La Terza Guerra Mondiale

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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UncleTom
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Non sono impazzito, e nemmeno diventato improvvisamente burlone in dispregio al forum.

Le faccine precedenti sono quanto potevo postare negli orari indicati, perché un pirla imbecille mi ha impedito di postare i soliti articoli.

SE LUCFIG E COLLABORATORI POSSONO FARE QUALCOSA IN MERITO, LI RINGRAZIO ANTICIPATAMENTE.

PS.
IL COMMISSARIATO DI QUESTA CITTA', INTERPELLATO IN SEDE, NON PREVEDE LA POLIZIA POSTALE.

RIAPRE DOMANI QUELLA CENTRALE DI MILANO.
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IL PIRLA IMBECILLE AMANTE DEL PENSIERO UNICO, PROBABILMENTE FASCISTA, E' SEMPRE IN AZIONE
Ultima modifica di UncleTom il 09/04/2017, 16:36, modificato 1 volta in totale.
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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GLI STRUMPTRUPPEN PERCHE’ IMPROVVISAMENTE RIVALUTANO “IL MORTADELLA”?

E PERCHE’ ROMANO E’ SCIVOLATO COSI’ IN BASSO’




Prodi: "Sulla Siria l'Europa è fuori dai giochi"
Prodi: "Trump è stato strategicamente intelligentissimo, con poco ha ottenuto molto e noi dobbiamo capire che siamo ancora più fuori dai giochi che riguardano casa nostra"
Luca Romano - Dom, 09/04/2017 - 15:27
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"Trump è riuscito con un'azione piccolissima in Siria a rovesciare la sua immagine negli Usa e si è eretto, a differenza del suo precedessore, molto più prudente, come colui che agisce con grande rapidità e grande determinazione colpendo nel punto giusto.

Semplicemente gli Stati Uniti hanno detto ai russi, cari miei finora vi abbiamo lasciato una specie di delega in Medio Oriente, adesso sappiate che ci siamo pure noi, che siamo ritornati". È l'analisi dell'ex premier Romano Prodi, ospite a "In mezz'ora" di Lucia Annunziata su Raitre.
E l'Europa? "È contenta di non esserci e pensare che la Siria è un problema vicino a noi e non agli Stati Uniti. Eppure l'Europa non è stata nominata così come le Nazioni Unite. È stata preavvertita la Russia e forse i russi hanno preaavvertito i siriani... Ma non c'è stato preavvertimento ad alcun leader europeo, che pure sono i grandi alleati della Nato e nessun richiamo alle Nazioni Unite che dovrebbero essere il punto di riferimento della politica mondiale. Trump è stato strategicamente intelligentissimo, con poco ha ottenuto molto e noi dobbiamo capire che siamo ancora più fuori dai giochi che riguardano casa nostra".
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FAKE NEWS



SONO BUFALE QUELLE CHE CI HANNO SEMPRE RACCONTATE O QUESTE???



