Fermate quei banchieri !!
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Fermate quei banchieri !!
Fermate quei banchieri !!
In un articolo di Giovanni Mariani apparso su "Famiglia Cristiana" nel 1992 venivano evidenziati i termini del Trattato di Maastricht. Il settimanale cattolico è stato, in quell'occasione, una delle poche voci fuori dal coro nel mare dei consensi dei mass media di regime. L'articolo in questione, titolato: «Allarme nei Paesi comunitari, fermate quei banchieri!», sosteneva «... la BundesBank mette le mani su Maastricht; non sono i politici che manovrano, ma i grossi finanzieri e banchieri, con il beneplacito di Stati Uniti e Giappone».
Dopo Maastricht l'Europa, e quindi l'Italia, non sarà più governata da uomini politici, ma da banchieri e finanzieri senza patria e senza volto, quindi più nulla conterà la volontà popolare.
Battersi contro il trattato di Maastricht significa difendere la nostra identità di popolo, la nostra libertà di cittadini. Significa opporsi alle privatizzazioni, allo smembramento dell'Italia, che è il primo passo per trasformare la penisola in un espressione geografica asservita economicamente a Germania e Stati Uniti.
Quell'articolo è stato molto profetico, a distanza di 20 anni, la verità sta emergendo con tutta la sua crudezza.
In un articolo di Giovanni Mariani apparso su "Famiglia Cristiana" nel 1992 venivano evidenziati i termini del Trattato di Maastricht. Il settimanale cattolico è stato, in quell'occasione, una delle poche voci fuori dal coro nel mare dei consensi dei mass media di regime. L'articolo in questione, titolato: «Allarme nei Paesi comunitari, fermate quei banchieri!», sosteneva «... la BundesBank mette le mani su Maastricht; non sono i politici che manovrano, ma i grossi finanzieri e banchieri, con il beneplacito di Stati Uniti e Giappone».
Dopo Maastricht l'Europa, e quindi l'Italia, non sarà più governata da uomini politici, ma da banchieri e finanzieri senza patria e senza volto, quindi più nulla conterà la volontà popolare.
Battersi contro il trattato di Maastricht significa difendere la nostra identità di popolo, la nostra libertà di cittadini. Significa opporsi alle privatizzazioni, allo smembramento dell'Italia, che è il primo passo per trasformare la penisola in un espressione geografica asservita economicamente a Germania e Stati Uniti.
Quell'articolo è stato molto profetico, a distanza di 20 anni, la verità sta emergendo con tutta la sua crudezza.
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Re: Fermate quei banchieri !!
Oggi la Grecia ripudia l'Europa dei banchieri
e l'Italia cosa fa ? il PD è in grado di affrontare seriamente la questione ? non si tratta solo di mettere i conti in regola, ma si tratta soprattutto del modo in cui intervenire per far sì che i conti vadano a posto, e come intervenire è una questione tutta nostra e non della BCE o dell'UE.
Il PD ha una grave responsabilità, non si tratta di avere o non avere la bacchetta magica, ma di scegliere o l'Europa dei popoli o l'Europa delle banche.
e l'Italia cosa fa ? il PD è in grado di affrontare seriamente la questione ? non si tratta solo di mettere i conti in regola, ma si tratta soprattutto del modo in cui intervenire per far sì che i conti vadano a posto, e come intervenire è una questione tutta nostra e non della BCE o dell'UE.
Il PD ha una grave responsabilità, non si tratta di avere o non avere la bacchetta magica, ma di scegliere o l'Europa dei popoli o l'Europa delle banche.
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Re: Fermate quei banchieri !!
Se il PD non va al voto oggi .... sono dei pazzi, tenere un parlamento che non corrisponde alla nuova composizione elettorale a macchia di jaguaro con M5S in evidenza e PDL liquefatto. Questo parlamento è anche secondo me illegale, visto che la Lega stando all'opposizione ha avuto un premio di maggioranza (deputati in + che non corrispondono alla forza elettorale), appunto per aver vinto l'elezioni.
Bersani ha tradotto la pseudo vittoria con la frase "adesso Monti deve ascoltarci di più", un puro contentino.
Intanto il PD si appresta a votare un ddl anticorruzione in cui c'è una norma salva-Ruby. Solo IDV protesta.
