Renzi

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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UncleTom
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Re: Renzi

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Manovra, i punti critici per l’Europa: “Misure una tantum, spese strutturali antisismiche e deficit al 2,3%”
Manovra, i punti critici per l’Europa: “Misure una tantum, spese strutturali antisismiche e deficit al 2,3%”
Economia
Secondo quanto anticipato dalla stampa, sono questi i punti contenuti nella lettera di richiamo della Commissione. Né Renzi né Padoan, però, si sono mostrati disposti a soddisfare le richieste di Bruxelles
di F. Q. | 24 ottobre 2016
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Troppe coperture una tantum per fare quadrare le spese di bilancio e dubbi sul piano nazionale di salvaguardia anti-sismica. Inclusi invece nello scorporo del deficit i costi per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 24 agosto. E viene riconosciuto anche l’aumento di spesa per i migranti rispetto al 2016. I media anticipano quelli che dovrebbero essere i principali punti della lettera della Ue indirizzata all’Italia. Oggetto: dubbi e rilievi sulla manovra che presenta un aumento del deficit al 2,3%. Un decimale di troppo per la Commissione, che corrisponde a 1,6 miliardi di euro. Né Renzi né Padoan, però, intendono accontentare Bruxelles. Per il presidente del Consiglio al limite l’Europa può fare “una lettera sulla manovra italiana chiedendo maggiori spiegazioni, ma la sostanza non cambia“, mentre il ministro dell’Economia, in un’intervista a Repubblica accolta con disappunto dai vertici comunitari, spiega che l’Europa è al bivio e “deve scegliere da che parte stare”. E bocciare la finanziaria italiana “sarebbe l’inizio della fine”.




Ma ci sono anche altri Paesi che attendono le lettere di “richiamo” sulle leggi di bilancio: sono Belgio, Spagna, Portogallo, Estonia e forse Francia e Olanda. Nel caso italiano, scrive Repubblica, la bocciatura – nonostante le regole lo permettano – non arriverà il 31 ottobre. E il calendario fissato a Bruxelles prevede soltanto “dopo Natale l’eventuale bocciatura definitiva con apertura di procedura di infrazione sui conti”. I vertici comunitari sperano che dopo il referendum ci sia maggiore flessibilità al cambiamento da parte del governo ma, nel frattempo, rimane da arginare il rischio che altri paesi possano impallinare la finanziaria italiana e che la Commissione, nel caso di eccessiva indulgenza nei confronti di Roma, venga accusata di favoritismi. Ipotesi ed equilibri delicati che possono ripercuotersi negativamente sulle relazioni diplomatiche di tutta la zona euro, e creare fratture all’interno delle istituzioni Ue e tra i 28.

Già nella conferenza stampa a conclusione del vertice del 21 ottobre, in cui tra l’altro è riuscito a stoppare la minaccia di ulteriori sanzioni economiche alla Russia per le azioni in Siria, Renzi aveva argomentato che l’Italia non si aspetta una bocciatura, semmai procedure di infrazione per chi non rispetta le norme sui migranti. Ed aveva anticipato che nella battaglia per il futuro bilancio europeo 2019-2026, l’Italia non sarà disposta a continuare a dare soldi (“ogni anno versiamo 20 miliardi e ne riprendiamo 12”) che vanno a favore dei paesi dell’est se questi continueranno a rifiutare la solidarietà per la distribuzione dei profughi. Ed aveva anche sottolineato che per uscire dalla crisi “il modello americano di Obama ha funzionato, quello dell’austerity europea no”.

Un livello di confronto “alto”, quello impostato dall’Italia con Bruxelles, che ufficialmente non commenta le parole di Renzi né quelle di Padoan. Nella Commissione nessuno vuole creare problemi all’Italia in vista del referendum, ma c’è un gruppo di falchi che continua a considerare le regole del fiscal compact (“votato da Monti, Berlusconi, Bersani“, ha ricordato Renzi ribadendo che intende “metterlo in discussione”) più importanti di qualsiasi ragionamento politico.

