Fermate il treno, voglio scendere.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
SCRIVEVANO COSI, QUASI QUATTRO ANNI FA:
Immigrazione
Il ruolo delle mafie negli sbarchi di immigrati
10.12.13
Mario Centorrino e Piero David
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6 Commenti
Il flusso di migranti e profughi sulle coste italiane alimenta senz’altro organizzazioni mafiose di varia nazionalità, consentendo profitti non lontani da quelli del narcotraffico. Ma se la ‘ndrangheta sembra avere un ruolo chiaro nella logistica degli arrivi, Cosa Nostra appare più defilata.
IL MODELLO DI PRODUZIONE DELLA CLANDESTINITÀ
La tragedia di Lampedusa ha riacceso l’attenzione dei media sui flussi di migranti clandestini e profughi che sbarcano nel nostro paese.
In particolare, gli aspetti della questione su cui finora ci si è soffermati di più hanno riguardato: il cambio delle rotte, dei luoghi di partenza e di arrivo; l’inadeguatezza della legislazione vigente; l’impreparazione all’accoglienza e al trattenimento dei migranti e dei profughi da parte dello Stato italiano; la mancata consapevolezza da parte di chi si occupa di reprimere l’immigrazione clandestina della gravità ed entità del fenomeno; la discrasia tra gli atti degli organismi internazionali e l’attuazione e il rispetto della legislazione italiana.
Un’altra questione, benché importante, è stata oggetto solo di commenti episodici: esiste un coinvolgimento, o comunque un interessamento, di clan mafiosi nel fenomeno? Al tema si accenna in alcuni rapporti istituzionali, la cui analisi, pur sommaria, sembra utile riprendere. (1) Partendo però da una premessa: gli sbarchi sono la fase finale di un processo con diversi passaggi. Non nascono da “un’imprenditoria della clandestinità” improvvisata, ma dal lavoro di un’organizzazione complessa, che da questa attività ricava utili consistenti, ripartiti nella filiera di “tratta”, dall’offerta del transito allo sbarco. Si tratta spesso di una filiera lunga, anche dal punto di vista della durata nel tempo e quindi richiede azioni ben concertate.
Dai rapporti cui abbiamo prima accennato emerge che il flusso di migranti e profughi si alimenta e alimenta organizzazioni mafiose. Sono composte in prevalenza da soggetti di nazionalità straniera (molti dei quali stabilmente residenti in Italia) con permesso di soggiorno o cittadinanza italiana, con forte caratterizzazione etnica, poco propensi alla collaborazione con cittadini italiani o di differente etnia.
Ecco come si può ricostruire il modello di “produzione” e la linea di “montaggio”:
– la struttura è organizzata in cellule che operano in più regioni del territorio italiano o in altre nazioni (sia africane che europee). Le singole cellule, pur mantenendo una forte autonomia nei rispettivi ambiti territoriali, risultano strettamente connesse;
– si mantengono stabili contatti con gruppi criminali attivi nelle rispettive nazioni di provenienza;
– c’è un’elevata capacità operativa e organizzativa, tale da consentire di finanziare e gestire il trasferimento di soggetti clandestini da paesi del Nord Africa a paesi del Nord Europa, garantendo tutte le attività logistiche e di supporto;
– chi appartiene a questi sodalizi mantiene un basso profilo e di conseguenza ha scarsa visibilità all’esterno del gruppo etnico di appartenenza;
– le rotte e le strutture proprie del traffico di migranti e profughi sono utilizzate anche per realizzare connesse attività illecite in materia di stupefacenti. (2)
UN AFFARE REDDITIZIO
Non ci sono dati disponibili sui profitti, ma si possono ricavare indirettamente. Nel 2012, considerato anno di magra, sono arrivati 13mila migranti e profughi, contro i 68mila dell’anno precedente, con una “tariffa” che molti denunziano, in media, di 2mila euro. Ciò indica un giro d’affari pari a 26 milioni di fatturato a costi irrisori. Le stime per il 2013 indicano 60mila arrivi e quindi il giro d’affari dovrebbe attestarsi abbondantemente sopra i cento milioni. Ma il dato rischia di essere di gran lunga sottostimato, sia perché non comprende le vittime che non riescono a raggiungere le coste italiane, sia perché non considera il nuovo flusso di profughi provenienti dalla Siria e dall’Egitto, che hanno una maggiore capacità di reddito e quindi sono disponibili a pagare tariffe che arrivano sino a 15mila euro. (3)
Secondo il rapporto dell’Onu, la tratta degli esseri umani (categoria di reato più ampia rispetto al fenomeno della migrazione) dovrebbe costituire una delle fonti di reddito più interessanti per il crimine organizzato transnazionale, secondo business dopo il narcotraffico.
Quanto alle due organizzazioni criminali mafiose che operano in Calabria e in Sicilia, più inchieste giudiziarie mettono in luce il ruolo della ‘ndrangheta nella logistica degli arrivi, grazie a un capillare controllo delle coste. (4) I magistrati siciliani escludono invece, per il momento, forme di coinvolgimento da parte di Cosa Nostra. Una possibile spiegazione di questa discrasia potrebbe risiedere nel fatto che la filiera della “tratta” ha come terminal in Calabria luoghi già inseriti nelle rotte del narcotraffico, business criminale di particolare interesse per la ‘ndrangheta, mentre questo non avviene per la Sicilia.
Alla luce di queste considerazioni, viene da chiedersi quale sia l’efficacia dell’azione messa in campo dall’Agenzia europea per la gestione della Cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea, il cosiddetto Frontex, con quartier generale a Varsavia e dotazione finanziaria (2011-2012) di 200 milioni. E soprattutto viene da chiedersi qual è lo “stato dell’arte” del contrasto alle organizzazioni mafiose interne ed esterne: certo incuranti della commozione provocata dai morti in mare e dall’amarezza che scaturisce dal divario tra la gravità del problema e le risorse disponibili per offrire soluzioni, continuano senza soluzione alcuna il loro sporco lavoro.
(1) Si veda il Rapporto della Direzione nazionale sntimafia 2012, il Rapporto della Direzione investigativa antimafia 2012, il Rapporto Onu “Trafficking in persons report, 2012”.
(2) È un sostituto procuratore nazionale antimafia, Carlo Caponcello, a descrivere questo schema che trova conferma nella cosiddetta operazione Piramide condotta il 14 maggio 2012 tra Milano, Napoli e Mazara del Vallo.
(3) Il sito Fortress Europe ha contato 1.822 morti durante il viaggio dalle coste del Nord Africa a quelle italiane nel 2011, considerando solo quelli denunciati dai superstiti. Intanto, l’asse delle partenze si sposta sempre di più verso la Siria e l’Egitto. Le traversate non avvengono più con un naviglio improvvisato, ma con “navi madre” più moderne, da cui poi i migranti vengono fatti scendere su imbarcazioni più piccole. Molti di questi viaggi prevedono uno “stop and go” in acque territoriali maltesi dove i migranti vengono intercettati, rifocillati, riforniti con generi di prima necessità e poi indirizzati verso le coste siciliane o calabresi.
(4) La ‘ndrangheta sarebbe poi attiva nell’indirizzo dei clandestini verso la prostituzione, lo spaccio e la droga, il “nero” nel settore dell’agricoltura dove si realizzano veri e propri sfruttamenti di carne umana sostanzialmente ignorati e tollerati (Il Sole-24Ore, 1 ottobre 2013). Così gravi che nel Rapporto Dna 2012 si proponevano addirittura forme concrete di premialità per i casi di immigrati clandestini che collaborano con la giustizia
Immigrazione
Il ruolo delle mafie negli sbarchi di immigrati
10.12.13
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Il flusso di migranti e profughi sulle coste italiane alimenta senz’altro organizzazioni mafiose di varia nazionalità, consentendo profitti non lontani da quelli del narcotraffico. Ma se la ‘ndrangheta sembra avere un ruolo chiaro nella logistica degli arrivi, Cosa Nostra appare più defilata.
IL MODELLO DI PRODUZIONE DELLA CLANDESTINITÀ
La tragedia di Lampedusa ha riacceso l’attenzione dei media sui flussi di migranti clandestini e profughi che sbarcano nel nostro paese.
