Renzi

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UncleTom
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Re: Renzi

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REPUBBLICA ITALIANA : ULTIMO ATTO




UNA NOTIZIA INCOMPLETA


31 lug 2017 14:05

RENZI SENZA VERGOGNA

– UN SEGRETARIO DI PARTITO CHE “DIFENDE” MACRON SU FINCANTIERI (“FA SOLO L’INTERESSE DEL SUO PAESE”) E BOMBARDA GENTILONI/CALENDA (“IL PROBLEMA È UN GOVERNO ITALIANO DEBOLE’’) NON SI ERA MAI VISTO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE

– ORA IL CAZZARO DI RIGNANO VA A FARE BUONA COMPAGNIA A ENRICO LETTA CHE, IN ATTESA MAGARI DI UN POSTO, DA UN PEZZO SU “LE MONDE” LECCA LA SUOLA DELLE SCARPINE DI MACRON



francesca schianchi http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2017 ... ende.shtml

«Da me una parola contro Macron non l’avrete mai. Il presidente francese fa il suo interesse nazionale: il problema piuttosto è un governo italiano debole». Se non vogliono essere un attacco al premier Paolo Gentiloni - «facciamogli un applauso» - le prime parole del segretario del Pd Matteo Renzi sulle tante occasioni di scontro tra Italia e Francia degli ultimi giorni assomigliano però a una critica all’irresolutezza italiana.

Da qualche giorno il leader del Pd pensava a come intervenire. Dopo il vertice parigino sulla Libia da cui Roma è stata esclusa e la marcia indietro del capo del governo libico al-Sarraj sulle nostre navi nelle acque di Tripoli, poi parzialmente rientrata, venerdì mattina Renzi avrebbe dovuto rilasciare un’intervista in radio.

L’ha annullata all’ultimo minuto, per evitare di lasciarsi andare a commenti infuriati su Parigi e ancor di più a polemiche con Palazzo Chigi. Si è preso ancora un paio di giorni per pensarci, e ieri, nella pineta della Versiliana, sotto un sole ancora torrido nonostante l’ora, alla presentazione del suo libro “Avanti” moderata dal direttore della Stampa, Maurizio Molinari, ha cercato di dirla così: il problema non è l’attivismo di Macron, ma la fragilità di un governo che, non per colpa di chi lo guida, ha un orizzonte molto breve davanti a sé.

«Abbiamo sempre detto che, dopo il referendum, l’Italia avrebbe attraversato un periodo di debolezza, soprattutto a livello internazionale. Quello che sta facendo Macron era prevedibile, non ho niente contro di lui», risponde a precisa domanda sulle tensioni sulla rotta Parigi-Roma: «Il punto è che l’Italia deve andare a testa alta, noi ci siamo presi la flessibilità a sportellate» ma «questo governo ha davanti cinque o sei mesi», e in Europa «contano i rapporti di forza».

Non è colpa insomma di Gentiloni, ci tiene a chiarire («avrà sempre la mia amicizia e il mio sostegno») ma di un governo strutturalmente debole, se le tensioni si moltiplicano e Parigi sembra talvolta farci lo sgambetto. Come reagirebbe lui è facilmente immaginabile, per chi ricorda il Consiglio europeo di Bratislava di un anno fa in cui attaccò clamorosamente le conclusioni del vertice e anche gli alleati Francia e Germania, ma davanti alla platea accaldata di Marina di Pietrasanta, tra cui la moglie Agnese e la figlia Ester, renziani della prima ora come Simona Bonafè, il sottosegretario franceschiniano Giacomelli, l’ex lettiano Sanna, evita consigli a Gentiloni, «sa benissimo cosa fare».

«Macron fa una battaglia su Fincantieri? Bene, le regole europee lo consentono: consentiranno anche a noi di fare battaglie su altre partite», posto che nella prossima legislatura «abbiamo bisogno di un governo che abbia un progetto forte e autorevole nel rapporto con l’Europa». E se non è pensabile una ritorsione verso la Francia nazionalizzando Telecom («nessuno immagina di farlo») si può fare invece, propone il leader dem, «un ragionamento attorno a Cassa depositi e prestiti sulla rete, perché la rete è un asset fondamentale per il futuro del Paese».

