referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
Non siamo dei babbei,
votiamo No al referendum
Non sono un personaggio famoso,
ma sono una cittadina italiana molto
preoccupata per quello che sta
accadendo nel nostro Paese. Non
potrò partecipare al vostro/nostro
Woodstock più per motivi pratici
che altro, ma vi assicuro che con il
cuore e il pensiero ci sarò e credo
che saranno in molti che idealmente
vi seguiranno. Forse potreste
pubblicare sul vostro giornale tutte
le email o i messaggi che i cittadini
vi inviano per manifestare il loro
dissenso verso questa riforma/capestro
che ci stanno proponendo
con tanto zelo e dimostrare che
non siamo proprio dei babbei come
ci vogliono far credere. Renzi vai a
casa e portati via anche Napolitano,
non ne vogliamo più sentir parlare
di voi, siete il peggio di questo
Paese. Io voto No.
CLARA
votiamo No al referendum
Non sono un personaggio famoso,
ma sono una cittadina italiana molto
preoccupata per quello che sta
accadendo nel nostro Paese. Non
potrò partecipare al vostro/nostro
Woodstock più per motivi pratici
che altro, ma vi assicuro che con il
cuore e il pensiero ci sarò e credo
che saranno in molti che idealmente
vi seguiranno. Forse potreste
pubblicare sul vostro giornale tutte
le email o i messaggi che i cittadini
vi inviano per manifestare il loro
dissenso verso questa riforma/capestro
che ci stanno proponendo
con tanto zelo e dimostrare che
non siamo proprio dei babbei come
ci vogliono far credere. Renzi vai a
casa e portati via anche Napolitano,
non ne vogliamo più sentir parlare
di voi, siete il peggio di questo
Paese. Io voto No.
CLARA
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
…………………………...............………………………..NO
Il presidente della Repubblica non potrà più sciogliere il Senato, e di fatto neppure la Camera. Questa essere sciolta nella pratica solo quando lo vuole il premier, capo del partito vincente, del Parlamento e di tutto il resto.
…………………………...............………………………..NO
Il presidente della Repubblica non potrà più sciogliere il Senato, e di fatto neppure la Camera. Questa essere sciolta nella pratica solo quando lo vuole il premier, capo del partito vincente, del Parlamento e di tutto il resto.
…………………………...............………………………..NO
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
In modo particolare in questi due anni e mezzo il credo che “Tanto gli italiani sono tutti quanti imbecilli e si bevono tutto” viene applicato al top.
Si discute in questa ore sul testo malandrino del quesito referendario.
Potevano scrivere direttamente :
“ VOLETE VOI BENITO, PINOCCHIO, MUSSOLONI, VOSTRO DUCE A VITA FINCHE’ MORTE NON CI SEPARI????”
Si discute in questa ore sul testo malandrino del quesito referendario.
Potevano scrivere direttamente :
“ VOLETE VOI BENITO, PINOCCHIO, MUSSOLONI, VOSTRO DUCE A VITA FINCHE’ MORTE NON CI SEPARI????”
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
L’AVVERSARIO Massimo D’Alema fa muro: “Sarebbe solo una vetrina per il suo ego ipertrofico”
“Mai in tv contro Renzi, non è utile”
» GIANLUCA ROSELLI
Non parteciperei mai a un
faccia a faccia in tv con
Renzi. E comunque non ho ricevuto
alcun invito…”. Massimo
D’Alema toglie dal tavolo
della campagna referendaria
un possibile duello televisivo
con Matteo Renzi. “Q u es t i
confronti non sono utili alla
causa, ma servono solo a dare
una vetrina all’ego ipertrofico
del presidente del consiglio.
Sembra una sorta di rodeo:
Renzi contro tutti, Renzi contro
il resto del mondo. E meno
male che non vuole personalizzare.
Invece di andare in tv
dovrebbe pensare a governare.
Per quanto mi riguarda,
grazie, non mi interessa…”, sostiene
D’Alema.
SIAMO A ROMA, in piazza Capranica,
dove l’ex premier
partecipa alla presentazione
del libro di Mario Dogliani Un
futuro per la Costituzione? Politica
e antipolitica alla prova
del referendum. Un volume in
cui il costituzionalista torinese
spiega le sue ragioni per il
No. “L’appello del premier al
popolo contro la Costituzione
è eversivo, perché è come dire
che la Carta su cui si è retta la
nostra vita democratica è da
buttare. Si tratta di un messaggio
devastante”, osserva Dogliani.
