La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
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La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
Era piuttosto strano strano che determinate aree rimanessero in silenzio.
ANSALDO ADINOLFI AGGUATO RIVENDICAZIONE AL CORRIERE
Agguato ad Adinolfi, la rivendicazione al Corriere della Sera: leggi il testo
«Abbiamo azzoppato Adinolfi», al Corriere
la rivendicazione della Fai| Leggi il documento
Quattro pagine per posta da Genova, firmate da cellula Olga delle Federazione anarchica. «Rivendicazione attendibile
MILANO - È stato rivendicato con un comunicato a firma della Fai (Federazione Anarchica Informale) nucleo «Olga» l'attentato al dirigente dell'Ansaldo, Roberto Adinolfi, gambizzato a Genova. Il volantino di quattro pagine è stato recapitato al Corriere della Sera per posta ordinaria. Il timbro postale indica che la busta è stata inviata da Genova. Secondo fonti della sicurezza e giudiziarie la rivendicazione è «attendibile».
PIOMBO NELLE GAMBE - Come incipit del lungo testo viene citata una frase di Adinolfi (questa l'intervista da cui è tratta), cui due uomini hanno sparato alle gambe, in cui il dirigente sminuisce l'impatto ambientale del nucleare e la portata del disastro nucleare in Giappone di Fukushima. Il titolo del documento è «Il marchio della vita». Nel testo si legge: «Abbiamo azzoppato Roberto Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell'atomo dall'anima candida e dalla coscienza pulita». Sparare, dicono gli anarchici, è stato «un piccolo frammento di giustizia, piombo nelle gambe per lasciare un imperituro ricordo di quello che è ad un grigio assassino». Adinolfi «non solo ha progettato o ha collaborato nella gestione di centrali mortifere ma ne ha promosso l'impianto e lo sfruttamento con l'Ansaldo tramando con i singoli governi; scienza, politica ed economia in perfetto connubio». Poi di nuovo il riferimento al Giappone e a Fukushima: «È solo questione di tempo e una Fukushima europea mieterà morti nel nostro continente». E la minaccia: «Ti diamo una cattiva notizia - continua il comunicato - ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, è la tua fisica che ce lo insegna. Con questa nostra azione ti restituiamo una piccolissima parte delle sofferenze che tu uomo di scienza stai riversando sul mondo».
L'OBIETTIVO - L'obiettivo è stato scelto con cura, individuato in modo da «colpire dove più nuoce»: un «nemico che veste i panni dell'agnello», ritenuto tra «i maggiori responsabili, insieme a Scajola, del rientro del nucleare in Italia». Poi vengono annunciate nuove azioni contro Finmeccanica. Nel testo si legge ancora: «Con piacere abbiamo riempito il caricatore. Impugnare una pistola, scegliere e seguire l'obiettivo, coordinare mente e mano sono stati un passaggio obbligato». E ancora: «Siamo dei folli amanti della libertà e mai rinunceremo alla rivoluzione, alla distruzione completa dello stato e delle sue violenze».
La busta con cui è stata inviata la rivendicazione
OLGA, UN'ANARCHICA GRECA - Il nome del nucleo Olga - in onore di Olga Ikonomidou, anarchica greca in carcere dal 2011 - definita «nostra sorella delle CCF (cospirazione cellule di fuoco/FAI». Olga Ikonomidou fa parte delle Ccf (Cospirazione delle cellule di fuoco), nuova corrente anarchica greca, ed è detenuta in un carcere ellenico dal 14 marzo 2011, insieme ad altri tre compagni. Il nucleo Olga fa parte della Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale Il testo di rivendicazione si chiude con minacce di «una lotta contro Finmeccanica piovra assassina. Oggi l'Ansaldo Nucleare, domani un altro dei suoi tentacoli». Ma non solo. La Fai annuncia nuove azioni, potrebbero essere almeno otto, tante quanti sono i «membri prigionieri» della Ccf/Fai detenuti in Grecia. «Nelle nostre prossime azioni - dice il documento - il nome degli altri fratelli greci, una azione per ognuno di loro». E vengono indicati i nomi degli altri detenuti in Grecia: Daniano Bolano, Giorgos Nikopoulos, Panayiotis Argyrou, Gerasimos Tsakalos, Michalis Nikolopoulos. Nel testo si fa riferimento anche al ferimento con un pacco bomba di un funzionario di Equitalia, Marco Cuccagna nel dicembre 2011: «Potevamo colpire qualche funzionario di Equitalia ma non siamo alla ricerca del consenso».
NO ESPERIENZA MILITARE - La Fai afferma che «a progettare e realizzare questa azione sono stati degli anarchici senza alcuna esperienza militare, senza alcun specialismo, solo degli anarchici che con questa nostra prima azione vogliono segnare definitivamente un solco tra loro e quell'anarchismo infuocato solo a chiacchiere e intriso di gregarismo».
Il dirigente Ansaldo torna a casa
LE INDAGINI E ADINOLFI ESCE DALL'OSPEDALE - Il Ros dei Carabinieri (il raggruppamento operativo speciale) sta analizzando il documento per capire l'autencità della rivendicazione. Secondo il procuratore di Genova Michele Di Lecce la rivendicazione «appare attendibile. Dobbiamo ancora analizzarla a fondo ma è strutturata». Nel frattempo Roberto Adinolfi è uscito dall'ospedale San Martino di Genova: «Sto bene, sto bene. Ringrazio tutti, il peggio è passato». Il manager era visibilmente commosso quando è sceso dall'ambulanza, seduto sulla sedia a rotelle accompagnato dai figli. «Ai miei attentatori non dico nulla. Ora la cosa più importante è che il peggio è passato», ha detto entrando nel portone di casa, prima che si diffondesse la notizia della rivendicazione del suo ferimento. «Ora l'incubo è alle spalle» ha detto piangendo, e riabbracciando Mario, uno dei figli.
