Renzi

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: Renzi

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Sondaggio di Pagnoncelli appena trasmesso da Floris:

Come governa Renzi?

Male = 59 %

Bene = 36 %
camillobenso
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Re: Renzi

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IL PREMIER continua a seguire l’agenda del fu Cavaliere: il limite all’uso dei contanti sarà “alzato a 3 mila euro”, mentre si vuole rendere più difficili le lotte sindacali e abolire il contratto nazionale

Programma: scioperi vietati ed evasione libera per tutti


» MARCO PALOMBI
Non è il caso di scomodare
Shakespeare:
non c’è del metodo in
questa follia. O meglio
non c’è follia nell’os se ssione
dichiaratoria di Matteo
Renzi, ma il dipanarsi metodico
di un’agenda di governo
profondamente conservatrice,
classista se significasse ancora
qualcosa per qualcuno:
una strizzata d’occhio a piccoli
e grandi evasori, battaglia
all’ultimo sangue contro il
mondo del lavoro e il suo residuo
potere di contrattazione
rispetto all’impresa. Non è
un caso, dunque, che non c’è
parola d’ordine o framecomu -
nicativo del premier targato
Pd che non sia già stato usato
da Silvio Berlusconi anni fa.
Una strizzata d’o cchio
a chi ama il “ne ro”
Ieri Renzi ha inaugurato la
giornata con una intervista
radiofonica (a Rtl 102.05),
durante la quale ha trovato
modo di aggiungere nuovi
tasselli al suo berlusconismo
dopo Berlusconi. In primo
luogo, il pagamento di una
vecchia cambiale a Ncd: “Una
delle cose che proporremo
nella legge di Stabilità è
riportare i livelli del contante
alla media europea, alzando
il limite per l’uso da 1.000 a
3.000 euro. È un modo per
aiutare i consumi”. La stessa
formula usata dal fu Caimano
nella campagna per le Politiche
2013: “Innalzeremo il limite
all’uso del contante facendo
riferimento alla media
europea”. La stessa, ovviamente,
dell’ex segretario
dell’ex Cavaliere, Angelino
Alfano: “Se si arrivasse a 3
mila euro sarebbe meno della
media europea, ma comunque
già molto meglio di adesso”,
diceva già nel 2014.
Il premier aveva promesso
la misura al Nuovo Centrodestra
fin da febbraio, in
cambio di un voto favorevole
sulla nuova fatturazione elettronica,
poi varata a fine aprile:
già a maggio alla Camera
passò (coi voti del Pd) una
mozione di Maurizio Lupi
per togliere limiti all’uso del
contante. Oggi gli alfaniani
incassano. Poco importa che
la moneta elettronica in Italia
sia usata assai meno (la
metà) che nel resto d’Europa.
Pier Luigi Bersani, che quel
limite abbassò da ministro e
poi da segretario del Pd, è basito:
“Non si dica che, alzando
la soglia, si favoriscono i
consumi. Chi ha 3mila euro
da spendere sicuramente ha
la carta di credito. Si incoraggerebbero
consumi in nero,
riciclaggio, evasione e corruzione
come certificato da tutte
le agenzie, a partire dalle
Entrate. Che messaggio diamo all’Italia e da quale Italia
vogliamo il consenso?”. La risposta
la dà lo stesso Renzi:
“Col governo Monti si è fatta
una grande battaglia contro
l’evasione e sono assolutamente
d’accordo. Ma non sono
d’accordo sul metodo, non
si fa mettendo fuori dai grandi
negozi le gazzelle della finanza.
Attraverso gli strumenti
informatici recuperi
molta più evasione. Basta col
terrore”. Quale sia la politica
anti-evasione di Renzi lo potete
leggere in basso, nell’analisi
che ne fa l’ex magistrato
Bruno Tinti.

