Ministro Boschi.
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Re: Ministro Boschi.
Salva banche, la lettera di Bruxelles a Padoan alla vigilia del decreto che ha azzerato i risparmi degli investitori truffati
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Nella missiva nessun divieto all'Italia di tutelare i depositi, bensì il richiamo alla normativa sugli aiuti di Stato. Oltre al rinvio della scelta finale alle autorità italiane
di F. Q. | 23 dicembre 2015
Commenti (41)
Se uno Stato membro “opta per l’uso del sistema di garanzia dei depositi” per ricapitalizzare una banca, allora “l’utilizzo di questo strumento è soggetto alle norme europee sugli aiuti di Stato“. Lo sottolinea la lettera inviata dai commissari Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, e alla Stabilità finanziaria, Jonathan Hill, al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, lo scorso 19 novembre a proposito delle proposte italiane per mettere in sicurezza i quattro istituti poi tutelati dal Salva banche. Al contrario, sostiene ancora la missiva, “se altre banche decidono da sole di intervenire in un meccanismo pienamente privato, questo esula dall’ambito del controllo Ue sugli aiuti di Stato”. Il fondo interbancario tutela depositi italiano, con lo stato che impone alle banche di contribuirvi, rientra così negli aiuti pubblici. I commissari ricordano quindi che “c’è anche una semplice logica soggiacente” alla missiva: “il sostegno pubblico deve arrivare solo in ultimo ricorso”, altrimenti le regole Ue che salvaguardano i contribuenti “potrebbero essere facilmente aggirate”.
“Riteniamo non ci sia contraddizione tra le direttive” per la risoluzione delle banche e quella per la tutela dei depositi, si legge ancora nella lettera secondo cui appunto l’uso del fondo di garanzia dei depositi rientra nella materia degli aiuti di stato e fa scattare la risoluzione. “Pur rispettando il fatto che spetta alle autorità italiane determinare l’approccio e i metodi, è chiaro che la Commissione sarebbe sempre a favore di soluzioni private o basate sul mercato, dove possibile, e ovviamente questo si riflette nelle regole applicabili”. I “contatti” sul salvataggio delle 4 banche tra Bruxelles e Roma “sono cominciati a maggio”, e la “cooperazione tra i nostri servizi è stata costruttiva, e vorremmo esprimere il nostro apprezzamento”, aggiungono Hill e Vestager, spiegando che la loro intenzione “durante questo processo” era di “fornire guida e supporto alle autorità italiane per trovare rapidamente soluzioni pragmatiche e corrette”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... i/2329054/
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Re: Ministro Boschi.
Situazione banche a caso Boschi. Come le avremmo potuto risolvere?camillobenso ha scritto:pancho ha scritto:La domanda allora mi viene più spontanea che mai: Cosa avremmo fatto noi, ORA, al posto loro?
un salutone
Per poterti rispondere ho bisogno di sapere a cosa ti riferisci con il "noi".
Un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Ministro Boschi.
pancho ha scritto:Situazione banche a caso Boschi. Come le avremmo potuto risolvere?camillobenso ha scritto:pancho ha scritto:La domanda allora mi viene più spontanea che mai: Cosa avremmo fatto noi, ORA, al posto loro?
un salutone
Per poterti rispondere ho bisogno di sapere a cosa ti riferisci con il "noi".
Un salutone
Dipende.
Se siamo a favore della truffa continua lasciamo le cose così come stanno.
Compreso il conflitto di interessi confezionato su misura da Frattini per Berlusconi. Che si prestava benissimo anche ad altri per quando si fosse presentata l’occasione. C.V.D.
Oltre a:
27 dic 2015 14:36
POPOLARI IN VENDITA
- CHI INTENDE RIVALERSI CONTRO I VECCHI ISTITUTI RESTERÀ FREGATO: DOVRÀ PROCEDERE CONTRO LE “VECCHIE” BANCHE CHE ORMAI SONO SCATOLE VUOTE E I RISARCIMENTI SARANNO DIFFICILI
- OLIVER WYMAN E SOCIÉTÉ GENERALE SARANNO ADVISOR PER LE CESSIONI
Dossier non semplice: Bruxelles vuole chiudere tutto per giugno 2016, realizzando un processo trasparente e competitivo (sono previste aste pubbliche) e soprattutto evitando che 3,6 miliardi erogati dal Fondo per i salvataggi favoriscano i compratori, pena l' aiuto di Stato… -
Andrea Greco per “la Repubblica”
Ognuno per la sua strada.
Le "nuove" quattro banche Marche, Etruria, Cariferrara, Carichiesti hanno annunciato, dopo i cda riuniti il 23 dicembre che «in linea con la direttiva del Bail-in e con la norma italiana di recepimento, non sono titolate ad attivare nuove azioni di responsabilità e al contempo non possono essere oggetto di azioni dei precedenti soci e obbligazionisti subordinati». Chi intende rivalersi contro le condotte dei vecchi amministratori, già allontanati e in qualche caso indagati, dovrà quindi farlo sulle quattro "vecchie" banche. Solo che ormai sono scatole semivuote, poste in liquidazione coatta amministrativa dal Tesoro.
Le quattro "nuove" banche invece, «al lavoro per tornare a sostenere i territori e le loro comunità », proseguono nel percorso previsto dai rigidi paletti della normativa Ue. In queste ore è in dirittura la nomina degli advisor: che sarebbero Oliver Wyman che aveva già assistito il Fondo interbancario nei tentativi (stoppati dall' Ue) di intervenire sulle quattro banche - come consulente strategico, mentre Société Generale per l' assenza di conflitti di interesse si sarebbe aggiudicata il mandato di advisor finanziario.
Insieme dovranno indicare ai cda guidati da Roberto Nicastro il percorso e le condizioni migliori per cedere le quattro attività.
Dossier non semplice: Bruxelles vuole chiudere tutto per giugno 2016, realizzando un processo trasparente e competitivo (sono previste aste pubbliche) e soprattutto evitando che 3,6 miliardi erogati dal Fondo per i salvataggi favoriscano i compratori, pena l' aiuto di Stato.
