LA SFIDA del REFERENDUM

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camillobenso
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

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IL FATTO QUOTIDIANO HA DECISO DI PUBBLICARE PER INTERO L'EDITORIALE DI TRAVAGLIO.




EDITORIALE
sabato 21/05/2016
Forza Alessio. Lo studente che ha osato urlare: ‘Il re è nudo’
di Marco Travaglio | 21 maggio 2016
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Impazza sul web un video girato l’altro giorno all’Università di Catania, dove la ministra Maria Elena Boschi ha fatto tappa per propagandare la sua controriforma costituzionale. Il format era l’unico accettabile per la molto democratica ministra che, non avendo argomenti al di fuori del suo sorriso da spot del dentifricio, non regge i pareri contrari: il monologo. Al suo fianco, nel prestigioso ruolo di tappezzeria, le sagome cartonate del Magnifico Rettore e del Presidente della Scuola Superiore. Tutto, nel soliloquio compiaciuto della Madre Costituente – che si è trovata molto d’accordo con le sue proprie tesi e ha concluso, dopo ampio dibattito interiore, che la sua è la migliore delle riforme possibili – è filato liscio fino a quando ha sventuratamente preso la parola uno studente di 22 anni, Alessio Grancagnolo. Il giovanotto ha premesso che gli amici gli avevano caldamente consigliato di smussare il suo intervento, purgandolo di ogni accenno polemico verso la ministra e la sua “riforma”: lui però aveva deciso di esporlo così come l’aveva pensato, perché in una democrazia non bisogna avere paura di esprimere le proprie idee. La Boschi ha sfoderato il consueto sorriso di ordinanza, facendo buon viso a cattiva sorte e complimentandosi molto (“ti ringrazio per questo”): forse non sospettava che l’impunito padroneggiasse così bene l’argomento.

In otto minuti fulminanti, Alessio le ha squadernato una per una tutte le forzature antidemocratiche del metodo seguito dal governo per imporre al Parlamento la nuova Costituzione e poi tutte le ragioni di merito che rendono l’Italicum incostituzionale come il Porcellum e la “riforma” della Carta indigeribile, pericolosa, pasticciata, dunque invotabile. Anche perché, checché se ne dica, finge di non toccare la prima parte della Costituzione, quella sulla forma di Stato e di governo, ma in realtà stravolge la nostra Repubblica parlamentare in premierato assoluto e senza contrappesi. Tutto quello che nei talk show, dov’è solita sorridere e parlarsi addosso, nessun sostenitore del No ha mai avuto il privilegio di dirle in faccia. A un certo punto, sopraffatta dall’analisi che demoliva pezzo per pezzo il suo capolavoro, scritto a quattro piedi con Verdini, la Boschi ha tentato di interromperlo (“Ho altri impegni, dopo”), ma lo studente ha continuato imperterrito. E, sul finale, s’è scusato ironicamente per aver disturbato il “tour promozionale” della madonna pellegrina renziana. Allora il Magnifico Rettore gli ha tolto la parola.

Gli ha spiegato che già gli aveva fatto un favore a dargliela (“qui non è previsto il contraddittorio e chi non gradisce il format può anche non partecipare”) e soprattutto che nessuno deve permettersi di chiamare “tour promozionale” un tour promozionale. Per questo oggi abbiamo deciso di intervistare Alessio Grancagnolo e di tributargli il piccolo onore della nostra prima pagina. Non sappiamo per chi voti né come la pensi né quali giornali legga, ma sappiamo che è un ragazzo in gamba che ha osato sfidare il Potere con l’arma più efficace e temibile: la cultura. Alessio ha studiato (frequenta Giurisprudenza), si è informato e poi ha detto ciò che pensa in faccia alla ministra, senza timori reverenziali, libero dall’incultura autoritaria dell’ipse dixit che frena molti cittadini, soprattutto giovani, dall’uscire allo scoperto nel timore di chissà quali conseguenze, facendo dell’Italia un paese democraticamente immaturo e del popolo italiano un gregge di pecore anziché una comunità di cittadini. Averne, di Alessio. Parliamo di lui perché speriamo che altri seguano il suo esempio: che, insomma, di qui a ottobre, ovunque i piazzisti del Sì alla controriforma tenteranno di imbonire la gente, si ritrovino di fronte un Alessio che si alza in piedi, chiede educatamente la parola e poi smonta con la forza delle idee le loro balle.

