GOVERNO Sì , NO , FORSE

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iospero
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GOVERNO Sì , NO , FORSE

Messaggio da iospero »

Ncd, è crisi col Pd? Sì, no, forse: lo strano balletto tra Quagliariello e Schifani
La battaglia sul Senato e quella imminente sulle unioni civili lasciano strascichi nella maggioranza di governo e soprattutto tra il Pd e gli alleati di Ncd. Nella sua dichiarazione di voto in aula, pur annunciando il voto del gruppo a favore della riforma costituzionale, Gaetano Quagliariello lamenta il mancato ascolto da parte di Renzi delle proposte degli alfaniani e dice: "Una fase è finita e non se ne può uscire senza crisi". Nessuna minaccia, tranquillizza poco dopo il capogruppo del partito Renato Schifani: "Quagliarello intendeva dire che con il voto di oggi si chiude il percorso di modifica delle riforme". Poco dopo, però, parlando in sala stampa, è lo stesso Quagliarello a smentire il suo compagno di partito: "Se questa coalizione va avanti da oggi è perchè è fondata su un accordo strategico, bisogna capire se c'è o no. Su questioni come quella delle unioni civili c'è un contrasto insanabile, su questi temi non c'è possibilità di accordo"

Nella missiva ad Alfano, che potrebbe essere il preludio di una scissione, Quagliariello sottolinea «le differenze sul piano dell’analisi e della linea politica», e pure si dice disponibile ad affrontare «momenti di dibattito pubblico». Un confronto, nel partito e fuori, che possa portare a una sintesi. Il primo traguardo, per il coordinatore dimissionario, è l’uscita dal governo Renzi.

Se invece Alfano dovesse tirare dritto confermando la presenza di Ncd al governo - nella prospettiva di un’alleanza elettorale con il Pd - Quagliariello compirà lo strappo e proverà a dare vita a un suo gruppo parlamentare al Senato. Con l’obiettivo di costruire un’alleanza con il centrodestra.
O Ncd esce dal governo o lui formerà un gruppo autonomo al Senato (in direzione Berlusconi). L’annuncio è tutt’altro che irrilevante e non interessa solo al piccolo elettorato del partito. Se davvero Quagliariello contasse su un numero sufficiente di senatori per formare un gruppo a Palazzo Madama (dove servono almeno 10 componenti), la maggioranza politica a sostegno del governo potrebbe andare sotto quota 161. Attualmente, infatti, il governo può contare su circa 170 voti e il gruppo Ala (quello dei 13 verdiniani), che ha votato il ddl Boschi, non è ancora ufficialmente organico all’insieme dei partiti che appoggiano Renzi.
camillobenso
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Re: GOVERNO Sì , NO , FORSE

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Siamo alle comiche.

Alfano recito la parte del sindaco in Totò terzo uomo, "UN UOMO TUTTO D'UN PEZZO"
https://www.youtube.com/watch?v=QSClu3E9UmU

https://it.wikipedia.org/wiki/Tot%C3%B2_terzo_uomo


Ncd, Quagliariello lascia da coordinatore: “Fuori da governo o gruppo autonomo”. Alfano: “Io non trattengo nessuno”
Politica
L'ex ministro, secondo alcune fonti, è pronto a costituire un gruppo autonomo al Senato e quindi conterebbe su almeno 9 parlamentari a Palazzo Madama. Se fosse vero, la maggioranza sarebbe a rischio. Il ministro dell'Interno: "Non siamo una forza di sinistra, l'esecutivo fa cose giuste"
di F. Q. | 14 ottobre 2015



Gaetano Quagliariello si dimette da coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra. Secondo il Corriere.it, l’ex ministro delle Riforme del governo Letta e saggio di Napolitano nell’iter delle riforme istituzionali ha messo il leader del partito Angelino Alfano davanti a un buio: o Ncd esce dal governo o lui formerà un gruppo autonomo al Senato (in direzione Berlusconi). L’annuncio è tutt’altro che irrilevante e non interessa solo al piccolo elettorato del partito. Se davvero Quagliariello contasse su un numero sufficiente di senatori per formare un gruppo a Palazzo Madama (dove servono almeno 10 componenti), la maggioranza politica a sostegno del governo potrebbe andare sotto quota 161. Attualmente, infatti, il governo può contare su circa 170 voti e il gruppo Ala (quello dei 13 verdiniani), che ha votato il ddl Boschi, non è ancora ufficialmente organico all’insieme dei partiti che appoggiano Renzi.

