ENERGIA E CRISI FINANZIARIA:L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ESISTE
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ENERGIA E CRISI FINANZIARIA:L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ESISTE
ENERGIA E CRISI FINANZIARIA: L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ESISTE!
di Carmen D’Auria
Nell’epoca contemporanea una delle maggiori sfide che l’umanità sta affrontando è quella relativa alla crisi finanziaria sviluppatasi negli USA nella seconda metà del 2007 e diffusasi in buona parte del resto del mondo.
.
Già nel 2000 si era rivelato qualche contraccolpo all’economia, seguito allo scoppio della bolla delle dot-com, start-up impegnate nel settore informatico.
Le aziende dot-com videro in breve tempo un aumento anomalo del valore delle loro azioni, poiché quello informatico era un settore fortemente sovrastimato. Ciò comportò numerosi investimenti, frutto dei quali non furono i profitti sperati, bensì una crisi finanziaria, dal momento che molte start-up fallirono. Nel 2007 esplose poi la crisi causata dallo scoppio della bolla del mercato immobiliare e la contemporanea impossibilità di pagamento dei mutui subprime da parte dei debitori, dato l'innalzamento dei tassi di interesse, con la nota conseguenza del fallimento di numerose banche. Ancora oggi le estreme conseguenze di questo evento - considerate da molti studiosi più dannose rispetto a quelle della nota crisi del 1929 - gravano su gran parte delle economie globali.
Occhi meno esperti attribuiscono le ragioni di tale crisi ai meccanismi che soggiacciono alle ormai affermate logiche del breve periodo e alle attuali dinamiche di policy, ma studi più approfonditi indicano che le vere ragioni della crisi sono fortemente legate alle correnti modalità di produzione dell’energia.
Autorevoli linee di pensiero osservano, infatti, che il benessere di una società è correlato alla quantità di energia di cui essa dispone.
Ciò può essere facilmente compreso ripercorrendo le riflessioni di noti economisti che hanno studiato tale correlazione. Tra questi emerge sicuramente il pensiero di Tim Morgan – economista specializzato in analisi finanziarie dei problemi energetici, nonché ex capo ricerche di Tullett- Prebon - secondo il quale la vera equazione esplicativa del benessere di una società è rappresentata dalla formula “ricchezza=energia”.
Al fine di comprendere chiaramente il legame diretto tra energia e ricchezza risulta estremamente esemplificativo il concetto di EROEI - Energy Return On Energy Investment - ovvero il rapporto tra l’energia prodotta dallo sfruttamento di una fonte energetica e l’energia impiegata per produrla. Se l’EROEI di una determinata tecnologia di produzione energetica è maggiore di 1 allora mediante il processo di produzione energetica è stata ricavata una quantità di energia maggiore di quella che è stata investita per produrla; al contrario, se esso è minore di 1 allora mediante il processo di produzione energetica è stata ricavata una quantità di energia minore di quella che è stata investita per produrla.
Pertanto, è evidente che più le tecnologie di sfruttamento dei giacimenti energetici sono caratterizzate da un alto valore dell’EROEI, più esse consentono un forte abbattimento dei costi di produzione, determinando un aumento della ricchezza che a sua volta potrà essere investita nel miglioramento dello stile di vita di una società.
Alla luce di tali riflessioni, dunque, è possibile osservare che il paradigma energetico vigente nell’epoca contemporanea, caratterizzato dalla sostituzione delle fonti energetiche fossili - non sostenibili dal punto di vista ambientale - con le fonti energetiche rinnovabili (FER), non giova alla crescita economica delle società, dal momento che le FER, essendo caratterizzate da valori dell’EROEI generalmente bassi, non consentono la produzione di ricchezza al loro interno.
Non risulta riduttivo, pertanto, dedurre che, al di là della diffusione delle logiche del breve periodo e degli odierni meccanismi di policy, lo sfruttamento di fonti energetiche con un basso valore di EROEI si configura come la principale causa che ha condotto alla crisi globale attuale.
