Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzione?
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
SECONDO
Accoglierli significa anche mantenerli. Mica possiamo farli venire qui e farli morire di fame.
E qui siamo in grado di fare questa operazione nel concreto???
Fanno presto Francesco e Galantino a dire agli altri: MANTENELI!
Bisogna sapere che si va incontro ad alimentare la guerra tra poveri.
C’è poi un vecchio detto tricolore, che Francesco, essendo argentino di nascita non conosce, ma che Galantino dovrebbe conoscere.
Da sempre, anche tra congiunti stretti, la permanenza che si allunga troppo, fa dire:
“Dopo un po’ il pesce comincia a puzzare”
Figuriamo con chi non ci è parente od amico.
CONTINUA
Accoglierli significa anche mantenerli. Mica possiamo farli venire qui e farli morire di fame.
E qui siamo in grado di fare questa operazione nel concreto???
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Bisogna sapere che si va incontro ad alimentare la guerra tra poveri.
C’è poi un vecchio detto tricolore, che Francesco, essendo argentino di nascita non conosce, ma che Galantino dovrebbe conoscere.
Da sempre, anche tra congiunti stretti, la permanenza che si allunga troppo, fa dire:
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
SECONDO
Accoglierli significa anche mantenerli. Mica possiamo farli venire qui e farli morire di fame.
E qui siamo in grado di fare questa operazione nel concreto???
Fanno presto Francesco e Galantino a dire agli altri: MANTENELI!
Bisogna sapere che si va incontro ad alimentare la guerra tra poveri.
C’è poi un vecchio detto tricolore, che Francesco, essendo argentino di nascita non conosce, ma che Galantino dovrebbe conoscere.
Da sempre, anche tra congiunti stretti, la permanenza che si allunga troppo, fa dire:
“Anche dopo un po’ il pesce comincia a puzzare”
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E qui siamo in grado di fare questa operazione nel concreto???
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C’è poi un vecchio detto tricolore, che Francesco, essendo argentino di nascita non conosce, ma che Galantino dovrebbe conoscere.
Da sempre, anche tra congiunti stretti, la permanenza che si allunga troppo, fa dire:
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
SCREMATA DALLA PROPAGANDA POLITICA AVVERSA, IL DATO RIMANE
L'emergenza immigrati per l'Italia è un salasso: spesi 5 miliardi in due anni
Renzi continua a negare gli sbarchi: "Solo allarmi elettorali". Ma in mare da gennaio sono morti 2.500 disperati
Patricia Tagliaferri - Mer, 01/06/2016 - 16:06
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Roma - Gli ultimi dati dicono che solo la scorsa settimana il Mediterraneo ha inghiottito più di mille migranti, che dall'inizio del 2016 sono stati 204mila i disperati che hanno affrontato i viaggi della speranza per raggiungere l'Europa e che la gestione degli immigrati giunti via mare è costata all'Italia quasi 5 miliardi in due anni.
Ma Matteo Renzi nega l'evidenza. Per il premier «è chiaro che sul tema dell'immigrazione si gioca la sfida della paura, ma i numeri sono profondamente diversi da quelli raccontanti: non c'è un aumento dei migranti rispetto allo scorso anno, ma solo un aumento di allarmi a fini elettorali». Esagerazioni del centrodestra, insomma. Eppure i numeri parlano di un sorpasso rispetto al 2015, realizzato con i massicci sbarchi del weekend: da gennaio ad oggi sono sbarcati in Italia 47.740 migranti, il 4 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Soltanto a maggio sono arrivate via mare 19.819 persone. Dati preoccupanti, soprattutto perché gli arrivi si sono concentrati in pochi giorni e non lasciano presagire nulla di buono per il futuro. Preoccupanti soprattutto quelli forniti dall'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati sulle vittime dei continui naufragi: 2.510 dall'inizio dell'anno (2.119 delle quali seguendo la rotta più pericolosa, dalle coste africane verso l'Italia), contro le 1.855 dello stesso periodo del 2015. Ma anche quelli emersi dalla relazione annuale di Banca Italia, che aggiorna i costi dell'immigrazione per il biennio 2014-2015 aggiungendo ai 3,3 miliardi di euro per la gestione degli arrivi, l'accoglienza e l'ospitalità, altri 1,6 miliardi per il funzionamento dell'apparato amministrativo, per le prestazioni sanitarie e l'inserimento scolastico dei minori.
Anche se Renzi minimizza, parlando di «allarmi elettorali», i numeri dell'Agenzia Onu dicono che 1 migrante su 23 muore cercando di raggiungere l'Europa su uno dei tanti barconi sovraccarichi salpati dal Nord Africa o dalla Turchia. «Un anno particolarmente letale» per le rotte migratorie, quello in corso, secondo il portavoce dell'Unhcr, Ginevra William Splinder, che denuncia anche la presenza di scafisti sempre più senza scrupoli sulle coste della Libia, in particolare nell'area di Sabratha, a ovest di Tripoli, i quali non esitano a caricare i barconi fino all'inverosimile, facendo salire a bordo fino a 600 o più persone. Negli ultimi giorni, inoltre, le partenze sarebbero aumentate per la volontà degli scafisti di massimizzare gli introiti prima dell'inizio del Ramadan.
