Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
CONTRO I NUOVI "GRILLINI". METTIAMOCI IN GIOCO AL SERVIZIO DEL PAESE
di Beppe Grillo - 11 maggio 2012
C’è un vizio in questo Paese, quello di accorrere in soccorso del vincitore. Oggi sono tutti grillini. Io lo dico subito: “I grillini mi stanno sui coglioni”. Adoro invece chi partecipa al Movimento 5 Stelle prendendosi ogni responsabilità. Con nome e cognome, per migliorare questo Paese
C'è un vizio in questo Paese, quello di accorrere in soccorso del vincitore.
Qualcuno si attarda, ma è sempre il più ottuso, chi non ha capito ancora che aria tira. Il doppio avvitamento carpiato è uno sport nazionale dai tempi di Mussolini. Prima tutti sotto palazzo Venezia, poi tutti a piazzale Loreto. Oggi sono tutti grillini. Io lo dico subito per mettere le mani avanti e non trovarmi domani a testa in giù: "I grillini mi stanno sui coglioni". Adoro invece chi partecipa al Movimento 5 Stelle prendendosi ogni responsabilità. Con nome e cognome. Lo amo perché si mette in gioco in prima persona per migliorare l'Italia senza chiedere nulla in cambio e senza seguire un leader.
di Beppe Grillo - 11 maggio 2012
C’è un vizio in questo Paese, quello di accorrere in soccorso del vincitore. Oggi sono tutti grillini. Io lo dico subito: “I grillini mi stanno sui coglioni”. Adoro invece chi partecipa al Movimento 5 Stelle prendendosi ogni responsabilità. Con nome e cognome, per migliorare questo Paese
C'è un vizio in questo Paese, quello di accorrere in soccorso del vincitore.
Qualcuno si attarda, ma è sempre il più ottuso, chi non ha capito ancora che aria tira. Il doppio avvitamento carpiato è uno sport nazionale dai tempi di Mussolini. Prima tutti sotto palazzo Venezia, poi tutti a piazzale Loreto. Oggi sono tutti grillini. Io lo dico subito per mettere le mani avanti e non trovarmi domani a testa in giù: "I grillini mi stanno sui coglioni". Adoro invece chi partecipa al Movimento 5 Stelle prendendosi ogni responsabilità. Con nome e cognome. Lo amo perché si mette in gioco in prima persona per migliorare l'Italia senza chiedere nulla in cambio e senza seguire un leader.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
E perche allora ostinarsi a non dialogare con questi che si mettono a disposizione mettendo la loro faccia a disposizione della cosa pubblica?mariok ha scritto:CONTRO I NUOVI "GRILLINI". METTIAMOCI IN GIOCO AL SERVIZIO DEL PAESE
di Beppe Grillo - 11 maggio 2012
C’è un vizio in questo Paese, quello di accorrere in soccorso del vincitore. Oggi sono tutti grillini. Io lo dico subito: “I grillini mi stanno sui coglioni”. Adoro invece chi partecipa al Movimento 5 Stelle prendendosi ogni responsabilità. Con nome e cognome, per migliorare questo Paese
C'è un vizio in questo Paese, quello di accorrere in soccorso del vincitore.
Qualcuno si attarda, ma è sempre il più ottuso, chi non ha capito ancora che aria tira. Il doppio avvitamento carpiato è uno sport nazionale dai tempi di Mussolini. Prima tutti sotto palazzo Venezia, poi tutti a piazzale Loreto. Oggi sono tutti grillini. Io lo dico subito per mettere le mani avanti e non trovarmi domani a testa in giù: "I grillini mi stanno sui coglioni". Adoro invece chi partecipa al Movimento 5 Stelle prendendosi ogni responsabilità. Con nome e cognome. Lo amo perché si mette in gioco in prima persona per migliorare l'Italia senza chiedere nulla in cambio e senza seguire un leader.
Ci sara' pure un modo per dialogare. Certamente si incontreranno ostacoli, visto che a qualcuno questi movimenti fanno paura, ma li dobbiamo superare.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Si ha ragione.Oggi i nostri giornalisti politici ecccccc...............hanno scoperto questo movimento.
Io spero che alle elezioni politiche prenda molti voti.Chiedo a di Pietro, visto che il PD è nel limbo si unisca assieme al movimento 5 stelle, e lasci perdere il PD.
Magari avranno loro la maggioranza.
Ciao
Paolo11
Io spero che alle elezioni politiche prenda molti voti.Chiedo a di Pietro, visto che il PD è nel limbo si unisca assieme al movimento 5 stelle, e lasci perdere il PD.
Magari avranno loro la maggioranza.
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.youtube.com/watch?v=kYpwzTfl ... re=related
http://www.youtube.com/watch?v=dY9Vl88q ... ure=relmfu
Questo ragazzo lo vedevo spesso nelle TV locali Venete. E' molto competente.
Ciao
Paolo11
http://www.youtube.com/watch?v=dY9Vl88q ... ure=relmfu
Questo ragazzo lo vedevo spesso nelle TV locali Venete. E' molto competente.
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
E' bravo, sicuramente, anche quando farnetica....
"Non sono ammessi al mio movimento persone che non siano di sangue italiano". Questo dovrebbe essere il "futuro" dell'Italia!
"Non sono ammessi al mio movimento persone che non siano di sangue italiano". Questo dovrebbe essere il "futuro" dell'Italia!
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Grillo. Pizzarotti trova cavillo per obbedire ai suoi diktat
Di Andrea Carugati 3 giugno 2012
A Parma Tavolazzi non sarà direttore generale: la laurea in ingegneria non va bene per il regolamento. Così vince il veto del comico e di Casaleggio.
Scoppia la polemica e i grillini trovano il cavillo. Succede a Parma, dove da giorni la nuova giunta a 5 stelle guidata dal sindaco Federico Pizzarotti è alle prese con l’affaire Tavolazzi: parliamo del consigliere comunale di Ferrara, già tra i pionieri grillini in Emilia Romagna e poi scomunicato dal guru Beppe, che gli ha proibito l’uso del simbolo. Appena Grillo e il suo sodale Gianroberto Casaleggio hanno saputo che Pizzarotti aveva contattato l’eretico di Ferrara per un posto da direttore generale del Comune, lo scorso 24 maggio sul blog del comico è apparso un secco niet: «Una scelta incompatibile e politicamente ingestibile». Lo staff di Pizzarotti ha cercato di barcamenarsi, confermando l’ingaggio e sottolineando che «Beppe non ha mai interferito».
Nei giorni successivi, in numerose interviste, Tavolazzi ha tuonato contro le interferenze di Casaleggio che, tre giorni fa, ha fatto “coming out” sul Corriere, rivelando di essere cofondatore del movimento 5 stelle ed estensore dello statuto insieme a Grillo, non un semplice consulente di comunicazione. A Parma hanno capito l’antifona, e Tavolazzi è scomparso dai radar nel complicatissimo rebus della squadra. Dai cassetti del Comune è spuntato un regola-mento, che prevede per il ruolo di direttore generale una laurea in Giurisprudenza o materie economiche. Tavolazzi, però, è un ingegnere e dunque non può neppure “correre” per quell’incarico. Anche se a contattarlo è stato proprio Pizzarotti, che ha subito ottenuto la sua disponibilità.
«Abbiamo commesso un errore, non ci eravamo accorti di quel regolamento», spiega un consigliere grillino di Parma. «Valentino non può venire. Non possiamo presentarci alla città modificando un regolamento per favorire una persona...». Partita chiusa, dunque, per l’eretico di Ferrara. Che, contattato da l’Unità, spiega: «Sì, è vero, quel regolamento c’è, ma ci vorrebbe un attimo per cambiarlo. La legge nazionale non prevede una laurea specifica per svolgere quel ruolo». Tavolazzi, però, conferma che i contatti con Pizzarotti, con cui i rapporti restano molto buoni, si sono interrotti. «Non c’è stato nessun passo avanti...». E pensare che già tre giorni prima del ballottaggio, Tavolazzi, ripreso in un video delle Officine Tolau di Modena, al telefono con il futuro sindaco gli dava delle dritte sul bilancio del Comune. E spiegava ai cronisti: «Sto lavorando sul bilancio, lui non ne sa, dobbiamo metterlo in condizione...». Intanto, a due settimane dal voto, sulla nuova squadra che governerà Parma è ancora nebbia fitta. Mentre in altre città più grandi come Genova è già stata presentata. Venerdì scorso doveva essere il d-day per svelare i primi no-mi, ma anche quella data è saltata, ed è tutto rinviato a domani. Pizzarotti ormai dribbla sistematicamente i cronisti, «lasciateci lavorare», lamenta la «pressione mediatica», che da giorni però è svanita, visto che tutte le tv e i giornali nazionali hanno smobilitato.
