Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
LA REPUBBLICA DEI BROCCHI – PROVE DI UNO SFASCIO TOTALE IN CANTIERE
Il Fatto Q>>>> in 16 anni di Forum non si è mai verificato che dall'originale venisse tagliato una pezzo
Quello che mi quadra più di tutto, dell’articolo, è la considerazione finale:
…..Tutto questo si sviluppa in un quadro di astensionismo sempre alto: il 38,3 per cento dichiara di non voler votare alle prossime elezioni. Gli indecisi restano intorno alla quota significativa del 17 per cento.
Più precisamente, mi quadra la tendenza.
Da più di due mesi, da quando, la propaganda (fascista) degli STRUMPTRUPPEN si è fatta più pressante, ho cominciato a chiedere con insistenza e sistematicità, ad amici, conoscenti e conoscenti occasionali che s’intrufolano nei discorsi politici, come vedono la situazione socio-politica-economica italiana in evoluzione, e come voteranno alle prossime elezioni nazionali.
Ripeto, rispetto ai dati forniti da Index io ho riscontrato la tendenza maggioritaria di coloro che già oggi hanno scelto di NON ANDARE A VOTARE.
Ma la percentuale dell’astensionismo, che il Fatto definisce “alto” per il 38,3 %, qua, è molto, molto, molto più alta.
Ovviamente la mia indagine non può rivestire un riscontro di dato ufficiale a livello nazionale, ma ha il pregio di non aver forzato l’interlocutore ad una risposta rapida come avviene nei sondaggi classici, ma di aver riflettuto insieme sulle circostanze di questo passaggio elettorale, prossimo venturo che si preannuncia drammatico.
La risposta prevalente è : NON VADO PIU’ A VOTARE PERCHE’ NESSUNO MI RAPPRESENTA.
Altri, ritengono, secondo un vecchio costume italiano, che NON SI PUO’ NON ANDARE A VOTARE.
Quindi, vado a votare MA VOTO IL MENO PEGGIO.
Questi soggetti sono stati pochini, ma riflettono la tendenza a trovare un alibi per votare ancora il partito che hanno sempre votato in precedenza e che ritengono, secondo il loro modo di vedere, ovviamente, ANCORA IL MENO PEGGIO.
Pochini sono coloro che cambiano il voto.
E questo riguarda il M5S.
I “partiti” votati in precedenza li hanno parecchio delusi, e quindi sperano nei 5S perché secondo loro rappresentano L’ULTIMA SPERANZA.
Provate anche voi ad indagare nel vostro ambiente abituale, e poi ne riparliamo.
CONTINUA
Il Fatto Q>>>> in 16 anni di Forum non si è mai verificato che dall'originale venisse tagliato una pezzo
Quello che mi quadra più di tutto, dell’articolo, è la considerazione finale:
…..Tutto questo si sviluppa in un quadro di astensionismo sempre alto: il 38,3 per cento dichiara di non voler votare alle prossime elezioni. Gli indecisi restano intorno alla quota significativa del 17 per cento.
Più precisamente, mi quadra la tendenza.
Da più di due mesi, da quando, la propaganda (fascista) degli STRUMPTRUPPEN si è fatta più pressante, ho cominciato a chiedere con insistenza e sistematicità, ad amici, conoscenti e conoscenti occasionali che s’intrufolano nei discorsi politici, come vedono la situazione socio-politica-economica italiana in evoluzione, e come voteranno alle prossime elezioni nazionali.
Ripeto, rispetto ai dati forniti da Index io ho riscontrato la tendenza maggioritaria di coloro che già oggi hanno scelto di NON ANDARE A VOTARE.
Ma la percentuale dell’astensionismo, che il Fatto definisce “alto” per il 38,3 %, qua, è molto, molto, molto più alta.
Ovviamente la mia indagine non può rivestire un riscontro di dato ufficiale a livello nazionale, ma ha il pregio di non aver forzato l’interlocutore ad una risposta rapida come avviene nei sondaggi classici, ma di aver riflettuto insieme sulle circostanze di questo passaggio elettorale, prossimo venturo che si preannuncia drammatico.
La risposta prevalente è : NON VADO PIU’ A VOTARE PERCHE’ NESSUNO MI RAPPRESENTA.
Altri, ritengono, secondo un vecchio costume italiano, che NON SI PUO’ NON ANDARE A VOTARE.
Quindi, vado a votare MA VOTO IL MENO PEGGIO.
Questi soggetti sono stati pochini, ma riflettono la tendenza a trovare un alibi per votare ancora il partito che hanno sempre votato in precedenza e che ritengono, secondo il loro modo di vedere, ovviamente, ANCORA IL MENO PEGGIO.
Pochini sono coloro che cambiano il voto.
E questo riguarda il M5S.
I “partiti” votati in precedenza li hanno parecchio delusi, e quindi sperano nei 5S perché secondo loro rappresentano L’ULTIMA SPERANZA.
Provate anche voi ad indagare nel vostro ambiente abituale, e poi ne riparliamo.
CONTINUA
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Re: Come se ne viene fuori ?
IlFattoQuotidiano.it / Politica
Sondaggi, M5s stacca il Pd di 2 punti. Mdp sul filo della soglia di sbarramento. Centrodestra unito sfiora il 40 per cento
di F. Q. | 15 settembre 2017
Politica
I dati di Index per PiazzaPulita: Cinquestelle sempre primi anche se in calo, Partito democratico poco sopra il 25. La Lega quasi al 15
di F. Q. | 15 settembre 2017
9
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Più informazioni su: Movimento 5 Stelle, PD, Sondaggi, Sondaggi Elettorali
Il Movimento Cinque Stelle in lieve calo ma ancora ampiamente primo, il Pd con aumento quasi impercettibile, sinistra in difficoltà, centrodestra stabile nel suo primato. E’ in sintesi il risultato dei sondaggi di Index Research per PiazzaPulita (La7). Secondo l’istituto diretto da Natascia Turato il M5s è al 27,5, con un distacco di poco più di due punti sul Partito Democratico, al 25,4. Sostanzialmente stabile Mdp al 3 (che è la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento), mentre Sinistra Italiana è sotto quella quota, al 2 circa.
Il centrodestra mette insieme oltre il 33 per cento delle preferenze, secondo Index. La Lega Nord sfiora ancora il 15 per cento, Forza Italia aumenta di poco rispetto alla scorsa settimana, rimanendo comunque sotto il 14 per cento. Ben sopra l’asticella del 5 Fratelli d’Italia. Si conferma in crisi Alternativa Popolare di Angelino Alfano che vede la soglia di sbarramento in lontananza.
Tutto questo si sviluppa in un quadro di astensionismo sempre alto: il 38,3 per cento dichiara di non voler votare alle prossime elezioni. Gli indecisi restano intorno alla quota significativa del 17 per cento.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... o/3859272/
Sondaggi, M5s stacca il Pd di 2 punti. Mdp sul filo della soglia di sbarramento. Centrodestra unito sfiora il 40 per cento
di F. Q. | 15 settembre 2017
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I dati di Index per PiazzaPulita: Cinquestelle sempre primi anche se in calo, Partito democratico poco sopra il 25. La Lega quasi al 15
di F. Q. | 15 settembre 2017
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Il Movimento Cinque Stelle in lieve calo ma ancora ampiamente primo, il Pd con aumento quasi impercettibile, sinistra in difficoltà, centrodestra stabile nel suo primato. E’ in sintesi il risultato dei sondaggi di Index Research per PiazzaPulita (La7). Secondo l’istituto diretto da Natascia Turato il M5s è al 27,5, con un distacco di poco più di due punti sul Partito Democratico, al 25,4. Sostanzialmente stabile Mdp al 3 (che è la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento), mentre Sinistra Italiana è sotto quella quota, al 2 circa.
Il centrodestra mette insieme oltre il 33 per cento delle preferenze, secondo Index. La Lega Nord sfiora ancora il 15 per cento, Forza Italia aumenta di poco rispetto alla scorsa settimana, rimanendo comunque sotto il 14 per cento. Ben sopra l’asticella del 5 Fratelli d’Italia. Si conferma in crisi Alternativa Popolare di Angelino Alfano che vede la soglia di sbarramento in lontananza.
Tutto questo si sviluppa in un quadro di astensionismo sempre alto: il 38,3 per cento dichiara di non voler votare alle prossime elezioni. Gli indecisi restano intorno alla quota significativa del 17 per cento.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... o/3859272/
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Re: Come se ne viene fuori ?
..........CON O SENZA VASELINA...L'IMPORTANTE E' VINCERE.....
..LA PAROLA D'ORDINE E' SEMPRE QUELLA DEL 10 GIUGNO 1940: "VINCERE!!!!.E VINCEREMO!!!"
Il duello a distanza Berlusconi-Salvini. In palio la leadership
Il Cavaliere torna sulla scena nel giorno di Pontida: centrodestra a trazione moderata
Fabrizio De Feo - Dom, 17/09/2017 - 08:23
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Dal nostro inviato a Fiuggi
Silvio Berlusconi è pronto a celebrare la sua rentrée sulla scena politica con una adunata vecchio stile.