Lavoratori e sindacati
sono il suo vero nemico

In mezzo a centinaia di altre
frasi, la gran parte autocelebrative,
il presidente del
Consiglio ne ha dette due che
certificano la sua subalternità
a Confindustria in quello
che un tempo si chiamava
conflitto tra capitale e lavoro.
In sostanza, Renzi sta coi
padroni e con la loro agenda
scritta a Francoforte (la famosa
lettera della Bce del
2011). La prima frase riguarda
la riforma della contrattazione
col sostanziale svuotamento
per legge del contratto
nazionale, sostituito da
quello aziendale, in cui il potere
dei lavoratori è ridotto a
zero (il governo Berlusconi
non ci provò nemmeno, ma
d’altronde non riuscì nemmeno
ad abolire l’articolo 18,
Renzi sì): “Sui contratti o interverranno
sindacati e Confindustria
accordandosi o
interverremo noi”. È appena
il caso di ricordare che la riforma
della contrattazione è
in alto mare e gli industriali
hanno bloccato pure i rinnovi
proprio per dare modo al
governo di intervenire. Come
- cioè abolendo il contratto
nazionale - è stato anticipato
da apposite veline ai
giornali. Stesso discorso per
la legge sulla rappresentanza
(su cui, peraltro, esiste già
un protocollo liberticida firmato
da Confindustria e Cgil,
Cisl e Uil) usata per attaccare
il diritto di sciopero: “Se
non c’è intesa tra sindacati e
imprese, interverremo noi: è
sacrosanto il diritto di sciopero,
ma non può essere che
ogni venerdì si alza una sigla
e dice blocco la città”.
Ovviamente sul trasporto
(e i servizi pubblici essenziali),
una legge che tutela gli utenti
c’è già, ma a questo esecutivo
non interessa: dopo
un trentennio e più di compressione
dei salari, mentre i
morti sul lavoro tornano ad
aumentare per la prima volta
da anni (752 in otto mesi,
cento in più rispetto al 2014),
il problema di Renzi sono gli
scioperi del venerdì. Anche
qui c’è un classico gioco da
governo conservatore: mettere
in guerra i diritti dei
consumatori con quelli di
cittadinanza. Quelli che gioiscono
perché si spezzano le
reni agli scioperi del venerdì,
però, dovrebbero ricordare
che il consumatore ha diritti
solo finché paga.
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Re: Renzi