Lunedì, dunque, dovrebbe essere svelato almeno il nome del primo assessore, quello al Bilancio, la delega più delegata, visto che i conti del Comune sono decisamente in rosso. Gira il nome del commercialista Gino Capelli, noto curatore fallimentare. Per il resto scarseggiano pure i rumors. I grillini non hanno trovato la quadra neppure sul nome del vicesindaco, l’unico che dovrebbe provenire dalle file del M5S. Già si parla di rivalità in seno alla squadra, e di inviti a «non litigare» che sono circolati nell’ultima riunione del gruppo. Mentre i bei nomi sventolati prima del voto, a partire dall’economista Loretta Napoleoni, dovrebbero limitarsi a fare i «consulenti del sindaco a titolo gratuito». Lui, Pizzarotti, appare sempre più sulla difensiva: «Ragazzi è presto, stiamo cercando di capire da dove partire, quando avremo cose precise da dire comunicheremo tutto alla città. Le promesse di trasparenza le manterremo, ma non abbiamo la bacchetta magica...».
http://www.unita.it/italia/pizzarotti-t ... o-1.417223
Di Andrea Carugati 3 giugno 2012
A Parma Tavolazzi non sarà direttore generale: la laurea in ingegneria non va bene per il regolamento. Così vince il veto del comico e di Casaleggio.
Scoppia la polemica e i grillini trovano il cavillo. Succede a Parma, dove da giorni la nuova giunta a 5 stelle guidata dal sindaco Federico Pizzarotti è alle prese con l’affaire Tavolazzi: parliamo del consigliere comunale di Ferrara, già tra i pionieri grillini in Emilia Romagna e poi scomunicato dal guru Beppe, che gli ha proibito l’uso del simbolo. Appena Grillo e il suo sodale Gianroberto Casaleggio hanno saputo che Pizzarotti aveva contattato l’eretico di Ferrara per un posto da direttore generale del Comune, lo scorso 24 maggio sul blog del comico è apparso un secco niet: «Una scelta incompatibile e politicamente ingestibile». Lo staff di Pizzarotti ha cercato di barcamenarsi, confermando l’ingaggio e sottolineando che «Beppe non ha mai interferito».
Nei giorni successivi, in numerose interviste, Tavolazzi ha tuonato contro le interferenze di Casaleggio che, tre giorni fa, ha fatto “coming out” sul Corriere, rivelando di essere cofondatore del movimento 5 stelle ed estensore dello statuto insieme a Grillo, non un semplice consulente di comunicazione. A Parma hanno capito l’antifona, e Tavolazzi è scomparso dai radar nel complicatissimo rebus della squadra. Dai cassetti del Comune è spuntato un regola-mento, che prevede per il ruolo di direttore generale una laurea in Giurisprudenza o materie economiche. Tavolazzi, però, è un ingegnere e dunque non può neppure “correre” per quell’incarico. Anche se a contattarlo è stato proprio Pizzarotti, che ha subito ottenuto la sua disponibilità.
«Abbiamo commesso un errore, non ci eravamo accorti di quel regolamento», spiega un consigliere grillino di Parma. «Valentino non può venire. Non possiamo presentarci alla città modificando un regolamento per favorire una persona...». Partita chiusa, dunque, per l’eretico di Ferrara. Che, contattato da l’Unità, spiega: «Sì, è vero, quel regolamento c’è, ma ci vorrebbe un attimo per cambiarlo. La legge nazionale non prevede una laurea specifica per svolgere quel ruolo». Tavolazzi, però, conferma che i contatti con Pizzarotti, con cui i rapporti restano molto buoni, si sono interrotti. «Non c’è stato nessun passo avanti...». E pensare che già tre giorni prima del ballottaggio, Tavolazzi, ripreso in un video delle Officine Tolau di Modena, al telefono con il futuro sindaco gli dava delle dritte sul bilancio del Comune. E spiegava ai cronisti: «Sto lavorando sul bilancio, lui non ne sa, dobbiamo metterlo in condizione...». Intanto, a due settimane dal voto, sulla nuova squadra che governerà Parma è ancora nebbia fitta. Mentre in altre città più grandi come Genova è già stata presentata. Venerdì scorso doveva essere il d-day per svelare i primi no-mi, ma anche quella data è saltata, ed è tutto rinviato a domani. Pizzarotti ormai dribbla sistematicamente i cronisti, «lasciateci lavorare», lamenta la «pressione mediatica», che da giorni però è svanita, visto che tutte le tv e i giornali nazionali hanno smobilitato.
Lunedì, dunque, dovrebbe essere svelato almeno il nome del primo assessore, quello al Bilancio, la delega più delegata, visto che i conti del Comune sono decisamente in rosso. Gira il nome del commercialista Gino Capelli, noto curatore fallimentare. Per il resto scarseggiano pure i rumors. I grillini non hanno trovato la quadra neppure sul nome del vicesindaco, l’unico che dovrebbe provenire dalle file del M5S. Già si parla di rivalità in seno alla squadra, e di inviti a «non litigare» che sono circolati nell’ultima riunione del gruppo. Mentre i bei nomi sventolati prima del voto, a partire dall’economista Loretta Napoleoni, dovrebbero limitarsi a fare i «consulenti del sindaco a titolo gratuito». Lui, Pizzarotti, appare sempre più sulla difensiva: «Ragazzi è presto, stiamo cercando di capire da dove partire, quando avremo cose precise da dire comunicheremo tutto alla città. Le promesse di trasparenza le manterremo, ma non abbiamo la bacchetta magica...».
http://www.unita.it/italia/pizzarotti-t ... o-1.417223
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Beppe Grillo: “Non fregheranno i 5 stelle con Saviano, Passera o Montezemolo”
Il blogger genovese parla a tutto campo: "Non farò il premier, ma se arriviamo primi alle prossime elezioni, vado al Colle solo per dirgli: 'Stavolta l'hai sentito il botto?'". E ancora: "I candidati non li scelgo io, ma la gente in rete". Pizzarotti? "Da sindaco mai più sentito, se la devono cavare da sé"
di Marco Travaglio | 13 giugno 2012
Ora mi tocca diventare moderato, sennò questi partiti spariscono troppo rapidamente. Sono anni che dico che sono morti, ma insomma, fate con calma, non esagerate a prendermi alla lettera…”.
Beppe Grillo se la ride mentre strimpella la sua pianola canticchiando su una base vagamente jazz, nel salotto della sua villa bianca con vista sul mare di Sant’Ilario (Genova). Accanto c’è quella rossa dove viveva Bartolomeo Pagano, l’attore che interpretava Maciste nei kolossal degli anni ’10 e ’20, ora abitata dai suoi eredi. Ma “Grillo contro Maciste” è un film che rischia di uscire presto dalle sale: l’ultimo sondaggio di La7 dà i Cinquestelle al 20 per cento, seconda davanti al Pdl, a 5 punti dal Pd.
“Se ne stanno andando troppo in fretta. Io faccio di tutto per rallentare, mi invento anche qualche cazzata per dargli un po’ di ossigeno, ma non c’è niente da fare, non si riesce a stargli dietro. Devo darmi una calmata nell’attaccare i partiti, anzi devo convincere la gente a fare politica, a impegnarsi, a partecipare. È una fase nuova, dobbiamo cambiare un po’ tutti, anch’io. La liquefazione del sistema è talmente veloce che domani rischiamo di svegliarci e non trovarli più. E poi come si fa? Non siamo pronti a riempire un vuoto così grande”. In casa, alla spicciolata per il pranzo, arriva l’intero Comitato Centrale del terribile M5S: il fratello maggiore Andrea, pensionato, la moglie Parvin e i figli più piccoli Rocco, 18 anni, e Ciro, 11. Andrea ha già letto tutti i giornali e fa la rassegna stampa al volo. Parvin dice che Renzo Piano telefona in continuazione per sapere come sta Beppe, ha paura per lui dal primo V-Day. Rocco non sopporta che il padre venga riconosciuto per strada, lo vorrebbe sempre col casco della moto in testa. Per Ciro invece, che si allena in giardino col pallone contro le finestre, un po’ di popolarità non guasta. “Ma cosa scrivi, facciamo due chiacchiere e basta. Per le interviste è presto, lasciami godere ancora qualche giorno lo spettacolo. Poi penseremo al Parlamento, che lì le rogne cominciano per davvero”.
Come te lo immagini, il prossimo Parlamento?
Me lo sogno pieno di rappresentanti di tante liste civiche, movimenti di gente perbene. Ragazzi, professori, esperti. I nostri di Cinquestelle, i No-Tav, quelli dell’acqua pubblica, dei beni comuni, gli altri referendari. Mi sa che, almeno per ‘sto giro, qualche avanzo travestito dei vecchi partiti ce lo ciucciamo ancora. Vediamo se ce la fanno a mettersi tutti insieme, in ammucchiata, quelli che adesso tengono su Monti: allora noi ce ne staremo soli all’opposizione. Magari ci troviamo il povero Di Pietro, mi sa che stavolta non lo vuole nessuno”.
I partiti preparano liste civiche-civetta per sfruttare l’onda.