La replica di Alfano arriva a stretto giro: “Non ho forzato nessuno per entrare in Ncd quando c’era da avere un gesto di coraggio, non trattengo nessuno. Ma se tiro una riga di quanto fatto il bilancio è molto in attivo”. Il ministro dell’Interno risponde anche nel merito delle contestazioni di Quagliariello sulla linea politica: “Siamo forza di cambiamento e autonoma, dalla parte delle nostre idee, nessuno vuole andare con il Pd e non siamo una forza di sinistra. E’ evidente che ciascuna delle ragioni date e degli obiettivi centrati è una buona ragione per andare avanti”. Dunque “ciascuno è libero di tornare indietro, noi abbiamo avuto coraggio, da quel coraggio non indietreggiamo neanche di un millimetro, perché vogliano rimettere l’Italia in carreggiata e difendere i nostri valori”. Alfano dice di voler andare avanti sulla propria linea ribadendo il no alla legge sulle unioni civili, la proposta del ponte sullo Stretto di Messina (“Farà crescere tutto il sud”) e “l’incoraggiamento” a Renzi per mantenere la volontà di togliere l’Imu con la legge di Stabilità, nonostante il pressing della minoranza del Pd. Per il momento a sostenere Alfano si sono esposti tre senatori (Bruno Mancuso, Federica Chiavaroli e Laura Bianconi).

La decisione è maturata a seguito di un dissenso sulla linea politica del partito, spiegano fonti vicine al senatore all’Adnkronos. Essendo il ruolo di coordinatore un incarico fiduciario, Quagliariello intenderebbe così affrontare il dibattito interno al partito e quello pubblico che ne seguirà, senza vincoli legati alla carica. Nella lettera ad Alfano, l’ex ministro ha ribadito la sua contrarietà a una linea ritenuta troppo vicina a quella del presidente del Consiglio. Le dimissioni da coordinatore potrebbero preludere anche a una uscita di Quagliariello dal partito.


GaetanoQuagliariello @QuagliarielloG

#Unionicivili, da Pd calendarizzazione inutile in Senato perché aula in sessione di bilancio non potrà discuterne. E' proprio #finitaunafase
20:44 - 13 Ott 2015
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11:44 - 13 ott 201



Proprio durante la seduta del Senato per il voto finale sul disegno di legge sulle riforme, Quagliariello aveva preso la parola per la dichiarazione di voto a nome di Area Popolare, usando parole che, oggi, assumono contorni più definiti: “Oggi onoriamo sostanzialmente l’impegno assunto a inizio legislatura all’atto della rielezione del presidente Napolitano, ma si chiude una fase della nostra vita politica”. La maggioranza del Pd, aveva aggiunto Quagliariello, “ha ulteriormente sbiadito la logica di coalizione privilegiando la trattativa con la propria minoranza, secondo uno schema di autosufficienza che, grazie anche all’apporto del gruppo Ala, coniuga l’unità del partito con la conquista dell’area del buon senso da delegare direttamente al leader. E’ evidente che una fase è finita e dalla conseguente riflessione non si dovrebbe sottrarre nessuno”. Subito dopo aveva twittato in polemica con il Pd sulle unioni civili (come il resto del partito, d’altronde).

Nunzia De Girolamo, la prima ad uscire da Ncd per tornare in Forza Italia, anticipa che a seguire Quagliariello saranno in tanti: “Credo che nei prossimi giorni altri daranno l’estremo saluto al progetto di Ncd che di politico ha conservato ben poco”. Il primo ad esultare non a caso è il capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta.


Renato Brunetta@renatobrunetta

Ogni tanto qualche barlume di luce tra gli amici di Ncd. Obiettivo è ricostruire Cdx, non fare il tappetino di Renzi. Bene @QuagliarielloG
17:01 - 14 Ott 2015

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camillobenso
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Re: GOVERNO Sì , NO , FORSE

Messaggio da camillobenso »

Lo ha annunciato anche Mentana in apertura del Tg7 delle 20.00.


