Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzione?
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Nella premessa del libro "LA FABBRICA DEL FALSO", possiamo leggere;
LA FABBRICA DEL FALSO
Strategie della menzogna
Nella politica contemporanea
Vladimiro Giacchè
Premessa
La menzogna è il grande protagonista del discorso pubblico contemporaneo.
La sua presenza nella società è generalizzata e pervasiva.
Non è difficile capire perché.
Un tempo le verità incoffessabili del potere potevano agevolmente essere coperte dal segreto (gli arcana imperii).
Oggi, nell’epoca dei mezzi di comunicazione di massa e della politica medializzata, il silenzio e il segreto sono armi spuntate.
Perciò, quando serve(e serve sempre più spesso) la verità deve essere occultata o neutralizzata in altro modo.
Quindi si offrono versioni di comodo dei fatti, si distrae l’attenzione dei problemi reali dando il massimo rilievo a questioni di scarsa importanza, si inventano pericoli e nemici inesistenti per eludere quelli veri.
Ma soprattutto, le verità scomode vengono neutralizzate riformulandole in maniera appropriata.
Il terreno principale su cui oggi viene combattuta la guerra contro la verità è quello del linguaggio.
Si tratta di convincere l’opinione pubblica dell’utilità di una guerra o dell’opportunità di politiche economiche socialmente inique , si tratti di tranquillizzarla sul surriscaldamento del pianeta o persuaderla della inevitabilità degli omicidi sul lavoro, le cose non cambiano: il potere delle parole risulta decisivo per la costruzione del consenso.
LA FABBRICA DEL FALSO
Strategie della menzogna
Nella politica contemporanea
Vladimiro Giacchè
Premessa
La menzogna è il grande protagonista del discorso pubblico contemporaneo.
La sua presenza nella società è generalizzata e pervasiva.
Non è difficile capire perché.
Un tempo le verità incoffessabili del potere potevano agevolmente essere coperte dal segreto (gli arcana imperii).
Oggi, nell’epoca dei mezzi di comunicazione di massa e della politica medializzata, il silenzio e il segreto sono armi spuntate.
Perciò, quando serve(e serve sempre più spesso) la verità deve essere occultata o neutralizzata in altro modo.
Quindi si offrono versioni di comodo dei fatti, si distrae l’attenzione dei problemi reali dando il massimo rilievo a questioni di scarsa importanza, si inventano pericoli e nemici inesistenti per eludere quelli veri.
Ma soprattutto, le verità scomode vengono neutralizzate riformulandole in maniera appropriata.
Il terreno principale su cui oggi viene combattuta la guerra contro la verità è quello del linguaggio.
Si tratta di convincere l’opinione pubblica dell’utilità di una guerra o dell’opportunità di politiche economiche socialmente inique , si tratti di tranquillizzarla sul surriscaldamento del pianeta o persuaderla della inevitabilità degli omicidi sul lavoro, le cose non cambiano: il potere delle parole risulta decisivo per la costruzione del consenso.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
SE I CRISTIANI SONO QUESTI,.........SALU'TEM' A SSO'RETA
Migranti, l'accoglienza forzata
è il suicidio del nostro Paese
L'invasione culminerà nella sostituzione delle popolazioni europee: saranno tutte omologate in una umanità meticcia
di Magdi Cristiano Allam
BRRR,... CHE SCHIFO GLI AFRICANI DI PELLE NERA, IN EUROPA SOLO EGIZIANI CATTOLICI.Maǧdī ʿAllām; Il Cairo, 22 aprile 1952),
18 minuti fa
10
E PER FORTUNA, BATTEZZATO DA ADULTO, SI E' FATTO CHIAMARE CRISTIANO.
La marea umana è un grande inganno
L'invasione culminerà nella sostituzione delle popolazioni europee: saranno tutte omologate in una umanità meticcia
Magdi Cristiano Allam - Dom, 05/02/2017 - 15:19
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Ma come li dobbiamo chiamare? Possibile che gli stessi soggetti li indichiamo indistintamente immigrati, migranti generici, migranti economici o in fuga dalla guerra, migranti ambientali o transitanti, richiedenti asilo, profughi, rifugiati e solo raramente clandestini? Se non siamo neppure in grado di rappresentare correttamente il soggetto di cui ci occupiamo, come possiamo immaginare di poter risolvere adeguatamente i problemi che la sua presenza tra noi comporta? Il fenomeno epocale dell'afflusso in Europa di milioni di stranieri provenienti dall'Africa, Medio Oriente e Asia è una tragedia dell'assurdo.
Prendiamo atto che il padrone di casa e l'ospite dissimulano la propria identità e ignorano reciprocamente l'identità altrui. Gli europei hanno perso la certezza di chi sono sul piano delle radici, fede, identità, valori, regole e leggi, si vergognano di ciò che sono al punto da presentarsi come fossero una terra di nessuno, pur trovandosi a casa propria, non si vogliono più bene anteponendo le istanze altrui rispetto ai propri legittimi interessi. Gli stranieri sbarcano quasi tutti senza documenti, in molti entrano senza essere identificati, siamo noi a concedere loro un'identità sulla base delle generalità che declinano a piacimento, un contesto di arbitrio in cui non sappiamo neppure come debbano essere indicati.
Prendiamo atto che sia gli europei sia gli stranieri sono inconsapevoli della vera ragione che li ha indotti ad accogliere e a essere accolti. I governi e i mezzi di comunicazione di massa allineati ci dicono che sono in fuga dalle guerre e dalla povertà. Ebbene la quasi totalità di chi accogliamo non proviene da Stati in guerra e, comunque, trattandosi prevalentemente di giovani maschi dai 20 ai 30 anni, avrebbero dovuto restare a combattere e non disertare fuggendo. Così come questi giovanotti non mostrano segni di deperimento fisico, sono di sana e robusta costituzione, taluni hanno i pettorali da palestrati, più simili ai soldati e non a chi ha patito la fame.