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ERA L’ULTIMO TASSELLO. FA PEGGIO DI B.
IL COMMENTO

» BRUNO TINTI


Ha cominciato con il falso in bilancio.
Con Berlusconi, eraun reato finto, punibile a
querela del falsificatore: come dire un furto punibile a
querela del ladro. Poi c'erano le soglie di punibilità che
garantivano un'impunità crescente con la ricchezza
dell'impresa; maggiore il patrimonio sociale, più alta
la soglia: come dire che una srl titolare di un negozio di
salumeria era punibile per un falso da 100.000 euro;
mentre per acchiappare Mediaset serviva un falso
da un milione o giù di lì. Il Pd ne aveva fatto una questione
d'onore: appena arriviamo noi riformiamo il falso in bilancio.
In effetti l'hanno riformato:non è più perseguibile a
querela, non c'è n'è bisogno, le valutazioni false non sono
punibili. Siccome tutte le poste di un bilancio
sono frutto di valutazioni tranne la cassa ( q u a n t i soldi ci sono
in cassaforte), hanno costruito la legge perfetta: prevede un reato impossibile.
Però c'era un buco. Bilancio falso = niente reato; ma l'intervento dell'Agenzia
delle Entrate non era escluso.
Insomma, prigione no ma cospicui danni al portafoglio sì.
Niente paura, si alzano le soglie di punibilità: l'imposta evasa
penalmente rilevante s a l e d a 50.000 e u r o a
150.000. Che è una bella cosa anche per chi non ha l'obbligo
di tenere un bilancio e può evadere semplicemente facendo
il "nero";che vuol dire mettersi i soldi in tasca e non iscrive r l i i n
co ntab ilità.
Attenzi o n e :150.000 euro di imposta evasa significano 300.000 euro di
"nero", cioè di soldi in contanti che non passano per le banche, non possono essere
rintracciati, quindi nessuno può dire che sono stati incassati.
Una pacchia, più di 30.000 euro al mese garantiti esentasse. Il doppio dello
stipendio annuo di un operaio; che però le tasse le paga.
Anzi, veramente gliele prendono prima di darglielo.
Restava un problema. Monti aveva cercato di limitare
l'evasione fiscale costituita dal "nero". E aveva fissato
un limite al pagamento in contanti: 1.000 euro. Se la
parcella, la fattura, la ricevuta, lo scontrino erano di
importo superiore occorreva l'assegno, la carta di credito,
il bancomat, il bonifico. Così, in caso di accertamento, i pagamenti
erano rintracciabili.
E il "nero", almeno in parte, si scopriva. Il popolo dell'Iva
stava per suicidarsi: generazioni di risparmiatori
con capitali all'estero si trovavano improvvisamente
costrette a dichiarare almeno i due terzi di quello che incassavano.
Una sciagura.
Certo, ci si poteva arrangiare: sottofatturazione, contanti
in cassaforte ... Ma, a 1.000 euro per volta, per farsi
pagare una parcella c'era da diventare vecchi.
E qui è arrivato il regalo di Natale (anche in anticipo): si
può pagare in contanti fino a 3.000 euro. Che vuol dire che
si possono ritirare dalle banchefino a 3.000 euro senza
giustificazione; e dunque si possono pagare commercianti,
artigiani, professionisti, imprenditori, in "nero".
Prima ci si metteva 6 mesi, adesso ne bastano 2.
Ma Renzi lo ha spiegato: questa misura serve a far ripartire
i consumi. Proprio vero. 40 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati avevano
grandi difficoltà a comprare pellicce e smoking: sai che seccatura pagare con assegno,
la gente voleva i contanti.
Adesso potranno spendere a piacere. Anche 8 milioni di partite Iva si potranno spendere
in pace i loro ricavi "neri".
E chi venderà, anche lui potrà incassare in pace il suo
"nero". Questo sì che farà ripartire i consumi. Un'immensa
massa di "nero" riscatterà l'Italia dalla povertà.
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Re: Renzi

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Contante scuse

(Massimo Gramellini)

14/10/2015 di triskel182

Se si esclude una pattuglia di moralisti scandinavi della quale faccio parte solo a giorni alterni (altrimenti che italiano sarei), la maggioranza dei nostri connazionali si accinge a fare la ola per la decisione del governo di alzare la soglia dei contanti a tremila euro. Era stato quell’algido apolide di Monti a ridurla a mille, anzi a 999,99. Ma adesso sono tornati gli arcitaliani, cioè i democristiani. Renzi e Alfano, il quale si è intestato la paternità dell’opera al nero, sanno fin troppo bene che le banconote lasciano meno tracce di una carta di credito. Se hanno pensato di triplicare la possibilità di usarle è perché conoscono i loro polli da spennare.

L’Italia è un tessuto di piccole aziende strangolate dal fisco più ottuso e barocco del mondo. Per riformarlo bisognerebbe mettere a dieta la bestia onnivora della burocrazia. Un’impresa eroica che tutti i politici promettono, ma nessuno è mai riuscito neppure a concepire. Alle prese con quella casta di mandarini onnipotente ed esosa, che dilata le sue richieste per giustificare la propria esistenza e ingrassare sempre di più, il sistema economico va a pezzi. Da qui la necessità di concedere al condannato una dilazione. Non riuscendo a togliergli il cappio dal collo, la politica glielo allenta nell’unico modo che conosce da settant’anni: consentendogli di fare un po’ di nero. Invece di cambiare le leggi cattive che moltiplicano strettoie e balzelli, si mette il cittadino vessato nelle condizioni di utilizzare una scappatoia illecita. Così alla fine ogni cosa si tiene, nell’Italia democristiana: burocrati, vampiri, tartassati, evasori. Tutti felici e contanti.