SI SPACCA IL PARTITO DI ALFANO. QUAGLIARIELLO LASCIA



Via Quagliariello, dentro Verdini?


E gli ex sinistri della sinistra poltronifera che fanno?

Hanno preso la tessera della P2 in cambio della poltrona?
camillobenso
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Re: GOVERNO Sì , NO , FORSE

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La vox populi.



Cobra89 • un minuto fa

Il fallimentare governo Renzi cadrà in primavera con la bocciatura della pseudo riforma del Senato e la batosta elettorale alle Comunali.
Quelli di NCD, ovviamente, torneranno tutti in Fi dal momento che Alfano ha solo i voti che gli porta Castiglione, lasciato nel governo anche se indagato per lo scandalo del cara di Mineo.

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Thinkabout • 12 minuti fa

Il Quagliarello-pensiero: " nessuno vuole andare con il Pd e non siamo una forza di sinistra.". Quagliarello...Quagliarello...Avete sostenuto il PD di Renzi nelle peggiori scelte politiche, financo nella manomissione della Costituzione e nella creazione del Senato barzelletta, e adesso ti vengono i dubbi e le prese di distanza ?! E poi, caro Quagliarello, lo hanno capito pure i ficus del mio giardino che il PD non è affatto di sinistra. Si ripresenti alla prossima sessione, grazie !


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frantic • 17 minuti fa

a già il saggio Quagliariello, che fine hanno fatto gli altri Saggi nominati dal Compagno Napolitano?

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strabiliato • 23 minuti fa

Il ministro dell'Interno: "Non siamo una forza di sinistra, l'esecutivo fa cose giuste"
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Più che non essere una forza di sinistra, NCD non è una forza politica. Che i piddinini considerino giuste le riforme è cosa normale.Sono convinti che, dopo l'eliminazione di Berlusconi dalla scena politica, con la nuova legge elettorale e il nuovo senato, nessuno avrà la forza di scalzarli dalle sedie abusivamente occupate. Quelli di ncd lo dicono solo per giustificare la loro presenza al governo. La prossima volta resteranno tutti a casa ad eccezione di qualcuno di loro che si è dimostrato più servizievole.


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Eccomi • 25 minuti fa

Sembra proprio essere vero che il renzi abbia assicurato al Alfano solo 15 posti sicuri alle prossime elezioni. Per questo gli altri cominciano a cercare altre possibilità. Questo dimostra che l'Italicum, ha istituzionalizzato l'inciucio, cioè gli accordi sotto banco, senza che gli elettori ne sappiano niente. Addirittura ora inciuciano 3 anni prima delle elezioni.

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Augusto • 42 minuti fa

Con le percentuali attuali da 2,1% si permettono di sostenere o minacciare di fare cadere il governo.
Confluiranno tutti di nuovo in forza italia, naturalmente dopo la certezza di vitalizio e pensione.


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camillobenso
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Re: GOVERNO Sì , NO , FORSE

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Quagliariello si dimette da coordinatore di Ncd

Mario Valenza - Mer, 14/10/2015 - 18:05


Gaetano Quagliariello lascia il ruolo di coordinatore di Ncd.
L’ex ministro delle Riforme ha inviato una lettera riservata e personale al leader del suo partito, Angelino Alfano: "Caro Angelino, sono cosciente della natura fiduciaria del mio incarico di coordinatore nazionale...". Con questo incipit l'alfaniano fa un passo indietro dal suo partito e di fatto mette con le spalle al muro il ministro degli Interni. La lettera, che ha un peso politico da non sottovalutare, potrebbe dare il via ad una vera e propria scissione. L'ex ministro sottolinea, come riferisce il Corriere, "le differenze sul piano dell’analisi e della linea politica". Poi lascia uno spiraglio dicendosi disponibile ad affronatre nel partito "momenti di dibattito".