L'appuntamento con l'ormai classico pensatoio autunnale organizzato da Antonio Tajani, il primo da quando lo storico esponente azzurro è diventato presidente del Parlamento europeo, è fissato dallo scorso 29 agosto. Una promessa a cui il presidente di Forza Italia ha tenuto fede alla luce del suo rapporto di stima e amicizia verso Tajani, ma anche per il desiderio sempre più forte di ribadire la sua leadership, tornare a prendersi la scena e avere un contatto diretto con la sua gente, accorsa in massa a Fiuggi dove si contano oltre tremila accrediti di dirigenti e simpatizzanti azzurri. Cifre record per un vento di centrodestra tornato a soffiare forte nel Paese. Per Berlusconi poi sarà una occasione anche per mostrarsi al suo popolo con il suo rinnovato look, dopo il periodo di remise en forme a Merano, con una dieta ferrea che lo ha portato a perdere oltre dieci chili.
Berlusconi - arrivato nella cittadina termale nella tarda serata di ieri insieme a Sestino Giacomoni e alla compagna Francesca Pascale - è pronto a sostenere la sfida a distanza con Matteo Salvini, impegnato nell'appuntamento più identitario, quello di Pontida dove sullo sfondo campeggerà la scritta «Salvini premier». Dopo mesi in cui si è concentrato sulla preparazione del programma, sui continui focus group per confrontarsi e vagliare la reazione alle sue idee e proposte, sugli incontri con i rappresentanti delle categorie, sulla ricerca di slogan e format comunicativi, su una attenzione crescente per la dieta e l'esercizio fisico, per Berlusconi è tempo di tornare in pubblico.
Il Cavaliere - secondo quanto filtra - batterà sul dovere dell'unità della coalizione («smettiamole con le baruffe interne», auspica ieri Renato Brunetta), sulla liberazione che le elezioni porteranno nel Paese e sull'inevitabilità del ritorno al governo del centrodestra. Una necessità imprescindibile per l'Italia alla luce dell'incapacità di governo del Movimento 5 stelle («pensavamo di aver toccato il fondo quando il Pd ha nominato ministro dell'Istruzione una persona non laureata. Invece oggi apprendiamo che il candidato premier in pectore del M5s è una persona che non solo non si è mai laureata, ma non ha nemmeno mai lavorato un giorno in vista sua. E parlano di meritocrazia», scriveva ieri su Facebook, Sestino Giacomoni) e dell'inaffidabilità del Pd. Disegnerà, però, una coalizione che dovrà essere a trazione «liberale, moderata e riformista», battendo sul tasto della centralità azzurra.
Berlusconi - che ieri sera ha cenato con il segretario generale del Ppe Antonio Lopez-Isturiz, la commissaria Ue al digitale Mariya Gabriel e lo stesso Tajani - si concentrerà sulle scelte che l'Ue dovrà fare per riavvicinarsi ai suoi cittadini e sulla necessità di un ancoraggio forte al Partito Popolare Europeo, tornato a guardare verso l'ex premier italiano come figura portatrice di stabilità.
Un cambio di marcia a cui il presidente di Forza Italia è pronto a contribuire in prima persona, con o senza riabilitazione giudiziaria.
..LA PAROLA D'ORDINE E' SEMPRE QUELLA DEL 10 GIUGNO 1940: "VINCERE!!!!.E VINCEREMO!!!"
Il duello a distanza Berlusconi-Salvini. In palio la leadership
Il Cavaliere torna sulla scena nel giorno di Pontida: centrodestra a trazione moderata
Fabrizio De Feo - Dom, 17/09/2017 - 08:23
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Dal nostro inviato a Fiuggi
Silvio Berlusconi è pronto a celebrare la sua rentrée sulla scena politica con una adunata vecchio stile.
L'appuntamento con l'ormai classico pensatoio autunnale organizzato da Antonio Tajani, il primo da quando lo storico esponente azzurro è diventato presidente del Parlamento europeo, è fissato dallo scorso 29 agosto. Una promessa a cui il presidente di Forza Italia ha tenuto fede alla luce del suo rapporto di stima e amicizia verso Tajani, ma anche per il desiderio sempre più forte di ribadire la sua leadership, tornare a prendersi la scena e avere un contatto diretto con la sua gente, accorsa in massa a Fiuggi dove si contano oltre tremila accrediti di dirigenti e simpatizzanti azzurri. Cifre record per un vento di centrodestra tornato a soffiare forte nel Paese. Per Berlusconi poi sarà una occasione anche per mostrarsi al suo popolo con il suo rinnovato look, dopo il periodo di remise en forme a Merano, con una dieta ferrea che lo ha portato a perdere oltre dieci chili.
Berlusconi - arrivato nella cittadina termale nella tarda serata di ieri insieme a Sestino Giacomoni e alla compagna Francesca Pascale - è pronto a sostenere la sfida a distanza con Matteo Salvini, impegnato nell'appuntamento più identitario, quello di Pontida dove sullo sfondo campeggerà la scritta «Salvini premier». Dopo mesi in cui si è concentrato sulla preparazione del programma, sui continui focus group per confrontarsi e vagliare la reazione alle sue idee e proposte, sugli incontri con i rappresentanti delle categorie, sulla ricerca di slogan e format comunicativi, su una attenzione crescente per la dieta e l'esercizio fisico, per Berlusconi è tempo di tornare in pubblico.
Il Cavaliere - secondo quanto filtra - batterà sul dovere dell'unità della coalizione («smettiamole con le baruffe interne», auspica ieri Renato Brunetta), sulla liberazione che le elezioni porteranno nel Paese e sull'inevitabilità del ritorno al governo del centrodestra. Una necessità imprescindibile per l'Italia alla luce dell'incapacità di governo del Movimento 5 stelle («pensavamo di aver toccato il fondo quando il Pd ha nominato ministro dell'Istruzione una persona non laureata. Invece oggi apprendiamo che il candidato premier in pectore del M5s è una persona che non solo non si è mai laureata, ma non ha nemmeno mai lavorato un giorno in vista sua. E parlano di meritocrazia», scriveva ieri su Facebook, Sestino Giacomoni) e dell'inaffidabilità del Pd. Disegnerà, però, una coalizione che dovrà essere a trazione «liberale, moderata e riformista», battendo sul tasto della centralità azzurra.
Berlusconi - che ieri sera ha cenato con il segretario generale del Ppe Antonio Lopez-Isturiz, la commissaria Ue al digitale Mariya Gabriel e lo stesso Tajani - si concentrerà sulle scelte che l'Ue dovrà fare per riavvicinarsi ai suoi cittadini e sulla necessità di un ancoraggio forte al Partito Popolare Europeo, tornato a guardare verso l'ex premier italiano come figura portatrice di stabilità.
Un cambio di marcia a cui il presidente di Forza Italia è pronto a contribuire in prima persona, con o senza riabilitazione giudiziaria.
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Re: Come se ne viene fuori ?
..........CON O SENZA VASELINA...L'IMPORTANTE E' VINCERE.....
..LA PAROLA D'ORDINE E' SEMPRE QUELLA DEL 10 GIUGNO 1940: "VINCERE!!!!.E VINCEREMO!!!"
Sottotitolo:
…SODOMIZZARE I TRICOLORI E’ LA MIA MISSIONE………….
Dal sito ufficiale degli STRUMPTRUPPEN:
Berlusconi: "Vinceranno le forze del Ppe La sinistra in crisi in Europa"
Berlusconi a Fiuggi traccia il futuro dell'Europa: "Vinceranno le forze del Ppe. La sinistra è in crisi. Flop dei populisti"
Luca Romano - Dom, 17/09/2017 - 13:04
commenta
"C'è solo un presidente". Con questo coro è stato accolto Silvio Berlusconi a Fiuggi dove è intervenuto per la chiusura dei lavori del convegno "L'Italia e l'Europa che vogliamo" organizzato dal presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani.
Il Cavaliere ha parlato del futuro del Paese: "Ci troviamo di fronte a un anno importante in cui si deciderà il destino dell’Italia, con le elezioni regionali importanti e poi le elezioni nazionali".
Poi Berlusconi ha parlato anche dell'Europa e ha affermato di sentirsi orgoglioso di far parte del Ppe: "Siamo molto fieri di essere i rappresentanti in Italia della grande famiglia della democrazia e libertà che è il Ppe e i valori del Ppe sono diventati i nostri assoluti valori.
Personalmente mi ci ritrovo fino alle virgole e solo chi è nel Ppe ha vinto e vincerà le prossime elezioni in Europa, la sinistra in tutta Europa è in crisi.
I partiti populisti, che però io preferirei chiamare ribellisti, non hanno vinto da nessuna parte, certe volte hanno avuto un certo peso ma non hanno vinto". Poi Berlusconi ha sottolineato il momento di crisi della sinistra: "Chi è nel Partito popolare europeo ha vinto e vincerà le prossime elezioni in Europa: la sinistra è in crisi, i partiti populisti, preferirei chiamarli ribellisti, non hanno vinto infatti da nessuna parte".
