THE CATHOLIC QUESTION
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Il "cerchio magico" di Cl attorno al Papa
E Carron raccomandò Scola per Milano
Esclusivo - Pubblichiamo la lettera del marzo 2011 in cui il successore di don Giussani lamentava
l'attenzione della Curia verso una parte politica (il centrosinistra), proponendo l'allora Patriarca
di Venezia, vicino al movimento, per la successione a Tettamanzi: "C'è una unilateralità di fatto"
Dopo trent'anni un Pontefice parteciperà al Meeting di Rimini, in un momento in cui uomini di Comunione e liberazione sono coinvolti in vicende di corruzione. Ecco il documento con "l'invito" rivolto a Ratzinger dalla presidente del Meeting Emilia Guarnieri. Il Fatto mostra anche una lettera di marzo 2011 in cui il successore di don Giussani indicava l'allora patriarca di Venezia a capo della diocesi milanese, lamentando la "scarsa attenzione della Curia ai tentativi di cattolici impegnati in politica, anche con altissime responsabilità nel governo locale", con evidente riferimento a Roberto Formigoni di Marco Lillo
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... to/219915/
E Carron raccomandò Scola per Milano
Esclusivo - Pubblichiamo la lettera del marzo 2011 in cui il successore di don Giussani lamentava
l'attenzione della Curia verso una parte politica (il centrosinistra), proponendo l'allora Patriarca
di Venezia, vicino al movimento, per la successione a Tettamanzi: "C'è una unilateralità di fatto"
Dopo trent'anni un Pontefice parteciperà al Meeting di Rimini, in un momento in cui uomini di Comunione e liberazione sono coinvolti in vicende di corruzione. Ecco il documento con "l'invito" rivolto a Ratzinger dalla presidente del Meeting Emilia Guarnieri. Il Fatto mostra anche una lettera di marzo 2011 in cui il successore di don Giussani indicava l'allora patriarca di Venezia a capo della diocesi milanese, lamentando la "scarsa attenzione della Curia ai tentativi di cattolici impegnati in politica, anche con altissime responsabilità nel governo locale", con evidente riferimento a Roberto Formigoni di Marco Lillo
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... to/219915/
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
TGcom 24- ore 17,29
Terzo suicidio in 24 ore.
Lo starnazzatore Pierazzurro non ha niente da dire?
Subito la patrimoniale da rigirare alle imprese in difficoltà e salvare vite umane.
La Binetti e l'Opus dei naturalmente tacciono, come tace Cl il cardinale Scola e movimenti per la vita.
Saranno cattolici,...ma certamente non cristiani.
Povero Padreterno,...che collaboratori Ti Sei scelto....
Terzo suicidio in 24 ore.
Lo starnazzatore Pierazzurro non ha niente da dire?
Subito la patrimoniale da rigirare alle imprese in difficoltà e salvare vite umane.
La Binetti e l'Opus dei naturalmente tacciono, come tace Cl il cardinale Scola e movimenti per la vita.
Saranno cattolici,...ma certamente non cristiani.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Monti, sveglia....legge subito da portare in Parlamento e farla approvare a tempo di record. Destinare i fondi alle imprese in difficoltà....
Cancellieri: basta tabù, vendiamo
beni confiscati alle mafie
La legge sul sequestro e la confisca dei beni è ancora valida? Intervista al ministro dell’Interno: «La legge La Torre va adeguata»
Ci sono sfide che vale la pena affrontare. Che altrimenti il rischio è restare prigionieri di alibi, senza fare un passo avanti né indietro. «La legge che regola il sequestro e la confisca dei beni va rivista e soprattutto vanno rivisti i criteri base dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati» riflette il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri che ha incontrato Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato nazionale per la legalità dopo la sua proposta di un progetto-pilota per provare a mettere a reddito, cioè vendere o far fruttare, i beni confiscati alle mafie. Un tesoretto di 20 miliardi che lo Stato non riesce a capitalizzare.
Ministro, la sua sembra una proposta choc: snellire le regole e la burocraziapurdivenderequei benieandare avanti. Sta rompendo un tabù?