Il discorso di Alessio ricorda la fiaba del bambino che, al passaggio del sovrano in mutande, osa urlare “il re è nudo!”. Ma pure un altro video, divenuto anch’esso virale: quello di una giovane (anche se meno di lui) e timida (anche se meno di lui) dirigente periferica del Pd che il 21 marzo 2009 scosse la pallosa e sonnacchiosa assemblea nazionale dei Circoli del Partito. Anche lei si alzò in piedi e, dando del “lei” all’allora segretario Dario Franceschini, prima sorprese e poi conquistò la platea con un intervento iniziato fra il distratto brusio generale e finito in una standing ovation. La giovane donna impertinente contestò a una a una le magagne, gli inciuci, le ambiguità e le doppiezze del suo partito con un linguaggio fresco, diretto, sincero, senza lasciarsi intimidire dalle smorfie sempre più nervose e imbarazzate del politburo pidino assiso ai piedi del palco. Disse basta ai compromessi con B. che “hanno costretto molti nostri elettori a votare Di Pietro per disperazione, perché gli abbiamo fatto fare da solo l’opposizione su temi che ci appartengono, come il conflitto d’interessi e la questione morale”. Invocò una legge sul testamento biologico contro le resistenze interne sui diritti civili e la laicità, perché “la Costituzione è chiara, basta quella”. Chiese che le candidature non calassero dall’alto, ma salissero dalla base. Aggiunse che “non possiamo non tassare i ricchi solo perché sono troppo pochi”. Dodici minuti di intervento interrotti da 35 applausi a scena aperta. Quella giovane donna si chiamava Debora Serracchiani e oggi, vicesegretario del Pd e governatore del Friuli-Venezia Giulia, dice e fa l’esatto contrario di ciò che diceva allora. Auguriamo di cuore ad Alessio di non fare la stessa fine.

di Marco Travaglio | 21 maggio 2016
camillobenso
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

Messaggio da camillobenso »

LA RIVOLTA DELLE COSCIENZE

La rivolta delle coscienze, in questo Paese interamente cloroformizzato, partirà da questo studente catanese??????
Non c'è bisogno della violenza di piazza, che non serve a niente, ma di persone preparate come Alessio Grancagnolo, che sa come ribattere alle mille e mille puttanate del nuovo regime fascista, opportunamente camuffato, che non aspetta altro che una legittimazione popolare come avvenne nel 1924 con la LEGGE ACERBO, che legittimò il fascismo mussoliniano.

Mussoloni aspetta di legittimare il suo prossimo regime di palle in quantità industriale con la prossima LEGGE ACERBO 2.0, mascherata da Revisione Costituzionale.

VOTATE NO E FATE VOTARE NO.

NO PASSARAN.

NON DIMENTICHIAMO PRIMO LEVI.

"CHI DIMENTICA LA STORIA E' COSTRETTO A RIVIVERLA"

E NOI NON POSSIAMO PERMETTERCI DI LEGITTIMARE LA LEGGE ACERBO 2.0, MASCHERATA NEL DDL BOSCHI
.
camillobenso
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

Messaggio da camillobenso »

POLITICA
Maria Elena Boschi, il rettore e Alessio: in otto minuti un pezzo di storia d’Italia
di Alex Corlazzoli | 21 maggio 2016
COMMENTI (170)

Alex Corlazzoli
Maestro e giornalista

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Uno studente universitario si alza in piedi durante un incontro all’ateneo di Catania con la ministro Maria Elena Boschi, prende la parola e diventa un eroe.

Il video dell’intervento di Alessio Grancagnolo ha fatto il giro del web.

Che ha fatto Alessio di così eroico? Ha solo parlato, ha detto ciò che pensa dopo essersi preparato in maniera accurato sul tema del referendum costituzionale.


Ha parlato otto minuti, interrotto cinque volte dal rettore Giacomo Pignataro e due volte dal ministro Boschi.

Parlare di fronte a un ministro o a uomo o donna di potere, in Italia è diventato un atto coraggioso: un atto che in una democrazia dovrebbe essere normale si è trasformato in straordinario.

Alessio, suo malgrado, forse lo sapeva che sarebbe diventato famoso per un giorno “solo” alzandosi in piedi e dicendo quello che pensava ad una giovane poco più grande di lui che ricopre il ruolo di ministro della Repubblica.