La fretta, però, non fa negoziare bene: c' è il rischio che si debbano cedere i quattro istituti in blocco, comunque a sconto rispetto al loro valore, perché inevitabilmente i compratori offriranno condizioni "prendere o lasciare" per impieghi, marchi e filiali; con possibili ritorsioni sulla tenuta occupazionale dei 6mila dipendenti, cui nella nota del 23 i cda hanno espresso «profonda riconoscenza per la passione e l' impegno».
Se la strada dei "nuovi" è in salita ma chiara, quella dei "vecchi" risparmiatori è un ponte nel vuoto.
Mercoledì è stata costituita la Rev spa, nome della società della bad bank che acquisirà gli 8,5 miliardi di sofferenze dei quattro gruppi (svalutati a 1,5 miliardi, su diktat dell' Ue) e sarà presieduta da Livia Pomodoro.
Mentre non sono ancora chiari i contorni dell' attivo e del passivo delle "vecchie banche" su cui ex soci e obbligazionisti subordinati dovrebbero rivalersi. «Il governo è ancora in tempo a riparare i danni subiti da 130mila famiglie espropriate nel caso banche hanno chiesto Adusbef e Federconsumatori - dia rimborsi integrali, invece delle elemosine arbitrali che i truffati non accetteranno mai: basterebbero due anni del dividendo che Bankitalia gira alle banche sue socie».
Ad Arezzo intanto il vescovo Riccardo Fontana nell' omelia di Natale ha detto: «In questo anno della misericordia voglio ben sperare che chi ha potere di aggiustare le cose non dimentichi coloro che, senza colpa, hanno perso i loro modesti risparmi».
http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... 115710.htm
^
Se per “noi” intendi noi del forum, dovremmo riesumare De Gasperi ed Einaudi oltre ad almeno l’80% di parlamentari di quella prima stagione del dopo guerra, per tentare di riordinare il sistema bancario attuale. Ma non garantisco la riuscita, perché allora il tessuto sociale tricolore era costituito da persone dentro e fuori dalle istituzioni che facevano dell’onestà e del proprio onore una bandiera individuale e collettiva.
Avevano inoltre l’ambizione di far crescere il Paese, perché lo spirito nazionalista e di comunità in cammino era la normalità.
Qui invece siamo oramai in un tessuto sociale in cui il banditismo e la truffa continua conseguente è una ragione di vita, ed un titolo di merito.
Se tu conosci, caro pancho, chi ha ereditato la bacchetta magica della Fata Turchina, potremmo farcela prestare. Forse, e ripeto forse, si potrebbe venire a capo di qualche cosa.
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Re: Ministro Boschi.
Boschi & Soci
i quattro istituti salvati dal GOVERNO
Le nuove banche ai risparmiatori: «Non daremo risarcimenti»
Altolà dei consigli degli istituti risanati. Il Tesoro non esclude l’aumento delle risorse del Fondo di solidarietà Il nodo delle richieste ai liquidatori. Un decreto dovrà definire i criteri per i rimborsi che saranno valutati caso per caso
di Mario Sensini
Il diritto al risarcimento del danno è salvo. Il guaio è non c’è più nessuno, a parte il Fondo di solidarietà, ed entro limiti molto stretti, che potrebbe risarcire gli investitori eventualmente truffati da Banca Marche, Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti nel collocamento delle obbligazioni subordinate.
Le loro azioni di responsabilità potranno essere indirizzate, infatti, solo alle vecchie banche che oggi sono state messe in liquidazione coatta, e che non hanno più un euro in cassa.
I consigli di amministrazione delle nuove banche nate dalle ceneri dei quattro istituti hanno fatto sapere, con una nota diffusa la vigilia di Natale che in base alle norme europee ed italiane loro «non possono essere oggetto di azioni da parte dei vecchi azionisti e obbligazionisti subordinati».
Le nuove banche «buone», conferma il ministero dell’Economia, sono nate il 22 novembre con il decreto che ha messo in risoluzione i vecchi istituti, e non hanno pendenze con il passato.
Né ha qualcosa da farsi perdonare la nuova banca «cattiva», nata lo stesso giorno, alla quale sono stati trasferiti i crediti in sofferenza.
Tutto dunque è destinato a scaricarsi sui vecchi istituti in liquidazione, dove però non c’è più nulla da vendere e con il quale eventualmente risarcire.
(Crozza in materia la sa lunga:
https://www.youtube.com/watch?v=AE3p4mMPZco
https://www.youtube.com/watch?v=_Rf6VxKVCDM
https://www.youtube.com/watch?v=ezg6ThZtWps
https://www.youtube.com/watch?v=DEJ_aO-DHmI
https://www.youtube.com/watch?v=ik1l_c3jnz0)
Il problema non è solo teorico. Anche per questo al ministero dell’Economia non si esclude, se domani ci fosse la necessità, di aumentare le risorse del Fondo di solidarietà, oggi limitate a 100 milioni di euro, a fronte di 800 milioni di euro di obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche. Nelle intenzioni del governo il Fondo dovrebbe intervenire per ristorare solo i piccoli investitori danneggiati dall’azzeramento delle obbligazioni, anche ricorrendo agli arbitrati caso per caso. Secondo il Tesoro sarebbero non più di 2 mila (su 11 mila obbligazionisti totali), con un capitale di 90 milioni.
I criteri per l’accesso al Fondo, riservato alle persone fisiche e agli imprenditori individuali, devono essere stabiliti da un decreto dell’Economia e della Giustizia, ma saranno comunque molto selettivi. L’intervento sarà valutato da un collegio arbitrale e il suo contributo sarà parziale, entro «un ammontare massimo» delle perdite. «Resta salvo il diritto al risarcimento» degli investitori, c’è scritto nella legge, ma non essendoci più nessun altro in grado di pagare, tutto rischia di finire lì, con il Fondo di solidarietà.
