ISLAM
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ISLAM
IRAN
Pastore protestante "apostata"verso l'impiccagione se non abiura
L'allarme lanciato dalla comunità cristiana in Iran: potrebbe essere giustiziato giovedi Yousef Nadarkhani, giovane di Rasht che ha abbracciato il Cristianesimo fino a diventarne sacerdote. E per questo condannato a morte.
Questa è una delle tante notizie che arriva dai paesi in cui la religione di stato è l'Islam.
Noi in Europa adesso ci troviamo ad affrontare il problema del fondamentalismo islamico e del terrorismo che ne consegue. L'ultimo attentato a Stoccolma ci dice che nonostante il trattamento degli immigrati sia tra i migliori in Europa , ugualmente i cosìddetti foreign fighters (combattenti stranieri, dico cosiddetti perché più che combattenti mi sembrano degli invasati in preda a stupefacenti) sono tra i più numerosi del nostro continente.
Mi chiedo se sia possibile approvare una legge che proibisca di accettare in Europa i fondamentalisti islamici. Quando arrivano sul nostro suolo, qualora di fede islamica dovrebbero abiurare quella parte della loro religione contraria ai nostri principi, in caso contrario rimandarli NEI PAESI DI PROVENIENZA.
Pastore protestante "apostata"verso l'impiccagione se non abiura
L'allarme lanciato dalla comunità cristiana in Iran: potrebbe essere giustiziato giovedi Yousef Nadarkhani, giovane di Rasht che ha abbracciato il Cristianesimo fino a diventarne sacerdote. E per questo condannato a morte.
Questa è una delle tante notizie che arriva dai paesi in cui la religione di stato è l'Islam.
Noi in Europa adesso ci troviamo ad affrontare il problema del fondamentalismo islamico e del terrorismo che ne consegue. L'ultimo attentato a Stoccolma ci dice che nonostante il trattamento degli immigrati sia tra i migliori in Europa , ugualmente i cosìddetti foreign fighters (combattenti stranieri, dico cosiddetti perché più che combattenti mi sembrano degli invasati in preda a stupefacenti) sono tra i più numerosi del nostro continente.
Mi chiedo se sia possibile approvare una legge che proibisca di accettare in Europa i fondamentalisti islamici. Quando arrivano sul nostro suolo, qualora di fede islamica dovrebbero abiurare quella parte della loro religione contraria ai nostri principi, in caso contrario rimandarli NEI PAESI DI PROVENIENZA.
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Re: ISLAM
UncleTom ha scritto:Violenze in nome dell'islam
Le ragazze vogliono vivere all'occidentale e senza velo. Ma i genitori impongono la sharia. In una settimana cinque casi
di Giuseppe De Lorenzo
59 minuti fa
Velate di botte: la violenza in nome dell'islam
Le ragazze musulmane vogliono vivere all'occidentale e senza velo. Ma i genitori islamici le picchiano. In una settimana cinque casi
Giuseppe De Lorenzo - Lun, 17/04/2017 - 10:06
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Le grida di libertà diventano urla di dolore. Muoiono in gola, si perdono nelle mura di casa. La testa rasata, i pugni in faccia, le frustate sulla schiena fino a far sgorgare il sangue.
Ogni giorno aumenta il numero di ragazze musulmane che vivono in Italia, ma sono costrette dalle loro famiglie islamiche a seguire i dettami della cultura di origine (guarda il video).
La cronaca delle ultime settimane dimostra che esiste il problema "integrazione". Bella scoperta, direte. Certo: ma i casi di violenza degli ultimi giorni suonano come un pugno sul volto di chi non vuol capire che i moderni valori nostrani e quelli di estrazione musulmana cozzano. E non poco. Altro che multiculturalismo. Molte giovani musulmane vorrebbero "vestire all'occidentale", vivere come vivono i loro coetanei italiani. Innamorarsi di un cristiano, sposarsi per amore e non per costrizione. E invece nell'Europa delle libertà sono obbligate a indossare il velo, a maritarsi da bambine e a subire frustate dai genitori per i loro comportamenti fuori dai dettami coranici.