In particolare, gli aspetti della questione su cui finora ci si è soffermati di più hanno riguardato: il cambio delle rotte, dei luoghi di partenza e di arrivo; l’inadeguatezza della legislazione vigente; l’impreparazione all’accoglienza e al trattenimento dei migranti e dei profughi da parte dello Stato italiano; la mancata consapevolezza da parte di chi si occupa di reprimere l’immigrazione clandestina della gravità ed entità del fenomeno; la discrasia tra gli atti degli organismi internazionali e l’attuazione e il rispetto della legislazione italiana.
Un’altra questione, benché importante, è stata oggetto solo di commenti episodici: esiste un coinvolgimento, o comunque un interessamento, di clan mafiosi nel fenomeno? Al tema si accenna in alcuni rapporti istituzionali, la cui analisi, pur sommaria, sembra utile riprendere. (1) Partendo però da una premessa: gli sbarchi sono la fase finale di un processo con diversi passaggi. Non nascono da “un’imprenditoria della clandestinità” improvvisata, ma dal lavoro di un’organizzazione complessa, che da questa attività ricava utili consistenti, ripartiti nella filiera di “tratta”, dall’offerta del transito allo sbarco. Si tratta spesso di una filiera lunga, anche dal punto di vista della durata nel tempo e quindi richiede azioni ben concertate.
Dai rapporti cui abbiamo prima accennato emerge che il flusso di migranti e profughi si alimenta e alimenta organizzazioni mafiose. Sono composte in prevalenza da soggetti di nazionalità straniera (molti dei quali stabilmente residenti in Italia) con permesso di soggiorno o cittadinanza italiana, con forte caratterizzazione etnica, poco propensi alla collaborazione con cittadini italiani o di differente etnia.
Ecco come si può ricostruire il modello di “produzione” e la linea di “montaggio”:
– la struttura è organizzata in cellule che operano in più regioni del territorio italiano o in altre nazioni (sia africane che europee). Le singole cellule, pur mantenendo una forte autonomia nei rispettivi ambiti territoriali, risultano strettamente connesse;
– si mantengono stabili contatti con gruppi criminali attivi nelle rispettive nazioni di provenienza;
– c’è un’elevata capacità operativa e organizzativa, tale da consentire di finanziare e gestire il trasferimento di soggetti clandestini da paesi del Nord Africa a paesi del Nord Europa, garantendo tutte le attività logistiche e di supporto;
– chi appartiene a questi sodalizi mantiene un basso profilo e di conseguenza ha scarsa visibilità all’esterno del gruppo etnico di appartenenza;
– le rotte e le strutture proprie del traffico di migranti e profughi sono utilizzate anche per realizzare connesse attività illecite in materia di stupefacenti. (2)
UN AFFARE REDDITIZIO
Non ci sono dati disponibili sui profitti, ma si possono ricavare indirettamente. Nel 2012, considerato anno di magra, sono arrivati 13mila migranti e profughi, contro i 68mila dell’anno precedente, con una “tariffa” che molti denunziano, in media, di 2mila euro. Ciò indica un giro d’affari pari a 26 milioni di fatturato a costi irrisori. Le stime per il 2013 indicano 60mila arrivi e quindi il giro d’affari dovrebbe attestarsi abbondantemente sopra i cento milioni. Ma il dato rischia di essere di gran lunga sottostimato, sia perché non comprende le vittime che non riescono a raggiungere le coste italiane, sia perché non considera il nuovo flusso di profughi provenienti dalla Siria e dall’Egitto, che hanno una maggiore capacità di reddito e quindi sono disponibili a pagare tariffe che arrivano sino a 15mila euro. (3)
Secondo il rapporto dell’Onu, la tratta degli esseri umani (categoria di reato più ampia rispetto al fenomeno della migrazione) dovrebbe costituire una delle fonti di reddito più interessanti per il crimine organizzato transnazionale, secondo business dopo il narcotraffico.
Quanto alle due organizzazioni criminali mafiose che operano in Calabria e in Sicilia, più inchieste giudiziarie mettono in luce il ruolo della ‘ndrangheta nella logistica degli arrivi, grazie a un capillare controllo delle coste. (4) I magistrati siciliani escludono invece, per il momento, forme di coinvolgimento da parte di Cosa Nostra. Una possibile spiegazione di questa discrasia potrebbe risiedere nel fatto che la filiera della “tratta” ha come terminal in Calabria luoghi già inseriti nelle rotte del narcotraffico, business criminale di particolare interesse per la ‘ndrangheta, mentre questo non avviene per la Sicilia.
Alla luce di queste considerazioni, viene da chiedersi quale sia l’efficacia dell’azione messa in campo dall’Agenzia europea per la gestione della Cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea, il cosiddetto Frontex, con quartier generale a Varsavia e dotazione finanziaria (2011-2012) di 200 milioni. E soprattutto viene da chiedersi qual è lo “stato dell’arte” del contrasto alle organizzazioni mafiose interne ed esterne: certo incuranti della commozione provocata dai morti in mare e dall’amarezza che scaturisce dal divario tra la gravità del problema e le risorse disponibili per offrire soluzioni, continuano senza soluzione alcuna il loro sporco lavoro.
(1) Si veda il Rapporto della Direzione nazionale sntimafia 2012, il Rapporto della Direzione investigativa antimafia 2012, il Rapporto Onu “Trafficking in persons report, 2012”.
(2) È un sostituto procuratore nazionale antimafia, Carlo Caponcello, a descrivere questo schema che trova conferma nella cosiddetta operazione Piramide condotta il 14 maggio 2012 tra Milano, Napoli e Mazara del Vallo.
(3) Il sito Fortress Europe ha contato 1.822 morti durante il viaggio dalle coste del Nord Africa a quelle italiane nel 2011, considerando solo quelli denunciati dai superstiti. Intanto, l’asse delle partenze si sposta sempre di più verso la Siria e l’Egitto. Le traversate non avvengono più con un naviglio improvvisato, ma con “navi madre” più moderne, da cui poi i migranti vengono fatti scendere su imbarcazioni più piccole. Molti di questi viaggi prevedono uno “stop and go” in acque territoriali maltesi dove i migranti vengono intercettati, rifocillati, riforniti con generi di prima necessità e poi indirizzati verso le coste siciliane o calabresi.
(4) La ‘ndrangheta sarebbe poi attiva nell’indirizzo dei clandestini verso la prostituzione, lo spaccio e la droga, il “nero” nel settore dell’agricoltura dove si realizzano veri e propri sfruttamenti di carne umana sostanzialmente ignorati e tollerati (Il Sole-24Ore, 1 ottobre 2013). Così gravi che nel Rapporto Dna 2012 si proponevano addirittura forme concrete di premialità per i casi di immigrati clandestini che collaborano con la giustizia
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
MENTRE NEL 2014, SUL F.Q., SCRIVEVANO:
Mafia Capitale, Buzzi: “Con immigrati si fanno molti più soldi che con la droga”
Giustizia & Impunità
Uno dei settori in cui la "cupola" era più influente era quello delle politiche sociali: Luca Odevaine, membro del Tavolo di coordinamento nazionale sull'immigrazione, al telefono spiega: "Avendo questa relazione continua con il Ministero, sono in grado un po’ di orientare i flussi". Il braccio destro di Carminati: "Tu c'hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati?"
di Marco Pasciuti | 2 dicembre 2014
0
• 51,9 mila
•
•
Più informazioni su: Corruzione, Gianni Alemanno, Giuseppe Pignatone, Mafia Capitale, Roma, Salvatore Buzzi
Per la “cupola” di Roma l’emergenza immigrati era una miniera d’oro: i fondi per i centri d’accoglienza sono un piatto ricco e il sodalizio criminale ipotizzato dagli inquirenti fa in modo che parte di questi finanziamenti finisca nelle tasche delle cooperative amiche. Gli inquirenti lo chiamano “Sistema Odevaine“: “La gestione dell’emergenza immigrati è stato ulteriore terreno, istituzionale ed economico, nel quale il gruppo riconducibile a Buzzi si è insinuato con metodo eminentemente corruttivo – si legge nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata dal gip Flavia Costantini – alterando per un verso i processi decisionali dei decisori pubblici, per altro verso i meccanismi fisiologici dell’allocazione delle risorse economiche gestite dalla P.A.”.