Berlusconi a questo punto parla delle sue vicende giudiziarie: "Abbiamo avuto 5 colpi di Stato, con un governo eletto fatto fuori e si forma una maggioranza e un governo non eletti. È colpo di Stato anche quando attraverso i brogli una parte politica cambia il risultato elettorale.
Noi questi colpi di Stato li abbiamo subiti e abbiamo subito anche l’affronto dell’allontanamento del leader del centrodestra dal Parlamento, condannato con un’accusa assurda, una sentenza che ha dato la possibilità alle forze di sinistra, con la complicità della magistratura, ha allontanato un leader dal Parlamento e noi credevamo non potesse accadere in uno stato veramente democratico. Io attendo dall’Europa di riavere completamente il mio onore per potermi presentare agli italiani, con un programma presentato da un uomo integro che è sempre stato un contribuente onesto e leale".
Poi il leader di Forza Italia parla dell'immigrazione: "Oggi abbiamo un assaggio dell'immigrazione di massa, poca cosa di quello che potrebbe accadere. C'è solo un modo per fermare questo flusso è un grande piano Marshall per aiutare i Paesi d'origine. L'invito che lancio a tutti i Paesi, mettere somme importanti sul tavolo per lo sviluppo di questi Paesi". Ma il Cav commenta anche la discesa in campo di Luigi Di Maio che ha accettato la candidatura a premier nel Movimento 5 Stelle: "Il partito ribellistico dei cinque stelle vuol presentare come candidato premier una bella meteorina della politica che porta come bagaglio la nullità assoluta. Una grandissima percentuale, quasi tutti i girllini, non hanno fatto mai nulla, gli italiani se ne stanno accorgendo...".
Infine un messaggio anche a Salvini: "Alla Lega dico che avremo sempre rispetto per le loro idee, ma la Lega sappia che il centrodestra l’abbiamo fatto noi e abbiamo sempre avuto il leader per realizzare il programma.
Siamo noi che abbiamo portato al governo forze che erano sempre state escluse".
..LA PAROLA D'ORDINE E' SEMPRE QUELLA DEL 10 GIUGNO 1940: "VINCERE!!!!.E VINCEREMO!!!"
Sottotitolo:
…SODOMIZZARE I TRICOLORI E’ LA MIA MISSIONE………….
Dal sito ufficiale degli STRUMPTRUPPEN:
Berlusconi: "Vinceranno le forze del Ppe La sinistra in crisi in Europa"
Berlusconi a Fiuggi traccia il futuro dell'Europa: "Vinceranno le forze del Ppe. La sinistra è in crisi. Flop dei populisti"
Luca Romano - Dom, 17/09/2017 - 13:04
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"C'è solo un presidente". Con questo coro è stato accolto Silvio Berlusconi a Fiuggi dove è intervenuto per la chiusura dei lavori del convegno "L'Italia e l'Europa che vogliamo" organizzato dal presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani.
Il Cavaliere ha parlato del futuro del Paese: "Ci troviamo di fronte a un anno importante in cui si deciderà il destino dell’Italia, con le elezioni regionali importanti e poi le elezioni nazionali".
Poi Berlusconi ha parlato anche dell'Europa e ha affermato di sentirsi orgoglioso di far parte del Ppe: "Siamo molto fieri di essere i rappresentanti in Italia della grande famiglia della democrazia e libertà che è il Ppe e i valori del Ppe sono diventati i nostri assoluti valori.
Personalmente mi ci ritrovo fino alle virgole e solo chi è nel Ppe ha vinto e vincerà le prossime elezioni in Europa, la sinistra in tutta Europa è in crisi.
I partiti populisti, che però io preferirei chiamare ribellisti, non hanno vinto da nessuna parte, certe volte hanno avuto un certo peso ma non hanno vinto". Poi Berlusconi ha sottolineato il momento di crisi della sinistra: "Chi è nel Partito popolare europeo ha vinto e vincerà le prossime elezioni in Europa: la sinistra è in crisi, i partiti populisti, preferirei chiamarli ribellisti, non hanno vinto infatti da nessuna parte".
Berlusconi a questo punto parla delle sue vicende giudiziarie: "Abbiamo avuto 5 colpi di Stato, con un governo eletto fatto fuori e si forma una maggioranza e un governo non eletti. È colpo di Stato anche quando attraverso i brogli una parte politica cambia il risultato elettorale.
Noi questi colpi di Stato li abbiamo subiti e abbiamo subito anche l’affronto dell’allontanamento del leader del centrodestra dal Parlamento, condannato con un’accusa assurda, una sentenza che ha dato la possibilità alle forze di sinistra, con la complicità della magistratura, ha allontanato un leader dal Parlamento e noi credevamo non potesse accadere in uno stato veramente democratico. Io attendo dall’Europa di riavere completamente il mio onore per potermi presentare agli italiani, con un programma presentato da un uomo integro che è sempre stato un contribuente onesto e leale".
Poi il leader di Forza Italia parla dell'immigrazione: "Oggi abbiamo un assaggio dell'immigrazione di massa, poca cosa di quello che potrebbe accadere. C'è solo un modo per fermare questo flusso è un grande piano Marshall per aiutare i Paesi d'origine. L'invito che lancio a tutti i Paesi, mettere somme importanti sul tavolo per lo sviluppo di questi Paesi". Ma il Cav commenta anche la discesa in campo di Luigi Di Maio che ha accettato la candidatura a premier nel Movimento 5 Stelle: "Il partito ribellistico dei cinque stelle vuol presentare come candidato premier una bella meteorina della politica che porta come bagaglio la nullità assoluta. Una grandissima percentuale, quasi tutti i girllini, non hanno fatto mai nulla, gli italiani se ne stanno accorgendo...".
Infine un messaggio anche a Salvini: "Alla Lega dico che avremo sempre rispetto per le loro idee, ma la Lega sappia che il centrodestra l’abbiamo fatto noi e abbiamo sempre avuto il leader per realizzare il programma.
Siamo noi che abbiamo portato al governo forze che erano sempre state escluse".
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Re: Come se ne viene fuori ?
Marco Damilano, sul nuovo numero dell’Espresso, da stamani in edicola, a pagina 24, inizia così il suo articolo:
Elezioni da incubo
Aiuto
mi si sono
ristretti
i partiti
Quello che trovo strano è che a un giornalista attento come Marco Damilano, sia sfuggito cosa sia successo nell’ultimo quarto di secolo.
I partiti, per come li avevamo conosciuti nella Prima Repubblica non esistono più.
Nel libro di Aldo Giannuli,
Da Gelli a Renzi
(passando per Berlusconi)
Il piano massonico sulla
<< rinascita democratica>>
e la vera storia
della sua realizzazione
nel Capitolo Terzo
Il lungo intermezzo da Gelli a Renzi
Possiamo leggere:
Una premessa
Da tempo aleggia un dibattito nel quale si parla del PRD come di un programma realizzato, di una grande vittoria di Gelli che, da parte sua ha confermato questa versione: <<Il mio piano di rinascita ha trionfato>> disse in un intervista alla Stampa nel 2008.
Il 28 settembre 2003 il sito Repubblica.it pubblicò un’intervista nella quale Licio Gelli affermava:
Forse sì, dovrei avere i diritti di autore. La giustizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa. Tutto nel Piano di Rinascita, che preveggenza, è finita proprio come dicevo io.
E ancora: <<Berlusconi se ne è letteralmente abbeverato, la giustizia e le carriere separate dei giudici, le tivù, i club rotariani in politica…>>
AL FATTO NEL 2014: <<MI FA PIACERE PENSARE CHE , NONOSTANTE TUTTI MI ABBIANO VITUPERATO, SOTTO SOTTO MI CONSIDERANO UN LUNGIMIRANTE PROPOSITORE DI LEGGI>>.
CONTINUA
Elezioni da incubo
Aiuto
mi si sono
ristretti
i partiti
Quello che trovo strano è che a un giornalista attento come Marco Damilano, sia sfuggito cosa sia successo nell’ultimo quarto di secolo.
I partiti, per come li avevamo conosciuti nella Prima Repubblica non esistono più.
Nel libro di Aldo Giannuli,
Da Gelli a Renzi
(passando per Berlusconi)
Il piano massonico sulla
<< rinascita democratica>>
e la vera storia
della sua realizzazione
nel Capitolo Terzo
Il lungo intermezzo da Gelli a Renzi
Possiamo leggere:
Una premessa
Da tempo aleggia un dibattito nel quale si parla del PRD come di un programma realizzato, di una grande vittoria di Gelli che, da parte sua ha confermato questa versione: <<Il mio piano di rinascita ha trionfato>> disse in un intervista alla Stampa nel 2008.
Il 28 settembre 2003 il sito Repubblica.it pubblicò un’intervista nella quale Licio Gelli affermava:
Forse sì, dovrei avere i diritti di autore. La giustizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa. Tutto nel Piano di Rinascita, che preveggenza, è finita proprio come dicevo io.