Fonti europee già nei giorni scorsi hanno riferito della “sorpresa” con cui ai piani alti della Commissione è stata accolta la bozza della manovra, dopo che alla fine di settembre era stato raggiunto un accordo sul tetto del 2,2% di deficit nominale, salito a 2,3% nella proposta poi effettivamente presentata. E sono trapelate le riserve sull’andamento del deficit strutturale. A Roma intanto, non sembra ancora aver assunto una forma definitiva il testo della legge di bilancio, attesa in Parlamento il 20 ottobre, ma non ancora approdata in Commissione. “Siamo assolutamente in regola. C’è un termine, il 20 ottobre, che non è perentorio”, si è giustificato Renzi, assicurando che il governo presenterà la legge in settimana.
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Re: Renzi

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E' POSSIBILE IMMAGINARE CHE L'EUROPA SI FACCIA MENARE PER IL NASO DA UN PIRLETTI TRICOLORE QUALSIASI CHE I COMPAGNI DI SCUOLA CHIAMAVANO IL BOMBA??????????????????????





24 OTT 2016 11:19
BRUXELLES BOCCIA MATTEO PER SALVARE LA UE

- TRA OGGI E DOMANI, LA LETTERA CHE FINGE DI CHIEDERE CHIARIMENTI SULLA MANOVRA, IN REALTA’ LA SMONTA PEZZO PER PEZZO

- IL PREMIERINO MINIMIZZA: UNA PROCEDURA FISIOLOGIA, SE JUNCKER NON LA FACESSE ENTREREBBE IN CRISI IL RISPETTO DEI TRATTATI
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Re: Renzi

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Renzi contestato a Palermo, quando Pd vuol dire ‘Pestaggio democratico’

Politica
di Diego Fusaro | 24 ottobre 2016
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Ecco la scena. Raccontata in breve. Studenti che pacificamente si ritrovano e pacificamente protestano a Palermo contro Renzi e il partito del capitale. Nulla di nuovo, fino a qui. Normale che vi siano dissensi e proteste. È, o dovrebbe essere, così in una democrazia. Che è, o dovrebbe essere, il potere che non solo accetta e non reprime il dissenso: ma che, di più, fa di esso il suo elemento costitutivo.

E invece a Palermo, questo fine settimana, non è andata così. Gli studenti pacificamente dissenzienti sono stati barbaramente manganellati. La polizia li ha caricati e colpiti senza riserve. E, diciamolo pure, senza ragioni. A meno che pestare barbaramente il dissenso abbia una ragione. Il Partito democratico ha, ancora una volta, svelato il suo vero volto: il volto del capitale, il volto del potere, il volto dello status quo.


Del resto, il reale posizionamento del Partito democratico ci era noto da tempo: è il Partito che alla Leopolda siede col delocalizzatore Marchionne e col mondialista della finanza Serra, mica coi lavoratori oggi abbandonati e privi di ogni rappresentanza. È il Partito neo-orwelliano che propone di rendere illegale lo sciopero (2015) e che – parola di Matteo Renzi – lamenta che oggi il differenziale nello stipendio tra imprenditori e lavoratori non è sufficientemente alto.

E ora, con questo nefando pestaggio di Palermo, abbiamo visto un’altra parte del Partito. Abbiamo ora svelato l’arcano circa l’enigmatica sigla Pd: Pestaggio democratico. Orwell è realizzato: 1984 non è più distopia, è realtà. La guerra è pace, la scuola è buona, il partito è democratico. Ed è anche la prova che è assai più breve del previsto il passo dal renziano adagio rassicurante “la mia scorta sarà la gente” al suo reale capovolgimento “la mia scorta sarà l’agente”.
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Manovra, Berlino arma l'Ue:
"Sanzionare subito l'Italia"