Prendiamo atto che sia gli europei sia gli stranieri hanno trasformato la cosiddetta «accoglienza» nel più lucroso giro d'affari al mondo alimentato da un fiume ininterrotto di denaro pubblico, di cui beneficiano governi, chiese, imprenditori, associazioni e cooperative, criminalità organizzata straniera e autoctona, gruppi terroristi islamici.
Ed è a questo punto che è doveroso chiederci: ma se la versione ufficiale non regge alla prova dei fatti, chi sono veramente quelli che accogliamo? La verità è che sono lo strumento umano con cui promuoviamo una auto-invasione che culminerà nella sostituzione delle popolazioni europee, omologandole in una umanità meticcia, nel contesto di un Nuovo Ordine Mondiale sottomesso alla grande finanza speculativa globalizzata. Questi giovanotti incarnano la vocazione al suicidio dell'Europa. Una prospettiva che non è un bene né per noi né per loro, i cui paesi declineranno ugualmente spogliati della propria risorsa umana rigeneratrice della vita.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 59799.html
Migranti, l'accoglienza forzata
è il suicidio del nostro Paese
L'invasione culminerà nella sostituzione delle popolazioni europee: saranno tutte omologate in una umanità meticcia
di Magdi Cristiano Allam
BRRR,... CHE SCHIFO GLI AFRICANI DI PELLE NERA, IN EUROPA SOLO EGIZIANI CATTOLICI.Maǧdī ʿAllām; Il Cairo, 22 aprile 1952),
18 minuti fa
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E PER FORTUNA, BATTEZZATO DA ADULTO, SI E' FATTO CHIAMARE CRISTIANO.
La marea umana è un grande inganno
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Magdi Cristiano Allam - Dom, 05/02/2017 - 15:19
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Ma come li dobbiamo chiamare? Possibile che gli stessi soggetti li indichiamo indistintamente immigrati, migranti generici, migranti economici o in fuga dalla guerra, migranti ambientali o transitanti, richiedenti asilo, profughi, rifugiati e solo raramente clandestini? Se non siamo neppure in grado di rappresentare correttamente il soggetto di cui ci occupiamo, come possiamo immaginare di poter risolvere adeguatamente i problemi che la sua presenza tra noi comporta? Il fenomeno epocale dell'afflusso in Europa di milioni di stranieri provenienti dall'Africa, Medio Oriente e Asia è una tragedia dell'assurdo.
Prendiamo atto che il padrone di casa e l'ospite dissimulano la propria identità e ignorano reciprocamente l'identità altrui. Gli europei hanno perso la certezza di chi sono sul piano delle radici, fede, identità, valori, regole e leggi, si vergognano di ciò che sono al punto da presentarsi come fossero una terra di nessuno, pur trovandosi a casa propria, non si vogliono più bene anteponendo le istanze altrui rispetto ai propri legittimi interessi. Gli stranieri sbarcano quasi tutti senza documenti, in molti entrano senza essere identificati, siamo noi a concedere loro un'identità sulla base delle generalità che declinano a piacimento, un contesto di arbitrio in cui non sappiamo neppure come debbano essere indicati.
Prendiamo atto che sia gli europei sia gli stranieri sono inconsapevoli della vera ragione che li ha indotti ad accogliere e a essere accolti. I governi e i mezzi di comunicazione di massa allineati ci dicono che sono in fuga dalle guerre e dalla povertà. Ebbene la quasi totalità di chi accogliamo non proviene da Stati in guerra e, comunque, trattandosi prevalentemente di giovani maschi dai 20 ai 30 anni, avrebbero dovuto restare a combattere e non disertare fuggendo. Così come questi giovanotti non mostrano segni di deperimento fisico, sono di sana e robusta costituzione, taluni hanno i pettorali da palestrati, più simili ai soldati e non a chi ha patito la fame.
Prendiamo atto che sia gli europei sia gli stranieri hanno trasformato la cosiddetta «accoglienza» nel più lucroso giro d'affari al mondo alimentato da un fiume ininterrotto di denaro pubblico, di cui beneficiano governi, chiese, imprenditori, associazioni e cooperative, criminalità organizzata straniera e autoctona, gruppi terroristi islamici.
Ed è a questo punto che è doveroso chiederci: ma se la versione ufficiale non regge alla prova dei fatti, chi sono veramente quelli che accogliamo? La verità è che sono lo strumento umano con cui promuoviamo una auto-invasione che culminerà nella sostituzione delle popolazioni europee, omologandole in una umanità meticcia, nel contesto di un Nuovo Ordine Mondiale sottomesso alla grande finanza speculativa globalizzata. Questi giovanotti incarnano la vocazione al suicidio dell'Europa. Una prospettiva che non è un bene né per noi né per loro, i cui paesi declineranno ugualmente spogliati della propria risorsa umana rigeneratrice della vita.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
SE I CRISTIANI SONO QUESTI,.........SALU'TEM' A SSO'RETA
L'invasione culminerà nella sostituzione delle popolazioni europee: saranno tutte omologate in una umanità meticcia
Cristiano Allam
“Tutti coloro che dimenticano il passato, sono condannati a riviverlo”
Primo Levi
Secondo l'ideologia nazista la "razza ariana" (in tedesco arische Rasse) comprende tutti i popoli europei eccettuati i lapponi[4] (Adolf Hitler, Mein Kampf). Al tempo stesso Hitler propone il principio della diversità tra gli ariani stessi, assegnando un primato "biologico" ai popoli nordici (intendendo non tanto i Paesi nordici come oggi comunemente intesi, quanto quelli dove si parla una lingua germanica) rispetto agli altri ariani.
