Diario della caduta di un regime.

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erding
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da erding »

(...) "E’ indubbio che gli innumerevoli tentativi di legge elettorale, compreso l’ultimo,
non sono altro che arzigogoli incostituzionali con i quali si tenta di rendere come
espressione del popolo un governo, quale che fosse, destinato ad ampi poteri legislativi
ed esecutivi, nonché padrone assoluto, e senza possibili opposizioni fattive, del divenire italiano.

E’ anche e contemporaneamente certo che qualora nessuno dei contendenti elettorali riuscisse
nell’intento le ipotesi in campo sarebbero solo due:
a) una innaturale commistione tra diversi dichiaratisi tali, in realtà ad essere la stessa cosa
( renziani e berlusconiani con qualche appendice pseudo fascista: lega, fratelli d’italia e il nulla Alfano);

b) un parlamento nel caos generale; nuovi tentativi di sopravvivere fino ad una ennesima legge
elettorale con la sempre più forte probabilità che “ qualcuno o qualcosa “ decida un basta improvviso
e porti a termine il progetto fondante:
“ RISTABILIIRE UN AUTORITARISMO DIRIMENTE E RISOLUTIVO LA SITUAZIONE “. (...) "
(Francesco Briganti)


Chiediamoci:
Quale democrazia rappresentativa è questa nostra?
Premesso che chi non vota lo fa per delegittimare l'esistente e prendendo
a riferimento le elezioni politiche del 2013 abbiamo un quadro preoccupante.
Se sommiamo i NON VOTI (11.634.803 ) alle bianche 395285, alle nulle 872541
a quelli del M5S 8 691 406, che sono di fatto voti della rabbia ed l'antisistema
arriviamo alla cifra impressionante di oltre 21 milioni di elettori su 47.160.244 aventi diritto.

Il parlamento attuale chi rappresenta??
Quale legittimità hanno i rappresentanti, più nominati che eletti??

Quanto a lungo può reggere una situazione simile??

Un saluto erding
UncleTom
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da UncleTom »

VERSO LE REGIONALI
CARI CATALANI, NON RIDUCETEVI COME LA SICILIA

B U TTA N I S S I M A L’autonomia, se è mal gestita, può generare mostri
Cari catalani, non finite come i siciliani

»PIETRANGELO BUTTAFUOCO

Sarà giusto questa mattina – l’orologio della storia lo reclama – e a Barcellona si consumeranno le quarantotto ore di tempo che si sono dati gli indipendentisti per arrivare alla Diu, ovvero la Dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna.

Dopo di che, si vedrà. Il 23 ottobresi vota in Veneto e in Lombardia.

Il quesito referendario, sebbene incandescente di romanticismi secessionisti, è incastonato nella legittimità costituzionale – è la richiesta di Autonomia – ed è coerente con il blocco sociale da cui deriva.

La secessione, si sa, è un lusso dei popoli ricchi.

Si vota – così a Milano e a Venezia, come già il primo ottobre s’è fatto nei seggi della Generalitat di Carles Puigdemont – per mettersi in tasca le proprie tasse. Si vedrà.

Non avendo più occhi per piangere, invece, il 5 novembre –nella routine trasformista – si andrà alle urne in Sicilia per le Regionali.

Una terra oltremodo emblematica in tema di conflitti con lo Stato centrale, la Sicilia, perché il collaudo dello Statuto Speciale nel vicereame di Palermo è ben antico: fu nientemeno che una concessione del Regno d’Italia, nel solco dei moti separatisti, in vantaggio dunque sui catalani, sui baschi, sui fiamminghi, sugli irlandesi, sugli scozzesi e – va da sé –sui padani.

Il primo ottobre s’è votato un referendum risultato carta straccia agli occhi di Madrid, dell’Ue e forse anche dell’intero delicato equilibrio geopolitico internazionale.

Se solo si procedesse ai desideri dei separatisti – e uno studio di Focus lo dimostra –raddoppierebbero le nazioni nell’attuale assetto europeo.

Quella dell’Autonomia regionale siciliana, intanto, resta un’eccezione a conferma della regola se il privilegio di legiferare e amministrare indipendentemente dall’autorità centrale, a differenza di altre aree del Vecchio continente, non ha mai determinato – e tempo ne è passato da ieri a oggi per capirlo – un effettivo progresso economico e sociale, anzi: lo Statuto Speciale s’è trasformato, fino a conclamare la catastrofe politica di tutti i partiti, nella fogna del potere.

Una carta, questa dell’Autonomia regionale siciliana, che diventa inevitabilmente modello per le auspicate indipendenze altrui.

Basti pensare che lo Statuto della Catalogna riprende passo passo l’elaborato a suo tempo controfirmato da Umberto di Savoia.

Ed è una chimera, questa della Strabuttanissima Sicilia, per le regioni dell’Alta Italia (effettivamente è un’espressione démodé ma rende bene) che però lo status internazionale, la specificità territoriale, se lo conquistano in ragione di una performance produttiva figlia del mondo, non certo del pittoresco provinciale.