Mescola futuro e passato nel suo discorso il segretario dem. Critiche a chi «va via col broncio, quando dopo che hai servito il Paese devi solo dire grazie» (riferimento chiaro al suo predecessore a Palazzo Chigi, Enrico Letta), punzecchiature agli scissionisti del Pd che hanno fondato un altro partito («se ne sono andati per paura delle primarie, auguri!»), bordate contro il M5S («un movimento eterodiretto che confonde il Cile col Venezuela»), dichiarazioni di fiducia per un Pd «diga contro i populismi». E c’è anche del personale, quando si tocca il tema degli sms fra lui e suo papà Tiziano intercettati e finiti ieri sulle pagine del Fatto quotidiano.

«Non so cosa accadrà quando e se mio padre, che è stato pedinato come un camorrista, sarà archiviato per la seconda volta. Dimostreranno che le intercettazioni erano regolari: non hanno rilevanza penale, chi le pubblica spiegherà perché le pubblica». Ma sul caso Consip dice di più: «Questa storia non può oscurare la vera storia: la Procura sospetta siano stati manomessi documenti e prove dell’allora presidente del consiglio: questo è tecnicamente un atto eversivo». Se qualcuno lo ha commesso, insiste, dovrà pagare: trovarlo per la magistratura non sarà difficile, si augura, «hanno lasciato più tracce di Pollicino».
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Re: Renzi

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REPUBBLICA ITALIANA: ULTIMO ATTO


Sergio Rizzo l’ha chiamata un anno fa, titolando il suo ultimo libro, “LA REPUBBLICA DEI BROCCHI”

Io sostengo invece che questa sia stata trasformata in una GRANDE MERLOCRAZIA.

Un allevamento gigantesco di merli, che in questo momento viene gestito da quattro diversi attori in lotta tra di loro, per occupare la sedia del comando.


Uno di questi è Pinocchio Mussoloni.




31 lug 2017 19:36
LA PROVA PROVATA CHE RENZI E’ UN CAZZARO STRAPPATO DAL FLIPPER DEL BAR DI RIGNANO? SCESO DAL PALCO DELLA VERSILIANA, PER NON RISPONDERE A UNA DOMANDA, BULLEGGIA STRAPPANDO IL MICROFONO ALL’INVIATA DE LA7, LO LANCIA TRA LA FOLLA E LO FA CADERE
- VIDEO
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 153449.htm


http://video.corriere.it/renzi-vena-sch ... 2f41c1edd8

Renzi in vena di scherzi: strappa microfono all’inviata de La7, lo lancia tra la folla e lo fa cadere. Alla Versiliana a Marina di Pietrasanta, il segretario del Pd ha dribblato le domande dell’inviata de «L’Aria che tira», Susanna Bonfanti , passando la palla (in questo caso il microfono) al al sottosegretario delle Telecomunicazioni, Antonello Giacomelli che però non l’ha raccolta.
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REPUBBLICA ITALIANA: ULTIMO ATTO



”. Nel pomeriggio è atteso Matteo Renzi. Ma alla base piace? “E’ il segretario del partito” tagliano corto le volontarie


Questa è una fase classica di quando il mondo va sottosopra, non si capisce più niente e prevale il Kaos.





IlFattoQuotidiano.it / Politica


Alla festa dell’Unità di Livorno poca gente e ideali confusi: “Migranti? Mandiamoli a zappare la terra”. “Tornino a casa loro”



Video

03:10
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08 ... o/3778721/


di Emilia Trevisani | 6 agosto 2017

commenti (22)
 56


Più informazioni su: Festa del PD, Immigrazione, Livorno, PD


A Livorno la festa dell’Unità è lo spettro di quello che è stata in passato. Poca gente. Ideali confusi. Molti non hanno riconosciuto le parole del segretario e di fronte all'”Aiutiamoli a casa loro” di Renzi hanno attribuito l’esternazione al Matteo sbagliato (Salvini), tra i frequentatori della festa c’è chi afferma che i migranti “vanno mandati a casa loro a zappare la terra” e che “con l’andare del tempo dovremo armarci“.

Per alcuni “prima era più grande, più sentita, più forte”, per altri era semplicemente meglio “quando c’era il Pc“. A parlare sono i partecipanti e i volontari della festa dell’Unità di Livorno, ex roccaforte rossa oggi amministrata dal M5s. Dalla cucina della festa, mentre è in corso la preparazione della cena, provano a spiegare il calo della partecipazione: “Ogni circolo aveva il suo stand e poi piano piano da dopo i cambiamenti che ci sono stati nel partito molti circoli hanno chiuso e molte persone le abbiamo perse per strada”. Nel pomeriggio è atteso Matteo Renzi. Ma alla base piace? “E’ il segretario del partito” tagliano corto le volontarie mentre il perimetro della festa viene presidiato da diversi mezzi delle forze dell’ordine, anche via mare con un gommone.
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Re: Renzi

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C’è chi da piccolo s’innamora della fiaba di Cappuccetto Rosso e anche da adulto e adulto avanzato non l’abbandona mai.