IL PRECEDENTE - La rivendicazione del Nucleo Olga arriva dopo un precedente comunicato, siglato dai GAP (Gruppi Armati Proletari) e intitolato «Contro la violenza dei padroni, violenza rivoluzionaria», postato su Indymedia Piemonte nei giorni scorsi.
Antonella De Gregorio
Marta Serafini
11 maggio 2012 | 14:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
ANSALDO ADINOLFI AGGUATO RIVENDICAZIONE AL CORRIERE
Agguato ad Adinolfi, la rivendicazione al Corriere della Sera: leggi il testo
«Abbiamo azzoppato Adinolfi», al Corriere
la rivendicazione della Fai| Leggi il documento
Quattro pagine per posta da Genova, firmate da cellula Olga delle Federazione anarchica. «Rivendicazione attendibile
MILANO - È stato rivendicato con un comunicato a firma della Fai (Federazione Anarchica Informale) nucleo «Olga» l'attentato al dirigente dell'Ansaldo, Roberto Adinolfi, gambizzato a Genova. Il volantino di quattro pagine è stato recapitato al Corriere della Sera per posta ordinaria. Il timbro postale indica che la busta è stata inviata da Genova. Secondo fonti della sicurezza e giudiziarie la rivendicazione è «attendibile».
PIOMBO NELLE GAMBE - Come incipit del lungo testo viene citata una frase di Adinolfi (questa l'intervista da cui è tratta), cui due uomini hanno sparato alle gambe, in cui il dirigente sminuisce l'impatto ambientale del nucleare e la portata del disastro nucleare in Giappone di Fukushima. Il titolo del documento è «Il marchio della vita». Nel testo si legge: «Abbiamo azzoppato Roberto Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell'atomo dall'anima candida e dalla coscienza pulita». Sparare, dicono gli anarchici, è stato «un piccolo frammento di giustizia, piombo nelle gambe per lasciare un imperituro ricordo di quello che è ad un grigio assassino». Adinolfi «non solo ha progettato o ha collaborato nella gestione di centrali mortifere ma ne ha promosso l'impianto e lo sfruttamento con l'Ansaldo tramando con i singoli governi; scienza, politica ed economia in perfetto connubio». Poi di nuovo il riferimento al Giappone e a Fukushima: «È solo questione di tempo e una Fukushima europea mieterà morti nel nostro continente». E la minaccia: «Ti diamo una cattiva notizia - continua il comunicato - ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, è la tua fisica che ce lo insegna. Con questa nostra azione ti restituiamo una piccolissima parte delle sofferenze che tu uomo di scienza stai riversando sul mondo».
L'OBIETTIVO - L'obiettivo è stato scelto con cura, individuato in modo da «colpire dove più nuoce»: un «nemico che veste i panni dell'agnello», ritenuto tra «i maggiori responsabili, insieme a Scajola, del rientro del nucleare in Italia». Poi vengono annunciate nuove azioni contro Finmeccanica. Nel testo si legge ancora: «Con piacere abbiamo riempito il caricatore. Impugnare una pistola, scegliere e seguire l'obiettivo, coordinare mente e mano sono stati un passaggio obbligato». E ancora: «Siamo dei folli amanti della libertà e mai rinunceremo alla rivoluzione, alla distruzione completa dello stato e delle sue violenze».
La busta con cui è stata inviata la rivendicazione
OLGA, UN'ANARCHICA GRECA - Il nome del nucleo Olga - in onore di Olga Ikonomidou, anarchica greca in carcere dal 2011 - definita «nostra sorella delle CCF (cospirazione cellule di fuoco/FAI». Olga Ikonomidou fa parte delle Ccf (Cospirazione delle cellule di fuoco), nuova corrente anarchica greca, ed è detenuta in un carcere ellenico dal 14 marzo 2011, insieme ad altri tre compagni. Il nucleo Olga fa parte della Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale Il testo di rivendicazione si chiude con minacce di «una lotta contro Finmeccanica piovra assassina. Oggi l'Ansaldo Nucleare, domani un altro dei suoi tentacoli». Ma non solo. La Fai annuncia nuove azioni, potrebbero essere almeno otto, tante quanti sono i «membri prigionieri» della Ccf/Fai detenuti in Grecia. «Nelle nostre prossime azioni - dice il documento - il nome degli altri fratelli greci, una azione per ognuno di loro». E vengono indicati i nomi degli altri detenuti in Grecia: Daniano Bolano, Giorgos Nikopoulos, Panayiotis Argyrou, Gerasimos Tsakalos, Michalis Nikolopoulos. Nel testo si fa riferimento anche al ferimento con un pacco bomba di un funzionario di Equitalia, Marco Cuccagna nel dicembre 2011: «Potevamo colpire qualche funzionario di Equitalia ma non siamo alla ricerca del consenso».
NO ESPERIENZA MILITARE - La Fai afferma che «a progettare e realizzare questa azione sono stati degli anarchici senza alcuna esperienza militare, senza alcun specialismo, solo degli anarchici che con questa nostra prima azione vogliono segnare definitivamente un solco tra loro e quell'anarchismo infuocato solo a chiacchiere e intriso di gregarismo».
Il dirigente Ansaldo torna a casa
LE INDAGINI E ADINOLFI ESCE DALL'OSPEDALE - Il Ros dei Carabinieri (il raggruppamento operativo speciale) sta analizzando il documento per capire l'autencità della rivendicazione. Secondo il procuratore di Genova Michele Di Lecce la rivendicazione «appare attendibile. Dobbiamo ancora analizzarla a fondo ma è strutturata». Nel frattempo Roberto Adinolfi è uscito dall'ospedale San Martino di Genova: «Sto bene, sto bene. Ringrazio tutti, il peggio è passato». Il manager era visibilmente commosso quando è sceso dall'ambulanza, seduto sulla sedia a rotelle accompagnato dai figli. «Ai miei attentatori non dico nulla. Ora la cosa più importante è che il peggio è passato», ha detto entrando nel portone di casa, prima che si diffondesse la notizia della rivendicazione del suo ferimento. «Ora l'incubo è alle spalle» ha detto piangendo, e riabbracciando Mario, uno dei figli.