Dopo le critiche arrivate dall'Agenzia Onu per i rifugiati ai paesi dell'Unione sul numero dei ricollocamenti effettuati, ieri la Commissione europea ha ribadito che se i governi nazionali non soddisferanno le quote di ricollocamento di 160mila migranti che si sono impegnati ad accogliere in due anni da Grecia e Italia, è possibile che vengano avviate contro di loro procedure di infrazione. «Per la prima volta vediamo ricollocamenti su base giornaliera - ha detto la viceportavoce capo dell'esecutivo Ue, Mina Andreeva - ma il ritmo deve aumentare. Stiamo parlando di una legge Ue, di una decisione legalmente vincolante». La Commissione europea, invece, ha fatto sapere di essere in attesa di chiarimenti da parte delle autorità italiane sugli hotspot galleggianti.
L'emergenza immigrati per l'Italia è un salasso: spesi 5 miliardi in due anni
Renzi continua a negare gli sbarchi: "Solo allarmi elettorali". Ma in mare da gennaio sono morti 2.500 disperati
Patricia Tagliaferri - Mer, 01/06/2016 - 16:06
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Roma - Gli ultimi dati dicono che solo la scorsa settimana il Mediterraneo ha inghiottito più di mille migranti, che dall'inizio del 2016 sono stati 204mila i disperati che hanno affrontato i viaggi della speranza per raggiungere l'Europa e che la gestione degli immigrati giunti via mare è costata all'Italia quasi 5 miliardi in due anni.
Ma Matteo Renzi nega l'evidenza. Per il premier «è chiaro che sul tema dell'immigrazione si gioca la sfida della paura, ma i numeri sono profondamente diversi da quelli raccontanti: non c'è un aumento dei migranti rispetto allo scorso anno, ma solo un aumento di allarmi a fini elettorali». Esagerazioni del centrodestra, insomma. Eppure i numeri parlano di un sorpasso rispetto al 2015, realizzato con i massicci sbarchi del weekend: da gennaio ad oggi sono sbarcati in Italia 47.740 migranti, il 4 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Soltanto a maggio sono arrivate via mare 19.819 persone. Dati preoccupanti, soprattutto perché gli arrivi si sono concentrati in pochi giorni e non lasciano presagire nulla di buono per il futuro. Preoccupanti soprattutto quelli forniti dall'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati sulle vittime dei continui naufragi: 2.510 dall'inizio dell'anno (2.119 delle quali seguendo la rotta più pericolosa, dalle coste africane verso l'Italia), contro le 1.855 dello stesso periodo del 2015. Ma anche quelli emersi dalla relazione annuale di Banca Italia, che aggiorna i costi dell'immigrazione per il biennio 2014-2015 aggiungendo ai 3,3 miliardi di euro per la gestione degli arrivi, l'accoglienza e l'ospitalità, altri 1,6 miliardi per il funzionamento dell'apparato amministrativo, per le prestazioni sanitarie e l'inserimento scolastico dei minori.
Anche se Renzi minimizza, parlando di «allarmi elettorali», i numeri dell'Agenzia Onu dicono che 1 migrante su 23 muore cercando di raggiungere l'Europa su uno dei tanti barconi sovraccarichi salpati dal Nord Africa o dalla Turchia. «Un anno particolarmente letale» per le rotte migratorie, quello in corso, secondo il portavoce dell'Unhcr, Ginevra William Splinder, che denuncia anche la presenza di scafisti sempre più senza scrupoli sulle coste della Libia, in particolare nell'area di Sabratha, a ovest di Tripoli, i quali non esitano a caricare i barconi fino all'inverosimile, facendo salire a bordo fino a 600 o più persone. Negli ultimi giorni, inoltre, le partenze sarebbero aumentate per la volontà degli scafisti di massimizzare gli introiti prima dell'inizio del Ramadan.
Dopo le critiche arrivate dall'Agenzia Onu per i rifugiati ai paesi dell'Unione sul numero dei ricollocamenti effettuati, ieri la Commissione europea ha ribadito che se i governi nazionali non soddisferanno le quote di ricollocamento di 160mila migranti che si sono impegnati ad accogliere in due anni da Grecia e Italia, è possibile che vengano avviate contro di loro procedure di infrazione. «Per la prima volta vediamo ricollocamenti su base giornaliera - ha detto la viceportavoce capo dell'esecutivo Ue, Mina Andreeva - ma il ritmo deve aumentare. Stiamo parlando di una legge Ue, di una decisione legalmente vincolante». La Commissione europea, invece, ha fatto sapere di essere in attesa di chiarimenti da parte delle autorità italiane sugli hotspot galleggianti.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
ASILO ETRURIA
Migranti, Renzi contro i leghisti: "Solo esagitati in camicia verde"
Continuano gli arrivi di migranti. Ma Renzi assicura: "Sbarchi ridotti di tre volte". E attacca la Lega: "Non date retta a quegli esagitati in camicia verde"
Sergio Rame - Ven, 03/06/2016 - 13:56
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"La prima regola è rispettare la realtà per quella che è, non per quella che descrive qualche esagitato in camicia verde".
Matteo Renzi attacca a testa bassa la Lega e i leghisti. Nella sua eNews, il premier è sceso in campo per difendere la gestione dei migranti portata avanti da Viminale e critica pesantemente le posizioni di Matteo Salvini. Non solo. Non prende nemmeno le distanze dai centri sociali violenti che ieri hanno attaccato l'appuntamento elettorale del Carroccio. "C'è stata un po' di confusione...".
