Renzi

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

18 feb 2016 14:09
RENZI ACCHIAPPA-POLTRONE

- PADELLARO: “ASSISTIAMO A UN’OCCUPAZIONE DI INCARICHI SENZA PRECEDENTI. FORSE SOLO NELLE STEPPE CAUCASICHE, IL DESPOTA DI TURNO E I SUOI FAMIGLI PROCEDONO COSÌ ALLA SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE. PERSONE SCELTE SULLA BASE DI TOSCANITÀ E OBBEDIENZA”



“Fino ad ora il tanto vilipeso Parlamento ha rappresentato l'unico argine all' arrogante strapotere dei tirannelli di casa nostra: prima Berlusconi e oggi il suo allievo preferito. Può piacere o no (il contestato voto contro il super-canguro che ha bloccato le unioni civili) ma si chiama democrazia parlamentare”... -

http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 118851.htm
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

La china della discesa continua verso il fondo valle dura senza soluzione di continuità da 22 anni, da quando ha fatto la sua comparsa sulla scena politica italiana Silvio Berlusconi, spinto a forza dall’amico Bettino Craxi con il fine mirato di consentirgli di salvare le sue aziende e se stesso dalle inchieste verso la sua persona, di cui l’amico socialista era venuto al corrente.

Ma questo Sallusti non lo può dire e si rifugia nella solita propaganda da asilo Mariuccia, anche se gli elementi che porta in campo sull’operato di La Qualunque, negli ultimi due anni, contiene elementi di verità non trattabile.



Due anni buttati con Renzi
Il premier ha dissipato un patrimonio di speranza che non si vedeva dalla discesa in campo del Cav nel 1994
di Alessandro Sallusti
24 minuti fa


Due anni buttati
Servono 5 miliardi per far quadrare i conti: il governo mira a cambiare le imposte di successione
Alessandro Sallusti - Sab, 20/02/2016 - 19:29


Renzi compie due anni di governo. Spiace dirlo, ma in soli 24 mesi il premier ha dissipato un patrimonio di speranza e ottimismo che non si vedeva dai tempi della discesa in campo di Silvio Berlusconi del 1994.

Ha avuto la grande occasione di aggregare le forze migliori, le più moderne, riformiste ed esperte, del Parlamento e del Paese, e forse per un momento ci ha pensato e addirittura provato davvero.

Il famoso Patto del Nazareno, con il quale ha inaugurato la sua segreteria, doveva e poteva essere l'antipasto di un nuovo pranzo da apparecchiare agli italiani.


L'errore è stato pensare che Renzi fosse in grado, per storia, cultura e carattere, di stare seduto a capotavola di un desco così importante.

E invece è stato un disastro.

I suoi coinquilini del Pd li ha relegati in cucina a lavare i piatti, l'ospite d'onore Silvio Berlusconi trattato come un cameriere, al socio Alfano ha servito gli avanzi di un pranzo consumato in allegria con gli amici di sempre, una banda di ragazzini e faccendieri catapultati di botto dai giochini bancari della Toscana alla sala dei bottoni dell'ottava potenza mondiale.Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi.

Il Parlamento è un bivacco di disperati e traditori, il Paese non cresce, la Borsa crolla e ogni giorno spunta una nuova emergenza.

L'Europa se ne è accorta e sguazza nelle nostre debolezze.

Lui, Renzi, tira diritto, anche se la spavalderia di un tempo è solo un ricordo.

Ai suoi che cominciano a guardarlo con aria preoccupata replica deciso: tranquilli, adesso mandiamo tutti a quel paese e ci facciamo il «Partito della Nazione».

Ma è solo l'ennesima bugia, un comperare tempo.

Comperare tempo, ecco cosa ha fatto Renzi per due anni.

Ma ora il tempo sta per scadere.

È tardi anche per il «Partito della Nazione».

Un conto era assemblare eccellenze, altro è raccattare come è avvenuto - scarti di altri partiti, leaderini reduci da clamorosi fallimenti, frustrati rancorosi e via dicendo.

Quanto potrà resistere Renzi in queste condizioni?