A sostegno del Sì c’è invece
Andrea Morrone (università
di Bologna). Ma torniamo
a D’Alema. “Dopo il 40,8
per cento alle Europee - afferma
- Renzi ha costruito un percorso
di guerra: riforma costituzionale
e legge elettorale,
referendum plebiscitario, e
poi elezioni con una Carta che
gli attribuisce molto più potere
di oggi. Una deriva plebiscitaria
che gli serve anche per liberarsi
dal peso del suo partito,
che ormai non esiste più…”.
L’ex premier delinea due scenari
possibili: “Se vincerà il Sì,
la tentazione di andare alle urne
sull’onda del successo referendario
per il premier sarà irresistibile
e si voterà in primavera”.
Invece, “se invece prevarrà
il No, si aprono due scenari:
Renzi, come credo, resterà
a Palazzo Chigi; oppure si
dimetterà e a quel punto il capo
dello Stato darà l’incarico a
un’altra persona per arrivare a
scadenza di legislatura. E io
conosco almeno un centinaio
di persone che potrebbero sostituire
Renzi con migliori risultati…”.
A QUEL PUNTO, per D’Alema,
si potrebbe davvero “mettere
mano alla legge elettorale” e
realizzare “una riforma costituzionale
limitata a due o tre
articoli per ridurre il numero
dei parlamentari (400 deputati
e 200 senatori) e superare il
meccanismo della navetta tra
Camera e Senato, una legge
che sarebbe approvata a larga
maggioranza, secondo un percorso
condiviso”. L’ex presidente
del consiglio, che guida
uno dei comitati del No, pone
poi l’accento su altre due questioni.
La prima riguarda i poteri
forti: “Il ddl Boschi ben si
adatta alle considerazioni
sull’Italia fatte da JP Morgan.
Ebbene, un altro aspetto negativo
della riforma è aver diviso
il Paese in blocchi sociali contrapposti.
E, guarda caso, con il
governo ci sono le banche estere,
la grande finanza e Confindustria”.
Un altro aspetto è l’uso della
deriva plebiscitaria per arrivare
a un “pericoloso accentramento
del potere”. Basti guardare
–fa notare D’Alema – “la
recente riforma della dirigenza
pubblica che stabilisce un
albo unico da cui Palazzo Chigi
pesca i dirigenti da piazzare
all’interno della macchina istituzionale
e amministrativa:
un uso arbitrario del potere
d’impronta oligarchica”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
“Mai in tv contro Renzi, non è utile”
» GIANLUCA ROSELLI
Non parteciperei mai a un
faccia a faccia in tv con
Renzi. E comunque non ho ricevuto
alcun invito…”. Massimo
D’Alema toglie dal tavolo
della campagna referendaria
un possibile duello televisivo
con Matteo Renzi. “Q u es t i
confronti non sono utili alla
causa, ma servono solo a dare
una vetrina all’ego ipertrofico
del presidente del consiglio.
Sembra una sorta di rodeo:
Renzi contro tutti, Renzi contro
il resto del mondo. E meno
male che non vuole personalizzare.
Invece di andare in tv
dovrebbe pensare a governare.
Per quanto mi riguarda,
grazie, non mi interessa…”, sostiene
D’Alema.
SIAMO A ROMA, in piazza Capranica,
dove l’ex premier
partecipa alla presentazione
del libro di Mario Dogliani Un
futuro per la Costituzione? Politica
e antipolitica alla prova
del referendum. Un volume in
cui il costituzionalista torinese
spiega le sue ragioni per il
No. “L’appello del premier al
popolo contro la Costituzione
è eversivo, perché è come dire
che la Carta su cui si è retta la
nostra vita democratica è da
buttare. Si tratta di un messaggio
devastante”, osserva Dogliani.
A sostegno del Sì c’è invece
Andrea Morrone (università
di Bologna). Ma torniamo
a D’Alema. “Dopo il 40,8
per cento alle Europee - afferma
- Renzi ha costruito un percorso
di guerra: riforma costituzionale
e legge elettorale,
referendum plebiscitario, e
poi elezioni con una Carta che
gli attribuisce molto più potere
di oggi. Una deriva plebiscitaria
che gli serve anche per liberarsi
dal peso del suo partito,
che ormai non esiste più…”.
L’ex premier delinea due scenari
possibili: “Se vincerà il Sì,
la tentazione di andare alle urne
sull’onda del successo referendario
per il premier sarà irresistibile
e si voterà in primavera”.