Non tutte le famiglie musulmane sono così, ovvio. Ma il problema esiste ed è folle nasconderlo. Chiedetelo a Fatima, la 14enne del Bangladesh cui la madre ha tagliato i capelli a zero. Appena uscita di casa, si toglieva il velo che era obbligata a mettere e mostrava ai compagni di classe la bella chioma. Era il suo piccolo segreto. Al suono della campanella si rimetteva l'hijab in testa e fingeva di apprezzare i dettami di Allah. Una sera la famiglia ha scoperto tutto. La madre le ha estirpato i capelli: uno ad uno, annullando la sua femminilità.
Quando intervistai un importante imam della setta dei Tabligh Eddawa, movimento radicale islamico, mi spiegò che il Corano prescrive di "battere le donne nei loro letti" per far capire loro gli "errori commessi". Se picchiate "senza esagerare", non si commette una violenza. Forse non la pensava così la 15enne marocchina di Pavia quando ha saggiato sul suo corpo indifeso le frustate del padre e le bastonate del fratello. "Non meriti di vivere, sei una putt..., se muori è meglio", le dicevano accusandola di avere comportamenti "troppo disinvolti". "Tu non sei come noi, vuoi essere come le tue amiche italiane, solo le putt... si vestono come te...". I giudici sono intervenuti per allontanarla dalla famiglia.
Un altro padre-padrone è il 38 kosovaro finito in manette a Siena. La figlia è arrivata a scuola piegata in due dalle botte e dolorante. La sua colpa? Non aver indossato il velo ed essere refrattaria nell'imparare a memoria il Corano. La polizia ha scoperto che la giovane "viveva in un contesto familiare isolato", "non poteva intrattenere alcun rapporto con i coetanei" e "doveva seguire i precetti più radicali della religione islamica". Tutti, nessuno escluso: a partire dalla subordinazione all'uomo.
Non è un caso quindi se nel Belpaese ogni anno circa 2mila bambine sono obbligate a sposare adulti che non hanno mai conosciuto. Vendute dalle loro famiglie come semplici oggetti. A Torino una 15enne egiziana ha chiesto aiuto ai servizi sociali per impedire che il padre la costringesse a sposare un uomo di 10 anni più grande di lei. Dalla disperazione ha pure tentato il suicidio. E la madre? Anche lei la isolava e la pestava, complice dell'orrore e guardiana dell'onore islamico della famiglia.
Di mogli e figlie picchiate perché preferiscono i jeans al burqa gli archivi della cronaca locale sono zeppi. E molte delle aggressioni rimangono relegate nelle silenziose mura domestiche. La settimana scorsa altri due casi: a Bassano del Grappa la ragazza si è presentata a scuola con il volto tumefatto per le botte prese dal padre musulmano; a Sant’Anastasia una 28enne ha rifiutato il burqa ed è stata chiusa in bagno dal marito 51enne che poi l'ha presa a calci e pugni. Perché per tante famiglie straniere in Italia, la Sharia è già legge. La legge della violenza.
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Re: ISLAM
MENTRE IL CRISTIANESIMO EVOLVE IN QUESTA DIREZIONE:
13 apr
Anche Gesù oggi ammetterebbe il divorzio. Lo dice uno della sua Compagnia
http://magister.blogautore.espresso.rep ... compagnia/
L’ISLAM E’ FERMO AL MEDIOEVO:
Il boom dei matrimoni forzati: delle spose bambine
L'ultimo caso è di una 15enne egiziana di Torino. Il Telefono Azzurro: "In crescita il fenomeno dei matrimoni forzati"
di Alessandra Benignetti
1 ora fa
122
dramma
13 apr
Anche Gesù oggi ammetterebbe il divorzio. Lo dice uno della sua Compagnia
http://magister.blogautore.espresso.rep ... compagnia/
L’ISLAM E’ FERMO AL MEDIOEVO:
Il boom dei matrimoni forzati: delle spose bambine
L'ultimo caso è di una 15enne egiziana di Torino. Il Telefono Azzurro: "In crescita il fenomeno dei matrimoni forzati"
di Alessandra Benignetti
1 ora fa
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Re: ISLAM
"L'islam è incompatibile con noi. Islamici non sono europei"
L'intervista al Foglio di Ferdinando Camon su mondo contadino, senso del sacro e islam: "Nessuno dei tre cardini dell’islam è compatibile con la costituzione italiana"
Rachele Nenzi - Mer, 10/05/2017 - 13:44
commenta
Ferdinando Camon è un letterato di altri tempi. E non ha timore di parlare di islam senza peli sulla lingua.