Rivolgersi a un tribunale, per una società, o una persona esclusa dal Fondo, rischia seriamente di rivelarsi cosa inutile. La «risoluzione» delle quattro banche, con l’inedito venir meno dei vecchi soggetti giuridici, sta già creando un po’ di confusione legale. In questi giorni, ad esempio, sono state notificate le interruzioni di alcune cause che vedevano coinvolta la vecchia Banca Marche, i suoi azionisti e gli amministratori.
Il vecchio istituto non c’è più. Nelle cause passive verrà sostituito dalla liquidazione coatta, che non ha soldi. Ma non è chiaro se qualcuno, e chi, sostituirà le vecchie banche nelle cause attive, quelle in cui sono loro a chiedere i danni, ad esempio agli ex amministratori (Banca Marche ha chiesto 280 milioni, Cariferrara 300). Soldi che di regola dovrebbero essere rimborsati ad azionisti e obbligazionisti. 27 dicembre 2015 (modifica il 27 dicembre 2015 | 11:54) © RIPRODUZIONE RISERVATA]
http://www.corriere.it/economia/15_dice ... 70a2.shtml
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Altolà dei consigli degli istituti risanati. Il Tesoro non esclude l’aumento delle risorse del Fondo di solidarietà Il nodo delle richieste ai liquidatori. Un decreto dovrà definire i criteri per i rimborsi che saranno valutati caso per caso
di Mario Sensini
Il diritto al risarcimento del danno è salvo. Il guaio è non c’è più nessuno, a parte il Fondo di solidarietà, ed entro limiti molto stretti, che potrebbe risarcire gli investitori eventualmente truffati da Banca Marche, Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti nel collocamento delle obbligazioni subordinate.
Le loro azioni di responsabilità potranno essere indirizzate, infatti, solo alle vecchie banche che oggi sono state messe in liquidazione coatta, e che non hanno più un euro in cassa.
I consigli di amministrazione delle nuove banche nate dalle ceneri dei quattro istituti hanno fatto sapere, con una nota diffusa la vigilia di Natale che in base alle norme europee ed italiane loro «non possono essere oggetto di azioni da parte dei vecchi azionisti e obbligazionisti subordinati».
Le nuove banche «buone», conferma il ministero dell’Economia, sono nate il 22 novembre con il decreto che ha messo in risoluzione i vecchi istituti, e non hanno pendenze con il passato.
Né ha qualcosa da farsi perdonare la nuova banca «cattiva», nata lo stesso giorno, alla quale sono stati trasferiti i crediti in sofferenza.
Tutto dunque è destinato a scaricarsi sui vecchi istituti in liquidazione, dove però non c’è più nulla da vendere e con il quale eventualmente risarcire.
(Crozza in materia la sa lunga:
https://www.youtube.com/watch?v=AE3p4mMPZco
https://www.youtube.com/watch?v=_Rf6VxKVCDM
https://www.youtube.com/watch?v=ezg6ThZtWps
https://www.youtube.com/watch?v=DEJ_aO-DHmI
https://www.youtube.com/watch?v=ik1l_c3jnz0)
Il problema non è solo teorico. Anche per questo al ministero dell’Economia non si esclude, se domani ci fosse la necessità, di aumentare le risorse del Fondo di solidarietà, oggi limitate a 100 milioni di euro, a fronte di 800 milioni di euro di obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche. Nelle intenzioni del governo il Fondo dovrebbe intervenire per ristorare solo i piccoli investitori danneggiati dall’azzeramento delle obbligazioni, anche ricorrendo agli arbitrati caso per caso. Secondo il Tesoro sarebbero non più di 2 mila (su 11 mila obbligazionisti totali), con un capitale di 90 milioni.
I criteri per l’accesso al Fondo, riservato alle persone fisiche e agli imprenditori individuali, devono essere stabiliti da un decreto dell’Economia e della Giustizia, ma saranno comunque molto selettivi. L’intervento sarà valutato da un collegio arbitrale e il suo contributo sarà parziale, entro «un ammontare massimo» delle perdite. «Resta salvo il diritto al risarcimento» degli investitori, c’è scritto nella legge, ma non essendoci più nessun altro in grado di pagare, tutto rischia di finire lì, con il Fondo di solidarietà.
Rivolgersi a un tribunale, per una società, o una persona esclusa dal Fondo, rischia seriamente di rivelarsi cosa inutile. La «risoluzione» delle quattro banche, con l’inedito venir meno dei vecchi soggetti giuridici, sta già creando un po’ di confusione legale. In questi giorni, ad esempio, sono state notificate le interruzioni di alcune cause che vedevano coinvolta la vecchia Banca Marche, i suoi azionisti e gli amministratori.
Il vecchio istituto non c’è più. Nelle cause passive verrà sostituito dalla liquidazione coatta, che non ha soldi. Ma non è chiaro se qualcuno, e chi, sostituirà le vecchie banche nelle cause attive, quelle in cui sono loro a chiedere i danni, ad esempio agli ex amministratori (Banca Marche ha chiesto 280 milioni, Cariferrara 300). Soldi che di regola dovrebbero essere rimborsati ad azionisti e obbligazionisti. 27 dicembre 2015 (modifica il 27 dicembre 2015 | 11:54) © RIPRODUZIONE RISERVATA]
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Re: Ministro Boschi.
Non era cosi difficile capire che le nuove amministrazioni non avrebbero risarcito alcunche'. Chi si accollerebbe i danni fatti dalle precedenti amministrazioni?camillobenso ha scritto:Boschi & Soci
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Altolà dei consigli degli istituti risanati. Il Tesoro non esclude l’aumento delle risorse del Fondo di solidarietà Il nodo delle richieste ai liquidatori. Un decreto dovrà definire i criteri per i rimborsi che saranno valutati caso per caso
di Mario Sensini
Il diritto al risarcimento del danno è salvo. Il guaio è non c’è più nessuno, a parte il Fondo di solidarietà, ed entro limiti molto stretti, che potrebbe risarcire gli investitori eventualmente truffati da Banca Marche, Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti nel collocamento delle obbligazioni subordinate.
