quanto sia tradotta correttamente”. Quali versetti siano tradotti scorrettamente non è sempre detto chiaramente. 2) Il Libro di Mormon fu “tradotto” da Smith e pubblicato nel 1830. Smith affermava che fosse “il libro più corretto” sulla terra e che una persona potesse avvicinarsi maggiormente a Dio seguendone i precetti, “più di qualunque altro libro”. 3) I Mormoni considerano La Dottrina e i Patti una sorta di Bibbia; tale libro contiene una collezione di moderne rivelazioni relative alla “Chiesa di Gesù Cristo come è stata restaurata”. 4) La Perla di Gran Prezzo è considerato dai Mormoni un testo per “chiarire” le dottrine e gli insegnamenti che furono persi dalla Bibbia e aggiunge le proprie informazioni riguardo alla creazione della terra.
I mormoni credono le seguenti cose su Dio: che Egli non è stato sempre l’Essere Supremo dell’universo, ma ha raggiunto la Sua posizione mediante una vita giusta e uno sforzo persistente. Essi credono che Dio Padre abbia “un corpo di carne e di ossa altrettanto tangibile quanto quello dell’uomo”. Sebbene abbandonato dai moderni leader mormoni, Brigham Young insegnava che Adamo fosse effettivamente Dio e il padre di Gesù Cristo. I cristiani sanno questo di Dio: esiste un unico vero Dio (Deuteronomio 6:4; Isaia 43:10; 44:6-8), che è sempre stato e sempre sarà (Deuteronomio 33:27; Salmi 90:2, 1 Timoteo 1:17) e che non fu creato, ma è il Creatore (Genesi 1; Salmi 24:1; Isaia 37:16). Egli è perfetto e nessun altro è pari a Lui (Salmi 86:8; Isaia 40:25). Dio Padre non è un uomo, né lo è mai stato (Numeri 23:19; 1 Samuele 15:29; Osea 11:9). Egli è Spirito (Giovanni 4:24), e lo Spirito non è fatto di carne e ossa (Luca 24:39).
I mormoni credono che vi siano diversi livelli o regni dopo la morte: il Regno Celestiale, il Regno Terrestre, il Regno Telestiale e le tenebre di fuori. Dove finiranno gli uomini dipende da cosa essi credono e fanno in questa vita mortale. La Bibbia ci dice che dopo la morte andiamo in cielo o all’inferno a seconda che abbiamo avuto fede in Gesù o no. Partire dal corpo come credenti significa abitare con il Signore (2 Corinzi 5:6-8). I non credenti sono mandati all’inferno, ovvero nel soggiorno dei morti (Luca 16:22-23). Quando Gesù verrà per la seconda volta, riceveremo corpi nuovi (1 Corinzi 15:50-54). Ci saranno un nuovo cielo e una nuova terra per i credenti (Apocalisse 21:1), e i non credenti saranno gettati nell’eterno stagno di fuoco (Apocalisse 20:11-15). Non ci sarà una seconda possibilità di redenzione dopo la morte (Ebrei 9:27).
I leader mormoni hanno insegnato che l’incarnazione di Gesù fu il risultato di un rapporto fisico fra Dio Padre e Maria. Essi credono che Gesù sia Dio, ma che anche qualunque essere umano possa diventarlo. Storicamente, i cristiani hanno insegnato che Dio è trino e che esiste eternamente come Padre, Figlio e Spirito Santo (Matteo 28:19). Nessuno può raggiungere la posizione di Dio: solo Lui è santo (1 Samuele 2:2). Noi possiamo soltanto essere resi santi al cospetto di Dio mediante la fede in Lui (1 Corinzi 1:2). Gesù è l’unigenito Figlio di Dio (Giovanni 3:16) ed è l’unico che abbia mai vissuto una vita senza peccato e innocente e che adesso abbia il massimo posto d’onore in cielo (Ebrei 7:26). Gesù e Dio sono uno nell’essenza, essendo Gesù l’unico Essere che sia mai esistito prima della nascita fisica (Giovanni 1:1-8; 8:56). Gesù diede Se stesso per noi in sacrificio, e Dio Lo risuscitò dai morti: un giorno tutti confesseranno che Gesù Cristo è il Signore (Filippesi 2:6-11). Gesù ci dice che è impossibile andare in cielo mediante le nostre opere, ma che è possibile soltanto con la fede in Lui (Matteo 19:26) e che molti non Lo sceglieranno: “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa” (Matteo 7:13). Tutti meritiamo il castigo eterno per i nostri peccati, ma l’amore e la grazia infiniti di Dio ci hanno provveduto una via di scampo: “Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).