Poveretti, si illudono di copiarci: mettiamo un Saviano qui, un Passera lì, un Montezemolo là. Partono dall’alto, non capiscono che noi abbiamo fatto l’esatto contrario. Siamo partiti dal basso e da lontano. Io ho cominciato vent’anni fa girando il mondo, visitando laboratori, intervistando ingegneri, economisti, ricercatori, premi Nobel. Ho rubato conoscenze ai grandi. Mi sono informato, mi son fatto un culo così, anche se molti mi prendono per un cialtrone improvvisatore. E ora questi pensano di metter su movimenti in quattro e quattr’otto: ma lo sanno che fra otto mesi devono presentare le liste? Fanno tenerezza, quasi quasi faccio il tifo per loro. Ma non ce la fanno.
Il rischio è che fra qualche mese scavalchiate pure il Pd.
Non mi ci far pensare. Cinquestelle primo partito, col premio di maggioranza della porcata Calderoli che non riescono a cancellare, 300 deputati…
E Napolitano che ti chiama per formare il nuovo governo.
Eh no eh, io mica mi candido.
Ma il premier può benissimo non essere un parlamentare.
Allora ci vado solo per vedere la faccia che fa Napolitano quando gli dico: ‘Presidente, stavolta l’ha sentito il boom?’.
Poi però vi tocca governare.
A me no, figurati, non ci casco. L’ho detto e lo ripeto, io nel palazzo non ci entro: non mi lascio ingabbiare. Preferisco restare un battitore libero, un franco tiratore. Ma troveremo persone competenti e oneste per fare il premier e i ministri. Con i nostri candidati abbiamo già saltato due generazioni, vista l’età media che hanno i partiti. Ma per le politiche vorrei scendere ancora: l’ideale è sotto i 30 anni. Sopra, la gente ha già il Dna corrotto dall’organizzazione-partito. E poi ci inventiamo un meccanismo di democrazia partecipativa per far governare i cittadini.
Ci vorrà anche un programma.
Fosse dipeso da me, ci saremmo fermati ai comuni e alle regioni, il movimento è nato dimensionato sulle realtà locali. Il Parlamento è fatto su misura dei partiti. Ma ora come fai a deludere le aspettative di tanta gente? Ci costringono a presentarci alle politiche.
Ma il programma?
Intanto ne abbiamo uno che non è niente male. Poi, ovvio, per le politiche dovremo cambiarlo, rimpolparlo, ampliarlo, dopo averlo discusso in rete. Cambieremo anche il blog, che ha i suoi anni: 2-300 mila contatti unici al giorno e, per accessi ai vari social network, mi dicono che siamo secondi solo a Obama. E siamo in Italia, con un quarto della popolazione americana e la connessione a singhiozzo.
Il problema della democrazia interna al movimento, che già fa discutere, quando entrerete in Parlamento con decine di parlamentari esploderà. Non è il caso di prepararsi per tempo con una qualche forma di struttura elettiva interna?
Non voglio sentir parlare di strutture. Siamo un movimento orizzontale, se ti sviluppi in verticale diventi un partito. Poi lo so anch’io che ci sono i dissidi, le divisioni, un Meetup contro l’altro. I gruppi storici, i mitici, i preistorici… come i New Trolls.
In quel caso, con due o tre Meetup che rivendicano il marchio per fare la lista, come vi regolate?
È capitato a Torino e a Genova. Prima ho provato a fare da paciere, fatica sprecata. Allora ho scelto i primi che mi han portato la lista con tutti i crismi. Adesso vanno abbastanza d’accordo.
Ma dovrete scegliere i candidati, che poi saranno inevitabilmente nominati con questa legge elettorale. Il gruppo parlamentare dovrà avere un coordinamento, altrimenti su ogni votazione ciascuno va per conto suo. E, senza una politica delle alleanze, rischiate l’irrilevanza.
Calma, una cosa alla volta. Le alleanze certo, se necessario le faremo, ma solo sulle cose da fare, e in forme trasparenti, senza giochini sottobanco.
I candidati come li sceglierete?
Abbiamo otto mesi per decidere. Su 200 mila iscritti al movimento – esclusi ovviamente i sindaci, i consiglieri comunali e regionali che non potranno correre perché devono completare il loro mandato – troveremo i nomi giusti. Ma li sceglieremo in rete, e così le procedure per sceglierli. Certo non mi metto a selezionarli io.
Finora come vi siete regolati?
Semplice. Il Meetup locale indica i candidati, mi manda i documenti di residenza e la fedina penale e, se è tutto in regola, se nessuno ha avuto più di un mandato elettivo con altri partiti, può usare il simbolo di Cinquestelle sulla lista. Ora è chiaro che, per le elezioni nazionali, dovremo cambiare. Ma il principio resta valido: niente condannati, niente riciclati, competenza e professionalità, scelta dal basso. Se qualche cialtrone si infiltra, la rete lo smaschera subito. Parliamo di buonsenso e onestà, mica di chissà quale rivoluzione.
Così anche per eventuali ministri?
No, i ministri devono essere esperti nelle loro materie. Ci vuole una selezione molto più stringente: vedremo.
Le “materie” e le “cose da fare” sono tutt’altro che scontate. Chi decide come si vota sull’euro, sulla politica estera, sulla cittadinanza, sull’immigrazione, sulla bioetica e le altre grandi questioni di principio?
Appunto: questioni troppo grandi perché possa decidere un partito, o un non-leader. Faremo referendum popolari propositivi. In Svizzera fanno così da 200 anni. Lo so, è difficile. Ma è difficile anche continuare così.
Per far questo bisogna cambiare la Costituzione.
E la cambieremo, se gli italiani vorranno. Non per dare l’impunità alle alte cariche o altre menate tipo la devolution o il premierato. Ma per far decidere ai cittadini. Stiamo per lanciare una nuova manifestazione, un “Costituzione Day”, con alcune proposte. Primo, ancorare la nuova legge elettorale alla Costituzione: non è possibile che ogni maggioranza si faccia la legge elettorale su misura. Modello libanese corretto alla turca… Secondo, ampliare le forme di democrazia diretta: referendum propositivo senza quorum e obbligo per il Parlamento di discutere le leggi di iniziativa popolare. E magari ci mettiamo anche la class action e i bilanci partecipativi. Così ci portiamo avanti col lavoro, per quando ci tocca governare”.
Referendum anche per uscire dall’Europa?
Ma qui c’è una grande mistificazione. Io mica ho detto questo: me l’han fatto dire per spaventare la gente. Intanto uscire dall’euro non significa uscire dall’Europa: ci sono fior di paesi che stanno in Europa e non hanno l’euro.
Sì, ma – obietta il fratello Andrea, leader dell’“ala prudente” del Comitato Centrale di casa Grillo – chi ha l’euro non può abbandonarlo senza uscire pure dalla Ue.
E allora ci mettiamo a tavolino con gli altri e facciamo i conti dei pro e dei contro, dei costi e dei benefici dell’euro. Poi decidiamo. Mica lo dico io che il sistema dell’euro così non va: lo dice Krugman, premio Nobel, non comico. E ‘sti due Parlamenti europei, uno a Strasburgo e uno a Bruxelles, che caXXo fanno? E del trattato di Lisbona, che ci ha sottratto sovranità, chi sa qualcosa? Non ho soluzioni in tasca bell’e pronte, ma voglio che i cittadini ne discutano.
Porte aperte a gente di destra e di sinistra?
Etichette preistoriche. Dobbiamo ricostruire un’identità, una comunità, locale e nazionale. Se lo Stato diventano i cittadini, non più i partiti, anche ‘nazionalizzare’ diventa una bella parola: le reti autostradali e telefoniche, le frequenze radio e tv, sono roba di tutti, quindi i gruppi privati che se ne sono impossessati le dovranno restituire ai cittadini. E settori vitali come energia e acqua devono essere pubblici. Nessuno deve rimanere indietro. In Italia ci sono un milione di volontari: io ne vorrei 60 milioni, di volontari. Il mio dentista, per qualche ora alla settimana, dovrà operare gratis chi ha bisogno.
Chiunque governi, non ha mai un euro in cassa. Voi che fareste?
Si studia quel che serve e quel che non serve. Il Tav Torino-Lione non serve, via: si risparmiano 20 miliardi. I cacciabombardieri non servono, via: si risparmiano 15 miliardi. Le province non servono, via: altri miliardi risparmiati. Le pensioni non devono superare i 3 mila euro netti al mese, tanto se guadagnavi milioni qualcosa da parte avrai messo, no? Altro che ‘spending review’.
Torniamo alla democrazia interna al movimento. È normale che il marchio sia nelle mani di Grillo e Casaleggio?
Ahah, Casaleggio viene dipinto come una figura luciferina, misteriosa, oscura. Sarà, ma sono anni che lo rivoltano come un calzino e non gli han trovato un belino di niente fuori posto. Mai visto una vita più normale, ripetitiva e noiosa della sua. Va in ufficio la mattina, lavora tutto il giorno, la sera torna a casa dalla moglie e dal bambino. Un persuasore talmente occulto che non riesce nemmeno a convincere la moglie a seguirlo nella casa di campagna a Quincinetto, sopra Ivrea. Ogni tanto mi chiama dall’orto e mi chiede di andare a fargli compagnia. Ecco, la centrale operativa della Spektre è a Quincinetto.