E ancora: <<Berlusconi se ne è letteralmente abbeverato, la giustizia e le carriere separate dei giudici, le tivù, i club rotariani in politica…>>
AL FATTO NEL 2014: <<MI FA PIACERE PENSARE CHE , NONOSTANTE TUTTI MI ABBIANO VITUPERATO, SOTTO SOTTO MI CONSIDERANO UN LUNGIMIRANTE PROPOSITORE DI LEGGI>>.
CONTINUA
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Re: Come se ne viene fuori ?
UncleTom ha scritto:Marco Damilano, sul nuovo numero dell’Espresso, da stamani in edicola, a pagina 24, inizia così il suo articolo:
Elezioni da incubo
Aiuto
mi si sono
ristretti
i partiti
Quello che trovo strano è che a un giornalista attento come Marco Damilano, sia sfuggito cosa sia successo nell’ultimo quarto di secolo.
I partiti, per come li avevamo conosciuti nella Prima Repubblica non esistono più.
Nel libro di Aldo Giannuli,
Da Gelli a Renzi
(passando per Berlusconi)
Il piano massonico sulla
<< rinascita democratica>>
e la vera storia
della sua realizzazione
nel Capitolo Terzo
Il lungo intermezzo da Gelli a Renzi
Possiamo leggere:
Una premessa
Da tempo aleggia un dibattito nel quale si parla del PRD come di un programma realizzato, di una grande vittoria di Gelli che, da parte sua ha confermato questa versione: <<Il mio piano di rinascita ha trionfato>> disse in un intervista alla Stampa nel 2008.
Il 28 settembre 2003 il sito Repubblica.it pubblicò un’intervista nella quale Licio Gelli affermava:
Forse sì, dovrei avere i diritti di autore. La giustizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa. Tutto nel Piano di Rinascita, che preveggenza, è finita proprio come dicevo io.
E ancora: <<Berlusconi se ne è letteralmente abbeverato, la giustizia e le carriere separate dei giudici, le tivù, i club rotariani in politica…>>
AL FATTO NEL 2014: <<MI FA PIACERE PENSARE CHE , NONOSTANTE TUTTI MI ABBIANO VITUPERATO, SOTTO SOTTO MI CONSIDERANO UN LUNGIMIRANTE PROPOSITORE DI LEGGI>>.
CONTINUA
esistenza.
Come ha riportato Ilvo Diamanti su La Repubblica, qualche mese fa, 8 italiani su 10 si dicono convinti che in una situazione come questa sia necessario l’UOMO FORTE.
E’ in questo modo che Gelli ha teso la trappola agli italiani.
Se non possiamo fare un Colpo di Stato, siano gli italiani a chiedere a gran voce l’UOMO FORTE.
Berlusconi, che ancora oggi, chiama ingannevolmente a raccolta “I MODERATI DI CENTRO” in pratica sta attuando la parte finale del Piano Gelliano.
Ci ha lavorato sodo anche il ducetto di Rignano, che aspirava a guidare il PARTITO DELLA NAZIONE, che altro non era il compimento del Piano gelliano.
Ma ha stufato tanto gli italiani che il 4 dicembre scorso gli hanno detto NO. Niente DUCE.
Adesso le redini dell’atto finale le ha riprese in mano la tessera P2, 1816, che sta facendo di tutto per completare il piano gelliano.
Gli italiani vogliono far marcia indietro rispetto al 25 aprile?????
Preferiscono scegliere un nuovo 28 ottobre??????
Questo è il destino che ci aspetta.
CONTINUA
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Re: Come se ne viene fuori ?
Stamane uno dei tanti tg diffonde l'annuncio della scelta di Salvini di disertare il parlamento per una settimana.
Sembra abbia detto:
“...i nostri parlamentari questa settimana non parteciperanno ai lavori (parlamentari), ma visiteranno le zone terremotate".
Per fare cosa? Per aggiungere rabbia alla rabbia?
Sembra abbia detto:
“...i nostri parlamentari questa settimana non parteciperanno ai lavori (parlamentari), ma visiteranno le zone terremotate".
Per fare cosa? Per aggiungere rabbia alla rabbia?
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Re: Come se ne viene fuori ?
erding ha scritto:Stamane uno dei tanti tg diffonde l'annuncio della scelta di Salvini di disertare il parlamento per una settimana.
Sembra abbia detto:
“...i nostri parlamentari questa settimana non parteciperanno ai lavori (parlamentari), ma visiteranno le zone terremotate".
Per fare cosa? Per aggiungere rabbia alla rabbia?
Si è così caro erding:
IlFattoQuotidiano.it / Politica
Lega nord, Salvini contro i giudici: “Vogliono farci sparire? Noi fuori dal Parlamento per una settimana”
di F. Q. | 18 settembre 2017
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Più informazioni su: Lega Nord, Matteo Salvini
Siamo di fronte a un “Parlamento che ritiene la Lega debba sparire” per questo “i parlamentari della Lega questa settimana non parteciperanno ai lavori ma visiteranno le zone terremotate”. Lo ha detto Matteo Salvini in conferenza stampa da Via Bellerio, a Milano, dopo il Consiglio federale del Carroccio dove si è fatto il punto sul sequestro dei conti del partito, deciso dai giudici di Genova. “Siamo sereni, contiamo di riprendere i lavori quando sarà possibile”, ha detto ancora Salvini, ribadendo che “siamo convinti che dia fastidio l’avanzata della Lega” perché “noi andremo a governare. Confidiamo in quella parte della magistratura, che è maggioranza in Italia, che non fa politica ma fa giustizia”.
di F. Q. | 18 settembre 2017
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... a/3864446/
MA, NON C’E’ SOLO QUESTO:
IlFattoQuotidiano.it / Politica
Lega, Salvini: “Mano libera a forze dell’ordine e via le leggi contro propaganda fascista”. Bossi non parla
di F. Q. | 17 settembre 2017
Politica
Il segretario dal palco di Pontida: "Giudici eletti dal popolo". Roberto Maroni contro la decisione di non far intervenire il Senatùr. Che commenta: "Non mi ha aspetto niente da chi ha tradito il Nord". Nei giorni scorsi il blocco dei conti del partito in seguito alla sua condanna per truffa ai danni dello Stato. Fava: "Errore, siamo qui grazie a lui". Il primo a parlare ai militanti del Carroccio? Toti, di Forza Italia
di F. Q. | 17 settembre 2017
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Più informazioni su: Lega Nord, Matteo Salvini, Roberto Maroni, Umberto Bossi
“Mano libera alle forze dell’ordine” per “portare pulizia e sicurezza alle nostre città”. E pure la cancellazione di “leggi liberticide come la legge Mancino e la legge Fiano“, quelle contro l’apologia di fascismo.
A Pontida edizione 2017 – la prima nella storia senza Umberto Bossi sul palco – la parola d’ordine è restaurazione. Di che cosa, lo valuteranno i militanti leghisti riuniti sul pratone dove 850 anni fa nacque la storica Lega lombarda. Secondo il segretario Matteo Salvini, è la descrizione di “un Paese libero di pensare, parlare, lavorare e sognare, per questo siamo qua oggi”. Il Paese che Salvini vuol creare se davvero questa, come ha auspicato, “è l’ultima Pontida con la Lega all’opposizione e la sinistra al governo“. Poi l’invettiva contro “qualcuno che è arrivato come ospite invitato negli ultimi anni” e “ci ha portato come gentile omaggio” malattie come “lebbra, malaria, scabbia che non c’erano più nella nostra Italia”.
Prima del suo intervento, durante il quale ha anche annunciato una proposta di legge per “giudici eletti direttamente dal popolo”, l’attenzione era tutta sull’assente, il Senatùr. Che a Pontida è arrivato, ma non è nella scaletta dei relatori della manifestazione da lui creata nel 1990. “Pontida è Bossi“. E il padre del Carroccio “ha sempre diritto di parola” al raduno annuale dei militanti leghisti, ha detto infatti il presidente della Lombardia R\oberto Maroni, contrario alla decisione presa dal segretario dopo il blocco dei conti della Lega per effetto della condanna in primo grado per truffa allo Stato di Bossi e del suo storico tesoriere Francesco Belsito. Anche per Gianni Fava, assessore alla Mobilità di Regione Lombardia e voce critica del partito, “non permettere a Bossi di parlare dal palco di Pontida è “un errore, anche mediatico”: “Nessun movimento politico cancella la propria storia, non fargli fare nemmeno un saluto è sbagliato. Se oggi siamo qui è grazie a lui”. Il fondatore della Lega ha detto di essere “abbastanza” arrabbiato per l’esclusione: “Salvini mi ha detto che non voleva farmi fischiare, ma è un segnale che devo andarmene via“. Matteo Salvini “racconta delle balle”, ha aggiunto. “Io non mi sono mai aspettato niente da Salvini, non mi ha aspetto niente da chi ha tradito il Nord”.
