Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
13 MAG 2016 13:16
L'EMERITO E IL CAZZONE
- RENZI RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE CONTRO IL REFERENDUM: SI RITROVA COME UNICO ALLEATO GIORGIO NAPOLITANO. GLI “AMICI” DI NCD TIFANO PER IL NO, MEZZO PD PURE, VERDINI GLI DARA’ UNA MANO MA SENZA SUDARE: E’ PRONTO A SOSTENERE UN GOVERNO TECNICO
Per i centristi di Angelino Alfano la legge elettorale va cambiata: Denis Verdini non si spremerà più di tanto; nel Pd già qualcuno pensa a organizzare comitati per il “No”. Se non fosse per Napolitano, Matteo Renzi sarebbe già rimasto solo…
Augusto Minzolini per “il Giornale”
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 124657.htm
L'EMERITO E IL CAZZONE
- RENZI RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE CONTRO IL REFERENDUM: SI RITROVA COME UNICO ALLEATO GIORGIO NAPOLITANO. GLI “AMICI” DI NCD TIFANO PER IL NO, MEZZO PD PURE, VERDINI GLI DARA’ UNA MANO MA SENZA SUDARE: E’ PRONTO A SOSTENERE UN GOVERNO TECNICO
Per i centristi di Angelino Alfano la legge elettorale va cambiata: Denis Verdini non si spremerà più di tanto; nel Pd già qualcuno pensa a organizzare comitati per il “No”. Se non fosse per Napolitano, Matteo Renzi sarebbe già rimasto solo…
Augusto Minzolini per “il Giornale”
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 124657.htm
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
Comunali e referendum, spine nel fianco di Renzi
Il distacco tra Pd e M5S ai minimi storici. Forza Italia in crescita. E i "no" al referendum salgono al 54%
Sergio Rame - Ven, 13/05/2016 - 10:41
Sondaggi, che passione. Per Matteo Renzi i numeri che gli arrivano sulla scrivania di Palazzo Chigi non preannunciano nulla di buono. Elezioni amministrative e referendum sono le due spine nel fianco del premier. Secondo le intenzioni di voto registrate dall'Istituto Ixè in esclusiva per Agorà, il distacco tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle si sarebbe ridotto a 2,2 punti percentuali. Nell'ultima settimana il Pd sarebbe, infatti, ulteriormente sceso e si sarebbe attestato al 30,4%. Al tempo stessi il partito di Beppe Grillo avrebbe consolidato i propri consensi pssando dal 28,1% al 28,2%.
Renzi non è preoccupato soltanto dai risultati delle elezioni amministrative. Anche il sondaggio sul referendum gli toglie il sonno. Se infatti è in grado di gestire un eventuale flop alle comunali, lo stesso non potrà fare con una sconfitta al referendum sulle riforme costituzionali. Se gli italiani dovessero bocciare il ddl Boschi, si vedrebbe costretto a fare un passo indietro. Secondo un sondaggio di Ixè, il 72% degli italiani a ottobre andrà a votare per il referendum. Tra questi, il 46% oggi voterebbe "sì" e il 54% "no". Solo una settimana fa i favorevoli erano il 48% e i contrari il 52%. Questi numeri, come anche quelli che riguardano le elezioni di giugno, danno bene l'idea dell'indice di gradimento degli italiani rispetto all'operato del governo e del premier. La fiducia degli italiani in Renzi non si scosta infatti dal 28%, cifra ben al di sotto della soglia psicologica del 30%. Il presidente del Consiglio rimane al secondo posto tra i leader politici in compagnia del grillino Luigi Di Maio. La fiducia nel governo perde ancora gradimento e scende al 25%.
Nel centrodestra, come già registrato la scorsa settimana, Forza Italia continua a macinare strada salendo nei sondaggi. La Lega Nord riduce ulteriormente i consensi scendendo al 14% (-0,8%) mentre il partito guidato da Silvio Berlusconi è balzato al 12,3% guadagnando un altro 0,7%.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 58113.html
Il distacco tra Pd e M5S ai minimi storici. Forza Italia in crescita. E i "no" al referendum salgono al 54%
Sergio Rame - Ven, 13/05/2016 - 10:41
Sondaggi, che passione. Per Matteo Renzi i numeri che gli arrivano sulla scrivania di Palazzo Chigi non preannunciano nulla di buono. Elezioni amministrative e referendum sono le due spine nel fianco del premier. Secondo le intenzioni di voto registrate dall'Istituto Ixè in esclusiva per Agorà, il distacco tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle si sarebbe ridotto a 2,2 punti percentuali. Nell'ultima settimana il Pd sarebbe, infatti, ulteriormente sceso e si sarebbe attestato al 30,4%. Al tempo stessi il partito di Beppe Grillo avrebbe consolidato i propri consensi pssando dal 28,1% al 28,2%.
Renzi non è preoccupato soltanto dai risultati delle elezioni amministrative. Anche il sondaggio sul referendum gli toglie il sonno. Se infatti è in grado di gestire un eventuale flop alle comunali, lo stesso non potrà fare con una sconfitta al referendum sulle riforme costituzionali. Se gli italiani dovessero bocciare il ddl Boschi, si vedrebbe costretto a fare un passo indietro. Secondo un sondaggio di Ixè, il 72% degli italiani a ottobre andrà a votare per il referendum. Tra questi, il 46% oggi voterebbe "sì" e il 54% "no". Solo una settimana fa i favorevoli erano il 48% e i contrari il 52%. Questi numeri, come anche quelli che riguardano le elezioni di giugno, danno bene l'idea dell'indice di gradimento degli italiani rispetto all'operato del governo e del premier. La fiducia degli italiani in Renzi non si scosta infatti dal 28%, cifra ben al di sotto della soglia psicologica del 30%. Il presidente del Consiglio rimane al secondo posto tra i leader politici in compagnia del grillino Luigi Di Maio. La fiducia nel governo perde ancora gradimento e scende al 25%.
