Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
pancho
Messaggi: 1990
Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da pancho »

flaviomob ha scritto:E perché i veneti hanno votato DC per mezzo secolo?
Flavio, non la posso accettare come risposta. Da te almeno no!!
Se dovessimo percorrere questa "strada" che si potrebbe dire dell'Emilia Romagna che ha sempre votato in masa il PCI e ora si sta facendo incaprettare piu di altri?


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
pancho
Messaggi: 1990
Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da pancho »

Zaia a Cittadella annuncia le radiografie a domicilio
Il presidente veneto ha inaugurato nuovi reparti ospedalieri, investimenti per 36 milioni. E un nuovo servizio
27 novembre 2015

CITTADELLA. “Siamo l’unica Regione d’Italia che ogni anno rinuncia a 400 milioni di euro per non mettere le mani nelle tasche della gente con l’addizionale Irpef per la sanità e con i ticket regionali. Siamo interessati ingiustamente dai tagli orizzontali del Governo. Eppure siamo qui a presentare un nuovo servizio unico in Veneto, a inaugurare reparti d’avanguardia con tecnologie d’avanguardia e un polo tecnologico di ultima generazione. Questa è la sanità veneta d’eccellenza”. Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, oggi all’Ospedale di Cittadella, intervenendo alla presentazione del nuovo servizio di radiologia domiciliare, all’inaugurazione della moderna centrale tecnologica, e all’inaugurazione dei reparti di Radiologia e Nefrologia e Dialisi della nuova Piastra Emergenze.
Zaia all'ospedale di Cittadella

“Cure sempre più a domicilio e sempre meno, quando possibile, in ospedale; reparti con tecnologie di ultima generazione; impianti moderni, che consumano poco e rispettano l’ambiente per dare tutta l’energia che serve per muovere un gigante come un ospedale – ha detto Zaia parlando di fronte ad una vasta platea di Sindaci e Amministratori del territorio e agli Assessori regionale Giuseppe Pan, che di Cittadella è stato Sindaco prima del passaggio in Regione, e Roberto Marcato – sono tre aspetti fondamentali delle politiche di salute e di appropriatezza della spesa in Veneto, che realizzano alcune parti significative del nuovo Piano Sociosanitario Regionale”.

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/ ... =undefined
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
paolo11
Messaggi: 3688
Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da paolo11 »

Dovremo essere tutte regioni a statuto speciale.O togliere i privilegi di quelle autonome.
Ciao
Paolo11
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da camillobenso »

paolo11 ha scritto:Dovremo essere tutte regioni a statuto speciale.O togliere i privilegi di quelle autonome.
Ciao
Paolo11

Da queste parti dicono che prima bisogna cambiare la crapa(testa) agli italiani.

MA COME SI FA'??????????
pancho
Messaggi: 1990
Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:
paolo11 ha scritto:Dovremo essere tutte regioni a statuto speciale.O togliere i privilegi di quelle autonome.
Ciao
Paolo11

Da queste parti dicono che prima bisogna cambiare la crapa(testa) agli italiani.

MA COME SI FA'??????????
A parte la questione nazionale della lega che non sa ne di pesce ne di carne e su questo sono molti i leghisti delle mie parti che se ne rendono conto (compreso le stronz..e di Salvini) per quanto riguarda invece la conduzione del territorio( e anche qui gli amministratori non seguono più di tento laloro direzione nazionale) mi e' difficile contrappormi a costoro sulla loro gestione.

Nelle mie vicinanze, a parte le loro solite strampalate dichiarazioni a riguardo della loro identità di veneti e sul concetto delle migrazioni, la gestione del territorio si e' dimostrata migliore delle precedenti amministrate dal centro sinistra.

Ci sara' pure un motivo o no?
Sara' perché pur essendo leghisti provengono da famiglie di vecchi compagni come vedo nella mia citta'?

E se sì, perché e' successo tutto questo e per quali motivi e' nata la Lega?

Ecco, se non analizziamo seriamente a fondo queste domande non ne verremo mai fuori e continueremo a controbatterli soltanto con i soliti slogan che ora usiamo anche per i penta-stellati.
.... e continueremo a perdere terreno fino alla ns. estinzione.


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da camillobenso »

Nelle mie vicinanze, a parte le loro solite strampalate dichiarazioni a riguardo della loro identità di veneti e sul concetto delle migrazioni, la gestione del territorio si e' dimostrata migliore delle precedenti amministrate dal centro sinistra.

Ci sara' pure un motivo o no?
Sara' perché pur essendo leghisti provengono da famiglie di vecchi compagni come vedo nella mia citta'?

E se sì, perché e' successo tutto questo e per quali motivi e' nata la Lega?


pancho







Proviamo a ricordarcela, la Lega, caro pancho, attinendo ad una fonte presubilmente neutra.


Lega Lombarda (partito politico)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


La Lega Lombarda è un partito politico regionalista e autonomista attivo in Lombardia, fondato il 10 marzo 1982 (ufficialmente il 12 aprile 1984), come Lega Autonomista Lombarda, da Umberto Bossi, dopo l'esperienza dell'Unione Nord-Occidentale Lombarda per l'Autonomia (UNOLPA), costituita nell'autunno del 1979.

Attualmente la Lega Lombarda esiste come sezione "nazionale" della Lega Nord in Lombardia (Lega Nord - Lega Lombarda): il suo segretario è Matteo Salvini (succeduto nel 2012 al deputato varesotto Giancarlo Giorgetti divenuto presidente nazionale avvicendando a sua volta l'ex senatore lecchese Roberto Castelli).

Nel dicembre 2013, a seguito dell'elezione di Salvini a Segretario Federale della Lega Nord, il Vice Segreretario Vicario Stefano Borghesi assume la reggenza per poi essere nominato Commissario facente funzioni, carica che ricopre fino al 18 maggio 2015, quando il Consiglio Federale della Lega Nord nomina nuovo Commissario il parlamentare brianzolo Paolo Grimoldi.



Storia



Gli anni '80


Tale movimento politico nasce dalla volontà di dare voce alle peculiarità culturali ed economiche presenti in Lombardia, alle caratteristiche che per secoli avevano reso prospere queste regioni, ma che in tempi più recenti secondo il movimento sarebbero state offuscate dall'invasione napoleonica e successivamente da Regno d'Italia.