Il quotidiano conservatore Die Welt: "Il governo italiano ignora le regole Ue". Ma la Germania è la prima a farlo

di Raffaello Binelli
19 minuti fa
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QUESTO FACENTE FUNZIONE DI PREMIER (NON E’ STATO ELETTO DA NESSUNO, MA SOLO AUTONOMINATOSI, E SUPPORTATO DA L’ESPONENTE DELLA LOGGIA MASSONICA THREE EYES, NAPOLITANO) NON NESSUN DIRITTO DI PAROLA FINO A QUANDO NON MANTERRA’, ALMENO UNA VOLTA NELLA SUA VITA, QUANTO HA PROMESSO NEL MARZO DEL 2014 A PORTA A PORTA DA VESPA.

DAL CORRIERE DELLA SERA:
Entrambi siamo infatti convinti di aver vinto la scommessa lanciata a Porta a porta il 13 marzo scorso quando il presidente del Consiglio assicurò che entro il 21 settembre, giorno del suo onomastico, il governo avrebbe completato la restituzione alle imprese dei 56 miliardi di debiti maturati dalla pubblica amministrazione entro il 31 dicembre 2013».


La versione di Renzi

Renzi aveva rivendicato il rispetto sostanziale della promessa. Intervistato dal Tg2 aveva detto che «i soldi ci sono, e quindi l'impegno a pagare i debiti 2013 entro il 21 settembre è mantenuto».
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Re: Renzi

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UncleTom ha scritto:QUESTO FACENTE FUNZIONE DI PREMIER (NON E’ STATO ELETTO DA NESSUNO, MA SOLO AUTONOMINATOSI, E SUPPORTATO DA L’ESPONENTE DELLA LOGGIA MASSONICA THREE EYES, NAPOLITANO) NON HA NESSUN DIRITTO DI PAROLA FINO A QUANDO NON MANTERRA’, ALMENO UNA VOLTA NELLA SUA VITA, QUANTO HA PROMESSO NEL MARZO DEL 2014 A PORTA A PORTA DA VESPA.

DAL CORRIERE DELLA SERA:
Entrambi siamo infatti convinti di aver vinto la scommessa lanciata a Porta a porta il 13 marzo scorso quando il presidente del Consiglio assicurò che entro il 21 settembre, giorno del suo onomastico, il governo avrebbe completato la restituzione alle imprese dei 56 miliardi di debiti maturati dalla pubblica amministrazione entro il 31 dicembre 2013».


La versione di Renzi

Renzi aveva rivendicato il rispetto sostanziale della promessa. Intervistato dal Tg2 aveva detto che «i soldi ci sono, e quindi l'impegno a pagare i debiti 2013 entro il 21 settembre è mantenuto».

SU GOOGLE LA DOCUMENTAZIONE E' COPIOSA

Debiti della Pa e promessa di Renzi Vespa: «Tutti a Monte Senario ...
http://www.corriere.it/...settembre.../ ... e-senario-...

22 set 2014 - Andremo insieme a Monte Senario insieme con altre persone non del tutto esenti da responsabilità. ... e quindi l'impegno a pagare i debiti 2013 entro il 21 settembre è mantenuto». ... Vespa: «Pagate debiti PA e vado in pellegrinaggio» ... Renzi: «Se non arrivano i soldi in busta paga sono un buffone» ...
"Debiti Pa saldati entro il 21 settembre". Ma Renzi perde la ...
http://www.ilfattoquotidiano.it › Economia & Lobby › Economia

20 set 2014 - "Se lo facciamo, lei poi va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario". ... Firenze a Monte Senario”, aveva chiosato spiegando di non poter fare prima ... ma del saldo dei debiti della pubblica amministrazione non c'è traccia. ... alle Pa di pagare le forniture commerciali entro 30 giorni – conclude ...
Il blog delle stelle - Lo Stato non paga i debiti, e un'impresa su 5 fallisce
http://www.ilblogdellestelle.it/lo_stat ... lisce.html