Gli immigrati continuano a sbarcare e a morire. Mentre i centri di prima accoglienza sono al collasso e l'Unione europea chiede al Viminale di aprire nuovi hotspot, il numero dei morti aumenta a dismisura. Da quando Bruxelles ha sottoscritto l'accordo con la Turchia di Recep Tayyip Erdogan i numeri degli sbarchi in Italia sono aumentati all'improvviso e in modo esponenziale. Eppure Renzi continua sulla strada dell'accoglienza. "Quello che viene detto in giro è falso", ha scritto nella sua newsletter eNews. "Guardiamo i dati al primo giugno del 2015 e del 2016. Stesso giorno, primi cinque mesi dell'anno. In Italia lo scorso anno erano arrivate poco più di 47 mila persone - continua - e, nemmeno a farlo apposta, sono arrivate poco più di 47mila persone nel 2016. La stessa cifra. Non solo: ma gli arrivi da Turchia e Grecia si sono ridotti di almeno tre volte e non superano le 300 unità in cinque mesi da entrambi i Paesi".
I numeri snocciolati da Renzi, però, non tornano. Dall'inizio dell'anno sono già sbarcati 47.740 immigrati, il 4% il più rispetto allo stesso periodo del 2015. Senza una stabilizzazione della situazione in Libia, è prevedibile che il 2016 segni un nuovo primato, con scenari che ipotizzano fino a 200mila arrivi. Eppure Renzi nasconde la verità e si trincera dietro ai soliti slogan buonisti: "L'immigrazione è un grande tema per oggi e per domani, non c'è dubbio. Ma se vogliamo affrontarlo sul serio - ammonisce ancora - dobbiamo affrontarlo bene".
Migranti, Renzi contro i leghisti: "Solo esagitati in camicia verde"
Continuano gli arrivi di migranti. Ma Renzi assicura: "Sbarchi ridotti di tre volte". E attacca la Lega: "Non date retta a quegli esagitati in camicia verde"
Sergio Rame - Ven, 03/06/2016 - 13:56
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"La prima regola è rispettare la realtà per quella che è, non per quella che descrive qualche esagitato in camicia verde".
Matteo Renzi attacca a testa bassa la Lega e i leghisti. Nella sua eNews, il premier è sceso in campo per difendere la gestione dei migranti portata avanti da Viminale e critica pesantemente le posizioni di Matteo Salvini. Non solo. Non prende nemmeno le distanze dai centri sociali violenti che ieri hanno attaccato l'appuntamento elettorale del Carroccio. "C'è stata un po' di confusione...".
Gli immigrati continuano a sbarcare e a morire. Mentre i centri di prima accoglienza sono al collasso e l'Unione europea chiede al Viminale di aprire nuovi hotspot, il numero dei morti aumenta a dismisura. Da quando Bruxelles ha sottoscritto l'accordo con la Turchia di Recep Tayyip Erdogan i numeri degli sbarchi in Italia sono aumentati all'improvviso e in modo esponenziale. Eppure Renzi continua sulla strada dell'accoglienza. "Quello che viene detto in giro è falso", ha scritto nella sua newsletter eNews. "Guardiamo i dati al primo giugno del 2015 e del 2016. Stesso giorno, primi cinque mesi dell'anno. In Italia lo scorso anno erano arrivate poco più di 47 mila persone - continua - e, nemmeno a farlo apposta, sono arrivate poco più di 47mila persone nel 2016. La stessa cifra. Non solo: ma gli arrivi da Turchia e Grecia si sono ridotti di almeno tre volte e non superano le 300 unità in cinque mesi da entrambi i Paesi".
I numeri snocciolati da Renzi, però, non tornano. Dall'inizio dell'anno sono già sbarcati 47.740 immigrati, il 4% il più rispetto allo stesso periodo del 2015. Senza una stabilizzazione della situazione in Libia, è prevedibile che il 2016 segni un nuovo primato, con scenari che ipotizzano fino a 200mila arrivi. Eppure Renzi nasconde la verità e si trincera dietro ai soliti slogan buonisti: "L'immigrazione è un grande tema per oggi e per domani, non c'è dubbio. Ma se vogliamo affrontarlo sul serio - ammonisce ancora - dobbiamo affrontarlo bene".
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Quindi il problema che ho sollevato prima non è così fuori dal mondo, o strano per chi ha studiato (senza difendere quelli che l'intelligenza la usano per fare del male, che comunque purtroppo ci sono). Alla fine non c'è una risoluzione, specie se non si trova il modo nel lungo periodo di farli restare in patria, quando tutte le caserme o i posti di lavoro che gli italiani non vogliono fare saranno presi.camillobenso ha scritto:SECONDO
Accoglierli significa anche mantenerli. Mica possiamo farli venire qui e farli morire di fame.
E qui siamo in grado di fare questa operazione nel concreto???
Fanno presto Francesco e Galantino a dire agli altri: MANTENELI!
Bisogna sapere che si va incontro ad alimentare la guerra tra poveri.
C’è poi un vecchio detto tricolore, che Francesco, essendo argentino di nascita non conosce, ma che Galantino dovrebbe conoscere.
Da sempre, anche tra congiunti stretti, la permanenza che si allunga troppo, fa dire:
“Dopo un po’ il pesce comincia a puzzare”
Figuriamo con chi non ci è parente od amico.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Lo scafista è solo un profugo Arrestato l'eritreo sbagliato
L'uomo ritenuto il boss dei trafficanti in realtà è un migrante. Una figuraccia di Italia, Inghilterra e Sudan
Fausto Biloslavo - Sab, 11/06/2016 - 09:07
commenta
O si tratta del criminale più scaltro e spudorato degli ultimi anni oppure inquirenti ed investigatori italiani ed inglesi hanno fatto una colossale figuraccia internazionale.