Ma nel movimento in Emilia ancora brucia l’espulsione di Tavolazzi.
Non voglio parlar male di Tavolazzi, lo conosco da una vita, l’ho sostenuto quando presentò la sua lista a Ferrara e al Cinquestelle manco ci pensavo. È onesto e competente. Ma fa politica da troppi anni, ha la testa a forma di partito: faceva riunioni, parlava ai nostri ragazzi di votazioni, organismi interni, cariche, strutture verticali. Noi non siamo così. Non essendo iscritto, non c’è stato bisogno di espellerlo. Ma ci portava lontano dai nostri obiettivi e divideva il movimento. Semplicemente non gli abbiamo più dato il simbolo.
Sta di fatto che Pizzarotti voleva farlo assessore e ha rinunciato.
Tu puoi non credermi, ma da quando è stato eletto Pizzarotti non l’ho più visto né sentito. Nemmeno al telefono. Qui non mi telefona mai nessuno, a parte Casaleggio che chiama sette volte al giorno per il blog. Ma è giusto che sia così: se non chiamano, vuol dire che se la cavano da soli. Se poi han bisogno, siamo qui coi nostri consulenti. Molti hanno il complesso di Grillo alla rovescia: vogliono dimostrare di essere totalmente autonomi. Uno dei nostri candidati, sul palco in una piazza di non so più dove, appena l’ho presentato e invitato la gente a votarlo, ha detto: ‘Guardate che io con Grillo non ho nulla a che fare, se mi gira lo mando pure affanculo!’. Il nostro sindaco di Mira s’è subito ridotto lo stipendio, ma mica gliel’ho detto io. Ha fatto tutto lui.
Pizzarotti non ha cominciato benissimo. Prima l’intervista a “Chi”, poi quell’idea di mandare i rifiuti a bruciare in Olanda perché tanto, se i bambini olandesi si beccano il cancro, “non sono io che governo l’Olanda”. E la giunta non c’è ancora.
“Ma dai, dobbiamo concedere qualcosa all’inesperienza di questi ragazzi. Parlo dell’intervista e alla giunta, che comunque adesso arriva: se è del livello dei consulenti che ha scelto il Pizza, da Pallante alla Napoleoni e Ganapini, sarà ottima. Quanto ai rifiuti, meglio mandarli – in attesa di arrivare al traguardo massimo della differenziata e al ciclo completo di smaltimento – in paesi ecologicamente avanzati come la Germania, dove si brucia la minima parte, il resto viene separato, riciclato, o diventa compost o va in discarica.
Se le penali sono troppo alte, l’inceneritore di Parma si fa lo stesso?
Non scherziamo. Le penali, se obbligatorie, si troverà il modo di pagarle. Ma l’elezione di Pizzarotti è stata anche un referendum contro l’inceneritore. Che non è nemmeno un impegno preso dal Comune di Parma sotto l’ultimo sindaco. È una truffa col “project financing”, che vede al centro una società privata finanziata dalle banche a loro volta garantite dal Cip6 sulla bolletta energetica. Queste ‘multiutility’ sono il cancro dei comuni, hanno buchi stratosferici, sono fallite, campano solo sulla garanzia di un tot di rifiuti da bruciare. Nessuno in Europa progetta nuovi inceneritori: entro il 2020 saranno proibiti. Ma possibile che a San Francisco e in tutta la California queste cose sono normali e da noi sembrano follie? Conosco fior di ingegneri che vetrificano i tossico-nocivi senza emissioni, costretti a vendere i brevetti all’estero perché qui i petrolieri non vogliono.
Vedi mai i dibattiti politici in tv?
Una goduria pazzesca. La miglior prova della bancarotta mentale dei partiti: la prendono alla larga, partono dai massimi sistemi, non vorrebbero parlare di noi, poi girano e rigirano nel labirinto e alla fine si ritrovano tutti al punto di partenza, con una grande foto dell’orco: ‘Aaaarghhhh Grillo!’. Finiscono sempre per parlare di me, non ci dormono la notte, è più forte di loro.
Quando ancora pensavi di costringerli ad autoriformarsi, alcuni politici li hai incontrati.
Qui no, in casa mia è entrato solo Di Pietro, una volta. Gli ho fatto vedere un dvd, che avevo solo io, di una sua lezione di procedura penale al Cepu. Se l’è messo in tasca e se l’è portato via.
Napolitano mai incontrato?
No. Pertini sì, mi invitava il 1° giugno nei giardini del Quirinale. Parlavamo in genovese. ‘Cumme scia stà, presidente?’. E lui: ‘A bagasce’…
Non portasti a Napolitano le firme alle tre leggi popolari?
No, a Franco Marini, allora presidente del Senato. Mi disse che suo figlio è ingegnere elettronico, dunque va in rete. Lui no, mica è ingegnere elettronico.
Poi tornasti in Senato da Schifani?
No, mi ha cercato lui. Lo incalzavo sulle tre leggi popolari imboscate al Senato, allora un giorno che eravamo entrambi in Emilia mi ha fatto cercare. Prima da un poliziotto, poi dal questore, infine dal prefetto. Voleva un incontro privato. E io: ‘Vengo con la webcam, così le persone che hanno firmato vedono l’incontro in streaming’. Ma quelli, alle parole ‘webcam’ e ‘streaming’, si spaventavano e correvano a riferire ai superiori. Non se n’è fatto nulla.
E Prodi?
Gli ho portato il programma delle primarie online. Prima ha chiuso gli occhi per concentrarsi, poi s’è appisolato.
Ora però i politici han cominciato a parlar bene di te.
E questo mi preoccupa molto. Ci copiano. Dicono tutti: fuori i condannati dal Parlamento, massimo due legislature, cambiare la legge elettorale: erano le tre leggi popolari del primo V-Day, quando ci davano dei fascisti qualunquisti anti-politici. Perché non le hanno discusse e approvate? Adesso è tardi.
Bersani dice che vuol dialogare.
Sì, dopo aver detto che parlo come i mafiosi e che ho fatto l’accordo col Pdl a Parma. Crede ancora che gli elettori siano proprietà privata dei partiti.
Anche Vendola parla di dialogo.
Beh, prima ha detto che io grugnisco: in che lingua dialoghiamo?
Berlusconi ti sta studiando.
Povero nano, si sta guardando tutti i miei discorsi. Ma te la immagini la scena? ‘Via, basta, tutti fuori, niente più figa o Ghedini, via tutti gli avvocati e le bagasce, voglio vedere solo Grilloooo!’. Fa quasi pena. Prima, di me, non parlava mai. E io lo chiamavo psiconano e testa d’asfalto. Poi mi sono stufato. Ma, appena ho smesso di parlare di lui, lui ha cominciato a parlare di me. Pensa che il movimento vinca per le mie battute. Ora magari andrà in giro a urlare in genovese ‘Belìn è una cosa pazzescaaaa!’ (si autoimita, ndr). Vede solo la vetrina. È proprio bollito.
Nessun politico ha mai pensato di avvicinarti, cooptarti, anche solo di contattarti?
Mai sentito nessuno. Si vede che mi vedono irrecuperabile, e han ragione.
Non temi qualche polpetta avvelenata? Nei cambi di regime, chi rompe lo status quo rischia.
Mah, preferisco non pensarci. Magari qualche operazione di discredito… Ma son cinque anni che ci provano. Scheletri nell’armadio non ne trovano: vita privata, cose fiscali, tutto a posto. Andrea (il fratello, ndr) conserva tutto dalla notte dei tempi, anche le bollette, le ricevute, le fatture degli spettacoli, anche di quella festa dell’Unità dei primi anni 80 che il Tg1 tirò fuori per insinuare chissà cosa. Provano a dire che dalla politica ci guadagno: meglio che non ti faccia il calcolo di quanto ci ho rimesso di tasca mia con i due V-Day e la Woodstock in Romagna. Abbiamo provato a ripagarci le spese con qualche libro e dvd a offerta libera, ma la gente s’è fatta l’idea che tanto sono ricco e quindi non li compra. Ora abbiamo dovuto mettere un po’ di pubblicità sul blog. Ma finanziamenti pubblici mai.
E se fallite?
Se falliamo, ci appendono per i piedi: almeno quelli che si ostinano a pensare che l’Italia la salva l’uomo della Provvidenza che mette le cose a posto mentre loro delegano e si disinteressano. Ma dai, ragazzi, basta coi leader e i guru, diventiamo adulti: a Parma Pizzarotti non l’ho mica messo io, ce l’han messo i parmigiani, e tocca a loro aiutarlo a salvare Parma. Così per l’Italia. La gente si dia da fare, partecipi, rompa i coglioni, s’impegni. E io sarei il nuovo Mussolini: più democratico di così! Lo so benissimo che non posso salvare l’Italia: io getto le basi, faccio il rompighiaccio, dissodo il terreno, propongo un metodo e qualche strumento. Poi ogni cittadino deve camminare con le sue gambe. Io il mio lavoro l’ho fatto. Ora tocca agli italiani.
da Il Fatto Quotidiano del 13/06/2012
Il blogger genovese parla a tutto campo: "Non farò il premier, ma se arriviamo primi alle prossime elezioni, vado al Colle solo per dirgli: 'Stavolta l'hai sentito il botto?'". E ancora: "I candidati non li scelgo io, ma la gente in rete". Pizzarotti? "Da sindaco mai più sentito, se la devono cavare da sé"
di Marco Travaglio | 13 giugno 2012
Ora mi tocca diventare moderato, sennò questi partiti spariscono troppo rapidamente. Sono anni che dico che sono morti, ma insomma, fate con calma, non esagerate a prendermi alla lettera…”.