Secondo il nazionalsocialismo i popoli semitici sono una presenza straniera presso le società ariane; essi sono considerati la causa della distruzione dell'ordine sociale e portatori di valori che conducono alla rovina della civilizzazione e della cultura.
Noi ricominciamo con il Cristiano Allam, con la teoria della razza.
Quando gli europei andavano in Africa nei secoli scorsi, era forse per turismo???
Tedeschi, Belgi, Inglesi, Francesi, ed anche Italiani, nei secoli scorsi, prima di andare in Africa prenotavano
Presso:
Miglior Tour Operator Italiano - alpitour.it??????
E nelle Americhe o in Australia, gli indigeni cosa dovrebbero dire?????
L'invasione culminerà nella sostituzione delle popolazioni europee: saranno tutte omologate in una umanità meticcia
Cristiano Allam
“Tutti coloro che dimenticano il passato, sono condannati a riviverlo”
Primo Levi
Secondo l'ideologia nazista la "razza ariana" (in tedesco arische Rasse) comprende tutti i popoli europei eccettuati i lapponi[4] (Adolf Hitler, Mein Kampf). Al tempo stesso Hitler propone il principio della diversità tra gli ariani stessi, assegnando un primato "biologico" ai popoli nordici (intendendo non tanto i Paesi nordici come oggi comunemente intesi, quanto quelli dove si parla una lingua germanica) rispetto agli altri ariani.
Secondo il nazionalsocialismo i popoli semitici sono una presenza straniera presso le società ariane; essi sono considerati la causa della distruzione dell'ordine sociale e portatori di valori che conducono alla rovina della civilizzazione e della cultura.
Noi ricominciamo con il Cristiano Allam, con la teoria della razza.
Quando gli europei andavano in Africa nei secoli scorsi, era forse per turismo???
Tedeschi, Belgi, Inglesi, Francesi, ed anche Italiani, nei secoli scorsi, prima di andare in Africa prenotavano
Presso:
Miglior Tour Operator Italiano - alpitour.it??????
E nelle Americhe o in Australia, gli indigeni cosa dovrebbero dire?????
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
SE I CRISTIANI SONO QUESTI,.........SALU'TEM' A SSO'RETA
CONIGLIO ALLAM
In data 2 febbraio 2017, sul quotidiano con cui collabora lo smemorato di Collegno, veniva pubblicato l’articolo:
Lo “schema Soros” e l’immigrazione indotta
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... &start=570
Giampaolo Rossi, per sputtanare Soros, nemico del profeta del Bunga-Bunga, Trump, argomentava:
Lo “Schema Soros” funziona così: l’élite prima produce i poveri, poi trasforma alcuni di loro in profughi attraverso una bella guerra umanitaria o una colorata rivoluzione (in realtà i profughi sono meno della metà degli immigrati) e poi li spinge ad entrare illegalmente in Europa e in Usa grazie alle sue associazioni umanitarie, ricattando i governi occidentali e i leader che essa stessa finanzia affinché approvino legislazioni che di fatto eliminano il reato di immigrazione clandestina. Il tutto, ovviamente, per amore dell’Umanità.
In questo schema un ruolo centrale ce l’ha il sistema dei media e della cultura nel manipolare l’immaginario simbolico e costruire il “pericolo xenofobo e populista” contro chiunque provi ad opporsi a questo processo.
I casi sono due :
1) Magdi Cristiano Allam non legge cosa scrivono i suoi colleghi su “Il Giornale”
2) Magdi Cristiano Allam, ritiene i lettori del suddetto quotidiano degli imbecilli con una memoria tipo groviera. Non si ricordano quello che hanno letto tre giorni prima.
Quello che però stupisce, non poco, è il direttore che permette queste megagalattiche contraddizioni.
Ma la Mummia cinese di Hardcore, che vuole ritornare premier, sperando nei giudici Ue, si rende conto che razza di uomo sia il direttore del giornale di sua proprietà????
Silviolo si spaccia in questa fase per “moderato” che è in grado di convincere i “moderati tricolori” a parteggiare per lui.
Ma come può pretendere di spacciarsi per “moderato” se il suo giornale è un incubatrice di NAZISMO????
CONIGLIO ALLAM
In data 2 febbraio 2017, sul quotidiano con cui collabora lo smemorato di Collegno, veniva pubblicato l’articolo:
Lo “schema Soros” e l’immigrazione indotta
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... &start=570
Giampaolo Rossi, per sputtanare Soros, nemico del profeta del Bunga-Bunga, Trump, argomentava:
Lo “Schema Soros” funziona così: l’élite prima produce i poveri, poi trasforma alcuni di loro in profughi attraverso una bella guerra umanitaria o una colorata rivoluzione (in realtà i profughi sono meno della metà degli immigrati) e poi li spinge ad entrare illegalmente in Europa e in Usa grazie alle sue associazioni umanitarie, ricattando i governi occidentali e i leader che essa stessa finanzia affinché approvino legislazioni che di fatto eliminano il reato di immigrazione clandestina. Il tutto, ovviamente, per amore dell’Umanità.
In questo schema un ruolo centrale ce l’ha il sistema dei media e della cultura nel manipolare l’immaginario simbolico e costruire il “pericolo xenofobo e populista” contro chiunque provi ad opporsi a questo processo.
I casi sono due :
1) Magdi Cristiano Allam non legge cosa scrivono i suoi colleghi su “Il Giornale”
2) Magdi Cristiano Allam, ritiene i lettori del suddetto quotidiano degli imbecilli con una memoria tipo groviera. Non si ricordano quello che hanno letto tre giorni prima.
Quello che però stupisce, non poco, è il direttore che permette queste megagalattiche contraddizioni.
Ma la Mummia cinese di Hardcore, che vuole ritornare premier, sperando nei giudici Ue, si rende conto che razza di uomo sia il direttore del giornale di sua proprietà????
