referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
POLITICA
Referendum Costituzione, tra un vaffa e la paura del vuoto
Politica
di Pierfranco Pellizzetti | 25 agosto 2016
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Pierfranco Pellizzetti
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Sostenitore impegnato del voto “no” al referendum autunnale sul combinato Boschi-Renzi, sento crescere le incertezze attorno all’esito della consultazione.
Certo, il duo promotore fornisce con i suoi autogol un formidabile contributo all’affossamento della proposta.
Dimostrando la vacuità delle argomentazioni a favore delle proprie tesi ogni volta che si azzarda un ragionamento.
Anche perché nel patetico tentativo di giocare a ripetizione la carta remake – tipo la gita aerotrasportata a Ventotene (di un Renzi nell’imbarazzante ruolo di Altiero Spinelli) e le commemorazioni di presunti padri della patria (possibilmente aretini, come il non indimenticabile Amintore Fanfani) della Boschi – occulta il vero significato dell’operazione: inoculare dosi di autoritarismo oligarchico nel sistema istituzionale, per la sopravvivenza della corporazione che campa di politica e relativi famigli.
Purtroppo per noi, a tanta pochezza si contrappone la naturale propensione a darsi la zappa sui piedi della variegata compagine avversa alla coppia presidenziale, certificata dall’inettitudine sospetta con cui si è riusciti a NON raccogliere le 500mila firme per riequilibrare quelle del “Sì”. E altri tafazzismi politici sono presumibilmente in arrivo, pur di evitare che il pallino dibattimentale finisca in mano della pattuglia di autorevoli giuristi – da Zagrebelsky a Rodotà – che metterebbe in ombra il nucleo di reduci della politica politicante, famelici in permanenza di riflettore e talk show tv: dalla sedicente sinistra Pd fino a Sel.
Dunque, quanto si prospetta alle porte è un penoso torneo a “ciapa no” o “tressette a non prendere” (il gioco di carte caro a Gianni Brera, che consiste nel fare il minor numero di punti); in cui il risultato dipende dalla squadra che collezionerà il maggior numero di svarioni.
Appurato che il tutto è destinato a svolgersi nel vuoto assoluto di pensiero politico e che la scelta di voto risponde a criteri psicologici tra l’insofferenza e il disgusto, l’esito diventa interessante in quanto test della condizione emotiva della pubblica opinione nazionale; da individuarsi esplorando le motivazioni effettive sia del dissenso che del consenso.
Difatti, a prescindere dagli addetti ai lavori e concentrandoci sul corpo elettorale di base (scevro da alchimie nei suoi orientamenti innanzi a scelte binarie):
Il “no” suona a ripulsa di quello che il premier rappresenta, ossia la chiacchiera al servizio dell’arroganza di un potere senza principi, indifferente alla coerenza delle proprie affermazioni strumentali e con l’unico obiettivo di restare in sella a qualunque costo; senza dover rendere conto a nessuno.
Il mix di colonizzazione democristiana della società da Prima Repubblica, rimessa a nuovo con robuste dosi di marketing politico berlusconiano;
Il “sì” rivela in molti casi la paura del vuoto, il bisogno comunque di punti di riferimento, a fronte del rischio ansiogeno di abbandonare il certo (pur in tutti i suoi aspetti deteriori) con un incerto interamente da verificare,
Temo che quest’ultima ragione peserà più di quanto non si creda, visto che l’Italia è un Paese vecchio e vizzo in misura crescente, indisponibile a qualsivoglia avventura, seppure liberatoria.
Un Paese servile, portato a riverire il padrone, alle cui spalle continua a fare boccacce.
Difatti sempre di più la propaganda renziana accantona i toni superomistici per battere sul tasto dell’instabilità (l’ennesima variazione sul tema “ce lo chiede l’Europa”).
E non c’è poi troppo da stupirsi: quello dell’orror vacui è un sentimento su cui continuano a puntare le odierne classi dirigenti palesemente inette.
Del resto ci diceva qualcosa di analogo l’etnologo Marc Augé, osservando che “i proletari non sognano più di abbattere il sistema: temono che crolli”.