Beppe Grillo se la ride mentre strimpella la sua pianola canticchiando su una base vagamente jazz, nel salotto della sua villa bianca con vista sul mare di Sant’Ilario (Genova). Accanto c’è quella rossa dove viveva Bartolomeo Pagano, l’attore che interpretava Maciste nei kolossal degli anni ’10 e ’20, ora abitata dai suoi eredi. Ma “Grillo contro Maciste” è un film che rischia di uscire presto dalle sale: l’ultimo sondaggio di La7 dà i Cinquestelle al 20 per cento, seconda davanti al Pdl, a 5 punti dal Pd.
“Se ne stanno andando troppo in fretta. Io faccio di tutto per rallentare, mi invento anche qualche cazzata per dargli un po’ di ossigeno, ma non c’è niente da fare, non si riesce a stargli dietro. Devo darmi una calmata nell’attaccare i partiti, anzi devo convincere la gente a fare politica, a impegnarsi, a partecipare. È una fase nuova, dobbiamo cambiare un po’ tutti, anch’io. La liquefazione del sistema è talmente veloce che domani rischiamo di svegliarci e non trovarli più. E poi come si fa? Non siamo pronti a riempire un vuoto così grande”. In casa, alla spicciolata per il pranzo, arriva l’intero Comitato Centrale del terribile M5S: il fratello maggiore Andrea, pensionato, la moglie Parvin e i figli più piccoli Rocco, 18 anni, e Ciro, 11. Andrea ha già letto tutti i giornali e fa la rassegna stampa al volo. Parvin dice che Renzo Piano telefona in continuazione per sapere come sta Beppe, ha paura per lui dal primo V-Day. Rocco non sopporta che il padre venga riconosciuto per strada, lo vorrebbe sempre col casco della moto in testa. Per Ciro invece, che si allena in giardino col pallone contro le finestre, un po’ di popolarità non guasta. “Ma cosa scrivi, facciamo due chiacchiere e basta. Per le interviste è presto, lasciami godere ancora qualche giorno lo spettacolo. Poi penseremo al Parlamento, che lì le rogne cominciano per davvero”.
Come te lo immagini, il prossimo Parlamento?
Me lo sogno pieno di rappresentanti di tante liste civiche, movimenti di gente perbene. Ragazzi, professori, esperti. I nostri di Cinquestelle, i No-Tav, quelli dell’acqua pubblica, dei beni comuni, gli altri referendari. Mi sa che, almeno per ‘sto giro, qualche avanzo travestito dei vecchi partiti ce lo ciucciamo ancora. Vediamo se ce la fanno a mettersi tutti insieme, in ammucchiata, quelli che adesso tengono su Monti: allora noi ce ne staremo soli all’opposizione. Magari ci troviamo il povero Di Pietro, mi sa che stavolta non lo vuole nessuno”.
I partiti preparano liste civiche-civetta per sfruttare l’onda.
Poveretti, si illudono di copiarci: mettiamo un Saviano qui, un Passera lì, un Montezemolo là. Partono dall’alto, non capiscono che noi abbiamo fatto l’esatto contrario. Siamo partiti dal basso e da lontano. Io ho cominciato vent’anni fa girando il mondo, visitando laboratori, intervistando ingegneri, economisti, ricercatori, premi Nobel. Ho rubato conoscenze ai grandi. Mi sono informato, mi son fatto un culo così, anche se molti mi prendono per un cialtrone improvvisatore. E ora questi pensano di metter su movimenti in quattro e quattr’otto: ma lo sanno che fra otto mesi devono presentare le liste? Fanno tenerezza, quasi quasi faccio il tifo per loro. Ma non ce la fanno.
Il rischio è che fra qualche mese scavalchiate pure il Pd.
Non mi ci far pensare. Cinquestelle primo partito, col premio di maggioranza della porcata Calderoli che non riescono a cancellare, 300 deputati…
E Napolitano che ti chiama per formare il nuovo governo.
Eh no eh, io mica mi candido.
Ma il premier può benissimo non essere un parlamentare.
Allora ci vado solo per vedere la faccia che fa Napolitano quando gli dico: ‘Presidente, stavolta l’ha sentito il boom?’.
Poi però vi tocca governare.
A me no, figurati, non ci casco. L’ho detto e lo ripeto, io nel palazzo non ci entro: non mi lascio ingabbiare. Preferisco restare un battitore libero, un franco tiratore. Ma troveremo persone competenti e oneste per fare il premier e i ministri. Con i nostri candidati abbiamo già saltato due generazioni, vista l’età media che hanno i partiti. Ma per le politiche vorrei scendere ancora: l’ideale è sotto i 30 anni. Sopra, la gente ha già il Dna corrotto dall’organizzazione-partito. E poi ci inventiamo un meccanismo di democrazia partecipativa per far governare i cittadini.
Ci vorrà anche un programma.
Fosse dipeso da me, ci saremmo fermati ai comuni e alle regioni, il movimento è nato dimensionato sulle realtà locali. Il Parlamento è fatto su misura dei partiti. Ma ora come fai a deludere le aspettative di tanta gente? Ci costringono a presentarci alle politiche.
Ma il programma?
Intanto ne abbiamo uno che non è niente male. Poi, ovvio, per le politiche dovremo cambiarlo, rimpolparlo, ampliarlo, dopo averlo discusso in rete. Cambieremo anche il blog, che ha i suoi anni: 2-300 mila contatti unici al giorno e, per accessi ai vari social network, mi dicono che siamo secondi solo a Obama. E siamo in Italia, con un quarto della popolazione americana e la connessione a singhiozzo.
Il problema della democrazia interna al movimento, che già fa discutere, quando entrerete in Parlamento con decine di parlamentari esploderà. Non è il caso di prepararsi per tempo con una qualche forma di struttura elettiva interna?
Non voglio sentir parlare di strutture. Siamo un movimento orizzontale, se ti sviluppi in verticale diventi un partito. Poi lo so anch’io che ci sono i dissidi, le divisioni, un Meetup contro l’altro. I gruppi storici, i mitici, i preistorici… come i New Trolls.
In quel caso, con due o tre Meetup che rivendicano il marchio per fare la lista, come vi regolate?
È capitato a Torino e a Genova. Prima ho provato a fare da paciere, fatica sprecata. Allora ho scelto i primi che mi han portato la lista con tutti i crismi. Adesso vanno abbastanza d’accordo.
Ma dovrete scegliere i candidati, che poi saranno inevitabilmente nominati con questa legge elettorale. Il gruppo parlamentare dovrà avere un coordinamento, altrimenti su ogni votazione ciascuno va per conto suo. E, senza una politica delle alleanze, rischiate l’irrilevanza.
Calma, una cosa alla volta. Le alleanze certo, se necessario le faremo, ma solo sulle cose da fare, e in forme trasparenti, senza giochini sottobanco.
I candidati come li sceglierete?
Abbiamo otto mesi per decidere. Su 200 mila iscritti al movimento – esclusi ovviamente i sindaci, i consiglieri comunali e regionali che non potranno correre perché devono completare il loro mandato – troveremo i nomi giusti. Ma li sceglieremo in rete, e così le procedure per sceglierli. Certo non mi metto a selezionarli io.
Finora come vi siete regolati?
Semplice. Il Meetup locale indica i candidati, mi manda i documenti di residenza e la fedina penale e, se è tutto in regola, se nessuno ha avuto più di un mandato elettivo con altri partiti, può usare il simbolo di Cinquestelle sulla lista. Ora è chiaro che, per le elezioni nazionali, dovremo cambiare. Ma il principio resta valido: niente condannati, niente riciclati, competenza e professionalità, scelta dal basso. Se qualche cialtrone si infiltra, la rete lo smaschera subito. Parliamo di buonsenso e onestà, mica di chissà quale rivoluzione.
Così anche per eventuali ministri?
No, i ministri devono essere esperti nelle loro materie. Ci vuole una selezione molto più stringente: vedremo.
Le “materie” e le “cose da fare” sono tutt’altro che scontate. Chi decide come si vota sull’euro, sulla politica estera, sulla cittadinanza, sull’immigrazione, sulla bioetica e le altre grandi questioni di principio?
Appunto: questioni troppo grandi perché possa decidere un partito, o un non-leader. Faremo referendum popolari propositivi. In Svizzera fanno così da 200 anni. Lo so, è difficile. Ma è difficile anche continuare così.