Qualche mese, qualcuno dice un anno.

Peccato, due anni fa ci eravamo preparati a scrivere tutta un'altra storia, non fatta di prese in giro, furbate e ricatti.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 27314.html
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Game over, l’orrida Europa non digerisce il pessimo Renzi

Scritto il 21/2/16 • nella Categoria: idee


Prosegue imperterrita la “danza degli schiaffoni” fra Renzi e l’Unione Europea. In prima linea ci sono i popolari, ma il silenzio sprezzante dei socialisti pesa ancora di più. Quel povero diavolo di Pittella (per sua sfortuna capogruppo socialista a Strasburgo) cerca di sostenere il suo signore e padrone italiano, giungendo a minacciare la crisi dell’accordo popolari-socialisti che regge la Commissione, mentre i suoi compagni di gruppo francesi, tedeschi e olandesi lo guardano come lo scemo del villaggio con l’aria di pensare “Ma che stai dicendo?”. Da dove nasce questa inedita replica della Cavalleria Rusticana? I punti veri di dissenso sono due: l’applicazione del bail-in e la riduzione delle tasse. Renzi ha bisogno di margini di flessibilità molto più ampi (e usa l’emergenza rifugiati) perché vuol fare un taglio di tasse prima delle elezioni. Sul primo punto, Renzi, che non aveva mosso paglia contro la formazione della direttiva sul bail-in e neppure sulla sua immediata applicazione dal 1° gennaio 2016, aveva pensato di cavarsela con qualche furbata all’italiana (tipo il “salvabanche”), ma gli “europei” non glielo permettono, dando della direttiva l’interpretazione più restrittiva possibile (e ci vuol, poco perché la lettera è già più che sufficiente a bloccare il giullare).
E questa rigidezza dipende dal fatto che i nostri valenti alleati tedeschi e francesi hanno già forchette in pugno e tovagliolo al collo per banchettare suo beni italiani. Sul secondo punto, Renzi ha bisogno di fare qualcosa sul fisco per non arrivare alle elezioni con un bilancio fatto solo di promesse mancate. Magari, poi le tasse le raddoppierebbe un minuto dopo la vittoria elettorale. Ma anche qui gli europei non mollano: “Niente tagli fiscali, devi pagare gli interessi sul debito e non puoi fare altro disavanzo”. Ma perché tanta indisponibilità, mentre all’Inghilterra è stato concesso tutto o quasi? I soci di maggioranza della Ue non vogliono perdere Londra che (sbagliando) ritengono un punto di forza dell’alleanza, mentre non hanno alcuna particolare propensione a tenersi Roma che (ricordiamolo sempre) è il terzo debito pubblico mondiale. Se a minacciare un referendum sull’uscita dalla Ue fosse il governo italiano, a fare la campagna elettorale a favore dell’uscita, giungerebbe in Italia Juncker.
In secondo luogo, proprio perché all’Uk è stato concesso tutto, poi non si può dare niente all’Italia, pena un assalto alla diligenza di tutti gli altri. L’Italia non è la Grecia, è uno dei 4 principali contraenti il patto e, dal punto di vista di Strasburgo ed Amburgo, sta dando un pessimo esempio agli altri. Se non si dà una lezione all’Italia, poi verranno la Spagna, il Portogallo, l’Estonia, Cipro, magari di nuovo la Grecia. In breve la Ue sarebbe solo una marmellata, mentre qui gli “alleati” intendono ribadire che nella Ue c’è chi comanda (la Germania), chi è capo in seconda (la Francia), chi ha diritto a privilegi (l’Inghilterra) e tutti gli altri che devono obbedire. Questo ordine interno non deve essere turbato per nessuna ragione e Renzi deve piantarla. Questo è il modo di vedere dei nostri ineffabili alleati. Beninteso: l’Italia se lo merita. Non si può mandare in giro per il mondo rappresentanti impresentabili come Berlusconi e Renzi, proni come Monti o Letta o deboli come Prodi e pretendere che gli altri ti prendano sul serio. O vigliamo parlare dei ministri degli esteri che abbiamo espresso?
Lo scontro fra Renzi e la Commissione Europea è uno scontro fra un branco di squali feroci ed uno squalo scemo, impossibile fare il tifo per nessuno dei due. D’altro canto, ho l’impressione che l’elenco dei nemici di Renzi sia già molto lungo e cresce di giorno in giorno: la magistratura, le grandi banche italiane, ora la Farnesina, la tecnocrazia europea, il Consiglio di Stato, infine buona parte del mondo ecclesiale inviperito per la legge sulle unioni civili… E molto è dovuto all’arroganza personale dell’uomo, splendido esempio del “fiorentino spirito bizzarro” andato a male. Forse sono troppo ottimista ma ho l’impressione che, per Renzi, il cronometro della Ue abbia già iniziato a scorrere verso l’ora zero.
(Aldo Giannuli, “Perché l’Europa non digerisce Renzi”, dal blog di Giannuli del 10 febbraio 2016).
cielo 70
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Re: Renzi