Referendum Costituzione, tra un vaffa e la paura del vuoto
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Sostenitore impegnato del voto “no” al referendum autunnale sul combinato Boschi-Renzi, sento crescere le incertezze attorno all’esito della consultazione.
Certo, il duo promotore fornisce con i suoi autogol un formidabile contributo all’affossamento della proposta.
Dimostrando la vacuità delle argomentazioni a favore delle proprie tesi ogni volta che si azzarda un ragionamento.
Anche perché nel patetico tentativo di giocare a ripetizione la carta remake – tipo la gita aerotrasportata a Ventotene (di un Renzi nell’imbarazzante ruolo di Altiero Spinelli) e le commemorazioni di presunti padri della patria (possibilmente aretini, come il non indimenticabile Amintore Fanfani) della Boschi – occulta il vero significato dell’operazione: inoculare dosi di autoritarismo oligarchico nel sistema istituzionale, per la sopravvivenza della corporazione che campa di politica e relativi famigli.
Purtroppo per noi, a tanta pochezza si contrappone la naturale propensione a darsi la zappa sui piedi della variegata compagine avversa alla coppia presidenziale, certificata dall’inettitudine sospetta con cui si è riusciti a NON raccogliere le 500mila firme per riequilibrare quelle del “Sì”. E altri tafazzismi politici sono presumibilmente in arrivo, pur di evitare che il pallino dibattimentale finisca in mano della pattuglia di autorevoli giuristi – da Zagrebelsky a Rodotà – che metterebbe in ombra il nucleo di reduci della politica politicante, famelici in permanenza di riflettore e talk show tv: dalla sedicente sinistra Pd fino a Sel.
Dunque, quanto si prospetta alle porte è un penoso torneo a “ciapa no” o “tressette a non prendere” (il gioco di carte caro a Gianni Brera, che consiste nel fare il minor numero di punti); in cui il risultato dipende dalla squadra che collezionerà il maggior numero di svarioni.
Appurato che il tutto è destinato a svolgersi nel vuoto assoluto di pensiero politico e che la scelta di voto risponde a criteri psicologici tra l’insofferenza e il disgusto, l’esito diventa interessante in quanto test della condizione emotiva della pubblica opinione nazionale; da individuarsi esplorando le motivazioni effettive sia del dissenso che del consenso.
Difatti, a prescindere dagli addetti ai lavori e concentrandoci sul corpo elettorale di base (scevro da alchimie nei suoi orientamenti innanzi a scelte binarie):
Il “no” suona a ripulsa di quello che il premier rappresenta, ossia la chiacchiera al servizio dell’arroganza di un potere senza principi, indifferente alla coerenza delle proprie affermazioni strumentali e con l’unico obiettivo di restare in sella a qualunque costo; senza dover rendere conto a nessuno.
Il mix di colonizzazione democristiana della società da Prima Repubblica, rimessa a nuovo con robuste dosi di marketing politico berlusconiano;
Il “sì” rivela in molti casi la paura del vuoto, il bisogno comunque di punti di riferimento, a fronte del rischio ansiogeno di abbandonare il certo (pur in tutti i suoi aspetti deteriori) con un incerto interamente da verificare,
Temo che quest’ultima ragione peserà più di quanto non si creda, visto che l’Italia è un Paese vecchio e vizzo in misura crescente, indisponibile a qualsivoglia avventura, seppure liberatoria.
Un Paese servile, portato a riverire il padrone, alle cui spalle continua a fare boccacce.
Difatti sempre di più la propaganda renziana accantona i toni superomistici per battere sul tasto dell’instabilità (l’ennesima variazione sul tema “ce lo chiede l’Europa”).
E non c’è poi troppo da stupirsi: quello dell’orror vacui è un sentimento su cui continuano a puntare le odierne classi dirigenti palesemente inette.
Del resto ci diceva qualcosa di analogo l’etnologo Marc Augé, osservando che “i proletari non sognano più di abbattere il sistema: temono che crolli”.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
UNA NOTA PREOCCUPANTE.....