Nel centrodestra, come già registrato la scorsa settimana, Forza Italia continua a macinare strada salendo nei sondaggi. La Lega Nord riduce ulteriormente i consensi scendendo al 14% (-0,8%) mentre il partito guidato da Silvio Berlusconi è balzato al 12,3% guadagnando un altro 0,7%.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
Comunali e referendum, spine nel fianco di Renzi
Il distacco tra Pd e M5S ai minimi storici. Forza Italia in crescita. E i "no" al referendum salgono al 54%
Sergio Rame - Ven, 13/05/2016 - 10:41
Sondaggi, che passione. Per Matteo Renzi i numeri che gli arrivano sulla scrivania di Palazzo Chigi non preannunciano nulla di buono. Elezioni amministrative e referendum sono le due spine nel fianco del premier. Secondo le intenzioni di voto registrate dall'Istituto Ixè in esclusiva per Agorà, il distacco tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle si sarebbe ridotto a 2,2 punti percentuali. Nell'ultima settimana il Pd sarebbe, infatti, ulteriormente sceso e si sarebbe attestato al 30,4%. Al tempo stessi il partito di Beppe Grillo avrebbe consolidato i propri consensi pssando dal 28,1% al 28,2%.
Renzi non è preoccupato soltanto dai risultati delle elezioni amministrative. Anche il sondaggio sul referendum gli toglie il sonno. Se infatti è in grado di gestire un eventuale flop alle comunali, lo stesso non potrà fare con una sconfitta al referendum sulle riforme costituzionali. Se gli italiani dovessero bocciare il ddl Boschi, si vedrebbe costretto a fare un passo indietro. Secondo un sondaggio di Ixè, il 72% degli italiani a ottobre andrà a votare per il referendum. Tra questi, il 46% oggi voterebbe "sì" e il 54% "no". Solo una settimana fa i favorevoli erano il 48% e i contrari il 52%. Questi numeri, come anche quelli che riguardano le elezioni di giugno, danno bene l'idea dell'indice di gradimento degli italiani rispetto all'operato del governo e del premier. La fiducia degli italiani in Renzi non si scosta infatti dal 28%, cifra ben al di sotto della soglia psicologica del 30%. Il presidente del Consiglio rimane al secondo posto tra i leader politici in compagnia del grillino Luigi Di Maio. La fiducia nel governo perde ancora gradimento e scende al 25%.
Nel centrodestra, come già registrato la scorsa settimana, Forza Italia continua a macinare strada salendo nei sondaggi. La Lega Nord riduce ulteriormente i consensi scendendo al 14% (-0,8%) mentre il partito guidato da Silvio Berlusconi è balzato al 12,3% guadagnando un altro 0,7%.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 58113.html
Il distacco tra Pd e M5S ai minimi storici. Forza Italia in crescita. E i "no" al referendum salgono al 54%
Sergio Rame - Ven, 13/05/2016 - 10:41
Sondaggi, che passione. Per Matteo Renzi i numeri che gli arrivano sulla scrivania di Palazzo Chigi non preannunciano nulla di buono. Elezioni amministrative e referendum sono le due spine nel fianco del premier. Secondo le intenzioni di voto registrate dall'Istituto Ixè in esclusiva per Agorà, il distacco tra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle si sarebbe ridotto a 2,2 punti percentuali. Nell'ultima settimana il Pd sarebbe, infatti, ulteriormente sceso e si sarebbe attestato al 30,4%. Al tempo stessi il partito di Beppe Grillo avrebbe consolidato i propri consensi pssando dal 28,1% al 28,2%.
Renzi non è preoccupato soltanto dai risultati delle elezioni amministrative. Anche il sondaggio sul referendum gli toglie il sonno. Se infatti è in grado di gestire un eventuale flop alle comunali, lo stesso non potrà fare con una sconfitta al referendum sulle riforme costituzionali. Se gli italiani dovessero bocciare il ddl Boschi, si vedrebbe costretto a fare un passo indietro. Secondo un sondaggio di Ixè, il 72% degli italiani a ottobre andrà a votare per il referendum. Tra questi, il 46% oggi voterebbe "sì" e il 54% "no". Solo una settimana fa i favorevoli erano il 48% e i contrari il 52%. Questi numeri, come anche quelli che riguardano le elezioni di giugno, danno bene l'idea dell'indice di gradimento degli italiani rispetto all'operato del governo e del premier. La fiducia degli italiani in Renzi non si scosta infatti dal 28%, cifra ben al di sotto della soglia psicologica del 30%. Il presidente del Consiglio rimane al secondo posto tra i leader politici in compagnia del grillino Luigi Di Maio. La fiducia nel governo perde ancora gradimento e scende al 25%.
Nel centrodestra, come già registrato la scorsa settimana, Forza Italia continua a macinare strada salendo nei sondaggi. La Lega Nord riduce ulteriormente i consensi scendendo al 14% (-0,8%) mentre il partito guidato da Silvio Berlusconi è balzato al 12,3% guadagnando un altro 0,7%.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
DA SETTEMBRE NERO A OTTOBRE NERO. ANCHE LA STORIA SI EVOLVE.