“Nonna,…ma che occhi grandi hai!!!!!!!!!!!!!!!!!”

E’ PER GUARDARTI MEGLIO!!!!

“Nonna,….ma che orecchie grandi hai!!!!!!!!!!!!!!”

E’ PER SENTIRTI MEGLIO!!!!

“Nonna,…ma che bocca grande hai!!!!!!!!!!”

E’ PER MANGIARTI MEGLIO!!!!


E chi, per lotta politica per la poltrona del capo, fa finta di non sapere come stanno le cose.


Pinocchio Mussoloni è un’avventuriero di destra, che come il lupo di Cappuccetto Rosso si è travestito da sinistra per mangiarla meglio (farla fuori).

Se è cresciuto nell’area fiorentina lo deve al massone della P2, Denis Verdini.

L’elezione a sindaco di Firenze la deve a Verdini, che ha chiesto a Berlusconi di contra porgli ai tempi uno scartino affinché potesse vincere sicuro, per poi essere lanciato nella politica nazionale.

Grazie alla massoneria di destra, King George, massone pure lui della Three eyes, è stato preferito a Enrico Letta che governava senza infamia e senza lode.

Spacciarlo di “sinistra” è semplicemente ridicolo.

Se Mussoloni è di sinistra, allora io sono un cammello con 10 gobbe, con il collo da giraffa, le orecchie da elefante, e la coda da coccodrillo, da esibire nei circhi equestri.





Perché Renzi si è fermato ad Amatrice
Un post terremoto meritava ben altra attenzione, al di là delle frequenti passerelle sul posto ad uso propagandistico
Alessandro Sallusti - Mar, 15/08/2017 - 17:11

commenta

Un anno fa in questi giorni, all'indomani del terremoto che devastò ampie zone dell'Italia centrale, titolammo il Giornale: «Forza Renzi».
Era un segnale di fiducia all'allora premier e a tutta la classe politica. Intendevamo dire: di fronte a tanta sofferenza e a tanta necessità di soccorso, che nessuno provi a utilizzare una tragedia per fini di parte. Devo dire che così è stato. La sinistra di governo ha avuto dalla sua - su questo tema - tutta l'opinione pubblica e tutti i numeri parlamentari per affrontare e risolvere l'emergenza nei tempi e nei modi che quella gente meritava da un Paese serio, ricco e solidale. Se purtroppo non è andata così - e certamente non è andata come avrebbe dovuto e potuto - la colpa è quindi solo di chi aveva il comando delle operazioni e non è stato all'altezza. Cioè del governo Renzi e del Pd, partito di maggioranza che affidò a un suo uomo di punta, Vasco Errani, il mandato di commissario straordinario per la ricostruzione.
Non si esagera se si sostiene che di fatto non ha funzionato nulla, a parte la gestione della primissima emergenza. Dallo sgombero delle macerie (ancora oggi accatastate ovunque) agli aiuti alle poche aziende sopravvissute, dall'insediamento dei prefabbricati alla loro assegnazione fino ai promessi ma non attuati sgravi fiscali, tutto è ancora in alto mare. E il motivo purtroppo è semplice: Renzi e il suo partito avevano la testa altrove. Dalla scorsa estate sono stati in perenne campagna elettorale, prima per quel disgraziato referendum (peraltro perso), poi per le primarie interne, quindi per la scissione e ora per le prossime, imminenti, elezioni politiche.
Nessuna azienda, figuriamoci un Paese, può affrontare con successo un'emergenza se il capo non è sul pezzo da mattina a sera. E un post terremoto meritava ben altra attenzione, al di là delle frequenti passerelle sul posto ad uso propagandistico. Questa è stata probabilmente la colpa più grave di Renzi durante la sua breve ma intensa stagione al potere. In questo campo promettere e non mantenere - vedi le esenzioni fiscali - è addirittura cinico. Qui non sono mancati i soldi, nonostante i miliardi distratti in emergenze meno vicine. Sono mancati senso di responsabilità, capacità e amor di Patria. Cioè è mancato quasi tutto

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 30980.html
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Re: Renzi