Ma come si fa a tenere una linea politica suicida, come quella tenuta dal PD?
Boooh
Augh
Bersani ha tradotto la pseudo vittoria con la frase "adesso Monti deve ascoltarci di più", un puro contentino.
Intanto il PD si appresta a votare un ddl anticorruzione in cui c'è una norma salva-Ruby. Solo IDV protesta.
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Fermate quei banchieri !!
Joblack ha scritto:Se il PD non va al voto oggi .... sono dei pazzi, tenere un parlamento che non corrisponde alla nuova composizione elettorale a macchia di jaguaro con M5S in evidenza e PDL liquefatto. Questo parlamento è anche secondo me illegale, visto che la Lega stando all'opposizione ha avuto un premio di maggioranza (deputati in + che non corrispondono alla forza elettorale), appunto per aver vinto l'elezioni.
Bersani ha tradotto la pseudo vittoria con la frase "adesso Monti deve ascoltarci di più", un puro contentino.
Intanto il PD si appresta a votare un ddl anticorruzione in cui c'è una norma salva-Ruby. Solo IDV protesta.
Ma come si fa a tenere una linea politica suicida, come quella tenuta dal PD?
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Giusta osservazione, in questo Parlamento la Lega ha dei parlamentari in più dovuti al premio di maggioranza e non facendo più parte della maggioranza gode di una situazione impropria.
Il Parlamento deve chiudere, bispogna andare al più presto a nuove elezioni, basta modificare la legge elettorale obbligandio i partiti a fare le primarie
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Re: Fermate quei banchieri !!
E per bloccare Grillo si tengono il Porcellum
Spaventati dal voto, i partiti scaricano il proporzionale
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di Koba
Il primo effetto dello tsunami amministrativo sarà che non si cambierà la legge elettorale. Rimarrà il Porcellum, anche se tutti ancora per un po’ si sbracceranno a dire che, per carità, va cambiato, rifondato, mandato in soffitta. Ha bruciato tutti sul tempo Luciano Violante, che di primo mattino, apparentemente a freddo, ha avvertito: "Il voto amministrativo cambia i presupposti sui quali stavamo lavorando". In assenza di partiti consolidati, è l’analisi dell’ex presidente della Camera che pure stava lavorando a una bozza proporzionalista simil tedesca, "si rischia una eccessiva frammentazione", senza avere il corrispettivo della sicurezza della governabilità. Ma quel che più fa notizia è che analoghe resipiscenze provengono anche dall’altro campo, dal Pdl, dove Sandro Bondi, Gaetano Quagliarello e altri parlano lo stesso linguaggio violantiano. Dunque?
Il derby Parigi-Atene. C’è stato un trittico micidiale interno-estero che ha contribuito al cambio di opinioni: le elezioni francesi, quelle greche e quelle italiane, dove nell’ordine si è visto che a Parigi si è svolta una normale competizione attorno ai due blocchi e la sera stessa del ballottaggio si sapeva il vincitore e, quel che più conta, il futuro governo; ad Atene, invece, Babele totale, frammentazione acuta, nessun partito sopra il 20 per cento, con conseguente impossibilità di formare una maggioranza e un governo (molto probabilmente si tornerà alle urne il 17 maggio); il voto amministrativo italiano, infine, ha dato il colpo di grazia, confermando sì la tenuta del Pd, ma con l’altro polo pressoché dileguato e comunque in preda allo spappolamento.
Quel "doppio turno" che non s'ha da fare. La conseguenza è stata che al grido di “vade retro Atene” e “viva Parigi”, tra le due principali forze politiche italiane si torna a parlare adesso di doppio turno. "Dovremmo tornare a considerarlo", sussurra Violante. "Se ne potrebbe parlare", fanno eco Bondi, Quagliariello e Gelmini. Andrà in porto? I dubbi sono tanti, gli scettici superano di gran lunga gli ottimisti, per un motivo molto semplice: ogni volta che si è solo sfiorato il tema del doppio turno, era come dire non se ne fa niente. Casini e il Terzo polo non ne vogliono sentir parlare, così come la Lega, costringerebbe le forze intermedie e medio-piccole a schierarsi al secondo turno attorno ai due poli maggiori, che è proprio quanto queste forze vedono come il fumo negli occhi. "E’ più facile che noi due apriamo un ristorante che si faccia il doppio turno", celiava alla Camera il prodiano Giulio Santagata rivolto a Castagnetti, e quest’ultimo: "Sì, cuciniamo solo per il primo turno serale, il secondo se la vedano", scherzava a sua volta l’ultimo leader del Ppi.