Sono la storia di comunità aperte al mondo, non certo sacche di contenimento dell’angusto pozzo dei privilegi parassitari, quei fortilizi delle clientele con cui la Sicilia, dopo la stagione dei saccheggi di Verre, s’è aggiornata coi granai elettorali a disposizione di chiunque vi arrivasse per dispensare, al netto delle retoriche, l’impostura perpetua dei sottopanza.

Ebbene, sì: i vertici delle istituzioni nazionali – dal presidente della Repubblica al presidente del Senato – sono siciliani.

Ma il ceto politico rimasto nell’isola, sfogliate pure l’album fotografico, racconta l’apoteosi della piccineria paesana.


Osservate appunto la foto di Rosario Crocetta, il governatore uscente, in posa da sirenetto.

In questo scatto, c’è tutto.

Copre l’uccellino con una copia del giornale, dopo di che si proclama testimonial della bellezza dell’isola. Ridere. Per non piangere.

L’Autonomia è meritata sul campo, altrimenti come spiegarsi la vitalità di una tratta mai dismessa qual'è quella della Viadella Seta, l’ininterrotto percorso di merci, uomini e progetti in viaggio di andata e ritorno tra Venezia e Pechino.

L’orologio della storia, batte. La realtà, invece, urta.



Non si capisce, infatti, come malgrado i suoi gioielli di assoluta bellezza – da Vendicari a Taormina, dalla Riserva dello Zingaro a Selinunte – la Sicilia che campa di sole per dieci mesi l’anno non sia quantomeno la prima vetrina del turismo.

Così come con il proprio patrimonio storico e culturale: non si capisce come non riescaa farne economia e commercio. E così anche nelle sue risorse di lavoro, fantasia, impresa se si pensa che l’unica grande industria presente – per quel che potrà restare – è il pubblico impiego.




L’unica ricchezza solida di Sicilia – ed è sufficiente rivedere il film Andiamo a quel paese di Ficarra e Picone per capirlo – è la previdenza sociale.

Sono le pensioni dei genitori, dei nonni e degli invalidi a costruire l’unico ed estremo tesoretto a disposizione di una popolazione nel frattempo ridottasi ai minimi termini visto che l’unico segno di mobilità sociale è la fuga delle giovani generazioni.

Nessuno, tra i personaggi in vista – nessuno dell’élite siciliana – ha figli che siano rimasti nell’isola.

Alla Lampedusa dei disperati in fuga dall’Africa corrisponde una consorella ulteriore – una Lampedusa che non c’è – cui si destinano i più acculturati, gli specializzati, i fortunati e chiunque, tra i ragazzi di Sicilia, abbia modo di trovare altrove approdo, un qualunque luogo, per costruirsi un futuro.

È un grumo di lacciuoli, questo dello Statuto, che con la corruzione, l’arretratezza delle strutture e le elefantiache macchine burocratiche – nella pastura della criminalità – inchioda la Sicilia a una condizione di sottosviluppo ingiustificato rispetto alle eclatanti potenzialità.

Ed è questo ciò che fino a oggi si vede.


Per gli ingegneri di Catania che vogliano ingegnare, infatti, non c’è modo.
Non per gli agricoltori di Enna che abbiano da zappare, non per gli scienziati di quella che è pur sempre la patria di Archimede, che sappiano di che scienziare.

Non c’è alcun modo quando perfino nell’acquisto di libri, nel consumo di cultura, l’isola – la culla di eccellenze per scienza, letteratura, ricerca – conquista il primato capovolto: essere il fanalino di coda in tutte le statistiche.

Primi però, noi siciliani, nello scempio ambientale, nella devastazione urbanistica, senza mai dimenticare il famoso primato. Quello.

La vecchia talpa della storia non sa più dove scavare se il rinnovo del Parlamento e del governo siciliano nulla può farsene della delicata posizione nel contesto geopolitico attuale –al centro del Mediterraneo – nel fuoco primo del Grande Gioco, nel bel mezzo del futuro del mondo, nel transito della contemporaneità se poi la Sicilia, ancor più perché autonoma, non ha diritto di parola sui droni armati di Sigonella, sul Muos, ovvero il radar dell’esercito americano installato a Niscemi, sul ridisegnarsi del globo a un braccio di mare dalle proprie coste e neppure sull’arroganza di Malta che, a dispetto del minimo di misericordia per i naufraghi, esercita la propria arroganza consumando ogni residuo di sovranità sugli scogli di Lampedusa.

Si vota, dunque, in Sicilia.

Non si sa se si scende o si sale lungo il cammino degli eventi.

L’orologio della storia, si sa, batte.

Ma la realtà urta.