Alle elezioni politiche del 1983 il movimento non si presenta direttamente, ma stringe un'alleanza con la Lista per Trieste all'interno della quale in Lombardia si candidano diversi esponenti della Lega Autonomista Lombarda (tra i quali Umberto Bossi) senza tuttavia eleggere nessun deputato, né senatore.

Alle Elezioni europee del 1984 la Lega Autonomista Lombarda si presenta in alleanza con altri movimenti regionali e autonomisti, quali la Liga Veneta, il Partito del Popolo Trentino Tirolese e il Moviment d'Arnàssita Piemontèisa. Il nome della coalizione è "Liga veneta - Unione per l'Europa Federalista". Bossi ottiene 1.630 preferenze.

Nel 1985 la Lega Lombarda, in abbinata alla Liga Veneta, partecipa alle elezioni regionali in Lombardia, raccogliendo 28074 voti pari al 0,46%, senza tuttavia riuscire ad eleggere nessun consigliere.

A cavallo tra la seconda metà degli anni ottanta e il 1990 il movimento raggiunge risultati ragguardevoli in Lombardia.

Nel 1986 la Lega Autonomista Lombarda assunse la denominazione di Lega Lombarda e scelse quale simbolo ufficiale del movimento un'effigie raffigurante il monumento al Guerriero di Legnano (a ricordo della Lega Lombarda storica), sormontante il profilo della Lombardia. Tale logo, pur con varie aggiunte e modifiche, rimarrà pressoché invariato anche quando il partito confluirà nella Lega Nord.
Bandiera del partito.

Alle elezioni politiche del 1987 la Lega Lombarda ottenne i suoi primi due seggi al Parlamento: Umberto Bossi fu eletto sia alla Camera (nella circoscrizione Como-Sondrio-Varese[1]) che al Senato. Optò per il Senato (diventando da allora il Senatùr); alla Camera gli subentrò Giuseppe Leoni.

Tra il 1988 e il 1989 viene completata la struttura territoriale del movimento con la costituzione delle sezioni provinciali, coincidenti col territorio della rispettiva provincia, la celebrazione dei congressi provinciali, l'elezione dei primi segretari e dei direttivi provinciali, con l'apertura di una sede in ogni capoluogo di provincia. Ultime in ordine di tempo Brescia, costituita ufficialmente il 4 novembre 1988 (ma la sede era già aperta dal marzo 1987) e poco dopo Mantova.

Nel 1989, in occasione delle Elezioni europee del 1989 del 18 giugno, la Lega Lombarda promuove insieme alla Liga Veneta e ad altre formazioni autonomiste la nascita della coalizione Lega Lombarda - Alleanza Nord ed elegge i primi 2 eurodeputati nelle persone di Francesco Speroni e Luigi Moretti già segretario provinciale di Bergamo, raccogliendo a livello nazionale 636242 voti pari al 1,86% nazionale. Nel corso del I Congress Nassional della Lega Lombarda, che si svolse il 7-9 dicembre 1989, a Segrate (MI), vennero gettate le basi per la costituzione di un nuovo soggetto politico, la Lega Nord, in cui far confluire i movimenti autonomisti già riuniti sotto il simbolo di Alleanza Nord alle precedenti elezioni europee[2].
Gli anni '90

Nel 1990 La Lega Lombarda partecipa alle elezioni regionali in Lombardia del 6 maggio con in aggiunta alla propria denominazione la dicitura Lega Nord e si afferma come secondo partito, raccogliendo in regione 1183493 voti pari al 18,94% dei consensi dietro la Democrazia Cristiana di un soffio davanti al Partito Comunista Italiano, eleggendo 15 Consiglieri su 80. Risultano eletti Franco Castellazzi a Pavia, Pietro Reina e Francesco Speroni a Varese, Corrado Tomassini, Tiziana Rogora, Michele Corti e Massimo Colombo a Milano, Corrado Della Torre e Paolo Arrigoni a Brescia, Gisberto Magri, Virgilio Castellucchio e Alessandro Patelli a Bergamo, Giorgio Conca a Cremona, Dino Scorti e Stefano Galli a Como-Lecco. Nel frattempo però alcuni esponenti danno vita a piccole scissioni, senza riuscire a mettere seriamente in crisi il movimento: nel 1989 Pierangelo Brivio, uno dei fondatori, cognato di Umberto Bossi dà vita al movimento Autonomia Alleanza Lombarda, che alle successive regionali del 1990 riuscirà ad eleggere un consigliere nella persona dello stesso Brivio; più consistente e insidiosa nel novembre 1991 la scissione operata dal presidente del movimento, anch'egli tra i fondatori, Franco Castellazzi che si distacca con alcuni consiglieri regionali (Magri, Castellucchio, Colombo, Paolo Arrigoni che però rientra dopo qualche giorno e Michele Corti che si dissocia quasi subito) e alcuni consiglieri comunali sparsi in Lombardia, tra cui Pier Gianni Prosperini, dando vita all'effimera esperienza politica della Lega Nuova. Negli stessi anni nascono altre "leghe" affini, tra le quali la più significativa è la Lega Alpina Lumbarda. Nessuna di queste esperienze politiche tuttavia si rivelò in grado di contrastare il seguito del movimento guidato da Bossi e ormai sempre più esteso a tutto il nord Italia.
Il Monumento al Guerriero di Legnano, a cui si ispira il simbolo del partito. È spesso erroneamente associato ad Alberto da Giussano

Per quattro anni (dal 1990 al 1994) lavora per il partito anche il politologo Gianfranco Miglio, eletto poi come indipendente, che propone un progetto costituzionale di riforma federale fondata sul ruolo costituzionale assegnato all'autorità federale e a quella delle macroregioni o cantoni (il progetto delle tre repubbliche del Nord o Padania, del Centro o Etruria e del Sud o Ausonia). Tra il 1991 e il 1992 lavora come collaboratrice al gruppo del Consiglio regionale della Lombardia anche Irene Pivetti.

Il 10 febbraio 1991, a conclusione del I Congresso Federale, svoltosi a Pieve Emanuele (MI), fu fondata ufficialmente la Lega Nord, sotto la guida di Umberto Bossi, come federazione dei movimenti autonomisti regionali: Lega Lombarda, Liga Veneta, Piemont Autonomista, Uniun Ligure, Lega Nord Emilia-Romagna, Alleanza Toscana, a cui si uniranno successivamente altri movimenti delle regioni del Nord.[3]

In tale occasione, la Lega Lombarda, confluendo nella Lega Nord, assunse la denominazione definitiva di Lega Nord - Lega Lombarda.