75 anni di bugie continue: Pearl Harbor
Davide 16 gennaio 2017 , 0:10 Notizie dal Mondo, Opinione 6 Commenti 6,315 Viste
DI DAVID SWANSON
counterpunch.org
Pearl Harbor Day oggi è come il Columbus Day di 50 anni fa. Vale a dire: la maggior parte delle persone ci credono ancora. I miti sono ancora beatamente mantenuti nel loro stato indiscutibile di dogmi. “Nuove Pearl Harbors” sono agognate, urlate ai 4 venti e debitamente sfruttate dai fabbricanti di guerre. Eppure l’originale Pearl Harbor resta l’argomento più popolare degli Stati Uniti per tutte le cose militari, tra cui la rimilitarizzazione a lungo ritardata del Giappone – per non parlare dell’internamento nella seconda guerra mondiale di giapponesi americani come modello per eventualmente perseguitare altri gruppi etnici oggi. I credenti in Pearl Harbor continuano ad immaginare per il loro evento mitico, a differenza di oggi, una maggiore innocenza degli USA, un vittimismo più puro, un maggiore contrasto tra bene e male, e una necessità totale del fare la guerra difensiva.
I fatti non supportano la mitologia. Il governo degli Stati Uniti non aveva bisogno di fare del Giappone un partner minore del suo imperialismo, né aveva bisogno di alimentare una corsa agli armamenti, non gli serviva sostenere nazismo e fascismo (come alcune delle più grandi aziende degli Stati Uniti fecero per tutta quella guerra), non aveva bisogno di provocare il Giappone, non gli serviva entrare in guerra in Asia o in Europa, e non è vero infine che fu sorpreso dall’ attacco a Pearl Harbor. Come prova di ciascuna di queste affermazioni, continuate a leggere qui.
Questa settimana sto testimoniando a un tribunale iracheno sulle trascrizioni registrate di Downing Street. Negli Stati Uniti si va pensando che il periodo della guerra decennale contro l’Iraq 2003-2008 sia stato in qualche modo peggiore che la seconda guerra mondiale. Ma quando si tratta di bugie, decisioni sbagliate, e livelli di morte e distruzione, non c’è proprio paragone: la seconda guerra mondiale si erge incontrastata come la peggiore cosa che l’umanità in genere e il governo degli Stati Uniti, in particolare, (così come numerosi altri governi) abbiano mai fatto. C’è anche una riprova in parallelo nelle trascrizioni di Downing Street.
Il 18 agosto 1941, il primo ministro Winston Churchill s’incontrò con il suo gabinetto al 10 di Downing Street. L’incontro aveva qualche somiglianza con quello del 23 Luglio 2002, allo stesso indirizzo, il cui verbale è stato conosciuto come Downing Street Minutes (trascrizioni di Downing St.). Entrambi gli incontri hanno rivelato segrete intenzioni statunitensi di andare in guerra. Nel corso della riunione del 1941, Churchill disse al suo gabinetto, secondo il verbale: “Il presidente ha detto di voler la guerra, ma senza dichiararla”. Inoltre, “Tutto doveva essere fatto in modo da forzare un incidente.”
In effetti, tutto è stato fatto per forzare un incidente, e l’incidente è stato Pearl Harbor.
I ricordi recenti
Nel maggio 2005 alcuni amici ed io abbiamo lanciato AfterDowningStreet.org (ora chiamato WarIsACrime.org) per promuovere la consapevolezza del Downing Street Minutes o Downing Street Memo e dei relativi documenti.
Questo è stato un documento molto utile che è stato rilasciato in un momento in cui potrebbe avere un impatto importante.
Come ogni guerra mai lanciata da chiunque né prima né dopo (almeno fino al momento in cui si dichiari apertamente “Per rubare il loro petrolio” e “uccidere le loro famiglie”), la fase del 2003 nella guerra all’Iraq era stata lanciata sulla base di bugie continuata sulla base di altre menzogne.
Noi non dovremmo avere bisogno di alcuna prova. È illegale attaccare un altro paese secondo la Carta delle Nazioni Unite e nell’ambito del patto Briand Kellogg (e forse ai sensi della Convenzione dell’Aja del 1899). E in questo caso, come per l’Afghanistan due anni prima, l’ONU aveva espressamente respinto la richiesta di guerra. L’avvio di una guerra è illegale e immorale, non importa quali armi vi possono eventualmente essere nella nazione attaccata e non importa quali crimini abbia commesso detta nazione. L’intrapresa di un assalto totale e terroristico contro dei civili è cosa illegale anche da un punto di vista di legali che ignorino l’illegalità della guerra. Moralmente è una delle cose peggiori mai fatte. In pratica però la cosa non ha mai avuto alcuna considerazione.
Anche se abbiamo accettato che le armi in Iraq o i crimini iracheni avrebbero potuto giustificare una guerra, c’erano prove evidenti che si trattava di menzogne fabbricate. Nel 1995 il genero di Saddam Hussein aveva informato gli Stati Uniti e gli inglesi che tutte le armi biologiche, chimiche, missili ecc. erano state distrutte sotto la sua diretta supervisione. Dopo che gli ispettori U.N. ebbero lasciato l’Iraq nel 1998, l’ispettore capo ha detto che erano venuti alla stessa conclusione. Nel 1999, ad un dibattito nelle primarie nel New Hampshire, Bush ha detto che avrebbe “tolto di mezzo” Saddam Hussein. “Sono sorpreso che sia ancora lì”, ha detto. Nel 2001, Condoleezza Rice, Colin Powell, e altri nella amministrazione Bush dicevano ai media che Saddam Hussein non aveva armi. Furono in seguito pronti a mutar le loro opinioni a comando.
Così, quando le Downing Street Minutes sono uscite il 1 ° maggio del 2005,ci siamo zompati sopra non come fossero nuove informazioni, ma come prova che avremmo potuto utilizzare, sia per convincere altri che per farne un caso in tribunale o al Congresso. Questi Minutes erano il verbale di una riunione presso l’ufficio del Primo Ministro Tony Blair il 23 luglio del 2002, in cui il capo della cosiddetta intelligence, appena tornato da Washington, ha riferito (come sintetizzato nel verbale):
“L’azione militare è stata ora vista come inevitabile. Bush voleva rimuovere Saddam, attraverso un’azione militare, giustificata dalla congiunzione di terrorismo e Armi di Distruzione di Massa. Ma l’intelligence e i fatti erano riportati come dati fissi. “
E quindi lo furono, come è stato documentato in ampi dettagli. I cospiratori di guerra della Casa Bianca ed i loro collaboratori hanno falsificato documenti, sollevato affermazioni secondo i loro desideri che pure erano state respinte dai loro stessi esperti, invocato testimoni non credibili, alimentato prove false per mezzo di cosiddetti giornalisti loro complici, e ottenuto dichiarazioni su misura da vittime di loro torture che avevano rapito. Bush si è inventato schemi strampalati per iniziare una guerra che ha sostenuto pubblicamente di essere in cerca di evitare. Si veda, ad esempio, il Memo della Casa Bianca.
Ma proprio il fatto che gli inglesi erano stati informati che la guerra era inevitabile dal 23 Luglio 2002, avrebbe dovuto essere una grande storia nel maggio 2005. Abbiamo lavorato duramente per renderla tale, facendo pressioni sui recalcitranti media corporativi che proclamavano o che non potevano contestare un memo che era chiaramente autentico, o sostenevano che quello che veniva rivelato era “notizia vecchia”, anche se era una novità per chiunque, in realtà.
Abbiamo rubato la ribalta attraverso proteste pubbliche, rivelazioni in lobby di media, fiumi di lettere agli editori, e una grande varietà di azioni di protesta creative. Ma avevamo un vantaggio. I Democratici al Congresso erano in minoranza e molti di loro andavano sostenendo che avrebbero preso l’iniziativa di porre fine alla guerra se gli avessero dato la maggioranza. I membri chiave del Congresso volevano sostenere i nostri sforzi. Credo che cambiammo molte delle loro dichiarazioni favorevoli in bugie, riducendo invece di allargare e intensificare il nostro movimento nel gennaio 2007.
Quando Diane Sawyer ha chiesto a Bush perché avesse fatto le affermazioni circa presunte armi di distruzione di massa irachene, lui ha risposto: “Qual è la differenza?”
Forse molto poco adesso, perché abbiamo passato otto anni con un altro presidente che lancia guerre senza preoccuparsi di mentire al Congresso. O forse molto ora, come abbiamo mostrato il nostro potere di resistere alle bugie sulla Siria nel 2013 dopo un decennio di attivismo contro la guerra in Iraq sostenuta dal Congresso per distoglierci dal sostenere una nuova guerra.
Dobbiamo dar peso alla risposta. Dobbiamo raccontare la storia in modo finalmente corretto, poiché la metà degli Stati Uniti ancora non la sa. La più grande bugia ora, com’é ritenuto da molti americani, è che l’Iraq ne ha beneficiato e gli Stati Uniti ci hanno rimesso (questa seconda parte è vera) dalla guerra che ha distrutto l’Iraq.
Allo scopo di correggere ogni falsa credenza presento come prova un articolo che ho scritto tre anni fa, chiamato La guerra in Iraq Tra i Peggiori eventi accaduti nel mondo.
La mia più grande paura è che le guerre con i droni e le guerre per procura o guerre segrete continueranno ad essere lanciate senza nemmeno essere precedute da campagne di menzogne pubbliche. O peggio ancora: le guerre saranno lanciate con proclami onesti che il petrolio di qualcuno dev’essere rubato o qualche popolazione dev’essere macellata – e non ci sarà resistenza o non si riuscirà a fermare questi crimini. Uno dei migliori strumenti che abbiamo in questa lotta è la consapevolezza di ogni menzogna utilizzata per sostenere ogni guerra del passato. Dobbiamo aumentarne la consapevolezza in ogni occasione.
Ancora più importante, dobbiamo smontare i miti di Pearl Harbor.
Per nulla sorprendente
Molti giapponesi sono meglio in grado di riconoscere i crimini del loro governo, crimini di prima e dopo Pearl Harbor, così come il crimine chiamato Pearl Harbor. Gli Stati Uniti sono quasi completamente ciechi invece sul ruolo giocato da esso. Dal punto di vista degli Stati Uniti, Pearl Harbor aveva radici in Germania.
La Germania nazista, in realtà si tende a dimenticare, non avrebbe potuto esistere o aver mosso guerra al mondo senza il supporto per decenni, compreso durante la guerra stessa, di società statunitensi come GM, Ford, IBM e ITT. Gli interessi corporativi degli Stati Uniti avevano preferito la Germania nazista all’Unione Sovietica comunista, erano felici di vedere i popoli di quelle due nazioni massacrarsi tra di loro, e hanno favorito l’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale sul lato dei Giusti d’Inghilterra solo una volta che il governo degli Stati Uniti aveva capito che era un affare molto redditizio. Gli Stati Uniti ritardarono il D-Day per anni, mentre la Germania dissanguava la Russia, e a poche ore della sconfitta della Germania, Churchill ha proposto una nuova guerra alla Russia con al fianco le truppe tedesche.
La fervida speranza di Churchill per anni prima dell’entrata degli Stati Uniti nella guerra fu che il Giappone avrebbe attaccato gli Stati Uniti. Ciò avrebbe consentito agli Stati Uniti (non legalmente, ma politicamente) per entrare a pieno titolo della seconda guerra mondiale in Europa, come il suo presidente ha voluto poi fare, invece di fornire solo armi e assistenza nella localizzazione dei sottomarini come era dapprima stato fatto.
Il 7 dicembre 1941, il presidente Franklin Delano Roosevelt ha elaborato una dichiarazione di guerra a Giappone e Germania, ma decise che non avrebbe funzionato e la proclamò con il Giappone soltanto. La Germania subito dichiarò guerra agli Stati Uniti, forse nella speranza che il Giappone avrebbe dichiarato guerra all’Unione Sovietica.
Entrare in guerra non era una nuova idea nella Casa Bianca Roosveltiana. FDR aveva cercato di mentire al pubblico americano sulle navi degli Stati Uniti, tra cui la Greer e la Kerny, che avevano aiutato gli aerei britannici a tracciare i sottomarini tedeschi, ma che Roosevelt era stato innocentemente attaccato. Roosevelt anche aveva mentito dicendo di essere in possesso d’una mappa segreta nazista pianificante la conquista del Sud America, così come un piano nazista segreto per la sostituzione di tutte le religioni con il credo nazista. La mappa era della stessa categoria di “prove” come quelle di Karl Rove che l’Iraq stava comprando uranio in Niger…