Per far questo bisogna cambiare la Costituzione.
E la cambieremo, se gli italiani vorranno. Non per dare l’impunità alle alte cariche o altre menate tipo la devolution o il premierato. Ma per far decidere ai cittadini. Stiamo per lanciare una nuova manifestazione, un “Costituzione Day”, con alcune proposte. Primo, ancorare la nuova legge elettorale alla Costituzione: non è possibile che ogni maggioranza si faccia la legge elettorale su misura. Modello libanese corretto alla turca… Secondo, ampliare le forme di democrazia diretta: referendum propositivo senza quorum e obbligo per il Parlamento di discutere le leggi di iniziativa popolare. E magari ci mettiamo anche la class action e i bilanci partecipativi. Così ci portiamo avanti col lavoro, per quando ci tocca governare”.
Referendum anche per uscire dall’Europa?
Ma qui c’è una grande mistificazione. Io mica ho detto questo: me l’han fatto dire per spaventare la gente. Intanto uscire dall’euro non significa uscire dall’Europa: ci sono fior di paesi che stanno in Europa e non hanno l’euro.
Sì, ma – obietta il fratello Andrea, leader dell’“ala prudente” del Comitato Centrale di casa Grillo – chi ha l’euro non può abbandonarlo senza uscire pure dalla Ue.
E allora ci mettiamo a tavolino con gli altri e facciamo i conti dei pro e dei contro, dei costi e dei benefici dell’euro. Poi decidiamo. Mica lo dico io che il sistema dell’euro così non va: lo dice Krugman, premio Nobel, non comico. E ‘sti due Parlamenti europei, uno a Strasburgo e uno a Bruxelles, che caXXo fanno? E del trattato di Lisbona, che ci ha sottratto sovranità, chi sa qualcosa? Non ho soluzioni in tasca bell’e pronte, ma voglio che i cittadini ne discutano.
Porte aperte a gente di destra e di sinistra?
Etichette preistoriche. Dobbiamo ricostruire un’identità, una comunità, locale e nazionale. Se lo Stato diventano i cittadini, non più i partiti, anche ‘nazionalizzare’ diventa una bella parola: le reti autostradali e telefoniche, le frequenze radio e tv, sono roba di tutti, quindi i gruppi privati che se ne sono impossessati le dovranno restituire ai cittadini. E settori vitali come energia e acqua devono essere pubblici. Nessuno deve rimanere indietro. In Italia ci sono un milione di volontari: io ne vorrei 60 milioni, di volontari. Il mio dentista, per qualche ora alla settimana, dovrà operare gratis chi ha bisogno.
Chiunque governi, non ha mai un euro in cassa. Voi che fareste?
Si studia quel che serve e quel che non serve. Il Tav Torino-Lione non serve, via: si risparmiano 20 miliardi. I cacciabombardieri non servono, via: si risparmiano 15 miliardi. Le province non servono, via: altri miliardi risparmiati. Le pensioni non devono superare i 3 mila euro netti al mese, tanto se guadagnavi milioni qualcosa da parte avrai messo, no? Altro che ‘spending review’.
Torniamo alla democrazia interna al movimento. È normale che il marchio sia nelle mani di Grillo e Casaleggio?
Ahah, Casaleggio viene dipinto come una figura luciferina, misteriosa, oscura. Sarà, ma sono anni che lo rivoltano come un calzino e non gli han trovato un belino di niente fuori posto. Mai visto una vita più normale, ripetitiva e noiosa della sua. Va in ufficio la mattina, lavora tutto il giorno, la sera torna a casa dalla moglie e dal bambino. Un persuasore talmente occulto che non riesce nemmeno a convincere la moglie a seguirlo nella casa di campagna a Quincinetto, sopra Ivrea. Ogni tanto mi chiama dall’orto e mi chiede di andare a fargli compagnia. Ecco, la centrale operativa della Spektre è a Quincinetto.
Ma nel movimento in Emilia ancora brucia l’espulsione di Tavolazzi.
Non voglio parlar male di Tavolazzi, lo conosco da una vita, l’ho sostenuto quando presentò la sua lista a Ferrara e al Cinquestelle manco ci pensavo. È onesto e competente. Ma fa politica da troppi anni, ha la testa a forma di partito: faceva riunioni, parlava ai nostri ragazzi di votazioni, organismi interni, cariche, strutture verticali. Noi non siamo così. Non essendo iscritto, non c’è stato bisogno di espellerlo. Ma ci portava lontano dai nostri obiettivi e divideva il movimento. Semplicemente non gli abbiamo più dato il simbolo.
Sta di fatto che Pizzarotti voleva farlo assessore e ha rinunciato.
Tu puoi non credermi, ma da quando è stato eletto Pizzarotti non l’ho più visto né sentito. Nemmeno al telefono. Qui non mi telefona mai nessuno, a parte Casaleggio che chiama sette volte al giorno per il blog. Ma è giusto che sia così: se non chiamano, vuol dire che se la cavano da soli. Se poi han bisogno, siamo qui coi nostri consulenti. Molti hanno il complesso di Grillo alla rovescia: vogliono dimostrare di essere totalmente autonomi. Uno dei nostri candidati, sul palco in una piazza di non so più dove, appena l’ho presentato e invitato la gente a votarlo, ha detto: ‘Guardate che io con Grillo non ho nulla a che fare, se mi gira lo mando pure affanculo!’. Il nostro sindaco di Mira s’è subito ridotto lo stipendio, ma mica gliel’ho detto io. Ha fatto tutto lui.
Pizzarotti non ha cominciato benissimo. Prima l’intervista a “Chi”, poi quell’idea di mandare i rifiuti a bruciare in Olanda perché tanto, se i bambini olandesi si beccano il cancro, “non sono io che governo l’Olanda”. E la giunta non c’è ancora.
“Ma dai, dobbiamo concedere qualcosa all’inesperienza di questi ragazzi. Parlo dell’intervista e alla giunta, che comunque adesso arriva: se è del livello dei consulenti che ha scelto il Pizza, da Pallante alla Napoleoni e Ganapini, sarà ottima. Quanto ai rifiuti, meglio mandarli – in attesa di arrivare al traguardo massimo della differenziata e al ciclo completo di smaltimento – in paesi ecologicamente avanzati come la Germania, dove si brucia la minima parte, il resto viene separato, riciclato, o diventa compost o va in discarica.
Se le penali sono troppo alte, l’inceneritore di Parma si fa lo stesso?
Non scherziamo. Le penali, se obbligatorie, si troverà il modo di pagarle. Ma l’elezione di Pizzarotti è stata anche un referendum contro l’inceneritore. Che non è nemmeno un impegno preso dal Comune di Parma sotto l’ultimo sindaco. È una truffa col “project financing”, che vede al centro una società privata finanziata dalle banche a loro volta garantite dal Cip6 sulla bolletta energetica. Queste ‘multiutility’ sono il cancro dei comuni, hanno buchi stratosferici, sono fallite, campano solo sulla garanzia di un tot di rifiuti da bruciare. Nessuno in Europa progetta nuovi inceneritori: entro il 2020 saranno proibiti. Ma possibile che a San Francisco e in tutta la California queste cose sono normali e da noi sembrano follie? Conosco fior di ingegneri che vetrificano i tossico-nocivi senza emissioni, costretti a vendere i brevetti all’estero perché qui i petrolieri non vogliono.
Vedi mai i dibattiti politici in tv?
Una goduria pazzesca. La miglior prova della bancarotta mentale dei partiti: la prendono alla larga, partono dai massimi sistemi, non vorrebbero parlare di noi, poi girano e rigirano nel labirinto e alla fine si ritrovano tutti al punto di partenza, con una grande foto dell’orco: ‘Aaaarghhhh Grillo!’. Finiscono sempre per parlare di me, non ci dormono la notte, è più forte di loro.
Quando ancora pensavi di costringerli ad autoriformarsi, alcuni politici li hai incontrati.
Qui no, in casa mia è entrato solo Di Pietro, una volta. Gli ho fatto vedere un dvd, che avevo solo io, di una sua lezione di procedura penale al Cepu. Se l’è messo in tasca e se l’è portato via.
Napolitano mai incontrato?
No. Pertini sì, mi invitava il 1° giugno nei giardini del Quirinale. Parlavamo in genovese. ‘Cumme scia stà, presidente?’. E lui: ‘A bagasce’…
Non portasti a Napolitano le firme alle tre leggi popolari?
No, a Franco Marini, allora presidente del Senato. Mi disse che suo figlio è ingegnere elettronico, dunque va in rete. Lui no, mica è ingegnere elettronico.
Poi tornasti in Senato da Schifani?
No, mi ha cercato lui. Lo incalzavo sulle tre leggi popolari imboscate al Senato, allora un giorno che eravamo entrambi in Emilia mi ha fatto cercare. Prima da un poliziotto, poi dal questore, infine dal prefetto. Voleva un incontro privato. E io: ‘Vengo con la webcam, così le persone che hanno firmato vedono l’incontro in streaming’. Ma quelli, alle parole ‘webcam’ e ‘streaming’, si spaventavano e correvano a riferire ai superiori. Non se n’è fatto nulla.