“A Pontida ci siamo tutti ma nei momenti eccezionali parla uno”, ha detto Salvini per spiegare l’assenza del fondatore in scaletta. Questa mattina però il primo a parlare dal palco è stato il governatore della Liguria Giovanni Toti, di Forza Italia: non era mai successo che l’esponente di un altro partito intervenisse al raduno. Dal palco il segretario, che ha annunciato ricorso contro il sequestro preventivo di 49 milioni disposto la Tribunale di Genova, ha ribadito: “Se pensano di bloccarci rubando il frutto del nostro lavoro hanno sbagliato a capire, i giudici andassero a sequestrare i conti dei mafiosi in giro per l’Italia perché qui c’è gente per bene”. Maroni arrivando a Pontida ha parlato di “provvedimento abnorme“. Poi il presidente della Lombardia ha ricordato il referendum per l’autonomia del 22 ottobre sostenendo che “meritiamo di tenerci i nostri soldi e non possiamo mancare questa occasione”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... a/3861528/
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Re: Come se ne viene fuori ?
VERO O FALSO????
Le ambasciate di Roma, Usa e di sua Maestà britannica non sono riuscite ad addomesticare il Marchese Del Grillo????
Sembra fantascienza.
19 set 2017 14:49
MESSAGGIO DALLO ZIO SAM: CAMBIATE LA LEGGE ELETTORALE O VINCE GRILLO
- I RAPPORTI DELL’EX AMBASCIATORE PHILLIPS A WASHINGTON. LI HA SCRITTI A RIDOSSO DEL REFERENDUM, MA IL “WARNING” ESCE SOLO ORA. STRANO, NO?
- PURE OBAMA AVEVA DETTO AL DUCETTO DI NON DIMETTERSI: SFANCULARE UN PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI NON E’ MAI SAGGIO…
Paolo Mastrolilli per la Stampa
Matteo Renzi «non è obbligato a dimettersi», ma probabilmente lo farà. Subito dopo però potrebbe ricevere un nuovo incarico dal presidente Mattarella, e «ripresentarsi davanti al Parlamento per un voto di fiducia sul Renzi 2.0».
Sembra un auspicio, più che un' analisi politica, questo che l'ambasciatore John Phillips inserisce nel rapporto inviato a Washington il primo dicembre dell'anno scorso. Siamo alla vigilia del referendum costituzionale, e dai documenti che La Stampa ha ottenuto nel rispetto delle leggi americane, gli Stati Uniti temono che la sconfitta del premier esponga l'Italia al rischio di una deriva estremista e populista, e di una crisi economica e bancaria. Ma quello che preoccupa di più, in prospettiva, è l' arrivo di Grillo a Palazzo Chigi: «Se vincesse il sì e l'Italicum restasse intatto, potrebbe vincere le prossime elezioni e formare il governo».
Il 30 novembre Phillips firma un primo rapporto dedicato allo «Short-Term Economic Outlook on Referendum», la prospettiva economica a breve. Via Veneto dà per scontata la vittoria del «No», e cerca di spiegare a Washington i pericoli: «I nostri contatti nel governo hanno sminuito le potenzialità di reazioni negative dei mercati immediate e serie. Tuttavia l' incertezza riguardo il futuro di Renzi, e la minaccia dell' instabilità politica, hanno aumentato la volatilità guardando al 2017, anno in cui l' Italia siederà nel Consiglio di Sicurezza dell' Onu e ospiterà a maggio il G7.
<Ciò potrebbe comportare difficoltà per le banche in cerca di capitali, creando sfide immediate per il piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi di Siena. Nonostante il debito pubblico sia posizionato per sopportare le turbolenze dei mercati, la volatilità successiva al referendum potrebbe alzarne i costi. Data la convinzione nei settori di affari e finanza che il «No» sia stato già messo in conto dalle borse, l' Italia potrebbe essere colta di sorpresa, se qualunque ripercussione seria dovesse emergere a causa del risultato, minacciando la crescita (già debole), e complicando le relazioni con l' Unione europea».
Phillips nota che «le azioni delle banche italiane sono scese del 14% dal voto sulla Brexit, mente il 25 novembre lo spread rispetto ai bond tedeschi è salito a 191 punti, il livello più alto dal maggio 2014». Riporta che «il settore privato favorisce le riforme, ma rigetta l' ipotesi di una catastrofe se vincesse il No».
Cita l' appoggio di Confindustria, «a cui si è aggiunto di recente quello del ceo di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne», ma aggiunge che l' associazione degli industriali «non si aspetta ramificazioni economiche negative». Rivela un incontro avuto il 21 novembre con i dirigenti della Banca d' Italia, «che si aspettano un po' di volatilità dopo la vittoria del No, ma non la fine del mondo».
Anche «i leader delle due principali banche italiane ci hanno detto che non sono preoccupati. Uno, durante un incontro avuto il 21 novembre, ha definito il referendum un "non evento"; l' altro, il 28 novembre, ha detto che i rischi sono "gestibili ed esagerati"».
Phillips però resta preoccupato per il Monte dei Paschi di Siena, che «lancerà il suo aumento di capitale da 5 miliardi di euro il 6 dicembre», e Unicredit, che lo farà il 13: «Le condizioni instabili dei mercati minacciano il successo dei piani di entrambe le banche. Ma mentre Unicredit ha riserve sufficienti, un collasso di Mps potrebbe richiedere un intervento doloroso». L' ambasciatore poi rivela il suo vero timore, citando un rapporto scritto l' 11 novembre dalla Deutsche Bank: «I mercati finanziari restano più preoccupati per i rischi di medio e lungo termine, ossia una potenziale vittoria elettorale del Movimento anti establishment 5 Stelle nelle prossime elezioni generali, da tenersi non più tardi del marzo 2018».
Phillips sta scrivendo dopo il successo di Trump alle presidenziali, e quindi sa che questi rapporti rappresentano la sua eredità politica, consegnata a chi gestirà le relazioni con Roma dopo di lui. Perciò acquista ancora più importanza il documento che invia il primo dicembre, per sfatare cinque miti sul referendum: «Le tendenze politiche europeee e americane sono un fattore in vista del 4 dicembre, ma le circostanze domestiche italiane guidano le intenzioni degli elettori». Il pronunciamento su Renzi viene prima del vento della Brexit o di Trump.
Il primo mito da sfatare è che il premier doveva evitare il referendum: «È falso. La costituzione lo impone, se una sua riforma è approvata dal Parlamento con una maggioranza inferiore ai due terzi». Il secondo è che poteva concentrarsi su altre priorità: «Il governo Renzi era stato creato per fare le riforme. Il presidente Napolitano aveva accettato di prolungare il suo mandato a questa condizione».
Semmai il rimpianto sta nella fine della cooperazione con Berlusconi: «Se fosse continuata, la riforma avrebbe ottenuto i due terzi in Parlamento, eliminando la necessità del referendum». Il terzo mito è che la riforma apre la strada di Palazzo Chigi a Grillo: «La legge elettorale è stata già fatta, non è oggetto del referendum. In effetti se vincesse il Sì e l' Italicum restasse intatto, M5S avrebbe una possibilità realistica di vincere le prossime elezioni e formare il governo. Ma la riforma costituzionale non dipende dalla legge elettorale, e nulla impedisce al Parlamento di cambiarla in futuro. I pro e i contro del maggioritario non sono sulla scheda il 4 dicembre».
Il quarto mito è che la riforma dà troppi poteri al premier: «Ne dava di più quella tentata da Berlusconi nel 2006. È ironico che uno degli argomenti di M5S contro la riforma stia nel fatto che il nuovo Senato lo frenerebbe, se andasse al potere, perché è basato sulle Regioni che il Movimento non controlla». Il quinto mito è che la premiership di Renzi finirà con la sconfitta. Qui Phillips fa il ragionamento riportato all' inizio, nella speranza che il premier si dimetta, ma per ottenere un nuovo incarico. Del resto lo stesso presidente Obama, ricevendolo in ottobre alla Casa Bianca, aveva auspicato che il capo del governo restasse al suo posto qualunque fosse stato l' esito del referendum.
Il quinto mito però non si rivela tale, e il 5 dicembre l' ambasciatore invia a Washington un rapporto classificato come «sensitive», in cui si chiede: «Italy Votes No: Where Do We Go From Here?». Dove finirà ora l' Italia? Renzi «ha sbagliato a personalizzare il referendum, e il suo ruolo come baluardo contro populismo ed estremismo è stato duramente indebolito», ma Grillo «non è sulla soglia del potere».
Phillips non crede alle elezioni anticipate: «L' esuberanza di M5S maschera una crisi di leadership nel Movimento, che gli renderà difficile giocare un ruolo responsabile nei prossimi mesi. Secondo molti osservatori l' appello per il voto è un bluff. M5S vuole più tempo per gestire la crescente crisi interna e sanare lo scisma tra i pragmatici, guidati da Di Maio e Di Battista, che vogliono il governo, e l' ala ortodossa condotta da Roberto Fico, che diffida dell' ambizione politica ed è frustrata dai crescenti scandali ed errori di gestione nel partito.