12 ott 2016 - Il sospetto è che il santuario del Monte Senario, il lavacro penitenziale a cui Bruno ... «Se non abbiamo sbloccato tutti i debiti della pubblica amministrazione per il 21 settembre, vado a piedi in pellegrinaggio da Firenze a .... pare che entro 20 anni dall'assunzione costante arrivino dei grossi problemi.... così ...
lo stato non paga i debiti e un' impresa su 5 fallisce: all'appello ...
http://www.dagospia.com/.../imprese-pes ... 014-che-av...

12 ott 2016 - Il sospetto è che il santuario del Monte Senario, il lavacro penitenziale a cui Bruno Vespa ... AVREBBE SBLOCCATO TUTTI I DEBITI DELLO STATO VERSO LE AZIENDE ENTRO ... «Se non abbiamo sbloccato tutti i debiti della pubblica amministrazione per il

21 settembre, vado a piedi in pellegrinaggio da ...
Pubblica amministrazione: saldato solo il 23% dei debiti. Il priore di ...
http://www.firenzepost.it/.../pubblica- ... -e-il-prio...
06 set 2015 - Stampa. Monte Senario. Quanto stringe il cappio dei mancati pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione alle imprese? Tanto, perché ...

[PDF]Non paga i debiti, Matteo ci ha fregato - Ernesto Preatoni
http://www.ernestopreatoni.com/wp-conte ... libero.pdf
da Firenze a Monte Senario. ... salda isuoi debiti dopo 144 giorni, contro una media di. 34. ... I Se lo Stato non ... imprese entro il 21 riscuoterli è troppo settembre vado al complicata son tuario a piedi MATTEO mm ... Non ha paga- ... re una gita lassù, sul cocuz- ... stesso tempo il flusso dei pa- ... ri il Corriere della Sera. Trop-.
Le Iene e l'intervista a Renzi sul pellegrinaggio a Monte Senario ...
http://www.giornalettismo.com › Interni

06 nov 2014 - Le Iene e l'intervista a Renzi sul pellegrinaggio a Monte Senario ... con Bruno Vespa sul pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione ... al giornalista che entro il giorno di San Matteo (il 21 settembre) il suo ... a pagare alle imprese i 57 miliardi di debiti maturati dalla Pubblica ... Non ha pagato tutto.
Renzi sfotte le imprese "Debiti P.A.? Mi rode" - IlGiornale.it
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 81920.html

13 ott 2015 - I pagamenti della P.a. alle imprese per il passato "non stanno ... dei debiti della PA entro il successivo 21 settembre 2014, giorno di San Matteo, con relativa scommessa-promessa di arrivare a piedi sul Monte Senario in caso contrario. ... ma se non intellettuali di sinistra vengono qui a dire che Renzi ...
Il premier non paga le imprese. Mancano ancora 60 miliardi - Il Giornale

http://www.ilgiornale.it/.../premier-no ... rdi-113395...
28 mag 2015 - «Se entro il 21 settembre, giorno di San Matteo, saldate i debiti - aveva osato Vespa - vado a piedi da Firenze a Monte Senario». ... Stando a una stima della Banca d'Italia ammontano a circa 70 miliardi, i soldi che la Pubblica ... che sbarcano, infatti hanno aumentato le accise sulla benzina solo per questo.
L'ultima di Renzi: i debiti P.A. non pagati? Colpa delle imprese | Qelsi
http://www.qelsi.it/2014/lultima-di-ren ... e-imprese/


06 nov 2014 - «Se noi abbiamo sbloccato e pagato i debiti della P.A. entro quella data, Bruno Vespa fa a piedi Firenze-Monte Senario». ... Ad oggi (i dati sono consultabili sul sito del Mef, ndr) i debiti pagati alle imprese ... soldi ci sono, e quindi l'impegno a pagare i debiti 2013 entro il 21 settembre è stato mantenuto.
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Re: Renzi

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E’ passato un altro giorno e il Bomba non ha ancora pagato i debiti della PA alle imprese. Da buon Pinocchio non le pagherà. Agli italiani ha raccontato e racconta solo balle.

