referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Referendum, nei sondaggi il "no" è avanti al 54,1%
Brunetta rivela i dati sul referendum di ottobre: "Renzi non ha margine per convincere gli indecisi, a differenza degli altri partiti"
Chiara Sarra - Lun, 04/07/2016 - 17:01
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Mancano ancora mesi al referendum sulla riforma della Costituzione su cui punta tutto Matteo Renzi.
Ma per i sostenitori del "sì" si mette male.
Come rivela un sondaggio di Euromedia pubblicato su Facebook da Renato Bruenetta, infatti, il "no" è al 54,1% contro il 45,9% dei voti favorevoli alla riforma. "La forbice a favore del no si amplia ulteriormente", scrive il capogruppo di Forza Italia alla Camera, "Ormai abbiamo sfondato la soglia del 54% e continueremo a crescere costantemente, mentre i sì stanno crollando, sono in caduta libera. Diminuiscono gli indecisi. Per di più, cosa da non sottovalutare, il Partito democratico è quello più saturo, con oltre l'83% dei suoi elettori che dichiarano di votare a favore della riforma. Cosa vuol dire? Che il margine di crescita per Renzi e i suoi è praticamente nullo. Hanno già fatto il pieno e resteranno al palo nei prossimi mesi. Tutti gli altri partiti hanno invece importanti margini di crescita, che influiranno sull'incremento del no, destinato ad aumentare ulteriormente. Gli italiani hanno capito l'imbroglio Renzi, l'equivoco di un presidente del Consiglio mai eletto che ha come unica ragione sociale del suo agire l'occupazione militare del potere. E contro questo rischio di deriva autoritaria stanno dicendo e diranno no alla sua riforma per mandarlo a casa e ripristinare la democrazia nel nostro Paese", conclude.
Brunetta rivela i dati sul referendum di ottobre: "Renzi non ha margine per convincere gli indecisi, a differenza degli altri partiti"
Chiara Sarra - Lun, 04/07/2016 - 17:01
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Mancano ancora mesi al referendum sulla riforma della Costituzione su cui punta tutto Matteo Renzi.
Ma per i sostenitori del "sì" si mette male.
Come rivela un sondaggio di Euromedia pubblicato su Facebook da Renato Bruenetta, infatti, il "no" è al 54,1% contro il 45,9% dei voti favorevoli alla riforma. "La forbice a favore del no si amplia ulteriormente", scrive il capogruppo di Forza Italia alla Camera, "Ormai abbiamo sfondato la soglia del 54% e continueremo a crescere costantemente, mentre i sì stanno crollando, sono in caduta libera. Diminuiscono gli indecisi. Per di più, cosa da non sottovalutare, il Partito democratico è quello più saturo, con oltre l'83% dei suoi elettori che dichiarano di votare a favore della riforma. Cosa vuol dire? Che il margine di crescita per Renzi e i suoi è praticamente nullo. Hanno già fatto il pieno e resteranno al palo nei prossimi mesi. Tutti gli altri partiti hanno invece importanti margini di crescita, che influiranno sull'incremento del no, destinato ad aumentare ulteriormente. Gli italiani hanno capito l'imbroglio Renzi, l'equivoco di un presidente del Consiglio mai eletto che ha come unica ragione sociale del suo agire l'occupazione militare del potere. E contro questo rischio di deriva autoritaria stanno dicendo e diranno no alla sua riforma per mandarlo a casa e ripristinare la democrazia nel nostro Paese", conclude.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
QUESTA VOLTA MUSSOLONI HA TOPPATO ALLA GRANDE. MOLTO PROBABILMENTE, PASSANDO I GIORNI SENZA POTER RIBALTARE I SONDAGGI CHE VEDONO IL SORPASSO DEL NO SUI SI, SI E' RIVOLTO CON ESTREMA DISPERAZIONE AL SUO VECCHIO SPONSOR. L'AGENTE AMERICANO DELLA CIA, ISCRITTO NELLA LOGGIA MASSONICA THREE EYES, DEI BUSH, IN COMPAGNIA DI DRAGHI, LAGARDE, OBAMA E PUTIN, OLTRE AL CALIFFO ABU BAKR AL BAGHDADI.
L'IGNORANZA E' UNA GRAN BRUTTA COSA PERCHE' L'AGENTE AMERICANO CHE SEDEVA AL COLLE, E' MALVISTO A DESTRA PERCHE' GLI IMPUTANO LA CADUTA DEL CAIMANO NEL 2011. MA ANCHE A SINISTRA IL MIGLIORISTA NON HA MAI GODUTO DI GRANDE POPOLARITA'.
DEVE ESSERE CON L'ACQUA ALLA GOLA SE HA SCELTO QUESTO SPONSOR NEGATIVO. MEGLIO COSI', SPERIAMO CHE INSISTA PER QUESTA STRADA.
Napolitano: “Elettori non vanifichino le riforme”
Ma nei sondaggi sul referendum no in vantaggio
L’ex presidente: “Auspico con tutte le mie forze che la stragrande maggioranza dei cittadini non faccia
finire nel nulla gli sforzi del Parlamento”. Nelle ultime rilevazioni anche indecisi in aumento, quasi al 43
boschi napolitano pp
Politica
“Sì, ci sono delle imperfezioni, ma io ritengo che sia legittimo e auspicabile che la stragrande maggioranza dei cittadini non faccia ancora una volta finire nel nulla gli sforzi messi in atto in due anni in Parlamento”. A dirlo è il presidente emerito della Repubblica Napolitano che così riprende il richiamo di Matteo Renzi che, durante la direzione del Pd, aveva fatto trasmettere i 3 minuti – ormai celebri – in cui l’allora capo dello Stato chiamato al mandato bis redarguiva il Parlamento di non aver fatto le riforme (leggi). Ma i sondaggi dicono che i contrari al ddl Boschi sono in vantaggio e che gli indecisi aumentano ancora e sfiorano il 43 per cento (leggi)
Referendum, Napolitano istruisce gli elettori: “Spero che i cittadini non vanifichino gli sforzi sulle riforme”
Politica
Il presidente emerito della Repubblica: "Su questa vicenda mi ci sono rotto la testa per quasi 9 anni. Ci sono delle imperfezioni, ma l'opera degli stessi costituenti non era perfetta e lo sapevano anche loro"
di F. Q. | 5 luglio 2016
COMMENTI (1594)
Costituzionale 2016, Riforme, Riforme Costituzionali
“Sì, ci sono delle imperfezioni, ma io ritengo che sia legittimo e auspicabile, e io me lo auguro fortemente, che la stragrande maggioranza dei cittadini non faccia ancora una volta finire nel nulla gli sforzi messi in atto in due anni in Parlamento”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano risponde al richiamo del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il leader del Pd, durante la direzione del partito, aveva fatto trasmettere i 3 minuti – ormai celebri – in cui l’allora capo dello Stato chiamato a un inedito mandato bis redarguiva il Parlamento di non aver fatto le riforme e, davanti, tutti gli eletti erano lì a spellarsi le mani. Ora il senatore a vita e presidente emerito rivendica quelle parole e rilancia, avvertendo i cittadini: “E’ auspicabile – dice – che la grande maggioranza dei cittadini non faccia finire nel nulla gli sforzi fatti dal Parlamento”. Il risultato del referendum sulla Brexit, insomma, insegna che dalle urne possono sempre uscire sorprese e questo può spaventare chi ha sostenuto finora le riforme costituzionali. Ancora di più dopo la polarizzazione della campagna elettorale che si è estesa dal merito della riforma alla stessa sopravvivenza del governo e al proseguimento dell’esperienza politica del presidente del Consiglio.