Silviolo si spaccia in questa fase per “moderato” che è in grado di convincere i “moderati tricolori” a parteggiare per lui.
Ma come può pretendere di spacciarsi per “moderato” se il suo giornale è un incubatrice di NAZISMO????
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
VIAGGIO SUL PIANETA TERRA ALL’INIZIO DEL TERZO MILLENNIO D.C.
Dopo aver letto ieri, le prodezze della coppia cristiana Magdi Cristiano Allam e Alessandro Sallusti, oggi possiamo analizzare quanto scrive Ferruccio Sansa sul Fatto Quotidiano.
Diritti
Immigrazione, quando noi europei tagliavamo le mani ai bambini africani
di Ferruccio Sansa | 6 febbraio 2017
156
• 1024
•
•
Più informazioni su: Congo, Fotografia, Genocidio, Immigrazione, Schiavitù, Sfruttamento
Ferruccio Sansa
Giornalista
Post | Articoli
Facebook
Trovo questa immagine in un archivio.
Non posso credere a quello che dice la didascalia: “Congo belga 1904, un padre osserva i piedi e le mani del figlio di cinque anni, tagliati perché non aveva raccolto abbastanza gomma“.
E’ una foto che non si riesce nemmeno a guardare.
Sembra impossibile, viene da sperare che sia falsa.
Ma ce ne sono altre, tante, di mutilazioni inflitte in Congo dagli europei.
Allora forse è giusto riportarla (da www.rarehistoricalphotos.com) perché non si può dimenticare.
Non si devono tacere i disagi che l’immigrazione oggi ci porta.
E bisogna affrontarli.
Ma questa immagine – come le altre sul Congo di inizio ‘900 – ci costringe a essere obiettivi: ci sono stati decine di milioni di schiavi deportati dai mercanti (europei, anche italiani) e uno sfruttamento selvaggio delle colonie africane compiuto dagli europei (anche da noi italiani).
Abbiamo compiuto dei genocidi.
Abbiamo cancellato intere generazioni.
Abbiamo preso alla gente dell’Africa infinitamente più di quanto ci sia chiesto oggi di dare: ricchezze, ma soprattutto vite (solo in Congo ci sono stati 10 milioni di morti).
Non si può ignorare tutto questo quando parliamo di immigrazione: la miseria dell’Africa dipende anche da noi.
Più di mille parole vale questa foto.
Dopo, se ci resta qualcosa da dire, discutiamo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02 ... i/3370810/
Dopo aver letto ieri, le prodezze della coppia cristiana Magdi Cristiano Allam e Alessandro Sallusti, oggi possiamo analizzare quanto scrive Ferruccio Sansa sul Fatto Quotidiano.
Diritti
Immigrazione, quando noi europei tagliavamo le mani ai bambini africani
di Ferruccio Sansa | 6 febbraio 2017
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Più informazioni su: Congo, Fotografia, Genocidio, Immigrazione, Schiavitù, Sfruttamento
Ferruccio Sansa
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Trovo questa immagine in un archivio.
Non posso credere a quello che dice la didascalia: “Congo belga 1904, un padre osserva i piedi e le mani del figlio di cinque anni, tagliati perché non aveva raccolto abbastanza gomma“.
E’ una foto che non si riesce nemmeno a guardare.
Sembra impossibile, viene da sperare che sia falsa.
Ma ce ne sono altre, tante, di mutilazioni inflitte in Congo dagli europei.
Allora forse è giusto riportarla (da www.rarehistoricalphotos.com) perché non si può dimenticare.
Non si devono tacere i disagi che l’immigrazione oggi ci porta.
E bisogna affrontarli.
Ma questa immagine – come le altre sul Congo di inizio ‘900 – ci costringe a essere obiettivi: ci sono stati decine di milioni di schiavi deportati dai mercanti (europei, anche italiani) e uno sfruttamento selvaggio delle colonie africane compiuto dagli europei (anche da noi italiani).
Abbiamo compiuto dei genocidi.
Abbiamo cancellato intere generazioni.
Abbiamo preso alla gente dell’Africa infinitamente più di quanto ci sia chiesto oggi di dare: ricchezze, ma soprattutto vite (solo in Congo ci sono stati 10 milioni di morti).
Non si può ignorare tutto questo quando parliamo di immigrazione: la miseria dell’Africa dipende anche da noi.
Più di mille parole vale questa foto.
Dopo, se ci resta qualcosa da dire, discutiamo.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02 ... i/3370810/
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
NON MI RISULTA AFFATTO CHE IL QUOTIDIANO UFFICIALE DEGLI STRUMPTRUPPEN ABBIANO ATTACCATO A FONDO IL MAGNATE AMERICANO SOROS, PRIMA DELLE ELEZIONI DEL PROFETA TRUMP.
ADESSO LO FANNO AL SOLO SCOPO DI SOSTENERE IL PROFETA IN TUTTI I MODI.
QUESTI MEDIA SONO FINALIZZATI SOLO ALLO SCOPO DI PROPAGANDA.
Ecco l'uomo che paga
l'invasione dell'Europa
Amici degli scafisti: il magnate Soros investirà 500 milioni nelle ong per creare una flotta di navi per salvare i migranti
di Gian Micalessin
2 ore fa
George Soros, l'uomo che paga l'invasione dell'Europa
Gli amici degli scafisti: il magnate investirà 500 milioni nelle ong per creare una flotta di navi per salvare i migranti
Gian Micalessin - Lun, 06/03/2017 - 13:14
Solo pochi giorni fa la Commissione Ue annunciava la necessità di espellere un milione di migranti illegali.