«Senza scomodare categorie impegnative, dico che quella dei sequestri, della confisca e del riutilizzo dei beni (la legge Rognoni-La Torre, ndr) è un dispositivo di norme concepite molto tempo fa quando i sequestri erano oggettivamente pochi. Oggi sono molti di più, tanti e soprattutto molto diversificati quindi vanno cambiate le regole. Per questo d’accordo col ministro della Giustizia Paola Severino penso a un ddl che consenta ampio dibattito parlamentare su un tema così delicato»....
CONTINUA A LEGGERE L'INTERVISTA SUL GIORNALE IN EDICOLA, OPPURE CLICCA QUI
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beni confiscati alle mafie
La legge sul sequestro e la confisca dei beni è ancora valida? Intervista al ministro dell’Interno: «La legge La Torre va adeguata»
Ci sono sfide che vale la pena affrontare. Che altrimenti il rischio è restare prigionieri di alibi, senza fare un passo avanti né indietro. «La legge che regola il sequestro e la confisca dei beni va rivista e soprattutto vanno rivisti i criteri base dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati» riflette il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri che ha incontrato Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato nazionale per la legalità dopo la sua proposta di un progetto-pilota per provare a mettere a reddito, cioè vendere o far fruttare, i beni confiscati alle mafie. Un tesoretto di 20 miliardi che lo Stato non riesce a capitalizzare.
Ministro, la sua sembra una proposta choc: snellire le regole e la burocraziapurdivenderequei benieandare avanti. Sta rompendo un tabù?
«Senza scomodare categorie impegnative, dico che quella dei sequestri, della confisca e del riutilizzo dei beni (la legge Rognoni-La Torre, ndr) è un dispositivo di norme concepite molto tempo fa quando i sequestri erano oggettivamente pochi. Oggi sono molti di più, tanti e soprattutto molto diversificati quindi vanno cambiate le regole. Per questo d’accordo col ministro della Giustizia Paola Severino penso a un ddl che consenta ampio dibattito parlamentare su un tema così delicato»....
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
ANSA.it > Cronaca > News
Un altro artigiano si uccide. Napoli, si spara per tasse
Si allunga la catena dei suicidi per la crisi
06 maggio, 14:12
VENEZIA - Un artigiano 40anne residente a Martellago, nel veneziano, vittima della depressione e di problemi economici dettati dalla crisi si è suicidato. L'uomo - come riferiscono i quotidiani locali - nella notte tra venerdì è sabato avrebbe manifestato le proprie intenzioni suicide alla ex fidanzata con un sms per poi impiccarsi nella propria abitazione. La donna, però, aveva il cellulare spento e si sarebbe accorta di ciò che stava accadendo quando la tragedia era ormai avvenuta. Corsa con un amico nell'abitazione della vittima avrebbe trovato il corpo e chiamato i soccorsi ma ormai per l'artigiano non c'era più nulla da fare. L'uomo, con il rapporto sentimentale con la sua ex che aveva avuto fasi alterne, aveva manifestato da qualche tempo, ad amici e conoscenti, uno stato di disagio crescente. Da una parte i problemi personali che lo attanagliavano dall'altra la difficoltà a lavorare ai ritmi di un tempo come muratore. Tra le cause del suicidio anche il fatto che la riduzione delle entrate per la scarsità del lavoro gli avrebbero reso difficile pagare il mutuo della casa.
Un altro artigiano si uccide. Napoli, si spara per tasse
Si allunga la catena dei suicidi per la crisi
06 maggio, 14:12
VENEZIA - Un artigiano 40anne residente a Martellago, nel veneziano, vittima della depressione e di problemi economici dettati dalla crisi si è suicidato. L'uomo - come riferiscono i quotidiani locali - nella notte tra venerdì è sabato avrebbe manifestato le proprie intenzioni suicide alla ex fidanzata con un sms per poi impiccarsi nella propria abitazione. La donna, però, aveva il cellulare spento e si sarebbe accorta di ciò che stava accadendo quando la tragedia era ormai avvenuta. Corsa con un amico nell'abitazione della vittima avrebbe trovato il corpo e chiamato i soccorsi ma ormai per l'artigiano non c'era più nulla da fare. L'uomo, con il rapporto sentimentale con la sua ex che aveva avuto fasi alterne, aveva manifestato da qualche tempo, ad amici e conoscenti, uno stato di disagio crescente. Da una parte i problemi personali che lo attanagliavano dall'altra la difficoltà a lavorare ai ritmi di un tempo come muratore. Tra le cause del suicidio anche il fatto che la riduzione delle entrate per la scarsità del lavoro gli avrebbero reso difficile pagare il mutuo della casa.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Interessante questo articolo a cura di Claudio Tito su La Repubblica di stamani
BAGNASCO ANTI-MONTI NON PIACE IN VATICANO
Bagnasco appoggia il Pdl depurato da Berlusconi come se fossero tutte mammolette, mentre “Appartamento”, gli uomini vicino a al Papa e il Segretario di Stato appoggiano Monti e quindi Casini.