L'ottobre nero del premier tra conti sballati e riforme flop
Il referendum sul nuovo Senato sancirà la fine dell'esecutivo, che prima dovrà affrontare Comunali e sentenza della Consulta sull'Italicum. Il centrodestra si farà trovare pronto(COL PIFFERO. ndt)
Renato Brunetta - Dom, 15/05/2016 - 11:34
Non c'è bisogno di essere profeti, e neppure di volare di notte come i gufi, per osservare il precipizio verso cui si sta dirigendo Matteo Renzi, il quale finge sicumera, ma ha perso baldanza anche nelle bugie, e si aggrappa a qualsiasi appiglio per non precipitare.
L'ultima è la trasformazione di una cattiva legge sulle unioni gay e coppie di fatto, in un trampolino per accreditarsi come cultore dei diritti civili, lui che non rispetta il primo diritto civile del popolo, che è la democrazia.
Ma certe cose si pagano. Non si conosce caso di chi abbia preso a bastonate la democrazia e non sia finito rottamato lui stesso dalla democrazia.
Analizzando il dato politico, quello economico e le scadenze inesorabili che lo aspettano, il percorso del fiorentino al governo si infrangerà inesorabilmente ad ottobre, un ottobre nero per lui, e non si tratta di augurio o di auspicio, ma di considerazione della realtà. Anzi sarà già (quasi) un successo per il segretario-premier scamparla fino a quella data, poiché a giugno la sua tenuta sarà sottoposta al crash-test dell'insuccesso alle elezioni amministrative.
Fornisco la data con cui esordirà il suo autunno disastroso: il 4 ottobre la Corte costituzionale darà la sua sentenza sull'Italicum. Logica vuole che la Consulta bocci questa legge, per le stesse ragioni, persino rinforzate, per cui negò legittimità costituzionale al Porcellum: un eccesso di premio di maggioranza e un difetto rispetto alle preferenze. Inesorabile poi appare l'esito negativo (per Renzi) del referendum. Oggi i sondaggi a proposito del voto popolare sulla riforma della Costituzione, che si terrà pochi giorni dopo, danno il «No» vincente 54 a 46 (l'ultimo: Ixè).
Il dato sarà vieppiù negativo e certamente mortale per il governo poiché, in quel per lui disgraziatissimo ottobre, lo stato comatoso dei conti pubblici costringerà il premier a varare una legge di
Stabilità che prosciugherà le tasche e i servizi forniti dallo Stato agli italiani, per un salasso da 40-50 miliardi. Con la conseguente spinta di impopolarità che non riuscirà a placare con nessuna mancia da 80 euro.
Dicevamo però che già le Amministrative potranno essere per il capo del governo e la sua maggioranza un appuntamento fatale: ormai è mal sopportato anche dai poteri forti, suoi ex amici, i quali ora sono scesi dal cavallo toscano, osservando che l'opinione pubblica lo giudica ormai come un leader improbabile.
Solo parole, solo chiacchiere, nulla di concreto.
Lo dimostrano le sue riforme. Per lui è essenziale comunicare che sono un successo, e che se non lo sono ancora, lo saranno presto.
Ma così non è: sono fallite tutte, oppure proprio non ci sono (quella della giustizia, per dirne una).
Ma per sopravvivere deve falsificare i risultati, riverniciarle, taroccarne le cifre con l'aiuto sempre più screditato di Padoan, pur di ottenere grazie a questa balla la famosa «flessibilità» dalla Commissione dell'Unione Europea.
Un fatto per lui vitale, insieme con il responso sulla sua Legge di Stabilità atteso per la prossima settimana.
Semplificando, la questione su cui il presidente del Consiglio si gioca tutto è la concessione o meno di flessibilità, vale a dire la possibilità di fare deficit, all'Italia.
Su un punto di deficit in più quest'anno, pari a 16 miliardi di spese non coperte, che si aggiungono ad altrettante spese in deficit dello scorso anno, il premier infatti ha basato la sua politica economica, quella dei bonus e delle mance distribuiti in occasione delle scadenze elettorali per comprarsi il consenso.
Se la Commissione boccia il suo deficit spending, Matteo Renzi deve rimangiarsi tutte le costose promesse fatte agli italiani-elettori.
La sua immagine ne risentirebbe, ma i conti pubblici ne trarrebbero beneficio, dopo due anni di politiche economiche irresponsabili.
Eppure, da quanto trapela, la Commissione non boccerà la Stabilità dell'Italia, pur nutrendo numerosi dubbi.
I rilievi sono tanto di metodo quanto di merito.
Sul metodo: Renzi ha già fatto ricorso alla cosiddetta «clausola delle riforme» per ottenere la possibilità di fare maggior deficit lo scorso anno, il 2015, e non è possibile, stando alle regole europee, chiedere per due anni consecutivi margini di flessibilità/deficit riferiti alle medesime riforme.
Se il governo non è riuscito ad attuarle, o se gli effetti sperati non si sono realizzati, non ha alcun diritto a chiedere ulteriori deroghe.
Nel merito, di quali riforme stiamo parlando? Se facciamo l'elenco ci troviamo con un pugno di mosche in mano.
In due anni di governo, Renzi ha avuto un solo obiettivo: quello di mettere le mani sul potere, tralasciando del tutto l'interesse del Paese, facendo crescere debito e deficit pubblico.
Verrà ottobre, dunque.
E sarà il mese fatale per Renzi.
Ma qui obbedire al quietismo del proverbio cinese, secondo cui conviene aspettare seduti sulla sponda del fiume il cadavere (politico) del nemico, sarebbe un errore tragico.
