A POSSIBILE OGGI SI VOTA
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A POSSIBILE OGGI SI VOTA
Documento politico e organizzativo redatto dal nostro Segretario Giuseppe Civati
Possibile ha creduto più di altri e prima di altri alla possibilità che si potesse presentare un'unica lista, autonoma, a sinistra e per la Repubblica, che coinvolgesse tutti i soggetti interessati, come si è detto a Parma in occasione degli Stati generali dello scorso gennaio.
Un lavoro unitario non retorico, ma basato sulla relazione politica e sui contenuti programmatici.
Le «popolarie»
Ciò che vogliamo proporre a tutti i soggetti che vorranno aderire alla lista unica è di creare strumenti di consultazione nazionale e locale, sulla base di una lista di chi vorrà partecipare. Non sul cognome, appunto. Ma sul progetto. Su ciò che vogliamo fare. Ci siamo rotti i cognomi e le primarie stesse, chiunque le abbia fatte, sono state sempre troppo nominalistiche. Pensiamo a un concorso vero e contendibile, sulle priorità, sulle modalità, sulle scelte di fondo. Non c’è, del resto, il voto al premier, c’è invece un bisogno forte di politica. In cui protagoniste siano le persone, non i capi e i capetti. La politica, non il potere fine a se stesso.
Il popolo che si riunirà sarà protagonista della sfida e la base elettorale del soggetto che si presenterà alle elezioni.
Per votare sulle «cose», si può adottare il sistema di «voto alternativo» (https://it.wikipedia.org/wiki/Voto_alternativo), dando la possibilità alle assemblee locali di individuare proposte, che non possono provenire solo dalla politica nazionale.
Chi partecipa e vota alle «popolarie» nel 2017 nel 2018 voterà per decidere cosa farà in Parlamento il gruppo che ne risulta eletto. Come fanno in Germania e come avremmo dovuto fare anche in Italia, nel 2013. Al vaglio degli elettori, prima, durante e dopo.
Nel Paese
Un’assemblea nazionale da convocarsi entro la fine di novembre, dopo avere promosso le assemblee locali: ogni decisione deve essere presa dalle cittadine e dai cittadini, in un percorso semplice e democratico e soprattutto inclusivo. Ciò deve valere anche per le candidature, per sbloccare ciò che la maggioranza ha bloccato con il ricorso a sistemi elettorali che puntano dichiaratamente al mantenimento dello status quo.
Va associata partecipazione a mobilitazione: promuoviamo insieme «la grande impresa», nel mondo del lavoro e della produzione, perché la sinistra non può partire che dalla società che lavora e che produce.
In Parlamento
Una presa di posizione, insieme, sull’ennesima, ‘nuova’ legge elettorale, che blocca liste, candidati e anche il sistema e un lavoro parlamentare comune per proposte condivise nell’ambito della legge di bilancio.
La campagna
Una regia comune sulla comunicazione, in un percorso che Possibile ha già avviato e che mette a disposizione di tutti. E, soprattutto, un confronto programmatico, per definire le linee fondamentali intorno alle quali muoverci: noi portiamo il Manifesto, nella speranza che si entri presto nel merito e nel dettaglio delle proposte, perché siano puntuali e precise, numeri e dati alla mano.
A tutti i livelli
Questo vale a livello nazionale e a livello locale, dove il coordinamento tra tutti i soggetti deve partire subito.
Voto favorevole
Voto contrario
Astensione
Possibile ha creduto più di altri e prima di altri alla possibilità che si potesse presentare un'unica lista, autonoma, a sinistra e per la Repubblica, che coinvolgesse tutti i soggetti interessati, come si è detto a Parma in occasione degli Stati generali dello scorso gennaio.
Un lavoro unitario non retorico, ma basato sulla relazione politica e sui contenuti programmatici.
Le «popolarie»
Ciò che vogliamo proporre a tutti i soggetti che vorranno aderire alla lista unica è di creare strumenti di consultazione nazionale e locale, sulla base di una lista di chi vorrà partecipare. Non sul cognome, appunto. Ma sul progetto. Su ciò che vogliamo fare. Ci siamo rotti i cognomi e le primarie stesse, chiunque le abbia fatte, sono state sempre troppo nominalistiche. Pensiamo a un concorso vero e contendibile, sulle priorità, sulle modalità, sulle scelte di fondo. Non c’è, del resto, il voto al premier, c’è invece un bisogno forte di politica. In cui protagoniste siano le persone, non i capi e i capetti. La politica, non il potere fine a se stesso.