Lo strappo si consuma dopo il voto sulle riforme e soprattutto dopo la decisione della maggioranza di incardinare il testo delle unioni civili nell’Aula del Senato. Da giorni Quagliariello non nasconde irritazione per la linea dell’esecutivo e per il posizionamento del partito. Insieme a lui altri dieci senatori potrebbero lasciare Ncd e formare un gruppo autonomo. La frattura, qualora non si arrivasse al chiarimanto, potrebbe arrivare dopo il via libera alla legge di stabilità. A Quagliariello ha risposto Alfano: "Non ho forzato nessuno per entrare in Ncd, non trattengo con la forza nessuno. Non trovo nessuna ragione al mondo per tornare indietro. Abbiamo fatto tutti una scelta, che è stata dolorosa, giusta e che si sta rivelando corretta. Per me è definitiva ma ciascuno è libero di fare quello che vuole e di tornare indietro. Siamo una forza di cambiamento, stiamo cambiando l’italia. Siamo una forza autonoma e nessuno vuole andare con il Pd. Non siamo una forza di sinistra è evidente che ciascuno degli obiettivi che abbiamo centrato è una buona ragione per andare avanti", ha insistito.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 82560.html
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Re: GOVERNO Sì , NO , FORSE

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Vista da destra


Divorzio Quagliariello-Ncd. Ora la maggioranza traballa


Il senatore Quagliariello si dimette da coordinatore, ultimatum ad Alfano: o molli Renzi o è scissione. In dodici pronti a seguirlo, i numeri di Renzi a rischio
Francesco Cramer - Gio, 15/10/2015 - 08:28


Nella missiva dell'ex ministro delle Riforme del governo Letta, c'è il nocciolo della questione: «Differenze sul piano dell'analisi e della linea politica».

Quagliariello, anche alla luce dell'ultimo sgarbo subìto dal partito sulle unioni civili da parte del Pd, sfida Angelino: «Sono disponibile ad affrontare momenti di dibattito pubblico».

Ma se Alfano insisterà a rimanere sul carrozzone renziano, Quagliariello sarà determinato allo strappo e nell'Ncd sarà l'esplosione. Pronti a seguire l'ex ministro ci sarebbero 6 o 7 senatori e 5 o 6 deputati. Un alfaniano minimizza: «Macché, saranno almeno la metà». Tuttavia si fanno i nomi dei senatori Andrea Augello, Carlo Giovanardi e forse Nico D'Ascola.

Per non parlare del presidente del gruppo Renato Schifani, da tempo malpancista per la linea filorenziana di Ncd e che ha ripreso a comporre il numero di telefono di Arcore. Alla Camera, invece, seguirebbero Quagliariello Vincenzo Piso, Eugenia Roccella, Filippo Piccone mentre dubbioso sarebbe Alessandro Pagano. E poi c'è Maurizio Lupi, troppo concentrato, però, a decidere le sue sorti personali, legate alla partita di Milano.

L'Ncd ribolle tra i veleni: «Solo perché Renzi non lo vuole fare ministro preferendo una donna...», commenta un alfaniano doc.

Alfano cerca di rassicurare: «Siamo una forza autonoma, nessuno vuole andare con il Pd; nessuno vuole andare a sinistra». Ma poi, di fatto, saluta Quagliariello: «Non ho forzato nessuno per entrare in Ncd, non trattengo con la forza nessuno. Abbiamo fatto tutti una scelta, che è stata dolorosa, giusta e che si sta rivelando corretta. Per me è definitiva ma ciascuno è libero di fare quello che vuole e di tornare indietro». Siccome quasi nessuno scommette su un dibattito serio all'interno del partito c'è chi dice che «tra due giorni questi sono pronti ad uscire». E c'è chi frena: «Il redde rationem con Angelino ci sarà. Ma non avverrà prima della legge di Stabilità». Sarà esodo, quindi. Ma per andare dove? «Figuriamoci se ho intenzione di tornare al passato!», scrive nella lettera Quagliariello.

Di certo non a sinistra ma in una sorta di limbo dove dialogare con il centrodestra tradizionale, cercando un asse con i fuoriusciti leghisti vicini a Tosi e con gli uomini di Fitto. A promettere il bombardamento del governo, sebbene lì vi sieda il leader di Ncd, ci sono Roccella e Giovanardi: «Fin da ora ci sentiamo liberi di non votare la fiducia al governo, quando sarà richiesta». E lo stesso Quagliariello, nella sua dichiarazione di voto sulle riforme, era stato esplicito: «Oggi si chiude una fase della nostra vita politica», aveva sibilato contro Renzi. Il quale dovrebbe preoccuparsi: se anche numericamente potrà andare avanti (ci sono i verdiniani pronti all'aiuto) la sua maggioranza subirebbe una mutazione letale.