Lo ha spiegato lui stesso all’inizio: “Negli ultimi giorni molti amici mi hanno suggerito di rivedere il mio intervento perché ritenuto troppo critico.


Tuttavia credo che questo Paese abbia bisogno di piccoli atti di coraggio.



Così ho deciso di non ascoltare i consigli dati in buona fede e il mio intervento sarà come è stato ideato.


Spero di non essere etichettato come un vecchio parruccone”.


Tralasciando le poche e inutili interruzioni della Boschi; lasciando perdere la sostanza del discorso di quel giovane (ognuno ha il suo parere in merito; il mio rispecchia quello di Alessio) in quegli otto minuti è andata in scena la rappresentazione di una sconfitta: la generazione del rettore (52enne) ancora una volta sta schiacciando quella di Alessio.



Per l’ennesima volta in questo Paese i padri tolgono la parola ai figli; quelli che il posto ce l’hanno zittiscono chi un lavoro farà sempre più fatica a trovarlo.


Dopo cinque richiami quando Alessio afferma “La campagna elettorale è iniziata ed è iniziato il tour propagandistico negli atenei”, Pignataro prende la parola per dire questo: “Lei ha parlato molto si interrompa perché deve parlare il ministro.

La parola gliela tolgo io.

Lei non può dire che si fanno tour propagandistici negli atenei.

Questo è un momento di confronto.


Questo è un incontro tra ministro e studenti.

Non era previsto alcun contraddittorio, Chi non gradisce il format può anche non partecipare”.

E’ in quell’esatto istante che l’istituzione perde fiducia.

E’ lì che la generazione di Alessio, giustamente, volta le spalle a chi dovrebbe dar loro una mano; a chi dovrebbe dare non togliere la parola.


Nel faccia a faccia tra il rettore e lo studente, tra il vecchio e il giovane, è il primo a dettare le regole.


L’altro, cui è gentilmente concesso di prendere la parola sotto la protezione, non può nemmeno dire “che si fanno tour propagandistici negli atenei”.


E’ in quel momento che il rettore sceglie di stare da una parte e sceglie quella del politico.


La stessa politica che perde sempre più credibilità tra i giovani.

Chissà cosa ne pensano la Boschi e Pignataro dei risultati della ricerca condotta dall’Osservatorio “Generazione Proteo” su 30 mila giovani tra i 17 e i 19 anni: i partiti politici, il Parlamento e il presidente del Consiglio sono per gli intervistati i principali responsabili del disastroso rapporto dei giovani con il Paese.

Secondo la ricerca, i ragazzi hanno divorziato con le istituzioni, provano per la classe politica vergogna, disprezzo, preoccupazione e rabbia.


Cosa proverà ora Alessio nei confronti del suo rettore? Che immagine ha dato quel 52enne?


Da notare che la ministro Boschi nell’articolata risposta data ad Alessio ha parlato 15 minuti (il doppio del ragazzo) senza essere mai interrotta e improvvisamente i problemi di tempo sono spariti.
camillobenso
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

Messaggio da camillobenso »

SOLO CHI SENTE DI TROVARSI IN GRANDE DIFFICOLTA' PUO' SCENDERE AD UN LIVELLO DI COMUNICAZIONE COSI' BASSO E SQUALIFICANTE.

MA CHI E' QUELL'IMBECILLE DI SPIN DOCTOR CHE GLI HA SUGGERITO QUESTA COMUNICAZIONE???


Riforme, Boschi torna a provocare i partigiani
“Quelli veri voteranno sì al nostro referendum”

Disse che “chi vota no fa come CasaPound” (leggi). Ora la ministra sostiene: “Chi ha fatto la Resistenza
è d’accordo con noi, le generazioni successive no”. Bersani: “Ma come si permette? Chi crede di essere?”