Quella di Napolitano d’altra parte è una posizione coerente, che è la base dei suoi due mandati da presidente della Repubblica e soprattutto ha ispirato la ragione sociale del governo Renzi: “Su questa vicenda delle riforme mi ci sono rotto la testa per quasi 9 anni” ha detto durante un intervento alla celebrazione del 70esimo anniversario della Cna. Napolitano ha sottolineato, tra l’altro, “l’opera degli stessi costituenti non era perfetta e lo sapevano anche loro”.
Napolitano racconta di aver passato quei 9 anni a “rompersi la testa”, ma anche a ricevere “dalle forze politiche perfino giuramenti fino alla fine della legislatura nel 2013 e poi riassumendomi la responsabilità al solo scopo di fare le riforme e quindi al di là dei perfezionismi, che dicono qua e là alcuni professori“. A proposito dei “perfezionismi”, Napolitano ha ricordato che “gli stessi costituenti riconobbero errori“: “Noi amiamo la Costituzione, i suoi principi, valori, indirizzi a cui non rinunceremo mai, ma nella seconda parte l’opera dei costituenti non è stata perfetta e lo sapevano anche loro”. Per questo motivo ora occorre “far prevalere il senso dell’interesse comune al di là del confronto fra forze diverse che si contrappongono per la guida del Paese: è questo lo spirito che deve continuare a guidarci – ha detto ancora l’ex capo dello Stato – non è qualcosa di impossibile, lo abbiamo saputo fare e dobbiamo mostrarci capaci di farlo ancora. E per liberarci di zavorre e questioni che ci impegnavano da tempo occorreva aprire una stagione di riforme“.
I primi a rispondere a Napolitano, incredibilmente, sono quelli di Forza Italia che all’inizio le riforme istituzionali le hanno scritte insieme al Pd e poi hanno ritirato il sostegno al testo dopo che i democratici hanno puntato su Sergio Mattarella come candidato al Quirinale. Secondo Francesco Paolo Sisto, deputato berlusconiano componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, “l’ex presidente della Repubblica, ormai impegnato in una martellante campagna referendaria, è stato il protagonista, in negativo, di una tra le pagine più antidemocratiche della nostra storia repubblicana. Con lui è stata asfaltata la volontà popolare, ribaltato un governo scelto dagli elettori e steso un tappeto rosso all’arrivo di Monti“. “Non c’è dunque da stupirsi che oggi proprio Napolitano sostenga una riforma antidemocratica – conclude Sisto – che non appartiene affatto al Parlamento ma solo ad una parte di esso”. Per questo motivo per Sisto Napolitano è “il miglior testimonial per il no”.
L'IGNORANZA E' UNA GRAN BRUTTA COSA PERCHE' L'AGENTE AMERICANO CHE SEDEVA AL COLLE, E' MALVISTO A DESTRA PERCHE' GLI IMPUTANO LA CADUTA DEL CAIMANO NEL 2011. MA ANCHE A SINISTRA IL MIGLIORISTA NON HA MAI GODUTO DI GRANDE POPOLARITA'.
DEVE ESSERE CON L'ACQUA ALLA GOLA SE HA SCELTO QUESTO SPONSOR NEGATIVO. MEGLIO COSI', SPERIAMO CHE INSISTA PER QUESTA STRADA.
Napolitano: “Elettori non vanifichino le riforme”
Ma nei sondaggi sul referendum no in vantaggio
L’ex presidente: “Auspico con tutte le mie forze che la stragrande maggioranza dei cittadini non faccia
finire nel nulla gli sforzi del Parlamento”. Nelle ultime rilevazioni anche indecisi in aumento, quasi al 43
boschi napolitano pp
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“Sì, ci sono delle imperfezioni, ma io ritengo che sia legittimo e auspicabile che la stragrande maggioranza dei cittadini non faccia ancora una volta finire nel nulla gli sforzi messi in atto in due anni in Parlamento”. A dirlo è il presidente emerito della Repubblica Napolitano che così riprende il richiamo di Matteo Renzi che, durante la direzione del Pd, aveva fatto trasmettere i 3 minuti – ormai celebri – in cui l’allora capo dello Stato chiamato al mandato bis redarguiva il Parlamento di non aver fatto le riforme (leggi). Ma i sondaggi dicono che i contrari al ddl Boschi sono in vantaggio e che gli indecisi aumentano ancora e sfiorano il 43 per cento (leggi)
Referendum, Napolitano istruisce gli elettori: “Spero che i cittadini non vanifichino gli sforzi sulle riforme”
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Il presidente emerito della Repubblica: "Su questa vicenda mi ci sono rotto la testa per quasi 9 anni. Ci sono delle imperfezioni, ma l'opera degli stessi costituenti non era perfetta e lo sapevano anche loro"
di F. Q. | 5 luglio 2016
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Costituzionale 2016, Riforme, Riforme Costituzionali
“Sì, ci sono delle imperfezioni, ma io ritengo che sia legittimo e auspicabile, e io me lo auguro fortemente, che la stragrande maggioranza dei cittadini non faccia ancora una volta finire nel nulla gli sforzi messi in atto in due anni in Parlamento”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano risponde al richiamo del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il leader del Pd, durante la direzione del partito, aveva fatto trasmettere i 3 minuti – ormai celebri – in cui l’allora capo dello Stato chiamato a un inedito mandato bis redarguiva il Parlamento di non aver fatto le riforme e, davanti, tutti gli eletti erano lì a spellarsi le mani. Ora il senatore a vita e presidente emerito rivendica quelle parole e rilancia, avvertendo i cittadini: “E’ auspicabile – dice – che la grande maggioranza dei cittadini non faccia finire nel nulla gli sforzi fatti dal Parlamento”. Il risultato del referendum sulla Brexit, insomma, insegna che dalle urne possono sempre uscire sorprese e questo può spaventare chi ha sostenuto finora le riforme costituzionali. Ancora di più dopo la polarizzazione della campagna elettorale che si è estesa dal merito della riforma alla stessa sopravvivenza del governo e al proseguimento dell’esperienza politica del presidente del Consiglio.