25 AGO 2016 14:52
SUL TERREMOTO, RICICCIA ARIA DI NAZARENO TRA RENZI E BERLUSCONI - UN BEL “FORZA RENZI”, SPARA IN PRIMA PAGINA SALLUSTI: “IL GIORNALE” SOSTERRA’ IL GOVERNO PER QUEL CHE FARA’ PER LE AREE TERREMOTATE
- MAI IL DIRETTORE DEL ''GIORNALE'' AVREBBE POTUTO SCRIVERE UNA COSA DEL GENERE SENZA IL VIA LIBERA DEL CAV
VEDI LA FOTO DE IL GIORNALE DI IERI
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 130875.htm
25 AGO 2016 14:52
SUL TERREMOTO, RICICCIA ARIA DI NAZARENO TRA RENZI E BERLUSCONI - UN BEL “FORZA RENZI”, SPARA IN PRIMA PAGINA SALLUSTI: “IL GIORNALE” SOSTERRA’ IL GOVERNO PER QUEL CHE FARA’ PER LE AREE TERREMOTATE
- MAI IL DIRETTORE DEL ''GIORNALE'' AVREBBE POTUTO SCRIVERE UNA COSA DEL GENERE SENZA IL VIA LIBERA DEL CAV
VEDI LA FOTO DE IL GIORNALE DI IERI
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 130875.htm
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
28 AGO 2016 12:53
L'IRROTTAMABILE DALEMIX
- L'ADUNATA ROMANA DI BAFFINO PER IL ''NO'' AL REFERENDUM RACCOGLIE SEMPRE PIÙ PARTECIPAZIONI, E GLI ORGANIZZATORI CERCANO UNA SALA PIÙ GRANDE
- BERSANI: ''O RENZI CAMBIA L'ITALICUM O FA SOLO AMMUINA''. RISPOSTA: ''CERCANO SOLO UNA SCUSA PER VOTARE NO. SE TROVANO I VOTI PER MODIFICARE LA LEGGE ELETTORALE, SIAMO PRONTI. SOLO CHE NON CI SONO''
Giovanna Casadio per ''la Repubblica''
Doveva essere una riunione di una settantina di amici di D' Alema per organizzare i comitati del "centrosinistra per il No" al referendum costituzionale, ma si sta ingrossando al punto che la saletta prevista all' hotel Nazionale a Roma non basta più. La decisione di trasferire in uno spazio più grande il raduno sarà presa domani, intanto c' è già lo slogan: "No, non così".
Un modo per dire che i comitati non vogliono semplicemente dire No alla riforma della Costituzione voluta da Renzi, dal governo e dal Pd, ma illustreranno in un documento le controproposte. Faranno anche un elenco dei costi della politica - cavallo di battaglia del fronte del Sì al referendum - a partire dalle spese di Palazzo Chigi. «Quando si combatte, si combatte».
renzi dalema fassina civati gioco dello schiaffo
Ripete l' eurodeputato del Pd, Massimo Paolucci, amico di Bassolino, napoletano, che alla chiamata per il No di D' Alema aderisce e spiega: «Non è tanto che ci sia io o Antonio Panzeri o parlamentari nazionali, è che dalle realtà locali in molti chiedono di partecipare all' iniziativa che è stata pensata come un momento organizzativo. La battaglia del referendum è aperta, il No sta crescendo ». Sono arrivate finora 130 mail per accreditarsi.
I collaboratori di Massimo D' Alema cercano di evitare di mettere troppa carne al fuoco, ma ammettono che l' agenda dell' ex premier e ministro degli Esteri è cambiata: prima solo appuntamenti internazionali, ora inviti da tutt' Italia - e contatti seguiti personalmente - per il No.
Domani D' Alema è a Vicenza per concludere la festa "Fornaci rosse" dell' Associazione Nuova sinistra e martedì alla Festa nazionale dell' Unità a Catania. Qui il tema è la politica estera in un confronto con il ministro Paolo Gentiloni, però difficilmente si farà mettere il bavaglio su quella che Renzi considera la madre di tutte le riforme e che D' Alema ritiene «un grande e pericoloso pasticcio».