Nel maggio 1991 la nascita della Lega Nord porta una grande attenzione da parte dell'elettorato ormai stanco dei vecchi partiti tradizionali provocando grandi sorprese come alle comunali dello stesso anno dove a Brescia la Lega Lombarda raccoglie il 24,4% dei consensi superando di poco la Democrazia Cristiana al 24.3% riuscendo ad eleggere 12 consiglieri, cosa che non era mai accaduta. Da questo momento comincia la grande ascesa elettorale della Lega.

Nel 1992 dopo un anno dalla nascita della Lega Nord il partito ottiene un grande successo: il leghista Raimondo Fassa è eletto Sindaco di Varese. La Lega Lombarda ottiene il 37.3% staccando di quasi 20 punti la Democrazia Cristiana ferma al 17,7%. Si tratta di una grande vittoria per la Lega che riesce ad ottenere così il suo primo cittadino in una città che in pochi anni diventerà vera e propria capitale del leghismo. Inoltre dalle politiche dello stesso anno la Lega riesce ulteriormente a rafforzare il proprio consenso presentandosi come alternativa alla classe dei partiti sconvolta dall'inchiesta Tangentopoli ottenendo quasi il 20% in Lombardia con forte radicamento soprattutto nelle province lombarde occidentali.

Alle elezioni amministrative del 1993 la Lega Lombarda ottiene uno storico successo: Marco Formentini è eletto Sindaco di Milano al ballottaggio con il 57,1% contro il 42,9% del candidato del centrosinistra Nando Dalla Chiesa. La campagna di Formentini fortemente sostenuta da Umberto Bossi aveva avuto come cardine la corruzione dei partiti della Prima Repubblica portata alla luce dall'inchiesta Tangentopoli. Infatti è la prima volta che il candidato della Dc o del PSI non riesce ad arrivare nemmeno al ballottaggio. Nello stesso anno il fondatore Umberto Bossi lascia la guida della Lega Lombarda affidandone le redini a Luigi Negri con l'intenzione di prendere la guida del nuovo partito federale della Lega Nord. Finisce nelle indagini di tangentopoli per un finanziamento illecito al movimento di 200 milioni di lire anche Alessandro Patelli che al congresso di Assago si autodefinirà "un pirla"[4].

Nel 1994 dopo il successo di Milano la Lega Lombarda ottiene un'altra importante vittoria: dopo le elezioni regionali lombarde del 1990 la Lega risultava secondo partito della Regione al 18.94% superando il PCI per una manciata di voti al 18.76% e posizionandosi dietro la Dc al 28.56%. Dopo la caduta delle giunte di Giuseppe Giovenzana (DC) e Fiorella Ghilardotti (PCI) sotto i colpi dell'inchiesta di Mani pulite l'incarico di formare la nuova Giunta fu conferito al leghista Paolo Arrigoni che diventa così nuovo Presidente della Regione Lombardia. In Giunta entrano anche Michele Corti all'Agricoltura e Tiziana Rogora alla Formazione Professionale. Per la Lega Lombarda il 1994 è l'anno di massimo splendore con Formentini Sindaco di Milano e Arrigoni Presidente della Regione Lombardia. Nello stesso anno dopo un ottimo risultato alle europee pari al 15% in Lombardia la Lega stringe un patto con il centrodestra del Polo della Libertà di Silvio Berlusconi per le politiche che vedono la Lega Lombarda sfiorare il 20%. Il risultato porta i leader storici del partito ad entrare nel primo Governo presieduto da Berlusconi da protagonista: Roberto Maroni è nominato Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell'Interno, Giancarlo Pagliarini Ministro del Bilancio, Francesco Speroni Ministro delle Riforme e Vito Gnutti Ministro dell'Industria. Ma Bossi fin dall'inizio attacca il nuovo governo di Berlusconi, preparando la rottura che si consumerà nel gennaio 1995. Il 1 e 2 ottobre si svolge il Congresso Nazionale della Lega Lombarda, viene riconfermato Luigi Negri a cui si contrappone il consigliere regionale Corrado Tomassini che raccoglie circa un terzo dei voti congressuali[5].

Il 1995 si apre con la rottura definitiva del Polo della Libertà e l'uscita della Lega dal governo Berlusconi. A seguito di questa rottura numerosi deputati lombardi lasciano il movimento, tra cui il segretario nazionale della Lega Lombarda Luigi Negri[6]. Nel gruppo regionale non ci sono grandi contraccolpi, solo Massimo Colombo, che già aveva seguito Franco Castellazzi nell'avventura della Lega Nuova per poi rientrare, abbandona la Lega Lombarda per approdare nella neonata Alleanza Nazionale. Alle elezioni regionali del 1995 la Lega Lombarda va in corsa solitaria contro il Polo della Libertà che candida Roberto Formigoni alla Presidenza della Regione Lombardia e che vede Formigoni vincente con il 41,6% delle preferenze su Diego Masi del centrosinistra fermo al 27,6% ma senza maggioranza. La Lega forte della precedente Presidenza della Regione affidata al leghista Paolo Arrigoni, che non viene ricandidato poiché travolto dallo scandalo sulla lottizzazione delle nomine nelle aziende ospedaliere, alle elezioni ottiene da sola il 17,7% dei voti. Viene candidato alla Presidenza l'ex Ministro Francesco Speroni che posiziona la Lega Lombarda come terzo partito della regione. Intanto nuovo Segretario nazionale della Lega Lombarda è il bergamasco Roberto Calderoli, già Presidente nazionale, affiancato da uno dei leader storici della Lega, il direttore de La Padania Giuseppe Leoni come Presidente Nazionale, fortemente voluti dal leader della Lega Umberto Bossi.

Nel febbraio 1996 si procede alla sostituzione del Capogruppo in Consiglio Regionale della Lombardia. A Stefano Galli, contestato dal gruppo[7], subentra Corrado Della Torre già primo Segretario Provinciale di Brescia tra il 1988 e il 1992 e già Consigliere regionale dal 1990, che resterà alla guida del gruppo per tutta la durata della legislatura fino alle elezioni regionali del 2000. Alle successive elezioni politiche italiane del 1996 dopo la rottura della Lega con il Polo della Libertà il partito riesce a trarre i vantaggi di tutti i delusi del centrodestra raggiungendo il 23% in Lombardia e traendo molti benefici sul piano elettorale in molti comuni chiamati al voto ma favorendo anche la vittoria del centrosinistra presentatosi unito alla competizione elettorale.