Intellettuale, scrittore, vincitore del premio Strega nel 1978 e autore di romanzi che hanno fatto la storia, come quel “Un altare per la madre” premiato con l'ambito riconoscimento. Almeno 17 opere e articoli su quotidiani come La Stampa, Le Monde e diversi quotidiani veneti. Già, perché Camon vive a Padova e continua a parlare del mondo che ha raccontato attraverso i suoi libri. In una recente intervista rilasciata al Foglio ha percorso tutti i temi a lui cari e dell'attualità, dalla fine del mondo contadino al senso del sacro. Passando per il nazismo, Pier Paolo Pasolini e Primo Levi. Infine, l'islam.
Sono forse queste dichiarazioni a rendere più rumorosa l'intervista dello scrittore. Camon, poco dopo l'attentato islamico alla redazione del quotidiano satirico Charlie Hebdo aveva detto che "questi sono in guerra con l’occidente e l’occidente non sa difendersi”. Oggi aggiunge una analisi in più, definendo l'islam incompatibile con il mondo occidentale. "Nessuno dei tre cardini dell’islam è compatibile con la costituzione italiana o francese o tedesca, eccetera - dice lo scrittore - Il fedele vale più dell’infedele, l’uomo vale più della donna, l’emirato vale più della democrazia, sono tre bestemmie costituzionali”". Ecco perché gli "islamici non possono essere cittadini europei". Analisi che si avvicina a quella di alcuni intellettuali definiti "di destra", anche se si discosta per quanto riguarda gli effetti delle migrazioni. “L’immigrazione continuerà - afferma Camon - ma in tre generazioni gli immigrati perderanno Allah. I miei contadini sono diventati borghesi, ma hanno perso Cristo".
Lo stesso tema lo ha ribadito in una ulteriore intervista su La Verità: "Gli immigrati perderanno questo Allah che è la fonte di tutto il loro essere e fare. Ma anche la nostra civiltà s’imbastardirà. Non sarà più una civiltà come vent’anni fa, cristiana, cattolica, costituzionalista. Già in chi accoglie questi migranti funziona l’idea, per me inammissibile, che non è indispensabile la loro adesione alla nostra Costituzione. Uno dei miei figli vive a Los Angeles. Quando ha fatto la pratica di cittadinanza, gli hanno dato il testo della Costituzione americana. Gli hanno lasciato un mese per studiarla e dopo lo hanno chiamato per interrogarlo. Non riesco a capire come a Londra possano esistere otto corti islamiche che emettono sentenze applicando la sharia. Che Stato è quello che ammette il funzionamento di un diritto altro rispetto al suo?".
L'intervista al Foglio di Ferdinando Camon su mondo contadino, senso del sacro e islam: "Nessuno dei tre cardini dell’islam è compatibile con la costituzione italiana"
Rachele Nenzi - Mer, 10/05/2017 - 13:44
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Ferdinando Camon è un letterato di altri tempi. E non ha timore di parlare di islam senza peli sulla lingua.
Intellettuale, scrittore, vincitore del premio Strega nel 1978 e autore di romanzi che hanno fatto la storia, come quel “Un altare per la madre” premiato con l'ambito riconoscimento. Almeno 17 opere e articoli su quotidiani come La Stampa, Le Monde e diversi quotidiani veneti. Già, perché Camon vive a Padova e continua a parlare del mondo che ha raccontato attraverso i suoi libri. In una recente intervista rilasciata al Foglio ha percorso tutti i temi a lui cari e dell'attualità, dalla fine del mondo contadino al senso del sacro. Passando per il nazismo, Pier Paolo Pasolini e Primo Levi. Infine, l'islam.
Sono forse queste dichiarazioni a rendere più rumorosa l'intervista dello scrittore. Camon, poco dopo l'attentato islamico alla redazione del quotidiano satirico Charlie Hebdo aveva detto che "questi sono in guerra con l’occidente e l’occidente non sa difendersi”. Oggi aggiunge una analisi in più, definendo l'islam incompatibile con il mondo occidentale. "Nessuno dei tre cardini dell’islam è compatibile con la costituzione italiana o francese o tedesca, eccetera - dice lo scrittore - Il fedele vale più dell’infedele, l’uomo vale più della donna, l’emirato vale più della democrazia, sono tre bestemmie costituzionali”". Ecco perché gli "islamici non possono essere cittadini europei". Analisi che si avvicina a quella di alcuni intellettuali definiti "di destra", anche se si discosta per quanto riguarda gli effetti delle migrazioni. “L’immigrazione continuerà - afferma Camon - ma in tre generazioni gli immigrati perderanno Allah. I miei contadini sono diventati borghesi, ma hanno perso Cristo".