La politica italiana è piegata sul Vaticano, come se la Breccia di Porta Pia non ci fosse mai stata.
http://tweb.interno.it/pressreview/newWinPDF.php
dal sito del Ministero Dell’Interno
BAGNASCO ANTI-MONTI NON PIACE IN VATICANO
Bagnasco appoggia il Pdl depurato da Berlusconi come se fossero tutte mammolette, mentre “Appartamento”, gli uomini vicino a al Papa e il Segretario di Stato appoggiano Monti e quindi Casini.
La politica italiana è piegata sul Vaticano, come se la Breccia di Porta Pia non ci fosse mai stata.
http://tweb.interno.it/pressreview/newWinPDF.php
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Ma possiamo andare avanti in questo modo?
Cosa dobbiamo fare per far cessare questa strage? Occupare Roma con i forconi?
Per i cattolici la vita non è più un valore?
LECCO
Imprenditore tenta il suicidio
ed è salvato dalla figlia 15enne
L'uomo era disperato per i debiti e per le cartelle esattoriali. La ragazza lo ha visto mentre
si stava per impiccare e lo ha tenuto sollevato fino all'arrivo della madre. Ora è fuori pericolo
Un imprenditore 44enne di Calolziocorte, in provincia di Lecco, ha tentato di impiccarsi in giardino. L'uomo era disperato per i debiti e per le cartelle esattoriali di Equitalia che non sarebbe in grado di pagare. A salvarlo è stata la figlia, di 15 anni, che ha visto il padre nel momento in cui si stava per impiccare e lo ha tenuto sollevato fino all'arrivo della madre.
L'uomo, un quarantenne, è ricoverato all'ospedale di Lecco, dove è giunto in condizioni gravi ma non critiche. E' considerato fuori pericolo dai medici. "Sta meglio e speriamo di averlo presto a casa", confermano i suoi familiari. Il sindaco di Calolziocorte, Paolo Arrigoni, è andato in ospedale per sincerarsi sulle condizioni del suo concittadino.
Cosa dobbiamo fare per far cessare questa strage? Occupare Roma con i forconi?
Per i cattolici la vita non è più un valore?
LECCO
Imprenditore tenta il suicidio
ed è salvato dalla figlia 15enne
L'uomo era disperato per i debiti e per le cartelle esattoriali. La ragazza lo ha visto mentre
si stava per impiccare e lo ha tenuto sollevato fino all'arrivo della madre. Ora è fuori pericolo
Un imprenditore 44enne di Calolziocorte, in provincia di Lecco, ha tentato di impiccarsi in giardino. L'uomo era disperato per i debiti e per le cartelle esattoriali di Equitalia che non sarebbe in grado di pagare. A salvarlo è stata la figlia, di 15 anni, che ha visto il padre nel momento in cui si stava per impiccare e lo ha tenuto sollevato fino all'arrivo della madre.