In più non sa governare i problemi che affliggono il Paese.

Con la superficialità di un bambino sciocco, nasconde il problema dei migranti.

Il problema dei migranti in questo momento è il problema più grave.

Siamo seduti su una polveriera che può saltare da un momento all’altro.

I due pericolosissimi inadeguati, negano l’evidenza. (Pinocchio e Angelino)


4 ore fa
Migranti, Alfano nega l'allerta:
'L'accoglienza sta funzionando'

Raffaello Binelli

Si preoccupano solo di mantenere la cadrega.
cadrega
[ca-drè-ga] ant. carrega
s.f. (pl. -ghe)

sett. Sedia, scranno
‖ dim. ⇨ cadreghìn


Per far questo devono finanziare tutti coloro che stanno sfruttando il super businnes del momento.

A chi non piacerebbe mettere nelle proprie tasche 24mila euro al giorno?????

Ecco chi è l'uomo in Ferrari che fa i milioni con i profughi
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 28464.html
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Re: Renzi

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26 OTT 2016 10:02
ULTIMI DELLA CLASSE



- JUNCKER METTE QUEL CAZZARO DI RENZI DIETRO LA LAVAGNA: I CONTI SONO SBAGLIATI, VANNO RIFATTI




- IL BULLETTO TOSCANO ROMPE LE PALLE PER UNO 0,1% NEL 2017 MA DEVE ANCORA PIU’ DELL’1% DI DEFICIT DEL 2016

- LA RESA DEI CONTI ARRIVERA' IL 16 NOVEMBRE: A DUE SETTIMANE DAL REFERENDUM -



Alberto d’Argenio per la Repubblica



L’aspetto positivo è che la manovra italiana non sarà immediatamente bocciata dalla Commissione europea. Il lato negativo è che l’Italia resta nel mirino di Bruxelles, inserita nel terzo gruppo dei paesi che ieri hanno ricevuto la missiva Ue sui conti: il vagone di coda, quello dei peggiori. E dunque continua a rischiare di essere messa sotto tutela europea.

Una situazione in bilico dettata da Jean-Claude Juncker per marcare stretto Renzi ma non dar fuoco alle polveri delle polemiche. Per questo il presidente della Commissione ha voluto che la lettera all’Italia fosse un capolavoro di equilibrio.

Tra minacce velate, come quella di togliere d’un colpo i 19 miliardi di flessibilità accordati a Roma nel 2016 e mettere subito l’Italia sotto procedura, e buoni auspici, come quello di proseguire con un «dialogo costruttivo» per sbrogliare la matassa.


Per questa ragione le lettere di richiamo a sette capitali sono partite con quasi una giornata di ritardo rispetto al previsto. C’è stato un lavoro di limatura, inframezzato dai contatti con il governo italiano, sfociato nella presentazione delle missive al collegio dei commissari europei riunito a Strasburgo.

Le lettere comprendono tre fasce di paesi. I primi sono quelli senza governo, Spagna e Lituania. Il secondo gruppo comprende Belgio e Portogallo, nazioni le cui bozze di manovra rispettano le regole ma devono dare garanzie sulla capacità di proseguire con le riforme. Infine i paesi le cui finanziarie rischiano di non essere conformi alle regole: Italia, Cipro e Finlandia.