Messaggio da cielo 70 »

Se, come spero, se ne va Renzi, c'è però il rischio che governa uno servile alla Germania, come sono oggi i "nazionalisti" francesi.
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Renzi: “Unioni civili al bivio: o M5S vota legge
o accordo di governo su cui metto la fiducia”


Il premier all’assemblea Pd: “Sul ddl Cirinnà non abbiamo i numeri”. E, senza nominarlo, apre a Ncd
“Intesa con grillini? Dovevamo tentare”. Con Verdini “‘strani amori'”. Su Regeni: “Ora la verità” – DIRETTA

Politica

Unioni civili, caso Regeni, primarie, Europa, tasse, austerità, crescita. Matteo Renzi tocca diversi temi parlando all’assemblea del Partito Democratico a Roma. Le possibilità sono due: “O auspicare che voti la legge o tentare un accordo di governo con un emendamento su cui sono pronto a mettere la fiducia”. Ecco la “bomba” di cui tra Palazzo Madama e i piani alti del Nazareno si è parlato per tutta la settimana: il premier vuole portare a casa la legge sulle unioni civili e per farlo apre agli alleati di governo del Nuovo Centrodestra


^^^^^^


Renzi pensa a unioni civili senza adozioni: ‘Se M5s non c’è, intesa con Ncd e fiducia’. Di Maio: ‘No, votiamo subito la Cirinnà’



Video + articolo

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02 ... a/2483200/
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

cielo 70 ha scritto:Se, come spero, se ne va Renzi, c'è però il rischio che governa uno servile alla Germania, come sono oggi i "nazionalisti" francesi.


Comprendo bene cosa intendi dire, caro Cielo 70.

E questa diventa l’occasione di chiarire tra di noi lo stato dell’arte.

Noi siamo tra i più deboli Stati dell’Occidente.

In più abbiamo esaurito la possibilità di farci rappresentare da una classe politica per lo meno decente.

Questo ci mette in mano al gioco della volontà straniera, che non esita a dominarci in modo possibilmente occulto.

Noi abbiamo accettato come normale la caduta del governo Prodi.

Rimase in carica dal 17 maggio 2006 all'8 maggio 2008 (giorno di entrata in carica del successore, il governo Berlusconi IV) per un totale di 722 giorni, ovvero 1 anno, 11 mesi e 21 giorni.

A noi, dal punto di vista della salvaguardia delle istituzione repubblicane, ci interessava molto, molto, molto poco, se non nell’ambito della sola tifoseria politica.

Berlusconi non ci piaceva affatto.

Ci interessò relativamente se Silvietto comprò letteralmente uomini che gravitavano nel centro-sinistra originale.

CONTINUA
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

CONTINUA

Poi alla fine gli italiani dimenticano. Oggi nessuno si interessa più del caso De Gregorio a otto anni dal misfatto:

Berlusconi condannato per i 3 milioni di euro a Sergio De ...
espresso.repubblica.it/.../tre-milioni-di-euro-a-de-gregorio-berlusconi-cond...
09 lug 2015 - Berlusconi condannato per i 3 milioni di euro a Sergio De Gregorio. ... Prodi, tra il 2006 e il 2008 Silvio Berlusconi ha corrotto con tre milioni di euro (e ... In molti, tra i forzisti, ritengono di poter paragonare questo caso alle altre ..