Nel 1997 si vota per il rinnovo del Comune di Milano la Lega Lombarda decide di riproporre il sindaco uscente Marco Formentini che però si piazza al terzo posto con il 19.1% dei consensi riuscendo ad eleggere 7 consiglieri e diventando il secondo partito della città. Vittoria a Varese dove il leghista Aldo Fumagalli è eletto con il 54% e al Comune di Lecco dove il candidato Lorenzo Bodega riesce inaspettatamente ad andare al ballottaggio e a vincere con il 52.5% dei consensi. Bene anche le elezioni provinciale dove la Lega tocca anche il 20-25% riuscendo ad eleggere i Presidenti a Como e Varese. Stesso trend per le amministrative 1998 dove la Lega da sola viaggia nei comuni più importanti tra il 18 e il 22%. A novembre Alessandro Patelli viene sospeso dal gruppo regionale[8], è il prologo alla sua uscita dal movimento. A dicembre, su iniziativa del capogruppo Corrado Della Torre, approda in consiglio regionale, sottoscritta da tutti i gruppi di opposizione, la mozione di sfiducia contro Formigoni e la sua giunta sul caso della clinica "Galeazzi", che però sarà respinta seppur di stretta misura. È l'unica mozione di sfiducia che Formigoni avrà durante i suoi 17 anni di guida della regione, fino alle vicende giudiziarie del 2012[9][10].

Nel 1999 dopo gli ottimi risultati delle elezioni precedenti la Lega subisce una battuta di arresto alle amministrative del 1999 dove i suoi candidati autonomi registrano un consenso tra il 5 e l'8%. Risultati migliori si registrano nelle provinciali dove la Lega viaggia tra l'11 e il 16% con punte del 20% nelle Province di Lecco e Sondrio ma ben al di sotto delle competizioni precedenti. Il 5 ottobre 1999, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a Milano, durante la visita in Regione, il capogruppo Corrado Della Torre gli regala provocatoriamente una bandiera della Padania ricordandogli l'urgenza delle riforme costituzionali[11][12][13], mentre il capogruppo in consiglio Comunale di Milano, Matteo Salvini si rifiuta di stringergli la mano[14]. Il 11 e 12 dicembre 1999 si celebra anche il V Congresso della Lega Lombarda che vede la riconferma alla Segreteria Nazionale di Roberto Calderoli.
Gli anni 2000

Alle elezioni regionali del 2000, dopo i deludenti risultati elettorali del 1999, il partito, appoggia la riconferma a Presidente della Regione Lombardia di Roberto Formigoni (Forza Italia) per un secondo mandato. Formigoni ottiene il 62.4% mentre la Lega Lombarda riceve il 15.4% delle preferenze, ottenendo dieci consiglieri, tra cui il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Attilio Fontana e l'Assessore alla Cultura e Identità Ettore Adalberto Albertoni. Il capogruppo uscente Corrado Della Torre fautore al Congresso del 1999 di una linea non subalterna al Polo[15][16][17] non è ricandidato, già capogruppo dal febbraio 1996 in contrapposizione a Stefano Galli, capogruppo della Lega in Lombardia durante la Giunta del leghista Arrigoni (1994-1995) e nella prima fase della prima Giunta del forzista Formigoni (1995-2000). Al suo posto è eletto capogruppo della Lega Lombarda-Lega Nord Padania al Consiglio regionale della Lombardia Davide Boni. La Lega è la terza forza della Regione dopo Forza Italia e L'Ulivo.

Nel 2001, con il discreto risultato delle elezioni politiche in cui la Lega Lombarda ottenne mediamente l'11.3% dei consensi con picchi del 17.8% nelle province lombarde orientali nonostante la Lega a livello nazionale non avesse raggiunto la soglia di sbarramento del 4% alcuni dei suoi storici leader entrano nel nuovo Governo presieduto da Silvio Berlusconi dopo la ricostituzione dell'alleanza tra Lega Nord e Polo della Libertà rotto nel 1995: Umberto Bossi è nominato Ministro delle Riforme e della Devolution, Roberto Maroni Ministro del Lavoro, Roberto Castelli Ministro della Giustizia mentre Roberto Calderoli divenne Vicepresidente del Senato. Intanto alle Comunali la Lega conferma il trend negativo: al Comune di Milano la Lega Lombarda in sostegno del candidato del centrodestra Gabriele Albertini raccoglie il 4.4% eleggendo 3 consiglieri. Vittoria a Lecco dove il leghista Lorenzo Bodega è rieletto con oltre il 60%.

Nel 2002 dopo il calo di consensi registrato dalla Lega Lombarda e della Lega Nord il Segretario nazionale Roberto Calderoli in carica dal 1995 lascia la guida del partito per dedicarsi a tempo pieno alla carica di Vicepresidente del Senato e alla Lega Nord federale. Nuovo segretario della Lega Lombarda sarà Giancarlo Giorgetti, giovane Presidente della Commissione Bilancio della Camera fortemente voluto dagli amministratori locali affiancato dal Ministro Roberto Castelli come Presidente nazionale. Alle elezioni amministrative dello stesso anno la Lega Lombarda ritrova slancio: il leghista Aldo Fumagalli è rieletto Sindaco di Varese con il 54.4% dei consensi con la Lega Lombarda al 18% come secondo partito e nelle Province di Como e Varese vincono rispettivamente i leghisti Leonardo Ambrogio Carioni (60%) e Marco Reguzzoni (57%). Buoni risultati anche a Busto Arsizio, Cantù, Cassano Magnago, Crema, Desenzano, Erba Legnano, Meda, Magenta, Pieve Emanuele, Rho e Tradate dove la Lega Lombarda viaggia tra il 6 e l'8% con picchi del 28.5% come a Cassano, paese natale di Bossi.

Nel 2003 trend positivo confermato anche con le comunali dove la Lega Lombarda oscilla tra l'8 e 12 % riuscendo ad eleggere anche alcuni sindaci correndo da sola nei centri più piccoli o in alleanza con il centrodestra come a Sondrio strappando il Comune al centrosinistra.