Da La Stampa del 14/10/2015.
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Re: Renzi

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Gli italiani marciano a due pesi e due misure.



14 ott 2015 10:42
1. QUAND’ERA SINDACO DI FIRENZE MATTEO RENZI HA BUTTATO 200MILA EURO IN SPESE DI RAPPRESENTANZA, TRA VIAGGI E RISTORANTI. IL CALCOLO L’HA FATTO UN CONSIGLIERE DI SEL, TOMMASO GRASSI, CHE SI È COPIATO A MANO GLI SCONTRINI PERCHÉ IL COMUNE GLI HA NEGATO LE CARTE E LUI HA DOVUTO FARE L'AMANUENSE PER FARE IL SUO LAVORO DI OPPOSIZIONE

2. CI SONO CONTI DI CENE DA 800-1000 EURO, UN VIAGGIO NEGLI USA (NEL 2011) COSTATO 1.700 EURO AL GIORNO E CENTINAIA DI EURO SPESI DAL ROTTAMATORE PER ANDARE CONTINUAMENTE A ROMA. A CURARE GLI INTERESSI DEI FIORENTINI O A COSTRUIRE LA SUA SCALATA AL PD?

3. IL PREMIER GIURA CHE È TUTTO A POSTO E CHE LE CARTE SONO PUBBLICHE, MA NON HA INDICATO I PARTECIPANTI DELLE CENE E LE MOTIVAZIONI ISTITUZIONALI DEGLI INCONTRI E DELLE TRASFERTE. MARINO INVECE LO HA FATTO. E RENZI LO HA CACCIATO PER 6 CENE INGIUSTIFICATE



1.ACCUSE A RENZI SINDACO «HA SPESO 200MILA EURO PER VIAGGI E RISTORANTI»


Paolo Bracalini per “il Giornale”



2. ECCO LE FATTURE DI LINO CHE RENZI NON HA MOSTRATO

Davide Vecchi per il “Fatto Quotidiano”


http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 110565.htm
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Re: Renzi

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16 ottobre 2015 | di Manolo Lanaro
Legge Stabilità, Berlusconi: “Contento che Renzi mi copi”, ma Brunetta: “No, è Wanna Marchi”

“A scuola i compagni mi copiavano i compiti, adesso Renzi mi ha copiato il Ponte sullo Stretto, l’innalzamento del limite al contante a 3.000 euro, l’abolizione delle tasse sulle prime case. E quindi, quando mi copiano, sono sempre stato contento”. Così Silvio Berlusconi, partecipando alla conferenza regionale degli amministratori di Forza Italia a Roma commenta la legge di Stabilità approvata dal governo. Ma Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera, pare meno contento della manovra presentata dal premier. “Matteo Renzi – dice – è un imbroglione come Wanna Marchi, la sua legge di Stabilità è al limite del falso in bilancio“

VIDEO
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/10/ ... hi/427382/


IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO.



“A scuola i compagni mi copiavano i compiti"



A scuola LUI i compiti li vendeva.

Già allora aveva il senso degli AFFARI.
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Re: Renzi

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Adesso se ne accorge? Perchè non 20 mesi fà? I segnali c'erano anche allora.


Silvio Berlusconi: “Matteo Renzi? Ha pulsioni autoritarie. Va fermato”

L'ex Cavaliere alla conferenza regionale degli amministratori locali di Forza Italia: "Il premier mi copia, spesso e volentieri male. Unica cosa buona è eliminare tassa sulla casa"
di F. Q. | 16 ottobre 2015
Commenti (22)



Matteo Renzi? Autoritario e copione (con risultati alterni). Parola di Silvio Berlusconi. Ormai lontanissimi i tempi del patto del Nazareno, l’ex Cavaliere non perde occasione per attaccare il presidente del Consiglio, spesso e volentieri utilizzando argomenti e accuse che in passato erano rivolte contro di lui. Oggi l’ultima esempio alla conferenza regionale degli amministratori locali. Dove il leader di Forza Italia, con puro spirito da campagna elettorale, se l’è presa con tutto e tutti: premier, governo, avversari politici ed ex alleati. Particolare attenzione, però, è dedicata al segretario del Partito democratico.