Il governo Prodi, secondo le esigenze giuridiche di Silvietto doveva cadere a tutti i costi. Costi quel che costi.

E tre milioni di euro era un prezzo da pagare.

Il suo legale diventato poi suo consigliere personale Pecorella, principe del Foro di Milano, conosceva molto bene il collegio giudicante circa l’ennesimo processo in corso a Milano nei confronti di Silvietto.

E dall’andamento del procedimento, si disse convinto che questa volta Berlusconi sarebbe stato condannato.

Quindi il suo consiglio fu di giocarsi il tutto per tutto per evitare la condanna che avrebbe pregiudicato la sua entrata in politica.

Silvietto comprese e si adeguò. Ma evidentemente dall’opposizione non poteva emanare il Lodo Alfano.

Solo andando a governare poteva adire a tanto. E quindi il governo Prodi doveva cadere a tutti i costi.

E così fù.

Racconta Di Pietro che solo per 4 giorni, grazie al Lodo Alfano, Silvietto fu tirato fuori per i capelli dal procedimento di Milano.

Grazie anche alla porcata di Napolitano che definì il provvedimento Alfano costituzionale.

Nel settembre del 2009 la Consulta cassava per incostituzionale quel Lodo.

Ma ormai i giochi erano fatti. Silvietto era salvo.

Le preoccupazioni di Berlusconi a Palazzo Chigi riguardavo solo questo.

L’italia poteva andare in malora, come puntualmente avvenne, ma l’importante era che lui si salvasse.

Nel 2011 le cose andavano così male che la Ue pretese la defenestrazione di Berlusconi.

Napolitano ‘o Re, fece tutto lui.

Non si preoccupò di indire nuove elezioni.

Gli ordini erano di mettere un uomo di Bildelberg, della Trilaterale, di Aspen. Sostanzialmente un uomo fidato. E arrivò Monti, fatto Senatore a vita per l’occasione.

Ma fu un buco nell’acqua, anche se grazie anche alle pensioni, Monti riuscì a mettere una pezza per non finire in bancarotta.

Dopo Monti si indissero regolari elezioni.

Dal punto di vista istituzionale l’incarico di formare un nuovo governo spettava a Bersani. Anche se dal punto di vista politico, personalmente lo ritenevo troppo debole per reggere una posizione difficile come quella.

Ma Bersani, con ancora qualche goccia di sangue di sinistra non andava bene ai poteri forti di Bruxelles, portaordini dei poteri forti dell’Oltre Atlantico.

Napolitano si adeguò ancora una volta sbarrando la strada a Bersani.

Poi maturando la situazione, decise, secondo gli ordini ricevuti, di dare l’incarico a Enrico Letta.

Anche lui come Monti. Uomo, di Aspen, Bildelberg, Trilaterale. Un uomo dei poteri forti.

Io un sabato mattina ebbi a discutere molto con un amico di sinistra che ancora allora credeva nel PD.

Non che fossi totalmente avverso a Letta, ma lo ritenevo troppo molliccio, troppo debole, per operare in mezzo a quel branco di sciacalli.

Letta é rimasto in carica dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014, per un totale di 300 giorni, ovvero 9 mesi e 25 giorni.

Rimane poi il mistero perché all’improvviso è comparso #Enricostaisereno.

Un personaggio senza arte ne parte sprovvisto di qualsiasi esperienza parlamentare.

Chi aveva dato ordine a Re Giorgio di dare corso a quella sostituzione????

Quello che stamani qualcuno ha definito un Colpo di Stato.

I poteri forti interni non sono più quelli di una volta. Soprattutto Confindustria che ha dominato in lungo e in largo la Prima Repubblica.

Quindi bisogna guardare ai poteri forti che dominano il mondo Occidentale.

Massoneria in primis. In cui molti suoi esponenti fanno parte dell’Alta Finanza internazionale, o come la Mafia.