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REPUBBLICA ITALIANA: ULTIMO ATTO (SENZA SPERANZA ALCUNA)

I QUATTRO CAVALIERI TROMBONI DELL’APOCALISSE PROSSIMA VENTURA





IL TROMBONE DI RIGNANO



Ieri:

L’economia italiana, nel secondo trimestre, è cresciuta più del previsto: l’aumento del pil dell’1,5% registrato dall’Istat rispetto allo stesso periodo del 2016 è il più alto dai sei anni a questa parte. Il Pd, puntualmente, festeggia il “grande risultato ottenuto grazie alle riforme del governo Renzi e proseguite da quello Gentiloni“. L’ex premier Matteo Renzi sostiene che “la realtà ha smentito i gufi“.[/size]




Questi, invece, sono i dati reali:



17 ago 2017 08:50
1. LA FOLLIA DI MAURIZIO DIOTALLEVI E’ NATA DALL’INDIGENZA E DA UNA CONVIVENZA-INCUBO CON LA SORELLA NICOLETTA: I DUE, A CORTO DI SOLDI, ERANO COSTRETTI A DIVIDERE CASA


2. L’UOMO AVEVA UN PIANO, SOSTENGONO GLI INQUIRENTI: SI È PROCURATO LA SEGA E I SACCHI. HA STRETTO LE MANI AL COLLO DELLA DONNA, L’HA FATTA A PEZZI, PERCHÉ ERA PIÙ FACILE PORTARLA VIA. POI HA PULITO IL SANGUE, CON METICOLOSITÀ FINO A FAR SPARIRE OGNI TRACCIA


3. HA DETTO AGLI AGENTI: “MI TRATTAVA COME UN RAGAZZINO”. CIOEì GLI DAVA I SOLDI PER VIVERE, E LE COSTAVA FATICA: FACEVA LA BABY-SITTER, LE PULIZIE, TENEVA LEZIONI DI YOGA. LUI CONSULENTE WEB MARKETING PER AZIENDE AVEVA POCHI GUADAGNI, QUASI NESSUNO...



1 - MAURIZIO E NICOLETTA, POCHI SOLDI E UN INFERNO DI 100 METRI QUADRI
Maria Lombardi per “il Messaggero”

Vivevano insieme da anni, ma mai una volta che li vedessero uscire insieme. Maurizio e Nicoletta, i fratelli del pianoterra, vicini per necessità e ormai troppo lontani. Dividevano l'appartamento di meno di cento metri quadrati nel condominio di via Reni, case un tempo degli ufficiali dell'esercito e ora riscattate. Non avevano altra scelta, quella convivenza era una condanna per entrambi e insieme una salvezza, almeno non c'era l'affitto da pagare.

E insieme a quello spazio dove erano cresciuti e tutto era rimasto fermo, dividevano anche il silenzio di lunghe giornate, gli scatti di rabbia soprattutto di lui e i malumori sempre più frequenti. Niente urla, i vicini dicono che non si sentivano litigi nella scala C. Tutto normale dietro le finestre che danno sul cortile. C'è chi li ricorda bambini, i tre figli dell'ufficiale Diotallevi (Maura, la più piccola non abita lì da tempo) educati con i valori di una volta. Brave persone, e come puoi immaginare una cosa così.

Nel silenzio della normalità, al pianterreno del civico 22b di via Guido Reni, l'insofferenza ha continuato a dilatarsi e occupare tutto lo spazio che c'è. Ed è diventata follia. Maurizio aveva un piano, sostengono gli inquirenti: si è procurato la sega, i sacchi. Stringe le mani al collo di Nicoletta, la fa a pezzi, perché è più facile portarla via. Poi pulisce il sangue, con meticolosità fino a far quasi sparire ogni traccia.

Nel vuoto di ferragosto, con il cortile del condominio senza alcun rumore, nella casa al pianterreno torna un'apparente normalità. C'era l'odio chissà quanto lontano, e in più i problemi di tutti i giorni da risolvere, i soldi non bastavano. Maurizio, 62 anni, non ne aveva mai. Nicoletta, 59, si arrangiava come poteva. Affittavano una stanza della casa agli studenti per guadagnare qualcosa in più. Era lei a gestire tutte le spese, e non era solo questo.