Noi non abbiamo nessuna intenzione di passare dalla padella di Renzi alla brace dei Cinque Stelle. Certo i grillini, in questo nuovo corso impostato dal Casaleggio minor, si stanno facendo del male da soli, dimostrando che la cattiva politica è certo un problema, ma la loro alternativa è peggiore, e sottopone il popolo elettore all'umiliazione di essere trattato come un bambino scemo, perché poi, sopra la sovranità popolare che sceglie i sindaci, il M5S pone quella del direttorio e sopra di essa quella imperiale della dinastia Casaleggio.
Il centrodestra sta dimostrando straordinaria vitalità, alla faccia dei giornaloni che non si accorgono di quanto sta accadendo.
Lo vediamo in piena formazione per le amministrative di giugno, ma soprattutto prefigurano un processo di fioritura che si compirà a ottobre.
A quella scadenza si presenterà un nuovo soggetto carico di esperienza storica e di novità progettuale.
Alla alleanza storica nata nel 1994 voluta e guidata da Silvio Berlusconi, si aggiunge un altro petalo, quello del civismo vincente.
Esso è rappresentato oggi dai vari Brugnaro a Venezia, Parisi a Milano, Marchini a Roma, Lettieri a Napoli, Di Piazza a Trieste.
Questo quarto petalo non è un'aggiunta, non determina una banale sommatoria, ma cambiando la quantità hegelianamente cambia la qualità della nostra offerta elettorale.
Mostra con evidenza palmare che il nocciolo fondante il centrodestra non è una congrega che vuole spartirsi poltrone, ma è una compagine di servizio che vuole andare oltre se stessa, per accogliere quanto di vero e buono emerge dalla trincea del lavoro e dell'impegno associativo.
Civismo di servizio contro cinismo di potere.
Questo sviluppo dell'identità del centrodestra ci rende pronti a raccogliere la sfida di quell'ottobre che sarà nero per Renzi, ma carico di frutti e di colori per questa nuova forza, rassicurante, liberale, cattolica, riformatrice.
Le amministrative e la campagna del referendum sono la grande occasione da cogliere per dare una grande alternativa di prosperità per l'Italia.
Capace, dopo Renzi, di dare un contributo decisivo per una legge elettorale che faccia sì che la prossima sia davvero una legislatura costituente con i crismi della democrazia e non dei golpe.
L'ottobre nero del premier tra conti sballati e riforme flop
Il referendum sul nuovo Senato sancirà la fine dell'esecutivo, che prima dovrà affrontare Comunali e sentenza della Consulta sull'Italicum. Il centrodestra si farà trovare pronto(COL PIFFERO. ndt)
Renato Brunetta - Dom, 15/05/2016 - 11:34
Non c'è bisogno di essere profeti, e neppure di volare di notte come i gufi, per osservare il precipizio verso cui si sta dirigendo Matteo Renzi, il quale finge sicumera, ma ha perso baldanza anche nelle bugie, e si aggrappa a qualsiasi appiglio per non precipitare.
L'ultima è la trasformazione di una cattiva legge sulle unioni gay e coppie di fatto, in un trampolino per accreditarsi come cultore dei diritti civili, lui che non rispetta il primo diritto civile del popolo, che è la democrazia.
Ma certe cose si pagano. Non si conosce caso di chi abbia preso a bastonate la democrazia e non sia finito rottamato lui stesso dalla democrazia.
Analizzando il dato politico, quello economico e le scadenze inesorabili che lo aspettano, il percorso del fiorentino al governo si infrangerà inesorabilmente ad ottobre, un ottobre nero per lui, e non si tratta di augurio o di auspicio, ma di considerazione della realtà. Anzi sarà già (quasi) un successo per il segretario-premier scamparla fino a quella data, poiché a giugno la sua tenuta sarà sottoposta al crash-test dell'insuccesso alle elezioni amministrative.
Fornisco la data con cui esordirà il suo autunno disastroso: il 4 ottobre la Corte costituzionale darà la sua sentenza sull'Italicum. Logica vuole che la Consulta bocci questa legge, per le stesse ragioni, persino rinforzate, per cui negò legittimità costituzionale al Porcellum: un eccesso di premio di maggioranza e un difetto rispetto alle preferenze. Inesorabile poi appare l'esito negativo (per Renzi) del referendum. Oggi i sondaggi a proposito del voto popolare sulla riforma della Costituzione, che si terrà pochi giorni dopo, danno il «No» vincente 54 a 46 (l'ultimo: Ixè).
Il dato sarà vieppiù negativo e certamente mortale per il governo poiché, in quel per lui disgraziatissimo ottobre, lo stato comatoso dei conti pubblici costringerà il premier a varare una legge di
Stabilità che prosciugherà le tasche e i servizi forniti dallo Stato agli italiani, per un salasso da 40-50 miliardi. Con la conseguente spinta di impopolarità che non riuscirà a placare con nessuna mancia da 80 euro.
Dicevamo però che già le Amministrative potranno essere per il capo del governo e la sua maggioranza un appuntamento fatale: ormai è mal sopportato anche dai poteri forti, suoi ex amici, i quali ora sono scesi dal cavallo toscano, osservando che l'opinione pubblica lo giudica ormai come un leader improbabile.
Solo parole, solo chiacchiere, nulla di concreto.
Lo dimostrano le sue riforme. Per lui è essenziale comunicare che sono un successo, e che se non lo sono ancora, lo saranno presto.
Ma così non è: sono fallite tutte, oppure proprio non ci sono (quella della giustizia, per dirne una).
Ma per sopravvivere deve falsificare i risultati, riverniciarle, taroccarne le cifre con l'aiuto sempre più screditato di Padoan, pur di ottenere grazie a questa balla la famosa «flessibilità» dalla Commissione dell'Unione Europea.