Chiedendo le elezioni anticipate nonostante l' impossibilità tecnica di farle, il Movimento raccoglie i benefici del ritardo, senza partecipare al mercato delle vacche che i suoi membri oppongono visceralmente». Quanto a Berlusconi, «sollecita prudenza e suggerisce che l' attuale maggioranza può durare fino al 2017, per guadagnare tempo a favore del suo ritorno». Renzi invece si riprenderà il partito, per purgare gli oppositori di sinistra e guidarlo alle prossime elezioni: «Il sistema delle primarie aperte garantisce la sua vittoria nella corsa a segretario. A quel punto si concentrerà sulla ricostruzione, che includerà l' eliminazione dei dissidenti».
Nei rapporti successivi Phillips si arrovella sulle ipotesi di governi tecnici o istituzionali, e sulla girandola dei candidati, ma quando nasce l' esecutivo Gentiloni tira un sospiro di sollievo, anche se è «la fotocopia di quello Renzi, e D' Alema avverte che costerà al Pd un altro 5% di voti». L' ambasciatore nota soprattutto le conferme di Padoan, Calenda e Pinotti, e la promozione di Minniti all' Interno, come conferme del fatto che la stabilità dell' Italia, almeno per ora, è salva.
Le ambasciate di Roma, Usa e di sua Maestà britannica non sono riuscite ad addomesticare il Marchese Del Grillo????
Sembra fantascienza.
19 set 2017 14:49
MESSAGGIO DALLO ZIO SAM: CAMBIATE LA LEGGE ELETTORALE O VINCE GRILLO
- I RAPPORTI DELL’EX AMBASCIATORE PHILLIPS A WASHINGTON. LI HA SCRITTI A RIDOSSO DEL REFERENDUM, MA IL “WARNING” ESCE SOLO ORA. STRANO, NO?
- PURE OBAMA AVEVA DETTO AL DUCETTO DI NON DIMETTERSI: SFANCULARE UN PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI NON E’ MAI SAGGIO…
Paolo Mastrolilli per la Stampa
Matteo Renzi «non è obbligato a dimettersi», ma probabilmente lo farà. Subito dopo però potrebbe ricevere un nuovo incarico dal presidente Mattarella, e «ripresentarsi davanti al Parlamento per un voto di fiducia sul Renzi 2.0».
Sembra un auspicio, più che un' analisi politica, questo che l'ambasciatore John Phillips inserisce nel rapporto inviato a Washington il primo dicembre dell'anno scorso. Siamo alla vigilia del referendum costituzionale, e dai documenti che La Stampa ha ottenuto nel rispetto delle leggi americane, gli Stati Uniti temono che la sconfitta del premier esponga l'Italia al rischio di una deriva estremista e populista, e di una crisi economica e bancaria. Ma quello che preoccupa di più, in prospettiva, è l' arrivo di Grillo a Palazzo Chigi: «Se vincesse il sì e l'Italicum restasse intatto, potrebbe vincere le prossime elezioni e formare il governo».
Il 30 novembre Phillips firma un primo rapporto dedicato allo «Short-Term Economic Outlook on Referendum», la prospettiva economica a breve. Via Veneto dà per scontata la vittoria del «No», e cerca di spiegare a Washington i pericoli: «I nostri contatti nel governo hanno sminuito le potenzialità di reazioni negative dei mercati immediate e serie. Tuttavia l' incertezza riguardo il futuro di Renzi, e la minaccia dell' instabilità politica, hanno aumentato la volatilità guardando al 2017, anno in cui l' Italia siederà nel Consiglio di Sicurezza dell' Onu e ospiterà a maggio il G7.
<Ciò potrebbe comportare difficoltà per le banche in cerca di capitali, creando sfide immediate per il piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi di Siena. Nonostante il debito pubblico sia posizionato per sopportare le turbolenze dei mercati, la volatilità successiva al referendum potrebbe alzarne i costi. Data la convinzione nei settori di affari e finanza che il «No» sia stato già messo in conto dalle borse, l' Italia potrebbe essere colta di sorpresa, se qualunque ripercussione seria dovesse emergere a causa del risultato, minacciando la crescita (già debole), e complicando le relazioni con l' Unione europea».
Phillips nota che «le azioni delle banche italiane sono scese del 14% dal voto sulla Brexit, mente il 25 novembre lo spread rispetto ai bond tedeschi è salito a 191 punti, il livello più alto dal maggio 2014». Riporta che «il settore privato favorisce le riforme, ma rigetta l' ipotesi di una catastrofe se vincesse il No».
Cita l' appoggio di Confindustria, «a cui si è aggiunto di recente quello del ceo di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne», ma aggiunge che l' associazione degli industriali «non si aspetta ramificazioni economiche negative». Rivela un incontro avuto il 21 novembre con i dirigenti della Banca d' Italia, «che si aspettano un po' di volatilità dopo la vittoria del No, ma non la fine del mondo».
Anche «i leader delle due principali banche italiane ci hanno detto che non sono preoccupati. Uno, durante un incontro avuto il 21 novembre, ha definito il referendum un "non evento"; l' altro, il 28 novembre, ha detto che i rischi sono "gestibili ed esagerati"».
Phillips però resta preoccupato per il Monte dei Paschi di Siena, che «lancerà il suo aumento di capitale da 5 miliardi di euro il 6 dicembre», e Unicredit, che lo farà il 13: «Le condizioni instabili dei mercati minacciano il successo dei piani di entrambe le banche. Ma mentre Unicredit ha riserve sufficienti, un collasso di Mps potrebbe richiedere un intervento doloroso». L' ambasciatore poi rivela il suo vero timore, citando un rapporto scritto l' 11 novembre dalla Deutsche Bank: «I mercati finanziari restano più preoccupati per i rischi di medio e lungo termine, ossia una potenziale vittoria elettorale del Movimento anti establishment 5 Stelle nelle prossime elezioni generali, da tenersi non più tardi del marzo 2018».
Phillips sta scrivendo dopo il successo di Trump alle presidenziali, e quindi sa che questi rapporti rappresentano la sua eredità politica, consegnata a chi gestirà le relazioni con Roma dopo di lui. Perciò acquista ancora più importanza il documento che invia il primo dicembre, per sfatare cinque miti sul referendum: «Le tendenze politiche europeee e americane sono un fattore in vista del 4 dicembre, ma le circostanze domestiche italiane guidano le intenzioni degli elettori». Il pronunciamento su Renzi viene prima del vento della Brexit o di Trump.
Il primo mito da sfatare è che il premier doveva evitare il referendum: «È falso. La costituzione lo impone, se una sua riforma è approvata dal Parlamento con una maggioranza inferiore ai due terzi». Il secondo è che poteva concentrarsi su altre priorità: «Il governo Renzi era stato creato per fare le riforme. Il presidente Napolitano aveva accettato di prolungare il suo mandato a questa condizione».
Semmai il rimpianto sta nella fine della cooperazione con Berlusconi: «Se fosse continuata, la riforma avrebbe ottenuto i due terzi in Parlamento, eliminando la necessità del referendum». Il terzo mito è che la riforma apre la strada di Palazzo Chigi a Grillo: «La legge elettorale è stata già fatta, non è oggetto del referendum. In effetti se vincesse il Sì e l' Italicum restasse intatto, M5S avrebbe una possibilità realistica di vincere le prossime elezioni e formare il governo. Ma la riforma costituzionale non dipende dalla legge elettorale, e nulla impedisce al Parlamento di cambiarla in futuro. I pro e i contro del maggioritario non sono sulla scheda il 4 dicembre».
Il quarto mito è che la riforma dà troppi poteri al premier: «Ne dava di più quella tentata da Berlusconi nel 2006. È ironico che uno degli argomenti di M5S contro la riforma stia nel fatto che il nuovo Senato lo frenerebbe, se andasse al potere, perché è basato sulle Regioni che il Movimento non controlla». Il quinto mito è che la premiership di Renzi finirà con la sconfitta. Qui Phillips fa il ragionamento riportato all' inizio, nella speranza che il premier si dimetta, ma per ottenere un nuovo incarico. Del resto lo stesso presidente Obama, ricevendolo in ottobre alla Casa Bianca, aveva auspicato che il capo del governo restasse al suo posto qualunque fosse stato l' esito del referendum.
Il quinto mito però non si rivela tale, e il 5 dicembre l' ambasciatore invia a Washington un rapporto classificato come «sensitive», in cui si chiede: «Italy Votes No: Where Do We Go From Here?». Dove finirà ora l' Italia? Renzi «ha sbagliato a personalizzare il referendum, e il suo ruolo come baluardo contro populismo ed estremismo è stato duramente indebolito», ma Grillo «non è sulla soglia del potere».
Phillips non crede alle elezioni anticipate: «L' esuberanza di M5S maschera una crisi di leadership nel Movimento, che gli renderà difficile giocare un ruolo responsabile nei prossimi mesi. Secondo molti osservatori l' appello per il voto è un bluff. M5S vuole più tempo per gestire la crescente crisi interna e sanare lo scisma tra i pragmatici, guidati da Di Maio e Di Battista, che vogliono il governo, e l' ala ortodossa condotta da Roberto Fico, che diffida dell' ambizione politica ed è frustrata dai crescenti scandali ed errori di gestione nel partito.