IL PRECEDENTE - La rivendicazione del Nucleo Olga arriva dopo un precedente comunicato, siglato dai GAP (Gruppi Armati Proletari) e intitolato «Contro la violenza dei padroni, violenza rivoluzionaria», postato su Indymedia Piemonte nei giorni scorsi.
Antonella De Gregorio
Marta Serafini
11 maggio 2012 | 14:23
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
AFFISSI ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE, ALL’INPS E DAVANTI A UN'AZIENDA
Legnano, trovati quattro volantini
con la firma delle Brigate Rosse
Copie esatte di una rivendicazione diffusa dalle Br nel 1977 in seguito all'attentato al giornalista Emilio Rossi
Uno dei volantini affissi a Legnano
MILANO - Quattro volantini firmati Brigate Rosse sono stati rinvenuti questa mattina a Legnano, affissi in quattro diversi punti della città. Il primo era appeso su una targa esterna dell’Agenzia delle entrate di via Pisa, il secondo all’Inps di via Podgora, mentre gli ultimi due erano affissi sulle pareti esterne dell’azienda Franco Tosi. Uno su una bacheca all’angolo di piazza Monumento e l’altro sul cancello del dopo-lavoro di via Cairoli. Sui volantini non è presente alcuna rivendicazione dei fatti di Genova, per i quali invece è arrivata per posta al Corriere della Sera una rivendicazione firmata dalla Federazione Anarchica Informale.
TESTO DEL 1977 - I volantini affissi a Legnano sono la copia esatta di una rivendicazione delle Brigate Rosse diffusa nel 1977 in seguito all'attentato al giornalista Emilio Rossi. Del caso si stanno occupando la Digos di Milano e il nucleo informativo dei Carabinieri, che sono intervenuti per il sequestro di uno dei quattro volantini.
PROCURA - Il pubblico ministero di Milano Maurizio Ascione ha aperto un fascicolo modello 45 (fatti non costituenti reato, senza ipotesi di reato e senza iscritti) in merito al ritrovamento dei quattro volantini con la stella a cinque punte. L'apertura del fascicolo è finalizzata ad accertare la genuinità dei volantini ed eventuali responsabilità. Il ritrovamento, a Legnano, di alcuni volantini riconducibili alle Brigate rosse sono il segno, secondo il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, di una «volontà di accrescere il livello di tensione teso a minare le nostre istituzioni democratiche».
Volantini Br all'asta
Redazione Milano online
11 maggio 2012 | 14:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
Legnano, trovati quattro volantini
con la firma delle Brigate Rosse
Copie esatte di una rivendicazione diffusa dalle Br nel 1977 in seguito all'attentato al giornalista Emilio Rossi
Uno dei volantini affissi a Legnano
MILANO - Quattro volantini firmati Brigate Rosse sono stati rinvenuti questa mattina a Legnano, affissi in quattro diversi punti della città. Il primo era appeso su una targa esterna dell’Agenzia delle entrate di via Pisa, il secondo all’Inps di via Podgora, mentre gli ultimi due erano affissi sulle pareti esterne dell’azienda Franco Tosi. Uno su una bacheca all’angolo di piazza Monumento e l’altro sul cancello del dopo-lavoro di via Cairoli. Sui volantini non è presente alcuna rivendicazione dei fatti di Genova, per i quali invece è arrivata per posta al Corriere della Sera una rivendicazione firmata dalla Federazione Anarchica Informale.
TESTO DEL 1977 - I volantini affissi a Legnano sono la copia esatta di una rivendicazione delle Brigate Rosse diffusa nel 1977 in seguito all'attentato al giornalista Emilio Rossi. Del caso si stanno occupando la Digos di Milano e il nucleo informativo dei Carabinieri, che sono intervenuti per il sequestro di uno dei quattro volantini.
PROCURA - Il pubblico ministero di Milano Maurizio Ascione ha aperto un fascicolo modello 45 (fatti non costituenti reato, senza ipotesi di reato e senza iscritti) in merito al ritrovamento dei quattro volantini con la stella a cinque punte. L'apertura del fascicolo è finalizzata ad accertare la genuinità dei volantini ed eventuali responsabilità. Il ritrovamento, a Legnano, di alcuni volantini riconducibili alle Brigate rosse sono il segno, secondo il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, di una «volontà di accrescere il livello di tensione teso a minare le nostre istituzioni democratiche».
Volantini Br all'asta
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11 maggio 2012 | 14:18
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
Questa mattina manifestanti, "aderenti a diverse sigle di disoccupati, centri sociali ed al Sindacato lavoratori in lotta" hanno assaltato la sede di Equitalia.
Oltre ad essere un campanello d'allarme è anche la dimostrazione che manca una direzione politica che eviti che il malessere sociale si indirizzi verso obbiettivi sbagliati.
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id ... sez=NAPOLI
Oltre ad essere un campanello d'allarme è anche la dimostrazione che manca una direzione politica che eviti che il malessere sociale si indirizzi verso obbiettivi sbagliati.