Diventava sempre più faticoso dividere la vita con quel fratello difficile e tanto arrabbiato, imprevedibile nei suoi scatti d'ira e poi di colpo taciturno. Sempre stato un problema, in casa, Maurizio. «Lei mi trattava come un ragazzino», dice lui durante l'interrogatorio. La sorella più piccola che dava al fratello più grande i soldi per vivere, e le costava fatica. Faceva la baby-sitter, la donna delle pulizie, teneva lezioni di yoga, qualsiasi cosa era buona per racimolare qualche euro in più, sempre in giro con la sua 600.

Consulente web marketing per aziende e professionisti, titolare di Emmedicom, c'è scritto sul suo profil Linkedln di Maurizio, ha lavorato per Vodafone, PosteMobile BtItalia, Wind, attualmente per Club4business. Pochi guadagni, quasi nessuno, e sempre più contrasti tra i due. Su facebook lui parla di «persone negative, tossiche», e dice che è meglio lasciarle, scrive che chi difende gli animali è un criminale e critica i grillini.

Nonostante i guai economici, mai una rata del condominio saltata. Tutti nel palazzo però sapevano che i fratelli erano «quasi indigenti». E si capiva anche da come vestivano, abiti usati e consumati. Lui usciva spesso con una borsa da lavoro, lei la incrociavano con la sacca per lo yoga e la tuta per il tai chi, diceva che questa disciplina aiuta molto a ottenere l'equilibrio.

Maurizio ha quasi sempre vissuto in quella casa, prima con i genitori, poi solo con la madre e dal 2004, da quando lei non c'era più, con la sorella Nicoletta che aveva deciso di trasferirsi lì. Maura, l'altra sorella di 55 anni, vive per i fatti suoi, per un periodo anche lontano da Roma. L'appartamento assegnato agli ufficiali dell'esercito era passato poi all'Ater e acquistato dalla vedova poco prima di morire.

Maurizio, un tipo particolare, magro magro, con la barbetta brizzolata. Troppo debole forse per riuscire ad andar via dal palazzo dell'esercito. Una famiglia aveva provato a costruirsela, ma era andata male. Ha divorziato, ma con il figlio Giacomo di 19 anni è in buoni rapporti, l'hanno visto appena due settimane fa andare a trovare il padre. Della vita privata di Nicoletta poco si sa, la ricordano sempre sola, mai un uomo accanto. E adesso quella difficile convivenza che la tormentava.

Maurizio e Nicoletta, così diversi. Lui taciturno, gentile ma sempre per i fatti suoi. Lei più solare e sorridente, chiacchierava con i vicini, andava alle assemblee del condominio, aveva una vita piena. Poche ore prima dell'omicidio, un amico ha visto il fratello uscire da casa, sembrava sereno, ha fatto anche una battuta, strana cosa per Maurizio che non scherzava mai. Ha incrociato intorno all'ora di pranzo anche Nicoletta, scendeva dalla macchina, sorrideva anche lei. Poco dopo, il massacro.



2 - «ALLA VIGILIA DEL DELITTO L'ASSASSINO SORRIDEVA»
Maria Lombardi e Camilla Mozzetti per “il Messaggero”


«Soltanto l'altro ieri (nel giorno della vigilia di Ferragosto ndr) Maurizio sorrideva, stava rientrando a casa con quel barboncino che aveva preso da poco, sorrideva con altri condomini e gli avrei anche voluto fare una battuta sul quel cane che era lo stesso che aveva quando era ragazzo, ma non ne ho avuto il tempo».

Gianmaria Piccinno è affacciato alla finestra del suo appartamento in via Guido Reni 22/b. Si tiene le braccia strette ai fianchi, incrociate quasi a difendersi dalla notizia di un orrore che non riesce a spiegare. «Con i Diotallevi racconta ci sono cresciuto, era una famiglia normale, tre fratelli, un padre ufficiale dell'Esercito, come il mio, che per diversi anni era anche andato in missione in Belgio, non riesco a credere che Maurizio abbia fatto una cosa simile». Già, Maurizio.

Quell'uomo minuto, dal fisico sciupato, con la barba perennemente incolta di due giorni e i capelli ormai brizzolati. Sessantadue anni, un figlio diciottenne, Giacomo, che vedeva però di rado dopo che la compagna l'aveva lasciato quando la madre era ancora in vita e se n'era andata via da quell'appartamento al quartiere Flaminio. Una vita apparentemente normale, la sua.

Almeno questa era l'impressione che gran parte delle 45 famiglie residenti in via Guido Reni 22/b avevano di lui. «Ma poi che vuole commenta una residente non si sa mai quello che può accadere dentro le mura domestiche». Quando le porte e le finestre si chiudono e dentro c'è spazio e tempo per grandi gioie ma anche per enormi drammi.