Quella di Napolitano d’altra parte è una posizione coerente, che è la base dei suoi due mandati da presidente della Repubblica e soprattutto ha ispirato la ragione sociale del governo Renzi: “Su questa vicenda delle riforme mi ci sono rotto la testa per quasi 9 anni” ha detto durante un intervento alla celebrazione del 70esimo anniversario della Cna. Napolitano ha sottolineato, tra l’altro, “l’opera degli stessi costituenti non era perfetta e lo sapevano anche loro”.
Napolitano racconta di aver passato quei 9 anni a “rompersi la testa”, ma anche a ricevere “dalle forze politiche perfino giuramenti fino alla fine della legislatura nel 2013 e poi riassumendomi la responsabilità al solo scopo di fare le riforme e quindi al di là dei perfezionismi, che dicono qua e là alcuni professori“. A proposito dei “perfezionismi”, Napolitano ha ricordato che “gli stessi costituenti riconobbero errori“: “Noi amiamo la Costituzione, i suoi principi, valori, indirizzi a cui non rinunceremo mai, ma nella seconda parte l’opera dei costituenti non è stata perfetta e lo sapevano anche loro”. Per questo motivo ora occorre “far prevalere il senso dell’interesse comune al di là del confronto fra forze diverse che si contrappongono per la guida del Paese: è questo lo spirito che deve continuare a guidarci – ha detto ancora l’ex capo dello Stato – non è qualcosa di impossibile, lo abbiamo saputo fare e dobbiamo mostrarci capaci di farlo ancora. E per liberarci di zavorre e questioni che ci impegnavano da tempo occorreva aprire una stagione di riforme“.
I primi a rispondere a Napolitano, incredibilmente, sono quelli di Forza Italia che all’inizio le riforme istituzionali le hanno scritte insieme al Pd e poi hanno ritirato il sostegno al testo dopo che i democratici hanno puntato su Sergio Mattarella come candidato al Quirinale. Secondo Francesco Paolo Sisto, deputato berlusconiano componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, “l’ex presidente della Repubblica, ormai impegnato in una martellante campagna referendaria, è stato il protagonista, in negativo, di una tra le pagine più antidemocratiche della nostra storia repubblicana. Con lui è stata asfaltata la volontà popolare, ribaltato un governo scelto dagli elettori e steso un tappeto rosso all’arrivo di Monti“. “Non c’è dunque da stupirsi che oggi proprio Napolitano sostenga una riforma antidemocratica – conclude Sisto – che non appartiene affatto al Parlamento ma solo ad una parte di esso”. Per questo motivo per Sisto Napolitano è “il miglior testimonial per il no”.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
1594 Commenti sono troppi da riportare.
dopo l'articolo, .. vedi:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07 ... e/2882846/
ididit4love • 28 minuti fa
Un assist per il no. Ci manca anche un appello dell'odiato Amato, il successo sarebbe assicurato.
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ididit4love • 38 minuti fa
Già Mattarella non brilla di suo, altra pessima scelta di REnzie, poi con l'indebita ingerenza dell'ottuagenario supplente, lo opacizza ulteriormente. Ma davvero Mattarella vuole passare alla storia come pdr taglianastri?
Gomez super alla Gabbia su riforme e Napoleonitano.
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Ivo Serenthà • 38 minuti fa
Se lo dice Napo,allora l'effetto boomerang per il si,già messo male,è una garanzia...
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dopo l'articolo, .. vedi:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07 ... e/2882846/
ididit4love • 28 minuti fa
Un assist per il no. Ci manca anche un appello dell'odiato Amato, il successo sarebbe assicurato.
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ididit4love • 38 minuti fa
Già Mattarella non brilla di suo, altra pessima scelta di REnzie, poi con l'indebita ingerenza dell'ottuagenario supplente, lo opacizza ulteriormente. Ma davvero Mattarella vuole passare alla storia come pdr taglianastri?
Gomez super alla Gabbia su riforme e Napoleonitano.
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Ivo Serenthà • 38 minuti fa
Se lo dice Napo,allora l'effetto boomerang per il si,già messo male,è una garanzia...
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
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Alessandro • 44 minuti fa
Renzi controllerà tutto: Parlamento, governo, Quirinale, Corte costituzionale, Rai e Consiglio superiore della magistratura, realizzando un sogno (anzi un incubo) che forse nemmeno B. aveva osato accarezzare.
La Corte Costituzionale è un organo di garanzia costituzionale cui è demandato il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni, dirimere eventuali conflitti di attribuzione tra i poteri di dette istituzioni e tra le Regioni stesse, ed esprimersi su eventuali atti di accusa nei confronti del presidente della Repubblica.
Sul referendum sulla Costituzione di Boschi e Verdini è importante informare che non esiste il quorum (cioè le percentuali dei votanti), quindi per farla bocciare non bisogna astenersi ma andare a votare "NO".
http://www.libertaegiustizia.i...
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Qfwfq • un'ora fa
"The italian disaster" è un saggio che lo storico britannico Perry Anderson scrisse a maggio del 2014 nel quale racconta le vicende politiche italiane.
Secondo Anderson è Giorgio Napolitano la vera minaccia della democrazia italiana. Visto in patria come il salvatore, "la roccia su cui fondare la nuova Repubblica", Giorgio Napolitano è invece una vera pericolosa anomalia, un politico che ha costruito tutta la carriera su un principio: stare sempre dalla parte del vincitore. E ne abbiamo prova anche con il referendum, ora sostenuto dall'ex capo dello Stato nonostante nel 2005 - contro la riforma costituzionale del governo Berlusconi - affermasse: "Quel che anch’io giudico inaccettabile è, invece, il voler dilatare in modo abnorme i poteri del Primo Ministro, secondo uno schema che non trova l’eguale in altri modelli costituzionali europei e, più in generale, lo sfuggire ad ogni vincolo di pesi e contrappesi, di equilibri istituzionali, di limiti e di regole da condividere".
Con l'attuale riforma costituzionale (voluta fortemente dal governo Renzi al punto da aggirare il Parlamento con ogni tipo di scorciatoia come votazioni nel cuore della notte, canguri e fiducie), si ripropongono tutti i vizi che Giorgio Napolitano criticò aspramente nel 2005. Criticità che hanno spinto ben 56 costituzionalisti a dire No. https://coordinamentodemocrazi...
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Alessandro • 44 minuti fa
Renzi controllerà tutto: Parlamento, governo, Quirinale, Corte costituzionale, Rai e Consiglio superiore della magistratura, realizzando un sogno (anzi un incubo) che forse nemmeno B. aveva osato accarezzare.