Nome, età, foto, testimonianze e le dichiarazioni dell'arrestato rendono credibile la seconda ipotesi. Un clamoroso errore di persona che coinvolgerebbe pure il ministero dell'Interno e della Giustizia, il governo inglese e quello sudanese. Se così fosse è probabile che gli italiani siano finiti in un trappolone ordito dal vero ricercato al quale davano la caccia.
Stiamo parlando dell'estradizione dal Sudan dell'8 giugno di un eritreo, che la procura di Palermo e la polizia hanno presentato trionfalmente come il numero 1 del traffico di uomini dalla Libia. «Non sono il boss dei trafficanti di essere umani. Con questa storia non c'entro nulla. Sono stato preso per sbaglio» ha ribadito ieri a Rebibbia l'arrestato nel primo interrogatorio sostenendo di chiamarsi Medesime Tesfamariam Berhe. E non Medhanie Yehdego Mered, il vero ricercato con mandato di cattura internazionale.
Poche ore dopo l'estradizione sono saltate fuori le prime incongruenze. Non solo amici e parenti, che denunciavano uno scambio di persona alla Bbc, ma la foto del super ricercato, Yehdego Mered, agli atti dell'inchiesta, non corrisponde a quella dell'estradato. E ieri la sorella dell'eritreo arrestato, Seghen Bershe, ha fatto pubblicare sul quotidiano britannico The Guardian uno scatto con il fratello che fuga ogni dubbio. I due sono simili, ma il ricercato è più vecchio e ha lineamenti diversi rispetto all'eritreo finito a Rebibbia.
L'aspetto paradossale è che la foto che si presume «vera» è alla pagina 128 degli atti dell'inchiesta «Glauco II», che ha smantellato la rete siciliana del traffico di uomini dalla Libia. Si spiega nei dettagli come sia stata scoperta su Facebook ed il riscontro ottenuto grazie ad un'intercettazione sul cambio di pettinatura dei capelli alla rasta. Non solo: gli italiani hanno avuto ulteriori conferme dalla Svezia dove vivono la moglie ed il figlio del vero trafficante di uomini nato nel 1981. Peccato che la foto allegata agli atti non corrisponda per nulla all'estradato dal Sudan, che per di più avrebbe 25 o 28 anni e non 35.
«Gli elementi di cui disponiamo finora ci inducono a ritenere che l'arrestato debba restare in carcere dice il procuratore aggiunto Maurizio Scalia - Esiste, inoltre, una serie di documenti di Stati esteri che ci dicono che si tratta di Medhane».
Il problema è che non solo i familiari denunciano l'errore di persona. Una giornalista svedese che ha intervistato in Sudan il trafficante di uomini sostiene che non è il ragazzo incarcerato a Roma. Come le stesse vittime di Yehdego Mered, soprannominato «il generale». «Lo conosco molto bene. Non è lui» spiega Anbes Yemane, uno studente eritreo che ha percorso la rotta del trafficante per raggiungere l'Italia nel dicembre 2103. «Mered mi minacciava con una pistola - osserva il ragazzo - Per questo me lo ricordo molto bene». La sorella dell'arrestato aggiunge il dettaglio che nel 2014 il fratello è fuggito dall'Eritrea per riparare in un campo profughi in Etiopia. Nello stesso periodo, seconda l'accusa, era a Tripoli ad organizzare i viaggi con i barconi verso l'Italia per oltre diecimila migranti.
«Il mio cliente ha negato tutte le accuse, dice che non è la persona in questione. È un altro uomo - ha spiegato l'avvocato difensore Michele Calantropo - e non capisce il perché del suo arresto». Il legale ha avanzato istanza di scarcerazione.
L'accusa sostiene che la voce registrata nelle intercettazioni dell'inchiesta «Glauco II» è la stessa dell'arrestato. Il giovane eritreo dietro le sbarre ha ammesso che aveva il cellulare rintracciato dalla National crime agency inglese l'ultima volta il 23 maggio a Kartoum, 24 ore prima di finire in manette. E di aver fatto due telefonate «con i miei familiari che stanno nel nord Europa sul viaggio verso l'Italia che stavo per fare» come migrante negando di essere il trafficante che organizza la tratta.
«Siamo fiduciosi - dichiara il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi - Verrà fatta una perizia fonica e solo così si potrà stabilire se effettivamente la persona che intercettavamo era quella che poi è stata arrestata».
(ha collaborato Valentina Raffa)
L'uomo ritenuto il boss dei trafficanti in realtà è un migrante. Una figuraccia di Italia, Inghilterra e Sudan
Fausto Biloslavo - Sab, 11/06/2016 - 09:07
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O si tratta del criminale più scaltro e spudorato degli ultimi anni oppure inquirenti ed investigatori italiani ed inglesi hanno fatto una colossale figuraccia internazionale.
Nome, età, foto, testimonianze e le dichiarazioni dell'arrestato rendono credibile la seconda ipotesi. Un clamoroso errore di persona che coinvolgerebbe pure il ministero dell'Interno e della Giustizia, il governo inglese e quello sudanese. Se così fosse è probabile che gli italiani siano finiti in un trappolone ordito dal vero ricercato al quale davano la caccia.