“Renzi? Mi copia sempre, spesso male”
“Renzi ha mostrato pulsioni autoritarie noi non dobbiamo consentire che questo avvenga nel nostro Paese” ha detto l’ex premier, che poi ha sottolineato la presunta propensione del capo del governo a riproporre progetti made in Forza Italia. “Sono felice, mi sembra di essere tempi della scuola, mi copiano tutti – ha detto Berlusconi -Renzi ha copiato il ponte sullo Stretto e i limiti al contate. Copia sempre un po’ male, per il ponte parla solo dei treni”. Poi, però, non ha risparmiato un (finto) complimento all’ex rottamatore: “Dobbiamo essere felici se toglie la tassa sulla casa che è una cosa sacra – ha sottolineato – Lo ringrazio, se io due volte al giorno sono nel giusto, lui in un anno la prima cosa giusta che dice è che toglie la tassa sulla casa”. Diverso, molto diverso il parere sulla nuova legge di Stabilità: “Come dice bene Renato Brunetta non è una partita di giro ma di raggiro, come è avvenuto già sugli 80 euro” ha attaccato Berlusconi, secondo cui “il miglior economista che ho conosciuto in 21 anni di governo” è proprio Renato Brunetta.


Non è mancato, inoltre, il duro attacco alle modalità con cui Renzi è andato al potere: “Un signore che si è portato ad essere segretario attraverso delle primarie manipolatissime, c’erano pullman che andavano a votare in 5 posti diversi – ha sottolineato Berlusconi – Oggi governa con il voto di un italiano su 6 e non solo governa ma cambia anche la Costituzione. Quando lo volevamo fare noi, la sinistra diceva che era la Costituzione più bella del mondo. Questa non è democrazia”.

Cosa vuole fare da grande Berlusconi: “Una catena di sant’Antonio della libertà”
“Sono qui per iniziare una crociata di democrazia, una catena di sant’Antonio della libertà” ha spiegato Berlusconi nell’introdurre i prossimi progetti politici. “Il rischio è che non ci sia più una democrazia quindi io oggi come nel ’94 vedo il pericolo per tutti noi – ha raccontato il presidente di Forza Italia – e quindi nonostante 21 anni di battaglie ho sentito in me il senso di responsabilità ed il dovere di dover ritornare in campo per questa battaglia di libertà e democrazia“.

Una battaglia da fare senza alcuni pezzi da novanta nella storia recente del partito azzurro, primo fra tutti Denis Verdini. L’ex Cavaliere non è per niente preoccupato. Anzi. “Evviva, se ne sono andati mestieranti della politica – ha detto – Fi deve tornare ora ad essere il primo partito, dobbiamo rinnovarla”. Poi l’invito agli amministratori locali di Forza Italia: “Ora che sono andati via i mestieranti della politica c’è per voi la possibilità di rinnovamento anche per accedere alle cariche nazionale. Io volevo introdurre un cambiamento ma mi è stato impedito oggi ci sono il 60% dei posti liberati”. Dall’addio di Verdini e dei suoi da Forza Italia, lo spunto per una proposta: “Chi cambia partito va a casa. Serve il vincolo di mandato per gli eletti dal popolo”. Non poteva mancare l’appello all’unità del centrodestra: “Per vincere dobbiamo essere uniti e già oggi i partiti del centrodestra insieme sono più forti di un Pd che ha tagliato i ponti con gli altri partiti e che vuole andare da solo e si vede dalla legge elettorale“.