La Corte Costituzionale è un organo di garanzia costituzionale cui è demandato il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni, dirimere eventuali conflitti di attribuzione tra i poteri di dette istituzioni e tra le Regioni stesse, ed esprimersi su eventuali atti di accusa nei confronti del presidente della Repubblica.
Sul referendum sulla Costituzione di Boschi e Verdini è importante informare che non esiste il quorum (cioè le percentuali dei votanti), quindi per farla bocciare non bisogna astenersi ma andare a votare "NO".
http://www.libertaegiustizia.i...
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Qfwfq • un'ora fa
"The italian disaster" è un saggio che lo storico britannico Perry Anderson scrisse a maggio del 2014 nel quale racconta le vicende politiche italiane.
Secondo Anderson è Giorgio Napolitano la vera minaccia della democrazia italiana. Visto in patria come il salvatore, "la roccia su cui fondare la nuova Repubblica", Giorgio Napolitano è invece una vera pericolosa anomalia, un politico che ha costruito tutta la carriera su un principio: stare sempre dalla parte del vincitore. E ne abbiamo prova anche con il referendum, ora sostenuto dall'ex capo dello Stato nonostante nel 2005 - contro la riforma costituzionale del governo Berlusconi - affermasse: "Quel che anch’io giudico inaccettabile è, invece, il voler dilatare in modo abnorme i poteri del Primo Ministro, secondo uno schema che non trova l’eguale in altri modelli costituzionali europei e, più in generale, lo sfuggire ad ogni vincolo di pesi e contrappesi, di equilibri istituzionali, di limiti e di regole da condividere".
Con l'attuale riforma costituzionale (voluta fortemente dal governo Renzi al punto da aggirare il Parlamento con ogni tipo di scorciatoia come votazioni nel cuore della notte, canguri e fiducie), si ripropongono tutti i vizi che Giorgio Napolitano criticò aspramente nel 2005. Criticità che hanno spinto ben 56 costituzionalisti a dire No. https://coordinamentodemocrazi...
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
vivalitalia • un'ora fa
Se avevo dei dubbi se votare NO al referendum Napolitano me li ha fugati tutti!
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Se avevo dei dubbi se votare NO al referendum Napolitano me li ha fugati tutti!
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
MUSSOLONI DEVE ESSERE PROPRIO DISPERATO
Referendum, Napolitano in campo per Renzi. E Salvini: "Non rompa le palle"
Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, si scaglia contro l'ex Capo dello Stato: "Si ritiri e la smetta di rompere le palle agli italiani"
Giuseppe De Lorenzo - Mar, 05/07/2016 - 19:00
commenta
Re Giorgio ha lasciato il trono, ma gli manca. Chi si aspettava che Napolitano si arrendesse alla pensione, ha sbagliato previsione.
Non è così. Non poteva esserlo: Re Giorgio vive di politica, anche in tarda età. Per questo l'ex capo dello Stato continua a fare campagna elettorale per quelle riforme che ha sostenuto durante la sua presidenza. Senza sosta.
Napolitano difende la riforma costituzionale
L'ultimo atto della sua ultima sfida politica si è consumata oggi alla cerimonia del 70esimo anniversario di Cna. Napolitano è tornato a ribadire che il cambiamento della Costituzione è un treno che la politica italiana non può perdere. Il motivo? "Con questa riforma della seconda parte della Carta - ha detto - io mi sono rotto la testa per questi nove anni", precisando che a suo tempo ricevette "dalle forze politiche perfino giuramenti" sulla sicura approvazione della riforma. Insomma, Re Giorgio istruisce gli italiani: li invita a non "vanificare gli sforzi fatti dal Parlamento" e li chiama a votare "Sì". La riforma è imperfetta? "Sì - ammette - ci sono delle imperfezioni" ma va comunque approvata. Bisogna farlo (ma questo non lo dice apertamente) anche per salvare il governo Renzi, che proprio da Napolitano ottenne il via libera per la detronizzazione di Enrico Letta.
I motivi che spingono Napolitano a sostenere la nuova Costituzione sono noti. I 90 anni non gli impediscono di far valere la sua influenza. Durante la costituente, è il suo pensiero, "prevalse su tutto la necessità categorica di rimettere in piedi il Paese, prevalse il senso dell'interesse comune". Napolitano, insomma, spera che le divisioni politiche non vanifichino tutto.
L'attacco di Salvini a Napolitano
Il problema è che dall'altra parte della barricata non la pensano allo stesso modo. E sono sul piede di guerra. Matteo Salvini non manca di replicare colpo su colpo ogni volta che l'ex Presidente entra a gamba tesa sulla politica nazionale. "L'anziano comunista Napolitano - scrive su Facebook - spera che gli italiani votino in massa SÌ al Referendum di Renzi: 'Mi ci sono rotto la testa 9 anni'. Bene, speriamo che si prenda una bella capocciata a ottobre. E che poi si ritiri, e la smetta di rompere le palle agli italiani".
Salvini sa bene che, anche senza trono, Napolitano rimane pur sempre Re Giorgio.
Referendum, Napolitano in campo per Renzi. E Salvini: "Non rompa le palle"
Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, si scaglia contro l'ex Capo dello Stato: "Si ritiri e la smetta di rompere le palle agli italiani"
Giuseppe De Lorenzo - Mar, 05/07/2016 - 19:00
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Re Giorgio ha lasciato il trono, ma gli manca. Chi si aspettava che Napolitano si arrendesse alla pensione, ha sbagliato previsione.
Non è così. Non poteva esserlo: Re Giorgio vive di politica, anche in tarda età. Per questo l'ex capo dello Stato continua a fare campagna elettorale per quelle riforme che ha sostenuto durante la sua presidenza. Senza sosta.
Napolitano difende la riforma costituzionale
L'ultimo atto della sua ultima sfida politica si è consumata oggi alla cerimonia del 70esimo anniversario di Cna. Napolitano è tornato a ribadire che il cambiamento della Costituzione è un treno che la politica italiana non può perdere. Il motivo? "Con questa riforma della seconda parte della Carta - ha detto - io mi sono rotto la testa per questi nove anni", precisando che a suo tempo ricevette "dalle forze politiche perfino giuramenti" sulla sicura approvazione della riforma. Insomma, Re Giorgio istruisce gli italiani: li invita a non "vanificare gli sforzi fatti dal Parlamento" e li chiama a votare "Sì". La riforma è imperfetta? "Sì - ammette - ci sono delle imperfezioni" ma va comunque approvata. Bisogna farlo (ma questo non lo dice apertamente) anche per salvare il governo Renzi, che proprio da Napolitano ottenne il via libera per la detronizzazione di Enrico Letta.
I motivi che spingono Napolitano a sostenere la nuova Costituzione sono noti. I 90 anni non gli impediscono di far valere la sua influenza. Durante la costituente, è il suo pensiero, "prevalse su tutto la necessità categorica di rimettere in piedi il Paese, prevalse il senso dell'interesse comune". Napolitano, insomma, spera che le divisioni politiche non vanifichino tutto.