«Che io ricordi aggiunge Giorgio, un altro inquilino della palazzina, un tempo Incis, gestita negli anni Cinquanta del secolo scorso dal Ministero dell'Interno come alloggio per ufficiali e militari Maurizio non aveva un lavoro stabile, quella che portava i soldi a casa era Nicoletta, credo avessero alcuni problemi economici, tanto che in passato avevano anche subaffittato una stanza a degli studenti». Li vedevano, Nicoletta di più.

«Era una donna solare, faceva molte cose, credo però aggiunge un'altra inquilina appena rientrata dalle vacanze che fossero in crisi, problemi di denaro, lo capivi dal ricordo di quella che era la loro famiglia e quelli che erano diventati loro due negli ultimi anni e poi si vociferava nel palazzo che litigassero di continuo». Sempre Nicoletta e Maurizio. Loro due, soli. Lui che al mattino usciva sempre con una valigetta 24 ore stretta tra le mani, dai bordi però sbeccati e consunti.

«Con una giacca che si vedeva, era stata indossata troppe volte». Lei, Nicoletta, che aveva varcato la soglia dell'appartamento di circa 100 mq nella scala C del condominio nel 2004, quando la madre era scomparsa dopo aver riscattato il vano immobiliare, e lei era tornata a vivere con il fratello che, invece, non si era mai spostato da via Guido Reni. «I soldi a fine mese, li portava lei prosegue Giorgio era una donna dignitosa, lavorava nel commercio, vendeva quando le capitava abiti, ma faceva anche altri lavoretti e rispettava tutte le scadenze nei pagamenti del condominio, non c'era mai un ritardo».
I residenti escono sconvolti, sotto choc da quel palazzo che sta proprio attaccato al reparto volanti della polizia di Stato. «Abito al quinto piano, Nicoletta a volte la incontravo il sabato quando andavo a fare la spesa, una donna molto cordiale, il fratello un po' più taciturno, discreto commenta un'altra residente ci davamo solo del lei, sono cresciuti anche con l'altra sorella, Maura, insieme al mio ex marito, non posso credere che sia successa una cosa simile».

Nessuno ha sentito nulla o ha visto qualcosa di sospetto. Neanche il proprietario dell'appartamento di fronte a quello dei Diotallevi. «Proprio la sera di Ferragosto conclude Gianmaria Piccinno sono andato a buttare l'immondizia nel secchione dove poi hanno ritrovato una parte del corpo, ho sentito un odore nauseabondo ma credevo che fosse per il caldo e per i cassonetti che non vengono mai puliti, non avrei pensato che dentro ci potessero essere i pezzi di Nicoletta».
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Re: Renzi

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Casa Italia: “Per la sicurezza servono 25 miliardi”
Ma il sisma bonus di Renzi non arriva a cinque




È la stessa struttura voluta dall’ex premier a calcolare il costo di intervento sulle case dei 648 Comuni
più a rischio: 5 volte più dello stanziamento. Intanto del fascicolo del fabbricato si è persa traccia





Politica

Almeno 20 miliardi in più da trovare, rispetto a quelli previsti nell’ultima legge di Bilancio del governo Renzi, solo per mettere in sicurezza gli edifici a maggior rischio sismico nei Comuni più esposti. E un grande assente, il fascicolo del fabbricato con tutte le informazioni su come è stato costruito l’immobile, quali modifiche ha subito e quanto è in grado di resistere a un sisma. Secondo architetti, geologi e ingegneri è indispensabile per un serio progetto di prevenzione. Ma per i proprietari avrebbe un costo, per cui sarebbe impopolare. Così non se n’è fatto nulla. Un anno dopo, i nodi del piano Casa Italia vengono al pettine
di Chiara Brusini

•Per la direttrice dell’Osservatorio Vesuviano a Ischia “la sismicità è estremamente rara” (di D. Martini)

•Ora per De Luca “l’abusivismo è emergenza”. Ma la sua legge bloccava gli abbattimenti

•A Ischia 600 case da abbattere e 27mila pratiche di condono. E dal 2009 gli isolani si battono contro le demolizioni (di M. Pasciuti)
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Re: Renzi

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Gad Lerner dice addio al Pd: “Disarmo culturale sui diritti umani e subalternità alle dicerie della destra”