Un fatto per lui vitale, insieme con il responso sulla sua Legge di Stabilità atteso per la prossima settimana.
Semplificando, la questione su cui il presidente del Consiglio si gioca tutto è la concessione o meno di flessibilità, vale a dire la possibilità di fare deficit, all'Italia.
Su un punto di deficit in più quest'anno, pari a 16 miliardi di spese non coperte, che si aggiungono ad altrettante spese in deficit dello scorso anno, il premier infatti ha basato la sua politica economica, quella dei bonus e delle mance distribuiti in occasione delle scadenze elettorali per comprarsi il consenso.
Se la Commissione boccia il suo deficit spending, Matteo Renzi deve rimangiarsi tutte le costose promesse fatte agli italiani-elettori.
La sua immagine ne risentirebbe, ma i conti pubblici ne trarrebbero beneficio, dopo due anni di politiche economiche irresponsabili.
Eppure, da quanto trapela, la Commissione non boccerà la Stabilità dell'Italia, pur nutrendo numerosi dubbi.
I rilievi sono tanto di metodo quanto di merito.
Sul metodo: Renzi ha già fatto ricorso alla cosiddetta «clausola delle riforme» per ottenere la possibilità di fare maggior deficit lo scorso anno, il 2015, e non è possibile, stando alle regole europee, chiedere per due anni consecutivi margini di flessibilità/deficit riferiti alle medesime riforme.
Se il governo non è riuscito ad attuarle, o se gli effetti sperati non si sono realizzati, non ha alcun diritto a chiedere ulteriori deroghe.
Nel merito, di quali riforme stiamo parlando? Se facciamo l'elenco ci troviamo con un pugno di mosche in mano.
In due anni di governo, Renzi ha avuto un solo obiettivo: quello di mettere le mani sul potere, tralasciando del tutto l'interesse del Paese, facendo crescere debito e deficit pubblico.
Verrà ottobre, dunque.
E sarà il mese fatale per Renzi.
Ma qui obbedire al quietismo del proverbio cinese, secondo cui conviene aspettare seduti sulla sponda del fiume il cadavere (politico) del nemico, sarebbe un errore tragico.
Noi non abbiamo nessuna intenzione di passare dalla padella di Renzi alla brace dei Cinque Stelle. Certo i grillini, in questo nuovo corso impostato dal Casaleggio minor, si stanno facendo del male da soli, dimostrando che la cattiva politica è certo un problema, ma la loro alternativa è peggiore, e sottopone il popolo elettore all'umiliazione di essere trattato come un bambino scemo, perché poi, sopra la sovranità popolare che sceglie i sindaci, il M5S pone quella del direttorio e sopra di essa quella imperiale della dinastia Casaleggio.
Il centrodestra sta dimostrando straordinaria vitalità, alla faccia dei giornaloni che non si accorgono di quanto sta accadendo.
Lo vediamo in piena formazione per le amministrative di giugno, ma soprattutto prefigurano un processo di fioritura che si compirà a ottobre.
A quella scadenza si presenterà un nuovo soggetto carico di esperienza storica e di novità progettuale.
Alla alleanza storica nata nel 1994 voluta e guidata da Silvio Berlusconi, si aggiunge un altro petalo, quello del civismo vincente.
Esso è rappresentato oggi dai vari Brugnaro a Venezia, Parisi a Milano, Marchini a Roma, Lettieri a Napoli, Di Piazza a Trieste.
Questo quarto petalo non è un'aggiunta, non determina una banale sommatoria, ma cambiando la quantità hegelianamente cambia la qualità della nostra offerta elettorale.
Mostra con evidenza palmare che il nocciolo fondante il centrodestra non è una congrega che vuole spartirsi poltrone, ma è una compagine di servizio che vuole andare oltre se stessa, per accogliere quanto di vero e buono emerge dalla trincea del lavoro e dell'impegno associativo.
Civismo di servizio contro cinismo di potere.
Questo sviluppo dell'identità del centrodestra ci rende pronti a raccogliere la sfida di quell'ottobre che sarà nero per Renzi, ma carico di frutti e di colori per questa nuova forza, rassicurante, liberale, cattolica, riformatrice.
Le amministrative e la campagna del referendum sono la grande occasione da cogliere per dare una grande alternativa di prosperità per l'Italia.
Capace, dopo Renzi, di dare un contributo decisivo per una legge elettorale che faccia sì che la prossima sia davvero una legislatura costituente con i crismi della democrazia e non dei golpe.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
Credo che il problema dell centrodestra in Italia non possa fare a meno di essere visto nel complesso della politica europea e cioè non non si può avere un partito o meglio una coALIZIONE IN CUI la lega non vuole stare in Europa e FI invece vuol far parte del PPE.
Questa differenza sostanziale non può unire una FI che vuole essere di destra moderata e la Lega N e Fr d'Italia come destra estrema.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
iospero ha scritto:Credo che il problema dell centrodestra in Italia non possa fare a meno di essere visto nel complesso della politica europea e cioè non non si può avere un partito o meglio una coALIZIONE IN CUI la lega non vuole stare in Europa e FI invece vuol far parte del PPE.
Questa differenza sostanziale non può unire una FI che vuole essere di destra moderata e la Lega N e Fr d'Italia come destra estrema.
NON SOLO EUROPEA, MA ANCHE ITALIANA.
SIAMO ALLA FINE DELLA SECONDA REPUBBLICA, E BRUNETTA SOGNA AD OCCHI APERTI TRASCURANDO LA REALTA'.