Lo stesso tema lo ha ribadito in una ulteriore intervista su La Verità: "Gli immigrati perderanno questo Allah che è la fonte di tutto il loro essere e fare. Ma anche la nostra civiltà s’imbastardirà. Non sarà più una civiltà come vent’anni fa, cristiana, cattolica, costituzionalista. Già in chi accoglie questi migranti funziona l’idea, per me inammissibile, che non è indispensabile la loro adesione alla nostra Costituzione. Uno dei miei figli vive a Los Angeles. Quando ha fatto la pratica di cittadinanza, gli hanno dato il testo della Costituzione americana. Gli hanno lasciato un mese per studiarla e dopo lo hanno chiamato per interrogarlo. Non riesco a capire come a Londra possano esistere otto corti islamiche che emettono sentenze applicando la sharia. Che Stato è quello che ammette il funzionamento di un diritto altro rispetto al suo?".
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Re: ISLAM
"Ecco perché l'islam è una dittatura"
L'autore best seller, l'egiziano Abdel-Samad, denuncia: "I moderati non esistono". E accusa: "La vostra società consente ai fanatici di radicarsi"
Elena Barlozzari - Dom, 21/05/2017 - 07:57
commenta
La vocazione totalitaria dell'Islam spiegata, senza peli sulla lingua, attraverso le categorie del 900.
Questo azzardo fattosi best-seller è costato caro all'autore, l'egiziano Hamed Abdel-Samad, 42 anni ed una fatwa che lo insegue da quando tenne un discorso a Il Cairo definendo, per la prima volta, la «malattia» di cui l'Islam è affetto come «Fascismo Islamico» (Garzanti). Hamed, oggi, si sposta per l'Europa assieme alla scorta per raccontare la sua «eresia»: «L'Islam moderato non esiste».
Perché «fascismo islamico»?
«In effetti bisognerebbe parlare di totalitarismo islamico: ovunque fascisti, comunisti e islamisti abbiano preso il potere, le società sono diventate prigioni a cielo aperto».
Su di lei «pesa» una fatwa.
«Significa che nei miei confronti è stata emessa una condanna di morte e che ogni musulmano credente ha il diritto di uccidermi. I jihadisti tedeschi hanno cercato di assassinarmi, da allora vivo sotto scorta».
Si aspettava una simile accoglienza?
«Ho abbandonando l'Egitto sperando di poter vivere e pensare in libertà: invece, mi sono ritrovato in una società che, in nome della tolleranza, consente ai fanatici di fare proselitismo e radicarsi».
Come vive un sorvegliato speciale?
«Non vive».
La «lezione» delle primavere arabe non è un'altra?
«Le primavere arabe, come un terremoto, hanno messo in luce le crepe di un mondo. O si decide di abbattere la casa e ricostruirla nuova, oppure si dà una semplice ritinteggiata. Far cadere un leader e sostituirlo con un altro, se non c'è un cambio di mentalità, non ha senso».
Perché l'Islam moderato non esiste?
«Parto da una premessa: ci sono dei musulmani moderati, ma non sono tali grazie all'Islam, semmai a dispetto di questo. L'Islam come entità politica, invece, sfocia sempre nella dittatura. Il termine Islam moderato è un'invenzione degli occidentali: coniato soprattutto a beneficio di Erdogan che, salito al potere, ha iniziato ad imporre leggi dal sapore islamista».
Lei è stato ribattezzato il Saviano d'Egitto. Lo sa che con le sue teorie rischia l'accusa di islamofobia?
«Sì. Ma la parola fobia significa paura senza una spiegazione. Se osserviamo quel che accade oggi, invece, i motivi per guardare all'Islam con diffidenza sono tantissimi. In Germania dicono che il mio libro è un'istigazione alla violenza, ma il mio libro non ha ucciso nessuno, mentre, quotidianamente, vedo persone morire in nome del Corano».