Chiunque vinca alle elezioni regionali, non potrà reggere l’urto di realtà: il buco di bilancio, la disoccupazione ai livelli massimi, il Pil regionale inferiore a quello del dopoguerra, senza dimenticare la fame, la fame vera che dilaga in sempre più ampi strati della popolazione.

Questa disgraziatissima terra non potrà trovare soluzione col rinnovo del suo Parlamento e della giunta di governo e la migliore sintesi all’urto di realtà si trova nelle parole di Giuseppe Pizzino, imprenditore, autore di un saggio di sfacciata lucidità, Progetto Sicilia.

Ecco le sue parole: “Nel corso del 2017, il Procuratore della Corte dei Conti, dottor Pino Zingale, impugna prima presso la sede di Palermo, poi anche a Roma il Rendiconto del Bilancio 2016 della Regione siciliana che la Corte comunque approva con non poche difficoltà.

Questo significa che a giugno del 2018, questa volta, la Corte non potrà che accogliere la richiesta di non parifica del rendiconto 2017 del Bilancio della Regione, per un motivo semplicissimo: intanto che i contendenti sono impegnati a prendersi la Sicilia per un pugno di voti, nessuno si preoccupa di porre rimedio alle richieste del Procuratore Zingale.

Chi vincerà non avrà tempo, ne mezzi(soldi), per apportare le correzioni al Bilancio 2017 così da veicolare la Regione verso il Commissariamento di giugno 2018”.

Ecco, il commissariamento all’orizzonte.

Che accada presto, e che sia lungo. Il più a lungo possibile.

Al punto di cancellare l’Autonomia.


© RIPRODUZIONE RISERVATA
pancho
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da pancho »

Non capisco xche questo post sia stato inserito in questo 3D . Comunque tiremm innanz.

Vedi Zione in alcune cose condivido con Buttafuoco anche se la sua visione politica (MSI)e' al l'opposto della mia. Non dobbiamo mai essere contrari solo perché abbiamo colori diversi

Detto questo posso solo dire che l'autonomia siciliana e' e sarà sempre un fallimento dovuto alla loro mediocrità politica e mi azzardo a dire anche alla loro cultura.

Questo però non deve escludere la volontà di un popolo ma nello stesso tempo devono sapere che eventuali errori ricadranno su di loro e non dovranno essere spalmati fra tutti.

Questa è democrazia .

La sussidiarietà prevista dalla ns costituzione non può trasformarsi in assistenzialismo.

Questo vale per tutti i popoli. Le loro decisioni devono essere sovrane come sovrani dovranno essere gli errori e i benifici dello loro politiche.

Se non si osservano questi criteri di certo si darà inizio allo sgretolamento nazionale il quale non dovrà essere poi imputato a coloro che si sono ribellati a questo andazzo ma alla politica.

Cosa c'è di così reazionario in questo mio concetto politico?


un salutone
Ultima modifica di pancho il 04/10/2017, 20:49, modificato 1 volta in totale.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
UncleTom
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da UncleTom »

pancho ha scritto:Non capisco xche questo post sia stato inserito in questo 3D . Comunque tirammo innanz.

Vedi Zione in alcune cose condivido con Buttafuoco anche se la sua visione politica (MSI)e' al l'opposto della mia. Non dobbiamo mai essere contrari solo perché abbiamo colori diversi

Detto questo posso solo dire che l'autonomia siciliana e' e sarà sempre un fallimento dovuto alla loro mediocrità politica e mi azzardo a dire anche alla loro cultura.

Questo però non deve escludere la volontà di un popolo ma nello stesso tempo devono sapere che eventuali errori ricadranno su di loro e non dovranno essere spalmati fra tutti.

Questa è democrazia .

La sussidiarietà prevista dalla ns costituzione non può trasformarsi in assistenzialismo.

Questo vale per tutti i popoli. Le loro decisioni devono essere sovrane come sovrani dovranno essere gli errori e i benifici dello loro politiche.

Se non si osservano questi criteri di certo si darà inizio allo sgretolamento nazionale il quale non dovrà essere poi imputato a coloro che si sono ribellati a questo andazzo ma alla politica.

Cosa c'è di così reazionario in questo mio concetto politico?


un salutone


Non capisco xche questo post sia stato inserito in questo 3D . Comunque tirammo innanz.




Perché il tema riguarda la prossime regionali con un avviso indiretto ai catalani


VERSO LE REGIONALI
CARI CATALANI, NON RIDUCETEVI COME LA SICILIA
UncleTom
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da UncleTom »

Vedi Zione in alcune cose condivido con Buttafuoco anche se la sua visione politica (MSI)e' al l'opposto della mia. Non dobbiamo mai essere contrari solo perché abbiamo colori diversi


Da queste parti c’è il vecchio detto “Del pirla col paltò”, dove paltò in italiano sta per cappotto.

In sostanza significa che se uno e pirla è pirla, e non è che modificando l’abito (in questo caso mettendosi il paltò) diventa meno pirla, è sempre lo stesso pirla ma con il paltò.