D' altra parte il "lìder Massimo" cerca di coinvolgere i "non allineati" del Pd. Sono ormai chiamati così i bersaniani e la sinistra dem. Considerati temporeggiatori. Non si sono ancora espressi, se non per porre una condizione: se non si cambia l'Italicum, la legge elettorale, non voteranno Sì. Anche se qualcosa si sta muovendo. Nel colloquio di ieri con Repubblica, Pierluigi Bersani ha rilanciato l' ultimatum a Renzi: «Ha due mesi per rimediare, vedrò cosa si fa e poi dirò come voto, perché sull' Italicum il premier sta facendo solo ammuina».
Parole che irritano il Nazareno, la segreteria Pd, da Renzi ai vice Guerini e Serracchiani. La sordina alle polemiche dopo la tragedia del terremoto, è finita: «Bersani cerca scuse per votare No», è la reazione. I renziani si sfogano: «Abbiamo fatto un lavoro sia in Parlamento che negli organismi di partito, frutto di una continua mediazione, per arrivare al migliore risultato possibile che è questa riforma costituzionale.
Il Pd è con determinazione schierato per il Sì e per la fine del bicameralismo erano il Pci, il Pds e l' Ulivo. Si attaccano alla questione dell' Italicum sapendo che non c' è una maggioranza per cambiarlo soprattutto in Senato. Invece di fare dichiarazioni, cerchino i voti e allora se ne parla».
Le Feste dell' Unità - che si sono convertite al confronto anche con l' Anpi schierata per il-No - riusciranno con fatica a svelenire il clima. Al fronte del Sì si è iscritto Sergio Marchionne, l' ad di Fca: «Non voglio giudicare se la soluzione è perfetta ma è una mossa nella direzione giusta e io sono a livello personale per il Sì, serve stabilità». E a settembre la sfida referendaria entrerà sempre di più nel vivo.
L'IRROTTAMABILE DALEMIX
- L'ADUNATA ROMANA DI BAFFINO PER IL ''NO'' AL REFERENDUM RACCOGLIE SEMPRE PIÙ PARTECIPAZIONI, E GLI ORGANIZZATORI CERCANO UNA SALA PIÙ GRANDE
- BERSANI: ''O RENZI CAMBIA L'ITALICUM O FA SOLO AMMUINA''. RISPOSTA: ''CERCANO SOLO UNA SCUSA PER VOTARE NO. SE TROVANO I VOTI PER MODIFICARE LA LEGGE ELETTORALE, SIAMO PRONTI. SOLO CHE NON CI SONO''
Giovanna Casadio per ''la Repubblica''
Doveva essere una riunione di una settantina di amici di D' Alema per organizzare i comitati del "centrosinistra per il No" al referendum costituzionale, ma si sta ingrossando al punto che la saletta prevista all' hotel Nazionale a Roma non basta più. La decisione di trasferire in uno spazio più grande il raduno sarà presa domani, intanto c' è già lo slogan: "No, non così".
Un modo per dire che i comitati non vogliono semplicemente dire No alla riforma della Costituzione voluta da Renzi, dal governo e dal Pd, ma illustreranno in un documento le controproposte. Faranno anche un elenco dei costi della politica - cavallo di battaglia del fronte del Sì al referendum - a partire dalle spese di Palazzo Chigi. «Quando si combatte, si combatte».
renzi dalema fassina civati gioco dello schiaffo
Ripete l' eurodeputato del Pd, Massimo Paolucci, amico di Bassolino, napoletano, che alla chiamata per il No di D' Alema aderisce e spiega: «Non è tanto che ci sia io o Antonio Panzeri o parlamentari nazionali, è che dalle realtà locali in molti chiedono di partecipare all' iniziativa che è stata pensata come un momento organizzativo. La battaglia del referendum è aperta, il No sta crescendo ». Sono arrivate finora 130 mail per accreditarsi.