Chiedendo le elezioni anticipate nonostante l' impossibilità tecnica di farle, il Movimento raccoglie i benefici del ritardo, senza partecipare al mercato delle vacche che i suoi membri oppongono visceralmente». Quanto a Berlusconi, «sollecita prudenza e suggerisce che l' attuale maggioranza può durare fino al 2017, per guadagnare tempo a favore del suo ritorno». Renzi invece si riprenderà il partito, per purgare gli oppositori di sinistra e guidarlo alle prossime elezioni: «Il sistema delle primarie aperte garantisce la sua vittoria nella corsa a segretario. A quel punto si concentrerà sulla ricostruzione, che includerà l' eliminazione dei dissidenti».
Nei rapporti successivi Phillips si arrovella sulle ipotesi di governi tecnici o istituzionali, e sulla girandola dei candidati, ma quando nasce l' esecutivo Gentiloni tira un sospiro di sollievo, anche se è «la fotocopia di quello Renzi, e D' Alema avverte che costerà al Pd un altro 5% di voti». L' ambasciatore nota soprattutto le conferme di Padoan, Calenda e Pinotti, e la promozione di Minniti all' Interno, come conferme del fatto che la stabilità dell' Italia, almeno per ora, è salva.
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Re: Come se ne viene fuori ?
UncleTom ha scritto:UN PROBLEMA GROSSO COME UN CASA
Potremmo perdere anche quel poco di libertà vigilata "rimanente" a cui siamo stati abituati negli anni precedenti.
Perchè "un poco di libertà" vigilata.
Perchè come fa rilevare Fausto Carotenuto, ex agente dei servizi segreti, nell'articolo scelto da LIBRE Associazione di idee ieri mattina, Solange Manfredi, sfidando il sistema, ha pubblicato il libro PSYOPS, dove descrive come ci hanno manipolato e ingannato per 70 anni.
E la disparità del tipo d'informazione tra i quotiani "semiliberi" e il foglio della propaganda dei camerati STRUMPTPRUPPEN, evidenziano la sorte nostra futura se questo centrodestra dovesse vincere le prossime elezioni.
Dal sitp mss.com:
«Auto di servizio e relazione, così i due carabinieri hanno mentito quella notte»
2/28
Corriere della Sera
fsarzanini@corriere.it 7 ore fa
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ROMA I due carabinieri di Firenze accusati di aver stuprato le studentesse statunitensi non avevano comunicato alla sala operativa che le avrebbero fatte salire sull’auto di servizio, come invece prevedono le regole. E questo smentisce la versione fornita dall’appuntato scelto Marco Camuffo che ai pm coordinati dal procuratore Giuseppe Creazzo ha giurato di «non sapere che cosa mi sia successo quella sera». Il sospetto è che avessero deciso di aggredirle dopo averle agganciate presso la discoteca Flo e per questo le avrebbero accompagnate a casa. Ne risponderanno in sede penale, ma non solo. La Procura militare li accusa di violata consegna e peculato proprio per il loro comportamento di quella sera. Reati gravissimi che potrebbero accelerare la «cacciata» dall’Arma. Anche perché è lungo l’elenco delle norme che hanno infranto, compresa quella che li obbligava a compilare la relazione di servizio. E invece nessun documento sull’intervento di quella notte è mai arrivato ai superiori.
Questa mattina arriverà in procura, il secondo carabiniere accusato di violenza sessuale. Dopo i tentennamenti di questi giorni, ha fatto sapere di voler rispondere alle domande dei pubblici ministeri. Il suo collega sostiene di aver visto che entrava con la giovane in ascensore ma di non sapere che cosa sia successo. La studentessa invece non ha dubbi: mi ha violentata. Di certo c’è che nessuno dei due aveva fatto cenno con i superiori a quanto accaduto quella sera e quando è stata resa nota la denuncia delle ragazze, hanno continuato a tacere. Ecco perché, già nei prossimi giorni saranno interrogati anche dal procuratore militare Marco De Paolis e dal sostituto Antonella Masala, titolare del fascicolo.
© Fornito da RCS MediaGroup S.p.A.
Gli interrogativi ai quali dovranno rispondere sono numerosi. Sul tavolo dei magistrati c’è la prima informativa che ricostruisce quanto accaduto nella notte ed evidenzia tutte le violazioni e le omissioni commesse dai due appuntati. La prima, più evidente, riguarda la decisone di entrare nella discoteca e fermarsi al bar, nonostante fossero in servizio. Poi c’è la scelta di farle salire in auto. Le regole su questo non lasciano margini: è consentito soltanto in casi eccezionali (ad esempio il trasporto urgente di un ferito) e sempre informando la centrale operativa. Ancor più grave è la decisione di entrare nel palazzo dove le giovani abitavano, lasciando peraltro l’auto di servizio parcheggiata fuori. Anche tenendo conto — e su questo sono in corso accertamenti ulteriori — che la zona potesse non essere quella di loro competenza.
La spregiudicatezza di entrambi convince i magistrati della procura militare ad ampliare gli accertamenti. Secondo le prime informazioni trasmesse da Firenze, mercoledì era la seconda volta che i due carabinieri uscivano insieme in pattuglia. Eppure si sono fidati l’uno dell’altro, hanno violato tutte le regole evidentemente consapevoli che non sarebbero stati traditi. Ecco perché si ipotizza che il loro comportamento possa non essere isolato e dunque si vuole accertare se ci sia una rete di complicità che «copre» eventuali abusi. Proprio come accaduto in Lunigiana dove un’inchiesta della Procura di Massa Carrara ha portato agli arresti otto carabinieri di caserme diverse per aver abusato sessualmente di almeno una donna e aver picchiato numerosi stranieri. Per questo nell’elenco dei testimoni da convocare ci sono gli altri quattro carabinieri intervenuti mercoledì sera alla discoteca Flo, senza escludere di poter interrogare anche altri colleghi e superiori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alla stessa ora dal sito dei camerati STRUMPTRUPPEN, notizia di testa:
Finlandese abusata e rapinata
Bengalese in manette a Roma
Orrore in pieno centro. La giovane pestata con una grossa pietra e poi stuprata. Prima di andarsene il furto di 40 euro
di Sergio Rame
7 ore fa
4266
Roma, lo stupratore è rifugiato:
permesso per motivi umanitari
Dopo Butungu un altro violento "regolare"
Sergio Rame /news/politica/roma-stupratore-bengalese-butungu-ha-permesso-motivi-1440525.
6 ore fa
603 ,
ancora adesso alle 04.45, mentre sto scrivendo questo post, la notizia di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, nemmeno l'ombra.
Il fatto dei due carabinieri deve essere trattato con equilibrio, senza spunti propagandistici in qualsiasi direzione si voglia.
Ma l'occultamento della notizia ci anticipa la nostra sorte futura se vincerà, e vincerà, il centrodestra
Non vengano ad accampare inutili scuse i camerati, perché l'informazione in possesso della Sarzanini doveva essere anche a loro disposizione.
Ma l'impostazione del sito è netta e non lascia dubbi.
IERI, LIBRE HA RIPRESO SOLANGE MANFREDI
LIBRE news
Recensioni
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Solange Manfredi: papà, uomo di potere, viveva nel terrore
Scritto il 21/9/17 • nella Categoria: idee Condividi
Paolo (Franceschetti) in questo blog ha scritto alcuni articoli su alcune associazioni esoteriche che hanno fatto sorgere tra i lettori confronti, a volte, anche accesi. Diverse persone hanno commentato gli articoli scrivendo le proprie esperienze, e non solo. Altri sono intervenuti per mettere in guardia dal “fascino” che dette associazioni possono avere su alcune persone. In ultimo, ieri, un’amica di Paolo, letto il suo ultimo articolo sulla Rosa Rossa, gli ha detto che leggerlo fa venir voglia di iscriversi, più che di combattere il fenomeno… fa venire voglia di dire “voglio anche io avere conoscenze superiori, voglio anche io avere potere”. Ed ecco il perché del mio intervento. Ho avuto la straordinaria (nel senso letterale del termine, ovvero fuori dall’ordinario) possibilità di vivere in una famiglia che tale potere aveva, inserita ai massimi livelli italiani. Per tale motivo ritengo opportuno dare la mia testimonianza sull’altra faccia di questo potere che tante persone può affascinare. Questo tipo di potere ha un costo enorme ed è quello della vita e della libertà tua e della tua famiglia. Certo, la mia famiglia aveva potere e denaro, ma a che prezzo cercherò di spiegarvelo nel modo più semplice.
Non ho mai visto, un solo giorno, mio padre senza la paura negli occhi. Non l’ho mai visto veramente sereno e sorridente. Era un bravissimo attore e, in società, era considerato un uomo bello, intelligente, simpatico, ironico, tollerante, comprensivo e disponibile. A casa era un uomo chiuso, sospettoso, iroso, intollerante e cinico. Era un uomo spaventato. Perché quando accetti di far parte di questo mondo, o di queste organizzazioni, il prezzo da pagare è questo. Non hai la possibilità di difendere né te stesso, né la tua famiglia. Tutto è loro concesso e tu non puoi rifiutare ai gradi pari, o superiori, nulla. Sei, sostanzialmente, al loro servizio. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che ti viene tolta la dignità e la libertà. Diventi, niente di più e niente di meno, che uno schiavo strapagato. Uno schiavo che deve essere sempre pronto ad esaudire i desideri dell’organizzazione, qualunque essi siano, legali o no.