L'attacco di Salvini a Napolitano
Il problema è che dall'altra parte della barricata non la pensano allo stesso modo. E sono sul piede di guerra. Matteo Salvini non manca di replicare colpo su colpo ogni volta che l'ex Presidente entra a gamba tesa sulla politica nazionale. "L'anziano comunista Napolitano - scrive su Facebook - spera che gli italiani votino in massa SÌ al Referendum di Renzi: 'Mi ci sono rotto la testa 9 anni'. Bene, speriamo che si prenda una bella capocciata a ottobre. E che poi si ritiri, e la smetta di rompere le palle agli italiani".
Salvini sa bene che, anche senza trono, Napolitano rimane pur sempre Re Giorgio.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
E DOPO QUESTO SERVIZIETTO MUSSOLONI SPERA ANCORA NEL SI?????
MICA GLI ITALIANI SONO NABABBI COME BERLUSCONI
Pensioni, la Consulta dice sì al contributo di solidarietà
La Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo il contributo di solidarietà, previsto dalla legge di stabilità 2014, per un triennio sulle cosiddette "pensioni d’oro"
Raffaello Binelli - Mar, 05/07/2016 - 22:19
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Semaforo verde dalla Consulta al prelievo sulle pensioni. La Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo il contributo di solidarietà, previsto dalla legge di stabilità 2014 (governo Letta), per un triennio sulle cosiddette "pensioni d’oro".
I giudici della Consulta hanno infatti respinto le questioni di costituzionalità sollevate con ordinanze di rimessione da diverse sezioni giurisdizionali regionali di Corte dei Conti.
Ecco come funziona il contributo
Per le pensioni comprese tra 91.343 euro lordi a 130.358, la trattenuta prevista è pari al 6%. Per gli assegni da 130.358 a 195.538 la trattenuta sale al 12%. Infine, per quelli superiori a 195.538 il contributo è pari al 18%.
Decisione giustificata dalla crisi
In un comunicato il Palazzo della Consulta scrive che la Corte considera il provvedimento "un contributo di solidarietà interno al circuito previdenziale, giustificato in via del tutto eccezionale dalla crisi contingente e grave del sistema. E si legge ancora che la Corte "ha anche ritenuto che tale contributo rispetti il principio di progressività e, pur comportando innegabilmente un sacrificio sui pensionati colpiti, sia comunque sostenibile in quanto applicato solo sulle pensioni più elevate, da 14 a oltre 30 volte superiori alle pensioni minime".
Erano assenti due giudici
I giudici costituzionali erano chiamati a esaminare sei ordinanze di legittimità costituzionale sollevate da diverse sezioni giurisdizionali regionali di Corte dei conti: oltre al contributo di solidarietà per tre anni sulle "pensioni", la Corte deve vagliare anche la previsione, contenuta sempre nella finanziaria 2014 secondo cui "per il triennio 2014-2016, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici ei» riconosciuta nella misura rispettivamente del 100%, del 75%, del 50% e del 40% per i trattamenti pensionistici, a secondo del rapporto proporzionale degli stessi con il trattamento minimo Inps stabilito dalla legge", nonché la previsione per cui »ai fini del raggiungimento del limite di 300 mila euro (oltre il quale il contributo di solidarietà è pari al 3%) si debba tenere conto anche dei trattamenti pensionistici percepiti sui quali non si applica il contributo nella misura del 3% ma quello del 18%". Giudice relatore della causa è stato Mario Rosario Morelli. Nell'udienza di stamani erano assenti due dei quindici giudici costituzionali: i professori Giuseppe Frigo e Augusto Barbera.
MICA GLI ITALIANI SONO NABABBI COME BERLUSCONI
Pensioni, la Consulta dice sì al contributo di solidarietà
La Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo il contributo di solidarietà, previsto dalla legge di stabilità 2014, per un triennio sulle cosiddette "pensioni d’oro"
Raffaello Binelli - Mar, 05/07/2016 - 22:19
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Semaforo verde dalla Consulta al prelievo sulle pensioni. La Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo il contributo di solidarietà, previsto dalla legge di stabilità 2014 (governo Letta), per un triennio sulle cosiddette "pensioni d’oro".
I giudici della Consulta hanno infatti respinto le questioni di costituzionalità sollevate con ordinanze di rimessione da diverse sezioni giurisdizionali regionali di Corte dei Conti.
Ecco come funziona il contributo
Per le pensioni comprese tra 91.343 euro lordi a 130.358, la trattenuta prevista è pari al 6%. Per gli assegni da 130.358 a 195.538 la trattenuta sale al 12%. Infine, per quelli superiori a 195.538 il contributo è pari al 18%.
Decisione giustificata dalla crisi
In un comunicato il Palazzo della Consulta scrive che la Corte considera il provvedimento "un contributo di solidarietà interno al circuito previdenziale, giustificato in via del tutto eccezionale dalla crisi contingente e grave del sistema. E si legge ancora che la Corte "ha anche ritenuto che tale contributo rispetti il principio di progressività e, pur comportando innegabilmente un sacrificio sui pensionati colpiti, sia comunque sostenibile in quanto applicato solo sulle pensioni più elevate, da 14 a oltre 30 volte superiori alle pensioni minime".
Erano assenti due giudici
I giudici costituzionali erano chiamati a esaminare sei ordinanze di legittimità costituzionale sollevate da diverse sezioni giurisdizionali regionali di Corte dei conti: oltre al contributo di solidarietà per tre anni sulle "pensioni", la Corte deve vagliare anche la previsione, contenuta sempre nella finanziaria 2014 secondo cui "per il triennio 2014-2016, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici ei» riconosciuta nella misura rispettivamente del 100%, del 75%, del 50% e del 40% per i trattamenti pensionistici, a secondo del rapporto proporzionale degli stessi con il trattamento minimo Inps stabilito dalla legge", nonché la previsione per cui »ai fini del raggiungimento del limite di 300 mila euro (oltre il quale il contributo di solidarietà è pari al 3%) si debba tenere conto anche dei trattamenti pensionistici percepiti sui quali non si applica il contributo nella misura del 3% ma quello del 18%". Giudice relatore della causa è stato Mario Rosario Morelli. Nell'udienza di stamani erano assenti due dei quindici giudici costituzionali: i professori Giuseppe Frigo e Augusto Barbera.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
DAJE, KING GEORGE
6 LUG 2016 11:04
NAPOLITANO CHI? ORMAI L’EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E' UNA RELIQUIA DEL PASSATO POTERE E LE SUE CONTINUE DICHIARAZIONI A FAVORE DEL SI’ AL REFERENDUM SONO INUTILI, SE NON DANNOSE - FALLISCE LA RACCOLTA DI FIRME ANTI-ITALICUM -
Giorgio Napolitano si schiera: “Nella seconda parte della Costituzione, che dice come deve funzionare lo stato democratico, l’opera dei padri costituenti non è stata perfetta e lo sapevano anche loro…”
La foto di Dagospia merita:
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 128149.htm
Articolo di:
Pier Francesco Borgia per “il Giornale”
6 LUG 2016 11:04
NAPOLITANO CHI? ORMAI L’EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E' UNA RELIQUIA DEL PASSATO POTERE E LE SUE CONTINUE DICHIARAZIONI A FAVORE DEL SI’ AL REFERENDUM SONO INUTILI, SE NON DANNOSE - FALLISCE LA RACCOLTA DI FIRME ANTI-ITALICUM -
Giorgio Napolitano si schiera: “Nella seconda parte della Costituzione, che dice come deve funzionare lo stato democratico, l’opera dei padri costituenti non è stata perfetta e lo sapevano anche loro…”
La foto di Dagospia merita:
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 128149.htm
Articolo di:
Pier Francesco Borgia per “il Giornale”
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
iospero ha scritto:referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Un bel pasticcio.