Silvio Berlusconi, gli 80 anni e le donne
“A 80 anni si cade in due stadi: il primo è che fai la corte alle donne ma speri che loro non ci stiano il secondo è pure peggio e cioè si fa corte alla donne ma non si ricorda più per cosa… Io continuo a essere toccato dalla gentilezza femminile e considero un gesto di generosità fare un complimento, non solo alle donne anche agli uomini. Io ai miei uomini che andavano a vendere la pubblicità dicevo che bisogna avere il sole in tasca“

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... o/2134313/
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Re: Renzi

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VIDEO
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/10/ ... ro/427652/




16 ottobre 2015 | di Gisella Ruccia
Renzi: “Miei scontrini? Tutto inventato. Il Fatto insiste? Chiedete a Travaglio, vi do il suo numero”


“La vicenda sui miei scontrini? E’ totalmente inventata.

Ci sono i fatti e i fatti sono testardi.

Vale per me, vale su per le indagini su mio padre e su quello che viene ridetto costantemente.

Il Fatto Quotidiano insiste su questa storia?

Chiedete a Travaglio vi do suo il numero di cellulare se volete”.

Così il premier Matteo Renzi, durante 24 Mattino (Radio24), risponde ad Alessandro Milan e a Oscar Giannino, che gli chiedono lumi sulle spese durante il suo mandato di sindaco a Firenze e di presidente della Provincia.

“Lo ripeto per la quarta volta” – si difende – “è tutto rendicontato.

Siamo stati i primi a mettere online le spese comunali.

Non avevo la carta di credito del Comune.

Trovo abbastanza imbarazzante che, a fronte di una vicenda totalmente inventata, da una settimana io debba rispondere su queste questioni, anziché sulla legge di stabilità.

In questi casi, si fa un bel sorrisone, si fa un bel respiro e si va avanti”.

Sulle dimissioni di Ignazio Marino da sindaco di Roma, Renzi dichiara: “Non metto il naso nelle vicende romane.

Il mio obiettivo è cercare di mettere a posto il Paese.

L’esecutivo però sarà in campo per il Giubileo: potrebbe esserci un decreto legge, approvato dal governo e poi dal Parlamento, e un ‘dream team’ bipartisan.

Nelle prossime ore possiamo utilizzare un provvedimento normativo legato al Giubileo per tenere in ordine gli autobus e alcune realtà della città.

Vale la pena di fare una piccola squadrettina fuori dai colori politici, che su 4-5 temi utilizzi la scadenza del Giubileo per sistemare i problemi di Roma”.

Il premier poi risponde a domande sulla legge di Stabilità: “Le domande sulle coperture? Ormai sono un evergreen. Sono i benaltristi, quelli che per vent’anni non hanno mai abbassato le tasse e ora che qualcuno le abbassa, dicono che andava fatto in un altro modo.

Sono affezionato ai benaltristi, mi portano bene.

La realtà è che da due anni l’Italia sta cominciando a tagliare le tasse.

Questo è il dato che interessa le persone.

Le tasse non sono più una cosa bellissima e anche da sinistra, e io sono un uomo di sinistra, si è capito che sono una cosa da ridurre”.

Poi l’accusa all’Ue: “Bruxelles non ha nessun titolo per intervenire nel merito delle misure della legge di Stabilità.

Bruxelles non è il nostro maestro che fa l’esame, è una istituzione a cui diamo 20 miliardi di euro ogni anno e ne prendiamo indietro 11.

Ogni anno diamo 9 miliardi all’Ue.

Non è che ci deve dire qual è la tassa giusta da tagliare.

La scelta sull’abolizione dell’Imu la può fare solo il Parlamento italiano.

In questi anni c’è stata una subalternità psicologica dell’Italia verso gli eurocrati.

E se Bruxelles dovesse bocciare le nostre misure, le ripresenteremmo uguali.

Così facciamo uno pari”.

Riguardo all’aumento del tetto dei contanti da 1000 a 3mila euro, il premier sottolinea: “Non è vero che favorisce l’evasione fiscale, perché non è stato il limite al contante a ridurre l’evasione, ma l’incrocio dei dati misure che abbiamo preso come la fatturazione elettronica.