La Mafia non è più quella dei don Corleone, dei Totò Riina, dei Provenzano.

La nuova mafia ha studiato nelle migliori università del pianeta e siede nei principali consigli di amministrazione del potere che conta.

Ovviamente porta il grembiulino.

La nostra realtà, caro Cielo70, è purtroppo questa anche se noi abbiamo l’idea romantica della democrazia.

Infatti, se andrà via Renzi, ne arriverà un altro di loro.


Cerasa la scorsa settimana ha fatto filtrare sul Foglio, poi ripreso da altri, la notizia che Letta, Prodi e D’Alema stiano lavorando per un GOMBLODDO(termine caro a Gnazio La Russa, deparesidos), per sostituire Renzi con il presidente dell’Inps, Tito Boeri.

Quello che bisogna chiedersi è se Boeri ha il semaforo verde da Bruxelles e quindi anche dalla Germania, mandatari dei poteri forti del mondo Occidentale.
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Per me, come per l'amico Cielo70, sta bene che il ballista se ne vada a casa e vada a
vendere supposte scadute.


Ma non posso non chiedermi se Il Giornale avrebbe fatto lo stesso titolo, oggi 21 febbraio 2016, se Silvietto avesse continuato a tubare dopo il Nazareno.


"Spesi 25 miliardi in meno"
Ma i dati sbugiardano Renzi

Il governo si vanta. Ma Unimpresa lo smaschera: nel 2015 la spesa pubblica è salita di 52 miliardi, le tasse di 26 miliardi
di Luca Romano
35 minuti fa

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 27651.html
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

Quello che non sono riuscito a capire dal punto di vista strettamente tecnico è l'adesione di quel 30 % del 46 % che vota, alle scemenze(diciamo così) che propina in quantità industriale il profeta indiscusso, Attila La Qualunque, del movimento "Incorporated cool emos"


Posso tentare dei collgamenti per capire.

Il primo é quello di Benito Mussolini, che credo abbia capito gli italiani di 100 anni fa.

"La folla è femmina e in quanto tale deve essere fottuta"

I leader della prima Repubblica soprattutto democristiani, pur esercitando un notevole potere non hanno mai esagerato in questo senso.

Tutto ricomincia a cambiare quando compare sulla scena politica Bettino l'uomo del destino.

Più furbo di Benito, invece di finire a Piazzale Loreto si è rifugiato ad Hammamet.

Via lui è la volta dell'amico sodale di Bettino. Silvietto.

Anche lui come Benito conosce la folla e non esita affatto a fottere il centro e la destra per i suoi interessi.

Dopo un ventennio si pensava di voltare pagina ed invece arriva il venditore di supposte scadute di Rignano con la predilizione di Pinocchio. Il primo amore non si scorda mai.

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Renzi celebra i due anni di governo e il Jobs act
Ricolfi: “Sul lavoro non ha capito le statistiche”


Il sociologo e docente di analisi dei dati traccia un bilancio a un anno dall’entrata in vigore della legge
“Sui 764mila contratti stabili in più del 2015, 578mila sono trasformazioni. Nel 2012 erano state di più”
Lavoro & Precari
Il precariato è al massimo storico, la ripresa occupazionale è modesta, la narrazione del governo è “al servizio della conservazione del potere”. E’ questo il bilancio che Luca Ricolfi, sociologo e docente di analisi dei dati all’Università di Torino, traccia del Jobs act un anno dopo l’entrata in vigore dei primi decreti della riforma. Il capo del governo “sembra non comprendere il significato delle statistiche di cui parla”, attacca il professore mentre Matteo Renzi si appresta, proprio lunedì, ad andare in visita alla Walter Tosto (leggi), azienda che produce macchinari per il settore petrolifero e “ha assunto con il Jobs Act”

di Stefano De Agostini

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Jobs act, Ricolfi: “Precariato ai massimi storici e ripresa occupazionale modesta. Renzi non capisce le statistiche”
Lavoro & Precari