Eppure, il popolo degli Stati Uniti non ha comprato l’idea di andarsene in un’altra guerra fino a Pearl Harbor, a qual punto ormai Roosevelt aveva già istituito la leva obbligatoria, attivato la Guardia Nazionale, creato un enorme marina in due oceani, scambiato vecchi cacciatorpediniere coll’Inghilterra in cambio dell’affitto delle sue basi nei Caraibi e Bermuda, e – solo 11 giorni prima dell’attacco “inatteso”, e cinque giorni prima – aveva segretamente ordinato la creazione (doc. da Henry Field) di una lista di ogni giapponese e nippo-americano vivente negli Stati Uniti.
Il 28 aprile 1941, Churchill scrisse una direttiva segreta per il suo gabinetto di guerra:
“Può essere preso come quasi certo che l’ingresso del Giappone in guerra sarebbe seguito dall’ingresso immediato degli Stati Uniti dalla nostra parte.”
In data 11 maggio 1941, Robert Menzies, il primo ministro australiano, ha incontrato Roosevelt e lo ha trovato “un po ‘geloso” del posto di Churchill come al centro della guerra. Mentre nel gabinetto di Roosevelt tutti volevano gli Stati Uniti in guerra, Menzies ha scoperto che Roosevelt,
“. . . addestrato sotto Woodrow Wilson durante l’ultima guerra, attende un incidente, che in un colpo solo faccia entrare gli Stati Uniti in una guerra e ottenere che R. abbandonasse le sue stupide dichiarazioni elettorali di “terrò l’America fuori dal conflitto”.
Il 18 agosto 1941, Churchill tenne un incontro con il suo gabinetto al 10 di Downing Street.
Si è verificato un incidente
Il Giappone non era certo restio ad attaccare altri ed era stato occupato nella creazione di un impero Asiatico. E gli Stati Uniti e il Giappone sono Stati che certamente che non vivono in amicizia armoniosa. Ma ciò avrebbe per forza dovuto portare i giapponesi ad attaccare?
Quando il presidente Franklin D Roosevelt ha visitato Pearl Harbor il 28 luglio 1934, sette anni prima dell’attacco, l’esercito giapponese espresse preoccupazione. Il Generale Kunishiga Tanaka scrisse nel Japan Advertiser, contestando l’aumento della flotta americana e la creazione di basi supplementari in Alaska e nelle isole Aleutine:
“Tale comportamento insolente ci rende più sospettosi. Ci fa pensare che un importante provocazione è volutamente incoraggiata nel Pacifico. Ce ne duole moltissimo. “
Che in realtà gli duolesse davvero o meno non è una questione distinta da quella se questa sia stata una risposta tipica e prevedibile per l’espansionismo militare, anche se fatta in nome di una supposta “difesa”. Il grande (come noi oggi lo chiamano) giornalista non allineato George Seldes era sospettoso, pure. Nel mese di ottobre 1934 ha scritto nella rivista Harper: “E ‘un assioma che le nazioni non si armano per la guerra, ma per una specifica guerra”. Seldes chiese a un funzionario della Lega Navale:
“Accetti l’assioma navale che ci si prepara a combattere una specifica marina all’uopo?”
L’uomo rispose: “Sì”.
“Lei contempla un conflitto con la marina britannica?”
“Assolutamente no.”
“E la guerra col Giappone?”
“Sì.”
Nel 1935 il più decorato Marine nella storia USA al momento, il generale di brigata Smedley D. Butler, pubblicò con enorme successo un libretto chiamato La Guerra è un racket. Ha visto perfettamente cosa stava per succedere e ha avvertito la nazione:
“Ad ogni sessione del Congresso la questione di ulteriori stanziamenti navali viene fuori. Gli ammiragli in sedia girevole non si mettono a gridare che ‘Abbiamo bisogno di un sacco di navi da battaglia da portare in guerra con questa o quella nazione.’ Oh, no. Prima di tutto, ti fanno sapere che l’America è minacciata da una grande potenza navale. Quasi ogni giorno, questi ammiragli vi diranno che la grande flotta di questo presunto nemico colpirà improvvisamente e annienterà i nostri 125milioni di persone. Proprio così. Poi cominciano a far capricci per una flotta più grande. Per cosa? Per combattere il nemico? Oh mio dio, Oh no. Solo a scopo di difesa! Poi, per inciso, annunciano manovre nel Pacifico. Per la difesa. Mah!”.
Il Pacifico è un grande oceano. Abbiamo un’ enorme costa sul Pacifico. Potranno le manovre essere al largo della costa, due o trecento miglia? Oh, no. Le manovre saranno duemila, sì, forse anche tremila, tremila500 miglia, al largo della costa californiana…
“I giapponesi, un popolo fiero, naturalmente saranno contentoni di vedere la flotta degli Stati Uniti così vicino alle loro coste; come lo sarebbe per i residenti della California nel discernere vagamente, attraverso la nebbia del mattino, la flotta giapponese fare giochi di guerra al largo di Los Angeles. ”
Nel marzo del 1935, Roosevelt ha conferito Wake Island alla marina americana e ha dato a Pan Am Airways un permesso di costruire piste sulle isole di Wake, Midway e Guam. I comandanti militari giapponesi hanno annunciato di essere stati turbati e di aver visto queste piste come una minaccia. Così han fatto gli attivisti per la pace negli Stati Uniti. Entro il mese successivo, Roosevelt aveva progettato manovre di guerra vicino alle isole Midway e Aleutine. Con il mese successivo, attivisti per la pace marciavano a New York sostenendo l’amicizia con il Giappone. Norman Thomas ha scritto nel 1935:
“L’uomo da Marte che ha visto come gli uomini hanno sofferto nell’ultima guerra e come freneticamente si stanno preparando per la prossima guerra, che sanno sarà peggio ancora, sarà giunto alla conclusione che stava guardando gli abitanti di un manicomio.”
La marina americana passò gli anni seguenti al lavoro su piani di guerra con il Giappone, l’8 marzo 1939, una versione dei quali descrisse “una guerra offensiva di lunga durata”, che avrebbe distrutto l’esercito e devastato la vita economica del Giappone. Nel gennaio 1941, undici mesi prima dell’attacco, il Japan Advertiser ha espresso la propria indignazione per Pearl Harbor in un editoriale, e l’ambasciatore degli Stati Uniti in Giappone ha scritto nel suo diario:
“C’è un gran parlare in città, secondo cui i giapponesi, in caso di una rottura con gli Stati Uniti, stanno progettando di andare in un attacco di massa a sorpresa a Pearl Harbor. Naturalmente ho informato il mio governo “.
Il 5 febbraio 1941, il Contrammiraglio Richmond Kelly Turner ha scritto al Ministro della Guerra Henry Stimson per avvertire della possibilità di un attacco a sorpresa a Pearl Harbor.
Già nel 1932 gli Stati Uniti avevano trattato con la Cina la fornitura di aerei, piloti e relativo addestramento per la sua guerra con il Giappone. Nel novembre del 1940, Roosevelt prestò alla Cina un centinaio di milioni di dollari per la guerra con il Giappone, e dopo aver consultato gli inglesi, il segretario americano al Tesoro Henry Morgenthau fece piani per inviare i bombardieri cinesi con equipaggi USA da utilizzare nel bombardamento di Tokyo e altre città giapponesi. Il 21 dicembre 1940, due settimane meno di un anno prima dell’attacco giapponese a Pearl Harbor, il ministro delle Finanze T.V. Soong e il colonnello Claire Chennault,
pilota in pensione dell’esercito degli Stati Uniti che stava lavorando per i cinesi e che voleva spingerli ad usare piloti americani per bombardare Tokyo almeno sin dal 1937, si riunirono nella sala da pranzo di Henry Morgenthau per pianificare il bombardamento del Giappone. Morgenthau disse che poteva avere gli uomini rilasciati dal servizio negli Army Air Corps se i cinesi potevano pagare loro $ 1.000 al mese. Soong accettò.
Il 24 maggio 1941, il New York Times riferì sulla formazione statunitense della forza aerea cinese, e la fornitura di “numerosi aerei da caccia e bombardamento” in Cina da parte degli Stati Uniti. “E’ previsto il bombardamento di città giapponesi ” si poteva leggere nel sottotitolo. A luglio il Concilio congiunto Esercito/Marina ha approvato un piano chiamato JB 355 per una bomba incendiaria da usarsi contro il Giappone. Una società di comodo comprerebbe aerei americani da far pilotare da volontari americani addestrati da Chennault e pagati da un altro gruppo di comodo. Fu approvato da Roosevelt e il suo esperto di affari cinesi Lauchlin Currie, nelle parole di Nicholson Baker, “cablò alla signora Chiang Kai-Shek e a Claire Chennault una lettera che fu redatta come esca per l’intercettazione da parte di spie giapponesi.” Fosse vero o no, questa la lettera:
“Sono molto felice di essere in grado di riferire oggi che il Presidente ha ordinato che sessantasei bombardieri vengano messi a disposizione della Cina quest’anno di cui ventiquattro da consegnare immediatamente. Ha inoltre approvato un programma di formazione piloti cinesi qui da noi. Dettagli attraverso i normali canali. Cordiali saluti.”
L’ambasciatore degli Stati Uniti aveva detto “in caso di una rottura con gli Stati Uniti” i giapponesi avrebbero bombardato Pearl Harbor. Mi chiedo se questo valga qualcosa come prova!
Il 1 ° Gruppo di Volontari americano (AVG) della Forza Aerea cinese, noto anche come le Tigri Volanti, andò avanti con il reclutamento e la formazione immediatamente, e vennero forniti alla Cina prima di Pearl Harbor, e videro il combattimento il 20 Dicembre 1941, dodici giorni (ora locale) dopo che i giapponesi attaccarono Pearl Harbor.
Il 31 maggio 1941, presso il Congresso Tenete l’America Fuori dalla Guerra, William Henry Chamberlin pronunciò un terribile avvertimento: “Un boicottaggio economico totale del Giappone, il blocco delle spedizioni di petrolio, per esempio, avrebbe spinto il Giappone nelle braccia dell’Asse. La guerra economica sarà un inevitabile preludio alla guerra navale e militare.” La cosa peggiore dei sostenitori della pace è quante volte si rivelano essere poi nel giusto.
Il 24 luglio 1941, il presidente Roosevelt osservò: “Se abbiamo tagliato il petrolio prima, probabilmente sarebbero andati verso Sud per le Indie orientali olandesi un anno fa, e avremmo avuto una guerra. E ‘stato molto essenziale dal nostro punto di vista egoistico di difesa evitare una guerra nel Sud Pacifico. Quindi, la nostra politica estera stava cercando di fermare una guerra laggiù”.
Reporters hanno notato che Roosevelt ha detto “stava” piuttosto che “è”. Il giorno dopo, Roosevelt ha emesso un ordine esecutivo di congelamento dei beni giapponesi. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna iniziarono a tagliare gli invii di metallo, petrolio e rottami ferrosi al Giappone. Radhabinod Pal, un giurista indiano che ha servito il tribunale dei crimini di guerra dopo la guerra, ha chiamato gli embarghi una “minaccia chiara e potente per l’esistenza stessa del Giappone”, e ha concluso che gli Stati Uniti avevano provocato il Giappone.
Il 7 agosto, quattro mesi prima dell’attacco, il Japan Times Advertiser ha scritto: “Prima c’è stata la creazione di una superbase a Singapore, pesantemente rinforzata dalle truppe britanniche e Imperiali. Da questo nucleo una grande ruota è stata costruita e collegata con basi americane in modo da formare una grande anello per spazzare una grande area a sud e ad ovest dalle Filippine attraverso Malesia e Birmania, con il collegamento rotto solo nella penisola di Thailandia. Ora si propone di includere pure il restringimento nell’ accerchiamento, e si procede alla volta di Rangoon. ”
Non si può fare a meno di ricordare qui i commenti di Hillary Clinton ai banchieri di Goldman Sachs. Clinton ha affermato di aver detto ai cinesi che gli Stati Uniti potrebbero rivendicare la proprietà di tutto il Pacifico, come risultato di averlo “liberato” Ha continuato a dire di aver detto loro che “Abbiamo scoperto noi il Giappone, perdio!.” e :” abbiamo la prova di aver comprato [le Hawaii] “.
Nel settembre 1941, la stampa giapponese era indignata del fatto che gli Stati Uniti avevano cominciato a esportare petrolio liberamente sotto il naso del Giappone per raggiungere la Russia. Il Giappone, secondo i suoi giornali stava morendo di una morte lenta da “guerra economica”.