Il calendario adesso prevede una manciata di tappe. La prima, il 31 ottobre, che offre a Bruxelles la possibilità di bocciare la manovra e chiederne una nuova. Ma questo — assicurano dal cuore della Commissione — non avverrà. Si va così al prossimo mese, con la pubblicazione, il 9 novembre, delle previsioni economiche d’autunno sulle quali si baseranno poi le pagelle europee e che per l’Italia potrebbe rappresentare qualcosa di più. E qui si entra nel cuore del negoziato tra Roma e Bruxelles.

Nelle ultime ore il Tesoro ha tagliato parte delle entrate una tantum e aumentato i tagli alla spesa per venire incontro ai dubbi europei sulle coperture e sulla qualità della legge di bilancio. Lavoro riflesso nella lettera, che non cita esplicitamente le entrate ballerine. Ora per andare a dama il governo spera nell’altro binario del tira e molla in corso dietro le quinte. Padoan chiede a Moscovici, responsabile degli Affari economici, di modificare la cosiddetta “matrice”, ossia i complicati criteri di calcolo dai quali escono le pagelle europee. In sostanza, per Roma la Ue sbaglia i conti e deve correggerli. Se questo avvenisse, e Roma vuole che si verifichi contestualmente alle previsioni di autunno, per l’Italia tutto andrebbe magicamente a posto, con il deficit (criticato nella lettera) che tornerebbe nei parametri chiudendo la partita.


Ipotesi sul tavolo, che dalla Commissione non bollano come impossibile. «È una zona grigia, stiamo verificando se è fattibile », spiega un alto funzionario europeo. Il problema è che le nuove regole sono state approvate dai governi ed entrate in vigore appena da febbraio e modificarle in corsa dopo solo dieci mesi sarebbe politicamente difficile. Ma la strada è aperta. Se non la si percorrerà, però, resta aperto il nodo migranti e sisma, con Roma che chiede lo scorporo dal deficit di tutte le spese affrontate nel 2017 per i rifugiati e per mettere i sicurezza il Paese, mentre le regole Ue, che Renzi vuole forzare, prevedono solo lo sconto sull’aumento dei costi per i rifugiati rispetto al 2016 e la ricostruzione delle zone distrutte dal terremoto.


L’esito di questo complesso negoziato si intuirà l’11 novembre, quando il collegio presieduto da Juncker avrà una prima discussione sulle “opinions”, le pagelle sulle manovre dei diversi paesi che saranno pubblicate cinque giorni dopo, il 16 novembre. Se per l’Italia tutto dovesse andare per il meglio, si tornerà all’accordo inizialmente chiuso in segreto tra Juncker e Renzi e che il premier ha fatto saltare con l’approvazione di una bozza di manovra che ha tradito le aspettative di Bruxelles: via libera con giudizio definitivo congelato fino alla primavera per tenere pressione su Roma (e poter influire nella scelta di un eventuale nuovo governo in caso di sconfitta di Renzi al referendum).

Se invece il negoziato non sarà un successo, la pagella del 16 novembre farà a pezzi la manovra, ma Juncker aspetterà a bocciarla fino a quando non sarà approvata dal Parlamento, dando a Renzi il tempo di superare il referendum e modificarla. Se non lo farà da gennaio ogni momento sarà buono per bocciatura e procedura d’infrazione che potrebbe limitare la sovranità in campo economico.
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Re: Renzi

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Totò e Peppino - Lettera

https://www.youtube.com/watch?v=SzrEfkjdzgw




26 OTT 2016 11:28
A BRUXELLES SCOPRONO CHE MATTEO HA UNA LINGUA BIFORCUTA

- NELLA LETTERA DELLA UE I COMMISSARI DENUNCIANO IL GOVERNO: NON HA MANTENUTO GLI IMPREGNI PRESI SUI CONTI PUBBLICI

- IL BULLO MINACCIA IL VETO SUL BILANCIO E SUGLI IMMIGRATI DICE ALLA UE: “INVECE DELLA BOCCA APRA IL PORTAFOGLI"



Mario Sensini per il Corriere della Sera

Il governo italiano dovrà rispondere entro domani sera alla richiesta di chiarimenti della Commissione Ue sulla manovra del 2017, che non rispetterebbe gli impegni presi a maggio per far salire il deficit del 2016 senza incorrere nelle sanzioni del Patto di Stabilità.