Politica


Il giornalista ha scritto un post sul sito Nigrizia.it spiegando le motivazioni della scelta: "La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la campagna di denigrazione mossa contro le ong impegnate nei salvataggi in mare". Prima ancora c'erano state "la revoca dell'operazione Mare Nostrum", "la mancata abrogazione del reato di immigrazione clandestina", "la promessa non mantenuta sullo ius soli temperato"

di F. Q. | 23 agosto 2017

commenti (202)
 14,7 mila

Più informazioni su: Gad Lerner, Mediterraneo, Migranti, Ong, PD

Gad Lerner annuncia il suo addio al Pd e lo fa con un post sul sito Nigrizia.it. Il giornalista, tra i fondatori del partito ed ex membro del Comitato promotore 14 ottobre e della Commissione per l’Etica dell’Assemblea costituente nazionale, ha messo nero su bianco le motivazioni che lo hanno portato a lasciare il partito del segretario Matteo Renzi denunciando “un vero e proprio disarmo culturale sui diritti umani”. “Per me – ha scritto il conduttore televisivo – la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la campagna di denigrazione mossa contro le ong impegnate nei salvataggi in mare. Culminata in accuse di complicità con gli scafisti e tradotta nella pretesa governativa di sottometterle a vincoli non contemplati dal diritto internazionale né dai codici di navigazione“. A Lerner non è piaciuta neanche “l’impressionante subalternità psicologica alle dicerie sparse dalla destra”, con riferimento alla Lega Nord e alle prese di posizione di Matteo Salvini sui migranti.

“Ho ben presente – spiega Lerner – l’importanza dell’unità dentro un partito grande e plurale. So anche che nel Pd continuano a essere numerosi coloro che hanno a cuore gli ideali oggi deturpati. Ma io che avevo visto male la scissione, né ho considerato motivi sufficienti per un divorzio le riforme istituzionali e il Jobs act, ora, per rispetto alla mia gerarchia di valori, mi vedo costretto a malincuore a separarmi dal partito in cui ho militato dalla sua nascita. L’involuzione della politica del Pd sui diritti umani e di cittadinanza costituisce per me un ostacolo non più sormontabile”. La notizia dell’uscita dal Partito Democratico era nell’aria. Lerner aveva accettato di condurre la manifestazione “Insieme” del 1 luglio scorso a Roma per sostenere la nascita di un nuovo movimento di centrosinistra unito attorno alla figura dell’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.

“E’ venuto il momento di formulare anch’io un mio bilancio di fine legislatura su una materia, quella dei diritti umani, dei diritti di cittadinanza, dei rapporti presenti e futuri fra le due sponde del Mediterraneo e di un contrasto efficace al terrorismo, che considero di importanza cruciale. Non solo in quanto ebreo, ex apolide, figlio fortunato di più migrazioni. Ma proprio come cittadino italiano che, dieci anni fa, è stato fra i promotori di un Partito democratico i cui valori fondativi vedo oggi deturpati per convenienza”. Il giornalista mette “in fila l’operato degli ultimi tre anni che lo spingono a lasciare il Pd: “la revoca dell’operazione Mare Nostrum con la motivazione che costava troppo e con limitazione del raggio d’azione della nostra Marina Militare. La mancata abrogazione del reato di immigrazione clandestina, per ragioni di opportunità. La soppressione, solo per i richiedenti asilo, del diritto a ricorrere in appello contro un giudizio sfavorevole. La promessa non mantenuta sullo ius soli temperato. E, infine, la promulgazione di questa inedita oscena fattispecie che è il ‘reato umanitario’ mirato contro le organizzazioni non governative”.


di F. Q. | 23 agosto 2017
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Re: Renzi

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Pinocchio Mussoloni è destinato a farsi una raccolta nutrita di:

“…..anche detto…..”

Può anche essere detto : “Mister Flop”.



"Casa Italia", il progetto-flop
ci costa 720mila euro l'anno

Il piano voluto da Renzi subito dopo il sisma di Amatrice finora ha realizzato ben poco. Ecco quanto ci costa lo staff
di Francesco Curridori
1 ora fa
61
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Re: Renzi

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Regionali Sicilia, ufficiali le nozze Alfano-Renzi
Pd e Ap candidano il rettore di Palermo Micari


Il segretario dem sceglie l’alleanza con il ministro degli Esteri. Restano fuori Mdp e Sinistra Italiana
intenzionati a sostenere Claudio Fava. A destra, anche Forza Italia converge sull’ex missino Musumeci