Invece, “se invece prevarrà
il No, si aprono due scenari:
Renzi, come credo, resterà
a Palazzo Chigi; oppure si
dimetterà e a quel punto il capo
dello Stato darà l’incarico a
un’altra persona per arrivare a
scadenza di legislatura. E io
conosco almeno un centinaio
di persone che potrebbero sostituire
Renzi con migliori risultati…”.
A QUEL PUNTO, per D’Alema,
si potrebbe davvero “mettere
mano alla legge elettorale” e
realizzare “una riforma costituzionale
limitata a due o tre
articoli per ridurre il numero
dei parlamentari (400 deputati
e 200 senatori) e superare il
meccanismo della navetta tra
Camera e Senato, una legge
che sarebbe approvata a larga
maggioranza, secondo un percorso
condiviso”. L’ex presidente
del consiglio, che guida
uno dei comitati del No, pone
poi l’accento su altre due questioni.
La prima riguarda i poteri
forti: “Il ddl Boschi ben si
adatta alle considerazioni
sull’Italia fatte da JP Morgan.
Ebbene, un altro aspetto negativo
della riforma è aver diviso
il Paese in blocchi sociali contrapposti.
E, guarda caso, con il
governo ci sono le banche estere,
la grande finanza e Confindustria”.
Un altro aspetto è l’uso della
deriva plebiscitaria per arrivare
a un “pericoloso accentramento
del potere”. Basti guardare
–fa notare D’Alema – “la
recente riforma della dirigenza
pubblica che stabilisce un
albo unico da cui Palazzo Chigi
pesca i dirigenti da piazzare
all’interno della macchina istituzionale
e amministrativa:
un uso arbitrario del potere
d’impronta oligarchica”.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
camillobenso ha scritto:In modo particolare in questi due anni e mezzo il credo che “Tanto gli italiani sono tutti quanti imbecilli e si bevono tutto” viene applicato al top.
Si discute in questa ore sul testo malandrino del quesito referendario.
Potevano scrivere direttamente :
“ VOLETE VOI BENITO, PINOCCHIO, MUSSOLONI, VOSTRO DUCE A VITA FINCHE’ MORTE NON CI SEPARI????”
La scheda
ECCO
IL QUESITO
Disposizioni
per il
superamento
del bicameralismo
paritario, la
riduzione del
numero dei
parlamentari,
il contenimento
dei
costi di
funzionamento
delle
istituzioni, la
soppressione
del Cnel e la
revisione del
Titolo V della
parte II della
Costituzione
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
ASILO ETRURIA
GUARDA UN PO' DA CHI ARRIVA LA PREDICA. DA UN SIGNOR NESSUNO CHE LOTTA CON LE UNGHIE E CON I DENTI PER SALVARE LA SUA PRIMA (ED ULTIMA) POLTRONA DELLA SUA VITA
Referendum, Lotti: "D'Alema accecato dalla rabbia di non avere una poltrona"
Dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, durissime accuse all'ex premier. D'Alema intanto ribadisce: "L'imbroglio sul quesito non riuscirà"
Raffaello Binelli - Gio, 06/10/2016 - 11:37
commenta
Si infiamma lo scontro sul referendum in casa Pd. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, attacca duramente Massimo d'Alema.
"Se solo l'ex premier non fosse così accecato dalla rabbia e dall'odio personale per non aver ottenuto la sua poltroncina di consolazione, potrebbe agevolmente scoprire la realtà. E cioè che ieri il presidente del Consiglio ha inaugurato i lavori contro il dissesto idrogeologico sul Bisagno che nessun governo aveva voluto prima di noi. Neanche i due governi D'Alema. Che il presidente del consiglio ieri è stato a Treviso a incontrare aziende, lavoratori, uomini dello sport, lavoratori della scuola, artigiani per rilanciare la crescita del Nord-est attraverso investimenti mirati e il coinvolgimento di tutti".