«L' Italia ha ottenuto grande flessibilità di bilancio sia nel 2015 che nel 2016» scrivono i commissari Ue Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, ma a fronte di un impegno a ridurre il disavanzo nominale del 2017 all' 1,8% del prodotto interno lordo, che invece è saltato, come quello per la riduzione del deficit strutturale.

«Una valutazione preliminare del Documento Programmatico di Bilancio suggerisce che il cambiamento pianificato nel bilancio strutturale del 2017 è negativo e ben inferiore allo 0,6% del pil raccomandato dal Consiglio Ecofin a luglio» si legge nella lettera, in cui si chiedono spiegazioni sulle ragioni che hanno indotto a modificare gli obiettivi di bilancio, ma anche dettagli sulle spese ritenute "eccezionali" dal governo per il sisma e l' immigrazione. Gli impegni presi dal governo, aggiungono i commissari, erano per giunta un fattore chiave nella valutazione che aveva evitato all' Italia le sanzioni per aver infranto le regole sulla riduzione del debito pubblico già nel 2015.

L' esecutivo, che ha programmato per il prossimo anno un disavanzo del 2,3% del pil, non sembra tuttavia molto preoccupato dalla posizione della Commissione Ue, che a ogni buon conto auspica la continuazione di un «dialogo costruttivo» con Roma. Senza le spese che verranno affrontate per la crisi dell' immigrazione e la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto, il deficit italiano del 2017 sarebbe inferiore al 2% del Pil, hanno replicato sia il premier che il ministro dell' Economia.

«Non stiamo sforando, ma stiamo rispettando le regole. Io - ha detto Matteo Renzi a "Porta a Porta" su RaiUno - ero anche per una linea più dura, come i ministri Delrio, Calenda e Madia. Ma abbiamo ascoltato l' opinione del più saggio tra noi, cioè Pier Carlo Padoan». Il «saggio» e il «giovane capo», come hanno raccontato di chiamarsi a vicenda, parlano comunque all'unisono.


La manovra, «è definita nel dettaglio e sarà mantenuta» ha detto intervenendo a «Politics» su Rai3 il ministro dell' Economia. Che condivide con il premier anche la linea dura sulla considerazione da dare alle spese per l' immigrazione, anche se con enfasi diversa. «Sui migranti aprano le porte e noi abbassiamo le spese. Invece della bocca aprano il portafogli» ha detto Renzi, minacciando anche il veto sul bilancio Ue, mentre Padoan ha ricordato come l' Italia stia «spendendo soldi propri per difendere i confini di tutti». Le spese per il sisma e i migranti rappresentano «la questione centrale sollevata da Bruxelles» secondo il ministro, che potrebbe indicare anche l' ulteriore peggioramento della congiuntura, oltre alla necessità di rilanciare l' economia, tra le cause dello scivolamento del deficit nel 2016 e nel 2017.


La lettera della Commissione, ha aggiunto il ministro, «è assolutamente normale, per noi così come per gli altri Paesi che l' hanno ricevuta», cioè Belgio, Portogallo, Cipro, Finlandia, Spagna e Lituania. Per i primi tre la Ue sottolinea il rischio di una «significativa deviazione» dai piano di risanamento e si chiedono, come a Roma, lumi entro domani. A Spagna e Lituania, con i governi in carica solo per l' ordinaria amministrazione, si sollecitano informazioni più dettagliate, ma senza scadenze.