Esiste chiaramente soltanto un modo per ricevere la salvezza: conoscere Dio e Suo Figlio, Gesù (Giovanni 17:3). Essa non si consegue mediante le opere, ma per fede (Romani 1:17; 3:28). Quando avremo questa fede, saremo automaticamente ubbidienti alle leggi di Dio e ci faremo battezzare per amore nei Suoi confronti, non perché questo sia un requisito per la salvezza. Noi possiamo ricevere questo dono a prescindere da chi siamo o da cosa abbiamo fatto (Romani 3:22). “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). Sebbene siano solitamente persone amichevoli, amorevoli e gentili, i mormoni fanno parte di una falsa religione che distorce la natura di Dio, la Persona di Gesù Cristo e i mezzi della salvezza.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
I cattolici
Risurrezione
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La risurrezione o resurrezione[1] è il ritorno alla vita dopo la morte con un'analogia al risveglio successivo al sonno.
Nella concezione di molte religioni, è possibile ritornare in vita dopo la morte ed al proposito vengono formulate varie previsioni di modalità a seconda che:
la nuova vita faccia rifiorire le medesime spoglie terrene del defunto (e si parla di risurrezione vera e propria)
lo spirito del defunto ritrovi la vita terrena nel corpo di un altro essere vivente (e si parla invece di reincarnazione, per lo più con riferimento alla rinascita nelle carni di un essere di specie o genere differente)
lo spirito del defunto sia dopo la morte ammesso a vivere una vita di puro spirito
rinascano dopo la morte sia lo spirito che il corpo del defunto (in tal caso con tempi differenti).
In queste due ultime accezioni la risurrezione viene indicata come il passaggio dal tempo finito, proprio dell'esperienza umana, all'eternità spirituale (vita eterna).
Ciò che pare comune a tutte le religioni che prevedono la reviviscenza o quantomeno la non-estinzione dell'anima del defunto, cioè del complesso della sua spiritualità è il concetto di "rinascita" o di "ri-sorgere" (da cui deriva il termine). Si presuppone la fine della vita terrena dopo la quale la persona (riappropriandosi o meno di un corpo) inizia un'esperienza nuova e rinasce
Risurrezione
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La risurrezione o resurrezione[1] è il ritorno alla vita dopo la morte con un'analogia al risveglio successivo al sonno.
Nella concezione di molte religioni, è possibile ritornare in vita dopo la morte ed al proposito vengono formulate varie previsioni di modalità a seconda che:
la nuova vita faccia rifiorire le medesime spoglie terrene del defunto (e si parla di risurrezione vera e propria)
lo spirito del defunto ritrovi la vita terrena nel corpo di un altro essere vivente (e si parla invece di reincarnazione, per lo più con riferimento alla rinascita nelle carni di un essere di specie o genere differente)
lo spirito del defunto sia dopo la morte ammesso a vivere una vita di puro spirito
rinascano dopo la morte sia lo spirito che il corpo del defunto (in tal caso con tempi differenti).
In queste due ultime accezioni la risurrezione viene indicata come il passaggio dal tempo finito, proprio dell'esperienza umana, all'eternità spirituale (vita eterna).