Cosa speravano gli USA di guadagnare con il trasporto di petrolio passando vicino ad una nazione in disperato bisogno di esso?
Alla fine di ottobre, la spia americana Edgar Mower stava facendo il lavoro per il colonnello William Donovan che spiava per Roosevelt. Mower parlò con un uomo in Manila di nome Ernest Johnson, un membro della Commissione Marittima, che disse di aspettarsi “I giapponesi ci prenderanno Manila prima di poterne uscire.” Quando Mower espresse sorpresa, Johnson ha risposto “Non sa che la flotta Nipponica si è spostata verso est, presumibilmente per attaccare la nostra flotta a Pearl Harbor? ”
Il 3 novembre 1941, l’ambasciatore degli Stati Uniti cercò di nuovo di far passare qualcosa attraverso la capoccia dura del suo governo, mediante l’invio di un lungo telegramma al Dipartimento di Stato avvertendo che le sanzioni economiche potrebbero costringere il Giappone ad impegnarsi, ha scritto, in un ” harakiri nazionale”: “Un conflitto armato con gli Stati Uniti potrebbe avvenire con subitaneità pericolosa e drammatica. ”
Perché continuo a ricordare il titolo del memo dato al presidente George W. Bush prima dell’11 settembre 2001? “Bin Laden determinato a colpire a breve negli USA” A quanto pare nessuno a Washington ha voluto ascoltare, proprio come nel 1941.
Il 15 novembre, Capo di Stato Maggiore George Marshall ha informato i media su qualcosa che noi non ricordiamo come “Piano Marshall”. In realtà noi non lo ricordiamo affatto. “Stiamo preparando una guerra offensiva contro il Giappone,” Marshall disse, chiedendo ai giornalisti di mantenere il segreto, cosa che per quanto ne so hanno doverosamente fatto.
Dieci giorni dopo, il Segretario di Guerra Henry Stimson ha scritto nel suo diario che aveva incontrato nello Studio Ovale con Marshall, il presidente Roosevelt, il Segretario della Marina Frank Knox, l’ammiraglio Harold Stark, e il Segretario di Stato Cordell Hull. Roosevelt aveva detto loro che i giapponesi erano probabilmente in procinto di attaccare, possibilmente il Lunedi prossimo. E ‘stato ben documentato che gli Stati Uniti avevano rotto i codici segreti dei giapponesi e che Roosevelt aveva accesso ad essi. E ‘stato attraverso intercettazione di un messaggio in codice cosiddetto Porpora che Roosevelt aveva scoperto i piani della Germania di invadere la Russia. E fu Hull che fece trapelare un’ intercettazione giapponese alla stampa, databile 30 novembre 1941, dal titolo “Il Giappone può colpire durante il weekend.”
Il prossimo Lunedi sarebbe stato il 1 ° dicembre, sei giorni prima dell’attacco effettivamente avvenuto. “La domanda,” Stimson scrisse, “è stata come dovremmo manovrare per sparare il primo colpo, senza consentire troppo pericolo per noi stessi. E ‘stata una proposta difficile. “Lo era? Una risposta ovvia era di mantenere la flotta a Pearl Harbor e mantenere i marinai di stanza lì all’oscuro, mentre ci si dava da fare su di loro dagli uffici confortevoli in Washington DC. Infatti, quella fu la soluzione che nostri eroi in giacca e cravatta adottarono.
Il giorno dopo l’attacco, il Congresso ha votato per la guerra. La Deputata Jeannette Rankin (R., Mont.), la prima donna eletta al Congresso, e che aveva votato contro la prima guerra mondiale, fu la sola ad opporsi all’ingresso nella seconda guerra mondiale (proprio come la deputata Barbara Lee [D. Calif.] che si oppose da sola contro l’attacco all’Afghanistan 60 anni dopo).
Un anno dopo il voto, l’8 dicembre 1942, Rankin ha messo osservazioni estese nel Registro del Congresso( Congressional Record) motivando la sua opposizione. Ha citato il lavoro di un propagandista britannico che aveva suggerito nel 1938 di usare il Giappone per portare gli Stati Uniti in guerra. Ha citato il riferimento di Henry Luce sulla rivista Life il 20 luglio 1942, a “i cinesi, per i quali gli Stati Uniti avevano consegnato l’ultimatum che ha portato a Pearl Harbor.” Ha introdotto la prova che in occasione della Conferenza Atlantica del 12 agosto 1941, Roosevelt aveva assicurato Churchill che gli Stati Uniti avrebbero esercitato pressioni economiche sul Giappone. “Ho citato,” Rankin scrisse più tardi, “il Dipartimento di Stato nel suo Bollettino del 20 dicembre 1941, che ha rivelato che il 3 settembre una comunicazione era stata inviata in Giappone chiedendo di adottare’ il principio del non-disturbo dello status quo nel Pacifico’ , il che equivale a chiedere garanzie della inviolabilità degli imperi bianchi in Oriente. ”
Rankin ha rilevato che il Consiglio di Difesa economica aveva ottenuto sanzioni economiche in corso meno di una settimana dopo la Conferenza Atlantica. Il 2 dicembre 1941, il New York Times aveva riferito, infatti, che il Giappone era stato “tagliato fuori da circa il 75 per cento del suo commercio normale da parte del blocco alleato.” Rankin ha anche citato la dichiarazione del tenente Clarence E. Dickinson, USN , nel Saturday Evening post del 10 ottobre 1942, che il 28 novembre 1941, nove giorni prima dell’attacco, il vice ammiraglio William F. Halsey, Jr., (suo il simpatico slogan “kill the Japs! Uccidiamo i Giapponesi!!”) aveva dato istruzioni a lui e gli altri di “abbattere tutto ciò che venga avvistato nel cielo e di bombardare tutto ciò che incrociamo sul mare.”
Il Generale George Marshall giunse fino ad ammettere al Congresso nel 1945: che i codici erano stati rotti, e che gli Stati Uniti avevano avviato accordi anglo-olandesi-americani per un’azione unitaria contro il Giappone che andarono in vigore prima di Pearl Harbor, e che gli Stati Uniti avevano piazzato ufficiali del proprio esercito in Cina pronti al combattimento prima di Pearl Harbor. Non è certo un segreto che ci vogliono due forze armate per condurre una guerra (a differenza di quando una forza muove guerra contro uno stato disarmato), e questo caso non ha fatto eccezione a questa regola.
Un memorandum di ottobre 1940 dal tenente comandante Arthur H. McCollum è stato applicato dal presidente Roosevelt e dai suoi principali collaboratori. Ha chiesto otto azioni che McCollum ha predetto avrebbero portato i giapponesi ad attaccare, tra cui l’uso di basi britanniche a Singapore e l’uso di basi olandesi in quella che oggi è l’Indonesia, aiuto al governo cinese, l’invio di una divisione di incrociatori pesanti a grande autonomia nelle Filippine o a Singapore, l’invio di due divisioni di sottomarini a “Oriente”, mantenendo la forza principale della flotta nelle Hawaii, insistendo sul fatto che gli olandesi rifiutino il petrolio al governo giapponese, e embargo su tutto il commercio con il Giappone in collaborazione con l’Impero britannico .
Il giorno dopo la nota di McCollum, il Dipartimento di Stato ha chiesto agli americani di evacuare le nazioni dell’Estremo Oriente, e Roosevelt ordinò alla flotta tenuta in Hawaii contro l’obiezione strenua dell’ammiraglio James O. Richardson, che ha citato il presidente dicendo “Prima o poi i giapponesi avrebbero commesso un atto d’aggressione esplicito contro gli Stati Uniti e la nazione sarebbe allora stata disposta a entrare in guerra. “. Il messaggio che l’ammiraglio Harold Stark inviò all’ammiraglio Husband Kimmel il 28 novembre 1941, diceva,” SE LE OSTILITÀ NON POSSONO, RIPETO NON POSSONO ESSERE EVITATE, GLI STATI UNITI DESIDERANO CHE SIA IL GIAPPONE A COMMETTERE IL PRIMO ATTO OSTILE”. Joseph Rochefort, co-fondatore della sezione di intelligence delle comunicazioni della Marina, servizio che è stato determinante nel riuscire a NON comunicare a Pearl Harbor cosa stava per accadere, avrebbe poi commentato:” E ‘stato un prezzo piuttosto a buon mercato da pagare per riunificare il Paese “.
La notte dopo l’attacco, il presidente Roosevelt aveva a cena Edward R. Murrow di CBS Notizie e il Coordinatore delle informazioni del Presidente William Donovan alla Casa Bianca, e tutto quel che il Presidente voleva sapere era se il popolo americano fosse ora propenso ad accettare la guerra. Donovan e Murrow gli hanno assicurato che la gente davvero voleva accettare la guerra, ora. Donovan ha poi detto al suo assistente che la sorpresa di Roosevelt non era pari a quella degli altri intorno a lui, e che lui, Roosevelt, stava accogliendo con piacere la notizia dell’attacco. Murrow non riuscì a dormire quella notte ed è stato afflitto per il resto della sua vita per quella che ha definito “la più grande storia della mia vita”, che non ha mai detto, ma che peraltro non aveva bisogno di dire. Il giorno dopo, il Presidente ha parlato del giorno dell’ infamia, il Congresso degli Stati Uniti ha dichiarato l’ultima guerra costituzionale nella storia della Repubblica, e il Presidente del Consiglio Federale delle Chiese, Dr. George A. Buttrick, divenne membro del l’Alleanza per la Riconciliazione dedicata ad impegnarsi a resistere alla guerra.
Perché ci importa oramai? Perché la leggenda di Pearl Harbor, riutilizzata con l’11 settembre (2001), è responsabile non per le politiche distruttive a favore della guerra degli anni 1920 e 1930 che hanno portato poi alla seconda guerra mondiale, ma è responsabile della mentalità di guerra permanente per i passati 75 anni, così come per quanto la seconda guerra mondiale fosse stata aumentata, prolungata e portata a termine.
“Disturbato nel 1942”, ha scritto Lawrence S. Wittner, “dalle voci di piani di sterminio nazisti, Jessie Wallace Hughan era preoccupato che una tale politica, che apparve ‘naturale, dal loro punto di vista patologico’ potesse essere eseguita se la seconda guerra mondiale fosse continuata. ‘Sembra che l’unico modo per salvare migliaia e forse milioni di ebrei europei dall’annientamento,’ ha scritto, ‘sarebbe stato per il nostro governo di annunciare la promessa’ di un ‘armistizio, a condizione che le minoranze europee non venissero ulteriormente perseguitate. . . . Sarebbe terribile se a sei mesi da oggi si dovesse scoprire che questa minaccia è letteralmente divenuta reale senza che noi facessimo anche un solo gesto per fermarla. ‘Quando le sue previsioni furono avverate fin troppo bene dal 1943, lei scrisse al Dipartimento di Stato e al New York Times, denunciando il fatto che ‘due milioni di [ebrei] sono già morti’ che e ‘due milioni e più saranno uccisi entro la fine della guerra.’ ancora una volta ha implorato la cessazione delle ostilità, sostenendo che le sconfitte militari tedesche a loro volta avrebbero significato ritorsioni sul capro espiatorio ebraico. ‘La nostra vittoria non li salverà’, ha insistito, ‘perché uomini morti non possono più essere liberati.’ ”
Hitler uccise milioni di tedeschi, ma gli alleati ne uccisero altrettanti o anche di più, tedeschi sui campi di battaglia per Hitler o tedeschi trovati nel posto sbagliato quando le bombe alleate gli caddero addosso. E, come Hughan sottolineò all’epoca, la guerra ha pilotato il genocidio, così come l’armistizio vendicativo e odioso della precedente guerra un quarto di secolo prima aveva alimentato l’ostilità, la ricerca d’un capro espiatorio, e l’ascesa dell’ hitlerismo.
Dalla resistenza alla guerra da parte degli obiettori di coscienza americani sarebbe venuto, infine, lo sviluppo di una resistenza civile contro la segregazione razziale nelle carceri degli Stati Uniti che in seguito si diffuse per tutta la nazione al di fuori delle prigioni quando gli attivisti hanno cercato di duplicare le loro vittorie su scala più ampia. Ma anche da quella cosa, la peggiore che la nostra specie abbia mai fatto a se stessa, cioè la seconda guerra mondiale, sarebbe nato il complesso industriale- militare permanente a tutt’oggi. Avremmo esteso il diritto di voto a sempre più americani, mentre, nella più crudele delle ironie, abbiamo trasformato il voto in un fenomeno sempre più privo di significato. Vorremmo dipingere un nuovo strato di finzione lucida sulla nostra democrazia, mentre scavandoci fuori dall’interno, l’abbiamo sostituito con una macchina da guerra d’un calibro tale che il pianeta non aveva mai visto e cui potrebbe non essere in grado di sopravvivere.