‘Ndrangheta, Scilipoti all’avvocato condannato per concorso esterno: ‘Scrivi l’interrogazione e mandala, io te la firmo’
Mafie
Il senatore di Forza Italia: "Non lo sapevo". Il nome del parlamentare spunta nell'inchiesta "Fata Morgana" della procura calabrese sui rapporti tra 'ndrangheta e massoneria. Per i pm il fedelissimo di Berlusconi "aveva assicurato al Romeo ampia disponibilità" sulla creazione di un polo Agroalimentare e "aveva manifestato tutta la propria volontà di collaborare anche con delle 'forzature' da cui trarre qualcosa di concreto"
di Lucio Musolino | 15 maggio 2016
COMMENTI
Le interrogazioni parlamentari del senatore di Forza Italia Domenico Scilipoti? Almeno una è stata scritta dall’avvocato Paolo Romeo, ex deputato del Psdi condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. È il particolare che emerge dall’inchiesta su ‘ndrangheta e massoneria che ha portato a sette fermi di imprenditori e professionisti accusati di “condizionare l’economia di Reggio Calabria” tramite una una vera e propria “associazione segreta”.
I pm: “Romeo espressione del sistema di potere criminale”
Un’associazione segreta il cui vertice, stando all’impianto accusatorio, è Romeo definito “espressione vivente e immanente – scrivono i magistrati della Dda – del sistema di potere criminale che governa, di fatto, le dinamiche cittadine. L’indagato riesce ad interferire (con quella pressione occulta tipica delle associazioni segrete) sugli orientamenti di intere masse elettorali, addirittura riuscendo a determinare gli esiti di consessi elettivi, sfruttando risalenti (e mai recise) relazioni di ‘ndrangheta”. Avrebbero violato la legge Anselmi anche tutti gli altri indagati e il presidente dell’associazione “Cittadinanza Attiva” Domenico Pietropaolo. Proprio quest’ultimo, grazie al senatore di Ncd Giovanni Bilardi (Ncd), sollecitato da Romeo, sarebbe arrivato fino alla Commissione permanente Affari costituzionali (presieduta dalla senatrice Anna Finocchiaro) per parlare di “Area metropolitana dello Stretto”.
Gli interessi sull’Area Metropolitana e il coinvolgimento di Scilipoti
L’audizione del presidente di Cittadinanza Attiva (una delle associazioni utilizzate dal Romeo) sarebbe stata possibile, quindi, grazie a Giovanni Bilardi (indagato nell’inchiesta Rimborsopoli), “tramite l’intervento del senatore Giuseppe Esposito” (vicepresidente del Copasir).“La vicenda relativa all’Area metropolitana era particolarmente a cuore al Romeo ed ai suoi sodali”. I pm parlano di organi costituzionali dello Stato, “piegati (ed anzi neutralizzati) ad esclusivo vantaggio degli interessi della compagine segreta, attraverso il raffinato, indolore ed apparentemente lecito sistema dell’attività propulsiva del più nobile associazionismo palese. A tal fine era stato ‘agganciato’ anche il senatore Scilipoti Domenico”.
L’ex parlamentare di Italia dei Valori oggi fedelissimo di Berlusconi “aveva assicurato al Romeo ampia disponibilità”. Era stato, infatti, lo stesso Scilipoti a suggerire a Romeo “l’idea di creare una società di consulenza che potesse contribuire, con specifiche professionalità, allo studio e alla preparazione di un progetto ad hoc. Lo Scilipoti aveva manifestato tutta la propria volontà di collaborare, non solo con emendamenti ed interrogazioni, ma anche con delle ‘forzature’ da cui trarre qualcosa di concreto”.
L’interrogazione sul polo Agroalimentare
Non solo l’Area metropolitana dello Stretto era al centro delle telefonate tra Romeo e Scilipoti, ma anche la creazione di un polo Agroalimentare. “Tu scrivi l’interrogazione, chiami la segreteria e gli dici: qua c’è l’interrogazione, fategliela firmare al senatore e presentatela!”. Il parlamentare si mette a sua disposizione per le interrogazioni parlamentari. L’avvocato comprende al volo la disponibilità del politico di Forza Italia: “Ora su tutto questo, io ti preparo un po’, la storia… per… siccome questi sono finanziamenti governativi, perché il Decreto Reggio è finanziato dal Ministero delle Infrastrutture, no? E allora, un’interrogazione al Ministro per sapere… questo qua. Tra domani… domani te la preparo e te la mando via mail…”. “Se tu me la prepari, lunedì me la mandi, mi chiami dici: vedi che te l’ho mandata e io la prendo la stampo e la firmo!”.
Il 30 marzo l’avvocato Romeo invia al senatore Scilipoti la mail con l’interrogazione parlamentare. Passano due giorni e il primo aprile l’iniziativa era sulla scrivania dell’ex ministro Lupi e regolarmente approdata presso la I commissioni permanente affari costituzionali del Senato. Scilipoti è entusiasta di questa nuova collaborazione e a Romeo parla anche di altre iniziative che sta portando avanti. Non solo il polo Agroalimentare in una conversazione si parla anche del progetto per il ponte sullo Stretto.
L’intercettazione: “L’area dello Stretto? Facciamogli un’interrogazione”
Scilipoti: Poi sto lavorando, a questo grosso incontro che dobbiamo fare, il primo lo facciamo a Messina e il secondo lo facciamo… e potrebbe essere un argomento importante…. dell’area dello Stretto.
Romeo: sì
Scilipoti: perché là c’è l’attenzione dei media nazionali…
Romeo: per esempio, la società Ponte dello Stretto, che fine ha fatto?