Che farà Mattarella ? Renzi dovrebbe andarsene e poi ..
Nuove elezioni con una nuova legge elettorale maggioritaria solo per il parlamento e la LEGGE ELETTORALE ( la legge n. 270 del 2005) per il Senato.
Risultato : ci troveremo nuovamente in una situazione ingovernabile per cui si dovrebbe perpetuare l'emergenza dell'inciucio PD e centrodestra , visto che il M5S non fa coalizioni.
Secondo Voi ci sarebbero altre soluzioni ?
Quasi quasi al M5S converrebbe votare Sì al referendum, per poi, dopo aver vinto le elezioni, modificare nuovamente la pessima costituzione appena riformata da Renzi.Verdini-Boschi.
LA RISPOSTA AL QUESITO INIZIALE CHE APRE QUESTO 3D DI IOSPERO, SEMBRA PRENDERE FORMA IN QUESTE ORE.
SE L’NCD DECIDE DI APRIRE LA CRISI DI GOVERNO, NON CI SARA’ PIU’ NESSUN REFERENDUM A OTTOBRE.
MATTARELLA CERCHERA’ DI PRENDERE TEMPO CON UN NUOVO GOVERNO TECNICO???
QUESTO DIPENDE ANCHE DAGLI ORDINI DELLA MASSONERIA FINANZIARIA DELL’OLTRE ATLANTICO, CHE IN QUESTO MOMENTO CONTROLLA LA GRAN PARTE DEL MONDO OCCIDENTALE.
COME HA FATTO NOTARE QUALCHE OSSERVATORE INTERNAZIONALE, LA MASSONERIA FINANZIARIA MADE IN USA HA SCELTO LUIGI DI MAIO COME SUCCESSORE DI MUSSOLONI.
MA QUESTO NON BASTA, PERCHE’ I 5 STELLE NON HANNO GLI UOMINI ADATTI PER AFFRONTARE LA CRISI PIU’ PESANTE DELLA STORIA REUBBLICANA.
L’ONESTA’ NON BASTA, ANCHE SE E’ UN PREREQUISITO NECESSARIO, COME FU PER ALCIDE DE GASPERI E LUIGI EINAUIDI NEL DOPO GUERRA.
PERDERE TEMPO CON IL GOVERNO MUSSOLONI NON E’ NELL’INTERESSE NEPPURE DELLA MASSONERIA FINANZIARIA.
PERCHE’ PIU’ IL TEMPO PASSA E PIU’ LA SITUAZIONE INTERNA SI AGGRAVA.
E PER RECUPERARE GLI SPAZI PERDUTI, OCCORRE POI FARE MAGGIORE FATICA.
UN’OPERAZIONE COMPLETAMENTE INUTILE.
MUSSOLONI NON E’ CERTO IL TIPO CHE MOLLA PER FACILITARE IL PAESE.
KING GEORGE NE ESCE SCONFITTO E FINALMENTE NE TRAGGA LE CONCLUSIONI.
MATTARELLA NON FACCIA LA MOZZARELLA E TIRI FUORI GLI ATTRIBUTI, SE LI HA.
QUESTA VOLTA GUARDI AL PAESE E NON AGLI INTERESSI DELLE ELITE.
ALTRIMENTI ANCHE LUI SARA’ TRAVOLTO. SMETTA DI PRENDERE ORDINI DA KING GEORGE.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Senato dei nominati e strapotere del premier
“Perché no”, ecco la guida per il referendum
Da oggi in edicola e nelle librerie il volume di Marco Travaglio e Silvia Truzzi edito da Paper First
I voltafaccia di chi dice sì, la garanzia dello scudo per inquisiti e imputati. E le proposte alternative
percheno-pp
Oggi esce, nelle librerie e nelle edicole insieme al Fatto, il nuovo libro di Marco Travaglio e Silvia Truzzi, “Perché No – Tutto quello che bisogna sapere sul Referenzum d’autunno contro la riforma Boschi-Verdini” (ed. Paper First, pagg. 204, 12 euro). Una guida al referendum costituzionale con la storia dei padri costituenti e ricostituenti, la controriforma tradotta in italiano, le bugie e i voltafaccia di chi dice Sì, i consiglieri regionali e i sindaci inquisiti o imputati che potranno andare in Senato con l’immunità, le proposte alternative per una buona riforma, i modelli stranieri. Ecco un estratto con le ragioni del no
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Referendum riforme, il libro che spiega “Perché No” al Senato dei nominati-immuni
I fatti, punto per punto - La controriforma tradotta, i voltafaccia di chi dice Sì, la garanzia dello scudo per inquisiti e imputati. E le proposte alternative
Referendum riforme, il libro che spiega “Perché No” al Senato dei nominati-immuni
di Marco Travaglio e Silvia Truzzi | 7 luglio 2016
| Commenti
Oggi esce, nelle librerie e nelle edicole insieme al Fatto, il nuovo libro di Marco Travaglio e Silvia Truzzi, “Perché No – Tutto quello che bisogna sapere sul Referenzum d’autunno contro la riforma Boschi-Verdini” (ed. Paper First, pagg. 204, 12 euro). Una guida al referendum costituzionale con la storia dei padri costituenti e ricostituenti, la controriforma tradotta in italiano, le bugie e i voltafaccia di chi dice Sì, i consiglieri regionali e i sindaci inquisiti o imputati che potranno andare in Senato con l’immunità, le proposte alternative per una buona riforma, i modelli stranieri e le ragioni del No. Di queste, in tutto 35, ne anticipiamo 15.