Un sistema studiato per far arrivare i soldi pubblici ai gestori amici “che si dividono il mercato“. E il mercato dei fondi statali per i centri di accoglienza per gli immigrati è immenso. Gli inquirenti parlano della “possibilità di trarre profitti illeciti immensi (…) paragonabili a quelli degli investimenti illeciti realizzati in altri settori criminali come lo smercio di stupefacenti. Le intercettazioni parlano chiaro. Al telefono con Pierina Chiaravalle, Salvatore Buzzi, numero uno della cooperativa “29 giugno” e braccio operativo dell’organizzazione, domanda: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”.
Buzzi: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”
Il centro del sistema è Luca Odevaine. Ex vice capo di gabinetto del sindaco Walter Veltroni e capo della polizia provinciale di Roma, “Odevaine è un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell’emergenza immigrati”, scrivono i pm. Perché è così importante la sua figura? “La qualità pubblicistica di Odevaine risiede nell’essere appartenente al Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione” e al contempo è “esperto del presidente del C.d.A. per il Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza”» , ente che soprintende alla gestione del C.A.R.A. di Mineo“. Un’intercettazione in cui Odevaine parla con il suo commercialista fotografa il suo ruolo: “Avendo questa relazione continua con il Ministero – spiega l’ex vice capo segreteria di Veltroni – sono in grado un po’ di orientare i flussi che arrivano da… da giù… anche perché spesso passano per Mineo… e poi… vengono smistati in giro per l’Italia… se loro c’hanno strutture che possono essere adibite a centri per l’accoglienza da attivare subito in emergenza… senza gara… (inc.) le strutture disponibili vengono occupate… e io insomma gli faccio avere parecchio lavoro…”.
Odevaine: “Sono in grado un po’ di orientare i flussi che arrivano da… da giù… io insomma gli faccio avere parecchio lavoro…”
Odevaine è ben pagato, secondo Salvatore Buzzi. Parlando con Giovanni Campennì, il braccio operativo dell’organizzazione spiega: “Mò c’ho quattro… quattro cavalli che corrono… col PD, poi con la PDL ce ne ho tre e con Marchini c’è… c’ho rapporti con Luca (Odevaine, ndr) quindi va bene lo stesso… lo sai a Luca quanto gli do? Cinquemila euro al mese… ogni mese… ed io ne piglio quattromila”.
Il piatto è ghiotto anche nella sola città di Roma e la cupola è talmente potente da deviare in sede di bilancio pluriennale risorse in favore delle strutture di accoglienza. Gli inquirenti sottolineano la “capacità del sodalizio indagato, di interferire nelle decisioni dell’Assemblea Capitolina in occasione della programmazione del bilancio pluriennale 2012/2014 e relativo bilancio di assestamento di Roma Capitale, avvalendosi degli stretti rapporti stabiliti con funzionari collusi dell’amministrazione locale, al fine di ottenere l’assegnazione di fondi pubblici per rifinanziare “i campi nomadi”, la pulizia delle “aree verdi” e dei “Minori per l’emergenza Nord Africa”, tutti settori in cui operano le società cooperative di Salvatore Buzzi”.
Buzzi: “Solo in quattro sanno quello che succede e sono nell’ordine Bianchini, Marino, Zingaretti e Meta”.
Carminati: “E allora vai a battere co’ questi”
All’epoca dei fatti alla guida del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della salute del Comune di Roma (che gestisce la questione immigrati) c’era Angelo Scozzafava, con il quale la “cupola” aveva ottimi rapporti: “Le indagini hanno evidenziato l’ipotesi di una remunerazione dell’attività funzionale di costui da parte di gruppo criminale – scrivono gli inquirenti – con la promessa dell’assegnazione di un appartamento in una cooperativa” perché “Scozzi” come lo chiamano i sodali, “si fa promotore di attività a favore del gruppo presso altri organi dell’amministrazione comunale, per spingere su finanziamenti a favore del campo nomadi“. Ma dopo le elezioni comunali del 2013 le cose cambiano: il 14 giugno 2013 Buzzi raccontava al telefono a Carminati di trovarsi al Campidoglio “in giro per i Dipartimenti a saluta’ le persone”. La decisione veniva accolta favorevolmente accolta dall’ex Nar che riteneva necessario “vendere il prodotto amico mio, eh. Bisogna vendersi come le puttane ades…adesso”. A quel punto Buzzi raccontava la difficoltà di muoversi nell’ambito della nuova situazione politica romana in quanto in quel momento “solo in quattro sanno quello che succede e sono nell’ordine Bianchini, Marino, Zingaretti e Meta“, e Carminati rispondeva in maniera eloquente: “E allora mettiti la minigonna e vai a batte co’ questi, amico mio”.
Mafia Capitale, Buzzi: “Con immigrati si fanno molti più soldi che con la droga”
Giustizia & Impunità
Uno dei settori in cui la "cupola" era più influente era quello delle politiche sociali: Luca Odevaine, membro del Tavolo di coordinamento nazionale sull'immigrazione, al telefono spiega: "Avendo questa relazione continua con il Ministero, sono in grado un po’ di orientare i flussi". Il braccio destro di Carminati: "Tu c'hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati?"
di Marco Pasciuti | 2 dicembre 2014
0
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Più informazioni su: Corruzione, Gianni Alemanno, Giuseppe Pignatone, Mafia Capitale, Roma, Salvatore Buzzi
Per la “cupola” di Roma l’emergenza immigrati era una miniera d’oro: i fondi per i centri d’accoglienza sono un piatto ricco e il sodalizio criminale ipotizzato dagli inquirenti fa in modo che parte di questi finanziamenti finisca nelle tasche delle cooperative amiche. Gli inquirenti lo chiamano “Sistema Odevaine“: “La gestione dell’emergenza immigrati è stato ulteriore terreno, istituzionale ed economico, nel quale il gruppo riconducibile a Buzzi si è insinuato con metodo eminentemente corruttivo – si legge nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata dal gip Flavia Costantini – alterando per un verso i processi decisionali dei decisori pubblici, per altro verso i meccanismi fisiologici dell’allocazione delle risorse economiche gestite dalla P.A.”.
Un sistema studiato per far arrivare i soldi pubblici ai gestori amici “che si dividono il mercato“. E il mercato dei fondi statali per i centri di accoglienza per gli immigrati è immenso. Gli inquirenti parlano della “possibilità di trarre profitti illeciti immensi (…) paragonabili a quelli degli investimenti illeciti realizzati in altri settori criminali come lo smercio di stupefacenti. Le intercettazioni parlano chiaro. Al telefono con Pierina Chiaravalle, Salvatore Buzzi, numero uno della cooperativa “29 giugno” e braccio operativo dell’organizzazione, domanda: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”.
Buzzi: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”
Il centro del sistema è Luca Odevaine. Ex vice capo di gabinetto del sindaco Walter Veltroni e capo della polizia provinciale di Roma, “Odevaine è un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell’emergenza immigrati”, scrivono i pm. Perché è così importante la sua figura? “La qualità pubblicistica di Odevaine risiede nell’essere appartenente al Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione” e al contempo è “esperto del presidente del C.d.A. per il Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza”» , ente che soprintende alla gestione del C.A.R.A. di Mineo“. Un’intercettazione in cui Odevaine parla con il suo commercialista fotografa il suo ruolo: “Avendo questa relazione continua con il Ministero – spiega l’ex vice capo segreteria di Veltroni – sono in grado un po’ di orientare i flussi che arrivano da… da giù… anche perché spesso passano per Mineo… e poi… vengono smistati in giro per l’Italia… se loro c’hanno strutture che possono essere adibite a centri per l’accoglienza da attivare subito in emergenza… senza gara… (inc.) le strutture disponibili vengono occupate… e io insomma gli faccio avere parecchio lavoro…”.
Odevaine: “Sono in grado un po’ di orientare i flussi che arrivano da… da giù… io insomma gli faccio avere parecchio lavoro…”
Odevaine è ben pagato, secondo Salvatore Buzzi. Parlando con Giovanni Campennì, il braccio operativo dell’organizzazione spiega: “Mò c’ho quattro… quattro cavalli che corrono… col PD, poi con la PDL ce ne ho tre e con Marchini c’è… c’ho rapporti con Luca (Odevaine, ndr) quindi va bene lo stesso… lo sai a Luca quanto gli do? Cinquemila euro al mese… ogni mese… ed io ne piglio quattromila”.
