Referendum consultvo per l'autonomia in Veneto
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Re: Referendum consultvo per l'autonomia in Veneto
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Re: Referendum consultvo per l'autonomia in Veneto
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Re: Referendum consultvo per l'autonomia in Veneto
IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Gianluigi Paragone
Politica
Referendum Lombardia, Maroni non la racconta giusta
di Gianluigi Paragone | 20 ottobre 2017
26
Più informazioni su: Referendum, Regione Lombardia, Regione Veneto, Roberto Maroni
Gianluigi Paragone
Giornalista, conduttore televisivo
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Va bene che ormai le regole elettorali sono nelle disponibilità arbitrarie di chi governa e va bene pure che sta passando il concetto che il voto è responsabile solo quando va nella direzione che piace al Palazzo, però l’idea del “governatore” lombardo, Roberto Maroni, di fissare “ad minchiam” il quorum al 34% sulla base di un precedente referendario mi sembra bizzarra oltre che indice di debolezza.
Il referendum che si terrà in Lombardia e in Veneto è un referendum che ha una duplice validità politica. In primis, nel significato più largo, serve per ribattere ciò che si poteva raggiungere con le normali leve della trattativa istituzionale: trattenere più soldi nelle Regioni è sacrosanto e bene fanno le giunte a rivendicare maggiore fluidità nei trasferimenti di bilancio. Si poteva farlo per via politica, come scrivevo poc’anzi; Maroni e Zaia hanno scelto di aggiungerci un carico, cioè di arrivare alla trattativa con una solidità popolare, elettorale.
Il Veneto risponderà benissimo a questo referendum consegnando a Zaia una delega pesante. La Lombardia no, ecco perché Maroni fissa al 34% l’asticella: sa che il suo peso politico non sarà per nulla pari a quello di Zaia. E qui arriviamo alla seconda “validità politica”. A Maroni dell’autonomia in sé non interessa granché, la usa come provocazione per sfidare Matteo Salvini, forte di una intesa a due con Berlusconi. Il Bobo da Lozza ha in uggia Salvini tanto quanto il Cavaliere: non accettano il suo dinamismo e la sua idea politica diversa, autonoma (al leader leghista imputo solo il voto sulla legge elettorale e gliel’ho detto; anche se so che in politica alla fine si gioca con le carte che ti servono).
Maroni farà un risultato inferiore a quello di Zaia, perché la gente sa che l’uomo del Pirellone sul federalismo ha già tradito. Di cadrega in cadrega, Maroni è sulla scena nazionale con incarichi di responsabilità dal ’94 e se davvero avesse voluto una Lombardia più autonoma non doveva certo aspettare questo referendum: c’è stata una lunga stagione in cui la Lega nel centrodestra annunciava di tutto. Maroni se lo ricorda? “E ma gli alleati non ce l’hanno fatto fare”. C’è sempre un “ma” come foglia di fico a coprire le proprie nudità; diciamo piuttosto che gli interessi del Nord sono stati sacrificati per altri interessi politici più di carriera.
Il federalismo quando è fatto controvoglia non alleggerisce lo Stato centrale bensì porta a un raddoppio del livello fiscale e quindi a un aumento delle tasse. Ed è quello che abbiamo registrato.
Per chiudere, andrò a votare solo per rispetto verso il tessuto economico lombardo. Per le aziende che sfidano i mercati e riescono a vincere nonostante gli egoismi di certi politici. All’economia lombarda questa “autonomia” può servire. Ma stiamo parlando davvero di poca roba.
Ps. Per non apparire incoerente, ho sempre apprezzato il Maroni ministro dell’Interno. E ne resto convinto. E’ su questa partita politica da governatore, nel segno dell’autonomia, che lo boccio sonoramente.
di Gianluigi Paragone | 20 ottobre 2017
Politica
Referendum Lombardia, Maroni non la racconta giusta
di Gianluigi Paragone | 20 ottobre 2017
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Gianluigi Paragone
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Va bene che ormai le regole elettorali sono nelle disponibilità arbitrarie di chi governa e va bene pure che sta passando il concetto che il voto è responsabile solo quando va nella direzione che piace al Palazzo, però l’idea del “governatore” lombardo, Roberto Maroni, di fissare “ad minchiam” il quorum al 34% sulla base di un precedente referendario mi sembra bizzarra oltre che indice di debolezza.