Nelle elezioni europee del 2004 la Lega Lombarda subisce qualche perdita di consenso che tuttavia rimane quasi invariato rispetto alle politiche del 2001 (11.2%). Dopo l'esperimento della corsa solitaria nei piccoli centri del 2003 la Lega Lombarda ripropone lo stesso schema per le amministrative 2004 ma registra un calo di consensi come a Bergamo e Cremona portando all'elezione di sindaci del centrosinistra presentatosi unito. Stesso discorso si registra nelle provinciali dove la Lega ha sempre incrementato i suoi consensi rispetto alle comunali ma dove stavolta viaggia piuttosto bassa tra il 9 e il 13% per toccare il 20-22% nelle Province di Bergamo e Lecco. Successo invece nella Provincia di Sondrio dove Fiorello Provera riesce inaspettatamente ad arrivare al ballottaggio e strappare la Provincia agli alleati della Casa delle Libertà con il 70% dei consensi.

Nel elezioni regionali del 2005 la Lega Lombarda decide di sostenere nuovamente la candidatura ad un terzo mandato del Governatore della Lombardia Roberto Formigoni (Casa delle Libertà). Nonostante il crollo del centrodestra in tutta Italia in Lombardia e in Veneto grazie al supporto determinante della Lega la Casa delle Libertà riesce a limitare i danni e a vincere. Formigoni viene rieletto per un terzo mandato con il 53.4% mentre la Lega Lombarda riesce a consolidare il suo bacino ottenendo il 15.8% con 11 consiglieri eletti e si ripiazza al terzo posto come partito della Lombardia. A sostegno dell'ottimo risultato il nome dell'ex capogruppo della Lega Nord alla Camera dei Deputati dal 2001 al 2005 Alessandro Cè gira come nuovo Vicepresidente della Giunta nomina poi affidata dal Presidente Formigoni a Viviana Beccalossi (Alleanza Nazionale). Cè è nominato Assessore alla Sanità mentre Davide Boni va all'Urbanistica e Ettore Adalberto Albertoni confermato alla Cultura. Il leghista Attilio Fontana è rieletto Presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Massimo Zanello è indicato capogruppo del gruppo Lega Lombarda-Lega Nord Padania al Consiglio regionale della Lombardia, incarico che manterrà per un anno fino al 2006 quando sarà nominato Assessore alla Cultura subentrando ad Ettore Adalberto Albertoni eletto nuovo Presidente del Consiglio lombardo in sostituzione di Fontana, proclamato Sindaco di Varese.

Nel maggio 2006 dopo le elezioni politiche che hanno portato Lega e centrodestra all'opposizione nonostante la Lega Lombarda pur perdendo qualcosa aveva consolidato il suo consenso pari all'11.2% in Lombardia, si vota per il rinnovo del Comune di Milano. La Lega Lombarda sostiene il candidato del centrodestra l'ex Ministro dell'Istruzione Letizia Moratti tuttavia il Caroccio come già visto nelle scorse elezioni non riesce a radicarsi in città dopo la vittoria del primo e ultimo Sindaco leghista Marco Formentini nel 1994.La Lega ottiene il 3.7% riuscendo ad eleggere solo 2 consiglieri. Ottimi i risultati ottenuti a Varese dove l'ex Presidente del Consiglio regionale lombardo Attilio Fontana è eletto al primo turno il 57.8% con la Lega che ottiene il secondo posto poco sotto al 20% e a Lecco con Antonella Faggi eletta con il 53.5% dei consensi e la Lega Lombarda al 14%. Buoni risultati nei centri piccoli e medi della Lombardia. Nuovamente capogruppo regionale ritorna Stefano Galli, ininterrottamente in regione dal 1990 e già presidente del gruppo leghista in Regione Lombardia durante la Giunta Arrigoni (1994-1995) e negli ultimi mesi del 1995 all'inizio della VI legislatura, con la prima Giunta Formigoni (1995-2000) poi estromesso da Corrado Della Torre ed ex Presidente Nazionale della Lega Lombarda dal 1999 al 2002.

Nel 2007 con la crisi del centrosinistra la Lega Lombarda si rafforza notevolmente. A Monza è eletto Sindaco il leghista Marco Mariani al primo turno con il 53.7% dei consensi con una Lega che tocca il 9% o a Como dove la Lega in sostegno del candidato della Casa delle Libertà supera il 10% risultando fondamentale per la vittoria mentre per le rispettive Province i Presidenti uscenti il leghista Leonardo Carioni a Como e il leghista Marco Reguzzoni a Varese sono riconfermati con il 67% con una Lega ormai oltre il 20% come secondo partito. Ma sono nei piccoli e medi centri dell'interland lombardo che la Lega fa il pieno di voti grazie ad accordi con il centrodestra riesce a fare eleggere molti dei suoi sindaci o contribuire alla vittoria degli alleati viaggiando ora tra il 12 e il 18% dei consensi.

Nelle elezioni politiche italiane del 2008 come già visto nelle elezioni comunali del 2007 la Lega Lombarda rafforza notevolmente il suo consenso passando dall'11.2% del 2006 al 20.8% del 2008 con punte del quasi 30% per le province lombarde. Forte di questo risultato la Lega ormai terzo partito del Parlamento dopo PdL e Pd diventa determinante nella nascita del nuovo Governo: Umberto Bossi torna al Ministero delle Riforme, Roberto Maroni al Ministero dell'Interno, Roberto Calderoli al Ministero della Semplificazione mentre Roberto Castelli è nuovo Viceministro alle Infrastrutture. Nel 2008 nuovo avvicendamento alla Presidenza del Consiglio regionale con Albertoni che lascia la politica e il Consiglio per tornare ad insegnare viene eletto nuovo Presidente Giulio Achille De Capitani.

Nelle 2009 la Lega Lombarda mantiene il suo consenso rispetto alle politiche 2008 posizionandosi poco sotto il 20% mentre alle comunali dello stesso anno la Lega risulta fondamentale per la vittoria degli alleati del PdL a Bergamo, Cremona e Pavia mentre nei centri più piccoli il partito riesce ad eleggere sempre in accordo con il centrodestra alcuni suoi sindaci arrivando anche a toccare il 20% del consenso. I risultati migliori però si registrano nelle elezioni provinciali dove ormai in molte circostanze la Lega Lombarda risulta essere il primo partito staccando anche il più grande partito del Paese ovvero gli alleati del PdL: a Bergamo l'ex capogruppo della Lega al Senato dal 2001 al 2004 Ettore Pirovano è eletto Presidente della Provincia con il 60% dei consensi mentre la Lega Lombarda raggiunge il 35.5% risultando primo partito staccando di oltre 10 punti il Pdl fermo al 22%; a Sondrio il leghista Massimo Sertori è eletto Presidente con il 61% mentre la Lega registra il 33% staccando di quasi 5 punti il PdL fermo al 28% mentre a Brescia l'ex Sottosegretario al Tesoro Daniele Molgora della Lega è eletto con il 55.5% con la Lega Lombarda al 26.4% poco al di sotto del PdL al 27%.A Cremona, Lecco, Lodi, Monza e Brianza stessa situazione Lega tra il 20 e il 23% poco distante dai maggiori partiti di PdL e Pd risulta fondamentale per far vincere il centrodestra. Alle provinciali di Milano l'alleanza con la Lega che raccoglie il 15% porta il centrodestra a strappare la storica Provincia al centrosinstra dopo un ballottaggio finito 50.2% contro 49.8% per Guido Podestà, candidato PdL.
Gli anni dal 2010 ai giorni nostri