L'uomo, un quarantenne, è ricoverato all'ospedale di Lecco, dove è giunto in condizioni gravi ma non critiche. E' considerato fuori pericolo dai medici. "Sta meglio e speriamo di averlo presto a casa", confermano i suoi familiari. Il sindaco di Calolziocorte, Paolo Arrigoni, è andato in ospedale per sincerarsi sulle condizioni del suo concittadino.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
SENZA LAVORO
Strozzati dai debiti, tre suicidi
Due nel Salernitano e un imprenditore lombardo
MILANO - «Chiedo perdono a tutti... Visto che sono un fallito ho deciso di farla finita. Senza lavoro non posso vivere». Il biglietto, d'addio, è stato ritrovato nella tasca dei pantaloni di Generoso Armenante, l'uomo di 48 anni che si è suicidato impiccandosi martedì pomeriggio a Salerno. È stata la figlia di 19 anni a scoprire il corpo. Armenante è stato solo il primo di una nuova giornata di suicidi legati alle difficoltà economiche che ha visto, sempre a Salerno, un altro morto, un disoccupato che si è sparato al petto. Nel milanese, invece, un imprenditore si è ucciso impiccandosi per la crisi della sua azienda. Tutti e tre hanno lasciato messaggi per spiegare l'angoscia di un futuro tra debiti e disoccupazione. Armenante, addetto alla guardiania di un cash&carry della zona industriale di Salerno, da circa un anno e mezzo, dopo che la ditta da cui dipendeva aveva cambiato proprietà, era senza lavoro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato ordine di sfratto dall'alloggio, all'interno della struttura commerciale, che occupava assieme alla famiglia. A fine giugno l'avrebbe dovuto lasciare quella casa dove da circa un mese e mezzo, racconta la sorella, Tina Armenante, «viveva senza luce». Non era riuscito a pagare la bolletta e così gli avevano staccato tutto. «Mio fratello era un uomo di grande dignità e non aveva mai voluto essere aiutato da noi - racconta tra le lacrime la sorella - In passato ha aiutato noi tutti, per noi era un punto di riferimento». Una speranza, costante, Generoso l'aveva: «Di essere riassunto dalla nuova ditta subentrata a quella che lo aveva licenziato. Ci ha creduto fino all'ultimo. Poi oggi... la fine». L'uomo era legato da rapporto di lavoro con la società Cavamarket S.p.A. (che detiene l'immobile), recentemente dichiarata fallita e non con l'attuale Caramico S.p.A. A ritrovare il cadavere è stata la figlia di 19 anni con la quale l'uomo, assieme alla moglie, aveva pranzato. Da quanto è trapelato, nulla lasciava presagire che quello sarebbe stato l'ultimo pranzo di Generoso Armenante con la sua famiglia. Alzatosi da tavola il 48enne è uscito dall'abitazione, lasciando il telefonino a casa. La figlia non vedendolo rientrare ha deciso di cercarlo. Lo ha fatto prima nel piazzale del deposito, poi si è incamminata nel capannone e dietro un telo di cellophane ha rinvenuto il corpo senza vita del genitore. L'uomo, originario di Vietri sul Mare (Salerno), lascia anche un altro figlio di 14 anni.
MILANO - Aveva, invece, 60 anni, ed era titolare di un'azienda in crisi, l'imprenditore trovato morto impiccato a Cesate (Milano). A trovare il cadavere alle 17.30 nei boschi del parco delle Groane sono stati dei passanti. Da tempo aveva difficoltà a pagare i dipendenti della sua azienda, la Essetitre. Martedì l' imprenditore, sposato e padre di due figli, si è allontanato da casa nel primo pomeriggio, senza avvertire i familiari. Da Saronno ha raggiunto in auto Cesate, a pochi chilometri di distanza, si è inoltrato nel bosco e si è impiccato a un albero. Nel biglietto, ritrovato ai piedi del cadavere, ha motivato il gesto con i debiti contratti dalla sua piccola impresa.