Le loro azioni di responsabilità potranno essere indirizzate, infatti, solo alle vecchie banche che oggi sono state messe in liquidazione coatta, e che non hanno più un euro in cassa.
I consigli di amministrazione delle nuove banche nate dalle ceneri dei quattro istituti hanno fatto sapere, con una nota diffusa la vigilia di Natale che in base alle norme europee ed italiane loro «non possono essere oggetto di azioni da parte dei vecchi azionisti e obbligazionisti subordinati».
Le nuove banche «buone», conferma il ministero dell’Economia, sono nate il 22 novembre con il decreto che ha messo in risoluzione i vecchi istituti, e non hanno pendenze con il passato.
Né ha qualcosa da farsi perdonare la nuova banca «cattiva», nata lo stesso giorno, alla quale sono stati trasferiti i crediti in sofferenza.
Tutto dunque è destinato a scaricarsi sui vecchi istituti in liquidazione, dove però non c’è più nulla da vendere e con il quale eventualmente risarcire.
(Crozza in materia la sa lunga:
https://www.youtube.com/watch?v=AE3p4mMPZco
https://www.youtube.com/watch?v=_Rf6VxKVCDM
https://www.youtube.com/watch?v=ezg6ThZtWps
https://www.youtube.com/watch?v=DEJ_aO-DHmI
https://www.youtube.com/watch?v=ik1l_c3jnz0)
Il problema non è solo teorico. Anche per questo al ministero dell’Economia non si esclude, se domani ci fosse la necessità, di aumentare le risorse del Fondo di solidarietà, oggi limitate a 100 milioni di euro, a fronte di 800 milioni di euro di obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche. Nelle intenzioni del governo il Fondo dovrebbe intervenire per ristorare solo i piccoli investitori danneggiati dall’azzeramento delle obbligazioni, anche ricorrendo agli arbitrati caso per caso. Secondo il Tesoro sarebbero non più di 2 mila (su 11 mila obbligazionisti totali), con un capitale di 90 milioni.
I criteri per l’accesso al Fondo, riservato alle persone fisiche e agli imprenditori individuali, devono essere stabiliti da un decreto dell’Economia e della Giustizia, ma saranno comunque molto selettivi. L’intervento sarà valutato da un collegio arbitrale e il suo contributo sarà parziale, entro «un ammontare massimo» delle perdite. «Resta salvo il diritto al risarcimento» degli investitori, c’è scritto nella legge, ma non essendoci più nessun altro in grado di pagare, tutto rischia di finire lì, con il Fondo di solidarietà.
Rivolgersi a un tribunale, per una società, o una persona esclusa dal Fondo, rischia seriamente di rivelarsi cosa inutile. La «risoluzione» delle quattro banche, con l’inedito venir meno dei vecchi soggetti giuridici, sta già creando un po’ di confusione legale. In questi giorni, ad esempio, sono state notificate le interruzioni di alcune cause che vedevano coinvolta la vecchia Banca Marche, i suoi azionisti e gli amministratori.
Il vecchio istituto non c’è più. Nelle cause passive verrà sostituito dalla liquidazione coatta, che non ha soldi. Ma non è chiaro se qualcuno, e chi, sostituirà le vecchie banche nelle cause attive, quelle in cui sono loro a chiedere i danni, ad esempio agli ex amministratori (Banca Marche ha chiesto 280 milioni, Cariferrara 300). Soldi che di regola dovrebbero essere rimborsati ad azionisti e obbligazionisti. 27 dicembre 2015 (modifica il 27 dicembre 2015 | 11:54) © RIPRODUZIONE RISERVATA]
http://www.corriere.it/economia/15_dice ... 70a2.shtml
Ora spetta alla magistratura verificare se c'e' stato dolo e colpire bene costoro accollando il massimo del risarcimento possibile.
Aumentare il fondo di solidarietà e quindi facendo pagare a tutti noi gli errori fatti da altri compreso quelli che sapevano che con le azioni non si scherza, non lo trovo giusto e credo che anche la EU non lo possa permettere. Si aprirebbero contenziosi all'infinito. Le banche sono istituti privati come lo sono anche coloro a cui hai dati i soldi da investire e poi sono scomparsi nel nulle. Lo erano la Cirio come la Parmalat.
Che facciamo con costoro? Certamente si muoveranno e si muoveranno pure quelli che hanno investito su Banca di Vicenza come sulla Veneto Banca. E poi ancora tutte quelle che entreranno in seguito in crisi sempre a tue spese.
Che facciamo allora?
Tanto vale di prendere il 7-8 di interessi e metterli in azioni piuttosto in fondi o in conti correnti. Che ne dite?
Quei quattro soldi ( questo non vale x tutti) che mettiamo nei risparmi vogliamo che fruttino al max e non ci chiediamo mai come e' possibile avere interessi cosi alti rispetto ai normali C/C. Se questi vengono investiti in armi o in lavoro nero nei paesi del terzo mondo o in quali altri intrallazzi per darci interessi del genere. NO questo non ci interessava o cmq aspettava ad altri farlo. Troppo facile questo ragionamento!!!!
Ci stava bene cosi e cosi abbiamo continuato fino a che ci han svegliato e ora , purtroppo, non voglio essere io a pagare per costoro .
La solidarieta' non e' questa perché se fosse questa vuol dire che non abbiamo capito una mazza.
La giustizia, si dice, non ammette ignoranza, ma allora non vale anche per questi casi in cui non dovesse emergere dolo da parte dei funzionari bancari?
Ho gia fatto notare in precedenza che un'inchiesta globale ha evidenziato che noi italiani in fatto di conoscenza in fatto di banche,siamo i penultimi. Dopo di noi solo i Columbiani?
Quindi l'ignoranza dobbiamo spalmarla fra tutti i cittadini o questa la si deve accollare all'ignoranza di ognuno di noi?
Tutto qui anche se vi posso sembrare un po' un bastian contrario.