Solo ieri in Sicilia ne sono sbarcati 1.500 recuperati grazie al solerte impegno delle navi soccorso gestite da organizzazioni umanitarie (Moas, Jugend Rettet, Stichting Bootvluchting, Médecins sans frontières, Save the children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch.org, Sea-Eye, Life boat) che annoverano tra i propri finanziatori la Open Society e altri gruppi legati al milionario «filantropo» George Soros. Bruxelles, a questo punto, farebbe bene a spiegare che per fermare il traffico di uomini bisogna combattere non solo le organizzazioni criminali, ma anche la carità pelosa, e politicamente motivata, di Soros e della sua galassia buonista.
Una galassia a cui l'ottuagenario filantropo ha promesso il 20 settembre scorso investimenti da 500 milioni di dollari per favorire «l'arrivo dei migranti». Investimenti destinati a contrastare le politiche europee sull'immigrazione e a mettere a rischio la sovranità dell'Italia e di altre nazioni.
Il primo a capirlo è il capo di Frontex, Fabrice Leggeri intervenuto di recente per criticare la tendenza a soccorrere i migranti «sempre più vicino alle coste libiche» spiegando come questo incoraggi i trafficanti a stiparli «su barche inadatte al mare con rifornimenti di acqua e carburante sempre più scarsi rispetto al passato». Le parole di Leggeri rappresentano un'esplicita denuncia delle attività di soccorso marittimo finanziate da Soros. Dietro le operazioni di navi di grossa stazza come il Topaz Responder da 51 metri del Moas, il Bourbon Argos di Msf, o l'MS di Sea Eye ci sono infatti quasi sempre i finanziamenti del filantropo. Finanziamenti che garantiscono il trasferimento nei nostri porti di migliaia di migranti illegali.
L'aspetto più inquietante di questa vicenda è però come questa flotta di navi fantasma, battenti bandiera panamense, (Golfo azzurro, della Boat Refugee Foundation olandese e Dignity 1, di Msf) del Belize (il Phoenix, di Moas) o delle isole Marshall (il Topaz 1, di Moas) punti a realizzare politiche dissonanti rispetto a quelle europee e italiane. Per capirlo basta spulciare i siti delle organizzazioni che gestiscono la flotta buonista. La tedesca Sea Watch armatrice di due navi soccorso battezzate con il proprio nome spiega di battersi per il «diritto alla libertà di movimento» e di non accettare «arbitrarie distinzioni tra profughi e migranti». Come dire che il rispetto di confini e sovranità nazionale non ha alcun senso.
Come non lo ha distinguere tra chi fugge da guerre e dittature e chi invece cerca solo migliori condizioni di vita. Sea Eye, un'altra organizzazione tedesca conduttrice di una nave da 26 metri e di un barchino da soccorso spiega invece di volere contrastare tutti i futuri piani europei per il trasferimento dei migranti in campi di accoglienza situati in Libia e Tunisia. Un articolo pubblicato sul sito dell'organizzazione maltese Moas da un giornalista ospitato sulla nave Topaz Responder descrive invece un'operazione con tutti i crismi dell'illegalità. L'articolo racconta il soccorso di 650 migranti recuperati «nella notte tra il 21 e 22 novembre a venti chilometri dalle coste libiche» e poi portati in Italia. Un'esplicita ammissione di come la «flotta umanitaria» operi ampiamente dentro il limite di dodici miglia (22,2 chilometri) delle acque territoriali. Un limite entro il quale sarebbe obbligatorio riportare i naufraghi a terra anziché traghettarli fino alle ospitali coste italiane.
ADESSO LO FANNO AL SOLO SCOPO DI SOSTENERE IL PROFETA IN TUTTI I MODI.
QUESTI MEDIA SONO FINALIZZATI SOLO ALLO SCOPO DI PROPAGANDA.
Ecco l'uomo che paga
l'invasione dell'Europa
Amici degli scafisti: il magnate Soros investirà 500 milioni nelle ong per creare una flotta di navi per salvare i migranti
di Gian Micalessin
2 ore fa
George Soros, l'uomo che paga l'invasione dell'Europa
Gli amici degli scafisti: il magnate investirà 500 milioni nelle ong per creare una flotta di navi per salvare i migranti
Gian Micalessin - Lun, 06/03/2017 - 13:14
Solo pochi giorni fa la Commissione Ue annunciava la necessità di espellere un milione di migranti illegali.
Solo ieri in Sicilia ne sono sbarcati 1.500 recuperati grazie al solerte impegno delle navi soccorso gestite da organizzazioni umanitarie (Moas, Jugend Rettet, Stichting Bootvluchting, Médecins sans frontières, Save the children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch.org, Sea-Eye, Life boat) che annoverano tra i propri finanziatori la Open Society e altri gruppi legati al milionario «filantropo» George Soros. Bruxelles, a questo punto, farebbe bene a spiegare che per fermare il traffico di uomini bisogna combattere non solo le organizzazioni criminali, ma anche la carità pelosa, e politicamente motivata, di Soros e della sua galassia buonista.
Una galassia a cui l'ottuagenario filantropo ha promesso il 20 settembre scorso investimenti da 500 milioni di dollari per favorire «l'arrivo dei migranti». Investimenti destinati a contrastare le politiche europee sull'immigrazione e a mettere a rischio la sovranità dell'Italia e di altre nazioni.
Il primo a capirlo è il capo di Frontex, Fabrice Leggeri intervenuto di recente per criticare la tendenza a soccorrere i migranti «sempre più vicino alle coste libiche» spiegando come questo incoraggi i trafficanti a stiparli «su barche inadatte al mare con rifornimenti di acqua e carburante sempre più scarsi rispetto al passato». Le parole di Leggeri rappresentano un'esplicita denuncia delle attività di soccorso marittimo finanziate da Soros. Dietro le operazioni di navi di grossa stazza come il Topaz Responder da 51 metri del Moas, il Bourbon Argos di Msf, o l'MS di Sea Eye ci sono infatti quasi sempre i finanziamenti del filantropo. Finanziamenti che garantiscono il trasferimento nei nostri porti di migliaia di migranti illegali.