Diffondere il Mito

Gli Stati Uniti sono indiscutibilmente il guerrafondaio più frequente e presente al mondo in guerre d’ aggressione, il più grande occupante di terra straniera, e il più grande rivenditore di armi al mondo. Ma quando gli Stati Uniti fanno capolino da sotto le coperte dove si trovano affettando brividi di paura, arrivano a vedere se stessi come vittima innocente. Non smettono mai di mantenere qualsiasi battaglia vinta nella memoria di tutti. Né di ricordare l’attacco giapponese a Pearl Harbor – e ora anche uno, forse più sacro ed intoccabile ancora, per ricordare, non il “colpisci e terrorizza” ovvero la distruzione di Baghdad, ma i crimini dell’11 settembre 2001, la “nuova Pearl Harbor “.
Proprio come Israele, ma con una variante, perché gli Stati Uniti sono profondamente ossessionati con la seconda guerra mondiale, sovrapposta, in più, ad una ossessione del Sud con la guerra civile degli Stati Uniti. L’amore degli Stati ex-Confederati per la guerra civile è l’amore per una guerra persa, ma anche per il vittimismo e la sete di vendetta ha che viene imposta in punta di fucile al mondo intero anno dopo anno dai militari degli Stati Uniti.. Può sembrare strano a dirsi, perché è allo stesso tempo molto amore per una guerra vinta. La seconda guerra mondiale rimane il modello americano per un giorno di magari vincerne una nuova, giacché è li che sta perdendo per tutto il mondo per tutti i 71 anni dalla seconda guerra mondiale. Ma il punto di vista degli Stati Uniti sulla seconda guerra mondiale è anche stranamente simile a quello russo.
La Russia è stata brutalmente aggredita dai nazisti, ma ha perseverato e poi ha vinto la guerra. Gli Stati Uniti si credono di essere stati “in procinto di ” venir attaccati dai nazisti. E dopo tutto, siffatta era la propaganda che ha portato gli Stati Uniti in guerra. Non c’era una sola parola sul salvataggio degli ebrei o qualsiasi altra cosa nobile anche solo la metà di quella. Piuttosto, il presidente Franklin Roosevelt sosteneva di avere una mappa dei piani dei nazisti per mangiarsi le Americhe.
Hollywood ha prodotto relativamente pochi film e show televisivi su tutte le altre guerre messe insieme, in confronto con i drammi sulla seconda guerra mondiale, che di fatto finisce coll’essere il suo argomento più popolare di sempre. Non stiamo davvero annegando sotto film che esaltano la nostra ruberia del nord del Messico o l’occupazione delle Filippine. La guerra di Corea tira poco. Anche la guerra del Vietnam e tutte le guerre più recenti non riescono a ispirare i narratori degli Stati Uniti come la seconda guerra mondiale, e circa il 90% di quelle storie si riferiscono alla guerra in Europa, non a quella combattuta in Asia.
La storia europea è molto preferita a causa delle particolare odiosità del nemico tedesco. Che gli Stati Uniti abbiano impedito una pace senza vincitori né vinti nella prima guerra mondiale schiacciando la Germania, e quindi l’abbiano punita brutalmente, e poi aiutato i nazisti – tutto ciò è molto più facilmente dimenticato che non le bombe nucleari che gli Stati Uniti sganciarono sul Giappone. Ma è l’attacco giapponese del 7 dicembre 1941, insieme con l’invasione nazista fantasticata e mai avvenuta, che persuade il pubblico americano che la guerra in Europa fu guerra difensiva. Così la storia degli Stati Uniti come maestri d’imperialismo per il Giappone per poi confrontare e provocare il medesimo deve essere parimenti dimenticata.
Amazon.com, una società con un contratto enorme da parte della CIA, e il cui proprietario possiede anche il Washington Post, ha lanciato una serie televisiva chiamata La svastica sul sole. La storia è ambientata negli anni ‘60 con i nazisti che occupano tre quarti degli Stati Uniti e il Giappone occupa il resto. In questo universo alternativo, la redenzione finale si trova grazie ad una Germania che è la nazione ad avere buttato lei, le bombe H.
I vincitori dell’Asse, e i loro leader ormai invecchiati, hanno nella finzione creato e mantenuto un impero all’antica – non come quello delle basi statunitensi in stati vassalli, ma con un’occupazione in piena regola, come ora gli Stati Uniti in Iraq. Realmente non importa quanto poco plausibile tutto questo risuoni. E’ lo scenario più plausibile che può incarnare nella fantasia degli Stati Uniti con qualcun altro a fare ad essi ciò che loro fanno invero ad altri. Così i crimini degli Stati Uniti qui negli anni 2000 reali diventano “difensivi”, perché stan facendo agli altri una guerra preventiva a scopo di pace.
La resistenza non violenta non esiste nella Prima Stagione, Episodio Uno di questa avventura calmante del vittimismo, e apparentemente non esiste ancora per anni a quel punto del racconto. Ma come potrebbe altrimenti? Una forza confrontabile con la non violenza – anche se immaginaria – non può servire a giustificare la violenza attuale dei soldati degli Stati Uniti. Gli occupanti tedeschi e giapponesi devono essere affrontati solo con la violenza, anche anacronisticamente in un’epoca in cui erano già conosciute le tecniche nonviolente, in cui il movimento per i diritti civili resisteva alfascismo USA con grande efficacia.
“Prima della guerra … ognuno era libero”, dice uno dei giovani attraenti di etnia bianca che costituiscono tutti gli eroi e alcuni dei cattivi in questo dramma. Invece di disordini razziali, maccartismo, il Vietnam, e la sterilizzazione e la sperimentazione su esseri indifesi che in realtà è accaduta, questi Stati Uniti di un universo parallelo includono la cremazione degli ebrei, dei disabili e dei malati terminali. Il contrasto con il passato pre-nazista immaginato in cui “ogni uomo [ma non la donna?] Era libero” è stridente. Si vorrebbe quasi rendere di nuovo grande l’America.
Amazon ci mostra anche dei nazisti che si comportano proprio come l’attuale USA si comporta: intenti a torturare e uccidere i nemici. Rikers Island è una prigione brutale in questo show televisivo come nella realtà. In questa fantasia, i simboli di patriottismo US e nazista sono stati fusi senza soluzione di continuità. In realtà, l’esercito degli Stati Uniti ha incorporato un pensiero molto nazista insieme con i molti nazisti che reclutati attraverso l’operazione Paperclip – un altro modo in cui gli Stati Uniti effettivamente persero la seconda guerra mondiale se immaginiamo la vittoria come la democrazia mentre sconfigge il tipo di società in cui qualcuno come Donald Trump potrebbe invece prosperare.
Gli Stati Uniti oggi riescono a far vedere i rifugiati dalle guerre che creiamo in terre lontane come nemici pericolosi, come nuovi nazisti, vedi i nostri leader politici quando si riferiscono ai capi stranieri come a dei nuovi Hitler. Mentre i nostri concittadini in divisa sparano o fanno saltar per aria gente in luoghi pubblici su base quasi giornaliera, quando di una tale uccisione è sospettato un musulmano, in particolare di un musulmano sotto qualsiasi bandiera, beh, allora questo non è solo un attentato, ma significa che gli Stati Uniti son stati invasi. E questo significa che qualsiasi cosa che facciamo noi è “difensiva”.
Il Venezuela si prova ad eleggere qualcuno che disapproviamo? Si tratta d’ una minaccia alla “sicurezza nazionale” – una minaccia che come per magia potrebbe invadere e occupare gli Stati Uniti e costringerli a torturare e uccidere sotto una bandiera diversa. Questa paranoia non viene da nessuna parte. Viene da programmi come “La svastica sul sole”.
Il Mito Pearl Harbor non è solo un pretesto per l’intrattenimento. Ecco un articolo di giornale:

“Pearl Harbor e la seconda guerra mondiale ci hanno riunificati come nazione. Abbiamo creduto d’esser divenuti invincibili. E abbiamo vinto. Ma perché il Congresso ora sembra così intento a distruggere i nostri sentimenti di patriottismo e decimare la nostra difesa nazionale? Molti membri del Congresso vogliono tagliare la nostra spesa nazionale, la difesa, nel tentativo di compensare la loro inettitudine, per non assumersi le proprie responsabilità come nostri rappresentanti e per la far piacere ad altri gruppi o uomini politici per il bene dei loro porci comodi o per le prossime elezioni. Essi dimenticano (o non sanno) che la priorità numero 1 è la difesa del nostro paese, e passa per la protezione dei benefici ai nostri veterani. . . .
“Potrebbe il fatto che l’America dimenticò quel che è successo a Pearl Harbor aver fatto calare la guardia contribuendo a permettere gli attacchi del 9/11? E sarà questo oblio e ignoranza ad attizzare le ambizioni dei terroristi per espandere i loro attacchi? Perché il Supercomitato del Congresso non è riuscito a rispettare la scadenza del mese scorso per trovare i $ 1.2 miliardi di dollari di risparmi, da tagli di spesa ora destinati ad entrare in vigore nel 2013, tra cui $ 600.000.000.000 per la difesa. Se il Congresso si è permesso di tagliare il budget militare, un altro attacco diventa più probabile.
“Dobbiamo chiamare il Presidente, i nostri leader del Congresso, i nostri due senatori per ciascun Stato e i nostri rappresentanti in casa loro per dirgli di fermare la loro stoltezza, rinnovare il budget militare per Veterani e persino aumentarlo in modo che possiamo rafforzare i nostri programmi per la ricerca e sviluppo al fine di rimanere il più grande e meglio attrezzato esercito del mondo e così rispettare e onorare i nostri eroi veterani del passato.
“Se permettiamo loro di fare tagli alla difesa solo per uscire dall’Iraq, e alla fine l’Afghanistan (che è probabilmente un errore, ma quella discussione sarà per un altro giorno), non ci saranno più fondi per la ricerca per rimanere No. 1, nessun upgrade, senza nuovi carri armati, aerei, navi e droni, né più miglior giubbotti antiproiettile e veicoli. ”
Indipendentemente dal fatto che si creda o no alla leggenda di Pearl Harbor, è molto difficile negare che questo è un mondo diverso. Gli Stati Uniti non solo hanno l’esercito più costoso, ma uno che è delle dimensioni di quelli del resto del mondo messi insieme. Gli Stati Uniti hanno basi o truppe nella maggior parte degli altri paesi del mondo. Gli Stati Uniti dominano gli oceani e lo Spazio. Gli Stati Uniti hanno affettato il pianeta in diverse aree o comandi. Il Congresso sta facendo uscire oltre la metà della sua spesa discrezionale nel campo militare. Mentre hanno raddoppiato questa spesa, sia in dollari reali e in percentuale del bilancio federale dal 9-11, non dobbiamo dimenticarci che l’arsenale nucleare e l’impero di basi e tutte le spese senza fine non avevano nulla a che fare col 9- 11 altro che servire semmai a provocarlo. Il vostro giornale vi sta chiedendo di vivere in un mondo di sogno, e intanto di distruggere quello reale.
Non ci sono nuovi carri armati? Non ci sono nuovi aerei? $ 600.000.000.000 suona come un sacco di soldi, ma in più di 10 anni è $ 60 miliardi su di un budget annuale di “sicurezza” di un trilione – che significa il 6%. Tutto quello che serve per trasformarlo in un aumento invece di un taglio è di portarlo fuori di un bilancio “proiettato” che aumenta di oltre il 6%. Se un taglio effettivo accade, si può stare certi nostri pseudo-rappresentanti faranno tutto quanto in loro potere per prendere i soldi delle aree non militari, o almeno tagliare i benefici alle truppe, piuttosto che i carri armati e gli aerei sacri e redditizi ecc, quasi nessuno dei quali ha a che fare con la cosiddetta “difesa”.
Contrastare il Mito
Così come leggiamo l’Ulisse nel Bloomsday (giorno di James Joyce, suo autore, NdT) ogni 16 giugno (o dovremmo, almeno) così altrettanto penso che ogni 7 dicembre dovrebbe non solo commemorare la Grande Legge del 1682 che vietava la guerra in Pennsylvania, ma anche segnare Pearl Harbor, non per celebrare lo stato di perma-guerra che esiste da 75 anni, ma leggendo The Golden Age (Età dell’Oro) di Gore Vidal e segnarci con una certa ironia alla Joyce l’età d’oro dell’ anti-isolazionismo imperiale col massacro di massa che ha coperto la vita di ogni cittadino degli Stati Uniti sotto l’età di 75 .
Il Giorno del Golden Age dovrebbe includere letture pubbliche del romanzo di Vidal e le sponsorizzazioni fiammanti da parte del Washington Post e New York Times Book Rewiew, e ogni altro grande giornale del secolo 21°, noto anche come l’anno 1 BWT (prima della guerra sulla Terra ). Non uno solo di quei giornali ha mai, a mia conoscenza, stampato una seria analisi semplice di come il presidente Franklin D. Roosevelt abbia manovrato gli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Eppure il romanzo di Vidal – presentato come finzione, ma che poggia interamente su fatti documentati – racconta la storia con totale onestà, e in qualche modo il genere usato o pedigree dell’autore o la sua abilità letteraria o la lunghezza del libro (troppe pagine per tediare i redattori di alto livello) garantisce lui la licenza di dire la verità.
Certo, alcune persone hanno letto The Golden Age e hanno protestato per la sua improprietà di linguaggio, ma esso certo rimane un volume altamente rispettabile. Io potrei essere nocivo alla causa scrivendo apertamente del suo contenuto. Il trucco, che consiglio vivamente a tutti, è quello di dare o consigliare il libro ad altri senza dire loro cosa contiene e tratta.
Nonostante che un regista sia il personaggio principale del libro, non ne è stato tratto un film, per quanto ne so – ma un fenomeno diffuso di letture pubbliche, concettualmente, potrebbe fare in modo che questo accada.
In The Golden Age, seguiamo la trama a lungo dietro tutte le porte chiuse, dalla spinta britannica per il coinvolgimento degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale, a come il presidente Roosevelt si impegnasse col primo ministro Winston Churchill, a come i guerrafondai manipolarono la convention repubblicana per assicurarsi che TUTTI E DUE I partiti nominassero candidati nel 1940 apparentemente per fare una campagna di pace, mentre in realtà facevano preparativi di guerra, e come FDR anelasse a correre per un terzo mandato senza precedenti come presidente di tempo di guerra, ma nel frattempo dovette accontentarsi di iniziare un progetto e una campagna di coscrizione nazionale in un momento di proclamato pericolo, e come FDR lavorasse per provocare il Giappone ad attaccare secondo il suo programma desiderato.
Gli echi sono inquietanti. le campagne di Roosevelt sulla pace ( “tranne che in caso di attacco”), come per Wilson, come Johnson, come Nixon, come Obama. Roosevelt, pre-elettorale, mette in mano a Henry Stimson il ruolo di Segretario della guerra, proprio lui che era smanioso di farla, cosa non del tutto dissimile dai candidati di Donald Trump oggi.
La seconda GM non fu una guerra giusta
La seconda guerra mondiale è spesso chiamata “la guerra buona e giusta”, e da allora lo è stata in contrasto con la sporca guerra del Vietnam con la quale è stata poi paragonata. La seconda guerra mondiale perciò domina intrattenimento ed educazione di USA e mondo occidentale laddove “buono”, spesso viene a significare qualcosa più di “giusto”.
La vincitrice del “Miss Italia” 2016 ha fatto scandalo dichiarando che avrebbe voluto vivere nella seconda guerra mondiale. Pur essendo derisa, è chiaro che non era la sola a pensarlo. Molti vorrebbero essere parte di qualcosa così ampiamente descritto come nobile, eroico, ed emozionante. Dovrebbero effettivamente trovare una macchina del tempo, ma vi consiglio di leggere le dichiarazioni di alcuni attuali veterani della seconda guerra mondiale e sopravvissuti prima di andarvi a divertire…
Non importa per quanti anni uno scrive libri, fa interviste, pubblica colonne sui giornali, e parla in occasione di eventi, rimane praticamente impossibile restare fuori della porta in un evento negli Stati Uniti in cui hai sostenuto di abolire la guerra senza che qualcuno ti tiri fuori un “e allora, anche la grande e giusta 2aGM era ingiusta?” Dura a morire sta convinzione che vi fu una buona giusta guerra 75 anni fa, ed è una grande parte di ciò che muove il pubblico degli Stati Uniti a tollerare di buttare un triliardo di dollari l’anno in preparazione nel caso in cui ci sia una altra buona guerra il prossimo anno, anche a fronte di tante decine di guerre durante gli ultimi 71 anni su cui c’è consenso generale che non furono per niente buone. Senza ricchi e consolidati miti circa la seconda guerra mondiale, la propaganda corrente sulla Russia o la Siria o l’Iraq o la Cina rischierebbe di suonare fessa per la maggior parte delle persone come in effetti sembra a me. E, naturalmente, il finanziamento generato dalla Buona guerra Leggendaria conduce a guerre più malvagie e nefaste, invece di prevenirle. Ho scritto su questo argomento a lungo in molti articoli e libri, in particolare La Guerra è una menzogna. Ma io offro qui alcuni punti chiave che dovrebbero almeno porre alcuni semi del dubbio nella mente della maggior parte dei sostenitori americani della seconda guerra mondiale come se fosse stata una guerra giusta.
La seconda guerra mondiale non sarebbe potuta accadere senza la prima guerra mondiale, senza la maniera stupida di iniziare la prima guerra mondiale e il modo anche più stupido di porre fine alla prima guerra mondiale che ha portato numerose persone sagge a predire immediatamente la seconda guerra mondiale, ovvero come senza il finanziamento di Wall Street alla Germania nazista per decenni (ritenuta preferibile ai comunisti), o senza la corsa agli armamenti e numerose decisioni sbagliate che non devono essere ripetute in futuro.
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UncleTom
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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La guerra non fu umanitaria e nemmeno venduta come tale fino a dopo la sua fine. Non c’era alcun manifesto che chiedesse di aiutare lo Zio Sam a salvare gli ebrei. Una nave di profughi ebrei provenienti dalla Germania è stata cacciata via da Miami dalla Guardia Costiera. Gli Stati Uniti e altre nazioni hanno rifiutato di accettare profughi ebrei, e la maggior parte del pubblico americano ha aderito a tale posizione. Ai gruppi pacifisti che mettevano in dubbio che il primo ministro Winston Churchill e il suo ministro degli esteri fecero spedire ebrei dalla Germania per salvarli è stato detto che, mentre Hitler poteva benissimo essere d’accordo su tale piano, che la cosa sarebbe stato troppo difficile e richiedeva troppe navi. Gli Stati Uniti non si son mai impegnati in alcuno sforzo diplomatico o militare per salvare le vittime nei campi di concentramento nazisti. Pure ad Anna Frank è stato negato il visto degli Stati Uniti.
Anche se questo punto non ha nulla a che fare con processo storico alla seconda guerra mondiale come a una guerra giusta oppure no, è così centrale per la mitologia americana che io includo qui un passaggio chiave da Nicholson Baker:
“Anthony Eden, ministro degli esteri della Gran Bretagna, che era stato incaricato da Churchill con una interrogazione sul trattamento dei rifugiati, affrontò la cosa con freddezza, con una delle molte delegazioni importanti, dicendo che qualsiasi sforzo diplomatico per ottenere la liberazione degli ebrei da Hitler era ‘fantasticamente impossibile.’ Durante un viaggio negli Stati Uniti, Eden candidamente disse a Cordell Hull, segretario di stato, che la vera difficoltà nel chiedere a Hitler per gli ebrei era che ‘Hitler potrebbe anche starci su qualsiasi tipo di offerta, ma semplicemente non ci sono abbastanza navi e mezzi di trasporto in tutto il mondo per gestirli. Churchill fu d’accordo. ‘Siamo stati li lì per ottenere il permesso di ritirare tutti gli ebrei,’ ha scritto in risposta ad una lettera di supplica, ma il solo problema dei trasporti sarebbe di difficile soluzione.’ Non abbastanza navi da trasporto? Due anni prima, gli inglesi avevano evacuato circa 340.000 uomini dalle spiagge di Dunkerque in soli nove giorni. Gli Stati Uniti avevano molte migliaia di nuovi aerei militari e civili. Nel corso anche di una breve tregua, gli Alleati avrebbero potuto trasportato in aereo i rifugiati in numeri molto grandi trasportandoli fuori dalla zona tedesca occupata. ”
Al lato “buono” della guerra semplicemente non frega niente di quello che sarebbe diventato l’esempio centrale della cattiveria del lato “cattivo” della guerra.
La guerra non fu difensiva. Si potrebbe argomentare che gli Stati Uniti sentirono il bisogno di entrare in guerra in Europa per difendere le altre nazioni, o che erano entrati per difendere ancora altre nazioni, ma pure anche che gli Stati Uniti hanno intensificato gli attacchi contro i civili, esteso la guerra, e inflitto più danni di quel che avrebbe causato, se non fossero intervenuti, tentando la via della diplomazia, o investito nella nonviolenza. Pretendere che un impero nazista avrebbe potuto crescere fino ad includere un giorno una occupazione degli Stati Uniti è un pensiero ridicolmente esagerato e non confermato da alcun precedente o da esempi successivi di altre guerre.
Ora sappiamo molto più ampiamente e con dati molto più attendibili che la resistenza non violenta all’occupazione e all’ingiustizia ha più probabilità di successo, e che il successo ha più probabilità di durare, che non la resistenza violenta. Con questa conoscenza, possiamo guardare indietro ai successi clamorosi delle azioni nonviolente contro i nazisti che non sono stati ben organizzati o seguiti al di là dei loro successi iniziali.
La Buona Guerra non fu tale per le truppe. In mancanza di intensivo addestramento moderno e condizionamento psicologico per preparare i soldati ad impegnarsi in atti innaturali di omicidio, circa l’80 per cento delle forze USA e altre truppe nella seconda guerra mondiale non hanno sparato con le loro armi al “nemico”. Il fatto che i veterani della Seconda Guerra Mondiale siano stati trattati meglio dopo la guerra di altri soldati di guerre prima e dopo, è stato il risultato della pressione creata dall’esercito” buono” dopo la guerra precedente. Che ai veterani siano stati dati College gratuito, l’assistenza sanitaria e le pensioni non fu dovuto ai meriti di guerra o in qualche modo a causa della guerra. Senza la guerra, tutti potevano avere il college per molti anni. Se dessimo Università gratis a tutti oggi, ci sarebbe senz’altro bisogno di molte più storie Hollywoodiane sulla seconda guerra mondiale per avere molte persone nei centri di reclutamento militare.
Moltissime più persone che quelle uccise nei campi di concentramento tedeschi sono state uccise al di fuori, in guerra. La maggior parte di queste persone erano civili. La scala delle uccisioni, ferimenti, e distruzioni han fatto la seconda guerra mondiale come la cosa peggiore che l’umanità abbia mai fatto a se stessa in un così breve lasso di tempo. Immaginiamo che gli alleati erano in qualche modo “contrari” all’uccisione, di gran lunga minore, nei campi. Ma questo non può giustificare una cura che è stata peggiore del male.
L’Escalation della guerra fino ad includere la distruzione totale dei civili e delle loro città, che si conclude con un bombardamento nucleare su una città indifesa ha tolto la 2° GM dal regno dei progetti difendibili anche per i molti che avevano lottato per iniziarla. Esigere la resa incondizionata e cercare di massimizzare la morte e la sofferenza ha fatto enormi danni e lasciato un’eredità cupa e minacciosa.
Uccidere gran numero di persone si suppone sia difendibile per il lato “buono” in una guerra, ma non per il lato “cattivo”. La distinzione tra i due non è mai così forte quanto fantasticata. Gli Stati Uniti avevano una lunga storia come nazione di apartheid. Le tradizioni statunitensi nell’ opprimere gli afro-americani, praticare genocidio contro i nativi americani, e ora anche internato americani di origine giapponese ha pure dato vita a programmi specifici che si sono ispirati alla Germania nazista- inclusi questi campi per nativi americani, programmi di eugenetica e di sperimentazione umana che esistettero prima, durante e dopo la guerra.
Uno di questi programmi intendeva portare la sifilide in Guatemala, allo stesso tempo in cui i processi di Norimberga erano in corso. I militari degli Stati Uniti hanno assunto centinaia di VIP nazisti alla fine della guerra, che si inserirono benissimo. Gli USA miravano ad un impero mondiale più ampio, prima della guerra, durante essa, e da allora. I neo- nazisti di oggi, cui è proibito sventolare la bandiera dalla croce uncinata, a volte sventolano la bandiera degli Stati Confederati d’America, invece.
Il lato “buono” della “guerra buona”, ovvero il partito che ha fatto e subìto la maggior parte delle vittime per la parte giusta, fu la comunista Unione Sovietica. La loro non fu una guerra per il trionfo del comunismo, ma decisamente fece appannare il trionfalismo di Washington con le sue storielle Hollywoodiane di lotta per la “democrazia” .
La seconda guerra mondiale non è ancora finita. La gente comune negli Stati Uniti non fu mai tassata nei redditi fino alla seconda guerra mondiale e la cosa dura da allora. E dire che doveva essere solo temporanea. Le basi militari della Seconda Guerra Mondiale costruite in tutto il mondo non hanno mai chiuso. Le truppe statunitensi non hanno mai lasciato la Germania L’Italia o il Giappone. Ci sono più di 100.000 bombe statunitensi e britanniche ancora in terra di Germania, ancora uccidono.
Tornando indietro 75 anni per un mondo libero dal nucleare coloniale con completamente diverse strutture, leggi, e usanze per giustificare quella che è stata la più grande spesa degli Stati Uniti di tutti i tempi dal momento che è una bizzarra impresa di auto-inganno che non ha tentato una giustificazione di qualsiasi impresa minore. Presumiamo che io abbia totalmente sbagliato, allora volete cercare di spiegarmi come fa un evento risalente agli inizi del 1940 a poter ancora giustificare un trilione di dollari del 2017 in finanziamenti di una sempre possibile guerra invece di spenderli per nutrire, vestire, curare, e dare un riparo a milioni, e per proteggere l’ambiente sulla terra?