Il popolo che si riunirà sarà protagonista della sfida e la base elettorale del soggetto che si presenterà alle elezioni.
Per votare sulle «cose», si può adottare il sistema di «voto alternativo» (https://it.wikipedia.org/wiki/Voto_alternativo), dando la possibilità alle assemblee locali di individuare proposte, che non possono provenire solo dalla politica nazionale.
Chi partecipa e vota alle «popolarie» nel 2017 nel 2018 voterà per decidere cosa farà in Parlamento il gruppo che ne risulta eletto. Come fanno in Germania e come avremmo dovuto fare anche in Italia, nel 2013. Al vaglio degli elettori, prima, durante e dopo.
Nel Paese
Un’assemblea nazionale da convocarsi entro la fine di novembre, dopo avere promosso le assemblee locali: ogni decisione deve essere presa dalle cittadine e dai cittadini, in un percorso semplice e democratico e soprattutto inclusivo. Ciò deve valere anche per le candidature, per sbloccare ciò che la maggioranza ha bloccato con il ricorso a sistemi elettorali che puntano dichiaratamente al mantenimento dello status quo.
Va associata partecipazione a mobilitazione: promuoviamo insieme «la grande impresa», nel mondo del lavoro e della produzione, perché la sinistra non può partire che dalla società che lavora e che produce.
In Parlamento
Una presa di posizione, insieme, sull’ennesima, ‘nuova’ legge elettorale, che blocca liste, candidati e anche il sistema e un lavoro parlamentare comune per proposte condivise nell’ambito della legge di bilancio.
La campagna
Una regia comune sulla comunicazione, in un percorso che Possibile ha già avviato e che mette a disposizione di tutti. E, soprattutto, un confronto programmatico, per definire le linee fondamentali intorno alle quali muoverci: noi portiamo il Manifesto, nella speranza che si entri presto nel merito e nel dettaglio delle proposte, perché siano puntuali e precise, numeri e dati alla mano.
A tutti i livelli
Questo vale a livello nazionale e a livello locale, dove il coordinamento tra tutti i soggetti deve partire subito.
Voto favorevole
Voto contrario
Astensione
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- Iscritto il: 22/02/2012, 10:21
Re: A POSSIBILE OGGI SI VOTA
Io ho votato ... favorevole naturalmente.
Ormai vedo in Possibile l'unica possibilità di uscire da questa fogna politica, l'unica speranza per un'Italia migliore.
Sarò illuso ... ma ad oggi non c'è nulla
Ormai vedo in Possibile l'unica possibilità di uscire da questa fogna politica, l'unica speranza per un'Italia migliore.
Sarò illuso ... ma ad oggi non c'è nulla
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: A POSSIBILE OGGI SI VOTA
Continuiamo a sperare che la gente si svegli , ma ci vuole più presenza sui territori .
un saluto a tutti
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- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: A POSSIBILE OGGI SI VOTA
Nessuno di noi qui nel forum possiede "tutte" le qualità necessarie per capire la "complessità" della politica, ma se uniamo le nostre forze, forse potremmo arricchirci tutti nella sua comprensione.
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
Continuiamo a sperare che la gente si svegli , ma ci vuole più presenza sui territori .
Perché la gente si dovrebbe svegliare se il “potere” ha interesse a narcotizzarla???
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Continuiamo a sperare che la gente si svegli , ma ci vuole più presenza sui territori .
Perché la gente si dovrebbe svegliare se il “potere” ha interesse a narcotizzarla???
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Re: A POSSIBILE OGGI SI VOTA
UncleTom ha scritto:Nessuno di noi qui nel forum possiede "tutte" le qualità necessarie per capire la "complessità" della politica, ma se uniamo le nostre forze, forse potremmo arricchirci tutti nella sua comprensione.
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
Continuiamo a sperare che la gente si svegli , ma ci vuole più presenza sui territori .
Perché la gente si dovrebbe svegliare se il “potere” ha interesse a narcotizzarla???
La gente si dovrebbe svegliare per non lasciarsi narcotizzare dal potere
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