"Che il presidente del Consiglio - prosegue Lotti - ieri ha incontrato oltre cento sindaci tra Treviso e Genova per parlare di legge di stabilità in particolar modo discutendo di come liberare gli avanzi d'amministrazione per l'edilizia scolastica Che il presidente del consiglio ha ascoltato le vittime della mala gestione delle banche venete frutto di una mancata riforma delle popolari che nel 1998 fu preparata da Ciampi e Draghi ma non realizzata dal governo D'Alema. E che è stata realizzata diciassette anni dopo dal governo Renzi. Che stamani il presidente del consiglio parlerà di industria 4.0, visiterà il Cottolengo, si occuperà di aziende dell'aereospazio. Se però D'Alema vuole parlare di risultati del governo potremmo discutere della riforma del mercato del lavoro che lui teorizzò e non realizzò, della riforma delle unioni civili, che lui teorizzò e non realizzò e di molte altre scelte legislative che sicuramente D'Alema avrebbe ben accettato se solo avesse ottenuto una modesta poltrona di consolazione. Spiace che un autorevole ex leader della sinistra sia così roso dal risentimento. Ma continueremo a ricordare con affetto la stagione dalemiana delle battaglie riformiste rottamate oggi dalla rabbia e dall'invidia".
D'Alema: il quesito ha un'intonazione propagandistica
L'ex presidente el Consiglio, intanto, non demorde. Il quesito referendario, puntualizza ai microfoni di Radio anch'io, "è chiaramente formulato in termini propagandistici. Si è voluto evidentemente dare un'intonazione propagandistica". Ma D'Alema assicura di "non dare grande importanza a questa questione, è chiaro che il governo utilizza tutto il suo potere, più o meno corretto, per tentare di vincere. Ma io credo molto sulla capacità di discernere dei cittadini" e di non cadere in "imbrogli".
Cosa succede per D'Alema se vince il Sì
"Io non intendo promuovere scissioni", assicura D’Alema. Ma aggiunge che "è chiaro che una vittoria del Sì spingerebbe il Pd sempre più a diventare quello che i cronisti definiscono il partito di Renzi, e quindi non più il Pd". L’ex segretario Pds puntualizza: "Già abbiamo perso circa tre milioni di voti, una cosa impressionante su cui nessuno mette attenzione ma - avverte - dalle Europee in poi è stato un succedersi di arretramenti, di sconfitte, quindi temo questo ma il problema - rimarca - non riguarda me. Con ogni evidenza, non ho desiderio nè propensione a formare partiti, a promuovere scissioni. Ho un lavoro, mi sono preso tre mesi sabbatici e l’ho fatto con sacrificio perchè mi piace, ma l’ho fatto perchè pensavo fosse necessario per il bene del Paese cercare di evitare una cattiva riforma della Costituzione. Ci sono momenti in cui uno sacrifica un impegno per certi aspetti più gratificante, perchè buttarsi nelle battaglie politiche e prendersi insulti - osserva ancora - non è particolarmente gratificante, perchè tiriene utile e giusto farlo".
GUARDA UN PO' DA CHI ARRIVA LA PREDICA. DA UN SIGNOR NESSUNO CHE LOTTA CON LE UNGHIE E CON I DENTI PER SALVARE LA SUA PRIMA (ED ULTIMA) POLTRONA DELLA SUA VITA
Referendum, Lotti: "D'Alema accecato dalla rabbia di non avere una poltrona"
Dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, durissime accuse all'ex premier. D'Alema intanto ribadisce: "L'imbroglio sul quesito non riuscirà"
Raffaello Binelli - Gio, 06/10/2016 - 11:37
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Si infiamma lo scontro sul referendum in casa Pd. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, attacca duramente Massimo d'Alema.
"Se solo l'ex premier non fosse così accecato dalla rabbia e dall'odio personale per non aver ottenuto la sua poltroncina di consolazione, potrebbe agevolmente scoprire la realtà. E cioè che ieri il presidente del Consiglio ha inaugurato i lavori contro il dissesto idrogeologico sul Bisagno che nessun governo aveva voluto prima di noi. Neanche i due governi D'Alema. Che il presidente del consiglio ieri è stato a Treviso a incontrare aziende, lavoratori, uomini dello sport, lavoratori della scuola, artigiani per rilanciare la crescita del Nord-est attraverso investimenti mirati e il coinvolgimento di tutti".