David Swanson
Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2016/12/02/ ... rbor-lies/
2.12.2016

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTO MARROCCHESI

Nota conclusiva del Traduttore.
Ulteriori riprove se ve ne fosse bisogno, del dichiarato complotto per indurre il Giappone a cadere nella trappola di venire identificato come l’aggressore, sono nel libro di W.Lord PEARL HARBOR (del 1947) e nel film che ne fu tratto, Tora;Tora;Tora, in cui l’autore adombra – ma era impreparato, ingenuo o complice – come incompetenza o stupidità militare i dinieghi di svariati allarmi aerei e navali poco prima dell’attacco principale, ed infine la nota stonata più grande di tutte, imputata ad un banale “ritardo” per cui i veri obbiettivi strategici, le portaerei, erano in mare quella domenica mattina e si salvarono, mentre invece furon lasciate al macello in porto coi loro marinai le vecchie, obsolete corazzate che poco erano usabili ormai, come la guerra dimostrò.
https://comedonchisciotte.org/75-anni-d ... arl-harbor
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Bombardare la nuora perché suocera intenda

Trump attacca la Siria, l'Isis attacca di nuovo l'Europa. In poche ore cambia l'agenda della politica e dell'opinione pubblica
Alessandro Sallusti - Sab, 08/04/2017 - 14:55

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Trump attacca la Siria, l'Isis attacca di nuovo l'Europa. In poche ore cambia l'agenda della politica e dell'opinione pubblica.


Dopo che nella notte scorsa il presidente americano ha dato l'ordine ai suoi generali di lanciare 59 missili contro la base militare da dove si presume fossero partiti i caccia di Damasco con il loro carico di bombe chimiche. E dopo che a Stoccolma un camion condotto da un estremista islamico ha falciato i passanti provocando morti e feriti.

I due fatti non sono direttamente collegati, ma è evidente che sono due facce della stessa medaglia. Con un paradosso: l'Occidente, con Trump, bombarda la Siria del dittatore Assad, il quale sta combattendo contro l'Isis, che «bombarda» con i suoi camion e i suoi kamikaze l'Occidente. Insomma, per certi versi stiamo dando una mano ai nostri nemici.

Ma siamo davvero così fessi? Proviamo a mettere un po' d'ordine. Assad è un vero fetente capace di qualsiasi nefandezza (più o meno come lo è stato Gheddafi), ma al momento è l'unico baluardo all'avanzare in quell'area dello Stato islamico; per questo Assad è protetto e sorretto militarmente da Putin, che spera così di arginare l'avanzata islamica e avere un domani il controllo politico e militare della Siria e non solo; gli americani (ufficialmente neutrali) sono contro Assad, ma di fatto combattono sul terreno e dal cielo al suo fianco per sconfiggere l'Isis e ipotecare a loro volta un'egemonia su quell'area; l'Europa è contro Assad, ma anche contro Putin (addirittura lo ha sanzionato) ed è stata e a maggioranza ancora è - contro Trump; cioè è ostile a tutti e tre gli attori che sul campo stanno cercando, divisi tra loro, di smantellare lo Stato islamico.



Insomma, è un bel casino, e chi ci capisce qualche cosa è bravo. Una cosa però a me sembra chiara: Trump, nonostante le apparenze, non ha fatto e non farà la guerra ad Assad. L'attacco dell'altra notte ha infatti provocato solo quattro morti (c'è chi dice 14, ma poco cambia), cioè uno ogni 15 missili (non pallottole, missili), quanti ne ha fatti gratis il camionista di Stoccolma. Evidentemente il dittatore è stato avvisato e gli è stato chiesto di scansarsi. Più probabile che quei 59 missili fossero politici e diretti altrove. In primis contro Putin (occhio che la partita in Siria è e sarà anche cosa nostra); contro i suoi detrattori interni ed europei (io punisco chi gasa i bambini come voi chiedete); contro Obama, e la sinistra, che non ebbe il coraggio di fare altrettanto. Ma, più in generale, è stato anche un avviso a un altro dittatore, il coreano Kim Jong-un (se il caso, non ho paura a premere il grilletto) e al mondo intero (l'America resta l'unico credibile gendarme).