Ciononostante, è necessario non incorrere nell’errore di lasciare affermare una prospettiva pessimistica in merito, dal momento che una speranza per uscire dalla crisi planetaria in corso esiste. L’economia, infatti, può essere rilanciata attraverso l’investimento in ricerca e sviluppo di tecnologie che consentano lo sfruttamento di giacimenti di energia ad alto EROEI, alcune delle quali compaiono tra quelle che il cofondatore della Breakthrough Energy Coalition, Bill Gates, ha definito “Energy Miracles” - Self-Driving Vehicles, Fuel Cell Cars, Advanced Nuclear Reactors, Wave/Tidal Power, Efficient Solar, Tall Wind, Better Batteries, Home Automation.
Nonostante ciò sia noto ai più, perché si è così tanto restii a credere e ad investire in tale direzione? Perché si continua a celare la non sostenibilità economica e ambientale dell’attuale mix energetico? Perché esiste così tanta disinformazione circa i vantaggi delle tecnologie di produzione energetiche all’avanguardia? È la risposta a questi e altri quesiti che occorre trovare se si desidera che l’uscita dalla crisi globale non resti soltanto una mera utopia.
di Carmen D’Auria
Nell’epoca contemporanea una delle maggiori sfide che l’umanità sta affrontando è quella relativa alla crisi finanziaria sviluppatasi negli USA nella seconda metà del 2007 e diffusasi in buona parte del resto del mondo.
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Già nel 2000 si era rivelato qualche contraccolpo all’economia, seguito allo scoppio della bolla delle dot-com, start-up impegnate nel settore informatico.
Le aziende dot-com videro in breve tempo un aumento anomalo del valore delle loro azioni, poiché quello informatico era un settore fortemente sovrastimato. Ciò comportò numerosi investimenti, frutto dei quali non furono i profitti sperati, bensì una crisi finanziaria, dal momento che molte start-up fallirono. Nel 2007 esplose poi la crisi causata dallo scoppio della bolla del mercato immobiliare e la contemporanea impossibilità di pagamento dei mutui subprime da parte dei debitori, dato l'innalzamento dei tassi di interesse, con la nota conseguenza del fallimento di numerose banche. Ancora oggi le estreme conseguenze di questo evento - considerate da molti studiosi più dannose rispetto a quelle della nota crisi del 1929 - gravano su gran parte delle economie globali.
Occhi meno esperti attribuiscono le ragioni di tale crisi ai meccanismi che soggiacciono alle ormai affermate logiche del breve periodo e alle attuali dinamiche di policy, ma studi più approfonditi indicano che le vere ragioni della crisi sono fortemente legate alle correnti modalità di produzione dell’energia.
Autorevoli linee di pensiero osservano, infatti, che il benessere di una società è correlato alla quantità di energia di cui essa dispone.
Ciò può essere facilmente compreso ripercorrendo le riflessioni di noti economisti che hanno studiato tale correlazione. Tra questi emerge sicuramente il pensiero di Tim Morgan – economista specializzato in analisi finanziarie dei problemi energetici, nonché ex capo ricerche di Tullett- Prebon - secondo il quale la vera equazione esplicativa del benessere di una società è rappresentata dalla formula “ricchezza=energia”.
Al fine di comprendere chiaramente il legame diretto tra energia e ricchezza risulta estremamente esemplificativo il concetto di EROEI - Energy Return On Energy Investment - ovvero il rapporto tra l’energia prodotta dallo sfruttamento di una fonte energetica e l’energia impiegata per produrla. Se l’EROEI di una determinata tecnologia di produzione energetica è maggiore di 1 allora mediante il processo di produzione energetica è stata ricavata una quantità di energia maggiore di quella che è stata investita per produrla; al contrario, se esso è minore di 1 allora mediante il processo di produzione energetica è stata ricavata una quantità di energia minore di quella che è stata investita per produrla.