Ecco, sapendo gia' da ora che molti di voi non saranno d'accordo su quanto ho detto, avrei molto piacere continuare la discussione. Anche questo e' un modo per schiarisci le idea al difuori di quello che i media solo per vendere copie e un po' di populismo di giornata,
un salutone
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Re: Ministro Boschi.
pancho ha scritto:Non era cosi difficile capire che le nuove amministrazioni non avrebbero risarcito alcunche'. Chi si accollerebbe i danni fatti dalle precedenti amministrazioni?camillobenso ha scritto:Boschi & Soci
i quattro istituti salvati dal GOVERNO
Le nuove banche ai risparmiatori: «Non daremo risarcimenti»
Altolà dei consigli degli istituti risanati. Il Tesoro non esclude l’aumento delle risorse del Fondo di solidarietà Il nodo delle richieste ai liquidatori. Un decreto dovrà definire i criteri per i rimborsi che saranno valutati caso per caso
di Mario Sensini
Il diritto al risarcimento del danno è salvo. Il guaio è non c’è più nessuno, a parte il Fondo di solidarietà, ed entro limiti molto stretti, che potrebbe risarcire gli investitori eventualmente truffati da Banca Marche, Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti nel collocamento delle obbligazioni subordinate.
Le loro azioni di responsabilità potranno essere indirizzate, infatti, solo alle vecchie banche che oggi sono state messe in liquidazione coatta, e che non hanno più un euro in cassa.
I consigli di amministrazione delle nuove banche nate dalle ceneri dei quattro istituti hanno fatto sapere, con una nota diffusa la vigilia di Natale che in base alle norme europee ed italiane loro «non possono essere oggetto di azioni da parte dei vecchi azionisti e obbligazionisti subordinati».
Le nuove banche «buone», conferma il ministero dell’Economia, sono nate il 22 novembre con il decreto che ha messo in risoluzione i vecchi istituti, e non hanno pendenze con il passato.
Né ha qualcosa da farsi perdonare la nuova banca «cattiva», nata lo stesso giorno, alla quale sono stati trasferiti i crediti in sofferenza.
Tutto dunque è destinato a scaricarsi sui vecchi istituti in liquidazione, dove però non c’è più nulla da vendere e con il quale eventualmente risarcire.
(Crozza in materia la sa lunga:
https://www.youtube.com/watch?v=AE3p4mMPZco
https://www.youtube.com/watch?v=_Rf6VxKVCDM
https://www.youtube.com/watch?v=ezg6ThZtWps
https://www.youtube.com/watch?v=DEJ_aO-DHmI
https://www.youtube.com/watch?v=ik1l_c3jnz0)
Il problema non è solo teorico. Anche per questo al ministero dell’Economia non si esclude, se domani ci fosse la necessità, di aumentare le risorse del Fondo di solidarietà, oggi limitate a 100 milioni di euro, a fronte di 800 milioni di euro di obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche. Nelle intenzioni del governo il Fondo dovrebbe intervenire per ristorare solo i piccoli investitori danneggiati dall’azzeramento delle obbligazioni, anche ricorrendo agli arbitrati caso per caso. Secondo il Tesoro sarebbero non più di 2 mila (su 11 mila obbligazionisti totali), con un capitale di 90 milioni.
I criteri per l’accesso al Fondo, riservato alle persone fisiche e agli imprenditori individuali, devono essere stabiliti da un decreto dell’Economia e della Giustizia, ma saranno comunque molto selettivi. L’intervento sarà valutato da un collegio arbitrale e il suo contributo sarà parziale, entro «un ammontare massimo» delle perdite. «Resta salvo il diritto al risarcimento» degli investitori, c’è scritto nella legge, ma non essendoci più nessun altro in grado di pagare, tutto rischia di finire lì, con il Fondo di solidarietà.
Rivolgersi a un tribunale, per una società, o una persona esclusa dal Fondo, rischia seriamente di rivelarsi cosa inutile. La «risoluzione» delle quattro banche, con l’inedito venir meno dei vecchi soggetti giuridici, sta già creando un po’ di confusione legale. In questi giorni, ad esempio, sono state notificate le interruzioni di alcune cause che vedevano coinvolta la vecchia Banca Marche, i suoi azionisti e gli amministratori.
Il vecchio istituto non c’è più. Nelle cause passive verrà sostituito dalla liquidazione coatta, che non ha soldi. Ma non è chiaro se qualcuno, e chi, sostituirà le vecchie banche nelle cause attive, quelle in cui sono loro a chiedere i danni, ad esempio agli ex amministratori (Banca Marche ha chiesto 280 milioni, Cariferrara 300). Soldi che di regola dovrebbero essere rimborsati ad azionisti e obbligazionisti. 27 dicembre 2015 (modifica il 27 dicembre 2015 | 11:54) © RIPRODUZIONE RISERVATA]
http://www.corriere.it/economia/15_dice ... 70a2.shtml
Ora spetta alla magistratura verificare se c'e' stato dolo e colpire bene costoro accollando il massimo del risarcimento possibile.
Aumentare il fondo di solidarietà e quindi facendo pagare a tutti noi gli errori fatti da altri compreso quelli che sapevano che con le azioni non si scherza, non lo trovo giusto e credo che anche la EU non lo possa permettere. Si aprirebbero contenziosi all'infinito. Le banche sono istituti privati come lo sono anche coloro a cui hai dati i soldi da investire e poi sono scomparsi nel nulle. Lo erano la Cirio come la Parmalat.
Che facciamo con costoro? Certamente si muoveranno e si muoveranno pure quelli che hanno investito su Banca di Vicenza come sulla Veneto Banca. E poi ancora tutte quelle che entreranno in seguito in crisi sempre a tue spese.
Che facciamo allora?
Tanto vale di prendere il 7-8 di interessi e metterli in azioni piuttosto in fondi o in conti correnti. Che ne dite?
Quei quattro soldi ( questo non vale x tutti) che mettiamo nei risparmi vogliamo che fruttino al max e non ci chiediamo mai come e' possibile avere interessi cosi alti rispetto ai normali C/C. Se questi vengono investiti in armi o in lavoro nero nei paesi del terzo mondo o in quali altri intrallazzi per darci interessi del genere. NO questo non ci interessava o cmq aspettava ad altri farlo. Troppo facile questo ragionamento!!!!