I collaboratori di Massimo D' Alema cercano di evitare di mettere troppa carne al fuoco, ma ammettono che l' agenda dell' ex premier e ministro degli Esteri è cambiata: prima solo appuntamenti internazionali, ora inviti da tutt' Italia - e contatti seguiti personalmente - per il No.
Domani D' Alema è a Vicenza per concludere la festa "Fornaci rosse" dell' Associazione Nuova sinistra e martedì alla Festa nazionale dell' Unità a Catania. Qui il tema è la politica estera in un confronto con il ministro Paolo Gentiloni, però difficilmente si farà mettere il bavaglio su quella che Renzi considera la madre di tutte le riforme e che D' Alema ritiene «un grande e pericoloso pasticcio».
D' altra parte il "lìder Massimo" cerca di coinvolgere i "non allineati" del Pd. Sono ormai chiamati così i bersaniani e la sinistra dem. Considerati temporeggiatori. Non si sono ancora espressi, se non per porre una condizione: se non si cambia l'Italicum, la legge elettorale, non voteranno Sì. Anche se qualcosa si sta muovendo. Nel colloquio di ieri con Repubblica, Pierluigi Bersani ha rilanciato l' ultimatum a Renzi: «Ha due mesi per rimediare, vedrò cosa si fa e poi dirò come voto, perché sull' Italicum il premier sta facendo solo ammuina».
Parole che irritano il Nazareno, la segreteria Pd, da Renzi ai vice Guerini e Serracchiani. La sordina alle polemiche dopo la tragedia del terremoto, è finita: «Bersani cerca scuse per votare No», è la reazione. I renziani si sfogano: «Abbiamo fatto un lavoro sia in Parlamento che negli organismi di partito, frutto di una continua mediazione, per arrivare al migliore risultato possibile che è questa riforma costituzionale.
Il Pd è con determinazione schierato per il Sì e per la fine del bicameralismo erano il Pci, il Pds e l' Ulivo. Si attaccano alla questione dell' Italicum sapendo che non c' è una maggioranza per cambiarlo soprattutto in Senato. Invece di fare dichiarazioni, cerchino i voti e allora se ne parla».
Le Feste dell' Unità - che si sono convertite al confronto anche con l' Anpi schierata per il-No - riusciranno con fatica a svelenire il clima. Al fronte del Sì si è iscritto Sergio Marchionne, l' ad di Fca: «Non voglio giudicare se la soluzione è perfetta ma è una mossa nella direzione giusta e io sono a livello personale per il Sì, serve stabilità». E a settembre la sfida referendaria entrerà sempre di più nel vivo.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Qualcuno (Freccero), si é accorto che stiamo entrando con tutti e due i piedi nel fascismo.
IL FASCISMO DEL TERZO MILLENNIO.
28 agosto 2016 | di Chiara Proietti D'Ambra
Rai, Freccero indemoniato contro tutti: “Vespa e Delrio su terremoto? Che schifo”. “Renzi? Peggio di Berlusconi”
“Vespa è quello che è, è un servitore del potere, lo sappiamo tutti, ma dire che il terremoto genera pil, sentire Delrio parlare di volano dell’economia mi ha fatto provare schifo, vergogna” è questo l’attacco duro di Carlo Freccero durante il dibattito ‘I partiti fuori dalla Rai’ condotto da Antonio Padellaro ieri sera alla
Festa de Il Quotidiano a Roma, nella Città dell’altra economia, a Testaccio. Il consigliere del Cda Rai poi mira un bersaglio più alto. “Il vero problema è Renzi, dobbiamo mandarlo via, anche con un fronte dalla destra al M5s, e il no al referendum è la nostra occasione, con la lottizzazione in Rai c’era una spartizione in tre visioni del mondo, Berlusconi voleva tre reti, lui le vuole tutte, ormai vige il pensiero unico, la propaganda, la manipolazione, chi vuole raccontare il paese reale è fuori, sono dei censori coglioni”
VEDI: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/08/ ... e=playlist
filmato successivo, intervento di Settis.
IL FASCISMO DEL TERZO MILLENNIO.