La notizia dell'imminente strappo, ovviamente, galvanizza il centrodestra. Renato Brunetta commenta via Twitter : «Ogni tanto qualche barlume di luce tra gli amici di Ncd. Obiettivo è ricostruire il centrodestra, non fare il tappetino di Renzi». Sorride invece Nunzia De Girolamo, da poco tornata in Fi: «L'avevo detto oltre un anno fa che la linea ondivaga della dirigenza di Ncd avrebbe provocato scosse nel partito e ci avrebbe condotto in un burrone». E ancora: «Credo che nei prossimi giorni altri daranno l'estremo saluto al progetto di Ncd».


http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 82904.html
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Re: GOVERNO Sì , NO , FORSE

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Hanno ragione i giornali della destra?

Prossimamente con la defezione di altri Nuovo Centro Detenuti, il governo andrò in crisi?


^^^

L'addio
Gaetano Quagliariello abbandona Ncd, altri 11 del partito potrebbero seguirlo. La maggioranza vacilla
15 Ottobre 2015




"Tra due giorni, questi sono pronti ad uscire". Corre questa voce tra le fila di Ncd dove Gaetano Quagliariello, con una lettera indirizzata al leader Angelino Alfano, si è dimesso da coordinatore del partito. E ha minacciato: o si lascia il governo Renzi, oppure ognuno per la sua strada. Se Alfano rimarrà con Matteo Renzi, garantendogli l'appoggio sulle riforme, Quagliariello farà esplodere il partito visto che, insieme a lui, pare che se ne andrebbero altri 11, fra senatori e deputati. E così, tutta la maggioranza vacillerebbe e perderebbe voti preziosi.

Chi lo segue - Pronti a seguire Quagliariello sarebbero 6 o 7 senatori e 5 o 6 deputati. Tra i nomi certi, secondo quanto riporta Il Giornale, ci sono quelli di Andrea Augello, Carlo Giovanardi e forse Nico D'Ascola. Anche il presidente del gruppo, Renato Schifani, non approva la linea filo renziana di Alfano e si sarebbe detto pronto ad andarsene. Più timoroso Maurizio Lupi, impegnato a decidere il da farsi sulla sua candidatura come sindaco di Milano. E poi, altri nomi certi, sarebbero quelli di Vincenzo Piso, Eugenia Roccella e Filippo Piccone.

La risposta di Alfano - Alfano, sulla questione, ha minimizzato: "Siamo una forza autonoma, nessuno vuole andare con il Pd; nessuno vuole andare a sinistra". Ma non sono della stessa idea i molti che sono pronti ad abbandonarlo. "Non ho forzato nessuno per entrare in Ncd e non trattengo nessuno con la forza", ha aggiunto Alfano che sembra sostenere un concetto semplice ma vincolante: ognuno è libero di andare dove vuole se non concorda con il sostegno alle riforme.

Le reazioni - La lettera di Quagliariello ha riscosso successo fra diversi schieramenti del mondo politico. Renato Brunetta ha cinguettato su Twitter: "Ogni tanto qualche barlume di luce tra gli amici di Ncd". Mentre Nunzia De Girolamo, tornata in Fi, fa una previsione: "Credo che nei prossimi giorni altri daranno l'estremo saluto al progetto Ncd". E allora il governo sarà davvero in crisi.


http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... altri.html
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Re: GOVERNO Sì , NO , FORSE

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Renzi, Berlusconi pronto ad aiutarlo se mezzo Ncd se ne va. Insight
INSIGHT - Che succede se davvero più di dieci senatori Ncd seguono Gaetano Quagliariello e mollano Renzi? Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it sarebbe pronto di nuovo il "soccorso azzurro" per il presidente del Consiglio...
Giovedì, 15 ottobre 2015 - 11:40:00