A un anno dall'entrata in vigore dei primi decreti della riforma, il sociologo e docente di analisi dei dati traccia un bilancio. "Sui 764mila contratti stabili in più del 2015, 578mila sono trasformazioni. Nel 2012 erano state di più. La misura più incisiva? Il decreto Poletti che ha liberalizzato le assunzioni a termine. Ma il vero dramma è che 3 milioni di italiani lavorano senza contratto e altrettanti hanno smesso di cercare un posto"
di Stefano De Agostini | 22 febbraio 2016


Il precariato è al massimo storico, la ripresa occupazionale è modesta, la narrazione del governo è “al servizio della conservazione del potere”. E’ questo il bilancio che Luca Ricolfi, sociologo e docente di analisi dei dati all’Università di Torino, traccia del Jobs act un anno dopo l’entrata in vigore dei primi decreti della riforma. Il capo del governo “sembra non comprendere il significato delle statistiche di cui parla”, attacca il professore mentre Matteo Renzi si appresta proprio lunedì, a 24 mesi dal suo insediamento, ad andare in visita alla Walter Tosto, azienda che produce macchinari per il settore petrolifero e “ha assunto con il Jobs Act”. Una settimana fa il premier aveva esultato per i 764mila contratti stabili in più certificati dall’Inps, ma l’interpretazione di quei dati fornita da Ricolfi è decisamente diversa.


Il governo sta celebrando i suoi due anni di mandato. Anche il ministero del Lavoro ha pubblicato una presentazione dove rivendica le “buone cose per il nostro Paese”, dal Jobs act a Garanzia giovani. Che idea si è fatto della narrazione che l’esecutivo sta facendo sui numeri del lavoro?
Questo è un governo come gli altri. Narrava Berlusconi, narrava Prodi, narrava Monti, narrava Letta. E le loro narrazioni erano implacabilmente al servizio della conservazione del potere, non certo della verità. Perché dovrebbe essere diverso sotto Renzi?

Lo slogan utilizzato dal governo per il Jobs act è: “Meno precarietà, più lavoro stabile”. Il Jobs act è stato in grado di ridurre l’occupazione precaria?
No, durante il 2015 il tasso di occupazione precaria, ossia la quota dei lavoratori dipendenti con contratti temporanei, ha raggiunto il massimo storico da quando esiste questa statistica (dal 2004), superando il 14%. Bisogna dire, tuttavia, che da settembre dell’anno scorso il tasso di occupazione precaria ha cominciato a ridursi, sia pure di pochi decimali.

Dopo gli ultimi dati Inps sui contratti, Renzi ha commentato: “+764mila contratti stabili nel primo anno di #jobsact. Amici gufi, siete ancora sicuri che non funzioni?”. L’aumento del tempo indeterminato è merito del Jobs act o degli sgravi?
Renzi sembra non comprendere il significato delle statistiche di cui parla. I 764mila posti stabili in più sono la somma fra il numero delle trasformazioni (578mila) e il saldo fra assunzioni e cessazioni (186mila). Per quanto riguarda le trasformazioni, è vero che quelle del 2015 sono state molte di più di quelle del 2013 e del 2014, ma se risaliamo anche solo al 2012 (l’anno di Monti) le trasformazioni erano state oltre 600mila, ossia un po’ di più di quelle vantate dal governo per il miracoloso 2015. E questo nonostante quello di Monti sia stato un anno di recessione. Resterebbe il saldo di 186mila contratti stabili in più. Duecentomila occupati stabili in più non sono tantissimi, ma comunque sono un progresso rispetto alle dinamiche degli anni scorsi. A che cosa sono dovuti? Per ora posso solo esprimere un’opinione: il contratto a tutele crescenti è molto meno importante della decontribuzione, e la modesta ripresa occupazionale in atto si deve innanzitutto al fatto che il Pil è tornato a crescere, più che a specifiche norme volte a favorire l’occupazione. Ma forse la misura più incisiva varata negli ultimi due anni è quella di cui nessuno parla.