"Che il presidente del Consiglio - prosegue Lotti - ieri ha incontrato oltre cento sindaci tra Treviso e Genova per parlare di legge di stabilità in particolar modo discutendo di come liberare gli avanzi d'amministrazione per l'edilizia scolastica Che il presidente del consiglio ha ascoltato le vittime della mala gestione delle banche venete frutto di una mancata riforma delle popolari che nel 1998 fu preparata da Ciampi e Draghi ma non realizzata dal governo D'Alema. E che è stata realizzata diciassette anni dopo dal governo Renzi. Che stamani il presidente del consiglio parlerà di industria 4.0, visiterà il Cottolengo, si occuperà di aziende dell'aereospazio. Se però D'Alema vuole parlare di risultati del governo potremmo discutere della riforma del mercato del lavoro che lui teorizzò e non realizzò, della riforma delle unioni civili, che lui teorizzò e non realizzò e di molte altre scelte legislative che sicuramente D'Alema avrebbe ben accettato se solo avesse ottenuto una modesta poltrona di consolazione. Spiace che un autorevole ex leader della sinistra sia così roso dal risentimento. Ma continueremo a ricordare con affetto la stagione dalemiana delle battaglie riformiste rottamate oggi dalla rabbia e dall'invidia".
D'Alema: il quesito ha un'intonazione propagandistica
L'ex presidente el Consiglio, intanto, non demorde. Il quesito referendario, puntualizza ai microfoni di Radio anch'io, "è chiaramente formulato in termini propagandistici. Si è voluto evidentemente dare un'intonazione propagandistica". Ma D'Alema assicura di "non dare grande importanza a questa questione, è chiaro che il governo utilizza tutto il suo potere, più o meno corretto, per tentare di vincere. Ma io credo molto sulla capacità di discernere dei cittadini" e di non cadere in "imbrogli".
Cosa succede per D'Alema se vince il Sì
"Io non intendo promuovere scissioni", assicura D’Alema. Ma aggiunge che "è chiaro che una vittoria del Sì spingerebbe il Pd sempre più a diventare quello che i cronisti definiscono il partito di Renzi, e quindi non più il Pd". L’ex segretario Pds puntualizza: "Già abbiamo perso circa tre milioni di voti, una cosa impressionante su cui nessuno mette attenzione ma - avverte - dalle Europee in poi è stato un succedersi di arretramenti, di sconfitte, quindi temo questo ma il problema - rimarca - non riguarda me. Con ogni evidenza, non ho desiderio nè propensione a formare partiti, a promuovere scissioni. Ho un lavoro, mi sono preso tre mesi sabbatici e l’ho fatto con sacrificio perchè mi piace, ma l’ho fatto perchè pensavo fosse necessario per il bene del Paese cercare di evitare una cattiva riforma della Costituzione. Ci sono momenti in cui uno sacrifica un impegno per certi aspetti più gratificante, perchè buttarsi nelle battaglie politiche e prendersi insulti - osserva ancora - non è particolarmente gratificante, perchè tiriene utile e giusto farlo".
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
‘Renzi non vuole contraddittorio sul referendum’
Così la Rai cancella l’invito al professore per il No
Radioanch’io blocca l’intervento del politologo Pasquino. “Mi hanno detto che il premier non voleva”
Lui in trasmissione si lamenta: “Clima da caccia all’uomo mediatica per chi la pensa diversamente dal No”
renzi-pp
Referendum Costituzionale
“Giovedì 6 ottobre alle 17 la Rai m’invita a RadioAnch’io con Matteo Renzi. Alle 19.40 la Rai stessa mi comunica che il presidente del Consiglio non vuole fare il dibattito”. A raccontarlo a ilfattoquotidiano.it è lo stesso Gianfranco Pasquino, politologo di fama mondiale. Non solo quindi la fatwa contro La7. Questa mattina come da (nuovo) programma il premier ha parlato da solo in trasmissione, criticando tra l’altro “il clima da caccia all’uomo mediatico”
di David Marceddu
Così la Rai cancella l’invito al professore per il No
Radioanch’io blocca l’intervento del politologo Pasquino. “Mi hanno detto che il premier non voleva”
Lui in trasmissione si lamenta: “Clima da caccia all’uomo mediatica per chi la pensa diversamente dal No”
renzi-pp
Referendum Costituzionale
“Giovedì 6 ottobre alle 17 la Rai m’invita a RadioAnch’io con Matteo Renzi. Alle 19.40 la Rai stessa mi comunica che il presidente del Consiglio non vuole fare il dibattito”. A raccontarlo a ilfattoquotidiano.it è lo stesso Gianfranco Pasquino, politologo di fama mondiale. Non solo quindi la fatwa contro La7. Questa mattina come da (nuovo) programma il premier ha parlato da solo in trasmissione, criticando tra l’altro “il clima da caccia all’uomo mediatico”
di David Marceddu
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
....IERI: IGNAZIO LA RUSSA........ OGGI : PINOCCHIO LA TRUFFA
Referendum, Renzi fa la vittima: "Contro il sì è caccia all'uomo"
Renzi difende la riforma costituzionale: "È un voto sul futuro del Paese, non sul mio". E assicura: "Tanti di Lega e M5S voteranno sì"
Sergio Rame - Ven, 07/10/2016 - 09:49
commenta
"Ieri a Torino si è parlato molto del futuro della città e del Paese ma non si è mai toccato il futuro personale del presidente del Consiglio".