1. I risparmi del nuovo Senato dimagrito e non più retribuito sono irrisori (una quarantina di milioni all’anno, senza contare i rimborsi spese per sindaci e consiglieri regionali provenienti da ogni parte d’Italia). Comunque non giustificano minimamente la riscrittura di 47 articoli su 139 della Carta. Per risparmiare la stessa cifra, sarebbe bastato decurtare del 10% lo stipendio di deputati e senatori…
2. Il nuovo Parlamento sarà formato da membri in gran parte non eletti dai cittadini, ma nominati dalla casta (i 2/3 dei deputati, col meccanismo dei capilista bloccati; e tutti i senatori scelti dai Consigli regionali e dal capo dello Stato).
3. Alla Camera si prevede un abnorme premio di maggioranza al partito più votato. Anche se rappresenta il 25% dei votanti, si accaparra il 54% dei seggi. Premio non di maggioranza, ma di minoranza…
4. Alla Camera ogni capolista bloccato potrà candidarsi in 10 circoscrizioni come specchietto per le allodole, ben sapendo che verrà eletto automaticamente in tutte e 10 senza prendere un voto… Poi sceglierà una circoscrizione per sé e ingannerà gli elettori delle altre 9, dove al suo posto uscirà il candidato più votato della lista. Così sarà lui, col gioco delle rinunce, a decidere chi far eleggere e chi sacrificare, a seconda del livello di fedeltà al capo partito.
5. Il premier avrà uno strapotere incontrastato e incontrastabile: come “capo” del primo partito, sarà di fatto eletto dal popolo (all’insaputa del popolo). E diventerà il padrone assoluto del governo e del Parlamento. Potrà scegliersi il presidente della Repubblica, ma anche i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare, i componenti delle Autorità “indipendenti”, l’amministratore delegato e il Cda della Rai. E cambiare la Costituzione a suo piacimento ogni volta che vorrà. Un premierato assoluto…
6. Nel nuovo Parlamento, il premier non si ritroverà di fronte alcun contropotere. Nessun controllo “esterno”: il Senato è ridotto a una larva e non può certo controbilanciare la Camera asservita al capo del governo. E nessun controllo “interno”: i diritti delle minoranze parlamentari non sono codificati esplicitamente…
7. La “riforma” regala l’immunità parlamentare a 100 fra sindaci (21), consiglieri regionali (74) e rappresentanti del Quirinale (5) che, non essendo stati eletti per fare i senatori o non essendo proprio stati eletti tout court, non hanno diritto a un simile privilegio… Il che fa prevedere che si candideranno a Palazzo Madama i primi cittadini e i consiglieri con la coscienza sporca oppure già inquisiti che rischiano arresti, intercettazioni e perquisizioni e aspirano allo scudo per mettersi al riparo.
8. Mentre nasce il cosiddetto “Senato delle Autonomie e dei Territori”, le autonomie territoriali scompaiono. Nel rapporto Stato-Regioni si prevede la “clausola di supremazia” dello Stato centrale, attivabile dal governo onnipotente… Si ripristina il famigerato “interesse nazionale” che, prima della riforma del 2001, veniva usato discrezionalmente da Roma per vampirizzare le autonomie. Le Regioni ordinarie conteranno molto meno, mentre le 5 a statuto speciale (spesso folli centri di spesa e spreco) saranno più forti di prima.
9. Avremo Regioni piccole e poco popolose con più senatori rispetto ad altre molto più grandi. Il Trentino Alto Adige avrà due sindaci-senatori contro uno solo della Lombardia, dieci volte più popolosa. Con tanti saluti ai principi costituzionali di ragionevolezza, di eguaglianza e di proporzionalità del voto.
10. La “riforma” non abolisce il bicameralismo: continueremo ad avere una Camera e un Senato che si rimpalleranno le leggi col classico sistema bicamerale… Sono ben 22 le categorie di norme che restano bicamerali, con procedure di approvazione diverse a seconda della materia che trattano. E con i prevedibili ricorsi, conflitti e dubbi interpretativi, visto che moltissime leggi riguardano più materie differenti fra loro…
11. Non si accorciano i tempi, in media molto brevi, dell’iter legislativo, che al contrario si complica e allunga.
12. I possibili procedimenti legislativi, che oggi sono soltanto 2 (quello ordinario e quello costituzionale) diventerebbero addirittura 10.
13. I senatori part-time dividono il loro lavoro settimanale tra alcuni giorni dedicati alle funzioni legislative e altri riservati agli impegni nei rispettivi Comuni o Regioni. Così svolgeranno male entrambi i compiti.
14. Il Senato diventa un albergo a ore con porte girevoli, in cui entrano ed escono sindaci e consiglieri eletti e scaduti in tempi diversi… Alla faccia della “stabilità”.
15. Il Senato, sedicente rappresentante delle autonomie regionali, è escluso da gran parte delle deliberazioni in materia regionale.
16. Il presidente della Repubblica sarà quasi sempre eletto dalla settima votazione in poi, quando il quorum iniziale si abbassa. E lì saranno sufficienti i 3/5 dei partecipanti al voto. Cioè: anche soltanto 220 elettori su 366 (quorum minimo). E così il rappresentante dell’unità nazionale potrà essere eletto con molto meno della maggioranza assoluta del Parlamento!
17. Oggi per presentare una legge di iniziativa popolare bastano 50 mila firme; in futuro ne occorreranno 150 mila (il triplo). Idem per i referendum abrogativi: in cambio di un modesto abbassamento del quorum (dal 50% più uno degli aventi diritto alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni per la Camera), le firme da raccogliere salgono da 500 mila a 800 mila.
18. Matteo Renzi ha annunciato: “Se vince il No, vado a casa”. E Maria Elena Boschi a ruota: “Anch’io, se vince il No, lascio la politica”. Quasi quasi…
di Marco Travaglio e Silvia Truzzi | 7 luglio 2016
“Perché no”, ecco la guida per il referendum
Da oggi in edicola e nelle librerie il volume di Marco Travaglio e Silvia Truzzi edito da Paper First
I voltafaccia di chi dice sì, la garanzia dello scudo per inquisiti e imputati. E le proposte alternative
percheno-pp
Oggi esce, nelle librerie e nelle edicole insieme al Fatto, il nuovo libro di Marco Travaglio e Silvia Truzzi, “Perché No – Tutto quello che bisogna sapere sul Referenzum d’autunno contro la riforma Boschi-Verdini” (ed. Paper First, pagg. 204, 12 euro). Una guida al referendum costituzionale con la storia dei padri costituenti e ricostituenti, la controriforma tradotta in italiano, le bugie e i voltafaccia di chi dice Sì, i consiglieri regionali e i sindaci inquisiti o imputati che potranno andare in Senato con l’immunità, le proposte alternative per una buona riforma, i modelli stranieri. Ecco un estratto con le ragioni del no
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Referendum riforme, il libro che spiega “Perché No” al Senato dei nominati-immuni
I fatti, punto per punto - La controriforma tradotta, i voltafaccia di chi dice Sì, la garanzia dello scudo per inquisiti e imputati. E le proposte alternative
Referendum riforme, il libro che spiega “Perché No” al Senato dei nominati-immuni
di Marco Travaglio e Silvia Truzzi | 7 luglio 2016
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Oggi esce, nelle librerie e nelle edicole insieme al Fatto, il nuovo libro di Marco Travaglio e Silvia Truzzi, “Perché No – Tutto quello che bisogna sapere sul Referenzum d’autunno contro la riforma Boschi-Verdini” (ed. Paper First, pagg. 204, 12 euro). Una guida al referendum costituzionale con la storia dei padri costituenti e ricostituenti, la controriforma tradotta in italiano, le bugie e i voltafaccia di chi dice Sì, i consiglieri regionali e i sindaci inquisiti o imputati che potranno andare in Senato con l’immunità, le proposte alternative per una buona riforma, i modelli stranieri e le ragioni del No. Di queste, in tutto 35, ne anticipiamo 15.