E Prodi?
Gli ho portato il programma delle primarie online. Prima ha chiuso gli occhi per concentrarsi, poi s’è appisolato.
Ora però i politici han cominciato a parlar bene di te.
E questo mi preoccupa molto. Ci copiano. Dicono tutti: fuori i condannati dal Parlamento, massimo due legislature, cambiare la legge elettorale: erano le tre leggi popolari del primo V-Day, quando ci davano dei fascisti qualunquisti anti-politici. Perché non le hanno discusse e approvate? Adesso è tardi.
Bersani dice che vuol dialogare.
Sì, dopo aver detto che parlo come i mafiosi e che ho fatto l’accordo col Pdl a Parma. Crede ancora che gli elettori siano proprietà privata dei partiti.
Anche Vendola parla di dialogo.
Beh, prima ha detto che io grugnisco: in che lingua dialoghiamo?
Berlusconi ti sta studiando.
Povero nano, si sta guardando tutti i miei discorsi. Ma te la immagini la scena? ‘Via, basta, tutti fuori, niente più figa o Ghedini, via tutti gli avvocati e le bagasce, voglio vedere solo Grilloooo!’. Fa quasi pena. Prima, di me, non parlava mai. E io lo chiamavo psiconano e testa d’asfalto. Poi mi sono stufato. Ma, appena ho smesso di parlare di lui, lui ha cominciato a parlare di me. Pensa che il movimento vinca per le mie battute. Ora magari andrà in giro a urlare in genovese ‘Belìn è una cosa pazzescaaaa!’ (si autoimita, ndr). Vede solo la vetrina. È proprio bollito.
Nessun politico ha mai pensato di avvicinarti, cooptarti, anche solo di contattarti?
Mai sentito nessuno. Si vede che mi vedono irrecuperabile, e han ragione.
Non temi qualche polpetta avvelenata? Nei cambi di regime, chi rompe lo status quo rischia.
Mah, preferisco non pensarci. Magari qualche operazione di discredito… Ma son cinque anni che ci provano. Scheletri nell’armadio non ne trovano: vita privata, cose fiscali, tutto a posto. Andrea (il fratello, ndr) conserva tutto dalla notte dei tempi, anche le bollette, le ricevute, le fatture degli spettacoli, anche di quella festa dell’Unità dei primi anni 80 che il Tg1 tirò fuori per insinuare chissà cosa. Provano a dire che dalla politica ci guadagno: meglio che non ti faccia il calcolo di quanto ci ho rimesso di tasca mia con i due V-Day e la Woodstock in Romagna. Abbiamo provato a ripagarci le spese con qualche libro e dvd a offerta libera, ma la gente s’è fatta l’idea che tanto sono ricco e quindi non li compra. Ora abbiamo dovuto mettere un po’ di pubblicità sul blog. Ma finanziamenti pubblici mai.
E se fallite?
Se falliamo, ci appendono per i piedi: almeno quelli che si ostinano a pensare che l’Italia la salva l’uomo della Provvidenza che mette le cose a posto mentre loro delegano e si disinteressano. Ma dai, ragazzi, basta coi leader e i guru, diventiamo adulti: a Parma Pizzarotti non l’ho mica messo io, ce l’han messo i parmigiani, e tocca a loro aiutarlo a salvare Parma. Così per l’Italia. La gente si dia da fare, partecipi, rompa i coglioni, s’impegni. E io sarei il nuovo Mussolini: più democratico di così! Lo so benissimo che non posso salvare l’Italia: io getto le basi, faccio il rompighiaccio, dissodo il terreno, propongo un metodo e qualche strumento. Poi ogni cittadino deve camminare con le sue gambe. Io il mio lavoro l’ho fatto. Ora tocca agli italiani.
da Il Fatto Quotidiano del 13/06/2012
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Movimento 5 Stelle: regolamento di conti interno, volano stracci e dossier
Sul social network volano stracci tra le due anime del gruppo. Dai simpatizzanti del consigliere regionale Favia accuse ai tre consiglieri comunali di Bologna, più vicini a Grillo : "Tramano nell'ombra contattando Casaleggio". Massimo Bugani: "Tutto falso. Semmai ho io un dossierino su chi ha qualcosa da nascondere"
di Giulia Zaccariello | Emilia Romagna | 14 giugno 2012
Una resa dei conti sul web. Così gli esponenti del Movimento 5 stelle emiliano romagnolo si fanno la guerra, riportando a galla tutte le questioni che da mesi dividono e agitano il Movimento di Beppe Grillo. Dall’espulsione del consigliere Valentino Tavolazzi fino alla cacciata del gruppo di Cento, da giorni attivisti ed eletti si stanno scambiando una serie di accuse reciproche, scrivendole nero su bianco sul forum online del meet up di Bologna. Rivelazioni senza censure, con tanto di dossier e conversazioni private, raccolte in una discussione intitolata “Spy game”, che mette in luce le divergenze interne, in particolare quella tra il consigliere comunale bolognese Massimo Bugani e quello regionale Giovanni Favia.
A dare il via al dibattito è un post al veleno, scritto dal moderatore della pagina Renato Padoan. “C’è qualcuno che crede di poter fare il bello e il cattivo tempo all’interno del Movimento 5 stelle. Contatta Beppe Grillo e lo staff del blog e gli fornisce informazioni false e fuorvianti, scatenando reazioni inaccettabili dall’anima pura del Movimento e dai suoi attivisti”. Il riferimento, si scopre dopo alcuni interventi, è a Massimo Bugani, sospettato di agire nell’ombra contro altri esponenti del Movimento. In particolare contro Giovanni Favia e contro quei militanti più critici nei confronti del duo Grillo-Casaleggio.
Secondo Padaon sarebbe stato l’ex aspirante sindaco di Bologna a mettere al corrente Casaleggio della candidatura di Tavolazzi a direttore generale di Parma, tirando in ballo anche Favia. Così come sarebbe stato sempre Bugani a inviare a Grillo alcuni stralci di una conversazione in chat tra alcuni consiglieri a 5 stelle, in cui veniva espresso più di qualche dubbio sul comportamento del blogger genovese e del suo guru Casaleggio.
L’intervento di Padoan scatena i simpatizzanti di Grillo: in poche ore la pagina si riempie di decine di interventi. Una cascata. Ma Padoan trova sponda soprattutto nell’ex consigliere rumena Antonia Dejeu, fuoriuscita dal Movimento dopo la presa di posizione di Grillo sul diritto di cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia. Nel suo post rincara la dose e allarga lo scontro anche a un altro consigliere di Palazzo d’Accursio, Marco Piazza, rivelando una conversazione risalente a fine gennaio. “Quel giorno tutti gli attivisti sono a conoscenza della mia intenzione di ritirarmi. Marco Piazza mi chiede di pensare al fatto che Giovanni Favia avrebbe gongolato perché non lo avrei più contrastato”. Dejeu snocciola poi altri retroscena. “Marco poi mi ripete una frase che Massimo Bugani mi aveva già detto in precedenza: stringi i denti, aspetta uno o due mesi, abbiamo parlato con Casaleggio che risolverà il problema Favia con un post sul blog, tra un mese”.
Passano alcune ore e Piazza decide di difendersi: “Né io né Massimo siamo delle spie, non complottiamo e non ordiamo trame con Casaleggio e Beppe (che io personalmente ho sentito una sola volta al telefono) non tramiamo contro Giovanni, né contro Tavolazzi né contro Cento. E non ho inoltrato niente a Beppe o a Casaleggio, né la chat ne nient’altro, non ho la più lontana idea di chi possa essere stato”.
Ma questo non basta a frenare malumori e veleni. E mentre Giovanni Favia si sfila, specificando di essere disinteressato a “queste diatribe da Guerra dei Roses in salsa a 5 stelle”, Bugani parla invece di un dossier. “Io non ho niente da nascondere – scrive il consigliere di Bologna su Facebook – Chi vuole venire a toccare con mano un meraviglioso dossierino reale e non inventato ad arte (su chi invece parecchie cose da nascondere le ha) può venirmi a trovare quando vuole”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06 ... er/263696/
Sul social network volano stracci tra le due anime del gruppo. Dai simpatizzanti del consigliere regionale Favia accuse ai tre consiglieri comunali di Bologna, più vicini a Grillo : "Tramano nell'ombra contattando Casaleggio". Massimo Bugani: "Tutto falso. Semmai ho io un dossierino su chi ha qualcosa da nascondere"
di Giulia Zaccariello | Emilia Romagna | 14 giugno 2012
Una resa dei conti sul web. Così gli esponenti del Movimento 5 stelle emiliano romagnolo si fanno la guerra, riportando a galla tutte le questioni che da mesi dividono e agitano il Movimento di Beppe Grillo. Dall’espulsione del consigliere Valentino Tavolazzi fino alla cacciata del gruppo di Cento, da giorni attivisti ed eletti si stanno scambiando una serie di accuse reciproche, scrivendole nero su bianco sul forum online del meet up di Bologna. Rivelazioni senza censure, con tanto di dossier e conversazioni private, raccolte in una discussione intitolata “Spy game”, che mette in luce le divergenze interne, in particolare quella tra il consigliere comunale bolognese Massimo Bugani e quello regionale Giovanni Favia.