Stiamo parlando dell'estradizione dal Sudan dell'8 giugno di un eritreo, che la procura di Palermo e la polizia hanno presentato trionfalmente come il numero 1 del traffico di uomini dalla Libia. «Non sono il boss dei trafficanti di essere umani. Con questa storia non c'entro nulla. Sono stato preso per sbaglio» ha ribadito ieri a Rebibbia l'arrestato nel primo interrogatorio sostenendo di chiamarsi Medesime Tesfamariam Berhe. E non Medhanie Yehdego Mered, il vero ricercato con mandato di cattura internazionale.
Poche ore dopo l'estradizione sono saltate fuori le prime incongruenze. Non solo amici e parenti, che denunciavano uno scambio di persona alla Bbc, ma la foto del super ricercato, Yehdego Mered, agli atti dell'inchiesta, non corrisponde a quella dell'estradato. E ieri la sorella dell'eritreo arrestato, Seghen Bershe, ha fatto pubblicare sul quotidiano britannico The Guardian uno scatto con il fratello che fuga ogni dubbio. I due sono simili, ma il ricercato è più vecchio e ha lineamenti diversi rispetto all'eritreo finito a Rebibbia.
L'aspetto paradossale è che la foto che si presume «vera» è alla pagina 128 degli atti dell'inchiesta «Glauco II», che ha smantellato la rete siciliana del traffico di uomini dalla Libia. Si spiega nei dettagli come sia stata scoperta su Facebook ed il riscontro ottenuto grazie ad un'intercettazione sul cambio di pettinatura dei capelli alla rasta. Non solo: gli italiani hanno avuto ulteriori conferme dalla Svezia dove vivono la moglie ed il figlio del vero trafficante di uomini nato nel 1981. Peccato che la foto allegata agli atti non corrisponda per nulla all'estradato dal Sudan, che per di più avrebbe 25 o 28 anni e non 35.
«Gli elementi di cui disponiamo finora ci inducono a ritenere che l'arrestato debba restare in carcere dice il procuratore aggiunto Maurizio Scalia - Esiste, inoltre, una serie di documenti di Stati esteri che ci dicono che si tratta di Medhane».
Il problema è che non solo i familiari denunciano l'errore di persona. Una giornalista svedese che ha intervistato in Sudan il trafficante di uomini sostiene che non è il ragazzo incarcerato a Roma. Come le stesse vittime di Yehdego Mered, soprannominato «il generale». «Lo conosco molto bene. Non è lui» spiega Anbes Yemane, uno studente eritreo che ha percorso la rotta del trafficante per raggiungere l'Italia nel dicembre 2103. «Mered mi minacciava con una pistola - osserva il ragazzo - Per questo me lo ricordo molto bene». La sorella dell'arrestato aggiunge il dettaglio che nel 2014 il fratello è fuggito dall'Eritrea per riparare in un campo profughi in Etiopia. Nello stesso periodo, seconda l'accusa, era a Tripoli ad organizzare i viaggi con i barconi verso l'Italia per oltre diecimila migranti.
«Il mio cliente ha negato tutte le accuse, dice che non è la persona in questione. È un altro uomo - ha spiegato l'avvocato difensore Michele Calantropo - e non capisce il perché del suo arresto». Il legale ha avanzato istanza di scarcerazione.
L'accusa sostiene che la voce registrata nelle intercettazioni dell'inchiesta «Glauco II» è la stessa dell'arrestato. Il giovane eritreo dietro le sbarre ha ammesso che aveva il cellulare rintracciato dalla National crime agency inglese l'ultima volta il 23 maggio a Kartoum, 24 ore prima di finire in manette. E di aver fatto due telefonate «con i miei familiari che stanno nel nord Europa sul viaggio verso l'Italia che stavo per fare» come migrante negando di essere il trafficante che organizza la tratta.
«Siamo fiduciosi - dichiara il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi - Verrà fatta una perizia fonica e solo così si potrà stabilire se effettivamente la persona che intercettavamo era quella che poi è stata arrestata».
(ha collaborato Valentina Raffa)
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
”
Turchia, ong: “Guardie di confine sparano contro i profughi: 11 morti, 4 sono bambini”
Mondo
La notizia è stata diffusa dal sito di informazione siriano vicino all’opposizione Orient News. Mentre per l’Osservatorio siriano per i diritti umani i morti sono otto. Tra le vittime ci sono almeno due donne e quattro bambini, partiti nella notte dal villaggio di Khirbet al Jouz. Unicef Italia: "Atto senza precedenti. Chi spara è criminale"
di F. Q. | 19 giugno 2016
COMMENTI (313)
Sono almeno undici i siriani, per lo più di una sola famiglia, uccisi dalle guardie di frontiera turche mentre cercavano di attraversare il confine dal nord-ovest della Siria. La notizia è stata diffusa dal sito di informazione siriano vicino all’opposizione Orient News. Mentre per l’Osservatorio siriano per i diritti umani i morti sono otto.
Tra le vittime ci sono almeno due donne e quattro bambini, partiti nella notte dal villaggio di Khirbet al Jouz. L’Osservatorio ha documentato, dall’inizio dell’anno, la morte di quasi sessanta civili siriani, che cercavano di fuggire dalla Siria, uccisi dalle guardie di frontiera turche. A causa della guerra in Siria, oltre 2,7 milioni di rifugiati sono fuggiti in Turchia, secondo l’Onu. Ankara ha rafforzato la sicurezza lungo i confini nei mesi scorsi per evitare ulteriori ingressi.