28 agosto 2016 | di Chiara Proietti D'Ambra
Rai, Freccero indemoniato contro tutti: “Vespa e Delrio su terremoto? Che schifo”. “Renzi? Peggio di Berlusconi”
“Vespa è quello che è, è un servitore del potere, lo sappiamo tutti, ma dire che il terremoto genera pil, sentire Delrio parlare di volano dell’economia mi ha fatto provare schifo, vergogna” è questo l’attacco duro di Carlo Freccero durante il dibattito ‘I partiti fuori dalla Rai’ condotto da Antonio Padellaro ieri sera alla
Festa de Il Quotidiano a Roma, nella Città dell’altra economia, a Testaccio. Il consigliere del Cda Rai poi mira un bersaglio più alto. “Il vero problema è Renzi, dobbiamo mandarlo via, anche con un fronte dalla destra al M5s, e il no al referendum è la nostra occasione, con la lottizzazione in Rai c’era una spartizione in tre visioni del mondo, Berlusconi voleva tre reti, lui le vuole tutte, ormai vige il pensiero unico, la propaganda, la manipolazione, chi vuole raccontare il paese reale è fuori, sono dei censori coglioni”
VEDI: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/08/ ... e=playlist
filmato successivo, intervento di Settis.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
UN SI CHE ATTIRERA' 10.000 NO.
2 ore fa 49
Marchionne annuncia:
"Sì al referendum"
Luca Romano
2 ore fa 49
Marchionne annuncia:
"Sì al referendum"
Luca Romano
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Dopo aver condannato quelli che hanno molti soldi (lui invece prende 10 volte un operaio?).
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Questo Presidente del Consiglio ha una fortuna sfacciata!
Con il terremoto aumenteranno i consensi se non fa delle boiate eclatanti. Infatti come si vede sta in un insolita sordina.
Vedremo che fra un mese usciranno che se vince il No si bloccherà la ricostruzione di Amatrice ... qualche foto giusta e riprenderà quel consenso che aveva ormai perso facendo dal volano per la propaganda per il Si ...
Con il terremoto aumenteranno i consensi se non fa delle boiate eclatanti. Infatti come si vede sta in un insolita sordina.
Vedremo che fra un mese usciranno che se vince il No si bloccherà la ricostruzione di Amatrice ... qualche foto giusta e riprenderà quel consenso che aveva ormai perso facendo dal volano per la propaganda per il Si ...
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
"NON DIRE GATTO SE NON CE L'HAI NEL SACCO"
Giovanni Trapattoni
MA POSSIAMO SPERARE, SE PINOCCHIO CONTINUA COSI?
1 SET 2016 13:44
DELUSO DA TWITTER, MATTEO TORNA AGLI SPOT BERLUSCONIANI PER IL REFERENDUM
- TRA POCO INONDERA' LE TV DI PUBBLICITA? CON "BASTA UN SI" PER ENTRARE NEGLI OSPEDALI, PER ISCRIVERE UN FIGLIO A SCUOLA, PER FIRMARE UN CONTRATTO
- E SE LA CAMPAGNA SI INCROCIA CON IL FERTILITY DAY DELLA LORENZIN...
Dagonews
renzi referendum costituzionale
Matteo Renzi, nonostante l'endorsment della Merkel, continua ad essere preoccupato per il referendum.
Così i suoi guru della comunicazione gli hanno suggerito di passare all'attacco.
L'account Twitter "Basta un si" e l'hashtag relativo non funzionano.
A Palazzo Chigi hanno preso la calcolatrice.
I "follower" sono appena 4 mila.
Vale a dire che nemmeno gli iscritti al Pd seguono l'account.
Al Partito democratico sono iscritti 385 mila persone.
Considerato che usa internet un italiano su due, è intorno al 2% la percentuale dei tesserati che segue l'account.
Peggio ancora se il confronto viene fatto con l'account di Matteo Renzi.
Ha 2,4 milioni di seguaci.
Ergo, solo lo 0,17% dei i suoi fedeli si è collegato al primo strumento della comunicazione renziana.