Come in quel proverbio («parlo a nuora perché suocera intenda»), Trump ha sparato ad Assad perché Putin, l'Europa e la stessa America intendano che lui non sarà una macchietta, ma il presidente degli Stati Uniti. Lo hanno capito quasi tutti, meno i trumpiani più sfegatati. In Italia, per esempio, i più critici con Trump sono stati Grillo, Salvini e la Meloni, cioè i leader dei partiti che avevano sposato senza se e senza ma le teorie del neo presidente. Il loro problema è che si sono innamorati prima, e forse più, di Putin. Ma quando due giganti cominciano a darsele - consiglio non richiesto - stare nel mezzo è davvero pericoloso. E comunque mai con chi gasa i bambini.
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Corea del Nord, Trump reagisce alle provocazioni. Cnn: “Navi di guerra Usa si muovono verso Pyongyang”

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Un funzionario della Difesa ha riferito alla Cnn che il gruppo d’attacco navale 'Vinson' si sta dirigendo verso la penisola coreana. È la risposta di Washington dopo il commento del ministro degli Esteri di Kim Jong-Un: "L’attacco Usa in Siria giustifica l’atomica”



di F. Q. | 9 aprile 2017

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Movimenti di guerra: dopo la Siria, la Corea del Nord. A due giorni dall’attacco missilistico contro la base aerea di Shayrat da cui erano partiti i jet con le armi chimiche che hanno causato la morte di oltre 80 persone a Khan Sheikhoun, un gruppo di navi da guerra americane si sta dirigendo verso la penisola coreana, nel Pacifico occidentale, come riferisce la Cnn citando un funzionario della Difesa Usa. Donald Trump d’altronde era stato chiaro: il mirino degli Usa si era spostato verso Pyongyang, concetto ribadito sia nell’incontro ufficiale con il presidente cinese Xi Jinping che con i giornalisti che gli chiedevano le prossime mosse sullo scacchiere internazionale. La reazione scomposta di Kim Jong-un ha fatto il resto: “Quella contro la Siria è un’azione inaccettabile che conferma la validità del nostro programma nucleare“, ha fatto sapere il ministro degli Esteri del dittatore coreano. “Un segnale a Kim lo darò” ha risposto il tycoon.


Dalle parole ai fatti il passo è stato breve: la mossa del gruppo d’attacco navale ‘Vinson‘ arriva – secondo la fonte della Cnn – proprio in risposta alle recenti provocazioni della Corea del Nord. Il ‘Carl Vinson Carrier Strike Group’, che comprende anche una portaerei, è considerata la principale presenza militare Usa nella regione sotto l’amministrazione Trump. Le operazioni di pattugliamento di routine nel Mar Cinese Meridionale sono iniziate lo scorso 18 febbraio, ora lo spostamento da Singapore verso la Corea del Nord. Una mossa “necessaria“, ha spiegato all’emittente americano il funzionario della Difesa, visto l’atteggiamento di Pyongyang.

Il 5 aprile era andato in scena l’ennesimo esperimento provocatorio di Kim Jong-un, con il lancio di un missile balistico nel mare orientale, in direzione del Giappone. È stato solo l’ultimo di una lunga serie di test atomici, che hanno continuamente alzato la tensione in Estremo Oriente, alimentata anche dall’omicidio del 13 febbraio a Kuala Lumpur di Kim Jong-nam, il fratellastro del leader. Da inizio marzo, infatti, il gruppo d’attacco navale ‘Vinson’ aveva già preso parte alle manovre congiunte di Usa e Corea del Sud, terminati dopo due settimane.

Nei piani originali, il gruppo navale avrebbe dovuto poi fare rotta verso l’Australia, ma i timori di nuove intemperanze di Pyongyang, con l’ipotesi di un altro test nucleare o di lancio di un missile intercontinentale a ridosso del 15 aprile – compleanno del fondatore dello Stato, Kim Il-sung – hanno portato al cambio di programma e al ritorno verso la penisola coreana. Alcune settimana fa, Uriminzokkiri, il principale mezzo di propaganda verso l’esterno della Corea del Nord, ha postato sul suo sito web un videoclip che mostra le immagini della portaerei ‘Vinson’ prima finire nel mirino immaginario di Pyongyang e poi bruciare tra le fiamme.
UncleTom
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Re: La Terza Guerra Mondiale

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Guerra in Asia
Dove ci porta il generale Trump

Il bombardamento in Siria potrebbe essere il primo di una serie di attacchi unilaterali. Perché il presidente americano ha rovesciato la dottrina Obama. E ha riempito di miliardi l'apparato militare-industriale. Un impegno a 360 gradi, che va dal Medio Oriente allo Yemen, dall'Iran alla Corea del Nord
di Alberto Flores d'Arcais
07 aprile 2017
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Donald Trump ha indossato l’uniforme da ‘generalissimo’, provocando - a Washington come nelle principali cancellerie del mondo - un turbinio di domande, dubbi, reazioni e possibili scenari apocalittici.

The Donald nei panni di un contemporaneo Dottor Stranamore non sembra molto credibile, ma l’uomo (come è noto) è imprevedibile e umorale e questi primi mesi di presidenza ci dicono che l’attuale Commander in Chief della maggiore superpotenza militare del pianeta è pronto ad usare la forza come e quando lo ritenga più opportuno per gli interessi di America First.

Prima ancora del bombardamento della base militare in Siria, ha minacciato l'intervento in Corea del Nord, ha promesso di attaccare lo Stato Islamico (e in parte ha già iniziato a farlo), ha cambiato radicalmente l’approccio che aveva Obama (il cosiddetto micromanagement) dando meno potere decisionale ai generali sul terreno e più ampia discrezione alla burocrazia del Pentagono, ha chiesto piani e progetti ‘definitivi’ in cambio di decine di miliardi di dollari per quello che un tempo veniva etichettato come il “complesso militare-industriale” degli Stati Uniti.

Ha giurato di distruggere in “breve tempo” l’Isis, grazie a un ‘programma segreto’ di cui non ha dato dettagli ma con un’istruzione “molto semplice” per i suoi generali: “hanno 30 giorni di tempo per sottomettere allo Studio Ovale un piano per sconfiggere il Califfato”. Vuole contrastare in Medio Oriente l’egemonia regionale degli ayatollah di Teheran (e degli hezbollah finanziati dall’Iran), si dice pronto (almeno a parole) al braccio di ferro con la Cina per le isole contese e a sferrare il primo colpo contro il regime di Pyongyang e del dittatore Kim Jong Un.

Non è un programma di poco conto per un presidente che viene considerato estraneo alle logiche delle ultime guerre Usa (in campagna elettorale ha criticato ferocemente George W. Bush per l’intervento in Iraq e Barack Obama per la ‘guerra dei droni’) e il cui slogan America First richiama volutamente quello con cui negli anni Quaranta la destra protezionista (e in qualche caso filo-nazista) si opponeva alla guerra contro Adolf Hitler.

Allora come oggi chi non voleva la guerra non lo faceva certo da posizioni di tipo ‘pacifista’, più consone a movimenti di sinistra che non all’elettorato (sia pure composito) che inneggia al ‘decisionista’ Trump.

Non è stato certo The Donald ad iniziare la guerra in Iraq (o in Siria) e la Casa Bianca di oggi ha buoni motivi per criticare Barack Obama, il suo predecessore Bush Jr. e una politica militare che negli ultimi quindici anni ha prodotto non pochi danni.

Dopo due mesi e mezzo di presidenza Trump i numeri ci dicono però che qualcosa sta cambiando e non nel senso di un disimpegno degli Stati Uniti - come qualcuno aveva pensato interpretando erroneamente il ‘Donald pensiero’ - ma nel suo opposto. Nei primi 75 giorni le azioni militari decise dal Pentagono nei diversi teatri di guerra si sono moltiplicate (con un coinvolgimento diretto di soldati e ‘consiglieri’ delle Forze Speciali Usa), i bombardamenti sono diventati più assidui, le morti di civili innocenti causate dai raid americani (a Mosul e in Siria) hanno subito una drastica impennata.

“Da quando Trump si è insediato alla Casa Bianca c’è stato un notevole rilassamento delle regole d’ingaggio”, ha spiegato un alto ufficiale (coperto da anonimato) al New York Times, raccontando come molte azioni di droni (e caccia) dell’Air Force che ai tempi di Obama venivano fermate per il timore di troppe “vittime collaterali” (civili innocenti uccisi) oggi vengano effettuate senza troppe remore. Dopo l’alto numero di morti civili - che a marzo è triplicato rispetto all’ultimo mese di presidenza Obama - l’Intelligence militare ha messo in guardia il Pentagono da una crescente ondata di anti-americanismo non solo nei paesi direttamente colpiti (Yemen, Iraq, Siria) ma più in generale in tutta l’area mediorientale.

La strategia militare di oggi (e del prossimo futuro) dell’America di Trump è affidata sempre di meno agli ufficiali impegnati in prima linea e nelle zone più calde dei conflitti e sempre di più ai falchi che siedono ai vertici del Pentagono o degli uomini della Casa Bianca di cui The Donald si fida di più: come il potente Jared Kushner (genero e super-consigliere).

Kushner nei giorni scorsi è stato protagonista di un viaggio-lampo (ma ben pubblicizzato) in Iraq a fianco del generale Dunford, capo delle forze armate Usa, che è stato ‘letto’ come un riconoscimento ufficiale del suo ruolo nella delicata partita diplomatico-militare in corso a Washington. Il marito di Ivanka, ebreo con forti legami in Israele, sta diventando sempre di più l’alter ego dei due ministri che sulla carta dovrebbero essere i più potenti della Casa Bianca. Il Segretario di Stato Rex Tillerson sulle questioni militari sembra quasi esautorato, quello della Difesa, il generale (in pensione) John Mattis sembra aver fatto buon viso a cattivo gioco, accettando l’inclusione di Kushner come ‘consigliere militare’ ombra avendo come obiettivo quello di migliorare i rapporti tra Casa Bianca e Pentagono piuttosto provati per via del Russiagate, delle posizioni ambigue di Trump sulla Nato e di un’agenda politico-militare che ha innervosito diversi alti ufficiali.

Nessun presidente nella storia recente degli Stati Uniti ha ‘lavorato’ così intensamente nei primi mesi di mandato come ha fatto Trump per essere in qualche modo collegato al mondo militare. Riempiendo la sua amministrazione di generali in pensione, incontrando segretamente (ma non troppo) alti ufficiali, aumentando il budget militare come non aveva fatto neanche Ronald Reagan negli anni decisivi della (vittoriosa) ‘guerra fredda’ contro l’Unione Sovietica.

Un’attività efficacemente reclamizzata via Twitter che gli ha indubbiamente dato una certa popolarità all’interno del Pentagono e anche tra ufficiali e truppe. Ma che, come ha confessato un generale a quattro stelle al Washington Post, non è automaticamente sintomo di fiducia nel nuovo presidente: “Alla gente in uniforme il presidente non deve piacere, deve prima di tutto ispirare fiducia. Su questo la Casa Bianca ha ancora molto da lavorare”.

E nella storia (non solo in quella americana) non mancano gli esempi di guerre cercate o provocate per nascondere problemi interni.

(L'articolo completo è sull'Espresso in edicola da domenica 9 aprile)

VIDEO E TABELLE:

http://espresso.repubblica.it/internazi ... =HEF_RULLO
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