Le autorità turche stanno indagando sui quanto avvenuto anche se al momento non sono “in grado di verificare autonomamente le informazioni riguardanti gli spari. La Turchia – spiegano le stesse fonti – fornisce assistenza umanitaria agli sfollati nel nord della Siria e segue la politica della ‘porta aperta’, ammettendo profughi le cui vite sono in imminente pericolo“.
“Quattro bambini innocenti uccisi dall’esercito mentre tentavano di entrare in Turchia, in fuga da una guerra che dura da 5 anni, senza soluzione, basta così. È un atto che, se confermato, non ha precedenti, insopportabile” dice Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia, che definisce l’accaduto “l’ennesima oscenità” ed esprime l’auspicio che la Ue “chieda spiegazioni urgenti. Chi aspira a entrare in Europa non può macchiarsi di episodi del genere, va ribadito con forza in tutte le sedi”.
Non ci sono dubbi: “Chiunque spara a dei bambini che tentano di fuggire dal terrore è un criminale, come criminale è anche chi li costringe alla fuga dal loro Paese. Il mondo continua a tacere, l’Europa alza muri, la pace in Siria è lontana e nel frattempo le persone costrette a fuggire da questo paese sono 5,5 milioni, la cui metà sono proprio bambini che scappano da una guerra che non hanno certo voluto e che distrugge tutto, scuole, case, ospedali. Non si può rispondere con le armi alla disperazione”. In Siria, ricorda Unicef Italia, “ci sono ancora 20 città sotto assedio e proprio settimane fa tanto le organizzazioni umanitarie quanto Staffan de Mistura avevano ammonito la comunità internazionale che l’esodo di siriani in fuga da Aleppo e altre città verso la Turchia avrebbe portato ad una nuova ondata migratoria, circa 400 mila persone, che avrebbero tentato di entrare all’interno del Paese che già ospita non senza problemi 2,5 milioni di siriani, più della metà dei quali sono come sempre bambini”. In questi anni il popolo siriano “ha subito di tutto in patria e fuori, ora vede anche morire i suoi figli innocenti in fuga dopo mesi di violenze, stragi, morti in mare. Quando finirà questo calvario?”
Intanto proseguono gli sbarchi di migranti sulle coste italiane. Un veliero con 36 migranti è stato intercettato questa notte al largo di Capo di Leuca (Lecce). I due scafisti di nazionalità turca sono stati individuati e fermati. L’imbarcazione di oltre 13 metri è stata individuata e condotta in porto dal reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Bari a circa due chilometri di Punta Ristola.
I 28 adulti e gli 8 minorenni di nazionalità somala, afgana, siriana e iraniana, che si trovavano a bordo, sono stati soccorsi e trasportati per i primi accertamenti in ospedale e poi dimessi per il loro trasferimento al Centro Don Tonino Bello di Otranto. Una settimana fa i finanzieri della sezione operativa navale di Otranto avevano arrestato tre scafisti di nazionalità georgiana e recuperato un altro veliero che aveva appena sbarcato nella zona della baia di Orte una cinquantina di migranti, anch’essi di provenienza mediorientale e africana.
Turchia, ong: “Guardie di confine sparano contro i profughi: 11 morti, 4 sono bambini”
Mondo
La notizia è stata diffusa dal sito di informazione siriano vicino all’opposizione Orient News. Mentre per l’Osservatorio siriano per i diritti umani i morti sono otto. Tra le vittime ci sono almeno due donne e quattro bambini, partiti nella notte dal villaggio di Khirbet al Jouz. Unicef Italia: "Atto senza precedenti. Chi spara è criminale"
di F. Q. | 19 giugno 2016
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Sono almeno undici i siriani, per lo più di una sola famiglia, uccisi dalle guardie di frontiera turche mentre cercavano di attraversare il confine dal nord-ovest della Siria. La notizia è stata diffusa dal sito di informazione siriano vicino all’opposizione Orient News. Mentre per l’Osservatorio siriano per i diritti umani i morti sono otto.
Tra le vittime ci sono almeno due donne e quattro bambini, partiti nella notte dal villaggio di Khirbet al Jouz. L’Osservatorio ha documentato, dall’inizio dell’anno, la morte di quasi sessanta civili siriani, che cercavano di fuggire dalla Siria, uccisi dalle guardie di frontiera turche. A causa della guerra in Siria, oltre 2,7 milioni di rifugiati sono fuggiti in Turchia, secondo l’Onu. Ankara ha rafforzato la sicurezza lungo i confini nei mesi scorsi per evitare ulteriori ingressi.
Le autorità turche stanno indagando sui quanto avvenuto anche se al momento non sono “in grado di verificare autonomamente le informazioni riguardanti gli spari. La Turchia – spiegano le stesse fonti – fornisce assistenza umanitaria agli sfollati nel nord della Siria e segue la politica della ‘porta aperta’, ammettendo profughi le cui vite sono in imminente pericolo“.
“Quattro bambini innocenti uccisi dall’esercito mentre tentavano di entrare in Turchia, in fuga da una guerra che dura da 5 anni, senza soluzione, basta così. È un atto che, se confermato, non ha precedenti, insopportabile” dice Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia, che definisce l’accaduto “l’ennesima oscenità” ed esprime l’auspicio che la Ue “chieda spiegazioni urgenti. Chi aspira a entrare in Europa non può macchiarsi di episodi del genere, va ribadito con forza in tutte le sedi”.