Il referendum che si terrà in Lombardia e in Veneto è un referendum che ha una duplice validità politica. In primis, nel significato più largo, serve per ribattere ciò che si poteva raggiungere con le normali leve della trattativa istituzionale: trattenere più soldi nelle Regioni è sacrosanto e bene fanno le giunte a rivendicare maggiore fluidità nei trasferimenti di bilancio. Si poteva farlo per via politica, come scrivevo poc’anzi; Maroni e Zaia hanno scelto di aggiungerci un carico, cioè di arrivare alla trattativa con una solidità popolare, elettorale.
Il Veneto risponderà benissimo a questo referendum consegnando a Zaia una delega pesante. La Lombardia no, ecco perché Maroni fissa al 34% l’asticella: sa che il suo peso politico non sarà per nulla pari a quello di Zaia. E qui arriviamo alla seconda “validità politica”. A Maroni dell’autonomia in sé non interessa granché, la usa come provocazione per sfidare Matteo Salvini, forte di una intesa a due con Berlusconi. Il Bobo da Lozza ha in uggia Salvini tanto quanto il Cavaliere: non accettano il suo dinamismo e la sua idea politica diversa, autonoma (al leader leghista imputo solo il voto sulla legge elettorale e gliel’ho detto; anche se so che in politica alla fine si gioca con le carte che ti servono).
Maroni farà un risultato inferiore a quello di Zaia, perché la gente sa che l’uomo del Pirellone sul federalismo ha già tradito. Di cadrega in cadrega, Maroni è sulla scena nazionale con incarichi di responsabilità dal ’94 e se davvero avesse voluto una Lombardia più autonoma non doveva certo aspettare questo referendum: c’è stata una lunga stagione in cui la Lega nel centrodestra annunciava di tutto. Maroni se lo ricorda? “E ma gli alleati non ce l’hanno fatto fare”. C’è sempre un “ma” come foglia di fico a coprire le proprie nudità; diciamo piuttosto che gli interessi del Nord sono stati sacrificati per altri interessi politici più di carriera.
Il federalismo quando è fatto controvoglia non alleggerisce lo Stato centrale bensì porta a un raddoppio del livello fiscale e quindi a un aumento delle tasse. Ed è quello che abbiamo registrato.
Per chiudere, andrò a votare solo per rispetto verso il tessuto economico lombardo. Per le aziende che sfidano i mercati e riescono a vincere nonostante gli egoismi di certi politici. All’economia lombarda questa “autonomia” può servire. Ma stiamo parlando davvero di poca roba.
Ps. Per non apparire incoerente, ho sempre apprezzato il Maroni ministro dell’Interno. E ne resto convinto. E’ su questa partita politica da governatore, nel segno dell’autonomia, che lo boccio sonoramente.
di Gianluigi Paragone | 20 ottobre 2017
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Re: Referendum consultvo per l'autonomia in Veneto
La linea di Palazzo Chigi : quella delle regioni ad «autonomia differenziata» è una via tracciata con scrupolo dalla Costituzione (III° comma dell’articolo 116) che l’Emilia-Romagna ha già imboccato senza però aprire la laboriosa e costosa fase del referendum consultivo.
Quindi credo che per la Lombardia e il Veneto ci dovrà essere lo stesso percorso e nessuna trattativa speciale.
Detto questo, senza essere esperto in materia, non mi sembra certo positivo che le regioni , un po' all'arrembaggio, alcune sì e altre no, trattino con lo Stato centrale senza prevedere un quadro normativo generale.
Quindi credo che per la Lombardia e il Veneto ci dovrà essere lo stesso percorso e nessuna trattativa speciale.
Detto questo, senza essere esperto in materia, non mi sembra certo positivo che le regioni , un po' all'arrembaggio, alcune sì e altre no, trattino con lo Stato centrale senza prevedere un quadro normativo generale.
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Re: Referendum consultvo per l'autonomia in Veneto
Se vogliono più autonomia i soldi li trovino con le imposte.
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Re: Referendum consultvo per l'autonomia in Veneto
Il cittadino deve avere un'idea chiara del federalismo non può esserci un federalismo confuso perche alla fine si perde il senso di unità del paese.Il federalismo differenziato secondo cui si premiano le regioni virtuose non può esistere.Esistono le elezioni per cambiare chi governa male le regioni e le amministrazioni periferiche
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Re: Referendum consultvo per l'autonomia in Veneto
nel federalismo ci sono uguali competenze perche tutte le regioni contano allo stesso modo,nel federalismo ogni regione manda lo stesso numero di rappresentanti a prescindere dalla grandezza,per ex su una camera delle regioni eletta a base puramente proporzionale con formula di secondo grado se è composta da duecento rappresentanti ogni regione ne manda dieci proprio perche nel federalismo tutte le regioni hanno pari dignità
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Re: Referendum consultvo per l'autonomia in Veneto
Non scrive più nessuno.
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