Da Palazzo Chigi smentiscono le indiscrezioni di stampa secondo cui, in caso di vittoria del "no" al referendum costituzionale, Matteo Renzi sarebbe pronto a cambiare mestiere. Nessuna "rivelazione", sottolineano da palazzo Chigi, nessuna "confessione" ai suoi parlamentari, "con buona pace di chi oggi lo scrive su qualche quotidiano Renzi ha solo evidenziato come questa riforma sia l'unica occasione concreta dopo anni per semplificare il Paese e che un'eventuale bocciatura lascerebbe l'Italia ferma per decenni".
Molto probabilmente Renzi nonsta pensando nemmeno lontanamente di lasciare la poltrona in caso di vittoria del fronte del "no". Sa bene che le probabilità che la riforma costituzionale passi attraverso le forche del referendum è remota. Ci spera, questo dì, ma non è più disposto a scommetterci la presidenza del Consiglio. Da qui il cambio di strategia e la spersonalizzazione del voto del prossimo 4 dicembre. "Il voto non è tra simpatia e antipatia ma tra chi vuole cambiare e no - spiega ai microfoni di Radio Anch'io - tra chi difende la costituzione dalla svolta autoritaria c'è anche Foza nuova... Chi la difende la dovrebbe almeno leggere, il presidente del Consiglio viene scelto dal capo dello Stato, non eletto dai cittadini". Renzi smentisce il titolo della Stampa per cui in caso di sconfitta al referendum cambierebbe mestiere: "Il confronto con Gramellini è in streaming, ascoltatelo e non troverete nulla di tutto questo. Non parliamo del futuro mio o del governo, a inizio referendum abbiamo sbagliato a impostare la questione così - incalza - ma ora il referendum è su cosa succede all'Italia nei prossimi vent'anni, un futuro che ve oltre i tempi di questo governo".
Renzi ostenta sicurezza. Al di là dei sondaggi che lo danno sotto, si dice convinto del fatto che, mentre la classe dirigente eletta al Senato fa campagna per il "no", gli elettori voteranno a favore delle riforme. "Molta gente di centrodestra, del Movimento 5 Stelle e della Lega - dice - voterà sì". E, citando gli attacchi sulla rete a Roberto Benigni e le parole di Fedele Confalonieri al Corriere della Sera, secondo cui molti si vergognano di dire che votano "sì" perché non "fa fino", spiega che "si è creata una caccia all'uomo mediatica verso chi non la pensa come alcuni esegeti della Carta costituzionale". Quindi, lancia un appello: "Viviamo i prossimi due mesi con calma, la decisione da prendere è seria, ma sarebbe importante avere un tono e uno stile più misurato, lo dico per primo a me stesso".
Referendum, Renzi fa la vittima: "Contro il sì è caccia all'uomo"
Renzi difende la riforma costituzionale: "È un voto sul futuro del Paese, non sul mio". E assicura: "Tanti di Lega e M5S voteranno sì"
Sergio Rame - Ven, 07/10/2016 - 09:49
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"Ieri a Torino si è parlato molto del futuro della città e del Paese ma non si è mai toccato il futuro personale del presidente del Consiglio".
Da Palazzo Chigi smentiscono le indiscrezioni di stampa secondo cui, in caso di vittoria del "no" al referendum costituzionale, Matteo Renzi sarebbe pronto a cambiare mestiere. Nessuna "rivelazione", sottolineano da palazzo Chigi, nessuna "confessione" ai suoi parlamentari, "con buona pace di chi oggi lo scrive su qualche quotidiano Renzi ha solo evidenziato come questa riforma sia l'unica occasione concreta dopo anni per semplificare il Paese e che un'eventuale bocciatura lascerebbe l'Italia ferma per decenni".