Ciò che pare comune a tutte le religioni che prevedono la reviviscenza o quantomeno la non-estinzione dell'anima del defunto, cioè del complesso della sua spiritualità è il concetto di "rinascita" o di "ri-sorgere" (da cui deriva il termine). Si presuppone la fine della vita terrena dopo la quale la persona (riappropriandosi o meno di un corpo) inizia un'esperienza nuova e rinasce
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Ti lascio tutto il tempo di una spremuta ma non oltre, Zione.camillobenso ha scritto:La risposta è certamente complessa e forse...... lunga.pancho ha scritto:Quale altra alternativa ci può essere?camillobenso ha scritto:il manifesto 8.10.15
La Ue prepara le espulsioni di massa
di Luca Fazio
Immigrazione. La bozza del documento che verrà discusso oggi a Bruxelles dai ministri degli Interni di 28 paesi conferma quanto rivelato dal quotidiano inglese The Times. Non viene indicata la cifra precisa delle persone da rimpatriare ma si ammette che bisognerà "ricorrere al trattenimento come misura legittima di ultima istanza per garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio". Chi scappa dalla fame o da una dittatura verrà prima internato e poi imbarcato a forza su un aereo. Per il ministro degli Interni Angelino Alfano questa per l'Italia sarà la "prossima battaglia"
Tremila morti in meno di dieci mesi e il flusso ininterrotto dei migranti spogliati anche dei più elementari diritti umani non sono abbastanza: il peggio deve ancora venire. Perché l’accoglienza dell’Europa, se così si può chiamare, è arrivata al capolinea. Comincia il lavoro sporco, un altro crimine contro l’umanità. Lo dice il “piano sul rimpatrio dei migranti economici” che i 28 ministri degli Interni discuteranno oggi al Consiglio Ue di Bruxelles. Chi non era ancora riuscito a mettere a fuoco il volto peggiore dell’Europa, o stentava a crederci, presto dovrà ricredersi.
Più che una rivelazione del quotidiano The Times è la bozza di un documento il cui obiettivo finale è noto almeno dallo scorso settembre, anche se il giornale inglese azzarda la cifra — già smentita — di 400 mila persone da rimpatriare nelle prossime settimane. Questo piano si reggerebbe anche sulla minaccia di ritirare gli aiuti ed eliminare gli accordi commerciali con quei paesi che si rifiuteranno di collaborare (fra cui Niger, Mali, Somalia, Etiopia ed Eritrea). Inoltre, gli stati europei potranno recludere in apposite strutture tutte le persone in attesa di essere espulse e imbarcate a forza. Le nuove prigioni si chiamano “hotspot”, sarà la riedizione di un film dell’orrore già visto con i centri di detenzione (1998, legge Turco-Napolitano). Ma questa volta sarà un kolossal. E non c’è smentita che tenga, tant’è che la Commissione Ue ieri si è limitata a dire che “non ci sono cifre, qualsiasi cifra dipenderà dall’efficacia con cui i paesi membri applicheranno le regole” (Mina Andreeva, portavoce dell’esecutivo Ue). Potrebbero essere di meno, ma anche di più.
Dunque la sceneggiatura è scritta e non si andrà tanto per il sottile. La premessa, come si legge nel documento in discussione, è che gli “stati membri devono fare di più in materia di rimpatrio”, anche perché un aumento dei respingimenti “dovrebbe fungere da deterrente per l’immigrazione irregolare”. Come tornare all’anno zero di ogni riflessione politica per gestire il fenomeno migratorio da paesi dove si muore per fame e per guerra. Per rimpatriare centinaia di migliaia di esseri umani, quelli già sbarcati e quelli che ogni giorno tenteranno la fortuna da qui ai prossimi anni, l’Europa dovrà “adottare tutte le misure necessarie”. Serviranno risorse adeguate per organizzare i viaggi di ritorno (deportazioni), per il personale che gestirà le prigioni e dovrà procedere alle complicatissime procedure di identificazione e per i poliziotti che accompagneranno i migranti che opporranno resistenza. Esagerazioni? Tutt’altro. Compreso — si ammette nella bozza del documento — “il ricorso al trattenimento come misura legittima di ultima istanza”, per “garantire la presenza fisica dei migranti irregolari destinati al rimpatrio”. Chi scappa dalla guerra verrà messo in prigione. Punto. Per quanto tempo? Ancora non si sa. Che sarà un inferno, invece, è facile prevederlo.
Gli stati membri, inoltre, sono “vivamente incoraggiati” a richiedere “in modo più sistematico i servizi attualmente offerti da Frontex”, l’agenzia Ue per la gestione delle frontiere esterne. Un’altra linea di intervento prevede la “cooperazione” con i paesi di origine e di transito. Sono dittature, paesi ridotti alla fame o situazioni impossibili da gestire, come il caos libico da dove partono quasi tutte le imbarcazioni verso l’Europa. Il caso dell’Italia è esemplare. Nel 2015 sono sbarcati in Italia circa 30 mila eritrei ed è davvero impensabile che si possa anche solo immaginare di rispedirli indietro in accordo con uno dei regimi più spietati del mondo, un paese dove quei pochi che hanno un lavoro guadagnano dieci euro al mese (i somali sono quasi 9 mila e i sudanesi poco meno di 7 mila).