Home > Politica > Renzi, Berlusconi pronto ad aiutarlo se mezzo Ncd se ne va. Insight
Renzi, Berlusconi pronto ad aiutarlo se mezzo Ncd se ne va. Insight
INSIGHT - Che succede se davvero più di dieci senatori Ncd seguono Gaetano Quagliariello e mollano Renzi? Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it sarebbe pronto di nuovo il "soccorso azzurro" per il presidente del Consiglio...
Giovedì, 15 ottobre 2015 - 11:40:00


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


Che succede se davvero più di dieci senatori Ncd seguono Gaetano Quagliariello e mollano Renzi? Carlo Giovanardi ad Affaritaliani.it lo ha detto apertamente: non voto più la fiducia al governo. I numeri quindi rischiano di tornare in bilico a Palazzo Madama per il leader del Partito Democratico e premier. In sostanza, è come se l'ingresso dei verdiniani, sempre pronti tra l'altro ad alzare la posta, fosse stato vano. Vero che ci sono anche le tre senatrici di Flavio Tosi, ma se la sinistra Pd avesse un sussulto d'orgoglio (passando dalle parole ai fatti) per il presidente del Consiglio potrebbero essere guai seri. In realtà non è proprio così. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, infatti, se davvero una dozzina o più di senatori di Area Popolare voltassero le spalle all'esecutivo a quel punto arriverebbe di nuovo il soccorso azzurro per Renzi. In pratica altri 5-6 senatori di Forza Italia sarebbero pronti a lasciare l'ex Cavaliere per aderire al gruppo Ala, appoggiando quindi il governo e la maggioranza. Berlusconi non farebbe assolutamente nulla per trattenerli, esattamente come già capitato nelle scorse settimane, perché diviso tra la voglia di ricostruire il Centrodestra (con il timore però di un Salvini troppo forte) e il pressing del 'Partito di Mediaset' (i figli, Confalonieri e Gianni Letta...) che preme perché in qualche modo si garantisca al segretario del Pd di andare avanti evitando crisi politiche che possano mettere a repentaglio la fragile ripresa economica.

http://www.affaritaliani.it/politica/be ... 87536.html
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Re: GOVERNO Sì , NO , FORSE

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Fuggi fuggi da Ncd, Alfano rischia l'implosione
Dopo Quagliariello pronti ad andarsene Giovanardi e Roccella, forse anche Formigoni, Sacconi, D'Ascola. Il partito di Alfano è a un passo dall'implosione. Nuovi gruppi quasi pronti. Verdini sta telefonando a tutti
di Susanna Turco
15 ottobre 2015




Nonostante tal Raffaele Calabrò, deputato, 487esimo su 630 nella classifica produttività di Openpolis, assicuri di “star bene dove sta”, nell’Ncd l’effetto particella di sodio impazza. Fuggono i nomi di peso, fuggono i Carneade. Al punto che, come nella pubblicità di quell’acqua minerale, nei corridoi di Palazzo c’è chi ironizza figurandosi Angelino Alfano nell’atto di domandare: “C’è qualcuno là fuori?”. Qualcuno c’è, ma sempre meno: a quanto pare la maledizione berlusconiana ha colpito anche in questo caso.

Lascia Gaetano Quagliariello, già consigliere di Marcello Pera, ministro di Enrico Letta, e saggio di Napolitano. Sono pronti a seguirlo altri, come Roccella, Compagna, Augello. Carlo Giovanardi – ottimista come ai tempi in cui lasciò l’Udc per Forza Italia, entusiasta come quando lasciò Forza Italia per l’Ncd - già parla al presente di un “nuovo soggetto politico”: “Non sta con la Lega, non sta con Forza Italia, ma è una componente del centrodestra”; ed è addirittura pronto ad “enuclearsi sul territorio” a partire da esperienze come “il Veneto di Tosi, la Puglia di Schittulli, l’Umbria di Ricci”. Urca.

Pare che Denis Verdini stia già telefonando a tutti. Comunque – come anche alla Camera, dove sono in corso contatti con i sedici fittiani - il gruppo al Senato si dovrebbe fare, spiega ancora Giovanardi, felice di poter dire che “già ci sono le tre tosiane: Patrizia Bisinella, Raffaela Bellot, Emanuela Munerato”. Ma sarebbero forse disponibili ad accodarsi anche Maurizio Sacconi, Roberto Formigoni, Antonio Azzollini, Nico D’Ascola: il futuro dipende anche dalle poltrone di presidenti di commissione, una partita che al Senato continua ad essere sospesa da mesi per timore che il rinnovo faccia una carneficina. Nel partito di Alfano soprattutto.