A due anni dalla strage di Charlie Hebdo continua a scorrere sangue innocente. Dove abbiamo sbagliato?
«Nel considerare l'Islam alla stregua di qualsiasi altra religione, nel chiudere un occhio di fronte alla sua connotazione totalitaria, dando più attenzione ai sentimenti dei musulmani che ai principi fondanti dell'Europa.
L'autore best seller, l'egiziano Abdel-Samad, denuncia: "I moderati non esistono". E accusa: "La vostra società consente ai fanatici di radicarsi"
Elena Barlozzari - Dom, 21/05/2017 - 07:57
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La vocazione totalitaria dell'Islam spiegata, senza peli sulla lingua, attraverso le categorie del 900.
Questo azzardo fattosi best-seller è costato caro all'autore, l'egiziano Hamed Abdel-Samad, 42 anni ed una fatwa che lo insegue da quando tenne un discorso a Il Cairo definendo, per la prima volta, la «malattia» di cui l'Islam è affetto come «Fascismo Islamico» (Garzanti). Hamed, oggi, si sposta per l'Europa assieme alla scorta per raccontare la sua «eresia»: «L'Islam moderato non esiste».
Perché «fascismo islamico»?
«In effetti bisognerebbe parlare di totalitarismo islamico: ovunque fascisti, comunisti e islamisti abbiano preso il potere, le società sono diventate prigioni a cielo aperto».
Su di lei «pesa» una fatwa.
«Significa che nei miei confronti è stata emessa una condanna di morte e che ogni musulmano credente ha il diritto di uccidermi. I jihadisti tedeschi hanno cercato di assassinarmi, da allora vivo sotto scorta».
Si aspettava una simile accoglienza?
«Ho abbandonando l'Egitto sperando di poter vivere e pensare in libertà: invece, mi sono ritrovato in una società che, in nome della tolleranza, consente ai fanatici di fare proselitismo e radicarsi».
Come vive un sorvegliato speciale?
«Non vive».
La «lezione» delle primavere arabe non è un'altra?
«Le primavere arabe, come un terremoto, hanno messo in luce le crepe di un mondo. O si decide di abbattere la casa e ricostruirla nuova, oppure si dà una semplice ritinteggiata. Far cadere un leader e sostituirlo con un altro, se non c'è un cambio di mentalità, non ha senso».
Perché l'Islam moderato non esiste?
«Parto da una premessa: ci sono dei musulmani moderati, ma non sono tali grazie all'Islam, semmai a dispetto di questo. L'Islam come entità politica, invece, sfocia sempre nella dittatura. Il termine Islam moderato è un'invenzione degli occidentali: coniato soprattutto a beneficio di Erdogan che, salito al potere, ha iniziato ad imporre leggi dal sapore islamista».
Lei è stato ribattezzato il Saviano d'Egitto. Lo sa che con le sue teorie rischia l'accusa di islamofobia?
«Sì. Ma la parola fobia significa paura senza una spiegazione. Se osserviamo quel che accade oggi, invece, i motivi per guardare all'Islam con diffidenza sono tantissimi. In Germania dicono che il mio libro è un'istigazione alla violenza, ma il mio libro non ha ucciso nessuno, mentre, quotidianamente, vedo persone morire in nome del Corano».
A due anni dalla strage di Charlie Hebdo continua a scorrere sangue innocente. Dove abbiamo sbagliato?
«Nel considerare l'Islam alla stregua di qualsiasi altra religione, nel chiudere un occhio di fronte alla sua connotazione totalitaria, dando più attenzione ai sentimenti dei musulmani che ai principi fondanti dell'Europa.
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Re: ISLAM
MA COME???..............IL GRAN BERLUSCONE CHE GUIDA L'INVINCIBILE ARMADA DEL CENTRODESTRA IN PARLAMENTO NON E' MINIMAMENTE IN GRADO DI PORVI RIMEDIO????
COSA CI STA' ALLORA A FARE IL CD??????
Quel virus dentro l'islam
La verità che i buonisti non dicono: l'islam e la sua comunità laica sono state infettate e, quindi, vanno messe in quarantena
Alessandro Sallusti - Gio, 25/05/2017 - 17:45
commenta
Non era solo, ovviamente, il terrorista della strage di Manchester. Ieri hanno arrestato il padre (un predicatore islamico), il fratello e altri conoscenti.