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
Da nord a sud esplode la violenza contro Equitalia. L’ente si difende: “Inaccettabile”
L'agenzia di riscossione è nel mirino in tutta Italia. Nel milanese aggrediti degli esattori, nel capoluogo campano una manifestazione contro i suicidi trasformata in uno scontro con le forze dell'ordine, nel vicentino scritte e minacce contro l'ente e a Viterbo arrestato un uomo che minacciava di uccidere i dipendenti di Equitalia. Giovedì Monti incontra la dirigenza
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 maggio 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... ia/226351/
Milano, Vicenza, Viterbo, Roma e Napoli. Quindi nord, centro e sud Italia: le proteste contro Equitalia si estendono a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale. Con modalità e tempistiche che evidenziano un’escalation di violenza che solo la settimana scorsa ha portato al sequestro di 12 persone nella sede dell’agenzia a Romano di Lombardia. Quella di oggi, però, è una giornata ancor più tesa su questo fronte. A Melegnano, nel Milanese, due dipendenti dell’ente sono stati feriti durante un’aggressione; a Napoli la sede cittadina è stata assediata da manifestanti e ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, venerdì prossimo è già in programma un’altra iniziativa; nel vicentino sono comparse scritte minatorie sui muri dell’edificio cittadini dell’agenzia; a Viterbo è intervenuta la polizia per arrestare un uomo che minacciava di uccidere alcuni impiegati di Equitalia. Un bollettino da guerra. Nella capitale, invece, è stato inviato un pacco bomba alla direzione generale dell’agenzia di riscossione. A Schio sui muri della sede cittadina sono apparse scritte minatorie come “Infami” o “Io uccido”. Giovedì 17 maggio, alle ore 9, il premier Mario Monti parteciperà a un incontro con la dirigenza dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia. Che si difende con un lungo comunicato: “E’ inaccettabile continuare a scaricare irresponsabilmente su Equitalia la colpa di gesti estremi e situazioni drammatiche, che hanno invece origini diverse e lontane e che stanno esplodendo solo oggi a causa della crisi economica. Eventi tragici da non spettacolarizzare, per i quali Equitalia esprime profonda vicinanza alle famiglie coinvolte. La troppa superficialità con cui negli ultimi tempi si è associato a Equitalia il termine suicidio sta avendo come effetto di alimentare tensioni sociali, oggetto di facili strumentalizzazioni, che sfociano in vere e proprie guerriglie, come quella odierna organizzata contro gli sportelli di Napoli, in minacce, come l’ennesimo pacco bomba intercettato nella sede della capogruppo a Roma, e in aggressioni fisiche a dipendenti impegnati nel proprio lavoro, come accaduto stamane a Melegnano. Nel sottolineare la propria preoccupazione per questi episodi – conclude il testo del comunicato – Equitalia esprime massima solidarietà a tutto il personale e auspica che tutti, istituzioni, media, società civile e mondo imprenditoriale, si impegnino per ripristinare quel clima di dialogo e collaborazione indispensabile per placare tali tensioni”.
ROMA - Un pacco bomba è stato inviato alla direzione generale di Equitalia in via Grezzar a Roma. Secondo quanto si apprende il pacco conteneva poca polvere pirica ed era senza innesco. Sul posto sono intervenuti la Guardia di finanza e gli artificieri della polizia. Indaga la Digos.
MILANO - Un imprenditore edile, Giuseppe Neletti, 50enne originario di Gela, presente nello studio, ha malmenato due ispettori arrivati per una verifica fiscale. L’aggressore avrebbe un debito di 250mila euro con l’agenzia entrate. Alcuni testimoni presenti fuori dallo studio del commercialista hanno raccontato che il litigio è proseguito fuori dallo studio. L’imprenditore ha urlato: “Mi avete dissanguato, mi avete rovinato”.
NAPOLI - Circa 200 manifestanti, riuniti sotto la sigla Realtà (espressione dell’ala antagonista cittadina), sono scese in piazza per manifestare davanti alla sede di Equitalia, in corso Meridionale ed è stata subito tensione. Il presidio è stato organizzato dopo i sette suicidi registrati in Campania a causa della crisi. Le serrande degli uffici dell’agenzia sono state abbassate, la polizia ha protetto l’edificio e dopo diversi lanci di pietre e alcuni incendi di cassonetti sono partite le cariche di alleggerimento della celere, accompagnate dall’uso di lacrimogeni. Alcuni manifestanti hanno provato a sfondare i cordoni delle forze dell’ordine per irrompere negli uffici di riscossione, ma sono stati respinti. Si sono sentite anche due esplosioni, forse petardi o bombe carta. Un agente è rimasto ferito ad una caviglia a seguito del lancio di una pietra e c’è stato un contuso anche fra i manifestanti: si tratta di un un giovane colpito alla testa da una manganellata. Nella zona adiacente alla sede di Equitalia, inoltre, presenti diversi blocchi stradali. Verso le 11 la polizia ha riaperto al traffic rimuovendo i contenitori della nettezza urbana messi di traverso in strada dai manifestanti, controllati dall’alto da un elicottero della polizia che ne sta monitorando gli spostamenti. Secondo i manifestanti, gli incidenti sarebbero scoppiati per il rifiuto dei responsabili di Equitalia di chiudere oggi gli uffici in segno di lutto per gli ultimi suicidi avvenuti nel napoletano in seguito alla consegna di cartelle della società di riscossione. Contro la facciata dell’edificio è stata lanciata vernice rossa.
Negli scontri, sono dieci i poliziotti finiti in ospedale a seguito degli scontri. Complessivamente circa 600 persone hanno partecipato alla protesta: si tratta di esponenti di tutta l’area antagonista, tra cui i precari Bros del coordinamento di lotta per il lavoro e i collettivi studenteschi. La questura ha precisato che la manifestazione non era autorizzata. Dei 600 dimostranti circa 200 hanno lanciato uova, vernice, bottiglie e sampietrini prima contro l’edificio di Equitalia e poi contro la polizia. I cassonetti della spazzatura sono stati poi utilizzati dai manifestanti come ariete per sfondare il cordone della polizia sistemata a protezione di Equitalia. Grazie alle foto e alle riprese eseguite con telecamere digitali la polizia potrà identificare numerosi manifestanti. La polizia ha avviato indagini per individuare “manifestanti responsabili di eventuali azioni penalmente rilevanti”.
VICENZA - Sul muro della sede di Equitalia di Schio sono comparse nella notte alcune scritte dal contenuto inequivocabile: “io uccido” e “infami”. I ‘messaggi’, realizzati con spray nero e rosso, sono accompagnati da un simbolo comunque irriconoscibile. Sul posto è arrivata la Digos della questura di Vicenza per comprendere i contorni dell’accaduto.