C’è da dire che in effetti nell’Ncd, sostenitori, fuoriusciti e fuoriuscendi su due cose sono d’accordo. La prima è la delusione per l’esperienza alfaniana: ammessa da pro-renziani come la ministra Beatrice Lorenzin (“non abbiamo saputo mettere il nostro brand”) ed anti-renziani come appunto Quagliariello (“un partito inconsistente, che si avvia a deperire”).

Il fatto è che il progetto era parecchio ambizioso (rifondare un centrodestra come quello di Berlusconi ma senza Berlusconi), ma che nei fatti non è andato oltre le intenzioni: nato con una vocazione “alla Napolitano”, cioè per consentire al governo Letta di continuare a governare, l’Ncd non ha mai fatto altro che questo. Continuare a governare: e, peraltro, non abbastanza.

Così si arriva al secondo punto, sul quale sono tutti d’accordo: “Alfano non difende i suoi uomini”. Ciò si dice di lui da anni, quando era ancora il segretario del Pdl, delfino incoronato da Berlusconi: “Angelino non sa fare squadra”, “è egoista”, “pensa solo a se stesso”, sussurrava una delle più giovani e splendenti deputate azzurre del Pdl. Ecco: Alfano, leader di partito e ministro, sa benissimo quando è il momento di mollare qualcuno per strada, e pare che in questi quattro anni e mezzo non abbia imparato a far diversamente. O almeno a metterci un afflato politico in più. Non è un caso, in effetti, se giusto per i neocentristi paiono essere sempre in ballo soltanto le poltrone: come se mancasse il balzo in avanti per mescolare la questione dei posti – sempre presente – a una qualche vocazione, o linea, politica anche solo pretesa. Insomma: non si va oltre il suk.

Di quest’andazzo oggi Alfano raccoglie i frutti. Con un partito che i sondaggi inchiodano al 2,5 per cento, quando lo sbarramento dell’Italicum è al 3. Con un fuoriuscendo come Quagliariello che avverte: “Rischiamo di fare la fine di Fli, il partito di Fini”, per sentirsi rispondere da Alfano – drammaticamente - le stesse frasi che usò Fini: “Chi vuole andare si accomodi, la porta è aperta”.

Un atteggiamento che fa parlare di “necessità di una riflessione” persino il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, mentre luccicano per tempismo la fuga del senatore D’Alì (un anno fa), quella delle deputata Saltamartini (a febbraio) e quella più recente di Nunzia De Girolamo, che è tornata in Forza Italia. Fu proprio lei, nel 2011, tra i primi ad odorare la decomposizione prossima del Pdl berlusconiano e puntare le sue carte su Alfano. Volente o nolente, pare abbia fatto da apripista anche stavolta.

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
iospero
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Re: GOVERNO Sì , NO , FORSE

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Riforme, Delrio e Orlando aprono un fronte nel governo: "No a Verdini"
L'allargamento della maggioranza alle truppe ex berlusconiane di centrodestra non può trasformarsi in un'alleanza vera e propria: l'altolà dei ministri al partito della Nazione. Il titolare dei Trasporti: "Se è una marmellata, io ne resterei fuori"