Tutta gente che nella migliore delle ipotesi appunto conosceva le intenzioni criminali del congiunto e quanto meno ha taciuto, anche se è evidente che qualcuno ha materialmente collaborato all'attentato. Altro che «cani sciolti» e disquisizioni sulle prime e seconde generazioni. Dentro la comunità islamica apparentemente integrata ci sono sacche pericolose pronte a esplodere quando e dove meno te lo aspetti. Sono sacche che il più delle volte - anche in questa - vengono individuate dai servizi ma poi la cosa finisce lì. Non tanto per mancanza di mezzi e risorse ma perché le leggi ordinarie - soprattutto se parliamo di soggetti con regolare cittadinanza - impediscono nella maggior parte dei casi di andare oltre un generico stato di allerta.
Questo per dire che l'attentato di Manchester non sarebbe andato a buon fine se l'Europa tutta si fosse dotata di leggi speciali che permettessero di arrestare, o comunque neutralizzare, persone anche solo sospettate di avere a che fare con l'Isis, un po' com'è avvenuto in Italia ai tempi del terrorismo politico e come in parte ancora avviene nella lotta alle mafie.
Il problema, tecnicamente, non sarebbe complicato da affrontare. È che manca la volontà politica, perché il farlo sarebbe ammettere che una religione, l'islam, e la sua comunità laica sono state infettate e che, quindi, vanno messe in quarantena.
A questa via non c'è alcuna alternativa, a meno di non volere continuare a contare i nostri morti. E scoprire ogni volta a cose fatte che sapevamo tutto prima, tutto meno il giorno e il posto esatto. La sicurezza nazionale non può continuare a essere una lotteria dove ogni tanto vinci ma il più delle volte perdi. Di questo dovrebbero parlare, i grandi del mondo al G7 che si apre domani a Taormina. Il resto, di fronte alle foto dei ragazzi di Manchester, ci appassiona davvero poco.
COSA CI STA' ALLORA A FARE IL CD??????
Quel virus dentro l'islam
La verità che i buonisti non dicono: l'islam e la sua comunità laica sono state infettate e, quindi, vanno messe in quarantena
Alessandro Sallusti - Gio, 25/05/2017 - 17:45
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Non era solo, ovviamente, il terrorista della strage di Manchester. Ieri hanno arrestato il padre (un predicatore islamico), il fratello e altri conoscenti.
Tutta gente che nella migliore delle ipotesi appunto conosceva le intenzioni criminali del congiunto e quanto meno ha taciuto, anche se è evidente che qualcuno ha materialmente collaborato all'attentato. Altro che «cani sciolti» e disquisizioni sulle prime e seconde generazioni. Dentro la comunità islamica apparentemente integrata ci sono sacche pericolose pronte a esplodere quando e dove meno te lo aspetti. Sono sacche che il più delle volte - anche in questa - vengono individuate dai servizi ma poi la cosa finisce lì. Non tanto per mancanza di mezzi e risorse ma perché le leggi ordinarie - soprattutto se parliamo di soggetti con regolare cittadinanza - impediscono nella maggior parte dei casi di andare oltre un generico stato di allerta.
Questo per dire che l'attentato di Manchester non sarebbe andato a buon fine se l'Europa tutta si fosse dotata di leggi speciali che permettessero di arrestare, o comunque neutralizzare, persone anche solo sospettate di avere a che fare con l'Isis, un po' com'è avvenuto in Italia ai tempi del terrorismo politico e come in parte ancora avviene nella lotta alle mafie.
Il problema, tecnicamente, non sarebbe complicato da affrontare. È che manca la volontà politica, perché il farlo sarebbe ammettere che una religione, l'islam, e la sua comunità laica sono state infettate e che, quindi, vanno messe in quarantena.
A questa via non c'è alcuna alternativa, a meno di non volere continuare a contare i nostri morti. E scoprire ogni volta a cose fatte che sapevamo tutto prima, tutto meno il giorno e il posto esatto. La sicurezza nazionale non può continuare a essere una lotteria dove ogni tanto vinci ma il più delle volte perdi. Di questo dovrebbero parlare, i grandi del mondo al G7 che si apre domani a Taormina. Il resto, di fronte alle foto dei ragazzi di Manchester, ci appassiona davvero poco.
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