Pertanto, è evidente che più le tecnologie di sfruttamento dei giacimenti energetici sono caratterizzate da un alto valore dell’EROEI, più esse consentono un forte abbattimento dei costi di produzione, determinando un aumento della ricchezza che a sua volta potrà essere investita nel miglioramento dello stile di vita di una società.
Alla luce di tali riflessioni, dunque, è possibile osservare che il paradigma energetico vigente nell’epoca contemporanea, caratterizzato dalla sostituzione delle fonti energetiche fossili - non sostenibili dal punto di vista ambientale - con le fonti energetiche rinnovabili (FER), non giova alla crescita economica delle società, dal momento che le FER, essendo caratterizzate da valori dell’EROEI generalmente bassi, non consentono la produzione di ricchezza al loro interno.
Non risulta riduttivo, pertanto, dedurre che, al di là della diffusione delle logiche del breve periodo e degli odierni meccanismi di policy, lo sfruttamento di fonti energetiche con un basso valore di EROEI si configura come la principale causa che ha condotto alla crisi globale attuale.
Ciononostante, è necessario non incorrere nell’errore di lasciare affermare una prospettiva pessimistica in merito, dal momento che una speranza per uscire dalla crisi planetaria in corso esiste. L’economia, infatti, può essere rilanciata attraverso l’investimento in ricerca e sviluppo di tecnologie che consentano lo sfruttamento di giacimenti di energia ad alto EROEI, alcune delle quali compaiono tra quelle che il cofondatore della Breakthrough Energy Coalition, Bill Gates, ha definito “Energy Miracles” - Self-Driving Vehicles, Fuel Cell Cars, Advanced Nuclear Reactors, Wave/Tidal Power, Efficient Solar, Tall Wind, Better Batteries, Home Automation.
Nonostante ciò sia noto ai più, perché si è così tanto restii a credere e ad investire in tale direzione? Perché si continua a celare la non sostenibilità economica e ambientale dell’attuale mix energetico? Perché esiste così tanta disinformazione circa i vantaggi delle tecnologie di produzione energetiche all’avanguardia? È la risposta a questi e altri quesiti che occorre trovare se si desidera che l’uscita dalla crisi globale non resti soltanto una mera utopia.
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Re: ENERGIA E CRISI FINANZIARIA:L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ES
CONTINUA
Avvicinandomi al tema della produzione energetica mi sono accorta che il vero problema che grava su questa tematica consiste nella presenza di molti report contraddittori tra loro che documentano questo parametro fondamentale che è l’EROEI.
Per comprendere facilmente tale concetto, consideriamo ad esempio proprio il fotovoltaico in rete. In tal caso basti pensare ai processi energivori presenti dietro la produzione di un pannello fotovoltaico: esso è composto da molti materiali, tra i quali vetro, alluminio e silicio cristallino, il quale per essere lavorato deve essere sottoposto molte volte ai processi termici. Senza contare che la produzione dei pannelli avviene in Cina che industrialmente alimentata dal carbone a poco prezzo ed ha combattuto grazie ad esso una guerra commerciale contro tutte le fabbriche mondiali portandole quasi tutte al fallimento.
Il mio studio sociologico mi ha spinta a considerare i valori di EROEI nell’ambito della letteratura scientifica più conservativi in quanto approssimano meglio la visione sociale e di utilità collettiva che intendo formarmi.
I calcoli dettagliati eseguiti su queste basi allargate mostrano che il fotovoltaico produce 6 – 10 volte in meno energia del carbone a parità di costo ed esternalità negative e sociali.
Risulterebbe evidente, fatti salvi errori grossolani ma che posso escludere, che tecnologie di produzione energetica come il fotovoltaico non sono rinnovabili ed abbassano il livello della qualità della vita nelle società contemporanee date le molteplici ripercussioni sulla società e sull’ambiente. Queste a loro volta producono dei costi cui far fronte riducendo inevitabilmente la ricchezza di cui il sistema sociale dispone.