Da qui, la consapevolezza che bisogna passare ai sistemi tradizionali per propugnare le ragioni di votare "si" al referendum.
Quindi, sono stati rivalutati i vecchi e sicuri spot televisivi, alla Berlusconi insomma.
Nei prossimo giorni si vedranno pertanto scenette di mamme che iscrivono i bambini a scuola e sullo sfondo il tormentone "Basta un si"; di gente che cerca un posto in ospedale con "Basta un si"; di giovani che firmano contratti con "Basta un si".
Se poi questa campagna pubblicitaria si incrocia con l'altra avviata dalla Lorenzin per il Fertility day, i risultati sono scontati.
Basta davvero un si?
Giovanni Trapattoni
MA POSSIAMO SPERARE, SE PINOCCHIO CONTINUA COSI?
1 SET 2016 13:44
DELUSO DA TWITTER, MATTEO TORNA AGLI SPOT BERLUSCONIANI PER IL REFERENDUM
- TRA POCO INONDERA' LE TV DI PUBBLICITA? CON "BASTA UN SI" PER ENTRARE NEGLI OSPEDALI, PER ISCRIVERE UN FIGLIO A SCUOLA, PER FIRMARE UN CONTRATTO
- E SE LA CAMPAGNA SI INCROCIA CON IL FERTILITY DAY DELLA LORENZIN...
Dagonews
renzi referendum costituzionale
Matteo Renzi, nonostante l'endorsment della Merkel, continua ad essere preoccupato per il referendum.
Così i suoi guru della comunicazione gli hanno suggerito di passare all'attacco.
L'account Twitter "Basta un si" e l'hashtag relativo non funzionano.
A Palazzo Chigi hanno preso la calcolatrice.
I "follower" sono appena 4 mila.
Vale a dire che nemmeno gli iscritti al Pd seguono l'account.
Al Partito democratico sono iscritti 385 mila persone.
Considerato che usa internet un italiano su due, è intorno al 2% la percentuale dei tesserati che segue l'account.
Peggio ancora se il confronto viene fatto con l'account di Matteo Renzi.
Ha 2,4 milioni di seguaci.
Ergo, solo lo 0,17% dei i suoi fedeli si è collegato al primo strumento della comunicazione renziana.
Da qui, la consapevolezza che bisogna passare ai sistemi tradizionali per propugnare le ragioni di votare "si" al referendum.
Quindi, sono stati rivalutati i vecchi e sicuri spot televisivi, alla Berlusconi insomma.
Nei prossimo giorni si vedranno pertanto scenette di mamme che iscrivono i bambini a scuola e sullo sfondo il tormentone "Basta un si"; di gente che cerca un posto in ospedale con "Basta un si"; di giovani che firmano contratti con "Basta un si".
Se poi questa campagna pubblicitaria si incrocia con l'altra avviata dalla Lorenzin per il Fertility day, i risultati sono scontati.
Basta davvero un si?
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Orlando: ‘Unica fiducia è bene per Paese’
PIU' CHE SCEMENZE GENERICHE NON SANNO DIRE.
IL BENE DEL PAESE PER LORO E' LA PERMANENZA DEL CADREGHINO(IN ITALIANO: POLTRONA)
3 settembre 2016 | di F. Q.
Riforma, Zagrebelsky: ” Se passerà in questo modo smetterò di insegnare”
“Io non ho ho capito il senso delle tante norme che compongono la riforma costituzionale. Tant’è che ai miei studenti ho detto “Se passa, io non insegnerò più diritto costituzuionale”. Così il presidente emerito della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky durante il confronto “Perché sì, perché no” moderato da Silvia Truzzi al quale ha preso parte il ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd) durante la festa del Fatto Quotidiano
video:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/09/ ... e=playlist
PIU' CHE SCEMENZE GENERICHE NON SANNO DIRE.
IL BENE DEL PAESE PER LORO E' LA PERMANENZA DEL CADREGHINO(IN ITALIANO: POLTRONA)
3 settembre 2016 | di F. Q.