Ci stava bene cosi e cosi abbiamo continuato fino a che ci han svegliato e ora , purtroppo, non voglio essere io a pagare per costoro .
La solidarieta' non e' questa perché se fosse questa vuol dire che non abbiamo capito una mazza.
La giustizia, si dice, non ammette ignoranza, ma allora non vale anche per questi casi in cui non dovesse emergere dolo da parte dei funzionari bancari?
Ho gia fatto notare in precedenza che un'inchiesta globale ha evidenziato che noi italiani in fatto di conoscenza in fatto di banche,siamo i penultimi. Dopo di noi solo i Columbiani?
Quindi l'ignoranza dobbiamo spalmarla fra tutti i cittadini o questa la si deve accollare all'ignoranza di ognuno di noi?
Tutto qui anche se vi posso sembrare un po' un bastian contrario.
Ecco, sapendo gia' da ora che molti di voi non saranno d'accordo su quanto ho detto, avrei molto piacere continuare la discussione. Anche questo e' un modo per schiarisci le idea al difuori di quello che i media solo per vendere copie e un po' di populismo di giornata,
un salutone
Premessa
E’ doveroso analizzare il contesto di cui stiamo discutendo.
1) Per quale motivo nascono i detti popolari?
I proverbi e i detti che nascono dall'esperienza comune; non sono altro che massime contenenti consigli espressi in maniera sintetica e, molto spesso, in metafora.
Si dice che i proverbi sono frutto della saggezza popolare, ma c'è chi sostiene che altro non siano che la versione di luoghi comuni.
Comunque rappresentano un patrimonio culturale da preservare, visto che ci lasciano una traccia di epoche passate.
Quante volte in questi ultimi settant’anni abbiamo ripetuto:
- Se vai con lo zoppo impari a zoppicare
- Una rondine non fa primavera
- Tale padre tale figlio
- Non chiedere all’oste se il vino è buono
- Moglie e buoi dei paesi tuoi
- Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino
- Chi semina vento, raccoglie tempesta
E via discorrendo.
Perché quindi non dovremmo prendere in considerazione i detti e i proverbi sulle banche e i banchieri?
In questo settore basta e avanza il detto di Bertolt Brecht:
Che cos’è rapinare una banca, in confronto al fondarla?
Ma possiamo anche affiancargli:
Anche il diavolo ha le sue chiese: le banche
(Fragmentarius)
Date a un uomo una pistola e lui può rapinare una banca. Date a un uomo una banca e lui può derubare il mondo.
(Anonimo)
Dio non gioca a dadi. I banchieri si.
(Anonimo)
Conto corrente. Offerta volontaria al mantenimento della vostra banca.
(Ambrose Bierce)
Uno sguardo che bisogna chiamare lo sguardo del banchiere, e che ha qualcosa di quello degli avvoltoi e degli avvocati: è avido e indifferente, chiaro e scuro, brillante e cupo.
(Honoré de Balzac)
Credo sinceramente che gli istituti bancari sono più pericolosi degli eserciti permanenti, e che il principio di spendere denaro a carico dei posteri, sotto il nome di debito pubblico, non è che una truffa futura su larga scala
(Thomas Jefferson)
Meno male che la popolazione non capisca il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione.
(Henry Ford)
In questi giorni hanno avanzato la proposta di fare Beata Madre Teresa di Calcutta.
Ecco, banche e banchieri sono l’esatto opposto.
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Re: Ministro Boschi.
@camillobenso
Comunque detto questo, son perfettamente d'accordo su quanto da te scritto. Qui si mette in gioco un sistema di società che io combatto, vorrei dire da sempre.
Finche stiamo in questo sistema e le regole che ci hanno e che abbiamo accettato (a maggioranza) sono queste, queste le dobbiamo osservare.
Le banche son ladre? D'accordo ma lo sappiamo e di conseguenza dobbiamo agire nel migliore dei modi.
Usufruirne e poi dire che ci hanno fregato pur essendone a conoscenza e' pura follia. Non ne ero a conoscenza? Beh di questo non puoi incolpare la collettivita.
Spesso pero l'ignoranza e' una scusa e un comodo per non interessarsi della Res Publica.
Un modo per lasciar far agli altri quello che dovrebbe essere fatto anche da te.
Starsene seduti in poltrona e lasciar che siano gli altri a "scannarsi" per difendere i propri ed altrui diritti.
un salutone
Offerta volontaria e non imposta.Conto corrente. Offerta volontaria al mantenimento della vostra banca.
(Ambrose Bierce)
Comunque detto questo, son perfettamente d'accordo su quanto da te scritto. Qui si mette in gioco un sistema di società che io combatto, vorrei dire da sempre.
Finche stiamo in questo sistema e le regole che ci hanno e che abbiamo accettato (a maggioranza) sono queste, queste le dobbiamo osservare.
Le banche son ladre? D'accordo ma lo sappiamo e di conseguenza dobbiamo agire nel migliore dei modi.
Usufruirne e poi dire che ci hanno fregato pur essendone a conoscenza e' pura follia. Non ne ero a conoscenza? Beh di questo non puoi incolpare la collettivita.
Su questo invece non sono d'accordo. Se ne avessero capito qualcosa probabilmente le cose sarebbero andate meglio.Meno male che la popolazione non capisca il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione.
(Henry Ford)
Spesso pero l'ignoranza e' una scusa e un comodo per non interessarsi della Res Publica.
Un modo per lasciar far agli altri quello che dovrebbe essere fatto anche da te.
Starsene seduti in poltrona e lasciar che siano gli altri a "scannarsi" per difendere i propri ed altrui diritti.
un salutone
Ultima modifica di pancho il 28/12/2015, 12:17, modificato 1 volta in totale.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Ministro Boschi.
Boschi & Soci
“L’Unione non farà sconti a Renzi”
(ALBERTO D’ARGENIO)
28/12/2015 di triskel182
I vertici della Commissione europea avvertono il governo italiano: i trattati saranno applicati senza deroghe su banche e deficit. L’ira di Juncker e della Germania dopo le ultime critiche espresse dal premier italiano.