Uno schiavo che non ha la possibilità di difendere neanche la sua famiglia, perché anche quella appartiene all’organizzazione. Uno schiavo che potrà chiedere grandi vantaggi anche per la sua famiglia, certo, ma che se attaccata dall’organizzazione non avrà la possibilità di difenderla. Anzi, se chiesta, sarà lui a doverla concedere. Sarai a conoscenza, quando addirittura non complice od esecutore, di reati che servono sia agli scopi dell’organizzazione sia per renderti uomo ricattabile. Dovrai scattare ad ogni loro richiamo. Dovrai sottostare a qualsiasi loro richiesta. Vivrai nel terrore di sbagliare, sapendo che la pena per tale errore è la più atroce. Ogni giorno vivrai con l’ansia che il telefono squilli, o che qualcuno arrivi nel tuo studio a farti l’ennesima richiesta oscena a cui tu dovrai obbedire; perché hai potere, certo, ma c’è sempre qualcuno sopra di te. Perché magari un giorno, se ti verrà chiesto, dovrai dare l’ordine di uccidere un uomo onesto, solo perché, svolgendo il suo lavoro, si è avvicinato pericolosamente a scoprire l’organizzazione di cui fai parte.
E sarà difficile prendere sonno quella notte. Ma lo sarà ancora di più la notte seguente all’attentato che hai ordinato di fare, quando saprai che l’autobomba imbottita di tritolo ha ucciso anche una madre con i suoi due figli, colpevoli soltanto di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Sarà difficile quella sera rientrare a casa e vederti correre incontro tua figlia, che ha più o meno la stessa età dei bambini morti nell’attentato che hai ordinato, per un abbraccio. Sarà difficile, quasi impossibile, ricevere quell’abbraccio, perché quel contatto potrebbe farti pensare a quei bambini, i cui corpi sono stati ritrovati a decine di metri di distanza, spiaccicati sulla facciata di un palazzo, e farti crollare emotivamente. E allora, probabilmente, allontanerai con rabbia tua figlia, le impedirai qualsiasi contatto, lasciandola delusa e confusa. O forse passerai settimane intere tornando a casa tardi la sera, per essere sicuro che già dorma, per poi svegliarti la mattina quando è già uscita per andare a scuola.
Negli anni questo stato ti porterà a chiuderti dentro una corazza, che ogni giorno si farà più stretta, fino a soffocarti. Perché denaro e potere non riescono a cancellare il fatto che ti hanno annullato come uomo, privandoti di dignità e libertà. E anche quando qualcuno dell’organizzazione causerà un danno alla tua famiglia e questa ti chiederà tutela, il non poterla dare, il non poter loro spiegare che quel danno, o quel reato, non può essere denunciato, sarà difficile. Perché tra voi non vi potete denunciare, in quanto considerate i tribunali dello Stato “tribunali profani”, indegni di giudicarvi. Cercherai scuse per non agire e, se la tua famiglia cercherà di tutelarsi da sola, arriverai perfino a rubare da casa i documenti che comprovano il reato per impedire la denuncia. E allora per la tua famiglia diventerai, nella migliore delle ipotesi, un uomo che causa sofferenza e incomprensioni.
Sarà difficile reggere tutto ciò. Perché sarà difficile da reggere la recita in pubblico, sempre in tensione ad ogni persona che ti si avvicina e ti dice: “Sono un amico di….le posso parlare?”. Con una “corte” attorno a te di uomini che ti adulano, certo, ma che – tu sai perfettamente – aspettano solo un momento di tua debolezza per pugnalarti alle spalle e prendere il tuo posto, e il relativo potere, nell’organizzazione. E sarà difficile reggere le incomprensioni che il tuo atteggiamento ha causato in casa. Certo, cercherai disperatamente di compensare quelle incomprensioni con quel denaro tanto facile e immeritato che a fiumi ti viene fatto scorrere nelle tasche. Ma può capitare che alla tua famiglia non interessi tanto denaro, interessi avere un padre ed un uomo, ovvero quello che tu non sei più. E allora ogni giorno sarà una sofferenza per te e per chi ti sta accanto.
Il momento peggiore, poi, sarà quando non riuscirai più a sopportare tutto ciò e cercherai un modo per uscirne, per trovare una scusa all’ennesima indecente richiesta. Sarà proprio allora che ti verrà ricordato che non sei libero di scegliere, e te lo ricorderanno nei modi peggiori. Magari faranno avvicinare tua figlia da qualcuno che le farà un discorso strano, che lei non sarà in grado di capire, ma che le verrà chiesto di riferirti, perché tu, invece, ne comprenderai perfettamente il significato. E allora inizierà il panico. Un panico incontrollato. E inizierai a tremare ogni qualvolta tua figlia uscirà di casa, ogni volta che ti racconterà di aver conosciuto un ragazzo. Reagirai con la tipica rabbia dettata dalla paura chiedendole di non vedere mai più quella persona, adducendo scuse a tale richiesta, scuse banali e per tua figlia incomprensibili. Questo allontanerà ancora di più tua figlia che, per vivere, inizierà a mentirti e a nasconderti la propria vita. Tutto ciò aumenterà ancora di più la tua paura e la tua sensazione di impotenza.
Così avanzerai verso di lei pretese sempre più assurde, cercando di controllare ogni sua amicizia, ogni suo spostamento e, quando tua figlia ti chiederà spiegazioni per questo tuo comportamento, non saprai cosa dire. Perché probabilmente non avrai la forza di spiegarle che rischia la vita, che è pericoloso uscire con un ragazzo incontrato in discoteca, perché lei è usata come strumento di pressione e di ricatto perché tu obbedisca. Perché non potrai spiegarle che quella persona con cui lei ti dice aver passato una bella serata e che, conoscendoti, ti manda i suoi saluti, in realtà voleva farti sapere che è stato così vicino a tua figlia da poterla uccidere con una sola mano. Non potrai. Né potrai spiegarle che vive questa situazione perché tu hai scelto anni prima di avere potere e denaro per poter avere una bella casa, per poter avere incarichi che non meritavi, per non rispondere giudizialmente di eventuali errori nella tua professione, per poter fare le vacanze nei posti più esclusivi, per poter ottenere con facilità cose che non ti spettavano, ecc..
Non potrai spiegarle che la sua vita appartiene ad altri perché tu volevi il potere. E non potrai spiegarlo perché, anche se tu trovassi la forza di farlo, sapresti perfettamente che non servirebbe a nulla, se non a far vivere nel panico anche i tuoi cari. E’ a questo punto che ti accorgerai di quanto ti sia costato quel potere, ma non potrai più tornare indietro. Non potrai più porre rimedio a quella scelta fatta per l’ambizione di arrivare dove altrimenti non saresti mai arrivato. Non avrai più via di scampo, come non ce l’avrà la tua famiglia, che vivrà in un incubo senza sapere perché. Nessun rapporto, solo recite in pubblico per la società, che tu obbligherai la tua famiglia a recitare con la paura e il ricatto, i soli strumenti che ti saranno rimasti avendo perso il loro amore, la loro stima e la loro fiducia. E neanche la tua morte salderà il conto, perché la tua famiglia sarà costretta a scegliere: se entrerà nell’organizzazione manterrà ciò che ha, se rifiuterà le verrà tolto tutto.
Sì, perché le strutture che tu hai messo in piedi, siano aziende o studi professionali, sono strutture dell’organizzazione, e tu eri solo lo schiavo strapagato che le portava avanti, la cosiddetta testa di legno. Così, se la tua famiglia rifiuterà, le verrà tolto tutto. Se cercherà di ottenere ciò che ritiene suo, e che la legge dice esserlo, verrà massacrata (morte civile, calunnie, minacce, denunce pretestuose, ecc). Se poi un componente della tua famiglia, magari tua figlia, sceglierà di aiutare le persone che cadono vittime della tua organizzazione (e sono tante) perché, grazie alla sua esperienza di vita, vi conosce e riconosce, o cercherà di informare sul meccanismo del vostro potere, saprà che sarà un progetto che non potrà pianificare. Saprà che, probabilmente, una sera ci sarà qualcuno che, come tante volte hai fatto tu in passato, darà l’ordine di eliminare il problema. E l’esecutore, con rapidità ed efficienza, entrerà in azione assicurandosi che il decesso venga archiviato come incidente o suicidio. Questo è il prezzo del potere. Alle singole persone scegliere se vale la pena pagarlo. Io, ho scelto la libertà per poter, come ebbe a dire Paolo Borsellino: «sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità».
Solange Manfredi, “Il prezzo del potere”, dal blog di Paolo Franceschetti del 20 novembre 2008).
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