VITERBO - La Digos di Viterbo ha fatto irruzione nell’abitazione di un piccolo imprenditore residente in un paese della provincia che, poco prima, con una telefonata alla sede Uil aveva annunciato che si sarebbe recato all’Agenzia delle Entrate di Viterbo, armato di pistola, e avrebbe ucciso gli impiegati. “Prima che mi rovinino del tutto – aveva detto al sindacalista – ammazzo qualcuno di loro”. Nella casa non sono state trovate armi. L’uomo, un settantenne, la cui azienda era stata dichiarata fallita, Si era rivolto in modo anonimo alla Uil per chiedere assistenza legale. Gli uomini della Digos, diretti da Monia Morelli, sono riusciti ad identificarlo in meno di due ore. Subito dopo si sono recati nella sua abitazione e l’hanno perquisita. Non sono state trovate armi. L’imprenditore ha riferito agli agenti di essere in condizioni economiche disperate.
BANCHE E SERIT NEL MIRINO - Dopo l’Agenzia delle entrate, che resta presidiata, gli operai ex Fiat e indotto di Termini Imerese hanno occupato questa mattina anche gli uffici della Serit, la società di riscossione dei tributi in Sicilia. Una cinquantina di metalmeccanici sono entrati nei locali dell’esattoria, in via Falcone e Borsellino, e hanno annunciato che si fermeranno a oltranza, fino a che non ci saranno garanzie per la riapertura della fabbrica automobilistica dismessa dal Lingotto, per gli esodati. Ad un ufficio della Deutsche Bank di Bologna, invece, sono stati simbolicamente ‘messi i sigilli’ da parte di un gruppo di manifestanti del centro sociale Tpo. Gli attivisti hanno sbarrato l’ingresso della banca in via Marconi con del nastro giallo e nero. Affisso anche lo striscione ‘Freedom of movement blokupy the bancks dictature. Rise up‘, mentre sul muro dello storico palazzo sono state realizzate alcune scritte con vernice rossa. I manifestanti, una trentina, hanno alzato cartelli contro ‘L’Europa delle banche’. A sorvegliare la protesta, alcuni blindati della polizia e agenti con caschi e scudi antisommossa.
L'agenzia di riscossione è nel mirino in tutta Italia. Nel milanese aggrediti degli esattori, nel capoluogo campano una manifestazione contro i suicidi trasformata in uno scontro con le forze dell'ordine, nel vicentino scritte e minacce contro l'ente e a Viterbo arrestato un uomo che minacciava di uccidere i dipendenti di Equitalia. Giovedì Monti incontra la dirigenza
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 11 maggio 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05 ... ia/226351/
Milano, Vicenza, Viterbo, Roma e Napoli. Quindi nord, centro e sud Italia: le proteste contro Equitalia si estendono a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale. Con modalità e tempistiche che evidenziano un’escalation di violenza che solo la settimana scorsa ha portato al sequestro di 12 persone nella sede dell’agenzia a Romano di Lombardia. Quella di oggi, però, è una giornata ancor più tesa su questo fronte. A Melegnano, nel Milanese, due dipendenti dell’ente sono stati feriti durante un’aggressione; a Napoli la sede cittadina è stata assediata da manifestanti e ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, venerdì prossimo è già in programma un’altra iniziativa; nel vicentino sono comparse scritte minatorie sui muri dell’edificio cittadini dell’agenzia; a Viterbo è intervenuta la polizia per arrestare un uomo che minacciava di uccidere alcuni impiegati di Equitalia. Un bollettino da guerra. Nella capitale, invece, è stato inviato un pacco bomba alla direzione generale dell’agenzia di riscossione. A Schio sui muri della sede cittadina sono apparse scritte minatorie come “Infami” o “Io uccido”. Giovedì 17 maggio, alle ore 9, il premier Mario Monti parteciperà a un incontro con la dirigenza dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia. Che si difende con un lungo comunicato: “E’ inaccettabile continuare a scaricare irresponsabilmente su Equitalia la colpa di gesti estremi e situazioni drammatiche, che hanno invece origini diverse e lontane e che stanno esplodendo solo oggi a causa della crisi economica. Eventi tragici da non spettacolarizzare, per i quali Equitalia esprime profonda vicinanza alle famiglie coinvolte. La troppa superficialità con cui negli ultimi tempi si è associato a Equitalia il termine suicidio sta avendo come effetto di alimentare tensioni sociali, oggetto di facili strumentalizzazioni, che sfociano in vere e proprie guerriglie, come quella odierna organizzata contro gli sportelli di Napoli, in minacce, come l’ennesimo pacco bomba intercettato nella sede della capogruppo a Roma, e in aggressioni fisiche a dipendenti impegnati nel proprio lavoro, come accaduto stamane a Melegnano. Nel sottolineare la propria preoccupazione per questi episodi – conclude il testo del comunicato – Equitalia esprime massima solidarietà a tutto il personale e auspica che tutti, istituzioni, media, società civile e mondo imprenditoriale, si impegnino per ripristinare quel clima di dialogo e collaborazione indispensabile per placare tali tensioni”.
ROMA - Un pacco bomba è stato inviato alla direzione generale di Equitalia in via Grezzar a Roma. Secondo quanto si apprende il pacco conteneva poca polvere pirica ed era senza innesco. Sul posto sono intervenuti la Guardia di finanza e gli artificieri della polizia. Indaga la Digos.
MILANO - Un imprenditore edile, Giuseppe Neletti, 50enne originario di Gela, presente nello studio, ha malmenato due ispettori arrivati per una verifica fiscale. L’aggressore avrebbe un debito di 250mila euro con l’agenzia entrate. Alcuni testimoni presenti fuori dallo studio del commercialista hanno raccontato che il litigio è proseguito fuori dallo studio. L’imprenditore ha urlato: “Mi avete dissanguato, mi avete rovinato”.