Non ci sono dubbi: “Chiunque spara a dei bambini che tentano di fuggire dal terrore è un criminale, come criminale è anche chi li costringe alla fuga dal loro Paese. Il mondo continua a tacere, l’Europa alza muri, la pace in Siria è lontana e nel frattempo le persone costrette a fuggire da questo paese sono 5,5 milioni, la cui metà sono proprio bambini che scappano da una guerra che non hanno certo voluto e che distrugge tutto, scuole, case, ospedali. Non si può rispondere con le armi alla disperazione”. In Siria, ricorda Unicef Italia, “ci sono ancora 20 città sotto assedio e proprio settimane fa tanto le organizzazioni umanitarie quanto Staffan de Mistura avevano ammonito la comunità internazionale che l’esodo di siriani in fuga da Aleppo e altre città verso la Turchia avrebbe portato ad una nuova ondata migratoria, circa 400 mila persone, che avrebbero tentato di entrare all’interno del Paese che già ospita non senza problemi 2,5 milioni di siriani, più della metà dei quali sono come sempre bambini”. In questi anni il popolo siriano “ha subito di tutto in patria e fuori, ora vede anche morire i suoi figli innocenti in fuga dopo mesi di violenze, stragi, morti in mare. Quando finirà questo calvario?”
Intanto proseguono gli sbarchi di migranti sulle coste italiane. Un veliero con 36 migranti è stato intercettato questa notte al largo di Capo di Leuca (Lecce). I due scafisti di nazionalità turca sono stati individuati e fermati. L’imbarcazione di oltre 13 metri è stata individuata e condotta in porto dal reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Bari a circa due chilometri di Punta Ristola.
I 28 adulti e gli 8 minorenni di nazionalità somala, afgana, siriana e iraniana, che si trovavano a bordo, sono stati soccorsi e trasportati per i primi accertamenti in ospedale e poi dimessi per il loro trasferimento al Centro Don Tonino Bello di Otranto. Una settimana fa i finanzieri della sezione operativa navale di Otranto avevano arrestato tre scafisti di nazionalità georgiana e recuperato un altro veliero che aveva appena sbarcato nella zona della baia di Orte una cinquantina di migranti, anch’essi di provenienza mediorientale e africana.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
LASCIATE CHE GLI IMMIGRATI VENGANO A ME.....
MAMMA MAFIA
Mafia Capitale, indagine sul Cara di Mineo: 6 indagati e perquisizioni
Cronaca
di F. Q. | 22 giugno 2016
COMMENTI
Su delega della procura della Repubblica di Caltagirone, agenti della squadra mobile di Catania e del commissariato di Caltagirone stanno dando, in queste ore, esecuzione a un decreto di perquisizione e sequestro nonché alla contestuale informazione di garanzia nei confronti di sei persone, tutte indagate a vario titolo per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea. Come spiega la polizia, infatti, in seguito alle risultanze dell’inchiesta Mafia Capitale è stata avviata un’attività di investigazione su presunti illeciti nella gara d’appalto, indetta il 24 aprile 2014, per la gestione triennale dei servizi del Cara di Mineo (Catania). Gara che, ricorda la polizia, fu ritenuta illegittima dall’Autorità nazionale anticorruzione. “L’analisi della contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del Cara di Mineo, finalizzata alla liquidazione delle somme spettanti all’ente gestore, ha evidenziato che sono stati rendicontati e corrisposti, negli anni 2012, 2013, 2014 e 2015, importi superiori a quelli dovuti, per un ammontare di circa un milione di euro – sottolinea la polizia – Sono tutt’ora in corso perquisizioni presso società in tutto il territorio nazionale”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06 ... i/2850519/
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Mafia Capitale, indagine sul Cara di Mineo: 6 indagati e perquisizioni
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di F. Q. | 22 giugno 2016
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Su delega della procura della Repubblica di Caltagirone, agenti della squadra mobile di Catania e del commissariato di Caltagirone stanno dando, in queste ore, esecuzione a un decreto di perquisizione e sequestro nonché alla contestuale informazione di garanzia nei confronti di sei persone, tutte indagate a vario titolo per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea. Come spiega la polizia, infatti, in seguito alle risultanze dell’inchiesta Mafia Capitale è stata avviata un’attività di investigazione su presunti illeciti nella gara d’appalto, indetta il 24 aprile 2014, per la gestione triennale dei servizi del Cara di Mineo (Catania). Gara che, ricorda la polizia, fu ritenuta illegittima dall’Autorità nazionale anticorruzione. “L’analisi della contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del Cara di Mineo, finalizzata alla liquidazione delle somme spettanti all’ente gestore, ha evidenziato che sono stati rendicontati e corrisposti, negli anni 2012, 2013, 2014 e 2015, importi superiori a quelli dovuti, per un ammontare di circa un milione di euro – sottolinea la polizia – Sono tutt’ora in corso perquisizioni presso società in tutto il territorio nazionale”.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
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MAMMA MAFIA
Il governo, ber bocca di Mussoloni e Alfano, continua a precisare che gli immigrati devono arrivare.
Ette credo, il giro della catena di Sant'Antonio non deve fermarsi.
In questa direzione non si esprimono mai.
Mafia Capitale, nuova inchiesta sul Cara di Mineo: presenza di migranti gonfiate, truffa da 1 milione. Sei indagati
Cronaca
Secondo la Procura di Caltagirone dal 2012 al 2015 sarebbero stati rendicontati e corrisposti importi superiori a quelli dovuti. Ipotizzati i reati di falso ideologico del pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea. Il filone è separato da quello principale, di cui è titolare la procura di Catania
di F. Q. | 22 giugno 2016
COMMENTI (62)
I numeri degli ospiti del Centro richiedenti asilo di Mineo sarebbero stati gonfiati dai gestori per intascare contributi maggiori da parte del governo. È l’ultima ipotesi di reato avanzata sul Cara più grande d’Europa. Stamattina, infatti, la procura di Caltagirone e la squadra mobile di Catania hanno eseguito perquisizioni e sequestri nei confronti dei sei indagati, ai quali è stato notificato l’avviso di garanzia. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giuseppe Verzera, ipotizza a vario titolo i reati di falso ideologico del pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche, ai danni dello Stato e dell’Unione Europea.