L'aspetto più inquietante di questa vicenda è però come questa flotta di navi fantasma, battenti bandiera panamense, (Golfo azzurro, della Boat Refugee Foundation olandese e Dignity 1, di Msf) del Belize (il Phoenix, di Moas) o delle isole Marshall (il Topaz 1, di Moas) punti a realizzare politiche dissonanti rispetto a quelle europee e italiane. Per capirlo basta spulciare i siti delle organizzazioni che gestiscono la flotta buonista. La tedesca Sea Watch armatrice di due navi soccorso battezzate con il proprio nome spiega di battersi per il «diritto alla libertà di movimento» e di non accettare «arbitrarie distinzioni tra profughi e migranti». Come dire che il rispetto di confini e sovranità nazionale non ha alcun senso.
Come non lo ha distinguere tra chi fugge da guerre e dittature e chi invece cerca solo migliori condizioni di vita. Sea Eye, un'altra organizzazione tedesca conduttrice di una nave da 26 metri e di un barchino da soccorso spiega invece di volere contrastare tutti i futuri piani europei per il trasferimento dei migranti in campi di accoglienza situati in Libia e Tunisia. Un articolo pubblicato sul sito dell'organizzazione maltese Moas da un giornalista ospitato sulla nave Topaz Responder descrive invece un'operazione con tutti i crismi dell'illegalità. L'articolo racconta il soccorso di 650 migranti recuperati «nella notte tra il 21 e 22 novembre a venti chilometri dalle coste libiche» e poi portati in Italia. Un'esplicita ammissione di come la «flotta umanitaria» operi ampiamente dentro il limite di dodici miglia (22,2 chilometri) delle acque territoriali. Un limite entro il quale sarebbe obbligatorio riportare i naufraghi a terra anziché traghettarli fino alle ospitali coste italiane.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
....POLITICANTI E TRUFFATORI.
DIRE LA VERITA' E' UN REATO. MAI CHE VADANO A FONDO DEI PROBLEMI.
Lezione di Trump alla Merkel:
'L'immigrazione non è diritto'
Tensione alla Casa Bianca. La cancelliera risponde al presidente degli Stati Uniti: "Bisogna proteggere i rifugiati"
di Luca Romano
56 minuti fa
108
DIRE LA VERITA' E' UN REATO. MAI CHE VADANO A FONDO DEI PROBLEMI.
Lezione di Trump alla Merkel:
'L'immigrazione non è diritto'
Tensione alla Casa Bianca. La cancelliera risponde al presidente degli Stati Uniti: "Bisogna proteggere i rifugiati"
di Luca Romano
56 minuti fa
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
LIBIA
Al Viminale siglata la pace fra le tribù
per provare a chiudere la via ai migranti
di VLADIMIRO POLCHI
Al Viminale la sigla dell’accordo sulla frontiera sud. Da maggio le motovedette alla guardia costiera di Tripoli
ROMA - "Governare il sud della Libia significa controllare le rotte migratorie e combattere il business dei trafficanti". Al Viminale si sottolinea l'importanza della pace firmata venerdì scorso tra le due principali tribù libiche meridionali. Un successo della "diplomazia del deserto", che promette di stabilizzare la regione del Fezzan e dare corpo a quel memorandum italo-libico siglato a Palazzo Chigi a inizio febbraio, con l'obiettivo principale di arrestare il traffico di esseri umani.
Dopo tre giorni di intense trattative, venerdì al Viminale i capi delle principali tribù della Libia del Sud, gli Awlad Suleiman e i Tebu, alla presenza dei leader Tuareg e del vicepresidente libico Kajman, hanno firmato un accordo di riconciliazione. Le stesse tribù hanno chiesto all'Italia (rappresentata dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, e dal segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni) di farsi garante del patto.
L'accordo, che segue quello di febbraio tra dieci sindaci delle principali città del Fezzan, apre la strada al controllo unificato del confine meridionale del Paese da parte delle tre tribù Awlad Suleiman, Tuareg e Tebu. Un confine strategico, visto che il Fezzan è la porta d'accesso alla Libia. Governare questa enorme regione meridionale di oltre 700mila chilometri quadrati di deserto e rocce significa controllare il traffico di esseri umani. Da qui passano infatti le principali rotte migratorie, che da Niger e Ciad portano prima sulle coste libiche e poi via mare fino all'Italia. Un flusso che non rallenta, anzi: quest'anno sono già 24.280 i migranti sbarcati in Italia, il 30% in più dello stesso periodo del 2016 (anno che con oltre 181mila sbarchi aveva infranto ogni record nella storia del nostro Paese). E oltre il 90% parte appunto dalla Libia.
La riconciliazione tra i Tebu e gli Awlad Suleiman, in conflitto fin dalla caduta del regime di Gheddafi, potrebbe permettere ora di unire le loro forze contro terrorismo e jihadismo. Assieme ai Tuareg, si concretizza poi la possibilità di costituire una forza del sud capace di garantire il controllo delle frontiere e la stabilità di tutto il Fezzan e di cooperare in prospettiva con le tribù sorelle di Ciad e Niger. La pace porterà anche alla riapertura dell'aeroporto di Sebha.
Dal Viminale si fa notare che il nuovo patto contribuisce a rafforzare il governo di Tripoli e consente all'Italia e alla Ue, in cambio del controllo delle frontiere, di avviare un piano di investimenti verso il sud della Libia che tolga ossigeno a quell'economia parallela, sempre più incentrata sul contrabbando e sul traffico di esseri umani.