NAPOLI - Circa 200 manifestanti, riuniti sotto la sigla Realtà (espressione dell’ala antagonista cittadina), sono scese in piazza per manifestare davanti alla sede di Equitalia, in corso Meridionale ed è stata subito tensione. Il presidio è stato organizzato dopo i sette suicidi registrati in Campania a causa della crisi. Le serrande degli uffici dell’agenzia sono state abbassate, la polizia ha protetto l’edificio e dopo diversi lanci di pietre e alcuni incendi di cassonetti sono partite le cariche di alleggerimento della celere, accompagnate dall’uso di lacrimogeni. Alcuni manifestanti hanno provato a sfondare i cordoni delle forze dell’ordine per irrompere negli uffici di riscossione, ma sono stati respinti. Si sono sentite anche due esplosioni, forse petardi o bombe carta. Un agente è rimasto ferito ad una caviglia a seguito del lancio di una pietra e c’è stato un contuso anche fra i manifestanti: si tratta di un un giovane colpito alla testa da una manganellata. Nella zona adiacente alla sede di Equitalia, inoltre, presenti diversi blocchi stradali. Verso le 11 la polizia ha riaperto al traffic rimuovendo i contenitori della nettezza urbana messi di traverso in strada dai manifestanti, controllati dall’alto da un elicottero della polizia che ne sta monitorando gli spostamenti. Secondo i manifestanti, gli incidenti sarebbero scoppiati per il rifiuto dei responsabili di Equitalia di chiudere oggi gli uffici in segno di lutto per gli ultimi suicidi avvenuti nel napoletano in seguito alla consegna di cartelle della società di riscossione. Contro la facciata dell’edificio è stata lanciata vernice rossa.
Negli scontri, sono dieci i poliziotti finiti in ospedale a seguito degli scontri. Complessivamente circa 600 persone hanno partecipato alla protesta: si tratta di esponenti di tutta l’area antagonista, tra cui i precari Bros del coordinamento di lotta per il lavoro e i collettivi studenteschi. La questura ha precisato che la manifestazione non era autorizzata. Dei 600 dimostranti circa 200 hanno lanciato uova, vernice, bottiglie e sampietrini prima contro l’edificio di Equitalia e poi contro la polizia. I cassonetti della spazzatura sono stati poi utilizzati dai manifestanti come ariete per sfondare il cordone della polizia sistemata a protezione di Equitalia. Grazie alle foto e alle riprese eseguite con telecamere digitali la polizia potrà identificare numerosi manifestanti. La polizia ha avviato indagini per individuare “manifestanti responsabili di eventuali azioni penalmente rilevanti”.
VICENZA - Sul muro della sede di Equitalia di Schio sono comparse nella notte alcune scritte dal contenuto inequivocabile: “io uccido” e “infami”. I ‘messaggi’, realizzati con spray nero e rosso, sono accompagnati da un simbolo comunque irriconoscibile. Sul posto è arrivata la Digos della questura di Vicenza per comprendere i contorni dell’accaduto.
VITERBO - La Digos di Viterbo ha fatto irruzione nell’abitazione di un piccolo imprenditore residente in un paese della provincia che, poco prima, con una telefonata alla sede Uil aveva annunciato che si sarebbe recato all’Agenzia delle Entrate di Viterbo, armato di pistola, e avrebbe ucciso gli impiegati. “Prima che mi rovinino del tutto – aveva detto al sindacalista – ammazzo qualcuno di loro”. Nella casa non sono state trovate armi. L’uomo, un settantenne, la cui azienda era stata dichiarata fallita, Si era rivolto in modo anonimo alla Uil per chiedere assistenza legale. Gli uomini della Digos, diretti da Monia Morelli, sono riusciti ad identificarlo in meno di due ore. Subito dopo si sono recati nella sua abitazione e l’hanno perquisita. Non sono state trovate armi. L’imprenditore ha riferito agli agenti di essere in condizioni economiche disperate.
BANCHE E SERIT NEL MIRINO - Dopo l’Agenzia delle entrate, che resta presidiata, gli operai ex Fiat e indotto di Termini Imerese hanno occupato questa mattina anche gli uffici della Serit, la società di riscossione dei tributi in Sicilia. Una cinquantina di metalmeccanici sono entrati nei locali dell’esattoria, in via Falcone e Borsellino, e hanno annunciato che si fermeranno a oltranza, fino a che non ci saranno garanzie per la riapertura della fabbrica automobilistica dismessa dal Lingotto, per gli esodati. Ad un ufficio della Deutsche Bank di Bologna, invece, sono stati simbolicamente ‘messi i sigilli’ da parte di un gruppo di manifestanti del centro sociale Tpo. Gli attivisti hanno sbarrato l’ingresso della banca in via Marconi con del nastro giallo e nero. Affisso anche lo striscione ‘Freedom of movement blokupy the bancks dictature. Rise up‘, mentre sul muro dello storico palazzo sono state realizzate alcune scritte con vernice rossa. I manifestanti, una trentina, hanno alzato cartelli contro ‘L’Europa delle banche’. A sorvegliare la protesta, alcuni blindati della polizia e agenti con caschi e scudi antisommossa.
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
AFFISSI ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE, ALL’INPS E DAVANTI A UN'AZIENDA
Legnano, trovati volantini con la firma delle Brigate Rosse a Legnano e Parabiago
Copie esatte di una rivendicazione diffusa dalle Br nel 1977 con quattro punti evidenziati
MILANO - È stato trovato un quinto volantino a firma Brigate Rosse con la stella a cinque punte dai dipendenti del certo polifunzionale della corrispondenza che fa capo al comune di Parabiago. Il paese alle porte di Milano è vicino a Legnano, dove sono stati rinvenuti altri 4 manifesti. Il testo contenuto all'interno del volantino è analogo a quelli di Legnano.