Nelle elezioni regionali italiane del 2010 la Lega Nord dopo aver ottenuto il via libera degli alleati del centrodestra alla candidatura di suoi esponenti alla Presidenza della Regione Piemonte e della Regione Veneto decide di dare il proprio sostegno alla candidatura per un quarto mandato consecutivo alla Presidenza della Regione Lombardia di Roberto Formigoni (PdL). Formigoni viene rieletto per un quarto mandato consecutivo con il 56.10% dei consensi mentre la Lega Lombarda ottiene il risultato più importante dalla sua fondazione pari al 26.20% dei consensi raddoppiando quasi il valore del 2005 e riuscendo ad eleggere ben 22 consiglieri regionali staccando il principale partito d'opposizione il PD (terza forza a livello regionale di circa tre punti fermo al 22.89% poco sotto agli alleati del PdL primo partito con un vantaggio di sei punti al 31.78%. Il voto porta la Lega Lombarda a diventare la seconda forza politica della Regione Lombardia. Grazie all'ottimo risultato conseguito la Lega assume una rilevanza fondamentale nella composizione del nuovo Consiglio e della nuova Giunta della Regione Lombardia. Andrea Gibelli, ex capogruppo della Lega Nord alla Camera dal 2005 al 2006 è nominato dal Presidente Formigoni nuovo Vicepresidente della Regione Lombardia e Assessore all'Industria mentre Davide Boni, ex Assessore regionale all'Urbanistica ed ex capogruppo leghista al Pirellone è eletto nuovo Presidente del Consiglio regionale della Lombardia. La Lega ottiene inoltre altri 4 assessorati e un sottosegretariato: Luciano Bresciani, medico di Bossi diventa Assessore alla Sanità, Giulio Achille De Capitani, ex Presidente del Consiglio regionale dal 2008 al 2010 diventa Assessore all'Agricoltura, Daniele Belotti, fondatore del Movimento giovanile leghista dei Giovani Padani diventa Assessore all'Urbanistica e Territorio, Monica Rizzi, unica donna in Giunta, Assessore allo Sport mentre l'ex Assessore alla Cultura ed ex capogruppo leghista in Regione Lombardia Massimo Zanello Sottosegretario al Cinema. Stefano Galli è nominato nuovamente capogruppo del gruppo Lega Lombarda-Lega Nord Padania al Consiglio regionale della Lombardia.

Brutto colpo per la Lega Lombarda alle amministrative dello stesso anno: Virginio Brivio, ex Presidente della Provincia di Lecco e candidato del centrosinistra è eletto Sindaco di Lecco al primo turno con il 50.2% dei consensi staccando di quasi sei punti il candidato del centrodestra il senatore della Lega Roberto Castelli, Viceministro alle Infrastrutture ed ex Ministro della Giustizia nonché Presidente Nazionale della Lega Lombarda fermo al 44.2% infatti a Lecco la Lega esprimeva il Sindaco da quasi 20 anni mentre il centrodestra governava ininterrottamente da quasi 25. Vittoria invece del centrodestra e della Lega Lombarda a Mantova roccaforte del centrosinistra in Lombardia grazie al supporto di una larga coalizione tra PdL, Lega e UdC.

Nel 2011 con la crisi politica del Governo Berlusconi IV tutta la maggioranza di centrodestra esce punita dalle urne. A Milano per il rinnovo del Comune dopo l'idea da parte della Lega Lombarda di candidare a Sindaco il giovane europarlamentare a capogruppo leghista in Comune Matteo Salvini i leghisti decidono di convergere nuovamente sul Sindaco uscente Letizia Moratti in cambio dell'incarico di Vicesindaco da affidare allo stesso Salvini o al Viceministro Roberto Castelli. Le elezioni vedono la Moratti sconfitta e la vittoria dopo 17 anni del centrosinistra tuttavia la Lega strappa un 9.64% e quattro consiglieri eletti che rappresentano un incremento rispetto alle comunali del 2006 ma un ridimensionamento rispetto alle regionali 2010. A Varese Attilio Fontana è costretto al ballottaggio dopo 20 anni in cui la Lega vinceva al primo turno, vincendo con il 54% mentre nelle Province di Mantova e Pavia i candidati leghisti supportati dal PdL sono sconfitti al ballottaggio dal centrosinistra. Sconfitte importanti per la Lega Nord a Gallarate, Rho e Desio dove però decide di non schierarsi con gli alleati del PdL correndo in solitaria raccogliendo mediamente il 26% ma venendo battuta dal centrosinistra unito al ballottaggio.

Nel 2012 con la rottura dell'alleanza storica tra PdL e Lega e gli scandali che hanno coinvolto il partito e il leader Umberto Bossi la Lega esce fortemente penalizzata dal voto comunale. A Como il candidato leghista arriva quinto passando dall'11% al 7% ma la sconfitta più dura arriva da Monza, sede fortemente voluta dalla Lega delle sezione distaccate di alcuni Ministeri, dove il sindaco uscente il leghista Marco Mariani totalizza l'11.2% dopo essere stato eletto al primo turno con il 53.5%. Pesanti le sconfitte a Buccinasco, Cantù, Crema, Erba, Desenzano, Legnano, Lissone, Magenta, Meda, Pieve Emanuele, Tradate e Cassano Magnago, paese natale di Bossi con la Lega sotto al 20% fuori dal ballottaggio, dove in molti casi la Lega riesce ad andare al ballottaggio superando il PdL ma viene sconfitta dal centrosinistra che in quelle realtà non aveva mai governato. In aprile a seguito delle indagini che l'hanno coinvolta[18] si dimette da Assessore regionale Monica Rizzi[19][20][21]. Il 2 giugno 2012 si celebra a Bergamo il VIII Congresso Nazionale e si vota il successore di Giancarlo Giorgetti alla Segreteria nazionale della Lega Lombarda. Viene eletto Matteo Salvini, europarlamentare e capogruppo della Lega Nord al Comune di Milano, sponsorizzato dall'ala vicina a Roberto Maroni, con l'80% dei voti contro il 20% del senatore e Sindaco di Lazzate Cesarino Monti, appoggiato dall'ala vicina all'ex Segretario federale Umberto Bossi. Roberto Calderoli viene contestato e attaccato per il suo operato con Berlusconi dall'ex capogruppo in Consiglio regionale della Lombardia Corrado Della Torre che l'ha accusato di aver eseguito il peggior berlusconismo "col ghigno servile del collaborazionista"[22][23][24]