Politica
Qualcuno l’aveva paragonata al calciomercato estivo. Dopo un’intera estate di corteggiamenti, annunci e dietrofront, il Partito democratico ha il suo candidato alla presidenza dell’isola: è Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo. Oltre al Pd, il rettore sarà il candidato di Alternativa Popolare, il partito di Angelino Alfano. Renzi ha fatto esplicitamente il nome di Micari durante un colloquio telefonico, e Alfano ha apprezzato l’idea di sostenere il rettore, nell’ottica di un accordo (finora smentito) che potrebbe garantirgli tra i 20 e i 30 seggi alle politiche. In quella che è considerata la prova generale delle elezioni nazionali, dunque, il Pd sceglie il ministro degli Esteri e lascia in disparte i “compagni” della sinistra di Giuseppe Pipitone
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Re: Renzi

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IERI

Politica | Di F. Q.
Renzi sale sul treno contro i 'populismi'
Tour dal 25 settembre per 10 settimane

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Pd, Renzi sale sul treno per combattere i “populismi”: tour di 10 settimane dal 25 settembre. Con lui ministri e dirigenti
di F. Q. | 29 agosto 2017

Politica
Il segretario del Partito Democratico riparte dopo l'estate con feste dell'Unità, altre presentazioni di "Avanti" e il percorso sui binari: "Non sarà campagna elettorale, né un tour fatto di discorsi, ma più semplicemente un incontro con le realtà vive dell'Italia"
di F. Q. | 29 agosto 2017
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Matteo Renzi sale sul treno. Non sarà la prima iniziativa del segretario del Partito Democratico dopo la pausa estiva perché ci sono le feste dell’Unità e le presentazioni del suo libro. Ma sarà probabilmente la prima mossa in vista della campagna elettorale che finirà con le elezioni politiche di primavera. Lui nega: non è né “campagna elettorale, né un tour fatto di discorsi e comizi, ma più semplicemente un incontro con le realtà vive dell’Italia” con cui ricostruire il dialogo e promettere, dice, un “argine” al populismo. Il treno del Pd dal 25 settembre toccherà per quasi dieci settimane, tutte le province italiane in un viaggio capillare nel nostro meraviglioso Paese” spiega il segretario del Pd in un messaggio inviato a tutti i dirigenti dem. Ai quali racconta quella che sarà la nuova mission del partito: “Noi pensiamo che il Pd sia il vero argine ai populismi e l’unica forza politica in grado di rappresentare una speranza concreta per milioni di persone”.
I prossimi mesi, sottolinea l’ex presidente del Consiglio, “chiuderanno una legislatura in cui l’Italia è tornata al segno più nell’economia e nella fiducia, in cui si sono realizzate riforme storiche attese da decenni e il Paese sta decisamente meglio rispetto a qualche anno fa”. Tuttavia, “moltissimo c’è ancora da fare“. Renzi, dunque, si rimette in moto. Subito. L’agenda che lo attende è fittissima. Sarà in Emilia-Romagna e Marche il 2 e il 3 settembre, ospite di alcune iniziative del partito. A Bologna presenterà il suo libro Avanti alla Festa dell’Unità, poi pranzerà con i volontari. E dopo ancora sarà alla Festa di Reggio Emilia, poi a quella di Modena. La domenica andrà a Pesaro alla festa degli Enti locali in mattinata e subito dopo a Ravenna per un pranzo con i militanti del Pd.
Per tutto settembre il segretario del Pd continuerà poi il tour di presentazione del suo libro con una trentina di appuntamenti, poi a fine mese la festa nazionale di Imola che finirà il 24 settembre. Il treno partirà quindi il giorno successivo da Roma: le prime Regioni che saranno toccate saranno le Marche e l’Abruzzo. “Nei prossimi giorni verrà ufficializzato il calendario delle tappe” e “ciascuno di voi è ovviamente il benvenuto a bordo” è l’invito di Renzi che tuttavia conta di riunire un equipaggio composto prevalentemente da millennial. Ministri e dirigenti del partito però saliranno a bordo in occasione di alcune tappe, che si incroceranno con quelle del passaggio della legge di stabilità in Parlamento. “Vogliamo viaggiare portando le nostre idee ma pronti all’ascolto, curiosi e appassionati come sempre, più di sempre” promette Renzi. In attesa del calendario definitivo, intanto, si sa che il treno arriverà a Napoli, dove il Pd ha previsto la conferenza programmatica che Renzi aveva “promesso” ad Orlando, il 6 ottobre. E si sa che verrà confermata anche per quest’anno la Leopolda, a fine novembre.

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