LEGNANO - Quattro volantini firmati Brigate Rosse sono stati rinvenuti questa mattina a Legnano, affissi in quattro diversi punti della città. Il primo era appeso su una targa esterna dell’Agenzia delle entrate di via Pisa, il secondo all’Inps di via Podgora, mentre gli ultimi due erano affissi sulle pareti esterne dell’azienda Franco Tosi. Uno su una bacheca all’angolo di piazza Monumento e l’altro sul cancello del dopo-lavoro di via Cairoli. Sui volantini non è presente alcuna rivendicazione dei fatti di Genova, per i quali invece è arrivata per posta al Corriere della Sera una rivendicazione firmata dalla Federazione Anarchica Informale.
TESTO DEL 1977 - I volantini affissi a Legnano sono la copia esatta di una rivendicazione delle Brigate Rosse diffusa nel 1977 in seguito all'attentato al giornalista Emilio Rossi. Del caso si stanno occupando la Digos di Milano e il nucleo informativo dei Carabinieri, che sono intervenuti per il sequestro di uno dei quattro volantini.
PROCURA - Il pubblico ministero di Milano Maurizio Ascione ha aperto un fascicolo modello 45 (fatti non costituenti reato, senza ipotesi di reato e senza iscritti) in merito al ritrovamento dei volantini con la stella a cinque punte. Sono quattro i punti evidenziati nel testo dei volantini: «Portare l'attacco allo Stato imperialista delle multinazionali; disarticolare la struttura della controguerriglia attiva; colpire gli uomini e i simboli della guerra psicologica; costruire l'unità del movimento rivoluzionario nel partito».
LA FIOM - «Prendiamo le distanze dai volantini che sono stati trovati alla Franco Tosi e condanniamo fermamente sia l'atto compiuto sia i contenuti. Quanto scritto su quei volantini non ha nulla a che vedere con la storia della Fiom e dei lavoratori italiani». Così Mirco Rota, segretario generale Fiom Cgil Lombardia, e Renato Esmeraldi, segretario generale Fiom Cgil Legnano.
PODESTA' - Il ritrovamento, a Legnano, di alcuni volantini riconducibili alle Brigate rosse sono il segno, secondo il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, di una «volontà di accrescere il livello di tensione teso a minare le nostre istituzioni democratiche».
Volantini Br all'asta
Redazione Milano online
11 maggio 2012 | 20:43
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere.it
Legnano, trovati volantini con la firma delle Brigate Rosse a Legnano e Parabiago
Copie esatte di una rivendicazione diffusa dalle Br nel 1977 con quattro punti evidenziati
MILANO - È stato trovato un quinto volantino a firma Brigate Rosse con la stella a cinque punte dai dipendenti del certo polifunzionale della corrispondenza che fa capo al comune di Parabiago. Il paese alle porte di Milano è vicino a Legnano, dove sono stati rinvenuti altri 4 manifesti. Il testo contenuto all'interno del volantino è analogo a quelli di Legnano.
LEGNANO - Quattro volantini firmati Brigate Rosse sono stati rinvenuti questa mattina a Legnano, affissi in quattro diversi punti della città. Il primo era appeso su una targa esterna dell’Agenzia delle entrate di via Pisa, il secondo all’Inps di via Podgora, mentre gli ultimi due erano affissi sulle pareti esterne dell’azienda Franco Tosi. Uno su una bacheca all’angolo di piazza Monumento e l’altro sul cancello del dopo-lavoro di via Cairoli. Sui volantini non è presente alcuna rivendicazione dei fatti di Genova, per i quali invece è arrivata per posta al Corriere della Sera una rivendicazione firmata dalla Federazione Anarchica Informale.
TESTO DEL 1977 - I volantini affissi a Legnano sono la copia esatta di una rivendicazione delle Brigate Rosse diffusa nel 1977 in seguito all'attentato al giornalista Emilio Rossi. Del caso si stanno occupando la Digos di Milano e il nucleo informativo dei Carabinieri, che sono intervenuti per il sequestro di uno dei quattro volantini.
PROCURA - Il pubblico ministero di Milano Maurizio Ascione ha aperto un fascicolo modello 45 (fatti non costituenti reato, senza ipotesi di reato e senza iscritti) in merito al ritrovamento dei volantini con la stella a cinque punte. Sono quattro i punti evidenziati nel testo dei volantini: «Portare l'attacco allo Stato imperialista delle multinazionali; disarticolare la struttura della controguerriglia attiva; colpire gli uomini e i simboli della guerra psicologica; costruire l'unità del movimento rivoluzionario nel partito».
LA FIOM - «Prendiamo le distanze dai volantini che sono stati trovati alla Franco Tosi e condanniamo fermamente sia l'atto compiuto sia i contenuti. Quanto scritto su quei volantini non ha nulla a che vedere con la storia della Fiom e dei lavoratori italiani». Così Mirco Rota, segretario generale Fiom Cgil Lombardia, e Renato Esmeraldi, segretario generale Fiom Cgil Legnano.
PODESTA' - Il ritrovamento, a Legnano, di alcuni volantini riconducibili alle Brigate rosse sono il segno, secondo il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, di una «volontà di accrescere il livello di tensione teso a minare le nostre istituzioni democratiche».
Volantini Br all'asta
Redazione Milano online
11 maggio 2012 | 20:43
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
La storia si ripete in fotocopia.
Le Br che tirano fuori vecchi volantini di 35 anni fa, la Fiom che prende le distanze, il presidente della Provincia di Milano che fa la dichiarazione di rito:
«volontà di accrescere il livello di tensione teso a minare le nostre istituzioni democratiche».
Tutto regolarmente già visto.
Non per fare il moralista, ma Podestà, in questo sfascio generale che riportano alla luce una parte del vecchio terrorismo, un mattoncino ce l’ha messo pure lui. E’ indagato a Milano per falso ideologico per 900 firme false, contribuendo all’elezione del Celeste, che tanto Celeste non è.