Da quando votavo Pci, non ho mai valutato le persone per la casacca che indossava, ma per quello che diceva.

E naturalmente questo modo di pensare non poteva che procurami fastidi, perché in Italia è forte la cultura di Inter-Milan, Roma-Lazio, Juve-Toro.
UncleTom
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da UncleTom »

erding ha scritto:(...) "E’ indubbio che gli innumerevoli tentativi di legge elettorale, compreso l’ultimo,
non sono altro che arzigogoli incostituzionali con i quali si tenta di rendere come
espressione del popolo un governo, quale che fosse, destinato ad ampi poteri legislativi
ed esecutivi, nonché padrone assoluto, e senza possibili opposizioni fattive, del divenire italiano.

E’ anche e contemporaneamente certo che qualora nessuno dei contendenti elettorali riuscisse
nell’intento le ipotesi in campo sarebbero solo due:
a) una innaturale commistione tra diversi dichiaratisi tali, in realtà ad essere la stessa cosa
( renziani e berlusconiani con qualche appendice pseudo fascista: lega, fratelli d’italia e il nulla Alfano);

b) un parlamento nel caos generale; nuovi tentativi di sopravvivere fino ad una ennesima legge
elettorale con la sempre più forte probabilità che “ qualcuno o qualcosa “ decida un basta improvviso
e porti a termine il progetto fondante:
“ RISTABILIIRE UN AUTORITARISMO DIRIMENTE E RISOLUTIVO LA SITUAZIONE “. (...) "
(Francesco Briganti)


Chiediamoci:
Quale democrazia rappresentativa è questa nostra?
Premesso che chi non vota lo fa per delegittimare l'esistente e prendendo
a riferimento le elezioni politiche del 2013 abbiamo un quadro preoccupante.
Se sommiamo i NON VOTI (11.634.803 ) alle bianche 395285, alle nulle 872541
a quelli del M5S 8 691 406, che sono di fatto voti della rabbia ed l'antisistema
arriviamo alla cifra impressionante di oltre 21 milioni di elettori su 47.160.244 aventi diritto.

Il parlamento attuale chi rappresenta??
Quale legittimità hanno i rappresentanti, più nominati che eletti??

Quanto a lungo può reggere una situazione simile??

Un saluto erding


Premesso che chi non vota lo fa per delegittimare l'esistente e prendendo a riferimento le elezioni politiche del 2013 abbiamo un quadro preoccupante.



Faccio domande tutti i giorni a chi dimostra di avere un minimo di conoscenza politica, ed in questo momento la risposta prevalente è:


“ Non ho punti di riferimento, nessuno mi rappresenta, io non andrò a votare”


Quanto a lungo può reggere una situazione simile??


Secondo te, caro erding, quanto puo’ reggere ancora questa situazione?????
UncleTom
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da UncleTom »

…..SMS per Erding e pancho, se passano da queste parti…..

Questo è solo un aspetto perché questa non è una democrazia

Er popolo nun conta un caXXo………..perchè non ha mai contato un caXXo





Politica
Berlusconi, Renzi e il partito del ‘decido io’. E la chiamano democrazia
di Critica liberale | 4 ottobre 2017


21
• 34


Più informazioni su: Matteo Renzi, Silvio Berlusconi

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«Davvero gli italiani possono
riportare al potere un uomo
che il resto d’Europa vede come
un buffone o un truffatore?»
The Economist, 19.8.2017


di Enzo Marzo

Questa estate è accaduto di tutto. In fondo io qui vorrei occuparmi solo di enormi minutaglie. Ne ho notate due che mi hanno colpito. Gravi in sé stesse, ma anche rilevatrici della ormai cronica e servile disattenzione degli opinionisti. Sono decenni che si è andata via via perdendo la funzione critica della stampa. Non ci si scandalizza più di nulla. Anche per colpa dell’inflazione del malgoverno e del malaffare e quindi dell’assuefazione al peggio.