Scilipoti: facciamogli un’interrogazione, Paolo!!!
Romeo: bravo!!! Perché…
Scilipoti: … se tu me li prepari ste cose…
Romeo: sì!
Scilipoti: prepara sta cosa, dai!!!
Romeo: Allora, questa qui… io ti do ora… Vediamo se la trovo…
Scilipoti: ce l’hai già pronta, l’interrogazione?
Romeo: si, no, no… l’interrogazione, no… sai qual è l’idea? La società Stretto di Messina ha un patrimonio di… Diciamo ricerca sul campo, che è inestimabile. Se si mette a frutto quel patrimonio per… Oh… Io trovo questa cosa, te la preparo…
Scilipoti: lunedì, martedì… Mandami il materiale, tutto quello che ti serve….
Scilipoti: “Romeo condannato? Non lo sapevo”
Interpellato dal fattoquotidiano.it il senatore, che è estraneo all’inchiesta, sembra sorpreso. Nonostante siano passati 12 anni dalla sentenza definitiva per Romeo, il parlamentare pare essere l’unico a non sapere che Romeo sia stato condannato per reati di mafia. “Non lo sapevo. È la prima volta che lo sento dire. Non è che è un delitto non sapere queste cose” dichiara il senatore berlusconiano che, a più di quattro giorni dal blitz non sa nemmeno che Paolo Romeo è stato arrestato: “Non lo sapevo. Io ricevevo e ascoltavo non solo lui ma tutti coloro i quali sul territorio hanno qualcosa da dire e poi li trasformo in interrogazioni parlamentari. Ma per chiedere delle cose legittime. Non capisco il nesso tra l’arresto di Romeo e le mie interrogazioni parlamentari”. Nessun nesso tranne per il fatto che le intercettazioni sono finite appunto nell’ordinanza di custodia cautelare dell’inchiesta “Fata Morgana” in cui il gip dipinge un ritratto a tinte scure di Romeo.
Il gip: “Romeo regista occulto e manovratore di plurimi interessi”
Sin dai primi anni ’90 il collaboratore di giustizia Filippo Barreca aveva riferito della creazione di un gruppo occulto, partecipato tra gli altri anche da Paolo Romeo, composto da massoneria e ‘ndrangheta, sotto l’egida dell’eversione di destra, per come appreso da Franco Freda, di cui egli stesso aveva curato, per un periodo, la latitanza. Ieri come oggi, i magistrati lo definiscono il “regista occulto, l’abile tessitore di importanti relazioni” oltre che “manovratore di plurimi interessi, vero e proprio ‘grimaldello’ con cui dischiudere varchi cognitivi finora rimasti inesplorati e solo lambiti”.
“L’ipotesi accusatoria – scrive il gip – individua nell’avvocato Paolo Romeo, e nel fido collaboratore avvocato Antonio Marra, i promotori ed organizzatori di un’associazione segreta di evocazione massonica, costituente vero e proprio centro di potere sociale. Si tratta di un’associazione, nell’ambito della quale metodo e fini propri si intrecciano, in un osmotico rapporto, con gli interessi economici e strategici della ‘ndrangheta, perseguiti attraverso modalità di ‘pressione occulta’, in grado di realizzare un’efficace interferenza sulle attività di organi costituzionali ed enti locali”.
di Lucio Musolino | 15 maggio 2016
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
Preso atto della premessa di iospero, il punto della situazione socio politica italiana lo faccio qui.
Sostiene iospero:
La situazione politica che si prospetta è un'Italia con tre forze politiche più o meno al 30%.
Inviato: 07/05/2016, 17:21
Dopo 14 giorni, per quanto riportato dai media, è più che necessaria una riflessione.
Ma prima, devo fare una premessa che si traduce in una domanda al forum:
“IL MIO INTERLOCUTORE DEL LUNEDI, ANALIZZANDO LA SITUAZIONE ATTUALE, HA INSISTITO CON UNA SUA TEORIA CHE SOSTIENE DA TEMPO.
LA SITUAZIONE ATTUALE AMMETTE UNA SOLUZIONE MILITARE GOVERNATA DA GENERALI IN UN GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA, DOVE LA REGOLA DIVENTA :
PIU SICUREZZA E MENO LIBERTA”.
NON SALTATE SULLA SEDIA, NON SONO IMPAZZITO.
PIUTTOSTO DATE UNA RISPOSTA A QUESTA EVENTUALITA’, CONOSCENDO IL PECORAME TRICOLORE CHE DELLA LIBERTA’ SE NE FREGA.
Sostiene iospero:
La situazione politica che si prospetta è un'Italia con tre forze politiche più o meno al 30%.
Inviato: 07/05/2016, 17:21
Dopo 14 giorni, per quanto riportato dai media, è più che necessaria una riflessione.
Ma prima, devo fare una premessa che si traduce in una domanda al forum:
“IL MIO INTERLOCUTORE DEL LUNEDI, ANALIZZANDO LA SITUAZIONE ATTUALE, HA INSISTITO CON UNA SUA TEORIA CHE SOSTIENE DA TEMPO.
LA SITUAZIONE ATTUALE AMMETTE UNA SOLUZIONE MILITARE GOVERNATA DA GENERALI IN UN GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA, DOVE LA REGOLA DIVENTA :
PIU SICUREZZA E MENO LIBERTA”.
NON SALTATE SULLA SEDIA, NON SONO IMPAZZITO.
PIUTTOSTO DATE UNA RISPOSTA A QUESTA EVENTUALITA’, CONOSCENDO IL PECORAME TRICOLORE CHE DELLA LIBERTA’ SE NE FREGA.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
CONTINUA
PD
Mussoloni non è di sinistra.