Il 2013 si apre all'insegna degli scandali e delle inchieste della magistratura che riguardano sia la famiglia Bossi, sia la Giunta regionale di Formigoni. Il Consiglio Regionale per la prima volta nella sua storia viene sciolto anticipatamente, il capogruppo Stefano Galli pesantemente coinvolto negli scandali e nelle inchieste sulla gestione dei fondi del gruppo regionale[25][26][27][28] non viene ricandidato, come pure altri consiglieri uscenti. Alle successive elezioni regionali diventa Presidente della Regione Lombardia l'ex ministro dell'Interno e segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni che in Consiglio decide di iscriversi al gruppo della "Lista civica Maroni Presidente"[29].

Nel 2015 il congresso nazionale per l'elezione del Segretario in sostituzione di Matteo Salvini inizialmente convocato a Brescia per il 24 maggio 2015[30], è stato annullato il 18 maggio dal Consiglio Federale che ha inoltre disposto la sostituzione del commissario facente funzioni Stefano Borghesi con Paolo Grimoldi che avrebbe dovuto essere uno dei candidati per la segreteria[31]. Il congresso nazionale si è celebrato, sempre a Brescia, sabato 21 novembre 2015 e Paolo Grimoldi è stato eletto Segretario per acclamazione
pancho
Messaggi: 1990
Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da pancho »

Zione, non puoi farmi un sunto di tutto questo malloppo 'che non ho alcuna intenzione di leggermelo tutto? Mi blocca la digestione ;)

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da camillobenso »

pancho ha scritto:Zione, non puoi farmi un sunto di tutto questo malloppo 'che non ho alcuna intenzione di leggermelo tutto? Mi blocca la digestione ;)

un salutone

Non intendevo incrementare la vendita di Maaloxina, Bicarbonato o Amaro Medicinale Giuliani, ma solo avere una base di partenza storica per rispondere alla tua domanda.

Dal “mattone” sopra riportato leggiamo:

La Lega Lombarda è un partito politico regionalista e autonomista attivo in Lombardia, fondato il 10 marzo 1982 (ufficialmente il 12 aprile 1984), come Lega Autonomista Lombarda, da Umberto Bossi, dopo l'esperienza dell'Unione Nord-Occidentale Lombarda per l'Autonomia (UNOLPA), costituita nell'autunno del 1979.


Quindi, dal punto di vista storico, la Lega nasce per mano di Umberto Bossi.

Sempre Wikipedia ci ricorda i trascorsi del “Senatur”, che per sua ammissione, “ce l’aveva sempre dur”:

Gli inizi dell'impegno in politica
Esistono diverse testimonianze della militanza a sinistra di Umberto Bossi negli anni giovanili, anche se non fu un sessantottino. Nei primi anni settanta ha militato, in rapida successione, nel gruppo comunista de il manifesto, nel Partito di Unità Proletaria per il comunismo, di estrema sinistra, nell'Arci e nei movimenti ambientalisti.[9]
Nel 1975 risulta iscritto al Partito Comunista Italiano, previo versamento di un contributo d'iscrizione presso la sezione locale di Verghera di Samarate. Dai registri ufficiali dell'organizzazione risulta essere registrato in qualità di medico, pur non avendo mai conseguito il titolo abilitante all'esercizio della professione[10][11] (al riguardo, alcuni articoli giornalistici, suffragati dalla dichiarazione della prima moglie Gigliola Guidali, suggeriscono che avrebbe lasciato credere di svolgere la professione medica per un certo lasso di tempo).[11][12][13][14][15]
Inizialmente negata la militanza comunista, lo stesso ammetterà che per alcuni mesi fra il 1974 e 1975 fu impegnato in un'iniziativa di solidarietà del Partito Comunista Italiano di Verghera di Samarate, collaborando all'organizzazione di una raccolta di fondi a sostegno dei dissidenti di Augusto Pinochet, il generale cileno che aveva instaurato nel Paese una dittatura militare,[10][13] il conferimento della tessera potrebbe essere stato il premio per l'impegno svolto a favore del partito.[16]



Una corrente di pensiero sostiene anche che l’Umbertino fosse diventato segretario di una sezione del Pci di Cassano Magnago, sua città natale. Notizia occultata da Wikipedia.

Per quanto mi riguarda, io ho inquadrato ai tempi l’Umbertino, per una intervista rilasciata dalla sorella.

A mio parere voce più che attendibile perché lo conosceva bene.
"L’Umberto non ha mai avuto voglia di lavorare."

Ergo, più che normale che si buttasse in politica. Tutto, ....ma lavorare,....... mai.

Fare i dané SI, ma senza lavorare.

"E peau disen dei terun che g’han minga vueia de laurà!( e poi dicono che i meridinionali non hanno voglia di lavorare!)".

L’Umbertino, anche dal cognome tipicamente padano, molto probabilmente discendeva dai lanzichenecchi. Ramo: quelli che non avevano voglia di lavorare.

C’è sempre una pecora nera in famiglia.