Per esempio, non fa più notizia, appena qualche poche righe da dimenticare presto, che un personaggio pubblico, come Altero Matteoli, da ministro abbia compiuto alcune “piccole” irregolarità tali da essere condannato da un tribunale a più di quattro anni di carcere (che ovviamente saranno come al solito solamente virtuali) perché dopotutto non ha rubato per fame un pollo in un supermercato. D’altronde la classe politica – seguendo pedissequamente l’autorevole magistero di un pessimo Presidente della Repubblica – ha messo nel dimenticatoio tutto il recente passato e tollera che un pregiudicato abbia l’ardire di proporsi ancora come capo di una maggioranza di governo, tra gli ossequi generali. Come se fosse un nuovo Cincinnato e non un incallito pregiudicato che ancora oggi tesse pubblicamente le lodi del suo compare colluso con la mafia… Solo il liberale Economist lo annovera ancora tra i buffoni e i truffatori, forse ricordandosi della condanna definitiva per frode allo Stato, della sua ignominiosa cacciata dal Senato e del suo malgoverno ad personam, e ci pone una domanda cui è d’obbligo rispondere affermativamente.
Ma torniamo alle due minutaglie dell’estate. La prima è una dichiarazione di Matteo Renzi, il quale con una faccia tosta che gli è permessa dal silenzio complice di tutti (avversari e amici) ha fatto saper alla stampa che «in ogni singola candidatura ci sarà il visto mio». Il Corriere titola: «I candidati? Li scelgo io». Così lo sconfitto al referendum costituzionale ci fa sapere che le Primarie, ancorché senza alcun controllo e manipolabili per come è abituato il Pd ad organizzarle, se le mette sotto i piedi. Eppure, se non sbaglio, il Pd incassa soldi pubblici, provenienti quindi dalle tasse di noi cittadini, cui non resta che assistere impotenti alle gesta autoritarie di un Cesare velleitario fino al ridicolo. E forse è anche utile rammentare che i candidati scelti personalmente dal Segretario saranno sicuramente parlamentari perché “nominati” tali, seguendo le norme del Grande Inciucio che – caso unico al mondo – solleva i cittadini dalla fatica di eleggersi i propri rappresentanti.
La seconda minutaglia non è meno grave. Lo sfacciato gioco delle parti tra governo, Pd e Angelino Alfano sull’approvazione o meno della legge dello Ius soli è stato inquietante. E buffonesco: infatti ipocritamente si è detto che non erano sufficienti i voti al Senato, ma non si è capito perché, dopo aver posto la fiducia sul Jobs act, sulla scuola, addirittura sulla quella vergogna dei voucher e in anche troppe occasioni minori, non si poteva piegare, appunto, con il voto di fiducia il ricatto fatto porre da Alfano.
Non entro qui nel modo più assoluto nel merito del provvedimento. Ci daranno tanto di quel tempo per affrontarlo con serietà… ma mi ha colpito una dichiarazione, sempre di Renzi che diceva candidamente che non era possibile approvare la legge prima delle elezioni, perché avrebbe potuto irritare l’elettorato e far perdere dei voti. Se traduciamo dal politichese in italiano vuol dire: «Cari elettori, ho deciso di prendervi per i fondelli, adesso andate a votare sereni. Agli eletti ci penso io e gli altri capi assoluti della Casta (arricchita dalla new entry dei grillini). E anche sui provvedimenti della prossima legislatura non vi preoccupate di far valere le vostre convinzioni: intanto, dopo, facciamo come ci pare».
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erding
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da erding »

UncleTom ha scritto:
erding ha scritto:(...) "E’ indubbio che gli innumerevoli tentativi di legge elettorale, compreso l’ultimo,
non sono altro che arzigogoli incostituzionali con i quali si tenta di rendere come
espressione del popolo un governo, quale che fosse, destinato ad ampi poteri legislativi
ed esecutivi, nonché padrone assoluto, e senza possibili opposizioni fattive, del divenire italiano.

E’ anche e contemporaneamente certo che qualora nessuno dei contendenti elettorali riuscisse
nell’intento le ipotesi in campo sarebbero solo due:
a) una innaturale commistione tra diversi dichiaratisi tali, in realtà ad essere la stessa cosa
( renziani e berlusconiani con qualche appendice pseudo fascista: lega, fratelli d’italia e il nulla Alfano);

b) un parlamento nel caos generale; nuovi tentativi di sopravvivere fino ad una ennesima legge
elettorale con la sempre più forte probabilità che “ qualcuno o qualcosa “ decida un basta improvviso
e porti a termine il progetto fondante:
“ RISTABILIIRE UN AUTORITARISMO DIRIMENTE E RISOLUTIVO LA SITUAZIONE “. (...) "
(Francesco Briganti)


Chiediamoci:
Quale democrazia rappresentativa è questa nostra?
Premesso che chi non vota lo fa per delegittimare l'esistente e prendendo
a riferimento le elezioni politiche del 2013 abbiamo un quadro preoccupante.
Se sommiamo i NON VOTI (11.634.803 ) alle bianche 395285, alle nulle 872541
a quelli del M5S 8 691 406, che sono di fatto voti della rabbia ed l'antisistema
arriviamo alla cifra impressionante di oltre 21 milioni di elettori su 47.160.244 aventi diritto.

Il parlamento attuale chi rappresenta??
Quale legittimità hanno i rappresentanti, più nominati che eletti??

Quanto a lungo può reggere una situazione simile??

Un saluto erding


Premesso che chi non vota lo fa per delegittimare l'esistente e prendendo a riferimento le elezioni politiche del 2013 abbiamo un quadro preoccupante.



Faccio domande tutti i giorni a chi dimostra di avere un minimo di conoscenza politica, ed in questo momento la risposta prevalente è:


“ Non ho punti di riferimento, nessuno mi rappresenta, io non andrò a votare”


Quanto a lungo può reggere una situazione simile??