L'imperativo è fermare i grillini. A prevalere è lo scetticismo. A parte i tempi, e a parte la confusione nel campo del centrodestra ("di là non c’è neanche un interlocutore credibile e autorevole", ammette sconsolato Migliavacca, braccio destro di Bersani), ci sono due ottime ragioni “sistemiche” perché alla fine ci si acconci a conservare il Porcellum: con il premio di maggioranza, quel sistema garantisce comunque 360 deputati ai vincenti e 270 alla coalizione perdente. Ma soprattutto esclude dal Parlamento le forze non coalizzate che non abbiano riportato almeno l’8 per cento al Senato e il 4 per cento alla Camera. E alzi la mano chi si coalizzerebbe con i Grillini oggi.
http://www.ilretroscena.it/2012/05/09/g ... -elezioni/
http://notizie.virgilio.it/politica/il- ... ellum.html
.....................................................
Se dovessero fare questo è una cosa inamissibile.
Ciao
Paolo11
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di Koba
Il primo effetto dello tsunami amministrativo sarà che non si cambierà la legge elettorale. Rimarrà il Porcellum, anche se tutti ancora per un po’ si sbracceranno a dire che, per carità, va cambiato, rifondato, mandato in soffitta. Ha bruciato tutti sul tempo Luciano Violante, che di primo mattino, apparentemente a freddo, ha avvertito: "Il voto amministrativo cambia i presupposti sui quali stavamo lavorando". In assenza di partiti consolidati, è l’analisi dell’ex presidente della Camera che pure stava lavorando a una bozza proporzionalista simil tedesca, "si rischia una eccessiva frammentazione", senza avere il corrispettivo della sicurezza della governabilità. Ma quel che più fa notizia è che analoghe resipiscenze provengono anche dall’altro campo, dal Pdl, dove Sandro Bondi, Gaetano Quagliarello e altri parlano lo stesso linguaggio violantiano. Dunque?
Il derby Parigi-Atene. C’è stato un trittico micidiale interno-estero che ha contribuito al cambio di opinioni: le elezioni francesi, quelle greche e quelle italiane, dove nell’ordine si è visto che a Parigi si è svolta una normale competizione attorno ai due blocchi e la sera stessa del ballottaggio si sapeva il vincitore e, quel che più conta, il futuro governo; ad Atene, invece, Babele totale, frammentazione acuta, nessun partito sopra il 20 per cento, con conseguente impossibilità di formare una maggioranza e un governo (molto probabilmente si tornerà alle urne il 17 maggio); il voto amministrativo italiano, infine, ha dato il colpo di grazia, confermando sì la tenuta del Pd, ma con l’altro polo pressoché dileguato e comunque in preda allo spappolamento.
Quel "doppio turno" che non s'ha da fare. La conseguenza è stata che al grido di “vade retro Atene” e “viva Parigi”, tra le due principali forze politiche italiane si torna a parlare adesso di doppio turno. "Dovremmo tornare a considerarlo", sussurra Violante. "Se ne potrebbe parlare", fanno eco Bondi, Quagliariello e Gelmini. Andrà in porto? I dubbi sono tanti, gli scettici superano di gran lunga gli ottimisti, per un motivo molto semplice: ogni volta che si è solo sfiorato il tema del doppio turno, era come dire non se ne fa niente. Casini e il Terzo polo non ne vogliono sentir parlare, così come la Lega, costringerebbe le forze intermedie e medio-piccole a schierarsi al secondo turno attorno ai due poli maggiori, che è proprio quanto queste forze vedono come il fumo negli occhi. "E’ più facile che noi due apriamo un ristorante che si faccia il doppio turno", celiava alla Camera il prodiano Giulio Santagata rivolto a Castagnetti, e quest’ultimo: "Sì, cuciniamo solo per il primo turno serale, il secondo se la vedano", scherzava a sua volta l’ultimo leader del Ppi.