Il piatto è ghiotto anche nella sola città di Roma e la cupola è talmente potente da deviare in sede di bilancio pluriennale risorse in favore delle strutture di accoglienza. Gli inquirenti sottolineano la “capacità del sodalizio indagato, di interferire nelle decisioni dell’Assemblea Capitolina in occasione della programmazione del bilancio pluriennale 2012/2014 e relativo bilancio di assestamento di Roma Capitale, avvalendosi degli stretti rapporti stabiliti con funzionari collusi dell’amministrazione locale, al fine di ottenere l’assegnazione di fondi pubblici per rifinanziare “i campi nomadi”, la pulizia delle “aree verdi” e dei “Minori per l’emergenza Nord Africa”, tutti settori in cui operano le società cooperative di Salvatore Buzzi”.
Buzzi: “Solo in quattro sanno quello che succede e sono nell’ordine Bianchini, Marino, Zingaretti e Meta”.
Carminati: “E allora vai a battere co’ questi”
All’epoca dei fatti alla guida del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della salute del Comune di Roma (che gestisce la questione immigrati) c’era Angelo Scozzafava, con il quale la “cupola” aveva ottimi rapporti: “Le indagini hanno evidenziato l’ipotesi di una remunerazione dell’attività funzionale di costui da parte di gruppo criminale – scrivono gli inquirenti – con la promessa dell’assegnazione di un appartamento in una cooperativa” perché “Scozzi” come lo chiamano i sodali, “si fa promotore di attività a favore del gruppo presso altri organi dell’amministrazione comunale, per spingere su finanziamenti a favore del campo nomadi“. Ma dopo le elezioni comunali del 2013 le cose cambiano: il 14 giugno 2013 Buzzi raccontava al telefono a Carminati di trovarsi al Campidoglio “in giro per i Dipartimenti a saluta’ le persone”. La decisione veniva accolta favorevolmente accolta dall’ex Nar che riteneva necessario “vendere il prodotto amico mio, eh. Bisogna vendersi come le puttane ades…adesso”. A quel punto Buzzi raccontava la difficoltà di muoversi nell’ambito della nuova situazione politica romana in quanto in quel momento “solo in quattro sanno quello che succede e sono nell’ordine Bianchini, Marino, Zingaretti e Meta“, e Carminati rispondeva in maniera eloquente: “E allora mettiti la minigonna e vai a batte co’ questi, amico mio”.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
HA SCRITTO POCO FA, SUL QUOTIDIANO DEGLI STRUMPTRUPPEN, SERGIO RAME:
Manovra, umiliati i terremotati: più soldi agli immigrati che a loro
Le spese per gli immigrati ci costano più della manovra. E nel Def vengono stanziati più fondi che ai terremotati e ai poveri
Sergio Rame - Mar, 18/04/2017 - 16:40
commenta
"Lo stanziamento di 4 miliardi e 600 milioni per l'immigrazione clandestina, presente solo per il 2017 nel Def e destinato all'accoglienza nei centri gestiti da coop rosse e bianche, è inverosimile e inaccettabile".
La levata di scudi del centrodestra contro il governo Gentiloni è durissima. Perché, come fa notare il capogruppo di Fratelli d'Italia Fabio Rampelli, queste diventano "un vero e proprio scandalo se rapportate con quanto previsto per i terremotati e i poveri".
Nel 2017 agli oltre 12 milioni di terremotati sarà riservato meno della metà di quanto finirà nelle tasche di poche centinaia di migliaia di immigrati.
"Il deciso incremento dei flussi e delle presenze a fine 2016 si riflette nei dati oggi disponibili, che aggiornano al rialzo le stime presentate nel Documento Programmatico di Bilancio", si legge nel documento di Economia e finanza approvato la settimana scorsa dal governo. "In base ai dati attuali, le operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, alloggio e istruzione per i minori non accompagnati - spiega il ministero dell'Economia - sono, al netto dei contributi dell'Ue, pari a 3,6 miliardi (0,22 per cento del pil) nel 2016 e previste pari a 4,2 miliardi (0,25 per cento del pil) nel 2017, in uno scenario stazionario". Se l'afflusso di immigrati dovesse crescere ulteriormente, la spesa lieviterebbe fino a 4,6 miliardi, lo 0,27 per cento del pil. Una spese extra, insomma, di 400 milioni di euro che equivale alla stretta sulle accise prevista dalla manovra.
La spesa stanziata nel Def per gli immigrati supererà con buona probabilità il valore complessivo della manovra stessa, cioè qei 3,4 milairdi chiesti dall'Europa. Non solo. Doppierà persino quanto stanziato per i terremotati. Come fa notare Rampelli, infatti, la somma di 1,2 miliardi per i poveri e di 600 milioni per la ricostruzione pubblica e privata delle aree del terremoto fa 1 mld e 800 mln per tutto il 2017. "Un business mascherato con la solidarietà che punisce ancora una volta gli italiani più bisognosi - tuona l'esponente di Fratelli d'Italia - la sinistra ormai ha perso la ragione. Se il governo affrontasse con stessa lena ed eguali finanziamenti le questioni citate i problemi dei terremotati e quelli dei poveri sarebbero risolti nel giro di pochi mesi".
Manovra, umiliati i terremotati: più soldi agli immigrati che a loro
Le spese per gli immigrati ci costano più della manovra. E nel Def vengono stanziati più fondi che ai terremotati e ai poveri
Sergio Rame - Mar, 18/04/2017 - 16:40
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"Lo stanziamento di 4 miliardi e 600 milioni per l'immigrazione clandestina, presente solo per il 2017 nel Def e destinato all'accoglienza nei centri gestiti da coop rosse e bianche, è inverosimile e inaccettabile".
La levata di scudi del centrodestra contro il governo Gentiloni è durissima. Perché, come fa notare il capogruppo di Fratelli d'Italia Fabio Rampelli, queste diventano "un vero e proprio scandalo se rapportate con quanto previsto per i terremotati e i poveri".
Nel 2017 agli oltre 12 milioni di terremotati sarà riservato meno della metà di quanto finirà nelle tasche di poche centinaia di migliaia di immigrati.
"Il deciso incremento dei flussi e delle presenze a fine 2016 si riflette nei dati oggi disponibili, che aggiornano al rialzo le stime presentate nel Documento Programmatico di Bilancio", si legge nel documento di Economia e finanza approvato la settimana scorsa dal governo. "In base ai dati attuali, le operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, alloggio e istruzione per i minori non accompagnati - spiega il ministero dell'Economia - sono, al netto dei contributi dell'Ue, pari a 3,6 miliardi (0,22 per cento del pil) nel 2016 e previste pari a 4,2 miliardi (0,25 per cento del pil) nel 2017, in uno scenario stazionario". Se l'afflusso di immigrati dovesse crescere ulteriormente, la spesa lieviterebbe fino a 4,6 miliardi, lo 0,27 per cento del pil. Una spese extra, insomma, di 400 milioni di euro che equivale alla stretta sulle accise prevista dalla manovra.
La spesa stanziata nel Def per gli immigrati supererà con buona probabilità il valore complessivo della manovra stessa, cioè qei 3,4 milairdi chiesti dall'Europa. Non solo. Doppierà persino quanto stanziato per i terremotati. Come fa notare Rampelli, infatti, la somma di 1,2 miliardi per i poveri e di 600 milioni per la ricostruzione pubblica e privata delle aree del terremoto fa 1 mld e 800 mln per tutto il 2017. "Un business mascherato con la solidarietà che punisce ancora una volta gli italiani più bisognosi - tuona l'esponente di Fratelli d'Italia - la sinistra ormai ha perso la ragione. Se il governo affrontasse con stessa lena ed eguali finanziamenti le questioni citate i problemi dei terremotati e quelli dei poveri sarebbero risolti nel giro di pochi mesi".
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
CRONACA DEGLI ULTIMI GIORNI DELLA REPUBBLICA DELLE BANANE.
POSSIBILE CHE I DIRIGENTI DELL’ISTAT NON ABBIANO UNA VISIONE D’INSIEME ED EMETTANO DATI A C……..
PRIMA DI FARE UNA PREVISIONE SU QUANTI SARANNO GLI ITALIANI IN MENO NEL 2065, PERCHE’ NON TENGONO CONTO DI QUANTO SARANNO I ROBOT IN QUELL’ANNO…..AMMESSO CHE CI ARRIVIAMO????