A dare il via al dibattito è un post al veleno, scritto dal moderatore della pagina Renato Padoan. “C’è qualcuno che crede di poter fare il bello e il cattivo tempo all’interno del Movimento 5 stelle. Contatta Beppe Grillo e lo staff del blog e gli fornisce informazioni false e fuorvianti, scatenando reazioni inaccettabili dall’anima pura del Movimento e dai suoi attivisti”. Il riferimento, si scopre dopo alcuni interventi, è a Massimo Bugani, sospettato di agire nell’ombra contro altri esponenti del Movimento. In particolare contro Giovanni Favia e contro quei militanti più critici nei confronti del duo Grillo-Casaleggio.
Secondo Padaon sarebbe stato l’ex aspirante sindaco di Bologna a mettere al corrente Casaleggio della candidatura di Tavolazzi a direttore generale di Parma, tirando in ballo anche Favia. Così come sarebbe stato sempre Bugani a inviare a Grillo alcuni stralci di una conversazione in chat tra alcuni consiglieri a 5 stelle, in cui veniva espresso più di qualche dubbio sul comportamento del blogger genovese e del suo guru Casaleggio.
L’intervento di Padoan scatena i simpatizzanti di Grillo: in poche ore la pagina si riempie di decine di interventi. Una cascata. Ma Padoan trova sponda soprattutto nell’ex consigliere rumena Antonia Dejeu, fuoriuscita dal Movimento dopo la presa di posizione di Grillo sul diritto di cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia. Nel suo post rincara la dose e allarga lo scontro anche a un altro consigliere di Palazzo d’Accursio, Marco Piazza, rivelando una conversazione risalente a fine gennaio. “Quel giorno tutti gli attivisti sono a conoscenza della mia intenzione di ritirarmi. Marco Piazza mi chiede di pensare al fatto che Giovanni Favia avrebbe gongolato perché non lo avrei più contrastato”. Dejeu snocciola poi altri retroscena. “Marco poi mi ripete una frase che Massimo Bugani mi aveva già detto in precedenza: stringi i denti, aspetta uno o due mesi, abbiamo parlato con Casaleggio che risolverà il problema Favia con un post sul blog, tra un mese”.
Passano alcune ore e Piazza decide di difendersi: “Né io né Massimo siamo delle spie, non complottiamo e non ordiamo trame con Casaleggio e Beppe (che io personalmente ho sentito una sola volta al telefono) non tramiamo contro Giovanni, né contro Tavolazzi né contro Cento. E non ho inoltrato niente a Beppe o a Casaleggio, né la chat ne nient’altro, non ho la più lontana idea di chi possa essere stato”.
Ma questo non basta a frenare malumori e veleni. E mentre Giovanni Favia si sfila, specificando di essere disinteressato a “queste diatribe da Guerra dei Roses in salsa a 5 stelle”, Bugani parla invece di un dossier. “Io non ho niente da nascondere – scrive il consigliere di Bologna su Facebook – Chi vuole venire a toccare con mano un meraviglioso dossierino reale e non inventato ad arte (su chi invece parecchie cose da nascondere le ha) può venirmi a trovare quando vuole”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06 ... er/263696/
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.youtube.com/watch?v=GS5idJt5 ... creen&NR=1
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Primo discorso sull'umanità.
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Crisi, chiusure e fallimenti, com'è
«positivo» il 2013 per Grillo...
Beppe Grillo torna sul suo blog ad attaccare governo e Quirinale definendo un 'miracolo' dell'anno che verrà, la conclusione del mandato di Giorgio Napolitano e del premier Mario Monti.
«Il 2013 è un anno che vale la pena di essere vissuto - scrive il comico genovese -. Ci aspettano dolori, ma anche gioie. Dodici mesi vissuti pericolosamente, in cui tutto può succedere, compresi i miracoli. Un anno mezzo pieno per gli ottimisti». Il leader del Movimento 5 Stelle stila un elenco di 10 «fatti positivi» che si verificheranno l'anno prossimo e invita i suoi simpatizzanti a votare per quello che preferiscono: al primo posto «Napolitano si ritirerà a vita privata, questo è un fatto incontrovertibile. Dopo sette anni non monitorerà più. Si godrà la sua pensione con la nostra benedizione».
Il secondo «miracolo» è che «la nazionale di calcio non parteciperà a Europei o Mondiali. Un'estate di quiete senza calciatori milionari esibiti come un trofeo dalle Istituzioni, portati ad esempio dell'Italia che funziona (sic)».
Il terzo riguarda il governo: «Rigor Montis, se non tradirà la parola data, non si candiderà a presidente del Consiglio.
Tagli, ritagli e svendite all'asta li farà, se crede, con il suo patrimonio privato, non più con i beni degli italiani».
Per sè Grillo dedica il quarto «miracolo» del 2013:
«Il MoVimento 5 Stelle entrerà in Parlamento con un gruppo di cittadini incensurati».
Poi «i quotidiani andranno in crisi in modo definitivo.
Nonostante i 120 milioni di euro di finanziamenti pubblici molti chiuderanno»; «la diffusione dei tablet e dell'Internet mobile consentirà a qualche milione di italiani in più di accedere all'informazione».
Settimo, «Formigoni lascerà la sedia di presidente della Regione Lombardia scaldata per quasi un ventennio».
Poi, ne è certo Grillo,
«la Tav in Val di Susa sarà abbandonata in modo definitivo dopo le decisioni di Portogallo, Spagna e Francia di non investire più un euro in un'opera inutile e dai costi abnormi».
Infine,
«crisi dell'edilizia e arresto della cementificazione del territorio in tutta Italia»
e da ultimo «fallimento di Expo 2015».
Dunque, «cosa volete di più dalla vita?».
Il sondaggio si chiuderà domani pomeriggio.
Alle prime seimila risposte, è in netto vantaggio come evento del 2013 l'ingresso dei grillini in Parlamento, con oltre l'80 per cento di gradimento.
http://www.unita.it/italia/crisi-chiusu ... o-1.430472
«positivo» il 2013 per Grillo...
Beppe Grillo torna sul suo blog ad attaccare governo e Quirinale definendo un 'miracolo' dell'anno che verrà, la conclusione del mandato di Giorgio Napolitano e del premier Mario Monti.
«Il 2013 è un anno che vale la pena di essere vissuto - scrive il comico genovese -. Ci aspettano dolori, ma anche gioie. Dodici mesi vissuti pericolosamente, in cui tutto può succedere, compresi i miracoli. Un anno mezzo pieno per gli ottimisti». Il leader del Movimento 5 Stelle stila un elenco di 10 «fatti positivi» che si verificheranno l'anno prossimo e invita i suoi simpatizzanti a votare per quello che preferiscono: al primo posto «Napolitano si ritirerà a vita privata, questo è un fatto incontrovertibile. Dopo sette anni non monitorerà più. Si godrà la sua pensione con la nostra benedizione».
Il secondo «miracolo» è che «la nazionale di calcio non parteciperà a Europei o Mondiali. Un'estate di quiete senza calciatori milionari esibiti come un trofeo dalle Istituzioni, portati ad esempio dell'Italia che funziona (sic)».
Il terzo riguarda il governo: «Rigor Montis, se non tradirà la parola data, non si candiderà a presidente del Consiglio.
Tagli, ritagli e svendite all'asta li farà, se crede, con il suo patrimonio privato, non più con i beni degli italiani».
Per sè Grillo dedica il quarto «miracolo» del 2013:
«Il MoVimento 5 Stelle entrerà in Parlamento con un gruppo di cittadini incensurati».
Poi «i quotidiani andranno in crisi in modo definitivo.
Nonostante i 120 milioni di euro di finanziamenti pubblici molti chiuderanno»; «la diffusione dei tablet e dell'Internet mobile consentirà a qualche milione di italiani in più di accedere all'informazione».
Settimo, «Formigoni lascerà la sedia di presidente della Regione Lombardia scaldata per quasi un ventennio».
Poi, ne è certo Grillo,
«la Tav in Val di Susa sarà abbandonata in modo definitivo dopo le decisioni di Portogallo, Spagna e Francia di non investire più un euro in un'opera inutile e dai costi abnormi».
Infine,
«crisi dell'edilizia e arresto della cementificazione del territorio in tutta Italia»
e da ultimo «fallimento di Expo 2015».
Dunque, «cosa volete di più dalla vita?».
Il sondaggio si chiuderà domani pomeriggio.
Alle prime seimila risposte, è in netto vantaggio come evento del 2013 l'ingresso dei grillini in Parlamento, con oltre l'80 per cento di gradimento.
http://www.unita.it/italia/crisi-chiusu ... o-1.430472
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