L'imperativo è fermare i grillini. A prevalere è lo scetticismo. A parte i tempi, e a parte la confusione nel campo del centrodestra ("di là non c’è neanche un interlocutore credibile e autorevole", ammette sconsolato Migliavacca, braccio destro di Bersani), ci sono due ottime ragioni “sistemiche” perché alla fine ci si acconci a conservare il Porcellum: con il premio di maggioranza, quel sistema garantisce comunque 360 deputati ai vincenti e 270 alla coalizione perdente. Ma soprattutto esclude dal Parlamento le forze non coalizzate che non abbiano riportato almeno l’8 per cento al Senato e il 4 per cento alla Camera. E alzi la mano chi si coalizzerebbe con i Grillini oggi.
http://www.ilretroscena.it/2012/05/09/g ... -elezioni/
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Ciao
Paolo11
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Re: Fermate quei banchieri !!
Attenzione che se l'attuale Parlamento vota un altro po' di porcate... il M5S li supererà e il premio di maggioranza se lo "beccano" i grillini... (e non sarebbe buono per l'Italia neanche questa soluzione...)
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Re: Fermate quei banchieri !!
dal Blog di Gad Lerner
La sinistra tedesca si ribella all’Austerità
mercoledì, 9 maggio 2012
Il Fiscal Compact, il trattato simbolo dell’austerità, potrebbe non essere approvato dalla stessa Germania. Una bocciatura clamorosa del rigore dettato dal governo Merkel, dalla Bce e dalla Bundesbank come la politica migliore per risolvere la grande crisi nella quale è precipitata l’Europa da ormai più di due anni. Il Fiscal Compact è un trattato, e come tale per entrare in vigore deve essere approvato dai Parlamenti nazionali. Al Bundestag la Merkel ha bisogno di una maggioranza raffortzata per ratificare il Fiscal Compact, ma la Spd – i cui voti sono indispensabili – si sta opponendo all’attuale versione del trattato dell’austerità. Il leader socialdemocratico Sigmar Gabriel, la sua vice Andreas Nahles ed il responsabile del gruppo parlamentare per i temi di bilancio Carsten Schneider hanno chiesto importanti modifiche per assicurare il loro sostegno. La Spd si fa forza del successo di François Hollande per rendere socialmente più sostenibile il nuovo trattato che sostituisce il Patto per la Stabilità e la Crescita approvato nel 1997 e poi sostanzialmente fatto naufragare dalla Germania di Schroeder e dalla Francia di Chirac. La socialdemocrazia tedesca chiede di scorporare dal calcolo del deficit le misure di stimolo dell’economia, e l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie per ammorbidire socialmente i tagli ai servizi pubblici. Le posizioni della Spd hanno scatenato una fortissima reazione sul fronte conservatore, già messo in difficoltà dalla sconfitta del fedele alleato Sarkozy. Il vice capogruppo della Cdu al Bundestag Peter Altmaier ha invitato la socialdemocrazia a non intavolare la trattativa sul Fiscal Compact nelle modalità di un venditore di tappeti magrebino. Die Welt, il principale giornale della destra tedesca, ha pubblicato un editoriale nel quale accusa di tradimento della patria i socialdemocratici. Le posizioni della Spd sono invece lodate dal capogruppo del PSE al Parlamento Europeo, Hannes Swoboda, che rimarca l’importanza di avere un leader di sinistra al fianco di Mario Monti. “Prima il premier italiano aveva solo Merkel e Sarkozy alla sua destra, ora l’Europa può davvero cambiare”, ha detto Swoboda in un’intervista a Der Spiegel. Il nervosismo della Cdu e dei conservatori tedeschi dipende anche dagli scenari interni. In Schleswig-Holstein il partito della Merkel dovrebbe aver perso l’ennesimo governo di un Bundesland, mentre la Spd si appresta a trionfare nelle regionali del Nordreno-Vestfalia, il più grande Stato della Repubblica federale coi suoi quasi diciotto milioni di abitanti.