GLI STRUMPTRUPPEN NEL RIPORTARE LA NOTIZIA ISTAT CI MARCIANO.
NON RIESCONO A RINUNCIARE A CREARE UN CLIMA DI TERRORE DA IMMIGRAZIONE
Nel 2065 spariranno 7 milioni di italiani. Crescerà il numero di migranti
Secondo i dati Istat, tra 50 anni l'Italia sarà un Paese con sempre meno residenti. Ci saranno, infatti, 7 milioni di abitanti in meno nel 2016. Un contributo determinante sarà dato dalle migrazioni
Enrica Iacono - Mer, 26/04/2017 - 12:09
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Tra 50 anni, forse anche meno, l'Italia sarà un Paese con sempre meno residenti.
Se ora siamo 60,7 milioni, nel 2045 passeremo a 58,6 milioni e a 53,7 milioni nel 2065, come riportano i dati Istat.
Si parla di una perdita rispetto al 2016 di 2,1 milioni di residenti nel 2025 e di 7 milioni nel 2065. Mentre nel Mezzogiorno il calo di popolazione si manifesterebbe lungo l'intero periodo, per il Centro-nord - superati i primi trent'anni di previsione con un bilancio demografico positivo - un progressivo declino della popolazione si avrebbe soltanto dal 2045 in avanti.
Una dinamica che, al 2065, porterebbe il Centro-Nord ad accogliere il 71% dei residenti (contro il 66% di oggi), mentre il Mezzogiorno scenderebbe al 26% (dal 34% attuale). L'età media della popolazione, sempre al 2065, dovrebbe passare da 44,7 anni a oltre 50, con la sopravvivenza prevista in aumento fino a una vita media di 86,1 anni per gli uomini e 90,2 anni per le donne (nel 2015 l'aspettativa era di 80,1 anni per i maschi e 84,6 per le femmine). Il picco di invecchiamento dovrebbe colpire l'Italia nel quinquennio 2045-50, quando i nati nel baby boom (1961-1975) passeranno dalla tarda età attiva a quella senile.
A muoversi in rialzo, spiega l'Istat, sarà comunque anche la fecondità: da 1,34 a 1,59 figli per donna nel periodo 2016-2065 secondo lo scenario mediano elaborato dall'istituto. Un apporto significativo nella stima di popolazione residente attesa per l'Italia sarà dato dagli immigrati. Il saldo è previsto in positivo. Essendo mediamente superiore alle 150mila unità annue (133mila l'ultimo rilevato nel 2015). Nello scenario mediano tracciato dall'Istat l'effetto addizionale del saldo migratorio sulla dinamica di nascite e decessi comporta 2,5 milioni di residenti aggiuntivi nel corso dell'intero periodo previsivo.
POSSIBILE CHE I DIRIGENTI DELL’ISTAT NON ABBIANO UNA VISIONE D’INSIEME ED EMETTANO DATI A C……..
PRIMA DI FARE UNA PREVISIONE SU QUANTI SARANNO GLI ITALIANI IN MENO NEL 2065, PERCHE’ NON TENGONO CONTO DI QUANTO SARANNO I ROBOT IN QUELL’ANNO…..AMMESSO CHE CI ARRIVIAMO????
GLI STRUMPTRUPPEN NEL RIPORTARE LA NOTIZIA ISTAT CI MARCIANO.
NON RIESCONO A RINUNCIARE A CREARE UN CLIMA DI TERRORE DA IMMIGRAZIONE
Nel 2065 spariranno 7 milioni di italiani. Crescerà il numero di migranti
Secondo i dati Istat, tra 50 anni l'Italia sarà un Paese con sempre meno residenti. Ci saranno, infatti, 7 milioni di abitanti in meno nel 2016. Un contributo determinante sarà dato dalle migrazioni
Enrica Iacono - Mer, 26/04/2017 - 12:09
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Tra 50 anni, forse anche meno, l'Italia sarà un Paese con sempre meno residenti.
Se ora siamo 60,7 milioni, nel 2045 passeremo a 58,6 milioni e a 53,7 milioni nel 2065, come riportano i dati Istat.
Si parla di una perdita rispetto al 2016 di 2,1 milioni di residenti nel 2025 e di 7 milioni nel 2065. Mentre nel Mezzogiorno il calo di popolazione si manifesterebbe lungo l'intero periodo, per il Centro-nord - superati i primi trent'anni di previsione con un bilancio demografico positivo - un progressivo declino della popolazione si avrebbe soltanto dal 2045 in avanti.
Una dinamica che, al 2065, porterebbe il Centro-Nord ad accogliere il 71% dei residenti (contro il 66% di oggi), mentre il Mezzogiorno scenderebbe al 26% (dal 34% attuale). L'età media della popolazione, sempre al 2065, dovrebbe passare da 44,7 anni a oltre 50, con la sopravvivenza prevista in aumento fino a una vita media di 86,1 anni per gli uomini e 90,2 anni per le donne (nel 2015 l'aspettativa era di 80,1 anni per i maschi e 84,6 per le femmine). Il picco di invecchiamento dovrebbe colpire l'Italia nel quinquennio 2045-50, quando i nati nel baby boom (1961-1975) passeranno dalla tarda età attiva a quella senile.
A muoversi in rialzo, spiega l'Istat, sarà comunque anche la fecondità: da 1,34 a 1,59 figli per donna nel periodo 2016-2065 secondo lo scenario mediano elaborato dall'istituto. Un apporto significativo nella stima di popolazione residente attesa per l'Italia sarà dato dagli immigrati. Il saldo è previsto in positivo. Essendo mediamente superiore alle 150mila unità annue (133mila l'ultimo rilevato nel 2015). Nello scenario mediano tracciato dall'Istat l'effetto addizionale del saldo migratorio sulla dinamica di nascite e decessi comporta 2,5 milioni di residenti aggiuntivi nel corso dell'intero periodo previsivo.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
Ecco il piano occulto delle Ong: fare da ponte per portarci tutti i migranti
Nei siti internet le Ong lo dicono chiaramente: "Vogliamo vie legali per far arrivare i migranti". Ma visto che l'Ue le nega, per adesso ci pensano loro
Giuseppe De Lorenzo - Mer, 26/04/2017 - 10:18
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Il ritornello è sempre lo stesso e potrebbe essere riassunto più o meno così: poiché l'Europa non si adopera per far arrivare tutti i migranti comodamente in Italia, ci pensano le Ong.
Che con la scusa dei salvataggi combattono la loro personale battaglia per costringere il Vecchio Continente a trasformarsi in un porto accogliente per chiunque voglia sbarcare in cerca di un futuro. Senza alcuna regola.
Sia chiaro: non è certo un crimine sottrarre dall'annegamento persone che rischiano di morire su un gommone alla deriva. Ben diverso il discorso se, come sospettano le procure di Catania, Palermo, Cagliari e Reggio Calabria, le organizzazioni umanitarie in qualche modo (anche involontariamente) "incentivano" le partenze allo scopo di migliorare e aumentare i flussi migratori.
Perché lo fanno? Il motivo è semplice: non condividono le politiche europee e non credono dunque ci sia nulla di male a fare quel che fanno. Medici Senza Frontiere, Save The Children, Moas, Sea-Eye e via dicendo pretendono la creazione di "canali legali" per le migrazioni ed è per questo che si impegnano così alacremente nel traghettarli in Italia. Finché l'Ue non aprirà le porte agli immigrati attraverso "vie istituzionali", loro continueranno a piazzarsi a poche miglia dalle coste libiche e ad intercettare i barconi. A scriverlo sono loro stesse nei propri siti internet: "Considerata la mancanza di operazioni di ricerca e soccorso dedicate e su vasta scala, abbiamo deciso di attivarci in prima persona", scrive MSF. E poi aggiunge: "Siamo consapevoli di come le operazioni di ricerca e soccorso non costituiscano affatto una soluzione: solo l’istituzione di vie legali e sicure per raggiungere l’Europa potrebbe ridurre o eliminare del tutto le morti in mare". Simili le parole usate da Save The Children: "Tra le raccomandazioni presentate alla UE e agli Stati Membri - si legge online - chiediamo di attivare e garantire vie sicure e legali attraverso le quali i migranti, e in particolare i bambini, possano raggiungere l’Europa evitando di affidarsi a trafficanti spregiudicati". Life Boat, con la sua nave Minden, non è da meno e accusa l'Ue di avere politiche di "preclusione" del Mediterraneo. Stesso identico ritornello per tutte le altre associazioni caritatevoli.