Riforma, Zagrebelsky: ” Se passerà in questo modo smetterò di insegnare”
“Io non ho ho capito il senso delle tante norme che compongono la riforma costituzionale. Tant’è che ai miei studenti ho detto “Se passa, io non insegnerò più diritto costituzuionale”. Così il presidente emerito della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky durante il confronto “Perché sì, perché no” moderato da Silvia Truzzi al quale ha preso parte il ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd) durante la festa del Fatto Quotidiano
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
6 settembre 2016 | di Manolo Lanaro
Referendum e Italicum, D’Alema-show punzecchia Renzi: “Sono un suo ammiratore”
Massimo D’Alema durante il lancio del ‘Comitato per il No al Referendum Costituzionale del Centrosinistra’ al Cinema Farnese a Roma, non ha risparmiato battute sul Presidente del Consiglio e Segretario del Partito Democratico: “Io sono un suo ammiratore perché è capace di dire qualsiasi cosa: alcuni giorni fa ha detto ‘la modifica della legge elettorale è materia del Parlamento’, dimenticando – sottolinea ironico D’Alema – che quando il Parlamento voleva discutere, lui mise la fiducia per imporre la legge elettorale. Adesso che è un problema e non sa come cavarsela, l’ha restituita al Parlamento. Abbiamo questo doppio regime – continua il Presidente della Fondazione Italianieuropei – quando c’è un guaio è del Parlamento, se c’è invece da portare a casa un risultato, è merito del Governo”. D’Alema bacchetta il gruppo dirigente del PD sull’Italicum: “Questi geni, questi strateghi del ‘Nazareno‘ hanno fatto una legge bipolare, ma se si fossero affacciati alla finestra, si sarebbero resi conto che il bipolarismo non c’è più e quindi ora, con questa legge, rischiano di vincere i 5 Stelle e quando se ne sono accordi e hanno detto ‘cavolo ora c’è un problema’. Siamo guidati da degli studiosi che passeranno alla storia”. E sul referendum Costituzionale, D’Alema prima dice: “E’ accaduto di tutto: si sono annunciate dimissioni, salvo poi vedere i sondaggi e dire ‘no, resto – e sul numero uno di FCA – Non so perché Marchionne, che è cittadino del Lussemburgo, sia così interessato al funzionamento del senato italiano“.
VIDEO:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/09/ ... re/557422/
Referendum e Italicum, D’Alema-show punzecchia Renzi: “Sono un suo ammiratore”
Massimo D’Alema durante il lancio del ‘Comitato per il No al Referendum Costituzionale del Centrosinistra’ al Cinema Farnese a Roma, non ha risparmiato battute sul Presidente del Consiglio e Segretario del Partito Democratico: “Io sono un suo ammiratore perché è capace di dire qualsiasi cosa: alcuni giorni fa ha detto ‘la modifica della legge elettorale è materia del Parlamento’, dimenticando – sottolinea ironico D’Alema – che quando il Parlamento voleva discutere, lui mise la fiducia per imporre la legge elettorale. Adesso che è un problema e non sa come cavarsela, l’ha restituita al Parlamento. Abbiamo questo doppio regime – continua il Presidente della Fondazione Italianieuropei – quando c’è un guaio è del Parlamento, se c’è invece da portare a casa un risultato, è merito del Governo”. D’Alema bacchetta il gruppo dirigente del PD sull’Italicum: “Questi geni, questi strateghi del ‘Nazareno‘ hanno fatto una legge bipolare, ma se si fossero affacciati alla finestra, si sarebbero resi conto che il bipolarismo non c’è più e quindi ora, con questa legge, rischiano di vincere i 5 Stelle e quando se ne sono accordi e hanno detto ‘cavolo ora c’è un problema’. Siamo guidati da degli studiosi che passeranno alla storia”. E sul referendum Costituzionale, D’Alema prima dice: “E’ accaduto di tutto: si sono annunciate dimissioni, salvo poi vedere i sondaggi e dire ‘no, resto – e sul numero uno di FCA – Non so perché Marchionne, che è cittadino del Lussemburgo, sia così interessato al funzionamento del senato italiano“.
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