La sinistra tedesca si ribella all’Austerità
mercoledì, 9 maggio 2012
Il Fiscal Compact, il trattato simbolo dell’austerità, potrebbe non essere approvato dalla stessa Germania. Una bocciatura clamorosa del rigore dettato dal governo Merkel, dalla Bce e dalla Bundesbank come la politica migliore per risolvere la grande crisi nella quale è precipitata l’Europa da ormai più di due anni. Il Fiscal Compact è un trattato, e come tale per entrare in vigore deve essere approvato dai Parlamenti nazionali. Al Bundestag la Merkel ha bisogno di una maggioranza raffortzata per ratificare il Fiscal Compact, ma la Spd – i cui voti sono indispensabili – si sta opponendo all’attuale versione del trattato dell’austerità. Il leader socialdemocratico Sigmar Gabriel, la sua vice Andreas Nahles ed il responsabile del gruppo parlamentare per i temi di bilancio Carsten Schneider hanno chiesto importanti modifiche per assicurare il loro sostegno. La Spd si fa forza del successo di François Hollande per rendere socialmente più sostenibile il nuovo trattato che sostituisce il Patto per la Stabilità e la Crescita approvato nel 1997 e poi sostanzialmente fatto naufragare dalla Germania di Schroeder e dalla Francia di Chirac. La socialdemocrazia tedesca chiede di scorporare dal calcolo del deficit le misure di stimolo dell’economia, e l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie per ammorbidire socialmente i tagli ai servizi pubblici. Le posizioni della Spd hanno scatenato una fortissima reazione sul fronte conservatore, già messo in difficoltà dalla sconfitta del fedele alleato Sarkozy. Il vice capogruppo della Cdu al Bundestag Peter Altmaier ha invitato la socialdemocrazia a non intavolare la trattativa sul Fiscal Compact nelle modalità di un venditore di tappeti magrebino. Die Welt, il principale giornale della destra tedesca, ha pubblicato un editoriale nel quale accusa di tradimento della patria i socialdemocratici. Le posizioni della Spd sono invece lodate dal capogruppo del PSE al Parlamento Europeo, Hannes Swoboda, che rimarca l’importanza di avere un leader di sinistra al fianco di Mario Monti. “Prima il premier italiano aveva solo Merkel e Sarkozy alla sua destra, ora l’Europa può davvero cambiare”, ha detto Swoboda in un’intervista a Der Spiegel. Il nervosismo della Cdu e dei conservatori tedeschi dipende anche dagli scenari interni. In Schleswig-Holstein il partito della Merkel dovrebbe aver perso l’ennesimo governo di un Bundesland, mentre la Spd si appresta a trionfare nelle regionali del Nordreno-Vestfalia, il più grande Stato della Repubblica federale coi suoi quasi diciotto milioni di abitanti.
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- Iscritto il: 19/04/2012, 12:04
Re: Fermate quei banchieri !!
Per dare una chance all'Europa... sinistra progressista al governo in Francia, Germania e Italia contemporaneamente e un calcio ai banchieri...
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: Fermate quei banchieri !!
Dopo aver letto quanto scritto da Paolo 11
c'è la possibilità che il movimento " 5 Stelle" diventi la seconda forza nazionale, e se gli attuali parlamentari non sono capaci di fare alcuna riforma, nè costituzionale ( una sola camera per legiferare, riduzione dei parlamentari ,ecc..) nè elettorale , andiamo al più presto al voto anche con il porcellum e con l'obbligo delle primarie.
c'è la possibilità che il movimento " 5 Stelle" diventi la seconda forza nazionale, e se gli attuali parlamentari non sono capaci di fare alcuna riforma, nè costituzionale ( una sola camera per legiferare, riduzione dei parlamentari ,ecc..) nè elettorale , andiamo al più presto al voto anche con il porcellum e con l'obbligo delle primarie.
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Re: Fermate quei banchieri !!
Hai perfettamente ragione. Il problema e' che non abbiamo una classe politica che dovremmo avere.iospero ha scritto:Oggi la Grecia ripudia l'Europa dei banchieri
e l'Italia cosa fa ? il PD è in grado di affrontare seriamente la questione ? non si tratta solo di mettere i conti in regola, ma si tratta soprattutto del modo in cui intervenire per far sì che i conti vadano a posto, e come intervenire è una questione tutta nostra e non della BCE o dell'UE.
Il PD ha una grave responsabilità, non si tratta di avere o non avere la bacchetta magica, ma di scegliere o l'Europa dei popoli o l'Europa delle banche.
Lo stesso Uolter difronte a questa situazione qualche tempo fa gli scappo' da dire che non sarebbero stati capaci di affrontare questa crisi economica. Il perche' lo dovremmo analizzare noi.
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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