In sintesi, le Ong vorrebbero che l'Ue accettasse legalmente tutti gli stranieri, annullando così le rotte dei trafficanti, ma producendo immigrazione di massa. Sembra vogliano sostituirsi agli Stati, costringendo l'Italia e l'Europa ad accogliere indistintamente chiunque domandi cittadinanza. A dirlo non è un populista qualunque, ma il pm di Catania Carmelo Zuccaro. Il quale nella sua audizione di fronte alle commissioni parlamentari si è chiesto se sia "consentito ad organizzazioni private sostituirsi a forze politiche e alla volontà delle Nazioni".
Non esiste infatti l'obbligo all'accoglienza. Esiste il dovere morale, politico e giuridico di dare assistenza ed asilo a chi fugge da guerre e persecuzioni. Ma questo non comprende i migranti economici, stranieri i cui flussi ogni Stato al mondo regola in base alle proprie capacità finanziarie e politiche. Nonostante ciò, le Ong stanno de facto sostenendo un afflusso incontrollato di uomini senza diritto all'accoglienza. Ne volete una prova? Nel 2016 delle 91mila domande di asilo esaminate in Italia, appena 17mila (il 19%) hanno avuto esito positivo. Gli altri non erano dunque profughi e "spingerli" ad arrivare in Italia per poi ottenere un giusto diniego li ha soltanto esposti ad inutili rischi in mare. Le organizzazioni umanitarie diranno che non è così, che loro pattugliano le coste libiche al solo scopo di salvare vite umane. Beh: qualcosa non sta funzionando allora. Da quando hanno iniziato le loro operazioni di SAR (ricerca e soccorso) i morti in mare non sono diminuiti. Sono aumentati.
Nei siti internet le Ong lo dicono chiaramente: "Vogliamo vie legali per far arrivare i migranti". Ma visto che l'Ue le nega, per adesso ci pensano loro
Giuseppe De Lorenzo - Mer, 26/04/2017 - 10:18
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Il ritornello è sempre lo stesso e potrebbe essere riassunto più o meno così: poiché l'Europa non si adopera per far arrivare tutti i migranti comodamente in Italia, ci pensano le Ong.
Che con la scusa dei salvataggi combattono la loro personale battaglia per costringere il Vecchio Continente a trasformarsi in un porto accogliente per chiunque voglia sbarcare in cerca di un futuro. Senza alcuna regola.
Sia chiaro: non è certo un crimine sottrarre dall'annegamento persone che rischiano di morire su un gommone alla deriva. Ben diverso il discorso se, come sospettano le procure di Catania, Palermo, Cagliari e Reggio Calabria, le organizzazioni umanitarie in qualche modo (anche involontariamente) "incentivano" le partenze allo scopo di migliorare e aumentare i flussi migratori.
Perché lo fanno? Il motivo è semplice: non condividono le politiche europee e non credono dunque ci sia nulla di male a fare quel che fanno. Medici Senza Frontiere, Save The Children, Moas, Sea-Eye e via dicendo pretendono la creazione di "canali legali" per le migrazioni ed è per questo che si impegnano così alacremente nel traghettarli in Italia. Finché l'Ue non aprirà le porte agli immigrati attraverso "vie istituzionali", loro continueranno a piazzarsi a poche miglia dalle coste libiche e ad intercettare i barconi. A scriverlo sono loro stesse nei propri siti internet: "Considerata la mancanza di operazioni di ricerca e soccorso dedicate e su vasta scala, abbiamo deciso di attivarci in prima persona", scrive MSF. E poi aggiunge: "Siamo consapevoli di come le operazioni di ricerca e soccorso non costituiscano affatto una soluzione: solo l’istituzione di vie legali e sicure per raggiungere l’Europa potrebbe ridurre o eliminare del tutto le morti in mare". Simili le parole usate da Save The Children: "Tra le raccomandazioni presentate alla UE e agli Stati Membri - si legge online - chiediamo di attivare e garantire vie sicure e legali attraverso le quali i migranti, e in particolare i bambini, possano raggiungere l’Europa evitando di affidarsi a trafficanti spregiudicati". Life Boat, con la sua nave Minden, non è da meno e accusa l'Ue di avere politiche di "preclusione" del Mediterraneo. Stesso identico ritornello per tutte le altre associazioni caritatevoli.
In sintesi, le Ong vorrebbero che l'Ue accettasse legalmente tutti gli stranieri, annullando così le rotte dei trafficanti, ma producendo immigrazione di massa. Sembra vogliano sostituirsi agli Stati, costringendo l'Italia e l'Europa ad accogliere indistintamente chiunque domandi cittadinanza. A dirlo non è un populista qualunque, ma il pm di Catania Carmelo Zuccaro. Il quale nella sua audizione di fronte alle commissioni parlamentari si è chiesto se sia "consentito ad organizzazioni private sostituirsi a forze politiche e alla volontà delle Nazioni".
Non esiste infatti l'obbligo all'accoglienza. Esiste il dovere morale, politico e giuridico di dare assistenza ed asilo a chi fugge da guerre e persecuzioni. Ma questo non comprende i migranti economici, stranieri i cui flussi ogni Stato al mondo regola in base alle proprie capacità finanziarie e politiche. Nonostante ciò, le Ong stanno de facto sostenendo un afflusso incontrollato di uomini senza diritto all'accoglienza. Ne volete una prova? Nel 2016 delle 91mila domande di asilo esaminate in Italia, appena 17mila (il 19%) hanno avuto esito positivo. Gli altri non erano dunque profughi e "spingerli" ad arrivare in Italia per poi ottenere un giusto diniego li ha soltanto esposti ad inutili rischi in mare. Le organizzazioni umanitarie diranno che non è così, che loro pattugliano le coste libiche al solo scopo di salvare vite umane. Beh: qualcosa non sta funzionando allora. Da quando hanno iniziato le loro operazioni di SAR (ricerca e soccorso) i morti in mare non sono diminuiti. Sono aumentati.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
QUANDO I GIORNALI DIVENTANO FOGLI DI PROPAGANDA DI UNA PARTE POLITICA.
Il disastro continua con il 36% in più di arrivi di migranti dalla Libia rispetto allo scorso anno.
E LE SOLUZIONI REALI ED OGGETTIVE DOVE STANNO??????????
Commenti:
20
L'invasione della Libia continua: quasi 37mila arrivi in soli 4 mesi
Rotta nel Mediterraneo in forte crescita. Frontex: "Pericolose traversate per farsi soccorrere da navi Ue e Ong"
Fausto Biloslavo - Gio, 27/04/2017 - 15:28
commenta
Il disastro continua con il 36% in più di arrivi di migranti dalla Libia rispetto allo scorso anno.
Il ministero dell'Interno ha reso noto ieri che sono sbarcati in Italia, in gran parte «accompagnati» dalle navi militari e delle Ong, 36.882 persone dall'inizio dell'anno. Il 36,31% in più rispetto al 2016, e il boom estivo non è ancora iniziato. Le organizzazioni umanitarie, l'intelligence e la diplomazia internazionale stimano che siano pronte a partire verso l'Italia da un minimo di 150mila persone a 250mila. Le stime massime indicano, però, che in Libia ci sarebbero dai 700mila al milione di migranti.
Da gennaio la parte del leone la fanno i nigeriani (5229). Sicuramente alcuni, soprattutto cristiani, fuggono dalle regioni del nord est infestate da Boko Haram, la costola africana del Califfato, ma le bandiere nere sono in ritirata e relegate in una zona ristretta del Paese. Molti nigeriani sono migranti economici, come quelli che lasciano il Bangladesh, la seconda nazionalità (4504) arrivata in Italia dall'inizio dell'anno. I terzi classificati sono giunti dalla Guinea (4107) seguiti dai 3854 della Costa D'Avorio, 2910 del Gambia, 2529 dal Senegal e 2415 dal Marocco. Tutti Paesi dove non c'è alcuna guerra.