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Riforme, Boschi torna a provocare i partigiani: ‘Quelli veri voteranno sì al referendum’. Bersani: ‘Come si permette?’
Politica
Ospite di Lucia Annunziata la ministra torna a etichettare gli iscritti all'Anpi. Dieci giorni fa aveva paragonato chi vota "no" a CasaPound. Civati: "Quella del governo è una campagna volgare, oscena e dissennata". Il partigiano Eros: "Si vede che non conosce partigiani veri, perché siamo tutti per il no". Alla fine Boschi fa marcia indietro: "Evidenti strumentalizzazioni". E nega (mentendo) di aver fatto distinzione tra partigiani veri e non
di F. Q. | 22 maggio 2016
COMMENTI (945)


“I partigiani veri voteranno sì”. Dieci giorni dopo la polemica su CasaPound Maria Elena Boschi torna sul luogo del delitto.

Ospite di In mezz’ora su Rai3 il ministro parla del referendum costituzionale e volendo chiarire finisce invece per aprire un nuovo fronte con l’Associazione nazionale partigiani.

“L’Anpi come direttivo nazionale ha preso una linea, poi ci sono molti partigiani, quelli veri, e non quelli venuti delle generazioni successive, che voteranno sì alla riforma” ha detto, citando il 97enne partigiano “Diavolo” che ha annunciato che voterà sì al referendum.


“Anche nell’Anpi – guidato da Carlo Smuraglia, classe 1923, contrario alla riforma del Senato – molti voteranno sì come anche molti nel M5s”, ha insistito la Boschi.


In realtà l’associazione è schierata chiaramente per il no e molti nomi storici (cioè quelli della generazione che ha fatto la Resistenza) sono su questa posizione.



Lo conferma Umberto Lorenzoni, nome di battaglia “Eros“, che definisce la ministra “una dama bellina” e aggiunge: “E’ chiaro che il ministro Boschi non ha conosciuto i partigiani veri perché i “partigiani veri” voteranno tutti per il No.


Non consentiremo che una dama bellina storpi la Costituzione conquistata con il sangue di migliaia di partigiani.


L’Anpi ha votato e ha deciso all’unanimità (solo 3 contrari) di dire No alla riforma.


E la nostra posizione – conclude il partigiano Eros – la porteremo avanti fino in fondo”.



Dichiarazioni, quelle della Boschi, che certo non sono destinate a stemperare le tensioni innescate una decina di giorni fa, sempre da una provocazione della Boschi, quando aveva paragonato la sinistra che non voterà le riforme costituzionali a CasaPound.



Una frase che ha sortito, come effetto immediato, la conferma del direttivo Anpi alla sua posizione contraria.


La ministra, allo scoppiare della polemica, non arretrò di un millimetro e la sua posizione non fu per nulla smentita, corretta o smussata.


No, la Boschi rivendicò all’indomani, in un battibecco con Cuperlo in direzione Pd, il suo pensiero.



Incalzata dal leader della minoranza, che le disse di aver atteso per due giorni la sua smentita (“che senso ha spingere la polemica sino a ignorare che tra chi sceglierà di dire no ci sono i vertici dell’Anpi o undici presidenti emeriti della Consulta?), lei rispose così: “Ho più volte sentito equiparare chi vota sì alle riforme a Verdini. Mi sono limitata a constatare che chi voterà no lo farà assieme a Casapound. Non è una comparazione ma un dato di fatto: chi vota no voterà come Casapound”.


Convinzione dunque, non una semplice gaffe.



Lo strappo diventa lacerazione e la divisione nel Pd si fa sempre più marcata.



L’Anpi si impegna ancor più direttamente nella sua campagna per il “no” al referendum costituzionale.



In mezzo Casa Pound che in quell’occasione ringraziò il ministro per la legittimazione: il candidato sindaco di Roma Di Stefano le mandò pure un mazzo di fiori.


E ora ci risiamo, con la ministra per le Riforme che serve su un piatto d’argento l’ennesimo argomento destinato a dividere il centrosinistra, dopo aver diviso i partigiani in veri e finti.



BERSANI: “MA COME SI PERMETTE?” – “Come si permette la ministra Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi crede di essere? Siamo forse già arrivati a un governo che fa la supervisione dell’Anpi? È evidente che siamo a una gestione politica sconsiderata e avventurista”. Così Pierluigi Bersani su facebook. “In nome di una mezza riforma del Senato si rischia di creare una frattura insanabile nel mondo democratico e costituzionale.



Ieri Renzi è stato alla Brembo. Spero si sia fatto dare un freno di quelli buoni. E lo usi subito”.