Secondo te, caro erding, quanto puo’ reggere ancora questa situazione?????

Caro Uncle, sono anni (meglio dire decenni) che penso alla situazione italiana come situazione insostenibile
e che sia imminente il momento del rendiconto definitivo, ma, evidentemente sbagliavo.

Ci trasciniamo con i nostri precari metodi, con i nostri vizi, coll'arte di mettere pezze su pezze in una lunga
estenuante attesa (di cosa poi?) se non siamo capaci di far niente altro che mugugnare.

Non so rispondere a questa tua domanda.

Di una cosa sono convinto: che la cosa peggiore che ci possa capitare è il continuare così senza che nulla
accada e che si continui in questa agonia senza morte che ci preclude ogni possibilità di vera vita.

Un saluto erding
UncleTom
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da UncleTom »

Di una cosa sono convinto: che la cosa peggiore che ci possa capitare è il continuare così senza che nulla
accada e che si continui in questa agonia senza morte che ci preclude ogni possibilità di vera vita.

Un saluto erding



Anche a me sembra che questa agonia si protragga un po’ troppo a lungo rispetto alla caduta della Prima Repubblica.

D’altra parte in linea di massima, la classe politica di allora era dotata di uomini di statura di ben lunga superiore a quelli di oggi che non valgono assolutamente una mazza.

Poi, chi sta ai piani superiori ha aperto le porte al prenditore di Hardcore.

Non fu una scelta a caso, era la tessera 1816 della P2.

E ridendo e scherzando ha portato a termine in linea di massima il PRD, Piano di Rinascita Democratica voluto e progettato da Licio Gelli.

Quell’aggettivo “Democratica” è una truffa.

Nel 2008 in un intervista a La Stampa e a Repubblica, Gelli si vantava di quel piano per averlo pensato 30 anni prima.

Voleva il copyright.


CONTINUA
UncleTom
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Re: Diario della caduta di un regime.

Messaggio da UncleTom »

5 ott 2017 16:07
1. L’INCHIESTA-BOMBA DELLE ‘IENE’ SULLA MORTE DI DAVID ROSSI, CAPO DELLA COMUNICAZIONE MPS, ‘VOLATO’ DAL 3° PIANO DELLA BANCA DOPO AVER DETTO DI VOLER PARLARE COI PM
(VIDEO INTEGRALE)


2. I SEGNI SUL CORPO, L’OROLOGIO CHE CADE ACCANTO AL CORPO MEZZORA DOPO, IL PORTIERE CHE NON VEDE IL CADAVERE, L’OMERTÀ DEI COLLEGHI: PARLANO LA MOGLIE E LA FIGLIA

3. ANTONINO MONTELEONE È RIUSCITO PURE A FAR PARLARE L’EX PRESIDENTE MUSSARI, DOPO 5 ANNI DI SILENZIO: ‘QUELLO CHE FA LA MOGLIE PER ME È VANGELO. SE LEI RITIENE DI ANDARE AVANTI SU QUELLA STRADA, E' QUELLA GIUSTA’. E INVECE AMATO SBEFFEGGIA IL GIORNALISTA


4. DI BATTISTA VUOLE PORTARE MOGLIE E FIGLIA ALLA CAMERA E FARLE PARLARE ALLA STAMPA




Da https://www.iene.mediaset.it/

In prima serata su Italia 1, a “Le Iene Show”, l’inviato Antonino Monteleone si è occupato del caso di David Rossi, responsabile della Comunicazione di Monte dei Paschi di Siena precipitato da una finestra della sede della banca a Rocca Salimbeni, nel capoluogo toscano, la sera del 6 marzo 2013.

In quelle stesse settimane, MPS è al centro di una grande inchiesta basata sull’acquisizione di Antonveneta.

Nel luglio 2017, il gip ha disposto l’archiviazione del fascicolo d’indagine aperto con l’ipotesi di reato d’istigazione al suicidio, accogliendo la richiesta avanzata dalla procura senese e respingendo così la richiesta avanzata – nel novembre 2015 – dai legali della famiglia Rossi, da sempre convinti che si sia trattato di omicidio.

Si tratta della seconda archiviazione dell’indagine: la prima era avvenuta nel marzo 2014.

La Iena intervista Antonella Tognazzi (la moglie di David Rossi) e la figlia della donna Carolina Orlandi, da anni impegnate per far sì che si continui a indagare sulla morte dell’uomo.

Antonino Monteleone raggiunge anche Giuseppe Mussari, ex Presidente del MPS ed ex Presidente dell'ABI, Associazione Bancaria Italiana. Da quando è stato indagato e travolto dalle polemiche per l’acquisizione di Antonveneta da parte di MPS, non ha più parlato: né delle vicende bancarie, né della morte di Rossi.

Infine, l’inviato intervista Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio dei ministri, ex Ministro dell’Interno e ora Giudice costituzionale.