Quale misura?
Il decreto Poletti del marzo 2014, che liberalizzava le assunzioni a termine, permettendo molteplici rinnovi. Questa misura va in direzione opposta a quella del Jobs Act, perché incentiva le assunzioni a tempo determinato. Quando si fa un bilancio del 2015 bisognerebbe considerare anche il saldo dei contratti precari (420mila), non solo di quelli stabili (186mila). L’aumento del tasso di occupazione precaria registrato dall’Istat si spiega con l’esplosione delle assunzioni a tempo determinato, che a sua volta potrebbe essere stato favorito dal decreto Poletti. Che poi una parte dei contratti a termine siano stati trasformati in contratti stabili non basta a modificare la dinamica profonda del mercato del lavoro. Alla formazione di posti di lavoro stabili si è affiancata una formazione di posti di lavoro precari, di cui si ha meno voglia di parlare.

Finora è valsa la pena di spendere gli 1,8 miliardi di euro della decontribuzione per raggiungere questi risultati?
No, non ne è valsa la pena, anche perché i miliardi sono almeno 12: il costo della decontribuzione è stato valutato in 5 + 5 miliardi nel biennio 2016-2017.

C’è il rischio che il mercato del lavoro sia stato drogato dagli incentivi? E che l’occupazione si sgonfi quando verranno meno?
E’ quello che temiamo tutti. Il test decisivo sarà il primo trimestre del 2016, i cui dati saranno disponibili a maggio. A quel punto si scoprirà se la modesta crescita di occupazione registrata nel corso del 2015 proseguirà, magari rafforzandosi, o si sgonfierà, perché era artificialmente sostenuta dagli incentivi. L’unica cosa che mi sento di dire, per ora, è che l’ultimo mese del 2015 ha pienamente confermato la profezia che fece Tito Boeri, e cioè che le assunzioni si sarebbero concentrate all’inizio e alla fine del 2015. Insomma, quella del 2015 potrebbe rivelarsi una piccola “bolla occupazionale”. Ma speriamo di no…

Quanto hanno influito i fattori macroeconomici (basso prezzo del petrolio, cambio euro/dollaro favorevole, quantitative easing) sul mercato del lavoro italiano?
Secondo la maggior parte degli studiosi i tre “propulsori” esogeni della nostra economia dovevano portare almeno 1 punto di crescita del Pil in più. Dato che, invece, siamo cresciuti solo dello 0,7%, vuol dire che senza quella spinta il nostro Pil avrebbe continuato a scendere anche nel 2015. Ma noi preferiamo raccontarci che “l’Italia ha svoltato”.

Quali misure servono per una ripresa strutturale del mercato del lavoro?
Una misura, il Job Italia, l’avevo proposta un paio di anni fa, come Fondazione David Hume e come La Stampa, ai tempi in cui scrivevo sul quotidiano torinese. L’idea è piuttosto semplice. Se prevediamo una decontribuzione ancora più forte di quella introdotta nel 2015, ma diamo il beneficio solo alle imprese che aumentano l’occupazione, creiamo abbastanza posti di lavoro aggiuntivi da rendere autofinanziante il provvedimento: più posti di lavoro, infatti, significano più reddito, e più reddito significa più gettito fiscale. Però l’idea del Job Italia non era “combattere il dramma dell’occupazione precaria”. Il “dramma dei precari” è una costruzione mediatico-politica, molto di moda da una decina d’anni, che è stata usata per nascondere il vero dramma di questo paese.

Quale dramma?
Il dramma dell’Italia non è che meno di 3 milioni di persone lavorino con contratti a tempo determinato, ma è che una cifra analoga se non superiore di lavoratori, spesso immigrati, lavorino completamente senza contratto, che altri 3 milioni di persone cerchino un lavoro senza trovarlo, e altri 3 milioni ancora un lavoro manco lo cerchino, perché hanno perso la speranza di trovarlo. Ho chiamato Terza società questo esercito di 10 milioni di persone di cui nessuno si occupa, e che fanno la vera differenza fra l’Italia e la maggior parte dei Paesi avanzati.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02 ... e/2484646/
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

TEMPI DI ELEZIONI, TEMPI DI GUERRA

Notizie con il filtro(come con le sigarette)

"Italiani, quale riforma ora?"
Ma per Renzi soltanto critiche

Andrea Indini


http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 27751.html
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