Pertanto, le mie domande si ripetono: perché si è così tanto restii a credere e ad investire in direzioni innovative? Perché si continua a celare la non sostenibilità economica e ambientale dell’attuale mix energetico? Perché esiste così tanta disinformazione circa i vantaggi delle tecnologie di produzione energetiche all’avanguardia?
Inoltre, lungi da me una preferenza per le fonti energetiche non rinnovabili, piuttosto che per le FER: ho specificato nel mio articolo che entrambe queste direzioni vanno superate al fine di favorire la ricerca, lo sviluppo e la realizzazione di tecnologie di produzione energetica ad alto EROEI che “davvero” abbattono i danni collaterali da me elencati giovando sul sulla ripresa e la crescita del sistema economico contemporaneo e, dunque, sulla vita del sistema sociale nel suo complesso.
Avvicinandomi al tema della produzione energetica mi sono accorta che il vero problema che grava su questa tematica consiste nella presenza di molti report contraddittori tra loro che documentano questo parametro fondamentale che è l’EROEI.
Per comprendere facilmente tale concetto, consideriamo ad esempio proprio il fotovoltaico in rete. In tal caso basti pensare ai processi energivori presenti dietro la produzione di un pannello fotovoltaico: esso è composto da molti materiali, tra i quali vetro, alluminio e silicio cristallino, il quale per essere lavorato deve essere sottoposto molte volte ai processi termici. Senza contare che la produzione dei pannelli avviene in Cina che industrialmente alimentata dal carbone a poco prezzo ed ha combattuto grazie ad esso una guerra commerciale contro tutte le fabbriche mondiali portandole quasi tutte al fallimento.
Il mio studio sociologico mi ha spinta a considerare i valori di EROEI nell’ambito della letteratura scientifica più conservativi in quanto approssimano meglio la visione sociale e di utilità collettiva che intendo formarmi.
I calcoli dettagliati eseguiti su queste basi allargate mostrano che il fotovoltaico produce 6 – 10 volte in meno energia del carbone a parità di costo ed esternalità negative e sociali.
Risulterebbe evidente, fatti salvi errori grossolani ma che posso escludere, che tecnologie di produzione energetica come il fotovoltaico non sono rinnovabili ed abbassano il livello della qualità della vita nelle società contemporanee date le molteplici ripercussioni sulla società e sull’ambiente. Queste a loro volta producono dei costi cui far fronte riducendo inevitabilmente la ricchezza di cui il sistema sociale dispone.
Pertanto, le mie domande si ripetono: perché si è così tanto restii a credere e ad investire in direzioni innovative? Perché si continua a celare la non sostenibilità economica e ambientale dell’attuale mix energetico? Perché esiste così tanta disinformazione circa i vantaggi delle tecnologie di produzione energetiche all’avanguardia?
Inoltre, lungi da me una preferenza per le fonti energetiche non rinnovabili, piuttosto che per le FER: ho specificato nel mio articolo che entrambe queste direzioni vanno superate al fine di favorire la ricerca, lo sviluppo e la realizzazione di tecnologie di produzione energetica ad alto EROEI che “davvero” abbattono i danni collaterali da me elencati giovando sul sulla ripresa e la crescita del sistema economico contemporaneo e, dunque, sulla vita del sistema sociale nel suo complesso.
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Re: ENERGIA E CRISI FINANZIARIA:L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ES
OGGI 24 Marzo 2017 alle ore 18 si terrà a S.Gillio (To) in via Aldo Moro 3/a, la cerimonia di inaugurazione del nuovo stabilimento della AM Composites S.r.L. che sarà adibito alla produzione in autoclave delle ali in composito progettate da KiteGen.