Le Br che tirano fuori vecchi volantini di 35 anni fa, la Fiom che prende le distanze, il presidente della Provincia di Milano che fa la dichiarazione di rito:
«volontà di accrescere il livello di tensione teso a minare le nostre istituzioni democratiche».
Tutto regolarmente già visto.
Non per fare il moralista, ma Podestà, in questo sfascio generale che riportano alla luce una parte del vecchio terrorismo, un mattoncino ce l’ha messo pure lui. E’ indagato a Milano per falso ideologico per 900 firme false, contribuendo all’elezione del Celeste, che tanto Celeste non è.
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
http://video.corrieredelmezzogiorno.co
Lo scambio di carezze di "uomini contro" appartenenti allo stesso livello sociale è ripreso.
Nessuno di loro ha mai fatto le vacanze dorate ad Anguilla pagate da Daccò. Eppure sono li a fronteggiarsi secondo il solito rito.
Questo è un commento di un lettore del Corriere della Sera
forse si può capire questa gente
11.05|22:20 Lettore_992712
c'è tanta sofferenza ... e chi non si ribella si suicida.
Lo scambio di carezze di "uomini contro" appartenenti allo stesso livello sociale è ripreso.
Nessuno di loro ha mai fatto le vacanze dorate ad Anguilla pagate da Daccò. Eppure sono li a fronteggiarsi secondo il solito rito.
Questo è un commento di un lettore del Corriere della Sera
forse si può capire questa gente
11.05|22:20 Lettore_992712
c'è tanta sofferenza ... e chi non si ribella si suicida.
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
Senza parole...
11.05|17:59 gianluca1977pa
Che brutto vedere i manifestanti che si scontrano contro le forze dell'ordine, padri di famiglia, anche loro sicuramente scontenti di questa situazione, che rischiano la vita, giorno per giorno, e magari che con il loro stipendio devono campare moglie disoccupata, figli, pagare affitto ecc. Ma pensate che a nessuno di loro avrà mai scritto equitalia? Un manifestante afferma che "anche loro capirebbero"...ma credete che la polizia non capisce l'esasperazione della gente? Il loro compito, purtroppo, è quello di controllare l'ordine pubblico e non possono che disperdere la gente con l'uso della forza se costretti. A coloro che criticano le forze dell'ordine vorrei farli ragionare e far capire loro che anche dietro quelle divise c'è chi vive dei drammi come ciscuno di noi cittadini onesti lavoratori. In molti giornali o nei video su youtube leggo commenti abominevoli e insulti alla polizia o carabinieri quelli che siano...ma stiamo scherzando? A farne le spese non sono i veri ladri, i ricconi evasori, la casta pirata, ma padri di famiglia, che mettono ogni giorno a repentaglio la propria vita per cercare quantomeno di contenere la delinquenza. Cosa volete che facciano? Lasciare la gente in pasto ai manifestanti? Queste proteste sono il bruttissimo segno che il popolo è esasperato. Gente comune senza nessuno schieramento politico, il più a volto scoperto, senza ormai timore di essere arrestati, che si organizza per protestare violentemente. Dove arriveremo?
11.05|17:59 gianluca1977pa
Che brutto vedere i manifestanti che si scontrano contro le forze dell'ordine, padri di famiglia, anche loro sicuramente scontenti di questa situazione, che rischiano la vita, giorno per giorno, e magari che con il loro stipendio devono campare moglie disoccupata, figli, pagare affitto ecc. Ma pensate che a nessuno di loro avrà mai scritto equitalia? Un manifestante afferma che "anche loro capirebbero"...ma credete che la polizia non capisce l'esasperazione della gente? Il loro compito, purtroppo, è quello di controllare l'ordine pubblico e non possono che disperdere la gente con l'uso della forza se costretti. A coloro che criticano le forze dell'ordine vorrei farli ragionare e far capire loro che anche dietro quelle divise c'è chi vive dei drammi come ciscuno di noi cittadini onesti lavoratori. In molti giornali o nei video su youtube leggo commenti abominevoli e insulti alla polizia o carabinieri quelli che siano...ma stiamo scherzando? A farne le spese non sono i veri ladri, i ricconi evasori, la casta pirata, ma padri di famiglia, che mettono ogni giorno a repentaglio la propria vita per cercare quantomeno di contenere la delinquenza. Cosa volete che facciano? Lasciare la gente in pasto ai manifestanti? Queste proteste sono il bruttissimo segno che il popolo è esasperato. Gente comune senza nessuno schieramento politico, il più a volto scoperto, senza ormai timore di essere arrestati, che si organizza per protestare violentemente. Dove arriveremo?
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
Equitalia, alta tensione: due molotov a Livorno
12 maggio 2012
Due bottiglie molotov sono state scagliate contro l'ingresso della sede livornese di Equitalia.
Le fiamme hanno danneggiato l'esterno della sede che si trova al piano terra di un edificio in via Indipendenza, nel pieno centro della città toscana.
È accaduto attono alle 4.30 di oggi. Sul posto, per le indagini, si trovano gli uomini della Digos di Livorno.
Il gesto è avvenuto a poche ore di distanza dalla busta contenente polvere pirica inviata alla sede legale di Equitalia a Roma.
12 maggio 2012
Due bottiglie molotov sono state scagliate contro l'ingresso della sede livornese di Equitalia.
Le fiamme hanno danneggiato l'esterno della sede che si trova al piano terra di un edificio in via Indipendenza, nel pieno centro della città toscana.
È accaduto attono alle 4.30 di oggi. Sul posto, per le indagini, si trovano gli uomini della Digos di Livorno.
Il gesto è avvenuto a poche ore di distanza dalla busta contenente polvere pirica inviata alla sede legale di Equitalia a Roma.
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Re: La corda tirata troppo a lungo si è spezzata.......
Il testo della rivendicazione al Corriere della Sera
http://media2.corriere.it/corriere/pdf/ ... 110512.pdf
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