ROMA - Stavolta non è la solita sinistra dei "piagnistei" o il "gufo" Bersani a farsi delle domande sul partito della Nazione e sull'allargamento della maggioranza alle truppe di centrodestra che passando da Verdini a Bondi vogliono abbracciare il premier senza che lui faccia mostra di particolari resistenze. Stavolta i punti interrogativi sulla rotta di Matteo Renzi nascono nel cuore del suo governo e vengono da ministri che sono renziani della primissima ora o hanno rotto da tempo con la Ditta. "Se qualcuno ha in testa il Partito della Nazione, ne voglio prima discutere. E se è un progetto concreto, se è una marmellata di trasformismi, io ne resterei fuori. Torno ai miei studi, come diceva Amato", ripete da qualche giorno Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture, ai suoi amici nel Pd. "Non ho pregiudizi né contro Alfano né contro Verdini. Sono contrario ai buttafuori, non servono a niente a patto che il Pd si dia un'identita di centrosinistra chiara, un profilo riconoscibile come fece l'Ulivo", spiega il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Succede che, complice la frana del centrodestra e il recente voto sulle riforme costituzionali, nel "giardino di casa" dei democratici (per usare un'espressione di Bersani) si siano stabiliti i fuoriusciti verdiniani e gli alfaniani, al netto delle divergenze sulle unioni civili. Magari sono ospiti "imbucati" ma l'impressione è che cerchino un upgrade , un riconoscimento formale tanto che Ala, la formazione di Verdini, si prepara a un ap-poggio esterno all'esecutivo, ovvero a diventare un vero e proprio alleato della coalizione, con le sue proposte e le sue richieste. Per Delrio è un orizzonte abbastanza indigeribile. Anche per una questione di metodo. "L'appoggio sulle riforme è più che legittimo, anzi è importante - è il ragionamento di Delrio nei colloqui privati - . Ma sul governo un confronto politico lo abbiamo con Ncd. Di là, con gli ex Forza Italia, di cosa stiamo parlando? Hanno idee, progetti, quali sono, come vogliono contribuire alla coalizione? Scambi non ne facciamo, sia chiaro. E di questo dovremmo discutere pubblicamente, non nelle cene ai ristoranti".

Per queste voci critiche, la legge di stabilità diventa la controprova su equilibri politici e sul profilo identitario del partito. Non perché Delrio e Orlando siano avversari della manovra impostata da Renzi. Tutt'altro, sebbene non abbiano sostenuto l'innalzamento del limite dei pagamenti in contante, "una misura marginale in un provvedimento che ha anche tanti risvolti sociali", precisa il titolare delle Infrastrutture. La loro non è una fronda contro Renzi. Semmai è un altolà a esperimenti genetici innaturali. "Alleati sì, insieme mai", è il pensiero del Guardasigilli. Ma chiedono al premier di dare al Partito democratico una forma che vada al di là del leader. "Un profilo di centrosinistra - chiarisce Matteo Richetti, altro renziano degli esordi - . Con la carica di innovazione che gli sta dando Renzi, a cominciare dalla posizione sulle tasse, ma con le sue radici e i suoi valori. Poi, se vogliono entrarci quelli che hanno votato Berlusconi credendo nella sua modernità, benissimo. Ma stiamo attenti che il Partito della Nazione non diventi il partito dell'ammucchione".

Adesso che il quadro di riforme innovative è definito, bisognerebbe che il Pd costruisse la sua forma. A Palazzo Chigi, raccontano, era nato un minipensatoio che con il contributo di Delrio, Nannicini, Guerra, Farinetti e altri aveva dato la spinta a lavoro realizzato in questi mesi. Quello scambio di idee si è un po' perso, anche perché ormai il progetto è incardinato. Ma se viene sostituito dalle trattative "nascoste" con Verdini, si apre un problema. Più prosaicamente, Orlando la spiega così ai suoi interlocutori: "A Roma puoi controllare il fenomeno, ma sui territori il rischio è imbarcare di tutto". Naturalmente, dicono sia Orlando sia Delrio, tutto nasce dal sostanziale pareggio delle elezioni 2013.

Nessun vincitore e quindi alleanze particolari. Non è certo colpa di Renzi o di Luca Lotti che si è occupato in prima persona dell'operazione Verdini. La pensa come i colleghi Dario Franceschini: "La legislatura è partita senza una maggioranza parlamentare, un processo di rimozione collettiva tende a farlo dimenticare". Il ministro della Cultura perciò non è allarmato dalle contaminazioni: "Non entreranno mai nel Pd, che dubbio c'è? Sono alleati come lo erano nel governo Letta. Ci sarà tempo, poi, fino al 2018 per definire i campi".
Ma l'arrembaggio di Verdini e l'abbraccio di Alfano spinto ancora di più verso Renzi dalle scissioni in corso nell'Ncd sono qui e ora. E l'ipotesi di un ingresso di Ala nella coalizione di governo diventa credibile visti i numeri difficilissimi del Senato. Ecco perché qualcuno chiede risposte prima del 2018. E stavolta non sono i soliti "gufi".
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