Da Sinistra Italiana, Alfredo D’Attorre commenta così le frasi di Maria Elena Boschi: “La ministra Boschi, dopo la brillante trovata di equiparare i sostenitori del “No” a CasaPound, oggi ci ha offerto un’altra vetta del suo pensiero politico, sostenendo che i veri partigiani sono quelli che sosterranno la sua riforma. Non si sa ormai davvero se ridere o piangere”.



Anche Pippo Civati (Possibile) interviene in merito alle affermazioni della ministra sui partigiani: “Non basta a questo governo avere diviso e abbandonato la sinistra, no, deve avviare un’operazione anche verso coloro che non ci sono più (operazione volgare come poche altre) e dividere anche gli anziani (ora, ma sempre giovanissimi) che combatterono per la Resistenza.


Mi chiedo fino a dove vogliano spingersi.


E quando tutti quanti chiederemo quel minimo rispetto che ci vuole.

Così diventa una campagna oscena e dissennata“.



I RENZIANI: “NON E’ VERO CHE L’ANPI E’ UNITA” – Nonostante le prese di posizione di molti partigiani, compresa quella odierna di Umberto Lorenzoni, i renziani rispondono così al commento di Bersani: “Ci sono anche partigiani che voteranno per il Si, bisognerà mandare la rassegna stampa a Pierluigi Bersani.


Sulle parole del ministro Boschi, una inutile polemica. Basta prendere atto che l’Anpi sul referendum costituzionale non é unita”, dice il senatore Pd Andrea Marcucci.



LA RETROMARCIA DELLA BOSCHI: “STRUMENTALIZZAZIONI” – Dopo le polemiche politiche e le prese di posizione dei partigiani (anche “veri”) schierati per il No, la ministra per le Riforme è costretta a fare marcia indietro: “Vedo evidenti strumentalizzazioni di una mia frase sui partigiani, detta durante la trasmissione “In mezz’ora”.



Non mi sono mai sognata di dare patenti ai partigiani, né di distinguere tra i partigiani veri o meno veri. Ho solo detto che fra i partigiani che hanno combattuto la Resistenza, fra chi ha fatto la guerra ce ne sono molti, come ad esempio il comandante Diavolo, Germano Nicolini, 97enne, che hanno annunciato il loro sì al referendum.



Credo, insomma, che anche nell’Anpi ci siano sensibilità e scelte diverse, tutte legittime e sacrosante. Si può essere contenti che alcuni dei partigiani che hanno veramente combattuto siano oggi a favore della riforma?


Oppure si devono inventare polemiche anche su questo? Tutto qui”.


Al li là dei toni piccati della ministra nella sua nota, ripubblichiamo la trascrizione letterale della sua frase sui partigiani pronunciata a In Mezz’Ora: “Anpi come direttivo nazionale ha preso una linea, poi dentro Anpi ci sono molti partigiani, quelli veri, quelli che hanno combattuto la Resistenza, non le generazioni successive, che votano sì alla riforma”.

Politica
“I partigiani veri voteranno sì”. Dieci giorni dopo la polemica su CasaPound Maria Elena Boschi torna sul luogo del delitto. Ospite di In mezz’ora su Rai3 il ministro parla del referendum costituzionale e apre un nuovo fronte con l’Associazione nazionale partigiani. “L’Anpi come direttivo nazionale ha preso una linea, poi ci sono molti partigiani, quelli veri, e non quelli venuti poi, che voteranno sì alla riforma” ha detto, citando il 97enne partigiano “Diavolo” che ha annunciato che voterà sì al referendum. “Anche nell’Anpi molti voteranno sì come anche molti nel M5s”

DOPO L'ARTICOLO 945 COMMENTI


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05 ... e/2754453/
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

Messaggio da camillobenso »

22 MAG 2016 11:47
1. PANSA SULLA PRIMA PAGINA DI ‘’LIBERO” SFANCULA IL NEO DIRETTORE VITTORIO FELTRI
2. “HA GIÀ FATTO UNA PRIMA VITTIMA LA BATTAGLIA DELLE BATTAGLIE, QUELLA PER IL REFERENDUM COSTITUZIONALE. IL DIRETTORE DI ''LIBERO'', MAURIZIO BELPIETRO, È STATO LICENZIATO SU DUE PIEDI DAL NOSTRO EDITORE, LA FAMIGLIA ANGELUCCI. SPERO CHE FELTRI SI COMPORTI COME LUI. NE AVREMMO TUTTI DEI VANTAGGI, A COMINCIARE DAI LETTORI DI ‘’LIBERO’’''
3. FELTRI REPLICA: “CARO GIAMPAOLO PANSA, NON CAPISCO COSA TI FACCIA TEMERE CHE I TUOI ARTICOLI INTEGRALI POSSANO ESSERE CENSURATI DA ME. CI CONOSCIAMO DA 40 ANNI E DOVRESTI SAPERE CHE LE OPINIONI DIVERSE DALLE MIE NON MI SPAVENTANO''