Il direttore di Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, Fabrice Leggeri, ha confermato che sta crescendo in maniera sensibile il flusso attraverso la rotta centrale del Mediterraneo. Non a caso ieri e oggi i ministri della Difesa Ue riuniti a Malta stanno affrontando anche il tema dell'ondata di barconi dalla Libia. Ieri pomeriggio l'ammiraglio Enrico Credendino li ha accolti a bordo della nave ammiraglia della missione EunavforMed, ribattezzata Sofia, nel porto de La Valletta. L'alto ufficiale italiano ha illustrato lo stato dell'arte della missione, che scadrà in luglio, ma probabilmente verrà rinnovata. L'operazione Sofia schiera cinque navi, sei elicotteri e 1545 militari. Fino ad oggi ha arrestato 109 scafisti e distrutto 414 barconi utilizzati dai trafficanti. Ben 34mila migranti provenienti dalla Libia sono stati tratti in salvo e fatti sbarcare in Italia. La stessa Frontex ha rivelato che i trafficanti costringono i migranti «a traversate pericolose su imbarcazioni non idonee alla navigazione e sovraccariche, che sono state organizzate con lo scopo palese di essere soccorse dalle navi EunavforMed e delle Ong».
La «fase 2 bravo» e la terza del contrasto vero ai trafficanti e all'ondata di barconi dentro le acque libiche e sulle coste non sono ancora iniziate e potrebbero non vedere mai la luce verde. Credendino e l'Italia puntano, per ora, sulla guardia costiera libica con la consegna di 10 motovedette «che dovrebbero arrivare il mese prossimo». L'Italia a terra e a bordo di nave San Giusto e l'Olanda hanno addestrato il primo centinaio di libici, che dovranno contrastare il traffico di esseri umani. Peccato, che fino ad ora, la guardia costiera della Tripolitania, da dove parte il grosso dei barconi, sia sospettata di pesanti collusioni con i trafficanti.
Ieri l'agenzia statistica europea (Eurostat) ha reso noto i dati sulla parallela impennata delle concessioni di asilo nella Ue nel 2016, più che raddoppiate rispetto al 2015. Su 710.400 rifugiati il 57% sono siriani. La Germania ha fatto la parte del leone concedendo la protezione internazionale a 445.210 persone, il triplo rispetto al 2015. L'Italia è al terzo posto fra i Paesi europei con 35.450 richieste accolte, in crescita del 20% rispetto all'anno precedente.
Il disastro continua con il 36% in più di arrivi di migranti dalla Libia rispetto allo scorso anno.
E LE SOLUZIONI REALI ED OGGETTIVE DOVE STANNO??????????
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L'invasione della Libia continua: quasi 37mila arrivi in soli 4 mesi
Rotta nel Mediterraneo in forte crescita. Frontex: "Pericolose traversate per farsi soccorrere da navi Ue e Ong"
Fausto Biloslavo - Gio, 27/04/2017 - 15:28
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Il disastro continua con il 36% in più di arrivi di migranti dalla Libia rispetto allo scorso anno.
Il ministero dell'Interno ha reso noto ieri che sono sbarcati in Italia, in gran parte «accompagnati» dalle navi militari e delle Ong, 36.882 persone dall'inizio dell'anno. Il 36,31% in più rispetto al 2016, e il boom estivo non è ancora iniziato. Le organizzazioni umanitarie, l'intelligence e la diplomazia internazionale stimano che siano pronte a partire verso l'Italia da un minimo di 150mila persone a 250mila. Le stime massime indicano, però, che in Libia ci sarebbero dai 700mila al milione di migranti.
Da gennaio la parte del leone la fanno i nigeriani (5229). Sicuramente alcuni, soprattutto cristiani, fuggono dalle regioni del nord est infestate da Boko Haram, la costola africana del Califfato, ma le bandiere nere sono in ritirata e relegate in una zona ristretta del Paese. Molti nigeriani sono migranti economici, come quelli che lasciano il Bangladesh, la seconda nazionalità (4504) arrivata in Italia dall'inizio dell'anno. I terzi classificati sono giunti dalla Guinea (4107) seguiti dai 3854 della Costa D'Avorio, 2910 del Gambia, 2529 dal Senegal e 2415 dal Marocco. Tutti Paesi dove non c'è alcuna guerra.
Il direttore di Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, Fabrice Leggeri, ha confermato che sta crescendo in maniera sensibile il flusso attraverso la rotta centrale del Mediterraneo. Non a caso ieri e oggi i ministri della Difesa Ue riuniti a Malta stanno affrontando anche il tema dell'ondata di barconi dalla Libia. Ieri pomeriggio l'ammiraglio Enrico Credendino li ha accolti a bordo della nave ammiraglia della missione EunavforMed, ribattezzata Sofia, nel porto de La Valletta. L'alto ufficiale italiano ha illustrato lo stato dell'arte della missione, che scadrà in luglio, ma probabilmente verrà rinnovata. L'operazione Sofia schiera cinque navi, sei elicotteri e 1545 militari. Fino ad oggi ha arrestato 109 scafisti e distrutto 414 barconi utilizzati dai trafficanti. Ben 34mila migranti provenienti dalla Libia sono stati tratti in salvo e fatti sbarcare in Italia. La stessa Frontex ha rivelato che i trafficanti costringono i migranti «a traversate pericolose su imbarcazioni non idonee alla navigazione e sovraccariche, che sono state organizzate con lo scopo palese di essere soccorse dalle navi EunavforMed e delle Ong».
La «fase 2 bravo» e la terza del contrasto vero ai trafficanti e all'ondata di barconi dentro le acque libiche e sulle coste non sono ancora iniziate e potrebbero non vedere mai la luce verde. Credendino e l'Italia puntano, per ora, sulla guardia costiera libica con la consegna di 10 motovedette «che dovrebbero arrivare il mese prossimo». L'Italia a terra e a bordo di nave San Giusto e l'Olanda hanno addestrato il primo centinaio di libici, che dovranno contrastare il traffico di esseri umani. Peccato, che fino ad ora, la guardia costiera della Tripolitania, da dove parte il grosso dei barconi, sia sospettata di pesanti collusioni con i trafficanti.
Ieri l'agenzia statistica europea (Eurostat) ha reso noto i dati sulla parallela impennata delle concessioni di asilo nella Ue nel 2016, più che raddoppiate rispetto al 2015. Su 710.400 rifugiati il 57% sono siriani. La Germania ha fatto la parte del leone concedendo la protezione internazionale a 445.210 persone, il triplo rispetto al 2015. L'Italia è al terzo posto fra i Paesi europei con 35.450 richieste accolte, in crescita del 20% rispetto all'anno precedente.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
E’ una strana gomma, direi molto molto elastica, quella che tiene insieme 60 milioni di italiani.
Avrete provato tutti da piccoli a soffiare all’interno di una palla o di una camera d’aria.
Oppure riempirla d’acqua per lanciarla a mo’ di bomba.
La gomma ha un suo particolare carico di rottura. Si tende, si tende, ma poi al limite si rompe.
Quello che non sono riuscito a capire, ed ancora non capisco, è qual’è il carico di rottura della società italiana sottoposta a sforzo.
So che prima o poi il carico di rottura si verificherà, e tutto deflagrerà.
Ma non sono in grado di capire quale sia.
Basta leggere, ad esempio, i commenti incendiari, a seguito degli articoli dei STRUMPTRUPPEN.
Commenti
mbferno
Gio, 27/04/2017 - 15:54
DA NOTARE,e lo dice l'articolo,che i paesi da cui arrivano i manzi africani sono TUTTI paesi dove non c'è ALCUNA GUERRA!!!!! Ma vallo a spiegare a frate Imbroglio e alle capre komuniste.....
Memphis35
Gio, 27/04/2017 - 15:54
Anche la Spagna è vicina all'Africa. Ma lì l'"accoglienza" si fa a suon di cannonate. E, in questo caso l'Europa sta buona. Zitta e mosca!
hernando45
Gio, 27/04/2017 - 16:26
Continuerò a scriverlo qui all'INFINITO ITO ITO ITO ITO, piu ne vanno a prendere e piu se ne metteranno in viaggio!!! AMEN.
nopolcorrect
Gio, 27/04/2017 - 17:08
Ci stiamo africanizzando, evviva, per la gioia del Papampero, della papessina Gruber e del suo profeta Pagliaro.
antonmessina
Gio, 27/04/2017 - 17:42
ma li guardate in faccia? ma non fanno paura? giovani aitanti nullafacenti pieni di ormoni pronti per il crimine e gli stupri ! ma non certo a bruxelles o in vaticano o a casa dei politici ! e no.. troppe scorte pagate da noi poveri cristi
paco51
Gio, 27/04/2017 - 18:05
il problema è che non ci sono più i depositi. non c'è possibilità di sopravvivenza per noi!