Ma non basta. Oltre ai confini meridionali, altro fronte nel contrasto all'immigrazione irregolare è il controllo delle acque territoriali di Tripoli. Dal Viminale fanno sapere che
ieri è partita l'ultima fase nell'addestramento dei marinai della guardia costiera libica, che dopo averne già formati 90 dovrebbe rendere tutti gli equipaggi pienamente operativi entro maggio, restituendo loro anche le 10 motovedette libiche finora custodite dall'Italia.
Al Viminale siglata la pace fra le tribù
per provare a chiudere la via ai migranti
di VLADIMIRO POLCHI
Al Viminale la sigla dell’accordo sulla frontiera sud. Da maggio le motovedette alla guardia costiera di Tripoli
ROMA - "Governare il sud della Libia significa controllare le rotte migratorie e combattere il business dei trafficanti". Al Viminale si sottolinea l'importanza della pace firmata venerdì scorso tra le due principali tribù libiche meridionali. Un successo della "diplomazia del deserto", che promette di stabilizzare la regione del Fezzan e dare corpo a quel memorandum italo-libico siglato a Palazzo Chigi a inizio febbraio, con l'obiettivo principale di arrestare il traffico di esseri umani.
Dopo tre giorni di intense trattative, venerdì al Viminale i capi delle principali tribù della Libia del Sud, gli Awlad Suleiman e i Tebu, alla presenza dei leader Tuareg e del vicepresidente libico Kajman, hanno firmato un accordo di riconciliazione. Le stesse tribù hanno chiesto all'Italia (rappresentata dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, e dal segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni) di farsi garante del patto.
L'accordo, che segue quello di febbraio tra dieci sindaci delle principali città del Fezzan, apre la strada al controllo unificato del confine meridionale del Paese da parte delle tre tribù Awlad Suleiman, Tuareg e Tebu. Un confine strategico, visto che il Fezzan è la porta d'accesso alla Libia. Governare questa enorme regione meridionale di oltre 700mila chilometri quadrati di deserto e rocce significa controllare il traffico di esseri umani. Da qui passano infatti le principali rotte migratorie, che da Niger e Ciad portano prima sulle coste libiche e poi via mare fino all'Italia. Un flusso che non rallenta, anzi: quest'anno sono già 24.280 i migranti sbarcati in Italia, il 30% in più dello stesso periodo del 2016 (anno che con oltre 181mila sbarchi aveva infranto ogni record nella storia del nostro Paese). E oltre il 90% parte appunto dalla Libia.
La riconciliazione tra i Tebu e gli Awlad Suleiman, in conflitto fin dalla caduta del regime di Gheddafi, potrebbe permettere ora di unire le loro forze contro terrorismo e jihadismo. Assieme ai Tuareg, si concretizza poi la possibilità di costituire una forza del sud capace di garantire il controllo delle frontiere e la stabilità di tutto il Fezzan e di cooperare in prospettiva con le tribù sorelle di Ciad e Niger. La pace porterà anche alla riapertura dell'aeroporto di Sebha.
Dal Viminale si fa notare che il nuovo patto contribuisce a rafforzare il governo di Tripoli e consente all'Italia e alla Ue, in cambio del controllo delle frontiere, di avviare un piano di investimenti verso il sud della Libia che tolga ossigeno a quell'economia parallela, sempre più incentrata sul contrabbando e sul traffico di esseri umani.
Ma non basta. Oltre ai confini meridionali, altro fronte nel contrasto all'immigrazione irregolare è il controllo delle acque territoriali di Tripoli. Dal Viminale fanno sapere che
ieri è partita l'ultima fase nell'addestramento dei marinai della guardia costiera libica, che dopo averne già formati 90 dovrebbe rendere tutti gli equipaggi pienamente operativi entro maggio, restituendo loro anche le 10 motovedette libiche finora custodite dall'Italia.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
RITORNIAMO SUI BANCHI DI SCUOLA.
TEMA PRIMA DELLE VACANZE DI PASQUA.
“QUALI SONO I PROBLEMI PRINCIPALI DELLA SOCIETA’ ITALIANA IN QUESTO PASSAGGIO STORICO?”
SVOLGIMENTO
Il primo riguarda il tema spinoso della robotizzazione, ripreso da erding nel 3D sottostante.