La Camusso ha criticato questa misura? Che strano, non me l’aspettavo”.

E assicura: “Con l’abolizione dell’Imu e Tasi sulla prima casa non ci saranno assolutamente aumenti di altre imposte”
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Sulla prima pagina de Il Fatto Quotidiano di oggi spicca questa notizia:


I rimborsi di Renzi: pizzeria sotto casa e notti al “Raphael”



Le spese alla Provincia, mentre il suo Comune di Firenze dice ancora no alla trasparenza

Davide Vecchi | il Fatto Quotidiano 17.10.2015

Dalla pizzeria “Far West” di Pontassieve all’hotel Raphael di Roma.

Dalle pizze mangiate a cento metri dalla casa dove vive con moglie e figli all’albergo simbolo di Tangentopoli: Bettino Craxi qui soggiornava nella Capitale e qui venne bersagliato con le monetine.

Il Raphael, Renzi lo frequentava ai tempi della Provincia insieme al già allora fidatissimo Luca Lotti – capo gabinetto assunto a chiamata in Provincia – era ospitato con la carta di credito dell’ente pubblico in uso a Matteo Renzi.

È tutto rendicontato grazie al lavoro della Corte dei conti e della Procura di Firenze che nel 2012 avviarono una verifica a tappeto sulle spese di rappresentanza dell’allora presidente della Provincia.

Spese che non sono mai state pubblicate online.

Così come non sono stati ancora resi noti i dettagli di quelle sostenute da Renzi sindaco e, anche di questi, on-line non esiste alcuna traccia, se non poche voci generiche.

DA UNA SETTIMANA il Fatto chiede al premier di rendere trasparenti le sue spese, così come ha fatto l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, prima di essere costretto a dimettersi anche per le incongruenze nelle ricevute che aveva pubblicato.

Renzi preferisce non risponderci.

Ieri, intervistato a Radio24 , ha sostenuto che “la vicenda sui miei scontrini è totalmente inventata”, aggiungendo: “Trovo abbastanza imbarazzante che, a fronte di una vicenda totalmente inventata, da una settimana io debba rispondere su queste questioni”.

Quando ha risposto? Non si sa. Basterebbe rendere noti i dettagli delle spese sostenute.


Non risponde neanche ai consiglieri di opposizione del Comune di Firenze. Ancora ieri, infatti, alle quattro richieste (di cui tre andate a vuoto) presentate da Tommaso Grassi di Sel, se n’è aggiunta una quinta firmata dal Movimento 5 Stelle. Sono parcheggiate sulla scrivania del direttore generale di Palazzo Vecchio.


L’ufficio di gabinetto dell’attuale sindaco, Dario Nardella, contattato ieri dal Fatto, ha spiegato che non ha ancora dato seguito alle richieste perché “chi gestisce gli uffici sta valutando se è tenuto per legge” a consegnarli. In pratica: se sono obbligati.

E comunque “abbiamo trenta giorni di tempo per rispondere”. Forse farà prima la Corte dei conti, che a seguito dell’inchiesta del Fatto ha aperto un fascicolo per approfondire la legittimità delle spese di rappresentanza sostenute in Comune.

NELL’ ATTESA , siamo andati a spulciare ancora i dettagli dell’indagine sulle spese della Provincia svolta dai magistrati contabili e dalla procura nel 2012. Il materiale è sterminato, così ci siamo limitati a considerare l’uso della carta di credito nel solo anno 2007.

Una carta nuova di zecca: prima dell’avvento di Renzi, l’ente non aveva una carta di credito.