1. LE ARMI E LE ARMATE DI RENZI PER VINCERE IL REFERENDUM
Giampaolo Pansa per Libero Quotidiano”

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media ... 125224.htm
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

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Referendum riforme, l’Anpi e la resistenza al Pd
Parlano i “partigiani veri”: “Rischio autoritario”




La polemica del ministro Boschi (leggi), difesa dal premier (video). Ecco il perché dell’attacco dem all’Anpi
Nipote di Matteotti: “Svolta presidenzialista ci porta indietro”. Menapace: “Rispondiamo con Bella Ciao”


Politica
I partigiani che hanno davvero combattuto nella Resistenza sono favorevoli alle riforme, assicura il ministro Boschi. Ilfattoquotidiano.it ne ha sentiti alcuni, da Laura Fabbri Wronowski a Lidia Menapace ad Aldo Tortorella. E dicono l’opposto. Ma in cinque si sono iscritti al Comitato toscano per il sì (articolo di Annalisa Dall’Oca). Cambiate idea, dicono dal governo: la sinistra, quella “vera”, è per il sì, venite con noi, dice il Pd all’associazione dei partigiani. Ma loro niente. Al congresso in 347 hanno votato la relazione che ha ribadito che l’Anpi difende la Costituzione così com’è e quindi al referendum sarà per il no
di Diego Pretini
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

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Referendum riforme, l’Anpi e la resistenza al Pd che da mesi vuole che i partigiani “cambino verso”
Politica
La polemica del ministro Boschi, difesa dal premier. “Stop provocazioni”, dice il presidente Smuraglia. Ma la richiesta cade nel vuoto. Il perché dell’attacco dem contro un gruppo da 150mila iscritti. E la figlia di Ingrao si schiera contro le citazioni del padre nei manifesti pd per la campagna del sì
di Diego Pretini | 23 maggio 2016


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05 ... o/2757579/
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

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LA VOX POPULI


Alessandro • 21 minuti fa
Mentre in Italia ci assoggettiamo ad ascoltare le bugie di Renzi sulla Costituzione e sulle sue riforme, la Francia resta a piedi. Lo sciopero contro il Jobs Act blocca le raffinerie del Paese.
E' fronda sociale in Francia contro la riforma del lavoro del governo con gli oppositori al disegno di legge fortemente voluto dal presidente, Hollande, che stanno lasciando a piedi il Paese causando problemi di approvvigionamento di carburante. "Cinque delle otto raffinerie francesi sono in sciopero, ferme o stanno per essere fermate", ha annunciato Emmanuel Lepine, segretario del settore petrolifero del sindacato Cgt.
I problemi di approvvigionamento hanno portato a una mancanza totale di alcuni tipi di carburante in circa 1.500 stazioni di servizio delle 12mila a livello nazionale. (Repubblica 23 maggio 2013)

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camillobenso
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

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Daniel Fortesque • 32 minuti fa
Ricorda quella dell'insegnante sul bus della scuola, che portava bambini neri e bianchi:
«Per me, non ci sono bambini neri o bianchi: i bambini sono tutti uguali! Ecco, diciamo che per me, i bambini, sono tutti azzurri... va bene? Ed ora, in ordine ed in silenzio, quelli azzurro chiaro, seduti qui davanti, gli azzurro scuro, invece, là, in fondo!»...

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camillobenso
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Re: LA SFIDA del REFERENDUM

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saro45 • un'ora fa
Resistere, resistere, resistere all'iniziativa di far tornare questo paese al regime dove chi comanda decide tutto e per tutti.
« Una mattina mi son svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

Mi seppellirai lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire [Mi seppellirai / Mi porterai] lassù in [sulla] montagna
[sotto l'ombra] all'ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»

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