Il secondo è quello volutamente trascurato dai media e ripreso da Libero, ieri 11 aprile 2017, e riportato a pagina 13:
Il presidente della Croce rossa italiana, Francesco Rocca «In arrivo 20 milioni di africani» La carestia colpisce mezzo continente: «Bisogna aiutare quei Paesi prima che la gente parta»
:::GIANLUCA VENEZIANI ■■■ Si chiude domani ad Abidjan, in Costa d’Avorio, la Conferenza Panafricana di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, cui ha preso parte anche Croce Rossa Italiana (Cri). Un’occasione ideale per fare il punto con Francesco Rocca, presidente Cri e vicepresidente Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, sulla gravissima carestia che sta colpendo molte parti dell’Africa (per cui servono nell’immediato 4,4 miliardi di dollari), sulle ricadute che potrebbe avere sull’Occidente e sulla necessità di intervenire al più presto per evitare una catastrofe umanitaria. Presidente, quali sono i numeri dell’emergenza? «Secondo le stime fatte dall’Onu, circa 20milionidipersone potrebbero morire di fame e di sete nei prossimi mesi. Il dramma coinvolge diversi Paesi dell’Africa orientale, come Etiopia, Somalia e Sud Sudan, ma anche lo Yemen. Il rischio è il combinato disposto tra le condizioni climatiche, mai così gravi dal 1945, e la situazione sociopolitica di quegli Stati, caratterizzati da forte instabilità. Per capirci,molte persone, oltre a patire gli stenti fino alla morte, potrebbero restare isolate, perché la condizioni di insicurezza impediscono alle organizzazioni umanitarie di raggiungerle». Cosa dovrebbe fare l’Occidente, e l’Europa in primis? «Creare elementi di stabilizzazione a livello politico, ad esempio in Somalia, in guerra civile da 26 anni, o in Yemen dove imperversa un conflitto endemico tra ribelli e governo. E poi mettere a punto azioni di sostegno strutturale allo sviluppo economico di quei Paesi. Non serve distribuire solo riso e farina, bisogna migliorare in modo permanente l’aspettativa di vita delle persone. Da entrambi i punti di vista, Ue e Onu finora sono state completamente assenti». La grande carestia africana rischia di aumentare in modo consistente il flusso migratorio sulle nostre coste? «Indubbiamente c’è questo rischio. Lei pensi quanto deve essere disperata una persona per considerare più sicura la traversata in mare che il restare nella propria terra. Le cose che dovremmo fare, oltre alle strategie suddette, sono rafforzare i canali umanitari sicuri e allo stesso tempo incoraggiare la capacità degli stessi Paesi africani di assorbire rifugiati. Non sono concepibili situazioni come quelle della Libia, in cui i migranti subiscono torture indicibili. Penso piuttosto a Paesi come l’Uganda che già oggi garantisce accoglienza a molti profughi. Ma naturalmente parliamo di un processo lunghissimo». Aiutare quelle popolazioni “a casa loro” ci consentirebbe anche di risparmiare soldi sull’accoglienza? «È evidente che investire lì sarebbe un modo per prevenire ciò che accade dopo. Con una tempestiva azione in loco, aiuteremmo moltissime persone a non fuggire e destineremmo i nostri soldi in modo più lungimirante e fruttuoso. Ma si tratta di una questione di priorità da parte dei Paesi europei. Qualcuno ha interesse davvero a risolvere la situazione in Siria o a stabilizzare la Libia? Finora con quest’ultima ci siamo limitati a fare accordi sull’energia…».
TEMA PRIMA DELLE VACANZE DI PASQUA.
“QUALI SONO I PROBLEMI PRINCIPALI DELLA SOCIETA’ ITALIANA IN QUESTO PASSAGGIO STORICO?”
SVOLGIMENTO
Il primo riguarda il tema spinoso della robotizzazione, ripreso da erding nel 3D sottostante.
Il secondo è quello volutamente trascurato dai media e ripreso da Libero, ieri 11 aprile 2017, e riportato a pagina 13:
Il presidente della Croce rossa italiana, Francesco Rocca «In arrivo 20 milioni di africani» La carestia colpisce mezzo continente: «Bisogna aiutare quei Paesi prima che la gente parta»
:::GIANLUCA VENEZIANI ■■■ Si chiude domani ad Abidjan, in Costa d’Avorio, la Conferenza Panafricana di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, cui ha preso parte anche Croce Rossa Italiana (Cri). Un’occasione ideale per fare il punto con Francesco Rocca, presidente Cri e vicepresidente Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, sulla gravissima carestia che sta colpendo molte parti dell’Africa (per cui servono nell’immediato 4,4 miliardi di dollari), sulle ricadute che potrebbe avere sull’Occidente e sulla necessità di intervenire al più presto per evitare una catastrofe umanitaria. Presidente, quali sono i numeri dell’emergenza? «Secondo le stime fatte dall’Onu, circa 20milionidipersone potrebbero morire di fame e di sete nei prossimi mesi. Il dramma coinvolge diversi Paesi dell’Africa orientale, come Etiopia, Somalia e Sud Sudan, ma anche lo Yemen. Il rischio è il combinato disposto tra le condizioni climatiche, mai così gravi dal 1945, e la situazione sociopolitica di quegli Stati, caratterizzati da forte instabilità. Per capirci,molte persone, oltre a patire gli stenti fino alla morte, potrebbero restare isolate, perché la condizioni di insicurezza impediscono alle organizzazioni umanitarie di raggiungerle». Cosa dovrebbe fare l’Occidente, e l’Europa in primis? «Creare elementi di stabilizzazione a livello politico, ad esempio in Somalia, in guerra civile da 26 anni, o in Yemen dove imperversa un conflitto endemico tra ribelli e governo. E poi mettere a punto azioni di sostegno strutturale allo sviluppo economico di quei Paesi. Non serve distribuire solo riso e farina, bisogna migliorare in modo permanente l’aspettativa di vita delle persone. Da entrambi i punti di vista, Ue e Onu finora sono state completamente assenti». La grande carestia africana rischia di aumentare in modo consistente il flusso migratorio sulle nostre coste? «Indubbiamente c’è questo rischio. Lei pensi quanto deve essere disperata una persona per considerare più sicura la traversata in mare che il restare nella propria terra. Le cose che dovremmo fare, oltre alle strategie suddette, sono rafforzare i canali umanitari sicuri e allo stesso tempo incoraggiare la capacità degli stessi Paesi africani di assorbire rifugiati. Non sono concepibili situazioni come quelle della Libia, in cui i migranti subiscono torture indicibili. Penso piuttosto a Paesi come l’Uganda che già oggi garantisce accoglienza a molti profughi. Ma naturalmente parliamo di un processo lunghissimo». Aiutare quelle popolazioni “a casa loro” ci consentirebbe anche di risparmiare soldi sull’accoglienza? «È evidente che investire lì sarebbe un modo per prevenire ciò che accade dopo. Con una tempestiva azione in loco, aiuteremmo moltissime persone a non fuggire e destineremmo i nostri soldi in modo più lungimirante e fruttuoso. Ma si tratta di una questione di priorità da parte dei Paesi europei. Qualcuno ha interesse davvero a risolvere la situazione in Siria o a stabilizzare la Libia? Finora con quest’ultima ci siamo limitati a fare accordi sull’energia…».
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