Il compito però non sembra spaventare il ministro degli Interni Angelino Alfano che già parla di “irregolari”, parola chiave che servirà all’Europa per sbarazzarsi di migliaia di esseri umani impugnando il nuovo diritto internazionale razzista. “Quando i migranti arrivano in Italia — ha spiegato — in Italia si deve fare la prima scrematura tra migranti e profughi e gli irregolari devono essere rimpatriati. La politica dei rimpatri sarà la nostra prossima battaglia, perché se funzionerà avremo dato una risposta seria ed effettiva”. Anche per il mite ministro degli Esteri Paolo Gentiloni i rimpatri di massa in Africa sono cosa buona è giusta: “Ben venga una iniziativa dell’Ue, ci aspettiamo nelle prossime settimane anche stanziamenti, investimenti e impegni organizzativi”. Solo negli ultimi due giorni in Italia sono sbarcate 3.028 persone. Ci sarà tanto lavoro da fare.
Ora che abbiamo tirato il sasso non possiamo cavarcela col solo tirare indietro il braccio.
Sono soluzioni semplici ed inevitabili per chi non vuole addentrarsi nel problema vero.
Ma siamo proprio sicuri che anche noi vorremmo fosse risolto affrontando alla base il problema e tutto sommato ci conviene cosi'?
Un salutone
Mi toccherà fare una spremuta di camomillo.
Tutte le alchimie che vogliamo fare su questo problema servono a poco e non risolvono alla base un bel niente. Da risposte immediate ad un popolo che si vede addossato un problema senza capirne il perché.
Purtroppo per andare al nocciolo di questo problema e cioe sulle cause che hanno portato a questo, 2 a mio avviso solo le soluzioni purtroppo :
1^-Strutturale
2^- Immediata ma che risolve provvisoriamente il problema sapendo che si ripresentera' poi.
La prima consiste nel rivedere tutte le politiche interne ed estere con tutti quei paesi ancora in via di sviluppo che attualmente soffrono di ingerenze esterne dalle quali puoi nascono conflitti interni che spesso sfociano ne fondamentalismo politico e religioso.
Rivedere i rapporti affinché questi siano paritari e nel rispetto della loro sovranita nazionale e non nell'ingerenza politica per i propri tornaconto.
Ma qui il problema si fa serio poiche dovremmo mettere nel piatto della giustizia umana molti dei ns. privilegi ottenuti sulle loro spalle. L'elenco qui si farebbe lungo ma sappiamo tutti a cosa mi riferisco.
La seconda soluzione e' quella a cui stanno pensando poiche in questo modo si esclude la prima ma ancor peggiore e' che non sanno ancora cosa potrebbe succedere nel riportarli alle loro case. Non hanno ancora un piano sul cosa potrebbe succedere il dopo.
Fanno presto parlare di grandi numeri 50mila-100mila. Ma come e dove portarli? Hotspot? Ma sappiamo cosa sono questi hotspot?
Certo, potrebbe essere una risposta "immediata" rispetto la prima soluzione ma a quali rischi si va incontro ora mentre il problema si poteva affrontare all'inizio?
L'occidente ha sempre ragionato mettendo davanti sempre i propri interessi di parte ma mai sotto l'aspetto di dare una mano a quei popoli in cerca di una loro identità politica nel rispetto dell'essere umano e del pianeta.
Han sempre voluto imporre la loro "democrazia" fatta su misura per i loro interessi e forza di chiamarla democrazia ce l'hanno messa in testa pure a noi come fosse l'unico modo per una Polis a misura d'uomo.
Sì, era a misura d'uomo ma per i soliti uomini.
Quindi siamo sempre alle solite ma questa volta se non cambiamo noi tutto rimarra' come prima e se i problemi non esploderanno ora esploderanno più tardi. Magari quando non ci saremo noi ma esploderanno di sicuro.
E come scrive Guccini nella sua canzone tributo al CHe Guevara: ......quando non ve lo aspettate, il Che ritornerà!!
Un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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