L’evento, cui parteciperanno numerosi esponenti dell’industria, della finanza e dei media, sarà arricchito dalla presenza di artisti che insceneranno una performance sul tema “Energy is in the air”, da una esposizione tecnologica sul tema “KiteGen eolico troposferico” e, ovviamente, da un ricco buffet.
L’autoclave, una delle più grandi in Italia, è l’impianto utilizzato per la cottura (curing) dei compositi. Le nohttp://kitegen.com/kitegen/piano-industriale-kitegen/tevoli dimensioni consentono di lavorare diversi elementi di grandi pezzature migliorando la qualità e riducendo i tempi ed i costi di lavorazione.
Tanto petrolio pulito con KiteGen. Dall’Italia almeno 10 volte l’Arabia Saudita
Ma KiteGen non si ferma all’energia elettrica, ma affronterà agevolmente anche la produzione di combustibili di sintesi allargando notevolmente il mercato globale a cui si rivolge e che espone un TAM di $8T/anno, e che razionalmente saranno quasi tutti a disposizione per l’eolico troposferico e quindi di KiteGen ed assimilati.
VEDI SU http://kitegen.com/kitegen/piano-industriale-kitegen/
L’evento, cui parteciperanno numerosi esponenti dell’industria, della finanza e dei media, sarà arricchito dalla presenza di artisti che insceneranno una performance sul tema “Energy is in the air”, da una esposizione tecnologica sul tema “KiteGen eolico troposferico” e, ovviamente, da un ricco buffet.
L’autoclave, una delle più grandi in Italia, è l’impianto utilizzato per la cottura (curing) dei compositi. Le nohttp://kitegen.com/kitegen/piano-industriale-kitegen/tevoli dimensioni consentono di lavorare diversi elementi di grandi pezzature migliorando la qualità e riducendo i tempi ed i costi di lavorazione.
Tanto petrolio pulito con KiteGen. Dall’Italia almeno 10 volte l’Arabia Saudita
Ma KiteGen non si ferma all’energia elettrica, ma affronterà agevolmente anche la produzione di combustibili di sintesi allargando notevolmente il mercato globale a cui si rivolge e che espone un TAM di $8T/anno, e che razionalmente saranno quasi tutti a disposizione per l’eolico troposferico e quindi di KiteGen ed assimilati.
VEDI SU http://kitegen.com/kitegen/piano-industriale-kitegen/
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Re: ENERGIA E CRISI FINANZIARIA:L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ES
Per avere un'idea delle differenze di cui si sta trattando si prevede che co un impianto Kitegen di 100MW
il costo potrebbe essere di € 30/MWh del kiteGen
contro il costo di € 80/MWh della centrale a gas
di € 140/MWh dell'eolico tradizionale
di € € 350/MWh del fotovoltaico
il costo potrebbe essere di € 30/MWh del kiteGen
contro il costo di € 80/MWh della centrale a gas
di € 140/MWh dell'eolico tradizionale
di € € 350/MWh del fotovoltaico
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Re: ENERGIA E CRISI FINANZIARIA:L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ES
Lo stesso Bill Gates in una recente intervista al Financial Times individua diverse tecnologie che, se supportate e sviluppate, hanno le caratteristiche di energy miracles e tra queste spicca l’eolico d’alta quota definito una “soluzione magica”.
Anche per National Geographic le attuali tecnologie solari ed eoliche non sono sufficienti, la prestigiosa rivista si schiera dalla parte degli Innovators selezionando KiteGen ed alcuni suoi competitor tra le otto tecnologie destinate a plasmare il mondo dell’energia del futuro.
Anche per National Geographic le attuali tecnologie solari ed eoliche non sono sufficienti, la prestigiosa rivista si schiera dalla parte degli Innovators selezionando KiteGen ed alcuni suoi competitor tra le otto tecnologie destinate a plasmare il mondo dell’energia del futuro.
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Re: ENERGIA E CRISI FINANZIARIA:L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ES
Non parlano del solare termodinamico. E purtroppo non se ne parla più anche in Italia.
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