L'OPERAIO - Aveva 62 anni l'operaio edile, Angelo Coppola, che si è ucciso, sempre a Salerno, con una fucilata al petto. L'uomo, disoccupato da Natale, viveva con la moglie e i figli a San Valentino Torio (Salerno). Accanto al corpo dell'uomo è stato rinvenuto un biglietto su cui c'era scritto: «Senza lavoro non si può vivere». L'operaio era disoccupato dal dicembre scorso quando la ditta per la quale lavorava, non avendo più commesse, era stata costretta a rinunciare alle sue prestazioni. (fonte: Ansa)
8 maggio 2012 | 22:36
Corriere.it
Strozzati dai debiti, tre suicidi
Due nel Salernitano e un imprenditore lombardo
MILANO - «Chiedo perdono a tutti... Visto che sono un fallito ho deciso di farla finita. Senza lavoro non posso vivere». Il biglietto, d'addio, è stato ritrovato nella tasca dei pantaloni di Generoso Armenante, l'uomo di 48 anni che si è suicidato impiccandosi martedì pomeriggio a Salerno. È stata la figlia di 19 anni a scoprire il corpo. Armenante è stato solo il primo di una nuova giornata di suicidi legati alle difficoltà economiche che ha visto, sempre a Salerno, un altro morto, un disoccupato che si è sparato al petto. Nel milanese, invece, un imprenditore si è ucciso impiccandosi per la crisi della sua azienda. Tutti e tre hanno lasciato messaggi per spiegare l'angoscia di un futuro tra debiti e disoccupazione. Armenante, addetto alla guardiania di un cash&carry della zona industriale di Salerno, da circa un anno e mezzo, dopo che la ditta da cui dipendeva aveva cambiato proprietà, era senza lavoro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato ordine di sfratto dall'alloggio, all'interno della struttura commerciale, che occupava assieme alla famiglia. A fine giugno l'avrebbe dovuto lasciare quella casa dove da circa un mese e mezzo, racconta la sorella, Tina Armenante, «viveva senza luce». Non era riuscito a pagare la bolletta e così gli avevano staccato tutto. «Mio fratello era un uomo di grande dignità e non aveva mai voluto essere aiutato da noi - racconta tra le lacrime la sorella - In passato ha aiutato noi tutti, per noi era un punto di riferimento». Una speranza, costante, Generoso l'aveva: «Di essere riassunto dalla nuova ditta subentrata a quella che lo aveva licenziato. Ci ha creduto fino all'ultimo. Poi oggi... la fine». L'uomo era legato da rapporto di lavoro con la società Cavamarket S.p.A. (che detiene l'immobile), recentemente dichiarata fallita e non con l'attuale Caramico S.p.A. A ritrovare il cadavere è stata la figlia di 19 anni con la quale l'uomo, assieme alla moglie, aveva pranzato. Da quanto è trapelato, nulla lasciava presagire che quello sarebbe stato l'ultimo pranzo di Generoso Armenante con la sua famiglia. Alzatosi da tavola il 48enne è uscito dall'abitazione, lasciando il telefonino a casa. La figlia non vedendolo rientrare ha deciso di cercarlo. Lo ha fatto prima nel piazzale del deposito, poi si è incamminata nel capannone e dietro un telo di cellophane ha rinvenuto il corpo senza vita del genitore. L'uomo, originario di Vietri sul Mare (Salerno), lascia anche un altro figlio di 14 anni.
MILANO - Aveva, invece, 60 anni, ed era titolare di un'azienda in crisi, l'imprenditore trovato morto impiccato a Cesate (Milano). A trovare il cadavere alle 17.30 nei boschi del parco delle Groane sono stati dei passanti. Da tempo aveva difficoltà a pagare i dipendenti della sua azienda, la Essetitre. Martedì l' imprenditore, sposato e padre di due figli, si è allontanato da casa nel primo pomeriggio, senza avvertire i familiari. Da Saronno ha raggiunto in auto Cesate, a pochi chilometri di distanza, si è inoltrato nel bosco e si è impiccato a un albero. Nel biglietto, ritrovato ai piedi del cadavere, ha motivato il gesto con i debiti contratti dalla sua piccola impresa.
L'OPERAIO - Aveva 62 anni l'operaio edile, Angelo Coppola, che si è ucciso, sempre a Salerno, con una fucilata al petto. L'uomo, disoccupato da Natale, viveva con la moglie e i figli a San Valentino Torio (Salerno). Accanto al corpo dell'uomo è stato rinvenuto un biglietto su cui c'era scritto: «Senza lavoro non si può vivere». L'operaio era disoccupato dal dicembre scorso quando la ditta per la quale lavorava, non avendo più commesse, era stata costretta a rinunciare alle sue prestazioni. (fonte: Ansa)
8 maggio 2012 | 22:36
Corriere.it
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Cosa bisogna fare per far cessare questa strage?
Fare la marcia su Roma con i forconi????
Fare la marcia su Roma con i forconi????