Molto probabilmente Renzi nonsta pensando nemmeno lontanamente di lasciare la poltrona in caso di vittoria del fronte del "no". Sa bene che le probabilità che la riforma costituzionale passi attraverso le forche del referendum è remota. Ci spera, questo dì, ma non è più disposto a scommetterci la presidenza del Consiglio. Da qui il cambio di strategia e la spersonalizzazione del voto del prossimo 4 dicembre. "Il voto non è tra simpatia e antipatia ma tra chi vuole cambiare e no - spiega ai microfoni di Radio Anch'io - tra chi difende la costituzione dalla svolta autoritaria c'è anche Foza nuova... Chi la difende la dovrebbe almeno leggere, il presidente del Consiglio viene scelto dal capo dello Stato, non eletto dai cittadini". Renzi smentisce il titolo della Stampa per cui in caso di sconfitta al referendum cambierebbe mestiere: "Il confronto con Gramellini è in streaming, ascoltatelo e non troverete nulla di tutto questo. Non parliamo del futuro mio o del governo, a inizio referendum abbiamo sbagliato a impostare la questione così - incalza - ma ora il referendum è su cosa succede all'Italia nei prossimi vent'anni, un futuro che ve oltre i tempi di questo governo".
Renzi ostenta sicurezza. Al di là dei sondaggi che lo danno sotto, si dice convinto del fatto che, mentre la classe dirigente eletta al Senato fa campagna per il "no", gli elettori voteranno a favore delle riforme. "Molta gente di centrodestra, del Movimento 5 Stelle e della Lega - dice - voterà sì". E, citando gli attacchi sulla rete a Roberto Benigni e le parole di Fedele Confalonieri al Corriere della Sera, secondo cui molti si vergognano di dire che votano "sì" perché non "fa fino", spiega che "si è creata una caccia all'uomo mediatica verso chi non la pensa come alcuni esegeti della Carta costituzionale". Quindi, lancia un appello: "Viviamo i prossimi due mesi con calma, la decisione da prendere è seria, ma sarebbe importante avere un tono e uno stile più misurato, lo dico per primo a me stesso".
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
camillobenso ha scritto:‘Renzi non vuole contraddittorio sul referendum’
Così la Rai cancella l’invito al professore per il No
Radioanch’io blocca l’intervento del politologo Pasquino. “Mi hanno detto che il premier non voleva”
Lui in trasmissione si lamenta: “Clima da caccia all’uomo mediatica per chi la pensa diversamente dal No”
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Referendum Costituzionale
“Giovedì 6 ottobre alle 17 la Rai m’invita a RadioAnch’io con Matteo Renzi. Alle 19.40 la Rai stessa mi comunica che il presidente del Consiglio non vuole fare il dibattito”. A raccontarlo a ilfattoquotidiano.it è lo stesso Gianfranco Pasquino, politologo di fama mondiale. Non solo quindi la fatwa contro La7. Questa mattina come da (nuovo) programma il premier ha parlato da solo in trasmissione, criticando tra l’altro “il clima da caccia all’uomo mediatico”
di David Marceddu
Referendum, il politologo Pasquino: “Renzi ha rifiutato dibattito con me a RadioRai e mio invito è stato cancellato”
Referendum Costituzionale
Il professore era stato chiamato per un confronto sul tema della riforma a Radioanch'io, ma poche ore prima è stato informato che il presidente del Consiglio non voleva il confronto: "Da premier può decidere se e con chi dibattere. Ma nel momento in cui ritiene di essere il dominus di queste riforme, allora dovrebbe dibattere"
di David Marceddu | 7 ottobre 2016
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“Giovedì 6 ottobre alle 17 la Rai m’invita a RadioAnch’io con Matteo Renzi. Alle 19.40 la Rai stessa mi comunica che il presidente del Consiglio non vuole fare il dibattito”. A raccontare i fatti è lo stesso Gianfranco Pasquino, politologo di fama mondiale e senatore per tre legislature tra le fila della sinistra indipendente. Non solo quindi la fatwa contro La7 (con l’ordine ai renziani di boicottare i programmi della rete). Questa mattina come da (nuovo) programma il premier ha parlato da solo in trasmissione, criticando tra l’altro “il clima da caccia all’uomo mediatica contro chi la pensa diversamente dal No”. Peccato che proprio premier, secondo quanto riferito dal professore, non ha voluto il contraddittorio. Pasquino a ilfattoquotidiano.it ha detto: “Se avessi potuto parlare gli avrei fatto notare alcune contraddizioni della sua Riforma”. Schierato per il No al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, da mesi il professore fa dibattiti in tutta Italia (“Un’ottantina per ora lungo tutto il Paese, da Sciacca ad Alessandria”) per combattere una riforma che, a parere suo, non porterà alcun miglioramento nella vita dei cittadini.