(Come scrive Marcello Foa, visibile nel 3D, si tratta solo di distrazioni di massa. Ma lo avrebbe scritto se era in piedi ancora il Patto del nazareno?-ndt)
ROMA – Anche quando responsabili politici e funzionari europei lasciano Bruxelles per trascorrere le vacanze nel proprio Paese, alcuni cellulari restano accesi. E così chi lavora a stretto contatto con Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, spiega come viene giudicata la nuova offensiva europea di Matteo Renzi. «Certo, anche se il premier italiano ultimamente è molto aggressivo – spiegano diversi funzionari Ue di rango – sappiamo che non ha dimenticato che su diversi dossier, ad esempio le banche, ha bisogno dell’Europa e per questo l’approccio di Juncker resta lo stesso: lavoriamo insieme ma non ci lasciamo innervosire o influenzare nel nostro ruolo di guardiano imparziale dei Trattati. Anche se spesso questo a Renzi non piace».
Grande calma, ma anche sufficienza. Il premier italiano alza i toni? «Lo fa per avere consensi in patria, ma a dire il vero non ha molti alleati tra i governi e non preoccupa particolarmente l’Europa, al contrario del nuovo governo polacco».
Eppure, seppur dissimulato, un certo grado di irritazione a Bruxelles verso l’Italia c’è. Juncker lo ha spiegato ad alcuni pontieri prima di Natale. Stima Renzi e tutti i leader sostengono la sua capacità di tenere a bada i populisti in Italia, però i ripetuti attacchi a Bruxelles stanno inquinando i rapporti quando invece «abbiamo fatto molto per aiutarlo su conti e migranti». Anche con i presidenti del Consiglio europeo e del Parlamento, Tusk e Schultz, la qualità delle relazioni è ai minimi.
Oltretutto la Commissione è composta da un presidente del Ppe, Juncker, e da commissari espressione del partito socialista e di quello popolare che ogni giorni si scontrano e trovano una sintesi a cavallo tra politica e tecnica sui vari temi. Ma con i toni ormai esasperati, anche il lavoro degli “alleati” dell’Italia diventa difficile. Ne sono consapevoli anche Renzi e il suo staff, ma è il momento di rischiare: i toni sono saliti perché i prossimi mesi saranno decisivi per molti dossier delicati come la manovra 2016 – sub iudice fino a primavera – il caso banche, l’Ilva, il riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina e i migranti. Finora il premier ha saputo usare la politica per ottenere molto in Europa e un atteggiamento aggressivo potrebbe pagare, ma anche guastare tutto.
Rivelatoria una frase pronunciata qualche giorno fa da uno stretto collaboratore del commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: «A causa del clima politico questa volta potremmo non riuscire a fermare i falchi determinati a bocciare la manovra e a commissariare l’Italia con una procedura sul deficit». Il punto è che dopo gli attacchi di Parigi Renzi ha alzato il deficit 2016 al 2,4% per spese in sicurezza. Se dopo lunghe trattative a novembre l’Italia aveva la garanzia informale di un ok in primavera al 2,2% (già 13 miliardi di flessibilità), ora anche al Tesoro sanno che la partita è in salita e la preoccupazione è alta. Oltretutto diversi ministri europei, capeggiati da Schaeuble, premono affinché la Commissione sia dura.
Altro dossier a rischio, le banche. Dopo gli scontri su Tercas e sul salva-banche, ora i fari sono sulla bad bank chiamata ad alleggerire gli istituti italiani dai crediti deteriorati: il negoziato è incagliato per ragioni tecniche, le tensioni politiche non aiutano e a Roma è giunta voce che la Commissione sta verificando se sia il caso di prepararsi a offrire un aiuto al sistema italiano tramite il Fondo salva-stati (Esm) come avvenuto nel 2012 con Spagna e Cipro. Che questo avvenga è del tutto improbabile (Tesoro e Bankitalia garantiscono che anche in caso di mancato accordo sulla bad bank i crediti deteriorati non rappresentano più un rischio sistemico), ma il solo fatto che a Bruxelles riflettano su questa possibilità, e molti governi presterebbero volentieri soccorso all’Italia per poi controllarla in stile troika, fa capire il livello della tensione. E non sempre scaricare le colpe sugli altri paga a Bruxelles, visto che se è vero che nella Ue regna un approccio tedesco in economia, non è un mistero che spesso l’Italia prepara male i dossier, anche quelli più delicati.
Articolo intero su La Repubblica del 28/12/2015.
“L’Unione non farà sconti a Renzi”
(ALBERTO D’ARGENIO)
28/12/2015 di triskel182
I vertici della Commissione europea avvertono il governo italiano: i trattati saranno applicati senza deroghe su banche e deficit. L’ira di Juncker e della Germania dopo le ultime critiche espresse dal premier italiano.
(Come scrive Marcello Foa, visibile nel 3D, si tratta solo di distrazioni di massa. Ma lo avrebbe scritto se era in piedi ancora il Patto del nazareno?-ndt)
ROMA – Anche quando responsabili politici e funzionari europei lasciano Bruxelles per trascorrere le vacanze nel proprio Paese, alcuni cellulari restano accesi. E così chi lavora a stretto contatto con Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, spiega come viene giudicata la nuova offensiva europea di Matteo Renzi. «Certo, anche se il premier italiano ultimamente è molto aggressivo – spiegano diversi funzionari Ue di rango – sappiamo che non ha dimenticato che su diversi dossier, ad esempio le banche, ha bisogno dell’Europa e per questo l’approccio di Juncker resta lo stesso: lavoriamo insieme ma non ci lasciamo innervosire o influenzare nel nostro ruolo di guardiano imparziale dei Trattati. Anche se spesso questo a Renzi non piace».
Grande calma, ma anche sufficienza. Il premier italiano alza i toni? «Lo fa per avere consensi in patria, ma a dire il vero non ha molti alleati tra i governi e non preoccupa particolarmente l’Europa, al contrario del nuovo governo polacco».