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Lo spettacolo è certamente macabro,... soprattutto se lo si ricollega alla realtà di un fatto analogo in Mexico a cura dei narcos con uomini veri e non manichini dell'inizio settimana, se si toglie il fatto che è una scelta strumentale, «PREMIER VADA A CASA», per poi rimettere il caro estinto, scelta più che mai balzana, per il resto ci si chiede come ha reagito il governo a questa iniziativa.
«Quanti morti dovranno esserci ancora?» me lo sono chiesto anch'io prima di loro.
APPESI NELLA NOTTE
Manichini impiccati ai ponti di Roma:
protesta de La Destra contro i suicidi da crisi
Macabra installazione per criticare il governo Monti e chi lo sostiene: «Quanti morti dovranno esserci ancora?»
Il macabro flash mob dei militanti de La Destra: manichini sul Tevere (Proto)
ROMA - Macabra protesta ad opera di militanti de La Destra che, nella Capitale, hanno appeso ai ponti sul tevere decine di manichini impiccati. Un modo discutibile di criticare il governo Monti e tornare sul tema dei suicidi di imprenditori e lavoratori messi in difficoltà dalla crisi economica.
Il partito ha rivendicato il singolare e agghiacciante flash mob con un comunicato: «Giovedì notte decine di manichini impiccati sono statmi fatti trovare sui ponti di Roma. Questo blitz attuato dai nostri militanti vuole denunciare la guerra dichiarata dalla finanza internazionale all’Italia - spiega Giuliano Castellino de la Destra -. La Bce, Monti e Abc (Alfano-Bersani-Casini) stanno ’suicidando’ gli italiani».
I manichini impiccati ai ponti del Tevere a Roma (foto Proto)
«PREMIER VADA A CASA» - I militanti del partito di Francesco Storace protestano perchè «i numerosi i suicidi sono come dati di un bollettino di guerra» e sono legati «alla crisi economica e alle politiche finanziarie, fatte di tasse, tagli e cancellazione di diritti, attuate da questo governo imposto dall’Europa e non votato dai cittadini».
La Destra si chiede «quanti morti dovranno esserci ancora prima che questo governo se ne vada a casa?», e critica con durezza «l’atteggiamento di Monti che di fronte a questa tragedia scarica le colpe su altri», promettendo di non dar tregua al Premier e «ai partiti venduti e corrotti che lo sostengono».
Redazione Roma Online
11 maggio 2012 | 15:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
«Quanti morti dovranno esserci ancora?» me lo sono chiesto anch'io prima di loro.
APPESI NELLA NOTTE
Manichini impiccati ai ponti di Roma:
protesta de La Destra contro i suicidi da crisi
Macabra installazione per criticare il governo Monti e chi lo sostiene: «Quanti morti dovranno esserci ancora?»
Il macabro flash mob dei militanti de La Destra: manichini sul Tevere (Proto)
ROMA - Macabra protesta ad opera di militanti de La Destra che, nella Capitale, hanno appeso ai ponti sul tevere decine di manichini impiccati. Un modo discutibile di criticare il governo Monti e tornare sul tema dei suicidi di imprenditori e lavoratori messi in difficoltà dalla crisi economica.
Il partito ha rivendicato il singolare e agghiacciante flash mob con un comunicato: «Giovedì notte decine di manichini impiccati sono statmi fatti trovare sui ponti di Roma. Questo blitz attuato dai nostri militanti vuole denunciare la guerra dichiarata dalla finanza internazionale all’Italia - spiega Giuliano Castellino de la Destra -. La Bce, Monti e Abc (Alfano-Bersani-Casini) stanno ’suicidando’ gli italiani».
I manichini impiccati ai ponti del Tevere a Roma (foto Proto)
«PREMIER VADA A CASA» - I militanti del partito di Francesco Storace protestano perchè «i numerosi i suicidi sono come dati di un bollettino di guerra» e sono legati «alla crisi economica e alle politiche finanziarie, fatte di tasse, tagli e cancellazione di diritti, attuate da questo governo imposto dall’Europa e non votato dai cittadini».
La Destra si chiede «quanti morti dovranno esserci ancora prima che questo governo se ne vada a casa?», e critica con durezza «l’atteggiamento di Monti che di fronte a questa tragedia scarica le colpe su altri», promettendo di non dar tregua al Premier e «ai partiti venduti e corrotti che lo sostengono».
Redazione Roma Online
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