Che cosa avrebbe chiesto al presidente del consiglio se avesse potuto partecipare al dibattito radiofonico?
Gli avrei fatto notare alcune contraddizioni della sua Riforma. Per esempio gli avrei chiesto che cosa ci fanno in un Senato delle Regioni 5 senatori nominati per sette anni dal presidente della Repubblica? Gli avrei fatto notare che il parlamento italiano finora ha fatto più leggi e in tempi più brevi del bicameralismo tedesco o francese o inglese.
È stato chiamato qualcuno a sostituirla alla trasmissione?
No, c’è stata mezzora di scambio con il conduttore, che peraltro ha fatto delle ottime domande. La mia critica non è al conduttore, ma a chi ha accettato l’imposizione del presidente del Consiglio.
Crede che Renzi abbia evitato di averla in trasmissione perché è in difficoltà?
Premetto che Renzi da premier può decidere se e con chi dibattere. Obama non va mica ai dibattiti alla Cnn. Ma nel momento in cui il nostro presidente ritiene di essere il dominus di queste riforme, allora dovrebbe dibattere. Detto questo, non so quanto sia in difficoltà. Durante i dibattiti qualche volta sembra che non capisca le obiezioni e quindi va avanti dicendo le solite cose facilmente contestabili: “Ce lo chiede l’Europa”, “È da 30 anni che aspettiamo”, “Bisogna velocizzare”. Ma raramente queste cose gli vengono contestate. Lui va avanti, interrompe, prosegue oltre i tempi: ha adottato una tattica che conosciamo perfettamente. Nei dibattiti c’è sempre un prevaricatore. Lui è un prevaricatore, che però ha la carica di presidente del consiglio”.
Non capisce le obiezioni?
Credo che qualche volta vada avanti perché non voglia rispondere, qualche volta invece non sa. Sul merito è debole. Per esempio alla domanda del referendum: Volete voi il superamento del bicameralismo paritario, la risposta può essere sì. Ma la domanda vera è se questo superamento, contenuto nella riforma Renzi, sia il migliore possibile? E la risposta è no”
Quando parla di “prevaricatore” si riferisce al dibattito televisivo con Gustavo Zagrebelsky?
Quel dibattito ha dimostrato che Renzi controlla meglio le sue espressioni in tv perché più irruento. Zagrebelsky cercava di ragionare più a fondo e forse avrebbe potuto farsi insegnare qualche cosa su come si sta in tv. La sostanza può essere travolta dall’irruenza.
Gli italiani come risponderanno a questa irruenza? Come andrà il referendum?
Dovunque io vada c’è grande interesse a cercare di capire. La riforma ha indubitabilmente degli elementi di complessità e già questo contraddice il fatto che questa riforma sia quella della semplificazione. Questa riforma non semplifica ma complessifica. Molti italiani decideranno nell’ultima settimana prima del voto e forse anche la mattina stessa. E le informazioni le riceveranno dai loro genitori, dai loro amici e dai loro figli, o dai loro colleghi di lavoro. L’umore collettivo si costruisce attraverso rapporti tra persone.
Che disegno ci vede dietro questa riforma costituzionale?
Non credo che ci sia un disegno: queste sono riforme occasionali, contingenti. Nella riforma berlusconiana del 2005 il disegno era chiaro: rafforzare il capo del governo e dare contemporaneamente più potere alle regioni. Qui in questa riforma non c’è invece alcun disegno: il Senato non c’entra niente con il Cnel. Il Senato non c’entra nulla con i referendum. Il Senato c’entra molto poco con la trasformazione del titolo V. Sono 4 riforme episodiche che stanno insieme finché ci sarà l’Italicum”.
Le piace questa legge elettorale?
Salverei solo il ballottaggio, per il resto la definirei un ‘porcellinum’. Tra l’altro se Renzi continua a dire che questa legge elettorale è ottima, ma è disposto a cambiarla, qualcuno gli vada a dire che questa è una contraddizione. Perché se secondo lui è ottima la dovrebbe difendere sino all’ultimo”.
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Re: referendum costituzionale 2016 -SE VINCE IL NO
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QUESTA RIFORMA
È SOLO UNA FOLLE
AMBIZIONE:
È GIUSTO DIRE NO
MAURIZIO DE GIOVANNI A PAG. 17
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