MLADIC
Gio, 27/04/2017 - 18:13
Ringraziate le CAPRE del PD
Avrete provato tutti da piccoli a soffiare all’interno di una palla o di una camera d’aria.
Oppure riempirla d’acqua per lanciarla a mo’ di bomba.
La gomma ha un suo particolare carico di rottura. Si tende, si tende, ma poi al limite si rompe.
Quello che non sono riuscito a capire, ed ancora non capisco, è qual’è il carico di rottura della società italiana sottoposta a sforzo.
So che prima o poi il carico di rottura si verificherà, e tutto deflagrerà.
Ma non sono in grado di capire quale sia.
Basta leggere, ad esempio, i commenti incendiari, a seguito degli articoli dei STRUMPTRUPPEN.
Commenti
mbferno
Gio, 27/04/2017 - 15:54
DA NOTARE,e lo dice l'articolo,che i paesi da cui arrivano i manzi africani sono TUTTI paesi dove non c'è ALCUNA GUERRA!!!!! Ma vallo a spiegare a frate Imbroglio e alle capre komuniste.....
Memphis35
Gio, 27/04/2017 - 15:54
Anche la Spagna è vicina all'Africa. Ma lì l'"accoglienza" si fa a suon di cannonate. E, in questo caso l'Europa sta buona. Zitta e mosca!
hernando45
Gio, 27/04/2017 - 16:26
Continuerò a scriverlo qui all'INFINITO ITO ITO ITO ITO, piu ne vanno a prendere e piu se ne metteranno in viaggio!!! AMEN.
nopolcorrect
Gio, 27/04/2017 - 17:08
Ci stiamo africanizzando, evviva, per la gioia del Papampero, della papessina Gruber e del suo profeta Pagliaro.
antonmessina
Gio, 27/04/2017 - 17:42
ma li guardate in faccia? ma non fanno paura? giovani aitanti nullafacenti pieni di ormoni pronti per il crimine e gli stupri ! ma non certo a bruxelles o in vaticano o a casa dei politici ! e no.. troppe scorte pagate da noi poveri cristi
paco51
Gio, 27/04/2017 - 18:05
il problema è che non ci sono più i depositi. non c'è possibilità di sopravvivenza per noi!
MLADIC
Gio, 27/04/2017 - 18:13
Ringraziate le CAPRE del PD
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
.................TU PASSERAI PER IL CAMINO...............
Ultima ora•
barcone naufraga al largo della libia: almeno 30 morti e 200 dispersi, molti bambini
il Fatto Quotidiano
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
UncleTom ha scritto:.................TU PASSERAI PER IL CAMINO...............
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barcone naufraga al largo della libia: almeno 30 morti e 200 dispersi, molti bambini
il Fatto Quotidiano
Migranti, barcone naufraga al largo della Libia: almeno 30 morti e 200 dispersi. “La maggior parte di loro sono bambini”
Cronaca
di F. Q. | 24 maggio 2017
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Più informazioni su: Guardia Costiera, Libia, Migranti
Almeno 30 persone sono morte oggi nel naufragio di un barcone con a bordo circa 500 migranti diretto verso l’Italia, avvenuto a circa 30 miglia dalle coste libiche. Sono in corso le ricerche di altre decine di persone finite in acqua: si tratta di oltre 150 dispersi. Le operazioni sono coordinate dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera: in zona stanno operando nave Fiorillo, della stessa Guardia Costiera, un rimorchiatore e una nave di una organizzazione non governativa. Molte decine di persone sono state salvate, ma si temono altre vittime annegate. Circa 200 persone sono finite nel Mediterraneo dopo che un barcone è affondato, ha detto il comandante della Guardia costiera italiana, Cosimo Nicastro, a Reuters. I soccorritori del Moas hanno dichiarato di aver già recuperato 31 corpi. Per la ricerca di altri superstiti la centrale operativa di Roma della Guardia Costiera ha disposto che altre proprie unità ed altri mezzi navali raggiungano al più presto l’area del naufragio. Sono anche in corso le operazioni per soccorrere le altre persone rimaste sul barcone.
Le buone condizioni meteo hanno determinato oggi un consistente esodo di migranti dalla Libia verso l’Italia. La Guardia Costiera sta coordinando dall’alba almeno 15 operazioni di soccorso nei riguardi di oltre 1.700 persone che, a bordo di gommoni e piccole imbarcazioni, hanno lasciato le coste libiche puntando verso l’Italia.
La Guardia costiera libica ieri aveva bloccato 237 migranti su due barconi 12 miglia al largo di Sabratah, a ovest di Tripoli, secondo quanto ha detto il portavoce della Marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem. L’operazione in cui una motovedetta ha potuto “arrestare e salvare” i migranti: tra loro ci sono 20 donne e 15 bambini. Arrivano da Libia, Marocco, Africa subsahariana e Bangladesh. Mentre i due battelli venivano scortati verso terra, i loro motori si sono rotti ed è stato necessario far intervenire un rimorchiatore. “I migranti illegali”, dopo aver ricevuto “l’aiuto umanitario e medico necessario”, sono stati consegnati al “centro di accoglienza di Al Nasr facente capo all’Autorità della lotta contro l’immigrazione clandestina di Zawiya”, è scritto nel testo della Marina.
In mattinata era diventata pubblica la denuncia del capitano di una nave (la Iuventa) utilizzata dalla ong tedesca Jugend Rettet (“La gioventù salva”). “I membri di un motoscafo libico – ha detto il comandante Jonas – hanno sparato contro diverse barche sovraffollate di migranti, colpendole”. Su facebook il capitano riporta anche una foto nella quale “sulla destra del gommone si può vedere un uomo armato”. Secondo la testimonianza del capitano della Iuventa, “un motoscafo libico ha sparato una serie di colpi durante uno dei salvataggi. La situazione era sotto controllo finché non sono stati sparati i primi colpi e i rifugiati sono stati picchiati“, si legge nel post. “Un centinaio di persone in preda al panico sono saltate in acqua nel tentativo di raggiungere noi e la nave Aquarius”, imbarcazione di un’altra ong. “Due dei barconi sono stati riportati in Libia dall’equipaggio del motoscafo. Non sappiamo dire se ci siano stati morti o quanti possano essere, dovevamo fare attenzione a non essere colpiti anche noi dai proiettili”, aggiunge.
Sempre su Facebook, in un post precedente Jugend Rettet aveva riportato “testimonianze di diversi colpi d’arma da fuoco” nel corso dell’operazione di salvataggio di ieri. “Sono stati sparati da una nave con le insegne della Guardia Costiera libica e apparentemente erano indirizzati alle persone sui barconi. Inoltre, diverse barche sono state respinte in acque libiche dalla Guardia costiera libica. Una violazione del principio di non respingimento e dei diritti umani”. Ieri la nave Iuventa di Jugend Rettet e le navi Vos Hestia dell’ong Save the children e Aquarius dell’ong Sos Mediterranée hanno tratto in salvo circa 1000 migranti che si trovavano a bordo di sei gommoni e due barchini in navigazione verso l’Italia nel Mediterraneo centrale, in otto distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Capitaneria di porto da Roma. “Non abbiamo informazioni dirette” risponde prudente l’alta rappresentante della politica estera dell’Ue Federica Mogherini, anche se da sempre l’Unione Europea chiede alla Guardia costiera libica “di attenersi ai più alti standard di rispetto dei diritti umani”.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.
LORO I CATTIVI,.....NOI I BUONI....
....LA LUNGA CAMPAGNA ELETTORALE......
ALTRIMENTI COSA POTREBBERO RACCONTARE PER FAR VINCERE IL BANANA??????
I finanziamenti a pioggia?
È il business dei rimpatri
Cinque enti si spartiscono 12 milioni di euro. Presidente del Cir è l'ex Rai Zaccaria. Al Cies c'è la sorella della Melandri
di Antonella Aldrighetti
54 minuti fa
67
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ALTRIMENTI COSA POTREBBERO RACCONTARE PER FAR VINCERE IL BANANA??????
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