Come ha già fatto l' Italia, aprendo la strada, Finlandia e Lituania chiedono flessibilità di bilancio a fronte delle riforme strutturali. Riforme sollecitate anche dalla Bce, secondo la quale la politica dei tassi al minimo non è un disincentivo ai governi. «Come prova la riforma del mercato del lavoro in Italia e in Spagna» ha detto ieri il presidente, Mario Draghi.
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Re: Renzi

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NEL PAESE DEL BUNGA-BUNGA



L'analisi di Chiara Brusini

Manovra, la legge di bilancio è fuori legge: clausole di salvaguardia non più permesse. Boccia (Pd): “Sarà di un altro Paese…”
Lobby
Le bozze prevedono un aumento delle imposte su benzina, alcol e tabacchi se gli introiti della nuova voluntary disclosure saranno inferiori a 1,6 miliardi. La riforma della contabilità dello Stato varata a luglio, però, non lo consente. Il presidente della commissione Bilancio della Camera ironizza: "Non può essere la legge di Bilancio italiana, sarà di un altro Paese Ue"
26 ottobre 2016
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Più informazioni su: Accise, Analisi, Iva, Legge di Bilancio, Matteo Renzi, Ministero dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan
Meno male che la legge di riforma del bilancio dello Stato, approvata in via definitiva dal Senato lo scorso luglio, ha cancellato la possibilità di tappare potenziali buchi nelle coperture di qualsiasi nuova norma con le famigerate clausole di salvaguardia. E ha messo nero su bianco che se i conti non tornano non si può correre ai ripari con un aumento automatico delle imposte: deve provvedere il Tesoro, tagliando gli stanziamenti al ministero competente. Se non basta, tocca a Palazzo Chigi emanare un decreto ad hoc. “Per chi sbaglia a fare le previsioni si aprono due strade: o paga direttamente oppure torna in Parlamento con un decreto di copertura. Mai più clausole di salvaguardia e imposte automatiche ai cittadini per gli anni successivi”, esultava a settembre Francesco Boccia, presidente Pd della commissione Bilancio della Camera.


Così prevede la legge, in effetti. Ma, stando alle bozze della prima manovra varata dopo la riforma, il governo ha deciso di non tenerne conto. E, mentre con una mano ha cancellato l’aumento delle aliquote Iva che sarebbe costato agli italiani 15 miliardi, con l’altra ha piazzato una nuova “trappola“: se la riapertura della voluntary disclosure (l’operazione per la riemersione dei capitali nascosti al fisco) non frutterà alle casse dello Stato almeno 1,6 miliardi, il ministero dell’Economia disporrà un aumento delle accise su benzina, diesel, alcol e tabacchi che entrerà in vigore già il 10 settembre 2017. In questo modo dovrà essere recuperato il 50% della differenza tra gli 1,6 miliardi previsti e l’introito effettivo. Solo metà del divario sarà invece coperta con tagli alla spesa dei ministeri.

Boccia è talmente incredulo che alla richiesta di commentare la nuova clausola, a margine dei lavori delle commissioni in Parlamento sul decreto legge fiscale, si è limitato a dire: “La legge di bilancio che conoscete vieta le clausole. Quindi la norma sarà di un altro Paese, che non appartiene all’Ue”. Invece è proprio quella dell’Italia. Per ora. Difficile infatti che la previsione, evidentemente inserita per evitare contestazioni di Bruxelles sull’ennesima copertura aleatoria, sopravviva al passaggio parlamentare.

Stesso discorso per l’articolo successivo della legge di Bilancio, che come già detto elimina l’aumento Iva per il 2017 ma si limita in realtà a farlo slittare agli anni successivi. Per cui il prossimo anno ci sarà bisogno di un nuovo sblocco delle clausole, che quest’anno è costato 15 miliardi di euro. In particolare viene previsto che l’aliquota Iva del 10% sia incrementata di un punto percentuale dal 1 gennaio 2018 e che quella al 22% sia aumentata “di tre punti percentuali dal 1º gennaio 2018 e di ulteriori 0,9 punti percentuali dal 1° gennaio 2019”.
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