Al centro delle indagini, partite per accertare presunti illeciti nella gara d’appalto da quasi cento milioni di euro indetta il 24 aprile 2014 per la gestione triennale dei servizi, c’è la contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del Centro per richiedenti asilo, finalizzata a liquidare le somme all’ente gestore: secondo la Procura di Caltagirone sarebbero stati rendicontati e corrisposti, dal 2012 al 2015, importi superiori a quelli dovuti, per un ammontare di circa un milione di euro.
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L’input investigativo per la procura siciliana è arrivato dall’inchiesta su Mafia Capitale, ma l’indagine dei magistrati salatini non riguarda il filone principale sulla gara del 24 maggio 2014 ritenuta illegittima dal presidente dell’Anac Raffaele Cantone, di cui è titolare la procura di Catania.
Sul Cara di Mineo indagano in questo momento tre procure: quella di Caltagirone, quella di Catania e quella di Roma. A squarciare il velo sugli affari del centro richiedenti asilo furono per primi i magistrati coordinati da Giuseppe Pignatone, che indagavano su Massimo Carminati. Il Cara siciliano, capace di accogliere ufficialmente fino a tremila ospiti, è infatti un pezzo fondamentale del puzzle d’interessi degli uomini di Mafia Capitale: a cominciare da Luca Odevaine, l’ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni in Campidoglio. È proprio lui a giocare un ruolo fondamentale nella gestione della gara d’appalto bandita nel 2014 per gestire il Cara.
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Il governo, ber bocca di Mussoloni e Alfano, continua a precisare che gli immigrati devono arrivare.
Ette credo, il giro della catena di Sant'Antonio non deve fermarsi.
In questa direzione non si esprimono mai.
Mafia Capitale, nuova inchiesta sul Cara di Mineo: presenza di migranti gonfiate, truffa da 1 milione. Sei indagati
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Secondo la Procura di Caltagirone dal 2012 al 2015 sarebbero stati rendicontati e corrisposti importi superiori a quelli dovuti. Ipotizzati i reati di falso ideologico del pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea. Il filone è separato da quello principale, di cui è titolare la procura di Catania
di F. Q. | 22 giugno 2016
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I numeri degli ospiti del Centro richiedenti asilo di Mineo sarebbero stati gonfiati dai gestori per intascare contributi maggiori da parte del governo. È l’ultima ipotesi di reato avanzata sul Cara più grande d’Europa. Stamattina, infatti, la procura di Caltagirone e la squadra mobile di Catania hanno eseguito perquisizioni e sequestri nei confronti dei sei indagati, ai quali è stato notificato l’avviso di garanzia. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giuseppe Verzera, ipotizza a vario titolo i reati di falso ideologico del pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche, ai danni dello Stato e dell’Unione Europea.
Al centro delle indagini, partite per accertare presunti illeciti nella gara d’appalto da quasi cento milioni di euro indetta il 24 aprile 2014 per la gestione triennale dei servizi, c’è la contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del Centro per richiedenti asilo, finalizzata a liquidare le somme all’ente gestore: secondo la Procura di Caltagirone sarebbero stati rendicontati e corrisposti, dal 2012 al 2015, importi superiori a quelli dovuti, per un ammontare di circa un milione di euro.
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L’input investigativo per la procura siciliana è arrivato dall’inchiesta su Mafia Capitale, ma l’indagine dei magistrati salatini non riguarda il filone principale sulla gara del 24 maggio 2014 ritenuta illegittima dal presidente dell’Anac Raffaele Cantone, di cui è titolare la procura di Catania.
Sul Cara di Mineo indagano in questo momento tre procure: quella di Caltagirone, quella di Catania e quella di Roma. A squarciare il velo sugli affari del centro richiedenti asilo furono per primi i magistrati coordinati da Giuseppe Pignatone, che indagavano su Massimo Carminati. Il Cara siciliano, capace di accogliere ufficialmente fino a tremila ospiti, è infatti un pezzo fondamentale del puzzle d’interessi degli uomini di Mafia Capitale: a cominciare da Luca Odevaine, l’ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni in Campidoglio. È proprio lui a giocare un ruolo fondamentale nella gestione della gara d’appalto bandita nel 2014 per gestire il Cara.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Ma tutti questi giovani per quale motivo non imbracciano un fucile e danno una mano alla propria Nazione?Sono dei cretini quelli che rimangono a combattere!Abbiamo profughi Afgani.Ma noi cosa siamo andati a fare in Afganistan,e continuiamo a restarci.IRAQ una guerra senza fine provocata da Toni Bler e Busch.Ci è costata Nassiria, e ci andiamo ancora.Sarebbe da mettere sotto processo internazionale sia Bler che Busch, Invasa una nazione con delle menzogne.lo stesso vale per la Libia.E poi si accorgono che stanno perdendo consensi.Piu male dei governi precedenti il M5S non può fare.Questi hanno fatto di tutto destra sinistra lega a questa povera Italia.
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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