Di seguito alcuni stralci delle interviste ad Antonella Tognazzi e a Carolina Orlandi:

Orlandi: David era molto amico di Mussari, Mussari è stato il primo volto di tutto questo disastro, quindi molte persone hanno pensato che David potesse centrare qualcosa, solo per questo.

Iena: Tu lo escludi?
Orlandi: Io lo escludo ma sono pronta a cambiare idea... se qualcuno mi spiegasse perché è morto, magari mi spiegherebbe anche tante altre cose che io non so.

Orlandi: Non mi spiego le ombre che si vedono all'interno del vicolo per quasi tutta la durata della registrazione, quindi da prima che David cadesse a dopo che David ha esalato l'ultimo respiro. Ci sono delle persone, delle ombre là: non sappiamo chi siano. Ci sono dei fari di una macchina che vengono proiettati nel muro opposto, questa macchina se ne va dopo che David muore ma c'era già da prima.

Iena: Giancarlo Filippone che rapporto aveva con David?

Orlandi: Erano molto amici con David fin da quando erano ragazzi, erano della stessa contrada, poi lavoravano insieme. Mia mamma era molto amica anche della moglie.

Iena: Questo evento ha rafforzato il vostro legame familiare? Le vostre famiglie sono rimaste in contatto?
Orlandi: Purtroppo no, purtroppo non sentiamo più nessuno più o meno da quando è successo. Giancarlo è sparito, non ci ha più chiamato o contattato in alcun modo. A volte lo troviamo per strada e abbassa la testa, non lo so perché.

Iena: Come te la spieghi questa cosa?
Orlandi: Non me la spiego. Non voglio di certo accusarlo di niente, diciamo che certe domande me le sono fatte.

Tognazzi: Sicuramente è successo qualcosa, sicuramente David è stato picchiato. Non so da chi, ovviamente, però è stato picchiato. Quei segni sono riconducibili a percosse. È scandaloso perché non esiste che in ufficio una persona venga picchiata.

Orlandi: Ci sono delle ecchimosi, però nessuno ci ha mai spiegato come ha fatto a farsele.

Iena: E l'inguine?
Orlandi: La prima cosa da fare per mettere k.o. un uomo lo sappiamo tutti qual è.

Orlandi: Posso garantire che è molto più semplice accettare che in quel momento David si sia gettato in preda a un qualcosa…

Iena: Che non abbia retto alla pressione…
Orlandi: È molto più semplice accettare questo piuttosto che accettare che David abbia avuto una colluttazione dopo la quale è stato gettato dalla finestra, è rimasto 22 minuti agonizzante… questo non si può accettare

Iena: Tu hai ancora la speranza che venga fuori una verità diversa?
Orlandi: Magari quando certi equilibri si romperanno e qualcuno avrà da guadagnare e qualcun altro non avrà più niente da perdere, magari verrà fuori qualcosa. Penso che ci siano tante persone che hanno anche semplicemente visto qualcosa che non tornava: io vorrei, e lo chiedo da anni, che chiunque sappia qualcosa su quello che è successo quella sera, che abbia visto anche un particolare che non gli torna, un qualcosa di sospetto… qualunque cosa può aiutare. Vorrei che si rompesse questo muro di omertà che si è formata intorno a questa storia. Vorrei che tutti si facessero un esame di coscienza e che si facessero avanti anche solo per aiutarci a scoprire qualcosa in più.

Iena: Chi sa, parli.
Orlandi: Assolutamente. Chi sa deve parlare, come fanno a guardarsi allo specchio la mattina?
Di seguito, alcuni stralci dell’intervista a Giuseppe Mussari:

Iena: Lei è convinto del suicidio?
Mussari: Guardi, come le ha detto Antonella, io non parlo...

Iena: Ha visto questa foto delle braccia di David?
Mussari: Per carità di Dio, io non le voglio vedere

Mussari: Per me David è un enorme dolore, come ho spiegato ad Antonella. Parlare mi fa venire da piangere, lasciami perdere.

Iena: Lei è convinto che sia stato un suicidio?
Mussari: Non lo so. Guarda, io sono per Antonella, quello che crede Antonella lo credo io, però lasciami in pace, per cortesia… per cortesia…

Iena: Però è fondamentale il suo pensiero…


Iena: Su David ha visto che ci sono quei segni sul corpo che sono impressionanti?
Mussari: Tesoro mio, non voglio… Te l'ho spiegato prima, non mi far piangere. Cioè, se io ti potessi dire…

Iena: Qualcuno potrebbe averlo picchiato e lanciato dalla finestra in banca…
Mussari: Ma io se ti potessi dire una cosa che so, te la direi. Io in banca non c’ero più quando è successo. È giusto?

Iena: Ma ha visto quante anomalie in questa benedetta inchiesta?
Mussari: Io non ho letto le carte, ti ripeto. Quello che fa Antonella per me è Vangelo, d'accordo? Cioè, se lei ritiene di andare avanti su quella strada, quella è la strada giusta, perché lei ha letto tutto, è la moglie e tutto il resto. Ma io non ne so niente.