1. I risparmi del nuovo Senato dimagrito e non più retribuito sono irrisori (una quarantina di milioni all’anno, senza contare i rimborsi spese per sindaci e consiglieri regionali provenienti da ogni parte d’Italia). Comunque non giustificano minimamente la riscrittura di 47 articoli su 139 della Carta. Per risparmiare la stessa cifra, sarebbe bastato decurtare del 10% lo stipendio di deputati e senatori…
2. Il nuovo Parlamento sarà formato da membri in gran parte non eletti dai cittadini, ma nominati dalla casta (i 2/3 dei deputati, col meccanismo dei capilista bloccati; e tutti i senatori scelti dai Consigli regionali e dal capo dello Stato).
3. Alla Camera si prevede un abnorme premio di maggioranza al partito più votato. Anche se rappresenta il 25% dei votanti, si accaparra il 54% dei seggi. Premio non di maggioranza, ma di minoranza…
4. Alla Camera ogni capolista bloccato potrà candidarsi in 10 circoscrizioni come specchietto per le allodole, ben sapendo che verrà eletto automaticamente in tutte e 10 senza prendere un voto… Poi sceglierà una circoscrizione per sé e ingannerà gli elettori delle altre 9, dove al suo posto uscirà il candidato più votato della lista. Così sarà lui, col gioco delle rinunce, a decidere chi far eleggere e chi sacrificare, a seconda del livello di fedeltà al capo partito.
5. Il premier avrà uno strapotere incontrastato e incontrastabile: come “capo” del primo partito, sarà di fatto eletto dal popolo (all’insaputa del popolo). E diventerà il padrone assoluto del governo e del Parlamento. Potrà scegliersi il presidente della Repubblica, ma anche i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare, i componenti delle Autorità “indipendenti”, l’amministratore delegato e il Cda della Rai. E cambiare la Costituzione a suo piacimento ogni volta che vorrà. Un premierato assoluto…
6. Nel nuovo Parlamento, il premier non si ritroverà di fronte alcun contropotere. Nessun controllo “esterno”: il Senato è ridotto a una larva e non può certo controbilanciare la Camera asservita al capo del governo. E nessun controllo “interno”: i diritti delle minoranze parlamentari non sono codificati esplicitamente…
7. La “riforma” regala l’immunità parlamentare a 100 fra sindaci (21), consiglieri regionali (74) e rappresentanti del Quirinale (5) che, non essendo stati eletti per fare i senatori o non essendo proprio stati eletti tout court, non hanno diritto a un simile privilegio… Il che fa prevedere che si candideranno a Palazzo Madama i primi cittadini e i consiglieri con la coscienza sporca oppure già inquisiti che rischiano arresti, intercettazioni e perquisizioni e aspirano allo scudo per mettersi al riparo.
8. Mentre nasce il cosiddetto “Senato delle Autonomie e dei Territori”, le autonomie territoriali scompaiono. Nel rapporto Stato-Regioni si prevede la “clausola di supremazia” dello Stato centrale, attivabile dal governo onnipotente… Si ripristina il famigerato “interesse nazionale” che, prima della riforma del 2001, veniva usato discrezionalmente da Roma per vampirizzare le autonomie. Le Regioni ordinarie conteranno molto meno, mentre le 5 a statuto speciale (spesso folli centri di spesa e spreco) saranno più forti di prima.
9. Avremo Regioni piccole e poco popolose con più senatori rispetto ad altre molto più grandi. Il Trentino Alto Adige avrà due sindaci-senatori contro uno solo della Lombardia, dieci volte più popolosa. Con tanti saluti ai principi costituzionali di ragionevolezza, di eguaglianza e di proporzionalità del voto.
10. La “riforma” non abolisce il bicameralismo: continueremo ad avere una Camera e un Senato che si rimpalleranno le leggi col classico sistema bicamerale… Sono ben 22 le categorie di norme che restano bicamerali, con procedure di approvazione diverse a seconda della materia che trattano. E con i prevedibili ricorsi, conflitti e dubbi interpretativi, visto che moltissime leggi riguardano più materie differenti fra loro…
11. Non si accorciano i tempi, in media molto brevi, dell’iter legislativo, che al contrario si complica e allunga.
12. I possibili procedimenti legislativi, che oggi sono soltanto 2 (quello ordinario e quello costituzionale) diventerebbero addirittura 10.
13. I senatori part-time dividono il loro lavoro settimanale tra alcuni giorni dedicati alle funzioni legislative e altri riservati agli impegni nei rispettivi Comuni o Regioni. Così svolgeranno male entrambi i compiti.
14. Il Senato diventa un albergo a ore con porte girevoli, in cui entrano ed escono sindaci e consiglieri eletti e scaduti in tempi diversi… Alla faccia della “stabilità”.
15. Il Senato, sedicente rappresentante delle autonomie regionali, è escluso da gran parte delle deliberazioni in materia regionale.
16. Il presidente della Repubblica sarà quasi sempre eletto dalla settima votazione in poi, quando il quorum iniziale si abbassa. E lì saranno sufficienti i 3/5 dei partecipanti al voto. Cioè: anche soltanto 220 elettori su 366 (quorum minimo). E così il rappresentante dell’unità nazionale potrà essere eletto con molto meno della maggioranza assoluta del Parlamento!
17. Oggi per presentare una legge di iniziativa popolare bastano 50 mila firme; in futuro ne occorreranno 150 mila (il triplo). Idem per i referendum abrogativi: in cambio di un modesto abbassamento del quorum (dal 50% più uno degli aventi diritto alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni per la Camera), le firme da raccogliere salgono da 500 mila a 800 mila.
18. Matteo Renzi ha annunciato: “Se vince il No, vado a casa”. E Maria Elena Boschi a ruota: “Anch’io, se vince il No, lascio la politica”. Quasi quasi…
di Marco Travaglio e Silvia Truzzi | 7 luglio 2016
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