Eppure, seppur dissimulato, un certo grado di irritazione a Bruxelles verso l’Italia c’è. Juncker lo ha spiegato ad alcuni pontieri prima di Natale. Stima Renzi e tutti i leader sostengono la sua capacità di tenere a bada i populisti in Italia, però i ripetuti attacchi a Bruxelles stanno inquinando i rapporti quando invece «abbiamo fatto molto per aiutarlo su conti e migranti». Anche con i presidenti del Consiglio europeo e del Parlamento, Tusk e Schultz, la qualità delle relazioni è ai minimi.
Oltretutto la Commissione è composta da un presidente del Ppe, Juncker, e da commissari espressione del partito socialista e di quello popolare che ogni giorni si scontrano e trovano una sintesi a cavallo tra politica e tecnica sui vari temi. Ma con i toni ormai esasperati, anche il lavoro degli “alleati” dell’Italia diventa difficile. Ne sono consapevoli anche Renzi e il suo staff, ma è il momento di rischiare: i toni sono saliti perché i prossimi mesi saranno decisivi per molti dossier delicati come la manovra 2016 – sub iudice fino a primavera – il caso banche, l’Ilva, il riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina e i migranti. Finora il premier ha saputo usare la politica per ottenere molto in Europa e un atteggiamento aggressivo potrebbe pagare, ma anche guastare tutto.
Rivelatoria una frase pronunciata qualche giorno fa da uno stretto collaboratore del commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: «A causa del clima politico questa volta potremmo non riuscire a fermare i falchi determinati a bocciare la manovra e a commissariare l’Italia con una procedura sul deficit». Il punto è che dopo gli attacchi di Parigi Renzi ha alzato il deficit 2016 al 2,4% per spese in sicurezza. Se dopo lunghe trattative a novembre l’Italia aveva la garanzia informale di un ok in primavera al 2,2% (già 13 miliardi di flessibilità), ora anche al Tesoro sanno che la partita è in salita e la preoccupazione è alta. Oltretutto diversi ministri europei, capeggiati da Schaeuble, premono affinché la Commissione sia dura.
Altro dossier a rischio, le banche. Dopo gli scontri su Tercas e sul salva-banche, ora i fari sono sulla bad bank chiamata ad alleggerire gli istituti italiani dai crediti deteriorati: il negoziato è incagliato per ragioni tecniche, le tensioni politiche non aiutano e a Roma è giunta voce che la Commissione sta verificando se sia il caso di prepararsi a offrire un aiuto al sistema italiano tramite il Fondo salva-stati (Esm) come avvenuto nel 2012 con Spagna e Cipro. Che questo avvenga è del tutto improbabile (Tesoro e Bankitalia garantiscono che anche in caso di mancato accordo sulla bad bank i crediti deteriorati non rappresentano più un rischio sistemico), ma il solo fatto che a Bruxelles riflettano su questa possibilità, e molti governi presterebbero volentieri soccorso all’Italia per poi controllarla in stile troika, fa capire il livello della tensione. E non sempre scaricare le colpe sugli altri paga a Bruxelles, visto che se è vero che nella Ue regna un approccio tedesco in economia, non è un mistero che spesso l’Italia prepara male i dossier, anche quelli più delicati.
Articolo intero su La Repubblica del 28/12/2015.
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Re: Ministro Boschi.
pancho ha scritto:@camillobensoOfferta volontaria e non imposta.Conto corrente. Offerta volontaria al mantenimento della vostra banca.
(Ambrose Bierce)
Comunque detto questo, son perfettamente d'accordo su quanto da te scritto. Qui si mette in gioco un sistema di società che io combatto, vorrei dire da sempre.
Finche stiamo in questo sistema e le regole che ci hanno e che abbiamo accettato (a maggioranza) sono queste, queste le dobbiamo osservare.
Le banche son ladre? D'accordo ma lo sappiamo e di conseguenza dobbiamo agire nel migliore dei modi.
Usufruirne e poi dire che ci hanno fregato pur essendone a conoscenza e' pura follia. Non ne ero a conoscenza? Beh di questo non puoi incolpare la collettivita.
Su questo invece non sono d'accordo. Se ne avessero capito qualcosa probabilmente le cose sarebbero andate meglio.Meno male che la popolazione non capisca il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione.
(Henry Ford)
Spesso pero l'ignoranza e' una scusa e un comodo per non interessarsi della Res Publica.
Un modo per lasciar far agli altri quello che dovrebbe essere fatto anche da te.
Starsene seduti in poltrona e lasciar che siano gli altri a "scannarsi" per difendere i propri ed altrui diritti.
un salutone
Vero,....ma allora voresti impedire di vendere "La fontana di Trevi"?
Toto' e la Fontana di Trevi dal film Totòtruffa 62
https://www.youtube.com/watch?v=0BybcKpxdS8
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Re: Ministro Boschi.
@Camillobenso
Pero, anche qui sappiamo entrambi, la truffa la si puo evitare con l'informazione ma questa divulgazione non la si puo lasciare al venditore.
Quindi sempre occhi aperti e informarsi il più possibile poiche la fregatura poi non la devi spalmare fra la comunita'.
Dovrai mettertela in groppa te.
Se poi esistono estremi per delle denunce , vai dal magistrato.
un salutone
Sappiamo entrambi che non si puo' impedire di vendere la fontana di Trevi poiche da quando esiste l'umanità esiste pure la truffa.Vero,....ma allora voresti impedire di vendere "La fontana di Trevi"?
Toto' e la Fontana di Trevi dal film Totòtruffa 62
https://www.youtube.com/watch?v=0BybcKpxdS8
Pero, anche qui sappiamo entrambi, la truffa la si puo evitare con l'informazione ma questa divulgazione non la si puo lasciare al venditore.
Quindi sempre occhi aperti e informarsi il più possibile poiche la fregatura poi non la devi spalmare fra la comunita'.
Dovrai mettertela in groppa te.
Se poi esistono estremi per delle denunce , vai dal magistrato.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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