E’ solo un grandissimo e fottitussimo opportunista, come ce ne sono tanti, che crede di incantare le folle come quando da ragazzo lo chiamavano “IL BOMBA”.
Bastavano le balle per rendersi credibile nei confronti di alcuni “merli”, che nella società italiana non mancano mai.
Ma evidentemente, se lo chiamavano “IL BOMBA” i merli dovevano essere pochini, anche se c’erano.
Intende passare (accreditarsi) come una persona importante.
Basta vedere lo scambio d’amorosi sensi con il Profeta “Marpionne”.
E’ sempre dalla parte dei potenti.
O come si atteggia ora in pubblico. Il DUCE SONO ME.
Guardate come sono “bello e importante”. Sono come il marchese Del Grillo.
Il ragazzo “descamisados” che usciva in maniche di camicia in bicicletta, dal portone del Comune di Firenze, facendo intendere che era uno di loro, un sempliciotto del popolo, NON ESISTE PIU’.
Il Proctologo fiorentino ora dispone dell’ “AIR ONE RENZ”, anche se non vola mai.
Guardandolo con gli occhi di Paolo Barnard, è un Proctologo professionista.
A lui piace tanto sodomizzare gli inferiori. Cioè gli italioti.
Ma c’è anche un’amara riflessione che si può fare in merito. Ad una parte degli italioti, più di altri, piace farsi sodomizzare dal Proctologo di Rignano sull’Arno.
Era già successo in precedenza con La Mummia Cinese di Hardcore.
I Tricolori sono stati addomesticati per un ventennio.
CONTINUA
PD
Mussoloni non è di sinistra.
E’ solo un grandissimo e fottitussimo opportunista, come ce ne sono tanti, che crede di incantare le folle come quando da ragazzo lo chiamavano “IL BOMBA”.
Bastavano le balle per rendersi credibile nei confronti di alcuni “merli”, che nella società italiana non mancano mai.
Ma evidentemente, se lo chiamavano “IL BOMBA” i merli dovevano essere pochini, anche se c’erano.
Intende passare (accreditarsi) come una persona importante.
Basta vedere lo scambio d’amorosi sensi con il Profeta “Marpionne”.
E’ sempre dalla parte dei potenti.
O come si atteggia ora in pubblico. Il DUCE SONO ME.
Guardate come sono “bello e importante”. Sono come il marchese Del Grillo.
Il ragazzo “descamisados” che usciva in maniche di camicia in bicicletta, dal portone del Comune di Firenze, facendo intendere che era uno di loro, un sempliciotto del popolo, NON ESISTE PIU’.
Il Proctologo fiorentino ora dispone dell’ “AIR ONE RENZ”, anche se non vola mai.
Guardandolo con gli occhi di Paolo Barnard, è un Proctologo professionista.
A lui piace tanto sodomizzare gli inferiori. Cioè gli italioti.
Ma c’è anche un’amara riflessione che si può fare in merito. Ad una parte degli italioti, più di altri, piace farsi sodomizzare dal Proctologo di Rignano sull’Arno.
Era già successo in precedenza con La Mummia Cinese di Hardcore.
I Tricolori sono stati addomesticati per un ventennio.
CONTINUA
Ultima modifica di camillobenso il 16/05/2016, 18:54, modificato 2 volte in totale.
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
camillobenso ha scritto:Preso atto della premessa di iospero, il punto della situazione socio politica italiana lo faccio qui.
Sostiene iospero:
La situazione politica che si prospetta è un'Italia con tre forze politiche più o meno al 30%.
Inviato: 07/05/2016, 17:21
Dopo 14 giorni, per quanto riportato dai media, è più che necessaria una riflessione.
Ma prima, devo fare una premessa che si traduce in una domanda al forum:
“IL MIO INTERLOCUTORE DEL LUNEDI, ANALIZZANDO LA SITUAZIONE ATTUALE, HA INSISTITO CON UNA SUA TEORIA CHE SOSTIENE DA TEMPO.
LA SITUAZIONE ATTUALE AMMETTE UNA SOLUZIONE MILITARE GOVERNATA DA GENERALI IN UN GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA, DOVE LA REGOLA DIVENTA :
PIU SICUREZZA E MENO LIBERTA”.
NON SALTATE SULLA SEDIA, NON SONO IMPAZZITO.
PIUTTOSTO DATE UNA RISPOSTA A QUESTA EVENTUALITA’, CONOSCENDO IL PECORAME TRICOLORE CHE DELLA LIBERTA’ SE NE FREGA.
SONO PASSATE SETTE ORE DA QUANDO HO POSTO LA DOMANDA.
NON HO RICEVUTO RISPOSTA.
COSA DEVO PENSARE???
1) - CHE SIETE D'ACCORDO CON IL MIO INTERLOCUTORE
2) - CHE E' UNA SOLUZIONE PER NIENTE REALISTICA
3) - O CHE NON FREGA NIENTE A NESSUNO SE PERDIAMO LA LIBERTA'?????
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Re: Come se ne verrà fuori dopo il referendum vinto dai NO
Possiamo stare tranquilli ? nessuno vuole fare la guerra, ci penserà il presidente Mattarella a DARE UN INCARICO ESPLORATIVO forse al presidente del Senato Grasso, si tratterà di fare un governo solo per fare una legge elettorale che ci permetta di andare alle elezioni, vincerà il M5S ,ma da solo non potrà governare , si spaccherà il PD, e il M5S farà un governo con l'appoggio esterno dei fuoriusciti del PD.
Potrebbe andare così ?
Potrebbe andare così ?
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