CONTINUA
pancho
Messaggi: 1990
Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da pancho »

Zaia: "Vietermo il burqa, come in Lombardia"
Il governatore a Padova: "Condivido in pieno l'iniziativa del collega Maroni"


PADOVA. «Condivido in pieno l'iniziativa del collega Roberto Maroni e la faremo anche noi qui in Veneto». Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, priferendosi all'iniziativa della Lombardia di vietare l'uso del burqa e del velo integrale nei musei, negli ospedali e negli uffici

«Ma in questo modo - ha aggiunto Zaia, a margine di un incontro a Padova - si rischia di creare una situazione a macchia di leopardo. Il Governo deve decidere che non si può usare il burqa ovunque. Che senso ha vietarlo nei musei e non negli stadi, nei cinema e negli altri luoghi di grande aggregazione? Deve essere vietata allo stesso modo ogni forma di travisamento, soprattutto in questo momento in cui siamo più sensibili alla minaccia del terrorismo». «Si tratta in ogni caso - ha concluso - del massimo segno della non integrazione. Diverso è il discorso sul velo che copre solo il capo e che usavano anche le nostre nonne».

http://tribunatreviso.gelocal.it/region ... 1.12607487
--------------------------
Cosa si può trovare tanto di scandaloso in queste dichiarazioni?

Si potrà dire che usa questo assist dato da altri a suo favore .
Questo si ma chi ha dato questo assist a Zaia se non coloro che lasciano spazi per non dare risposte?

Il PD è la sinistra continuano a dire che esiste già una legge che già tutela queste situazioni ma se fosse vero anche questo(verificherò sul web), che paura può far questa dichiarazione?

E poi, se si vuol parlare di sicurezza nei luoghi pubblici che senso avrebbe non farlo anche fuori da questi luoghi? A pari passo dovrebbe essere vietato anche il casco integrale se vogliamo completare il discorso.

Quindi, è il non dare risposte chiare e ben precise che permettono alla lega il proselitismo, sopratutto in queste zone.


Un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
Messaggi: 17353
Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Perchè il Veneto vota Lega Nord? Discutiamone

Messaggio da camillobenso »

pancho ha scritto:Zaia: "Vietermo il burqa, come in Lombardia"
Il governatore a Padova: "Condivido in pieno l'iniziativa del collega Maroni"


PADOVA. «Condivido in pieno l'iniziativa del collega Roberto Maroni e la faremo anche noi qui in Veneto». Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, priferendosi all'iniziativa della Lombardia di vietare l'uso del burqa e del velo integrale nei musei, negli ospedali e negli uffici

«Ma in questo modo - ha aggiunto Zaia, a margine di un incontro a Padova - si rischia di creare una situazione a macchia di leopardo. Il Governo deve decidere che non si può usare il burqa ovunque. Che senso ha vietarlo nei musei e non negli stadi, nei cinema e negli altri luoghi di grande aggregazione? Deve essere vietata allo stesso modo ogni forma di travisamento, soprattutto in questo momento in cui siamo più sensibili alla minaccia del terrorismo». «Si tratta in ogni caso - ha concluso - del massimo segno della non integrazione. Diverso è il discorso sul velo che copre solo il capo e che usavano anche le nostre nonne».

http://tribunatreviso.gelocal.it/region ... 1.12607487
--------------------------
Cosa si può trovare tanto di scandaloso in queste dichiarazioni?

Si potrà dire che usa questo assist dato da altri a suo favore .
Questo si ma chi ha dato questo assist a Zaia se non coloro che lasciano spazi per non dare risposte?

Il PD è la sinistra continuano a dire che esiste già una legge che già tutela queste situazioni ma se fosse vero anche questo(verificherò sul web), che paura può far questa dichiarazione?

E poi, se si vuol parlare di sicurezza nei luoghi pubblici che senso avrebbe non farlo anche fuori da questi luoghi? A pari passo dovrebbe essere vietato anche il casco integrale se vogliamo completare il discorso.

Quindi, è il non dare risposte chiare e ben precise che permettono alla lega il proselitismo, sopratutto in queste zone.


Un salutone



………….permettono alla lega il proselitismo, sopratutto in queste zone.



La risposta per l’azione globale della Lega Nord, l’hai data tu, caro pancho, nell’ultima riga, sopra riportata.

Salvini, il felpato, con regolare scritta della città per ricordarsi dove si trova, si è messo in testa di prendere a tutti i costi Palazzo Chigi.

Se le cose stanno così, potremmo affidare quel che resta dell’Italia, direttamente all’ultimo piazzista del Callifugo Ciccarelli. Tanto è la stessa cosa.

Il felpato, si è trovato in una fase della storia Del Bel Paese in cui la mummia cinese è rientrata nel sarcofago e di conseguenza ha perso la guida del centrodestra.

E’ già tanto che chi faceva il palo nella banda dell’Ortica ( quartiere milanese),
(JANNACCI Enzo - Faceva il palo nella banda dell'ortica ... Live -----
https://www.youtube.com/watch?v=ZbXDPHE8Oes
https://www.youtube.com/watch?v=eMBBS1UU-wg
Testo --- http://wikitesti.com/faceva_il_palo/
)
guidi la coalizione di centrodestra in questa fase tragica.

Oggi si sono invertite le parti. Nel ventennio della mummia cinese, la Lega era la ruota di scorta del Caimano, mentre ora a far da ruota di scorta è quel che resta del partito del berlusca, attraversato da logoranti lotte intestine tipiche dei fine ciclo.

Per un nobile decaduto è sempre dura fare da maggiordomo al suo ex maggiordomo.

Ovviamente tutti i chierici concorrono all’idea di portare il felpato a Palazzo Chigi. Ognuno a suo modo, per quel che può dare alla causa.

Se io fossi schierato dall’altra parte, con l’Isis, con l’incarico di responsabile delle operazioni in Europa, a questa notizia di Zaia, manderei subito un gran mazzo di rose alla signora Zaia, con tanto di biglietto di accompagnamento di questo tono:

Con mille ringraziamenti
Abdul el Camel



Perché i ringraziamenti?

Perché Zaia mi ha dato una mano per le mie operazioni in Europa.

Gli italiani, ma soprattutto i lombardo veneti si sentirebbero rassicurati dall’aver tolto l’uso del burqa e del velo, e quindi mi lascerebbero il via libera per il trasporto di armi o parti di esse, non che di esplosivo, sotto i lunghi sottanoni delle suorine e suorone mussulmane.

Nessuno si permetterebbe di controllare sotto le sottane.

Anche perché averle costrette a togliere burca e veli è già motivo di soddisfazione e di successo che può bastare.

La sicurezza oggi non passa per il burca o nei veli, ma cosa si può nascondere sotto i sottanoni.


PS. A Zaia farei venire una doppia botta di gelosia.

1) – Perché insinuo che la moglie abbia una ammiratore o un amante segreto

2) – Ma soprattutto perché è anche mussulmano, (Và de retro satana)
Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Majestic-12 [Bot] e 15 ospiti