Iena: Non si sono lasciati scappare qualcosa di fondamentale per risalire alla verità?
Mussari: Non ne ho idea.

Iena: Un ragazzo che vola dalla finestra in quel modo…
Mussari: Non ne ho idea.

Iena: 50 anni…
Mussari: Non ne ho idea e ti prego, parlarne mi addolora enormemente.

Iena: Ha mai avuto paura per la sua incolumità, avvocato Mussari?
Mussari: No, io mai.

Iena: Ma perché non avete fatto la fusione anziché comprarla Antonveneta?
Mussari: Lascia perdere…

Iena: Perché?

Mussari: Vedi, vedi qual è il problema?

Iena: Però è un po' strano..
Mussari: Il tema poi è… senti a me…

Iena: Non mi capita tutti i giorni di incontrarla, Mussari.
Mussari: Ho capito che non ti capita tutti i giorni, è roba passata, ci sono i processi, chiariranno i processi. C’è il processo a Milano, risponderà a tutte le domande.

Iena: Ma quelle sono le verità giudiziarie, secondo la verità giudiziaria David Rossi si è suicidato…
Mussari: Guarda, da me non puoi avere nulla di quello che chiedi, quindi non mi braccare come… cioè… come una lepre. Capisci? Non sono una lepre.

Iena: Mi dice perché avete fatto zompare ‘sta banca?
Mussari: No, che zompare, io non ho fatto zompare niente, dammi retta.

Iena: Però la storia le va contro, il giudizio storico…
Mussari: Tu quando vai a letto, vai a letto tranquillo?

Iena: Io sì.
Mussari: Bene.

Iena: Lei quando va a letto?
Mussari: Uguale.

Mussari: Ci sono i processi, i processi verranno fatti.

Iena: Ma lei si fida così tanto di questi processi?
Mussari: Sono un cittadino della Repubblica italiana e mi fido della Giustizia italiana.

Iena: Ma come ha fatto a finire Presidente dell'Associazione bancaria italiana, ‘ché quando è uscito avrebbe detto: “Io non ci capivo niente di banche, il mio lavoro era l'avvocato”?
Mussari: Non ho mai detto questo.

Iena: Come no? Come ha fatto a diventare presidente dell'ABI?
Mussari: (Ride).

Iena: È vero che l’ha sponsorizzata Giuliano Amato per quell'anno?
Mussari: No, assolutamente no. Stai bene!


Di seguito, alcuni stralci dell’intervista a Giuliano Amato:

Iena: Secondo diverse fonti, David Rossi veniva a trovarla spesso quando lei era Ministro dell’Interno al Viminale.
Amato: Non è così.

Iena: Smentisce questa circostanza?
Amato: Assolutamente.

Iena: Presidente Amato, solo una domanda sul povero David.
Amato: Non lo conoscevo.

Iena: Perché sponsorizza Giuseppe Mussari che era un avvocato alla Presidenza dell’ABI, che poi ha dichiarato di non aver proprio nessuna competenza in tema di banche?

Amato: Lei ha le sue domande, io non ho risposte da darle. Se lei è gentile, smette; se non è gentile, continua a tormentarmi e io mi domando per quale ragione un giovane in Italia, per guadagnarsi da vivere, deve fare la parte che sta facendo lei.

Iena: Cioè fare domande sulla morte di un collega, l’ex Capo di un ufficio Comunicazione, e su una vicenda bancaria…?
Amato: Continui, continui…

Amato: Il giorno in cui lei mi farà domande, mi viene a trovare…

Iena: Al Palazzo della Consulta, posso venire?
Amato: … lo fa gratis, nel senso…

Iena: Che vuol dire “gratis”? Uno non deve essere pagato per il lavoro che fa? Ma proprio lei mi parla di “gratis”?
Amato: Sì, io parlo di “gratis”.

Iena: Dovrei lavorare gratis? Io faccio il giornalista, faccio delle domande, dovrei lavorare gratis?
Amato: No, io le sto dicendo che lei non sta facendo il giornalista.

Iena: Le ho chiesto perché ha sponsorizzato Mussari ai vertici dell’ABI…
Amato: Io a lei non rispondo.

Iena: E allora non mi dica “se viene a farsi una chiacchiera, rispondo”, perché è un tema scivoloso.
Amato: No, il tema non è scivoloso, ma io non voglio essere usato da lei.

Iena: Ma come “usato”? Lei è un protagonista.
Amato: Ora basta, le ho dato fin troppo del mio tempo. […] Io continuerò a guardarla e a domandarmi perché un giovane, oggi, debba fare una parte così orribile come quella che lei sta facendo per guadagnarsi da vivere. Lei è lo specchio della crisi italiana in questo momento. Mi dispiace per lei, la saluto.


VIDEO : 1 e 2
http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... 157875.htm
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