La introduce la delibera numero 26 con “una garanzia di 10 mila euro”. Il 2 aprile successivo però la Provincia aumenta la garanzia di altri 10 mila euro con la delibera numero 552. Tra la miriade di trasferte, viaggi, cene, ci siamo soffermati su due elementi: le cene pagate dalla Provincia alla pizzeria “Far West” di Pontassieve – dove Renzi mangia sempre con una, due, massimo tre persone, spendendo sempre cifre inferiori ai 60 euro – e le lussuose trasferte a Roma, invece, in stile prima Repubblica.

MAURIZIO MANDOLA è il titolare della “Far West” nonché amico di famiglia Renzi.

Gli chiediamo se Renzi ha mai portato qualche politico nazionale noto, qualche parlamentare.

Impossibile chiedere al ristoratore uno sforzo di memoria fino al 2007, quando Renzi usa la carta di credito della Provincia per pagare sette cene, quasi tutte di lunedì sera e per un massimo di quattro commensali.

Le motivazioni fornite come giustificativo recitano tutte la medesima dicitura: “Incontro di rappresentanza istituzionale ”.

L’8 febbraio aggiunge “parlamentari della Repubblica”, eppure, da quanto risulta dalla sua agenda e dalle agenzie di stampa dell’epoca, Renzi quel giorno aveva solo un appuntamento allo stadio Franchi di Firenze.

Con chi cena? Il 16 aprile aggiunge “organi consolari”. Ha portato dei diplomatici a mangiare una pizza a Pontassieve? Ancora: martedì 13 novembre nel giustificativo aggiunge “stampa locale”.

A Pontassieve non esiste neanche una radio.

Con chi era?

Complessivamente spende poco meno di 300 euro per sette cene. A Roma in un colpo solo.

La sera del 18 aprile 2007, Renzi striscia la carta di credito della Provincia al ristorante da “Alceste al buon gusto”, a pochi passi da piazza Navona: 280 euro per 4 coperti.

In realtà il totale è 304, ma il titolare fa un piccolo sconto, visto che già una settimana prima (il 10 aprile) il Rottamatore aveva cenato spendendo 206 euro in due. Il 21 aprile cambia e va a “Le Grotte”: totale 210 euro.

CIÒ SU CUI sembra non avere dubbi è l’albergo: a Roma scende solo al Raphael, in stanze da 200 a 350 euro a notte.

L’11 aprile salda un conto di 226 euro, il 19 aprile 253 euro, il 22 aprile altri 769 euro, il 14 giugno 485 euro e altri ancora fino al 15 dicembre, quando paga 616 euro per due alloggi: uno a nome suo e uno per Luca Lotti.

Insieme all’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Renzi va anche a Milano.

E l’albergo scelto è un bellissimo quattro stelle della catena Monrif immerso in pieno centro: l’Hermitage. Il 13 febbraio – l’anno è sempre il 2007 –la carta di credito della Provincia copre una spesa di 568 euro. Il 14 settembre successivo, invece, si ferma a 404 euro.

Poche settimane dopo, il 28 settembre, Renzi torna ma questa volta da solo e spende 202 euro.

Nel capoluogo lombardo il premier non trova un ristorante di suo gradimento tanto che cambia con frequenza ma apprezza “Il vecchio porco” dove il 13 settembre in due, presumibilmente con Lotti, spende 88 euro.


O meglio: li spende la Provincia.

Questi e molti altri scontrini e fatture, come detto, sono state recuperate dalla Corte dei Conti e dalla Procura: perché Renzi non fornisce i dettagli delle spese di rappresentanza che ha sostenuto da sindaco di Firenze?

Sicuro che sia tutta un’invenzione?


http://themeticulous.altervista.org/blo ... l-raphael/#
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

17 ottobre 2015 | di F. Q.
Maurizio Crozza inventa il Verdini tassinaro: “La porto lontano da Forza Italia”

Le tante imitazioni del comico si arricchiscono di un nuovo personaggio: quel Denis Verdini al centro della cronaca parlamentare da quando ha deciso di sostenere il percorso di riforme del governo Renzi rappresentato, per parafrasare le sue stesse parole, come un taxista: “Dove la porto? Lontano da Forza Italia?”

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